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Cronaca

Infiltrazioni della criminalità nella pubblica amministrazione: “La corruzione spuzza”

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Tempo di lettura 5 minuti Grande interesse per la presentazione del libro di Raffaele Cantone e Francesco Caringella

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di Chiara Rai

 

Il libro «La corruzione spuzza» (Ed. Mondadori)" di Raffaele Cantone e Francesco Caringella è stato presentato anche a Campomarino (Taranto). La pubblicazione si prefigge di avvicinare il cittadino al tema della corruzione, di far comprendere quanto le “mazzette” possano danneggiare, nel lungo o breve periodo, anche il singolo cittadino.

L’evento, organizzato nello stabilimento balneare POSTO 9 di Commenda, lungo la costa salentina è stato moderato da Alessandro Galimberti giornalista de Il Sole 24 ore.
Al dibattito sono intervenuti uno degli autori del libro Francesco Caringella Consigliere di Stato, Eugenio Albamonte nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Maurizio Carbone sostituto procuratore presso la Procura di Taranto e nuovo segretario generale del CSM, Stefania Baldassari, dirigente della casa circondariale di Taranto. Tra le altre autorità presenti anche il prefetto Francesco Tagliente già Questore di Firenze e di Roma nonché Prefetto di Pisa.

Gli Autori Raffaele Cantone e Francesco Caringella, impegnati da oltre vent'anni come magistrati penali nell'azione di contrasto alla malattia del secolo, proseguono la loro battaglia dalle postazioni strategiche di presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e di presidente di Sezione del Consiglio di Stato, istituzioni chiamate a vigilare sulla legittimità e la correttezza degli atti e dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni.

Nel libro viene descritto come “la corruzione, grande o minuta che sia, entri ogni giorno nelle nostre case e ci renda più poveri. I soldi intascati dai corrotti significano opere pubbliche interminabili, edifici che crollano alla minima scossa di terremoto, malasanità, istruzione al collasso, cervelli in fuga, giustizia drogata, mancanza di investimenti stranieri, ambiente violentato, politica inquinata. È, quindi, un dovere civile rimboccarsi le maniche e lottare, con armi nuove ed efficaci. Le regole e il codice penale non bastano. Serve la prevenzione, legislativa, amministrativa e culturale. Ma serve, soprattutto, la ribellione indignata di ognuno di noi di fronte a quella «spuzza» di cui ha parlato papa Francesco nel suo indimenticabile discorso del 21 marzo 2015 davanti ai ragazzi di Scampia.

Il moderatore Alessandro Galimberti è stato molto abile nel far descrivere i giri vorticosi di favori, piaceri, collusioni che hanno coinvolto politici, burocrati, imprenditori. Dal dibattito è emerso che alla più accentuata pericolosità del fenomeno corruttivo non corrisponde, però, un'adeguata coscienza collettiva della necessità, etica e pratica, di reagire. “Un appalto pilotato, una licenza edilizia comprata, una sentenza truccata sembrano vicende che toccano i soldi pubblici, non le nostre finanze personali. E invece quel denaro rubato è anche nostro, perché la cosa pubblica è una ricchezza comune, e la sua gestione immorale danneggia tutti, privandoci di risorse, opportunità e prospettive”. 

 

L’Osservatore d’Italia ha voluto sentire le valutazioni del prefetto Tagliente, un Funzionario che ha sempre manifestato una particolare sensibilità per la iniziative antimafia e anticorruzione e alla luce dei recenti fatti di cronaca romana anche una acuta intuizione.
Da Questore di Roma infatti, Tagliente aveva avvertito il pericolo della criminalità organizzata e già nel 2011, promosse l’istituzione di un desk interforze tra magistrati e forze dell'ordine, per contrastarla più efficacemente a Roma . L'attivazione fu decisa il 28 0ttobre del 2011, dopo un vertice svoltosi presso la Procura organizzato procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile della direzione distrettuale antimafia di Roma e presieduto da procuratore capo Giovanni Ferrara.
Da prefetto di Pisa, appena 16 giorni dopo il suo insediamento, ritenendo fortemente probabile, l’interesse delle associazioni criminali ad inserirsi in mondo sommerso e silente nel tessuto socio-economico pisano convocò una riunione di coordinamento allargata alla Magistratura fiorentina e pisana e alla DIA chiedendo di costituire presso la Procura della Repubblica un “desk interforze antimafia”.


Dott Tagliente, intanto quali sono le esigenze primarie dei cittadini e degli operatori economici in tema di sicurezza? Cosa chiedono alle Istituzioni?

“I cittadini e gli operatori economici chiedono alle Istituzioni, alle Amministrazioni e agli Enti, di essere garantiti nel diritto di essere e sentirsi sicuri. In particolare i titolari delle attività commerciali ed imprenditoriali rivendicano il diritto di investire sul territorio senza timore di subire condizionamenti ambientali o una concorrenza sleale”.
 

 

Perché ha pensato a un desk antimafia”?
“Perché sono convinto che un “desk antimafia” consenta un approccio investigativo più dinamico dei sistemi tradizionali, dove anche il “chiacchiericcio”, i semplici sospetti raccolti dagli organi di polizia, possono diventare materia di indagine.
Obiettivi del tavolo interforze, sono soprattutto il monitoraggio della presenza sul territorio delle mafie. Consente inoltre, di elaborare una strategia comune tra le forze dell’ordine, evitando così inutili sovrapposizioni nella lotta alla criminalità organizzata e alle mafie.
Può capitare che i sentito dire, i parlottii, i pettegolezzi, i chiacchiericci siano ritenuti insufficienti per una informativa di reato. Con il desk interforze antimafia più chiacchiere possono diventare un sospetto da non sottovalutare, in indizio utile alla Procura antimafia”.
Facendo riferimento al rischio di corruzione negli apparti amministrativi, è importante, Istituire un organo collegiale, per mettere a fattor comune tutte le conoscenze delle varie articolazioni interessate e sviluppare azioni congiunte finalizzate alla trasparenza, alla prevenzione delle possibili infiltrazioni della criminalità e dei fenomeni di corruzione nei vari settori degli apparati amministrativi.

 

Come fare ad ottenere risultati concreti?
Per attuare una efficace azione anticorruzione e antimafia, è necessario tenere presente l’esigenza di rispettare le competenze istituzionali e la possibilità di dare concreta attuazione alle misure che si propongono, tenendo conto degli strumenti giuridici offerti dall’Ordinamento. Oggi di antimafia, oltre alla Magistratura e alle Forze di Polizia, si occupano vari organismi governativi interforze.
Il contributo dell’Amministrazione comunale ai fini della lotta alla corruzione e alle mafie può essere decisivo, oltre che con il supporto alla magistratura e agli altri agli organismi governativi, con una azione diretta a prevenire ogni possibile forma di condizionamento degli amministratori locali, funzionari e impiegati comunali o addirittura di collegamenti diretti o indiretti degli stessi con la criminalità, nonché con più incisive misure per favorire la prevenzione e il contrasto di usura, gioco illegale, riciclaggio, traffico di stupefacenti e altre forme di illegalità.

 

E per una attività di prevenzione cosa potrebbero fare i Comuni?

I Sindaci delle città ritenute a rischio dovrebbero istituire un organo collegiale, un Desk anticorruzione e antimafia presieduto dal Sindaco o da un suo delegato, al fine di mettere a fattore comune tutte le conoscenze delle varie articolazioni interessate. Potrebbero così assicurare una più efficace prevenzione e al contrasto delle possibili infiltrazioni della criminalità nei vari settori commerciali ed imprenditoriali ritenuti sensibili, anche attraverso il continuo monitoraggio dei subentri e delle volture ripetute per la medesima licenza commerciale e con il monitoraggio degli appalti. Alle riunioni del Desk dovrebbero partecipare gli assessorati, i Dipartimenti, i Municipi, gli Enti e le Società partecipate che fanno capo al Comune, i rappresentanti delle associazioni delle categorie economiche e altri organismi di volta in volta ritenuti utili compresi i rappresentanti dei cittadini, nonché, in veste di consulente, un rappresentante dell’Avvocatura del comune.
Obiettivo del desk sarebbe quello di creare una rete che riduca il rischio di corruzione e gli appetiti della criminalità organizzata. Con la partecipazione e il coinvolgimento anche della comunità civile anche il chiacchiericcio (di chi ‘sente puzza di bruciato’” potrebbe rappresentare occasione di approfondimento. Si potrebbero valutare collegialmente anche i sospetti per segnalarli agli organi deputati a sviluppare le indagini. La sola conoscenza del ruolo del Desk anticorruzione potrebbe scoraggiare gli appetiti della criminalità”

 

Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

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Cronaca

Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

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