Tecnologia: una breve storia sull’industria videoludica contemporanea

Al giorno d’oggi, l’industria dei videogiochi è in continua crescita ed espansione. Anche se i videogiochi sono un mezzo di intrattenimento relativamente nuovo, secondo ricerche di mercato in passato tre decenni, è diventata una delle industrie di intrattenimento più popolari, in particolare tra i giovani. In alcuni paesi, come gli Stati Uniti, il numero di persone che giocare ai videogiochi ha superato quelli che guardano i film come sostiene Przybylski nel suo saggio del 2010 dedicato al tema del gaming.

Con lo sviluppo dei videogiochi, i generi si sono diversificati e la narrativa dei giochi è diventata una cosa sola dei punti chiave del game design ha ricevuto sempre più attenzione. Diverso dal concetto tradizionale di narrativa, la narrativa del gioco ha le sue caratteristiche uniche. Narrativa è considerato il framework o il fondamento dei videogiochi perché può integrare i giochi nella logica.

Ora, rispetto alla narrativa tradizionale, uno dei principali caratteristiche della narrativa del gioco è interattivo, il che dimostra che il rapporto tra giochi e giocatori è bidirezionale, mentre romanzi e film con narrativa tradizionale mostrano la storia al pubblico a senso unico. Un’altra caratteristica della narrazione del gioco è che la struttura non è del tutto lineare. Le diverse scelte che i giocatori fanno nel processo di interazione del gioco lo faranno influenzare la direzione finale del gioco, quindi i giocatori sono considerati parte del narratore del gioco.

Al contrario, nella narrativa tradizionale, il pubblico non partecipa alla storia. In termini di narrativa di gioco, una parte strettamente correlata è il design visivo dei videogiochi, perché l’interazione e l’esperienza immersiva del giocatore sono inseparabili dagli elementi visivi. Molti studi hanno dimostrato che l’immagine visiva è un meccanismo efficace per trasmettere informazioni e emozioni, il design dell’elemento visivo può anche guidare i giocatori o stimolare la loro curiosità, concentrazione, empatia, e via dicendo.  Sebbene ci siano molte ricerche sul design visivo del gioco e sulla narrativa del gioco, ci sono pochi studi che discutono la connessione fra loro; questo perché la materia di studio è relativamente recente, specialmente se paragonata ad altri medium come ad esempio la narrativa popolare, il cinema, le serie tv, la musica pop rock e così via. Nonostante si tratti di un settore ancora in rapida evoluzione e in grande sviluppo, è facile tracciare le coordinate di base, ascrivendosi a un certo tipo di critica fondamentalmente storica e sociologica, sui videogames. Videogiochi che devono la loro fortuna a due aree geografiche molto precise: la California della Silicon Valley e la prefettura di Kyoto in Giappone.

Per chi vuole effettuare un’analisi sui videogiochi moderni è proprio quest’ultima, estendendo il discorso all’intero arcipelago ad assumere un ruolo centrale. Il Giappone infatti a parte il successo di Nintendo, è la patria di altre realtà storiche come Sega, Taito, Namco, Konami, precisamente nell’anno 1966, con l’azienda Sega che produce i primi giochi cabinati che faranno da tramite per le sale giochi specializzate in “arcade”. Per chi voglia approfondire il discorso, consigliamo la visione del bel film Licorice Pizza, ambientato in California nel 1973 e diretto dal regista Paul Thomas Anderson. Nel film viene raccontata, tra le altre cose, proprio l’epopea di giovani imprenditori che si lanciano nel mercato delle sale giochi, dove però i videogames sono ancora sostanzialmente elettronici e meccanici, più che digitali e interattivi. Sarà però questione di tempo, dato che dopo l’entrata in scena di Atari per gli States e di Nintendo e tutte le altre aziende per il Giappone, tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, si assisterà a un vero e proprio boom per il settore videoludico.     

Tornando al discorso relativo all’elemento narrativo nei videogiochi, bisogna fare una distinzione tra gioco di categoria story driven e gioco gameplay driven. Salvo rare eccezioni, i giochi che hanno avuto maggior impatto e successo sull’industria videoludica sono di genere gameplay driven. Questo non vuol dire che non ci siano stati casi di giochi story driven di grande impatto e successo, ma salvo eccezioni, l’utente, anche quello più esigente e geek tenderà a preferire sempre il gioco di genere gameplay driven. Con una sola grande eccezione: i giochi di strategia. Nei giochi di strategia questa regola d’oro decade. Del resto questi elementi sono fondamentali quando si parla di gaming, ma se prendiamo il caso degli eSport o ancora meglio dei giochi da casino online, tale concezione decade, con rarissime eccezioni del caso.

Questa tesi è dunque rivolta ai giochi di impianto narrativo e che all’interno del videogame presentano elementi fondamentali dove il player passa dallo svolgere un ruolo attivo e dinamico a diventare una sorta di spettatore, in parte interattivo, in parte passivo. Pertanto quando si parla di videogioco narrativo è bene stabilire il confine e la differenza tra gameplay driven e story driven come evidenziato nell’articolo di Michele Longobardi pubblicato dal sito player.it.