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Trials Rising, enduro, follia e divertimento

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Ubisoft e RedLynx lanciano sul mercato Trials Rising, nuovo capitolo del divertentissimo videogioco che affonda le sue radici nell’ormai lontano 2000, su Pc, Xbox One, Ps4 e Switch. Per chi non lo sapesse, il titolo nasce come un gioco di corse motociclistiche che, nel suo piccolo, ha segnato la nascita di un franchise videoludico forte e apprezzato dai giocatori di tutto il mondo. Pubblicazione dopo pubblicazione, uscita dopo uscita, la serie ha continuato a espandersi fino all’ultimo capitolo, Trials Rising appunto, che rappresenta il culmine di tanti anni di esperienza, di salti, capriole e acrobazie spericolate. Questo nuovo capitolo riesce a unire i generi racing e platform in un mix adrenalinico basato su velocità e abilità. Sia ben chiaro, nonostante la semplicità del gioco, se si vuole diventare degli assi delle gare sarà richiesto al giocatore tanto “allenamento” per imparare a gestire al meglio la fisica delle due ruote, caduta dopo caduta. Insomma, chiunque potrà raggiungere la linea del traguardo, ma soltanto i più tenaci potranno arrivare a fine corsa senza cadere e ottenendo un tempo da record. Pur essendo un gioco in 2.5D in Trial Fusion ci si può muovere solo lungo due direzioni, ma la grafica è comunque tridimensionale. Per quanto riguarda il controllo del mezzo, del peso del pilota e dell’accelerazione attraverso lo stick analogico e dei due tasti dorsali del controller invece, se si vuol gareggiare in modo competitivo, non sono affatto semplici da gestire e prima di padroneggiarli ci vorrà un bel po’ di tempo e tanto, ma tanto impegno. Il comportamento della moto risponde comunque molto bene agli input del giocatore e alla forma del percorso, dando filo da torcere nel riuscire a governare ogni minima variazione dell’assetto. In Trials Rising infatti basta un atterraggio sbagliato, un’impennata esagerata o una frenata troppo brusca per perdere il ritmo o finire a gambe all’aria. Ciò dipende in gran parte dalle sospensioni, che, fra compressioni ed estensioni, si comportano in modo realistico e intuitivo, determinando quanta trazione la ruota posteriore del veicolo riesce a imprimere sul terreno. Spostare nel modo sbagliato il pilota prima di un salto o non allineare bene le ruote quando si tocca terra, porta a rimbalzi e rotazioni orarie o antiorarie quasi impossibili da governare. I movimenti del giocatore devono quindi essere fluidi e adattarsi agli assurdi percorsi ricchi di rampe, ostacoli, scorciatoie, esplosioni, crolli e cambiamenti improvvisi. A livello di gameplay, Trials Rising è senza dubbio un prodotto divertentissimo, capace di sopravvivere senza batter ciglio al trascorrere del tempo: sebbene la formula di base non sia cambiata molto dalla sua prima apparizione ad oggi, il titolo è ancora bello da vedere e spassoso da giocare. A rendere l’esperienza unica e diversa rispetto al passato ci pensano poi valanghe di personalizzazioni, un sistema di aumento del livello con tanto di loot box dove sbloccare personalizzazioni per le moto e per il personaggio, e un comparto multigiocatore ricco e variegato, che non sembra voler lasciare niente al caso. Il vero cuore della proposta ludica targata Ubisoft e Redlynx è rappresentato dalla modalità carriera, adesso ancor più complessa e variegata che mai. Nella prime battute bisognerà lanciarsi a capofitto all’interno di una serie di tracciati da principianti, salvo poi aumentare gradualmente la complessità fino a raggiungere picchi di difficoltà estremi. Il livello di sfida resta lo stesso di sempre, quindi si comincia con tracciati corti e semplici e si finisce con piste assolutamente complesse dove sangue freddo e controllo perfetto sono gli unici alleati per portare a compimento i tracciati. Per i principianti c’è anche una sorta di tutorial, una vera e propria accademia in cui apprendere ogni minimo dettaglio sul mondo di Trials Rising.

Se si è fan della serie e si conoscono già tutte le dinamiche delle due ruote, però, sarà possibile evitare questo percorso introduttivo: l’accademia, infatti, sarà accessibile facilmente dalla mappa di gioco, ma, eccezion fatta per il primo esercizio di presentazione, sarà possibile passare subito alle prove di gara vere e proprie. Una volta affrontate le gare iniziali verrà presentato il primo sponsor, grazie al quale i giocatori si troveranno a competere a fianco di altri piloti in uno stadio approntato per l’occasione. Il funzionamento di tali gare, disponibili soltanto una volta concluse tutte le prove presenti all’interno della regione di riferimento. Le sfide nell’arena prevedono, a differenza delle gare “lisce” diversi gironi di qualificazione da superare prima di arrivare alla finale contro un avversario estremamente ostico da battere. La particolarità di questa tipologia di competizione, riguarda soprattutto la sua modalità di svolgimento: non si scende in pista da soli, ma bisogna affrontare in maniera diretta gli avversari, i quali gareggeranno al fianco di chi sta dinanzi lo schermo su delle piste identiche a quella che si sta per affrontare. Sebbene il funzionamento resta più o meno lo stesso di sempre, in queste circostanze la componente platform, che solitamente domina gli stage, cede leggermente il passo a quella più “competitiva” nel senso tradizionale del termine. Una volta superata la gara finale si potrà avanzare alla regione successiva, dove sfide sempre più complesse metteranno a dura prova le abilità e i nervi dei giocatori. Andando avanti con le competizioni non basterà semplicemente arrivare al termine del tracciato: i contratti con lo sponsor, infatti, richiederanno condizioni particolari per proseguire, come completare il tracciato svolgendo un certo numero di salti mortali, oppure con un numero di errori non superiori a una certa soglia. Al di là della notevole quantità di contenuti, il vero punto di forza di Trials Rising però è rappresentato dalla presenza costante dei “ghost” degli altri giocatori. Un notevole passo avanti rispetto al semplice indicatore presente nei capitoli precedenti, che consente di vedere nel dettaglio cosa si è sbagliato e perché e come i rivali se la sono cavata in una determinata situazione. Come se non bastasse, a invogliare ulteriormente il pilota a rigiocare gli stessi stage più e più volte, ci pensano gli indicatori dei nuovi record: quando qualcuno batte il tempo che si era riusciti a segnare in una pista, il relativo indicatore sulla mappa presenterà una scritta piuttosto evidente e, almeno per i più competitivi, sicuramente troppo invitante per essere ignorata. Procedendo nell’avventura tornano anche le classiche prove abilità, folli e divertenti come sempre che consistono nel raggiungimento di obbiettivi assurdi, come ad esempio il raggiungere una certa distanza rimbalzando su barili esplosivi, o di obbiettivi difficili, come il restare più in piedi possibile lungo un tracciato complicatissimo e pieno di insidie.

In Trials Rising è anche presente una modalità multigiocatore asincrona. Si può infatti partecipare a tornei online fino ad otto giocatori, che si danno battaglia in gare da tre round; la differenza maggiore è data dal fatto che non è possibile riavviare la partita in ogni momento come invece avviene quando si gareggia da soli. In ogni caso, più si vince e più in alto si sale di divisione. All’incirca ogni tre mesi la classifica globale si azzera, però si ottengono delle ricompense esclusive a seconda del proprio piazzamento. Se invece si preferisce giocare con i vostri amici in stile scorso millennio, Trials Rising ha anche la possibilità di giocare in splitscreen che consente fino a quattro persone di gareggiare sullo stesso percorso e sulla stessa televisione. Tra le novità maggiori ci sembra doveroso menzionare la modalità Tandem, che, come si può capire dal nome, mette due piloti alla guida della stessa moto. In tale tipologia di gioco è esilarante cercare di coordinarsi nel tentativo di arrivare al traguardo e le situazioni che si verranno a creare saranno sicuramente oggetto di ore e ore di folli risate. Trials Rising, come dicevamo, si focalizza anche sulla personalizzazione del proprio pilota virtuale e del veicolo. Salendo di livello, completando le sfide o spendendo i crediti ottenuti è possibile ottenere nuovo equipaggiamento. Sono presenti infatti centinaia di capi di vestiario, pose, emote e pezzi di moto da equipaggiare, selezionare e montare, a cui poi possono essere applicati svariati adesivi fra una selezione di circa duemila. Purtroppo sono presenti le microtransazioni, ma, per fortuna, non sono invadenti e la valuta acquistabile si può anche ottenere raccogliendo i collezionabili nascosti negli angoli più remoti dei livelli o vincendo online. A chiudere l’offerta presente in questo nuovo Trials Rising c’è l’editor dei tracciati. Tale funzione è molto versatile e piena di elementi da utilizzare nella creazione del proprio livello personale. Gli oggetti a disposizione provengono anche dai vecchi capitoli della serie, come Trials Evolution, Trials Fusion e Trials of the Blood Dragon, e possono essere posizionati liberamente nello scenario fino a creare un percorso che può essere condiviso con gli altri giocatori. Quindi, divertimento, follia e creatività sono le caratteristiche che definiscono al meglio questa nuova produzione di Ubisoft e RedLynx. Dal punto di vista grafico, il 2D e mezzo utilizzato e la fluidità di gioco rendono l’intera esperienza assolutamente appagante. A questo poi si affianca un comparto audio fatto di effetti sonori ben realizzati, voci esilaranti e una colonna sonora assolutamente azzeccata. Quindi sia per l’audio che per gli effetti visivi il nuovo capitolo della serie è promosso con buoni voti. Tirando le somme Trials Rising è un titolo che è destinato a un pubblico che desidera divertirsi, un gioco spensierato che però non rinuncia anche al lato competitivo, una produzione adatta a tutte le fasce d’età e a qualsiasi tipo di giocatore. Insomma, un videogame che nonostante non offra chissà quale enorme innovazione rispetto ai suoi predecessori, è in grado di offrire una giocabilità pazzesca e un’incredibile dose di adrenalina.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 9

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Unicorn Overlord, il videogame strategico-tattico che lascia a bocca aperta

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Unicorn Overlord è un gioco di ruolo strategico dalle qualità a dir poco sensazionali, è un videogioco da giocare tutto d’un fiato che regala un approccio estetico splendido e una giocabilità a dir poco pazzesca. Andiamo a scoprire tutte le qualità di questa perla sviluppata da Vanillaware per pc, Xbox, PlayStation e Switch. La storia è ambientata in un universo medioevale soggiogato da un tiranno arrivato al potere a spese della legittima regina a cui aveva prestato giuramento. Spinto da ragioni oscure per buona parte della campagna, il generale Valmore, un tempo uno dei più prodi difensori della corona di Cornia, si rivolta contro il vessillo che ha portato fieramente in centinaia di battaglie, conducendo decine di ribelli alle porte del castello della famiglia reale in una notte buia e tempestosa. Sorpresa dal tradimento di uno dei suoi comandanti più fedeli e messa alle strette dalla schiacciante inferiorità numerica, la regina guerriera Ilenia non ha altra scelta se non quella di scendere in battaglia ella stessa, sorretta solamente da un manipolo di uomini, i più fedeli della sua guardia personale. Nonostante il tragico esito dello scontro sia fin da subito chiaro, la coraggiosa regina si lancia contro Valmore e la sua manica di congiurati, nella speranza di guadagnare il tempo sufficiente per permettere al fido Josef, cavaliere e prima lancia del regno, di portare il salvo il giovane principe Alain. I due riescono a fuggire con l’aiuto delle tenebre e del rapido destriero di ser Josef e, dopo una dissolvenza a nero sulla notte del tradimento, la storia riprende proprio da uno scorcio di vita quotidiana di un maturato Alain, che si addestra con la spada ed un compagno d’armi su una ridente spiaggia dell’isola di Palevia. Quest’ultima è tra le poche ad essere sfuggita alla morsa di Valmore, autoproclamatosi Imperatore e adesso a capo di tutti e cinque i regni del continente di Fevrith. In Unicorn Overlord i temi trattati sono maturi, la caratterizzazione dei personaggi di buonissima fattura e la guerra viene dipinta in maniera credibile. Ben presto, sulle spalle del giovane Alain graverà il pesante fardello di compiere scelte estremamente difficili, tra nemici a cui mostrare clemenza o mano ferma, villaggi che chiedono aiuto e antichi alleati da affrontare sul campo di battaglia. La cosa bella di Unicorn Overlord è la possibilità di reclutare oltre 60 personaggi unici che vestono i panni di comandanti alleati sul campo di battaglia, ma la cosa più interessante è che ognuno di essi ha una storia e delle motivazioni che li spingono a scendere in battaglia al fianco del protagonista. Proprio per tale ragione il gioco tende a premiare i giocatori più curiosi in quanto interessarsi alla vita e ai retroscena personali dei propri commilitoni, e stringendo un buon rapporto con essi, può portare ad avere alcuni vantaggi durante le fasi di battaglia. Unicorn Overlord gestisce i dialoghi opzionali dei legami tra commilitoni in maniera più snella rispetto ad altri titoli del genere, con una quantità minore di dialoghi e una diminuita frequenza delle occasioni di interazione, con una scelta che piacerà ai fan degli strategici vecchio stile. Insomma, dal punto di vista dell’idea di base Unicorn Overlord è veramente un titolo interessantissimo.

A livello di gameplay Unicorn Overlord è qualcosa di estremamente esaltante e soddisfacente. La struttura di gioco, illustrata con alcuni tutorial nelle fasi iniziali dell’avventura, è sulla carta abbastanza snella, salvo poi nascondere una profondità incredibile ed ampliarsi pian piano lungo la corposa campagna, aggiungendo nuovi elementi senza però sovraccaricare il giocatore con troppe nozioni tutte insieme. Ovviamente, vista la natura del titolo, per dominare sul campo di battaglia è richiesta pazienza, una sapiente e continua gestione delle truppe ed un livello di pianificazione elevato. Il giocatore può schierare per ogni livello un massimo di una decina di gruppi di combattenti, composti a loro volta da un numero variabile da uno a sei soldati, a seconda di quante risorse sono state investire per ampliarne i ranghi. Ogni squadra viene disposta su due file da tre, e sono in genere solamente i combattenti in prima linea quelli che assorbono l’urto degli attacchi nemici, con le debite eccezioni, costituite, ad esempio, dalle frecce avversarie e dagli attacchi magici. Se durante le primissime ore di gioco i soldati agiscono di loro iniziativa, con il giocatore che può iniziare lo scontro per poi fare da semplice spettatore, ben presto il titolo darà la possibilità di personalizzare nel dettaglio il comportamento di ogni singola unità alleata, con un sistema a condizioni profondo e funzionale. Da qui in poi, in Unicorn Overlord entrano in gioco un numero incredibile di varianti di cui tener conto, che mettono a dura prova anche il più abile tra gli appassionati di strategia militare. Fortunatamente tramite la pausa tattica è possibile, cambiare approccio sul campo e adattarsi alle sfide proposte dai numerosi scenari di battaglia, bisogna comunque tenere a mente un numero elevato di fattori che influiscono sugli scontri. Il posizionamento e la velocità delle truppe una volta scese in campo, la composizione il più bilanciata possibile delle squadre di combattenti, la scelta del leader (che dona abilità uniche a tutto il gruppo), la presenza di abilità speciali da attivare al di fuori degli scontri, la cura dell’equipaggiamento di ogni singola unità e tanto altro ancora. Complici un gran numero di classi disponibili (opliti, ladri, combattenti, cavalieri, arcieri, guaritori, maghi, cavalcatori di pegaso e tanti altri ancora), che a loro volta elevano esponenzialmente le possibili combinazioni, il canovaccio tattico risulta estremamente ampio e soddisfacente, consentendo un livello di personalizzazione dell’esperienza di gioco paradossalmente più alto di tanti congeneri in cui il controllo del party è direttamente delegato al giocatore. A limitare la potenza e l’utilità in battaglia dei team più forti c’è un valore di resistenza, che impedisce ad una singola unità di sobbarcarsi tutto il lavoro di conquista e schermaglia, costringendo il giocatore a scegliere bene spostamenti e scontri e a bilanciare al meglio le forze a sua disposizione. Importante aggiungere poi che negli scontri apparentemente senza vincitori né vinti, in cui nessuna delle due truppe riesce ad annientare l’altra, a determinare quale delle due è considerata vincente è il numero di danni inflitti, con le meccaniche che premiano quindi un atteggiamento sempre offensivo, punendo i giocatori troppo difensivi. La scelta degli sviluppatori di impostare un tempo massimo per ogni livello si è dimostrata essere una scelta vincente. Limitare il tempo a disposizione del giocatore lo costringe infatti ad operare scelte in poco tempo contribuendo a tenere alta la tensione e il livello di difficoltà. In Unicorn Overlord non si combatte solo però, infatti quando non è impegnato in battaglia il giocatore è libero di esplorare una mappa in tre dimensioni così vasta da richiedere l’impiego di un sistema di viaggio rapido. La cartina del mondo di gioco è costellata di borghi da liberare dal giogo nemico, di punti di raccolta di materie prime e di missioni secondarie di vario tipo, utili ad aumentare il livello del proprio esercito e l’immersione nel mondo di gioco. La possibilità di riconquistare un continente intero, di dover ampliare i fondi, bilanciando buone azioni e missioni di incursione, di personalizzare il proprio stendardo e di costruire pian piano un vero e proprio esercito è tangibile, e garantisce un livello di coinvolgimento notevole, uno dei migliori mai visti in un titolo del genere.

A livello grafico ed estetico Unicorn Overlord è un titolo davvero di grande pregio. Il connubio tra i modelli bidimensionali dei protagonisti e i magnifici scenari che fanno da sfondo al gioco, disegnati a mano ma comunque in tre dimensioni, risulta incredibilmente piacevole all’occhio, complice la consueta, strepitosa direzione artistica che ha sempre caratterizzato i titoli firmati da Vanillaware. Il risultato finale è veramente straordinario. Gli sviluppatori sono riusciti a dare vita a un reame fantasy che guadagna in dovizia di particolari quello che perde in originalità e che, nonostante un’estetica vivace che non lesina colori, si sposa benissimo con il tono più che serioso della storyline e dell’ambientazione guerresca. Ottima anche la fluidità generale, con il frame rate che durante i nostri test su Xbox Series X non si è mai scostato dai 60 fps anche durante le battaglie più affollate. E’ obbligatorio spendere due parole anche sulla colonna sonora di Mitsuhiro Kaneda che rende l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente e che è destinata a rimanere impressa nella memoria di chi affronterà il videogame. L’audio dei personaggi è in lingua giapponese o inglese, mentre i sottotitoli sono disponibili anche in lingua italiana. Tirando le somme Unicorn Overlord rappresenta senz’ombra di dubbio uno fra i titoli più importanti mai sviluppati del genere. Si potranno passare ore ed ore a pianificare e combattere senza mai annoiarsi e, vista la moltitudine di variabili in game la rigiocabilità è assicurata. A nostro giudizio chiunque sia un vero appassionato di strategia e tattica non può e non deve farsi sfuggire un prodotto del genere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Spotify si evolve, oltre all’audio arrivano anche in Italia i video musicali

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Spotify si evolve ed è pronto a garantire un graditissimo quanto sicuramente apprezzato servizio in più ai suoi abbonati italiani. Nell’ottica di differenziare ulteriormente il proprio approccio con i clienti, la piattaforma ha infatti annunciato il lancio, anche in Italia, di una funzionalità dedicata ai video musicali. Feature disponibile per gli abbonati Premium, si tratta al momento di una sezione sperimentale, che comprende un catalogo ristretto di video musicali, tra cui Ed Sheeran, Doja Cat e Ice Spice. La funzione è supportata su tutte le principali piattaforme dove Spotify è presente: iOs, Android, computer e smart tv, selezionando l’opzione “Passa al video” che sarà visibile solo per i brani supportati. A questo punto, i video verranno riprodotti nella sezione “In riproduzione ora”. Se si vuole tornare all’ascolto del solo audio si dovrà cliccare su “Passa all’audio”. I video musicali si potranno vedere anche a schermo intero, selezionando sul proprio dispositivo la modalità panoramica. “Nella nostra distribuzione beta iniziale, stiamo iniziando con un sottoinsieme limitato dell’intero catalogo, che include migliaia di video musicali. All’interno di questo sottoinsieme, diamo priorità a un’ampia gamma di generi e artisti famosi nei mercati di lancio”, ha affermato Sten Garmark, vice presidente global di Spotify, in una recente intervista. Per questa novità, Spotify non si limita a incorporare un video di YouTube o a collaborare con un’azienda terza. Il servizio ospita direttamente le clip, trasmettendole senza pubblicità, come fa con i brani ascoltati dagli utenti abbonati a Spotify Premium. Con i video musicali, Spotify aggiunge un ulteriore modo per gli artisti di interagire con il loro pubblico. Nel passato, l’azienda aveva reso disponibile Clips, con cui cantanti e band possono comunicare qualcosa ai fan, e Canvas, un’immagine a ciclo continuo di 8 secondi che i creatori usano per riempire lo schermo degli ascoltatori, in assenza di veri e propri videoclip. Insomma, gli abbonati italiani di Spotify potranno godere di una funzione estremamente importante che renderà l’approccio alla musica ancora più bello e intenso da vivere.

F.P.L.

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Contra Operation Galuga, il grande classico ritorna su pc e console

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Contra Operation Galuga è l’ultimo titolo del brand che ha fatto la storia dei videogames negli anni ‘80 disponibile per Pc, Xbox, PlayStation e Switch. Il titolo originale per chi non lo sapesse è un famoso videogame di azione e sparatutto a scorrimento laterale, sviluppato da Konami e pubblicato per la prima volta nel 1987 per le sale giochi. Il gioco segue le avventure di due soldati, Bill Rizer e Lance Bean, che devono affrontare le forze di un’organizzazione terroristica chiamata Red Falcon, che minaccia di invadere la Terra con una legione di alieni e robot. Il gioco è noto agli appassionati per la sua difficoltà elevata, il suo gameplay frenetico e la possibilità di giocare in cooperativa con un altro giocatore. Contra: Operation Galuga è stato ideato un reboot moderno della serie. Prende l’originale arcade e introduce tutte le modifiche che ritiene opportune, a partire dalla veste grafica rinnovata e dalle armi, ma ritorna all’azione secondaria Run & Gun 2.5D e al combattimento “soli contro tutti” tipico degli anni 80 e 90. I vecchi Bill Rizer e Lance Bean devono ricominciare la loro battaglia contro le migliaia di terroristi Red Falcon e gli alieni che stanno dietro a tutto questa misteriosa organizzazione. La storia inizia e finisce allo stesso modo, proprio come è stata scritta 37 anni fa, perché apre la strada a un futuro capitolo che racconta le cosiddette guerre aliene. Nel frattempo, le motivazioni che spingono le forze nemiche ad agire sono cresciute attorno a una tecnologia che mescola campi gravitazionali e wormhole. Gli sviluppatori hanno reso il contesto di gioco volutamente il più esagerato possibile, in linea con le performance istrioniche dei doppiatori e dei personaggi che interpretano. L’ingrassamento della sceneggiatura serve a dare più peso ai nativi di Galuga e, ciò che conta, a far crescere la lista dei personaggi giocabili. Perché, onestamente, nessuno gioca a un Contra per scoprire cosa sta succedendo, ma lo fa solo per sparare indipendentemente dal chi o dal perché. La trama è solo un semplice contorno.

Come accennato poco sopra, il gameplay di Contra: Operation Galuga è basato sullo stile corri e spara tipico della serie, in cui il giocatore deve correre, saltare e sparare ai nemici che appaiono da ogni direzione. Il giocatore può usare diverse armi, come il mitragliatore, lo spara-proiettili, il lanciafiamme, il missile a ricerca, il raggio laser e le bombe a frantumazione. Ogni arma ha una versione alternativa che può essere ottenuta raccogliendo dei power-up. Inoltre, il giocatore può sacrificare le armi in eccesso per attivare delle abilità speciali chiamate Overload, che hanno effetti vari come scatenare dei droni, creare una barriera o lanciare una pioggia di missili. Il gioco offre tre modalità di gioco: Storia, Arcade e Sfida. Nella modalità Storia, il giocatore può vivere la trama completa del gioco, con scene animate e dialoghi tra i personaggi. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per due giocatori. Nella modalità Arcade, il giocatore può saltare direttamente nell’azione senza interruzioni narrative. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per quattro giocatori. Nella modalità Sfida, invece, il giocatore può mettere alla prova le sue abilità con 30 missioni difficili, che richiedono di completare i livelli in un tempo limite, con munizioni limitate, con nemici più aggressivi e altro che serve a rendere l’esperienza di gioco un vero e proprio inferno di proiettili e distruzione. Una volta avviato il gioco dal menù si inizia ancora una volta dal famosissimo livello della giungla, per poi passare alla fase di scalata della cascata e arrivare all’interno della enorme base aliena. A differenza di Contra Evolve questo non è un remake, infatti anche quei livelli che raffigurano ambienti già visti in passato sono stati modificati. Ad esempio sono state eliminate le sezioni 2D verticali all’interno della base. In cambio però, sono presento più livelli dove si utilizzano i veicoli, anche se essi non rappresentano il massimo del divertimento. Una menzione speciale va fatta per i nuovi boss e per alcune versioni rifatte di quelli vecchi, perché sono veramente divertenti da uccidere e hanno meccaniche che piaceranno sia ai vecchi fan che a chi non si è mai avvicinato a un titolo del brand.

Per venire incontro ai neofiti, perché anche Contra Operation Galuga, come da tradizione della saga, presenta una difficoltà non certo trascurabile, Konami e Wayforward però hanno inserito poi delle novità volto a renderlo più accessibile. Oltre al selettore della difficoltà, che va a modificare precisione e potenza degli avversari, è infatti possibile adottare per i Contra anche una barra della salute, permettendogli così di resistere a un numero maggiore di colpi prima di venire sconfitti. Il tutto, sia ben chiaro, è assolutamente opzionale e i puristi potranno quindi godersi questa nuova avventura nel modo classico, senza risentire di questa facilitazione. In missione poi è possibile portare con se due potenziamenti passivi. Tra di essi spiccano un ancora maggior numero di colpi sopportabili, la possibilità di entrare in gioco con un’arma speciale già in dotazione e così via. Tutti questi upgrade, a dir la verità neanche troppo numerosi, sono acquistabili in un menu dedicato tramite valuta ottenibile in game, rendendo quindi necessario giocare per diverse ore prima di sbloccarli tutti. Così come la barra della salute, pure questi upgrade sono assolutamente opzionali ed è possibile godersi Contra Operation Galuga senza nessuno di essi. La difficoltà sarà ovviamente maggiore, così come però la gratificazione di aver portato a termine un run and gun dalla difficoltà non certo indifferente. Volendoci infine soffermare sull’aspetto grafico, è tutto sommato evidente come sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Però trattandosi del remake di un titolo del 1987 il risultato è tutto sommato interessante. Contra Operation Galuga è una vera e propria lettera d’amore ai fan che lo amavano in passato, agli appassionati di retrogaming e per tutti quei giocatori in cerca di una sfida dall’alto tasso di difficoltà.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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