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Cronaca

Arce, omicidio di Serena Mollicone. Udienza preliminare per il Maresciallo dei carabinieri Franco Mottola: un caso in salita per il criminologo Carmelo Lavorino

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Dopo diciotto anni, pareva che si avvicinasse la conclusione del caso di omicidio che ha riguardato la morte di Serena Mollicone, ad Arce, in provincia di Frosinone, uccisa presumibilmente il 1 giugno del 2001, giorno in cui non fece ritorno a casa.

Ne fu trovato il cadavere due giorni dopo, il 3 di giugno, nel bosco della Anitrella, in località Fontecupa, in un luogo già setacciato nelle ricerche dai carabinieri. Il corpo era adagiato in posizione supina coperto da alcuni arbusti e fogliame, la testa avvolta in un sacchetto di plastica, mani e piedi legati con scotch e fil di ferro. Naso e bocca erano stati avvolti con diversi giri di nastro adesivo, causando presumibilmente alla ragazza una lenta morte per asfissia.

Del delitto fu accusato in un primo tempo Carmine Belli, un carrozziere di Arce, condannato in prima istanza, poi assolto in appello e Cassazione grazie al pool difensivo che vedeva come consulente il professor Carmelo Lavorino.

Lo stesso criminologo è presente ora nel pool difensivo del maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, di sua moglie Annamaria, e di suo figlio Marco, accusati dell’omicidio che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto proprio nei locali della caserma dei carabinieri. In particolare, il figlio Marco avrebbe avuto a che fare con un giro di droga in paese, ragione per la quale Serena Mollicone quella mattina si sarebbe recata in caserma per denunziare il figlio al padre: da qui il movente per l’omicidio.  

La prima udienza preliminare per il rinvio a giudizio dei Mottola si è tenuta ieri mattina, presso il Tribunale di Cassino. Dopo diciotto anni, e dopo il lavoro ai fianchi effettuato nei confronti dell’opinione pubblica dal padre di Serena e dai vari programmi di intrattenimento televisivi che lo hanno visto ospite, Guglielmo Mollicone riteneva che le sue accuse, da lui ritenute fondate in base alla conoscenza che lui stesso si era formata del caso e degli eventi, trovassero finalmente la loro logica conclusione nella condanna della famiglia Mottola. Ma così pare che non sia.

Lo stesso professor Lavorino che ha fatto assolvere Belli, si occupa ora, con il suo team criminologico-investigativo, della consulenza per la difesa dei Mottola.

Lavorino afferma che non assume mai la consulenza per la difesa di persone che lui stesso, a ragion veduta, ritenga colpevoli. Si prospetta per lui, dato tutto ciò che è stato detto e scritto, un lavoro in salita.

Abbiamo voluto intervistarlo, e queste sono le sue parole

Carmelo Lavorino criminologo

Professor Lavorino, dopo l’udienza preliminare di oggi, ritiene che il camino sia ancora lungo?

Ci vorranno ancora tre udienze, programmate per il mese di febbraio, in cui il giudice dovrà valutare alcuni aspetti. dopodichè verso aprile deciderà per l’eventuale rinvio a giudizio di una o più persone. Abbiamo presentato la nostra consulenza, del dottor Antonio Dalla Valle medico legale, dello psicologo dottor Enrico Delli Compagni, oltre che del sottoscritto, una relazione complessa, in cui affrontiamo tutti i temi, e praticamente confutiamo dal punto di vista tecnico-scientifico e criminalistico l’impianto accusatorio, e concludiamo con ventiquattro punti.

Professor Lavorino, ci dica un po’ chi è lei. Noi la conosciamo da tempo, e conosciamo bene la sua professionalità e il suo ‘tirar diritto’, ma visto che in televisione vanno sempre certi personaggi, vorremmo far sapere a chi non la conosce chi è il criminologo Lavorino, quali sono state le sue esperienze, quali casi ha trattato, e così via. Sappiamo anche che lei cura la pubblicazione on line di un periodico che tratta di criminologia, e che ha la gestione del CESCRIN, una scuola di formazione criminologica e criminalistica.

Bè, mi sono formato essenzialmente sul campo, mi sono occupato di circa duecentocinquanta omicidi, ho iniziato con i delitti del ‘mostro di Firenze’, attribuiti al contadino di Mercatale val di Pesa Pietro Pacciani, che facemmo assolvere in appello assieme all’avvocato Nino Marazzita con un pool tecnico investigativo fondato da me, e sono specializzato nell’organizzare, fondare e coordinare pool tecnici di difesa o investigativi di analisi criminale. Mi sono interessato del caso di Via Poma, facendo prosciogliere Federico Valle, e poi del caso di Arce, in cui facemmo assolvere in primo grado, appello e Cassazione Carmine Belli, accusato di essere l’assassino di Serena Mollicone. Ora invece per gli inquirenti l’assassino non è più Carmine Belli, ma l’assassino sarebbe Marco Mottola con il concorso del padre e della madre. Ancora, l’omicidio di Cogne, e diversi altri. Sono professore a contratto all’Università dell’Aquila alla facoltà di Scienza dell’investigazione, in analisi e scena del crimine.

Quindi anche se il grosso pubblico televisivo non la conosce, è chiaro che lei può vantare un’esperienza che pochi altri possano dire di avere accumulato.

Sono d’accordo con lei soltanto sulla seconda delle sue affermazioni. Per ciò che riguarda la prima, una volta il pubblico televisivo mi conosceva, poi è successo che pian piano sono stato messo un po’ in punizione, perché non mi piego mai ai dettami degli autori e di chi vuol far diventare il crimine un argomento da salotto, in cui si parla di tutto e del contrario di tutto senza avere le basi, e poi anche perché molti opinionisti del crimine non gradiscono la mia presenza perché secondo loro potrei rubare loro visibilità. E poi questi soggetti sono abituati, in maniera molto maleducata, e non deontologica, che, congiuntamente alla loro attività di opinionisti in certi programmi, poi si procacciano clienti proprio abusando di questa visibilità. Io questo lo vedo in effetti come concorrenza sleale, però tanto è, tanto succede in Italia, non m’importa nulla, ciò che mi importa è la scienza del crimine.

Quindi lei possiamo dire che è un personaggio un po’ scomodo per la televisione.

Senz’altro per un tipo di televisione in cui è evidente il pressappochismo nell’analisi criminale, nei fatti di cronaca, e in cui si cerca di usare la tecnica del fango, la tecnica di molestare le persone imputate perché le vogliono trascinare per forza sullo schermo per fare spettacolo, eccetera. Io sono per uno studio del crimine, della criminologia e della criminalistica e dell’investigazione criminale, in una forma seria, tecnica, scientifica a prova, e con molta coerenza, bisogna essere coerenti.

Quindi, secondo ciò che si sente soprattutto in televisione, in questi programmi di intrattenimento, quella che lei ha preso in mano oggi è una patata bollente, forse derivante dall’esperienza che lei ha maturato nella difesa del carrozziere Carmine Belli?

Certo, una patata estremamente bollente perché ci troviamo contro tutti. Questa famiglia [Mottola ndr] è sospettata e anche indagata da circa otto anni per l’omicidio di Serena Mollicone, e siamo riusciti ad ottenere gli atti del processo, quindi conoscere le investigazioni fatte e i capi d’accusa, soltanto da sei, sette mesi, e sono ben cinquantadue faldoni. Naturalmente è una patata bollente perché li abbiamo tutti contro, perché finora, l’opinione pubblica, grazie agli opinionisti, grazie alle ‘vittime’, fra virgolette, che si lamentano di ciò che è accaduto eccetera, l’opinione pubblica è stata ammorbata con la notizia che questi tre sono colpevoli e non presunti innocenti. L’opinione pubblica è convinta fermamente che nella caserma dei carabinieri DI Arce è avvenuto l’omicidio ai danni di Serena Mollicone, cosa che, secondo me, è falsa. L’opinione pubblica è convinta che l’arma del delitto contro Serena Mollicone sia la porta del bagno che è stata sequestrata sempre in questa caserma. Secondo me e i nostri consulenti è una notizia falsa e sballata. Hanno propalato per anni queste notizie, l’opinione pubblica ha abboccato, ha bevuto tutto, e purtroppo ora ci troviamo a cercare di pulire, di eliminare il veleno della vipera che si è sparso. Però devo dire che da quando abbiamo incominciato a fare delle conferenze stampa con dei giornalisti, –  però a ragion veduta, perché lì abbiamo dovuto studiare tutti quanti gli atti, non abbiamo sparato cavolate, come fa ogni tanto qualche opinionista, senza sapere nulla, –  dobbiamo dire che il vento sta cambiando, perché giornalisti e opinione pubblica stanno incominciando a rendersi conto di non trovarsi di fronte ad un caso risolto, e che molte fesserie, o altrimenti molte versioni di parte sono state finora propalate a cavolo.

Questa volta lei e il pool difensivo avete di fronte due nuovi avversari, l’Arma dei carabinieri che si costituisce parte civile, e la figlia del brigadiere Santino Tuzi. Lei, però, afferma che assume la consulenza di personaggi che secondo le sue valutazioni non sono assolutamente colpevoli.

La famiglia Tuzi con la famiglia Mottola non c’entra nulla, quindi conseguentemente con la morte di Serena Mollicone. Noi avremo come avversari l’Arma dei carabinieri, i familiari della Mollicone, e probabilmente ancora qualcun altro. Però è una cosa che non ci preoccupa assolutamente, perché ora che siamo arrivati al contraddittorio, e tutto quello che dovrà essere fatto sarà fatto in maniera estremamente seria, organizzata, meticolosa, per cui daremo il massimo di quello che possiamo dare. Una cosa che mi da’ fastidio come essere umano e criminologo professionista, è che, quando facemmo assolvere Carmine Belli, accusato dello stesso omicidio, contro di noi c’erano tutti quelli che abbiamo contro anche oggi. Tutti quanti puntarono contro Carmine Belli come l’assassino di Serena Mollicone, addirittura anche i familiari di Serena vedevano Carmine Belli come l’assassino. Fummo noi a salvare il Belli, e congiuntamente salvammo anche la giustizia e la verità. Ora ci troviamo a fare lo stesso schieramento contro diversi avversari tra cui ci sono alcuni che sono gli stessi di prima, che così come prima hanno sposato una tesi senza avere cognizione di causa, lo stanno facendo tuttora. Quindi una patata bollente molto forte, e una sfida molto forte che noi accettiamo, perché siamo certi che il nostro lavoro si produrrà al massimo delle sue potenzialità.

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Roma, conto alla rovescia per la 4 edizione dell’Hip Hop Cinefest: un fine settimana all’insegna di cinema, musica e cultura

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Venerdì 10 e sabato 11 maggio alla Casa della Cultura di Torpignattara (Via Casilina, 665 – Roma) – Ingresso Libero
 
L’unico evento italiano e uno dei cinque al mondo dedicato alle storie scritte, prodotte e dirette da amanti della cultura Hip Hop, passando per tutti i generi cinematografici compresi quelli sperimentali.
 
La forte vocazione internazionale dell’Hip Hop Cine Fest conferma l’evento come punto di incontro di culture e idee che arrivano da tutto il mondo. Come nelle passate edizioni, oltre alla proiezione delle opere cinematografiche selezionate, l’evento diventa un forum di discussione sui temi complessi della narrazione culturale attuale. La kermesse, nelle varie attività e azioni di cui si compone, è un laboratorio di creazione, condivisione, ispirazione e sperimentazione che si muove oltre le barriere geografiche, favorendo scambi artistici su scala globale. L’Hip Hop Cine Fest esplora le intersezioni tra cinema, musica e le sfide culturali del nostro tempo, celebrando la ricchezza della cultura Hip-Hop e il suo impatto trasformativo nella società.
 
Durante la due giorni, si terranno dibattiti e workshop, con una particolare attenzione ai processi educativi non formali dell’Hip-Hop come strumento pedagogico innovativo. Le categorie in gara includono documentari, fiction, video musicali, e opere sperimentali, sia lunghe che corte. Per l’edizione 2024 sono stati selezionati 112 progetti provenienti da 26 paesi: 22 documentari lunghi, 19 documentari corti, 6 cortometraggi di finzione, 20 progetti sperimentali, 6 progetti web/seriali e 39 videoclip musicali.
 
Tra le opere in concorso i documentari: “Street Heroines” di Alexandra Henry dagli Stati Uniti, la celebrazione del lavoro di tre artiste latine attive nella scena dei graffiti tra NY, Città del Messico e San Paolo, e “Olossa” diretto da F.Randrianambinana, J.O.Tsibeny E M.A.Ramangason, un viaggio nella drill del Madagascar. Tra i progetti di finzione “The last Carreo” dal Perù di P.Malek, 24 ore nella vita di Lucho freestyler di Lima, un action tra contraddizioni e dura realtà. Tra i progetti sperimentali “The graffiti mistery” dalla Francia di C.Diaz, un progetto che esplora il lettering attraverso la settima arte; per i best of the web “Fazilona” di Z.Bandido, M.A.Verdiell, E.d.G.Koperuna, web serie dedicata alla scena delle fanzine di Barcellona. Tra i videoclip musicali “Survaival” del regista cubano A.V.D’Mente.
 
Per tutte la durata della manifestazione, sarà allestita una mostra d’arte curata dalla galleria Croma e una selezione espositiva dell’Italian Hip Hop Museum.
Tutti progetti selezionati saranno trasmessi in streaming gratuito sulla piattaforma filmocracy.com dal 29 aprile al 19 maggio.
 
 
Il programma
 
venerdì 10
ore 13.00 – 21.30
Proiezioni non stop delle opere in concorso
dalle ore 15
graffiti live painting a cura dell’artista peruviano suc
ore 15.00
workshop di Djing con DJ Mixturesse dall’Olanda
ore 16.30 – 17.30
Talk “Hip Hop e Narcostati”, tra gli ospiti il regista Federico Peixoto.
All’interno dei difficili contesti del Latinoamerica dove i narcotrafficanti dettano legge, l’Hip-Hop è capace di veicolare un messaggio di resistenza e fratellanza, il tutto raccontato direttamente da un artista della Costa Rica.
Ore 18.00 – 19.30
Panel “Hip Hop e resistenza: Tunisia, Palestina e Siria”, tra gli ospiti l’artista tunisino Elyes Fatnassi. Testimoni diretti provenienti da tre paesi attualmente infiammati da guerre, oppressioni e instabilità: Palestina, Siria e Tunisia si incontrano sulla scia di un insolito filo conduttore: L’Hip Hop e la sua capacità di diventare strumento di resistenza per cultura anche nei contesti più difficili, restituendo speranza
 
 
Sabato 11
Ore 10.00 – 22.00
Proiezioni non stop delle opere in concorso.
Ore 11.00 – 12.30
Panel “Breaking: dall’arte-educazione alle olimpiadi”, tra gli ospiti il tecnico federale e giudice Edoardo Bernardini.
Partendo dal potere arte-educativo del Breaking, nato tra i vicoli delle periferie, fino alla consacrazione olimpica della disciplina, che futuro si prevede per la “original street dance”? La sua formalizzazione in disciplina olimpionica sarà preponderante, o rimarrà più forte il richiamo della strada?
Dalle ore 13
Graffiti live Painting a cura dell’artista palestinese Hamza Abu Ayyash.
Ore 13.30 – 14.30
Workshop “Hip Hop Filmaking” con il regista olandese Stephan Velema.
Ore 15.00 – 16.30
Panel “Hip Hop – Femminismo – Empowerment”, tra gli ospiti Martha Diaz dell’Hip Hop Education Center di New York.
In questa sezione si cercherà di affrontare le delicate questioni che riguardano il ruolo troppo spesso marginalizzato della donna a livello globale, tanto nella società come anche nella cultura Hip-Hop. È in questo contesto che nascono movimenti come il femminismo hip-hop e l’afro-femminismo, che promuovono l’empowerment femminile e un cambio di paradigma radicale.
18.00-19.30
Tavola rotonda “Storia del cinema hip hop vol. 4”, tra gli ospiti il professore e ricercatore Giuseppe Gatti.
Quarto appuntamento con la riflessione sulla natura e lo stato del cinema Hip-Hop, quest’anno si andranno ad analizzare le prospettive future di questo genere ibrido e le sue possibilità evolutive, sia dal punto di vista produttivo, che soprattutto distributivo.
Ore 21
Cerimonia di premiazione dei vincitori del festival.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Cronaca

1 maggio, festa dei lavoratori e del lavoro: a Roma tanti gli artisti per il consueto “concertone”

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Festa dei lavoratori o festa del lavoro? Entrambi i termini sono utilizzati in Italia per riferirsi alla giornata del 1° maggio.

“Festa dei lavoratori” mette in risalto il ruolo e l’importanza dei lavoratori, mentre “Festa del lavoro” sottolinea l’azione e l’impegno nel mondo del lavoro stesso. In sostanza, entrambi gli approcci celebrano il contributo dei lavoratori alla società e all’economia. Le manifestazioni in Italia durante questa giornata spesso includono cortei, dibattiti, e incontri per discutere delle condizioni dei lavoratori e delle questioni legate al lavoro.

Cortei, musica, confronti e dibattiti in tantissime città italiane

Da nord e sud Italia anche nel 2024 il Primo Maggio sarà celebrato in tantissime piazze. Per celebrare la Festa dei Lavoratori, dedicata quest’anno all’Europa, i principali sindacati italiani, Cgil, Cisl e Uil, hanno scelto Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia, per la tradizionale manifestazione nazionale, che si terrà a partire dalle 10,00 in piazza della Repubblica. Mentre Confsal per la “sua” Festa del Lavoro ha invece scelto Napoli, dove dalle 10, in Piazza del Plebiscito, è in programma l’incontro “1° Maggio 2024: + Dignità al Lavoro, + Salute e Sicurezza, + Equità retributiva, + Sviluppo e Occupazione”.

Tantissime manifestazioni sono in programma in tutta Italia, una su tutte il concertone del 1 Maggio a Roma

Il concerto del Primo Maggio di Roma, promosso come sempre da CGIL, CISL e UIL e organizzato da iCompany con la direzione artistica di Massimo Bonelli e la regia di Fabrizio Guttuso Alaimo.

“Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale” è lo slogan che CGIL, CISL e UIL hanno scelto per la Festa dei Lavoratori 2024. Così i tre sindacati confederali dedicano la giornata del Primo Maggio 2024 al ruolo strategico dell’Europa quale costruttrice di pace, lavoro e giustizia sociale, in un momento storico attraversato da molte crisi, ambientali, sociali, fino alle troppe guerre ancora in corso. La manifestazione nazionale si terrà nella città di Monfalcone, in diretta su Rai3 dalle 12.10 alle 12.55, e prevederà gli interventi di delegate e delegati, pensionate e pensionati e si concluderà con il comizio dei tre Segretari Generali PierPaolo Bombardieri, Luigi Sbarra, Maurizio Landini.

Il concerto del Primo Maggio a Roma avrà inizio alle ore 13.15 con un opening condotto da BigMama (in esclusiva per Rai Play), per entrare poi nel vivo, presentato dall’inedita coppia artistica Noemi e Ermal Meta, a partire dalle ore 15.15 in diretta su Rai 3 e fino alle ore 00.15 (con una pausa dalle ore 19.00 alle ore 20.00 per le edizioni dei telegiornali), oltre che in diretta su Rai Radio2, su RaiPlay e Rai Italia.

Con circa 50 artisti rappresentativi della musica italiana attuale e futura e oltre dieci ore di musica dal vivo e parole, l’edizione 2024 del concertone si terrà per la prima volta al Circo Massimo di Roma e sarà, come sempre, ad ingresso libero.

La linea artistica del Concertone 2024 si svilupperà attorno al concept “Ascoltiamo il Futuro #1M2024”, con l’intenzione di segnare una nuova importante tappa nella narrazione musicale che il Primo Maggio porta avanti da tempo, nel tentativo di raccontare il presente della fervente scena musicale nazionale, immaginandone il futuro.

Questi sono gli artisti al momento confermati nella lineup di un evento che prova ogni anno ad intercettare e raccontare linguaggi e istanze del panorama musicale attuale italiano: Achille Lauro, Alda, Anna Castiglia, Ariete, BigMama, Bloom, Caffellatte & Giuze, Chiamamifaro, Coez & Frah Quintale, Colapesce Dimartino, Cor Veleno, Cosmo, Dargen D’Amico, Ditonellapiaga, Ermal Meta, Ex-Otago, La Municipal, La Rappresentante di lista, Leo Gassmann, Lina Simons, Mahmood, Malika Ayane, Maria Antonietta e Colombre, Mazzariello, Mille, Morgan, Motta, Negramaro, Noemi, Olly, Piero Pelù, Piotta, Rosa Linn, Rose Villain, Santi Francesi, Stefano Massini e Paolo Jannacci, Tananai, Teseghella, Tripolare, Tropico, Ultimo, Uzi Lvke, Vale Lp.

Opening (ore 13.15): Albe, Cioffi, Diego Lazzari e Nashley, Etta, Gaudiano, Irbis.

Come ogni anno si esibiranno sul palco del Concerto del Primo Maggio anche i 3 artisti vincitori del Contest 1MNEXT: Atarde (Ancona), Giglio (Torino) e Moonari (Roma). Uno dei 3 sarà scelto dalla Direzione Artistica dell’evento e premiato durante la diretta Tv quale vincitore assoluto di 1MNEXT 2024.

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Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com



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