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CARNE E CANCRO: LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA

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Tempo di lettura 6 minuti Sull'argomento proponiamo l'intervista a Michele Sperandio

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di Domenico Leccese

In merito allo stato di confusione che si è venuto a creare e che regna sovrano, specialmente sui social, sulle conseguenze che deriverebbero dal consumo della carne, conseguenze a livello cancerogeno, varrebbe la pena, per chi conosce l'inglese,  leggere il documento pubblicato da International Agency for Research on Cancer – IARC. [CLICCARE QUI PER VISIONARE IL DOCUMENTO]

La recente notizia degli effetti "nocivi" della carne sull'organismo umano, come hanno ricordato molti commercianti,  ricorda quello che fu il tormentone della Mucca pazza e dell'aviaria: passata l'emergenza la gente tornò alle vecchie abitudini. Oggi, però è diverso: il pericolo è stato segnalato da una fonte autorevole e il mercato potrebbe risentirne a lungo.

Sull'argomento proponiamo l'intervista a Michele Sperandio, che da sempre ha avuto un grande interesse per le materie di ambito scientifico, in particolare quelle legate all’ambito medico e farmaceutico.

Sul tema Carne e cancro e sul documento IARC ecco cosa ha detto:

Basandoci sul documento ufficiale rilasciato dell’International Agency for Research on Cancer, ecco un elenco esaustivo di domande e risposte in merito all’insorgenza di cancro correlata al consumo di carni rosse e carni lavorate.

D: Cosa si intende per “carni rosse”?
R: Per “carni rosse” si intendono tutte le carni di mammiferi, tra cui manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra.

D: Cosa si intende per “carni lavorate”?
R: Per “carni lavorate” si intendono quelle carni che sono state trasformate attraverso salatura, stagionatura, fermentazione, affumicatura o qualunque altro processo mirato ad esaltarne il sapore o migliorarne la conservazione. Esempi di “carni lavorate” sono hot-dog, salumi, salsicce, carne essiccata, carne in scatola e sughi a base di carne.

D: Perché l’IARC ha deciso di studiare le carni rosse e quelle lavorate?
R: Un comitato internazionale consultivo riunitosi nel 2014 indica queste due categorie come prioritarie nella valutazione da parte del programma IARC. Questa raccomandazione era basata su degli studi epidemiologici che indicavano un lieve aumento del rischio di insorgenza di alcune tipologie di cancro potesse essere correlato ad un elevato consumo di carni rosse e carni lavorate. Sebbene questi rischi erano minimi, è stato ritenuto importante approfondire il problema alla luce dei miliardi di persone che consumano carne quotidianamente. Inoltre, anche se molte enti internazionali hanno raccomandato negli scorsi anni di limitare il consumo di carni, queste raccomandazioni erano mirate a ridurre il rischio di insorgenza di altre patologie. Considerato questo, l’IARC ha ritenuto importante fornire delle evidenze scientifiche autorevoli in merito.

D: I metodi di cottura della carne possono influenzare il rischio?
R: Metodi di cottura ad alte temperature generano composti che potrebbero contribuire al processo carcinogenico, tuttavia il processo non è ancora compreso pienamente.

D: Quali sono i metodi più sicuri per cucinare le carni?
R: Cuocere ad alte temperature o con il cibo a diretto contatto con la carne o con una superficie calda, come nel barbecue o nella frittura, produce una maggiore quantità di alcune specie cancerogeniche. Tuttavia, i ricercatori non hanno individuato dati sufficienti per concludere che il modo in cui la carne è cotta influisce sul rischio di cancro.

D: Mangiare la carne cruda è più sicuro?
R: Non ci sono dati a prova di questa affermazione. Tuttavia, è bene tenere presente il possibile rischio di infezione a cui ci si espone consumando carne cruda.

D: Le carni rosse sono state incluse nel gruppo 2A, come probabile cancerogeno per l’uomo. Cosa significa esattamente?
R: Le carni rosse sono state incluse in questo gruppo sulla base di alcune evidenze scientifiche che sottolineano un’associazione tra il consumo di carne rossa e lo sviluppo da cancro colon-rettale.

D: Le carni lavorate sono state classificate come gruppo 1, cancerogene. Cosa significa?
R: Questa categoria è utilizzata quando c’è una sufficiente evidenza scientifica di carcinogenicità nell’uomo. In altre parole c’è una convincente evidenza che un dato agente causa il cancro. La valutazione è basata su studi epidemiologici che documentino l’insorgenza di cancro in individui esposti ad un agente.
Nel caso delle carni lavorate, la classificazione è basata su degli studi epidemiologici che hanno provato che il consumo di questa categoria di alimenti causa il cancro al colon retto.

D: Le carni lavorate sono state classificate come cancerogene per l’uomo (Gruppo 1). In questa categoria troviamo anche il tabacco e l’amianto. Questo significa che il consumo di carni lavorate è cancerogeno quanto fumare o l’amianto?
R: No, anche se le carni lavorate sono state incluse nella stessa categoria di agenti cancerogeni quali tabacco e amianto, questo NON significa che questi sono tutti egualmente pericolosi. La classificazione IARC descrive la forza dell’evidenza scientifica circa un agente di essere una causa di cancro, piuttosto che valutare il livello di rischio in sé.

D: Quali tipologie di cancro sono associate al consumo di carni rosse?
R: La più forte, ma ancora limitata, evidenza scientifica è in merito all’insorgenza di cancro al colon retto. C’è anche un evidenza in merito all’insorgenza di cancro al pancreas e alla prostata.

D: Quanti casi di cancro ogni anno possono essere attributi al consumo di carni lavorate e carni rosse?
R: Secondo le più recenti stime effettuate dal Global Burden of Disease Project, circa 34.000 morti nel mondo possono essere attribuite a regimi alimentari ricchi di carni lavorate. Per fare un paragone il fumo di tabacco causa 1 milione di morti l’anno, l’alcol 600.000 e l’inquinamento atmosferico circa 200.000 .

D: E’ possibile quantificare il rischio a cui ci esponiamo consumando carni rosse e carni lavorate?
R: Il consumo di carni lavorate è stato associato ad un lieve aumento del rischio di cancro in diversi studi. In questi studi, il rischio generalmente aumenta con la quantità di carne consumata. Analizzando i dati si stima che una porzione di 50 grammi consumata giornalmente aumenta il rischio di cancro colon rettale di circa il 18%.

Il rischio correlato al consumo di carni rosse è più difficile da quantificare, poiché non sono disponibili sufficienti dati in merito. Tuttavia, nel caso fosse provato un nesso causale tra consumo di carni rosse e insorgenza di cancro colon rettale, i dati suggeriscono che il consumo giornaliero di una porzione di 100 grammi possa aumentare il rischio del 17%.

D: Il rischio è più alto in bambini, anziani, uomini o donne? Alcune persone sono esposte ad un rischio maggiore?
R: I dati disponibili non permettono di identificare un rischio differente per una particolare categoria di persone.

D: Coloro che hanno il cancro al colon retto dovrebbero smettere di mangiare carni rosse o lavorate?
R: I dati disponibili non permettono di definire il rischio per persone che hanno già contratto il cancro al colon retto.

D: Devo smettere di mangiare la carne?
R: Mangiare carne ha comprovati effetti positivi sulla salute. Tuttavia molti organi interazioni suggeriscono di limitare il consumo di carni rosse e lavorate per ridurre il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari, diabete e altre patologie.

D: Che quantitativo di carne è sicuro mangiare?
R: Il rischio aumenta all’aumentare della quantità di carne consumata, tuttavia non esistono sufficienti dati per individuare una soglia giornaliera di sicurezza.

D: Perché le carni rosse e processate aumentano il rischio di cancro?
R: La carne include molti componenti diversi. Molti composti chimici, inoltre, si formano durante la cottura o la lavorazione delle carni. Per fare un esempio, alcuni composti che si formano durante la lavorazione delle carni sono gli idrocarburi policiclici aromatici ed alcuni composti nitrosi. La cottura di carne rossa o lavorata inoltre, produce composti eterociclici con ammine aromatiche nonché altri prodotti quali idrocarburi policiclici aromatici, che si trovano anche in altri alimenti e nell’inquinamento atmosferico. Alcuni tra questi composti chimici sono certi o sospetti cancerogeni, ma nonostante tutto non è pienamente chiaro come questi aumentino il rischio di cancro.

D: E’ possibile comparare il rischio di consumare carni rosse rispetto a consumare carni lavorate?
R: Rischi simili sono stati stimati per una tipica porzione, la quale è mediamente più piccola per le carni lavorate rispetto alle carni rosse. Tuttavia, ricordiamo che il consumo di carni rosse non è stato identificato come causa di cancro.

D: Quali sono le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire il rischio di cancro associato al consumo di carni rosse e processate?
R: IARC è un’associazione con fini di ricerca che studia i dati disponibili su possibili cause di cancro ma non fornisce raccomandazioni in merito. I governi nazionali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono gli organi preposti allo sviluppo e alla diffusione di raccomandazioni nutrizionali. Questo studio dell’IARC supporta una raccomandazione rilasciata nel 2002 dall’OMS secondo la quale era bene moderare il consumo di carni processate al fine di ridurre il rischio di cancro colon rettale.

Coloro che sono preoccupati per il cancro possono considerare di ridurre il proprio consumo di carni rosse e processate fino a che non vengano rese disponibili linee guida più accurate e dettagliate.

D: Dovremmo mangiare pollo e pesce?
R: Il rischio di cancro correlato al consumo di pollo e pesce non è stato valutato.

D: Dovremmo diventare vegetariani?
R: Una dieta vegetariana e una che include carne posseggono ciascuna diversi vantaggi e svantaggi per la salute. Tuttavia, questo studio non compara direttamente i rischi per la salute a cui vanno incontro gli individui che seguono queste due tipologie di diete. Questa tipologia di paragoni è difficile da effettuarsi per via dell’altissimo numero di variabili oltre alla presenza o meno della carne nella dieta.

D: Esiste un tipo di carne rossa che è più sicura?
R: Alcuni studi hanno approfondito il rischio ci cancro con le diverse tipologie di carne rossa. Per i pochi dati ad oggi a nostra disposizione, non è stato possibile individuare differenze tra le diverse tipologie di carni rosse.

D: Il metodo di conservazione può influenzare il rischio (es. salatura, congelamento)?
R: I diversi metodi di conservazione potrebbero influenzare la formazione di sostanze cancerogene, tuttavia come e quanto ciò contribuisca ad incrementare il rischio è tuttora sconosciuto.

D: Quanti studi sono stati presi in considerazione?
R: I ricercatori IARC hanno esaminato più di 800 differenti studi in merito.

Quanti scienziati hanno lavorato al progetto?
R: Il team di ricerca era composto da 22 scienziati provenienti da 10 paesi nel mondo.
 

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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