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The Surge 2, lamiere e morte nel nuovo titolo “Souls-like”

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Con The Surge 2, gli sviluppatori tedeschi Deck13 tornano con un’avventura tutta nuova per Pc, Xbox One e PS4 che abbandona l’idea del protagonista preimpostato e mette sul campo un personaggio creato dal giocatore. Il titolo dà inoltre maggiore attenzione alla trama e soprattutto all’ambientazione, sempre più distopica e cyberpunk. Le buone premesse quindi ci sono tutte e il gioco, specialmente per chi apprezza il genere souls-like è un buon prodotto per molti aspetti. The Surge 2 si lascia alle spalle l’ambientazione del primo titolo trasferendo i giocatori nella nuova Jericho City, ossia una città composta da vari distretti, tutti presidiati da mercenari più o meno corazzati che hanno avuto l’ordine di tenere le strade sgombre e di eliminare chiunque si trovi a esplorare la zona. Ma per quale motivo? Difficile dirlo: il personaggio che si controlla, creato attraverso un semplice editor all’inizio della partita, è miracolosamente sopravvissuto a uno schianto aereo ma c’è qualcosa in quell’incidente che ancora non quadra. Ritrovatosi all’interno di un carcere sotto attacco, il proprio alter ego virtuale riesce a liberarsi e si pone l’obiettivo di scoprire cosa sia accaduto davvero. Riuscire nell’impresa non sarà semplice, però: le mura in fiamme dell’istituto pullulano di criminali assetati di sangue, avversari da sfruttare per fare pratica con un sistema di combattimento che integra e arricchisce quello del primo episodio. Armati inizialmente solo di due defibrillatori elettrici, il protagonista di The Surge 2 si dovrà aprire la strada fino alla prima MedBay e lì, finalmente, ci si potrà equipaggiare con un esoscheletro potenziato. Il collegamento alla macchina, tuttavia, resetta la situazione dei nemici nell’area e pone chi gioca di fronte alle stesse minacce che si erano già affrontate: nemici agguerriti e capaci di uccidere con solo due o tre colpi ben assestati. Una formula ben collaudata per questo sottogenere degli action RPG, che tuttavia non trova supporto nella narrazione, anche stavolta poco ispirata e priva di spunti degni di nota.

Nel primo The Surge, uno dei principali difetti lamentati dal pubblico e dalla critica era proprio un’ambientazione asettica e piatta dall’inizio alla fine, con pochi guizzi di design. Gli sviluppatori hanno quindi pensato bene di passare ad un’enorme città piena di vicoli e segreti, fatta di parchi, zone industriali e altri luoghi. Jericho City è infatti composta da ben nove settori diversi tra loro, sia per difficoltà che per design, che variano da una discarica piena di rottami a fogne putride e velenose fino alla zona più ricca fatta di grattacieli di vetro, parchi per bambini o, addirittura, aree forestali. Per quanto concerne la trama di gioco, questa si muove su binari poco lineari e diretti, esattamente come in qualsiasi altro souls-like che si rispetti. La storia viene raccontata tramite dialoghi sintetici, registrazioni e documenti da trovare, oltre a delle missioni secondarie che possono approfondire non poco il mondo di gioco. Incontriamo, infatti, personaggi con particolari linee di dialogo utili a rispondere alle nostre domande, ma non tutte avranno una risposta chiara e dettagliata. Probabilmente una scelta voluta dagli autori visto che questi avevano dichiarato di voler rendere la narrativa decisamente più contorta e complessa del primo gioco. Nonostante le premesse, anche se non mancano personaggi sopra le righe la storia narrata in The Surge 2 si rivela essere sempre meno incisiva, tanto da non scostarsi molto da quella di Warren nel primo capitolo. A stimolare il giocatore per arrivare ai titoli di coda, quindi, non è di certo la narrativa di gioco, bensì la curiosità di affrontare i nuovi pericoli misteriosi e nascosti di Jericho City. Purtroppo, nonostante si tratti di un souls-like nudo e crudo, si arriva a fine gioco relativamente presto: l’avventura non dura oltre le 20-25 ore di gioco, che non sono poche, ma comunque restano e di molto al di sotto dei capostipiti del genere che possono durare anche più del doppio del tempo. Sicuramente l’approcciarsi al gioco in maniera calma e strategica, oltre alla voglia di dedicarsi a tutte le missioni secondarie o a migliorare la propria build di gioco, rendono The Surge 2 un gioco interessante da giocare, ma comunque si attesta ben al di sotto di altre produzioni in quanto ad attività e longevità in generale.

A livello di giocabilità il titolo si difende bene. Risvegliati dal profondo coma in il proprio personaggio si trova, si sarà liberi di esplorare e comprendere cosa sia successo alla metropoli di Jericho, che è ridotta ormai a un futuristico far west. A seguito del disastro generato dalle nanotecnologie, la regola del più forte regna sovrana, e bisognerà applicarla al più presto per farsi largo tra i tanti nemici presenti nella rinnovata mappa, decisamente più ampia rispetto al passato. La progressione segue i modi che già si conoscevano, e ci si troverà dopo poco tempo a passare dalla semplice tuta con cui si è stati ricoverati a diventare dei veri e propri Terminator armati di tutto punto, con tante alternative a disposizione. Anche l’originale sistema per appropriarsi di armi e armature altrui torna in grande spolvero. Gli innesti tecnologici che il protagonista possiede nel corpo permettono di gestire armi e armature in modo calcolato e profondo, infatti, già dopo le prime ore di gioco, l’inventario si popola di diversi tipi di pezzi e categorie, da combinare a piacimento per trovare la build più utile allo scenario con cui faremo i conti. In The Surge 2 è necessario ricordare che è l’energia del nucleo del protagonista a limitare l’utilizzo di pezzi troppo potenti. Proprio per tale ragione essi vanno gestiti al meglio per sfruttarne il più possibile. Riuscendo ad unire più pezzi dello stesso set, poi, si ottengono bonus che vanno aggiunti alle statistiche di attacco, difesa e cambio di status. In più, stavolta, il protagonista non sarà da solo, ma avrà a disposizione un piccolo drone volante che potrà essere richiamato ed equipaggiato a piacere con una vasta gamma di componenti. Il drone gioca un ruolo interessante in The Surge 2: si può usarlo per attirare i nemici, per curarsi o anche per lasciare dei graffiti agli altri giocatori, segnalando minacce e segreti nascosti.

Il sistema di recupero dell’equipaggiamento dei nemici si conferma essere il punto di forza di tutta la produzione. L’implementazione, già notevole nel primo episodio, funziona fluidamente durante i combattimenti, nei quali si può mirare ad una parte del corpo specifica per poi amputarla una volta ridotto in fin di vita il nemico, e fare l’upgrade della propria build con i nuovi componenti “rubati”. Il controllo del personaggio è deputato allo stick analogico destro che si comporta egregiamente, senza complicare e ostacolare le mosse che si hanno in mente. Torna poi anche la terza barra oltre a quelle di vita e stamina, quella della batteria, da tener d’occhio quando si vuole approfittare dei vantaggi degli innesti per recuperare energia o indebolire i nemici. Insomma, quello di The Surge 2 è un sistema che funziona e spicca per varietà di soluzioni e situazioni proposte, nonostante un design non sempre raffinato, ma che riesce ad essere appassionante nell’ottimizzazione delle build o nel superamento di scenari dove l’impianto giusto farà la differenza tra la vita e l’ennesima morte. Altro punto forte, della produzione dei Deck13, è la quantità di strumenti offensivi e difensivi a disposizione. La loro presenza, infatti, stimola il giocatore ad un farming sì ripetuto e leggermente ripetitivo, ma appagante quando si completa un set o si riesce a potenziare al massimo. Per quanto riguarda l’aspetto estetico, The Surge 2 non fa gridare al miracolo, ma resta comunque gradevole da vedere. Ad esempio, anche se Jericho City rappresenta una metropoli interessante che si sviluppa anche in verticale, il passaggio tra i diversi settori è spesso incoerente sia dal punto di vista dell’art design che da quello narrativo. Si tratta di una costruzione spesso confusionaria, nonostante la varietà non manchi. Mancano dungeon labirintici, mancano strade tortuose e soprattutto mancano approcci di gioco diversi in base ai nemici presenti in zona. L’ambientazione sci-fi cyberpunk è molto appetibile, ma a nostro avviso poteva offrire molto di più visto il grande potenziale che essa possiede. The Surge 2 inoltre è graficamente inferiore al primo capitolo e anche sul piano delle performance il gioco originale ha la meglio. Scalettature di ogni tipo, texture piatte e scialbe ed effettistica al minimo storico. In termini di risoluzione e frame-rate, su Xbox One X, il gioco offre due tipi di soluzioni: qualità e prestazioni. La prima porta il gioco in 4K upscalati e 30 fps con particolari problemi di frame-pacing, mentre in modalità prestazioni si passa ad una risoluzione FullHD e 60 fps non propriamente stabilissimi. Insomma, dal punto di vista grafico si poteva fare sicuramente qualcosina in più. In conclusione, con l’uscita di The Surge 2 ci si aspettava un salto di qualità rispetto al passato, ma purtroppo il titolo non decolla più di tanto. Giocandolo ci siamo trovati di fronte ad un titolo migliorato molto sul fronte del sistema di combattimento, ma ci aspettavamo un guizzo in più in tutte le aree di gioco. Purtroppo The Surge 2 arranca su altri aspetti importanti come level design ed art design, presentando peraltro una narrazione scialba e poco convincente. A chiunque abbia amato il primo capitolo consigliamo sicuramente di dare una chance a questo successore in quanto rappresenta un miglioramento in quasi tutti gli aspetti, salve quello grafico. Per chiunque invece si dovesse avvicinare per la prima volta al gioco, consigliamo di provarlo prima di acquistarlo in quanto l’alto tasso di difficoltà e il level design non proprio brillante potrebbero scoraggiare e stancare presto.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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Unicorn Overlord, il videogame strategico-tattico che lascia a bocca aperta

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Unicorn Overlord è un gioco di ruolo strategico dalle qualità a dir poco sensazionali, è un videogioco da giocare tutto d’un fiato che regala un approccio estetico splendido e una giocabilità a dir poco pazzesca. Andiamo a scoprire tutte le qualità di questa perla sviluppata da Vanillaware per pc, Xbox, PlayStation e Switch. La storia è ambientata in un universo medioevale soggiogato da un tiranno arrivato al potere a spese della legittima regina a cui aveva prestato giuramento. Spinto da ragioni oscure per buona parte della campagna, il generale Valmore, un tempo uno dei più prodi difensori della corona di Cornia, si rivolta contro il vessillo che ha portato fieramente in centinaia di battaglie, conducendo decine di ribelli alle porte del castello della famiglia reale in una notte buia e tempestosa. Sorpresa dal tradimento di uno dei suoi comandanti più fedeli e messa alle strette dalla schiacciante inferiorità numerica, la regina guerriera Ilenia non ha altra scelta se non quella di scendere in battaglia ella stessa, sorretta solamente da un manipolo di uomini, i più fedeli della sua guardia personale. Nonostante il tragico esito dello scontro sia fin da subito chiaro, la coraggiosa regina si lancia contro Valmore e la sua manica di congiurati, nella speranza di guadagnare il tempo sufficiente per permettere al fido Josef, cavaliere e prima lancia del regno, di portare il salvo il giovane principe Alain. I due riescono a fuggire con l’aiuto delle tenebre e del rapido destriero di ser Josef e, dopo una dissolvenza a nero sulla notte del tradimento, la storia riprende proprio da uno scorcio di vita quotidiana di un maturato Alain, che si addestra con la spada ed un compagno d’armi su una ridente spiaggia dell’isola di Palevia. Quest’ultima è tra le poche ad essere sfuggita alla morsa di Valmore, autoproclamatosi Imperatore e adesso a capo di tutti e cinque i regni del continente di Fevrith. In Unicorn Overlord i temi trattati sono maturi, la caratterizzazione dei personaggi di buonissima fattura e la guerra viene dipinta in maniera credibile. Ben presto, sulle spalle del giovane Alain graverà il pesante fardello di compiere scelte estremamente difficili, tra nemici a cui mostrare clemenza o mano ferma, villaggi che chiedono aiuto e antichi alleati da affrontare sul campo di battaglia. La cosa bella di Unicorn Overlord è la possibilità di reclutare oltre 60 personaggi unici che vestono i panni di comandanti alleati sul campo di battaglia, ma la cosa più interessante è che ognuno di essi ha una storia e delle motivazioni che li spingono a scendere in battaglia al fianco del protagonista. Proprio per tale ragione il gioco tende a premiare i giocatori più curiosi in quanto interessarsi alla vita e ai retroscena personali dei propri commilitoni, e stringendo un buon rapporto con essi, può portare ad avere alcuni vantaggi durante le fasi di battaglia. Unicorn Overlord gestisce i dialoghi opzionali dei legami tra commilitoni in maniera più snella rispetto ad altri titoli del genere, con una quantità minore di dialoghi e una diminuita frequenza delle occasioni di interazione, con una scelta che piacerà ai fan degli strategici vecchio stile. Insomma, dal punto di vista dell’idea di base Unicorn Overlord è veramente un titolo interessantissimo.

A livello di gameplay Unicorn Overlord è qualcosa di estremamente esaltante e soddisfacente. La struttura di gioco, illustrata con alcuni tutorial nelle fasi iniziali dell’avventura, è sulla carta abbastanza snella, salvo poi nascondere una profondità incredibile ed ampliarsi pian piano lungo la corposa campagna, aggiungendo nuovi elementi senza però sovraccaricare il giocatore con troppe nozioni tutte insieme. Ovviamente, vista la natura del titolo, per dominare sul campo di battaglia è richiesta pazienza, una sapiente e continua gestione delle truppe ed un livello di pianificazione elevato. Il giocatore può schierare per ogni livello un massimo di una decina di gruppi di combattenti, composti a loro volta da un numero variabile da uno a sei soldati, a seconda di quante risorse sono state investire per ampliarne i ranghi. Ogni squadra viene disposta su due file da tre, e sono in genere solamente i combattenti in prima linea quelli che assorbono l’urto degli attacchi nemici, con le debite eccezioni, costituite, ad esempio, dalle frecce avversarie e dagli attacchi magici. Se durante le primissime ore di gioco i soldati agiscono di loro iniziativa, con il giocatore che può iniziare lo scontro per poi fare da semplice spettatore, ben presto il titolo darà la possibilità di personalizzare nel dettaglio il comportamento di ogni singola unità alleata, con un sistema a condizioni profondo e funzionale. Da qui in poi, in Unicorn Overlord entrano in gioco un numero incredibile di varianti di cui tener conto, che mettono a dura prova anche il più abile tra gli appassionati di strategia militare. Fortunatamente tramite la pausa tattica è possibile, cambiare approccio sul campo e adattarsi alle sfide proposte dai numerosi scenari di battaglia, bisogna comunque tenere a mente un numero elevato di fattori che influiscono sugli scontri. Il posizionamento e la velocità delle truppe una volta scese in campo, la composizione il più bilanciata possibile delle squadre di combattenti, la scelta del leader (che dona abilità uniche a tutto il gruppo), la presenza di abilità speciali da attivare al di fuori degli scontri, la cura dell’equipaggiamento di ogni singola unità e tanto altro ancora. Complici un gran numero di classi disponibili (opliti, ladri, combattenti, cavalieri, arcieri, guaritori, maghi, cavalcatori di pegaso e tanti altri ancora), che a loro volta elevano esponenzialmente le possibili combinazioni, il canovaccio tattico risulta estremamente ampio e soddisfacente, consentendo un livello di personalizzazione dell’esperienza di gioco paradossalmente più alto di tanti congeneri in cui il controllo del party è direttamente delegato al giocatore. A limitare la potenza e l’utilità in battaglia dei team più forti c’è un valore di resistenza, che impedisce ad una singola unità di sobbarcarsi tutto il lavoro di conquista e schermaglia, costringendo il giocatore a scegliere bene spostamenti e scontri e a bilanciare al meglio le forze a sua disposizione. Importante aggiungere poi che negli scontri apparentemente senza vincitori né vinti, in cui nessuna delle due truppe riesce ad annientare l’altra, a determinare quale delle due è considerata vincente è il numero di danni inflitti, con le meccaniche che premiano quindi un atteggiamento sempre offensivo, punendo i giocatori troppo difensivi. La scelta degli sviluppatori di impostare un tempo massimo per ogni livello si è dimostrata essere una scelta vincente. Limitare il tempo a disposizione del giocatore lo costringe infatti ad operare scelte in poco tempo contribuendo a tenere alta la tensione e il livello di difficoltà. In Unicorn Overlord non si combatte solo però, infatti quando non è impegnato in battaglia il giocatore è libero di esplorare una mappa in tre dimensioni così vasta da richiedere l’impiego di un sistema di viaggio rapido. La cartina del mondo di gioco è costellata di borghi da liberare dal giogo nemico, di punti di raccolta di materie prime e di missioni secondarie di vario tipo, utili ad aumentare il livello del proprio esercito e l’immersione nel mondo di gioco. La possibilità di riconquistare un continente intero, di dover ampliare i fondi, bilanciando buone azioni e missioni di incursione, di personalizzare il proprio stendardo e di costruire pian piano un vero e proprio esercito è tangibile, e garantisce un livello di coinvolgimento notevole, uno dei migliori mai visti in un titolo del genere.

A livello grafico ed estetico Unicorn Overlord è un titolo davvero di grande pregio. Il connubio tra i modelli bidimensionali dei protagonisti e i magnifici scenari che fanno da sfondo al gioco, disegnati a mano ma comunque in tre dimensioni, risulta incredibilmente piacevole all’occhio, complice la consueta, strepitosa direzione artistica che ha sempre caratterizzato i titoli firmati da Vanillaware. Il risultato finale è veramente straordinario. Gli sviluppatori sono riusciti a dare vita a un reame fantasy che guadagna in dovizia di particolari quello che perde in originalità e che, nonostante un’estetica vivace che non lesina colori, si sposa benissimo con il tono più che serioso della storyline e dell’ambientazione guerresca. Ottima anche la fluidità generale, con il frame rate che durante i nostri test su Xbox Series X non si è mai scostato dai 60 fps anche durante le battaglie più affollate. E’ obbligatorio spendere due parole anche sulla colonna sonora di Mitsuhiro Kaneda che rende l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente e che è destinata a rimanere impressa nella memoria di chi affronterà il videogame. L’audio dei personaggi è in lingua giapponese o inglese, mentre i sottotitoli sono disponibili anche in lingua italiana. Tirando le somme Unicorn Overlord rappresenta senz’ombra di dubbio uno fra i titoli più importanti mai sviluppati del genere. Si potranno passare ore ed ore a pianificare e combattere senza mai annoiarsi e, vista la moltitudine di variabili in game la rigiocabilità è assicurata. A nostro giudizio chiunque sia un vero appassionato di strategia e tattica non può e non deve farsi sfuggire un prodotto del genere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Spotify si evolve, oltre all’audio arrivano anche in Italia i video musicali

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Spotify si evolve ed è pronto a garantire un graditissimo quanto sicuramente apprezzato servizio in più ai suoi abbonati italiani. Nell’ottica di differenziare ulteriormente il proprio approccio con i clienti, la piattaforma ha infatti annunciato il lancio, anche in Italia, di una funzionalità dedicata ai video musicali. Feature disponibile per gli abbonati Premium, si tratta al momento di una sezione sperimentale, che comprende un catalogo ristretto di video musicali, tra cui Ed Sheeran, Doja Cat e Ice Spice. La funzione è supportata su tutte le principali piattaforme dove Spotify è presente: iOs, Android, computer e smart tv, selezionando l’opzione “Passa al video” che sarà visibile solo per i brani supportati. A questo punto, i video verranno riprodotti nella sezione “In riproduzione ora”. Se si vuole tornare all’ascolto del solo audio si dovrà cliccare su “Passa all’audio”. I video musicali si potranno vedere anche a schermo intero, selezionando sul proprio dispositivo la modalità panoramica. “Nella nostra distribuzione beta iniziale, stiamo iniziando con un sottoinsieme limitato dell’intero catalogo, che include migliaia di video musicali. All’interno di questo sottoinsieme, diamo priorità a un’ampia gamma di generi e artisti famosi nei mercati di lancio”, ha affermato Sten Garmark, vice presidente global di Spotify, in una recente intervista. Per questa novità, Spotify non si limita a incorporare un video di YouTube o a collaborare con un’azienda terza. Il servizio ospita direttamente le clip, trasmettendole senza pubblicità, come fa con i brani ascoltati dagli utenti abbonati a Spotify Premium. Con i video musicali, Spotify aggiunge un ulteriore modo per gli artisti di interagire con il loro pubblico. Nel passato, l’azienda aveva reso disponibile Clips, con cui cantanti e band possono comunicare qualcosa ai fan, e Canvas, un’immagine a ciclo continuo di 8 secondi che i creatori usano per riempire lo schermo degli ascoltatori, in assenza di veri e propri videoclip. Insomma, gli abbonati italiani di Spotify potranno godere di una funzione estremamente importante che renderà l’approccio alla musica ancora più bello e intenso da vivere.

F.P.L.

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Contra Operation Galuga, il grande classico ritorna su pc e console

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Contra Operation Galuga è l’ultimo titolo del brand che ha fatto la storia dei videogames negli anni ‘80 disponibile per Pc, Xbox, PlayStation e Switch. Il titolo originale per chi non lo sapesse è un famoso videogame di azione e sparatutto a scorrimento laterale, sviluppato da Konami e pubblicato per la prima volta nel 1987 per le sale giochi. Il gioco segue le avventure di due soldati, Bill Rizer e Lance Bean, che devono affrontare le forze di un’organizzazione terroristica chiamata Red Falcon, che minaccia di invadere la Terra con una legione di alieni e robot. Il gioco è noto agli appassionati per la sua difficoltà elevata, il suo gameplay frenetico e la possibilità di giocare in cooperativa con un altro giocatore. Contra: Operation Galuga è stato ideato un reboot moderno della serie. Prende l’originale arcade e introduce tutte le modifiche che ritiene opportune, a partire dalla veste grafica rinnovata e dalle armi, ma ritorna all’azione secondaria Run & Gun 2.5D e al combattimento “soli contro tutti” tipico degli anni 80 e 90. I vecchi Bill Rizer e Lance Bean devono ricominciare la loro battaglia contro le migliaia di terroristi Red Falcon e gli alieni che stanno dietro a tutto questa misteriosa organizzazione. La storia inizia e finisce allo stesso modo, proprio come è stata scritta 37 anni fa, perché apre la strada a un futuro capitolo che racconta le cosiddette guerre aliene. Nel frattempo, le motivazioni che spingono le forze nemiche ad agire sono cresciute attorno a una tecnologia che mescola campi gravitazionali e wormhole. Gli sviluppatori hanno reso il contesto di gioco volutamente il più esagerato possibile, in linea con le performance istrioniche dei doppiatori e dei personaggi che interpretano. L’ingrassamento della sceneggiatura serve a dare più peso ai nativi di Galuga e, ciò che conta, a far crescere la lista dei personaggi giocabili. Perché, onestamente, nessuno gioca a un Contra per scoprire cosa sta succedendo, ma lo fa solo per sparare indipendentemente dal chi o dal perché. La trama è solo un semplice contorno.

Come accennato poco sopra, il gameplay di Contra: Operation Galuga è basato sullo stile corri e spara tipico della serie, in cui il giocatore deve correre, saltare e sparare ai nemici che appaiono da ogni direzione. Il giocatore può usare diverse armi, come il mitragliatore, lo spara-proiettili, il lanciafiamme, il missile a ricerca, il raggio laser e le bombe a frantumazione. Ogni arma ha una versione alternativa che può essere ottenuta raccogliendo dei power-up. Inoltre, il giocatore può sacrificare le armi in eccesso per attivare delle abilità speciali chiamate Overload, che hanno effetti vari come scatenare dei droni, creare una barriera o lanciare una pioggia di missili. Il gioco offre tre modalità di gioco: Storia, Arcade e Sfida. Nella modalità Storia, il giocatore può vivere la trama completa del gioco, con scene animate e dialoghi tra i personaggi. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per due giocatori. Nella modalità Arcade, il giocatore può saltare direttamente nell’azione senza interruzioni narrative. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per quattro giocatori. Nella modalità Sfida, invece, il giocatore può mettere alla prova le sue abilità con 30 missioni difficili, che richiedono di completare i livelli in un tempo limite, con munizioni limitate, con nemici più aggressivi e altro che serve a rendere l’esperienza di gioco un vero e proprio inferno di proiettili e distruzione. Una volta avviato il gioco dal menù si inizia ancora una volta dal famosissimo livello della giungla, per poi passare alla fase di scalata della cascata e arrivare all’interno della enorme base aliena. A differenza di Contra Evolve questo non è un remake, infatti anche quei livelli che raffigurano ambienti già visti in passato sono stati modificati. Ad esempio sono state eliminate le sezioni 2D verticali all’interno della base. In cambio però, sono presento più livelli dove si utilizzano i veicoli, anche se essi non rappresentano il massimo del divertimento. Una menzione speciale va fatta per i nuovi boss e per alcune versioni rifatte di quelli vecchi, perché sono veramente divertenti da uccidere e hanno meccaniche che piaceranno sia ai vecchi fan che a chi non si è mai avvicinato a un titolo del brand.

Per venire incontro ai neofiti, perché anche Contra Operation Galuga, come da tradizione della saga, presenta una difficoltà non certo trascurabile, Konami e Wayforward però hanno inserito poi delle novità volto a renderlo più accessibile. Oltre al selettore della difficoltà, che va a modificare precisione e potenza degli avversari, è infatti possibile adottare per i Contra anche una barra della salute, permettendogli così di resistere a un numero maggiore di colpi prima di venire sconfitti. Il tutto, sia ben chiaro, è assolutamente opzionale e i puristi potranno quindi godersi questa nuova avventura nel modo classico, senza risentire di questa facilitazione. In missione poi è possibile portare con se due potenziamenti passivi. Tra di essi spiccano un ancora maggior numero di colpi sopportabili, la possibilità di entrare in gioco con un’arma speciale già in dotazione e così via. Tutti questi upgrade, a dir la verità neanche troppo numerosi, sono acquistabili in un menu dedicato tramite valuta ottenibile in game, rendendo quindi necessario giocare per diverse ore prima di sbloccarli tutti. Così come la barra della salute, pure questi upgrade sono assolutamente opzionali ed è possibile godersi Contra Operation Galuga senza nessuno di essi. La difficoltà sarà ovviamente maggiore, così come però la gratificazione di aver portato a termine un run and gun dalla difficoltà non certo indifferente. Volendoci infine soffermare sull’aspetto grafico, è tutto sommato evidente come sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Però trattandosi del remake di un titolo del 1987 il risultato è tutto sommato interessante. Contra Operation Galuga è una vera e propria lettera d’amore ai fan che lo amavano in passato, agli appassionati di retrogaming e per tutti quei giocatori in cerca di una sfida dall’alto tasso di difficoltà.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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