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Politica

Trema la maggioranza in Campidoglio, strappo sulla discarica di Monte Carnevale: 12 consiglieri M5S votano la mozione Fdi

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ROMA, 21 GEN – L’Assemblea Capitolina, consiglio a maggioranza a 5 stelle, ha approvato le mozioni proposte da Pd e FdI contro la discarica di Monte Carnevale, nella Valle Galeria.
La mozioni di Fdi è stata votata anche da 12 consiglieri M5S che di fatto hanno sconfessato la decisione della giunta arrivata il 31 dicembre 2019 nell’ambito dell’accordo sui rifiuti con la Regione Lazio.

Quasi metà della maggioranza ha votato una mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva di rivedere la decisione sul sito nella Valle Galeria. Questi i numeri apparsi sugli schermi di Palazzo Senatorio: 34 votanti, 28 favorevoli più 3 contrari e 3 astenuti grillini. Subito dopo, altro schiaffo alla giunta: nuova mozione, stavolta del Pd, altra bocciatura sulla decisione di Raggi. Stavolta con numeri un filo più bassi (6 i grillini dissidenti), perché alcuni pentastellati non hanno voluto fornire «assist ai dem, che sono corresponsabili della crisi dei rifiuti – sostenevano – con la Regione Lazio». Ma il dato della giornata di ieri è chiaro e senza precedenti: Raggi è andata sotto su una decisione del suo esecutivo.

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Approvato il Ddl Sicurezza alla Camera, corsia preferenziale al Senato: Tra le novità bodycam e stretta sulle rivolte

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Il testo passa ora al Senato, dove la Lega spinge per un’accelerazione. L’opposizione contesta duramente le misure

L’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge sulla sicurezza che ora passa al Senato, dove la Lega ha già dichiarato che chiederà una corsia preferenziale per la sua approvazione. Il provvedimento ha ricevuto 162 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astenuti. Le opposizioni, che hanno duramente criticato il testo, definiscono molte delle nuove misure come repressive.

Le principali novità del Ddl Sicurezza

Il disegno di legge introduce importanti cambiamenti in diversi ambiti legati alla sicurezza pubblica. Tra le novità più discusse c’è l’introduzione delle bodycam per gli agenti delle forze dell’ordine, che potranno essere utilizzate durante operazioni e controlli. Questa misura mira a garantire maggiore trasparenza nelle operazioni di polizia.

Un’altra stretta riguarda le rivolte in carcere: il testo prevede pene più severe per chi organizza o partecipa a disordini all’interno degli istituti penitenziari. Saranno puniti anche i tentativi di evasione e la resistenza, anche passiva, agli ordini impartiti.

Tra le misure più controverse c’è la limitazione per i migranti nell’accesso alle sim telefoniche, che potranno essere acquistate solo con documenti regolari. Questo intervento, secondo il governo, è necessario per garantire un controllo più efficace, ma le opposizioni lo vedono come una limitazione dei diritti fondamentali.

Stretta sulle mamme detenute e sulle occupazioni abusive

Il ddl interviene anche sulla delicata questione delle mamme detenute, limitando le possibilità di accedere a pene alternative per le donne che commettono reati gravi pur avendo figli piccoli. La norma è volta a evitare che la maternità diventi uno strumento per evitare la detenzione.

Viene inoltre prevista una stretta contro l’occupazione abusiva di case, con pene più severe per chi invade proprietà private, una misura molto richiesta soprattutto dai cittadini delle grandi città.

Aggravante per chi protesta contro opere pubbliche strategiche

Un’altra novità importante è l’aggravante prevista per chi partecipa a proteste contro opere pubbliche strategiche, come autostrade o grandi infrastrutture, con l’obiettivo di bloccarne la realizzazione. Questo intervento è stato introdotto per contrastare i movimenti che, come quelli No Tav, cercano di impedire la costruzione di grandi opere.

Misure contro la cannabis light e via libera alla castrazione chimica

Il provvedimento prevede anche un giro di vite sulla cannabis light, vietando la vendita di prodotti derivati dalla canapa che contengono livelli di THC legali ma considerati a rischio dal governo. Questa decisione ha scatenato un dibattito acceso, con le opposizioni che accusano il governo di ignorare le evidenze scientifiche a favore di un uso controllato di questi prodotti.

Infine, su proposta della Lega, è stato approvato un ordine del giorno che apre la strada alla castrazione chimica per i colpevoli di reati sessuali gravi. Questa misura, già applicata in alcuni Paesi, è stata accolta con favore dai partiti di maggioranza ma fortemente criticata da associazioni per i diritti umani.

Reazioni e polemiche

Le opposizioni hanno definito il provvedimento come “un passo indietro sui diritti”, accusando il governo di spingere verso una maggiore repressione anziché puntare su misure preventive e sociali. La maggioranza, al contrario, difende il ddl come un necessario intervento per garantire sicurezza e legalità.

Il disegno di legge è atteso al Senato nelle prossime settimane, con la Lega pronta a chiedere un iter veloce per la sua approvazione.

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Politica

Draghi a Palazzo Chigi: Incontro con Meloni sulla competitività dell’UE

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L’ex premier e la presidente del Consiglio discutono le sfide europee: Innovazione, demografia e nuove strategie per il futuro economico dell’Unione

L’ex presidente del Consiglio Mario Draghi è stato accolto a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni per un incontro di oltre un’ora. Il colloquio, annunciato in precedenza dalla stessa Meloni dopo la presentazione a Bruxelles del Rapporto sulla Competitività in UE curato dall’ex presidente della Banca Centrale Europea, ha segnato un momento di riflessione sulle sfide future dell’Europa e sulla necessità di riforme profonde per restare competitivi a livello globale.

La nota ufficiale di Palazzo Chigi descrive l’incontro come un confronto “approfondito”, con al centro i temi chiave del rapporto presentato da Draghi. Tra i punti discussi, la spinta all’innovazione tecnologica, la questione demografica, e l’approvvigionamento delle materie prime critiche sono stati indicati come argomenti fondamentali per il futuro dell’Unione Europea.

Secondo il governo, il rapporto di Draghi propone “spunti di grande interesse”, tra cui la necessità di strumenti adeguati per implementare le ambiziose strategie europee. Questi includono il rafforzamento dell’industria della difesa e la gestione delle transizioni verde e digitale, suggerendo di non escludere aprioristicamente “la possibilità di un nuovo debito comune” per finanziare tali obiettivi.

L’incontro tra Draghi e Meloni ha evidenziato una sostanziale condivisione di visioni sulle priorità dell’Italia e dell’Unione Europea. La nota precisa come le priorità discusse rispecchino il lavoro che il governo Meloni sta portando avanti sia a livello nazionale che nelle istituzioni europee.

L’attenzione sulla competitività europea è stata accompagnata dal riconoscimento delle sfide che l’Europa deve affrontare nei prossimi anni, in un contesto globale sempre più complesso, con una crescente concorrenza proveniente da potenze come Stati Uniti e Cina.

Tra i temi più rilevanti emersi dall’incontro vi è la discussione sulla possibilità di un nuovo debito comune europeo. Un’opzione che, secondo Draghi, non dovrebbe essere esclusa, soprattutto se si vuole garantire un adeguato sostegno finanziario per le ambiziose transizioni industriali e strategiche dell’Europa. Un tema che potrebbe riaccendere il dibattito politico, soprattutto in quei Paesi più restii a nuovi meccanismi di mutualizzazione del debito.

L’incontro tra i due leader ha rappresentato non solo un momento di confronto politico, ma anche un segnale di continuità su questioni di rilevanza europea, con Draghi che continua a mantenere un ruolo centrale nel dibattito sulle politiche economiche e strategiche del continente.

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Editoriali

Mario Draghi e Gianni Letta ospiti di Marina Berlusconi: un incontro che scuote il panorama politico

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L’ex premier Mario Draghi a Milano: tensioni e segnali di distacco dal governo Meloni

La notizia dell’incontro tra Mario Draghi e Marina Berlusconi, tenutasi mercoledì 11 settembre, ha scatenato un forte dibattito politico, soprattutto dopo che l’Ansa l’ha resa pubblica solo tre giorni dopo. L’ex Presidente del Consiglio, visto uscire dall’abitazione della primogenita di Silvio Berlusconi in corso Venezia a Milano, avrebbe partecipato a un incontro definito “di cortesia” e pianificato da tempo, secondo quanto riferito da un portavoce della famiglia Berlusconi.

Tuttavia, la tempistica e il contesto politico rendono difficile non interrogarsi sulle implicazioni di questo incontro. Draghi era appena tornato da Bruxelles, dove aveva presentato un rapporto sulla competitività europea, e poche ore dopo la sua visita milanese è stato visto anche Gianni Letta, figura storica di raccordo tra la famiglia Berlusconi e Forza Italia.

L’incontro arriva in un momento delicato per Forza Italia, che negli ultimi mesi ha manifestato segnali di distacco dagli alleati di governo, in particolare Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. In questioni cruciali come i diritti civili e la giustizia, il partito azzurro ha mostrato una crescente distanza dalle posizioni conservatrici del governo. Sebbene in Parlamento non ci siano stati strappi concreti, le dichiarazioni di Marina Berlusconi e le recenti mosse del gruppo Mediaset rivelano un progressivo smarcamento.

Solo qualche mese fa, Marina Berlusconi aveva dichiarato senza mezzi termini di sentirsi “più in sintonia con la sinistra di buon senso” su temi come l’aborto, il fine vita e i diritti LGBTQ. Questa presa di posizione, già significativa, viene ora amplificata da una nuova iniziativa di Mediaset, guidata da Pier Silvio Berlusconi: a partire dal 15 settembre, tutte le reti del gruppo manderanno in onda una serie di spot che promuovono la diversità e l’inclusione, una scelta che suona come una sfida indiretta alle politiche del governo Meloni.

Questo segnale non arriva solo dal fronte mediatico, ma si estende anche al contesto politico. Forza Italia sembra voler tracciare una linea di distinzione, tentando di riaffermare la propria identità moderata e liberale, distante dalle posizioni più radicali dell’esecutivo attuale.

Con queste mosse, la famiglia Berlusconi sembra voler riposizionarsi nel panorama politico italiano, lasciando intendere che potrebbe non voler più seguire pedissequamente la linea degli alleati di destra.

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