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Rocca di Papa, Giannone: “Un paese dilaniato dal malaffare e corruzione”

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Tempo di lettura 5 minuti Clamorosa la denuncia dell’ex vicesindaco. Cristiana Zarneri, cittadina di Rocca di Papa e attivista in politica, a seguito della vicenda Giannone, si è addirittura allontanata da Fratelli d’Italia

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ROCCA DI PAPA (RM) – Il ciclone Giannone a Rocca di Papa ha creato non poche crepe, timori e scompiglio in una cittadina che tutto sommato non ha mai dato nell’occhio per cronache che riguardassero presunte speculazioni edilizie e simili. Eppure l’ex vicesindaco Veronica Giannone con deleghe all’Urbanistica ha lanciato accuse pesanti denunciando malaffare e corruzione senza fare nomi ma con riferimenti ben precisi a fatti e circostanze. In una diretta web Giannone parla del consiglio comunale a cui lei non ha partecipato per non prestare il fianco a chi l’ha voluta fuori dai giochi perché evidentemente dava fastidio. Un consiglio comunale dove ci sarebbe stato addirittura “l’assist della consigliera Sciamplicotti” al sindaco.

Per Giannone il web è il mezzo più diretto per parlare ai cittadini

Per questo motivo l’ex vicesindaco di Rocca di Papa ha letto una lettera aperta ai cittadini, uno scritto che è un insieme di pezzi raccolti nel tempo e che mostra un dietro le quinte di una oscura gestione di Governo passata e attuale e per cui Giannone ha presentato delle denunce. Veronica Giannone ha parlato senza timore di rappresentare “tutto il senso di frustrazione di una persona, donna, moglie e madre alla prima esperienza amministrativa”. Una donna che si è impegnata per tutelare gli interessi collettivi ma ha trovato in Rocca di Papa “un paese dilaniato dal malaffare complice della politica affarista e corrotta”. Parole che pesano come macigni quelle di una donna a cui il sindaco di Rocca di Papa ha tolto le deleghe perché contraria a “un sistema che ha prodotto assuefazione e deriva sociale ma non in tutti” piuttosto la corruzione ha colpito una “certa casta che anche con un cambio di governo trova continuità”.

 

Giannone ha aperto il suo ufficio all’Urbanistica a tutti i cittadini senza prevaricazioni

Ha trovato un settore “logoro, spremuto viziato dall’impostazione settaria data dai politici” a discapito di una collettività che ha tanti problemi. Ha affrontato questioni rilevanti come il Piano di Recupero urbano giardino degli Ulivi “sul quale – denuncia Giannone – mancano all’appello centinaia di migliaia di euro di opere di urbanizzazione mai realizzate e sul quale è stata fatta una rimodulazione della cubatura da servizi al pubblico a servizi privati con uno schiocco di dita”.

 

Poi l’ex amministratrice ha parlato del piano Calcare lasciato incompiuto con milioni di euro di opere di urbanizzazione mai realizzate

“Una speculazione edilizia senza precedenti, una variante di milioni di metri cubi fatta ad hoc con politici che fanno i costruttori e contemporaneamente tecnici e progettisti tutti coinvolti un intreccio affaristico ancora in corso che non deve passare inosservato specie se ci sono di contro 189 sentenze passate in giudicato per abuso edilizio a carico di alcuni cittadini di Rocca di Papa, un paradosso micidiale, una contraddizione che andrebbe impressa sui muri di ogni angolo del paese”.

 

Poi il caso delle antenne

per cui Giannone ha chiesto con forza la rimozione dal dup – documento unico di programmazione-. Giannone ha detto esplicitamente che a seguito della sentenza di maggio, il primo cittadino dava la sua parola al gruppo Mediaset che le sue antenne sarebbero rimaste dove si trovano.

E poi ancora il piano regolatore firmato Boccia Sciamplicotti, un “lavoro senza anima” e che prevedeva una variante speciale anche per Monte Cavo.

 

Giannone non ha voluto essere strumento

Giannone ha denunciato inciuci e corruzione e in ultimo è stata isolata proprio perché contraria a questo sistema. Sono tanti i cittadini che le hanno espresso solidarietà e anche diversi quelli che non l’hanno capita e che adesso, come succede in tutti i paesi, tentano di screditarne l’immagine come si faceva con le streghe bruciate vive a metà del 1.200 quando addirittura alcune donne erano viste come satana perché indossavano i pantaloni e cavalcavano come gli uomini.

 

La solidarietà di Cristiana Zarneri

Cristiana Zarneri, cittadina di Rocca di Papa e attivista in politica, a seguito della vicenda Giannone, si è addirittura allontanata da Fratelli d’Italia il partito politico di riferimento: “Vista la reticenza di FdI Rocca di Papa a prendere una posizione netta al riguardo, che possa far risaltare l’estraneità del partito da qualsiasi mancanza di chiarezza, ritengo di non poter più svolgere il mio ruolo politico, in quanto sono persona sempre stata chiara e libera nelle mie posizioni laddove trovo necessario prenderle, pertanto rassegno le mie dimissioni da FdI Rocca di Papa. Da cittadina di Rocca di Papa, mi sento profondamente colpita dalle affermazioni di Veronica Giannone. Avendo lei ricoperto per un anno e mezzo la seconda carica della città, nonchè il ruolo di assessore all’urbanistica, non posso non darLe credito. Ritengo, per il buon nome di Rocca di Papa, anche nell’interesse di chi la governa e l’ha governata, debba intervenire il Commissario prefettizio per fare definitivamente chiarezza”.

 

Anche il Comitato Pro Case di Rocca di Papa ha chiesto chiarezza dopo le esternazioni di Giannone

“Pretendiamo chiarezza e attendiamo risposte da chi di competenza, ovvero dall’ Amministrazione Comunale, rispetto ai fatti evidenziati dalla signora Veronica Giannone. Non bastano smentite, occorrono prove che dicano che quanto sottolineato dall’ ex Vice Sindaco è falso e infondato per chiudere una volta per tutte questa vicenda”, e spero vivamente che in consiglio comunale queste prove vengano messe all’attenzione del popolo tutto. Il ruolo che ricopro ormai da tempo impone anche per chiarezza e trasparenza di essere informati in merito a questioni che non possono passare sotto silenzio. Come ha ricordato anche la signora Veronica Giannone “ci sono 189 sentenze passate in giudicato per abuso edilizio a carico di alcuni cittadini di Rocca di Papa”. Occorre dare delle risposte a queste famiglie, madri e padri di famiglia che lottano da anni per evitare di rimanere per strada e per scongiurare il pericolo di lasciare senza un tetto la propria prole. Dopo le affermazioni dell’ex Vice Sindaco, le istituzioni hanno il dovere di rispondere. Qualora vi fosse stato qualche passaggio a vuoto da parte di qualcuno, che il colpevole paghi. C’è bisogno di trasparenza, i cittadini di Rocca di Papa la meritano”.

 

Il sindaco di Rocca di Papa chiede di fare i nomi

Intanto il sindaco di Rocca di Papa Emanuele Crestini ha invitato Giannone a “fare chiarezza, a fare i nomi e a tutelare le persone che non c’entrano nulla”. Tra l’altro in una lunga nota ha ribadito: “Naturalmente siamo in democrazia e tutti hanno diritto al loro punto di vista. Parlando davanti al telefono cellulare a casa sua, Giannone definisce queste accuse “la sua verità”.
Peccato che “la sua verità” arrivi dopo che è stata sollevata dall’incarico di assessore e vicesindaco; dopo che ha disertato un consiglio comunale che era stato indetto appositamente perché facesse chiarezza su queste vicende, sulle presunte minacce e pressioni che avrebbe ricevuto. Invece la signora Giannone non si è presentata. Ha rifiutato il confronto in consiglio comunale, che – ricordo – è il luogo deputato alla discussione democratica. I cittadini avrebbero potuto apprendere così, direttamente, il contenuto delle sue denunce. Ma forse qualche consigliere avrebbe potuto fare qualche domanda, confutare qualche ipotesi. Questo non lo so, ma Giannone ha preferito, scegliere altre modalità, evitando così ogni forma di contraddittorio e soprattutto, evitando ancora una volta di fare nomi e cognomi dei presunti mafiosi di questa città, mettendo tutti in un unico calderone. Non basta gridare al vento che c’è la mafia, occorre anche indicare quali sono i mafiosi, per consentire alle autorità di allontanarli dal sistema civile di questa città”.

Staremo a vedere come andrà a finire, intanto sono stati chiamati in causa fatti gravi e dovere degli organi di stampa è approfondire la questione.

IL VIDEO DENUNCIA DELL’EX VICE SINDACO DI ROCCA DI PAPA

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Castel Gandolfo, iniziati i lavori al parcheggio di via Giovanni Paolo II

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Castel Gandolfo – Da oggi sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso il parcheggio multipiano situato in Via Giovanni Paolo II, adiacente alla sede ASL Roma 6. L’intervento, realizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, comporterà alcune modifiche temporanee alla viabilità interna e il divieto di sosta per consentire il corretto svolgimento delle operazioni.

I lavori prevedono la manutenzione straordinaria delle aree interne del parcheggio, inclusi importanti interventi sull’impianto elettrico, al fine di garantire maggiore sicurezza e funzionalità alla struttura. Questo parcheggio è un nodo di scambio fondamentale per i numerosi utenti che quotidianamente si recano agli sportelli e ai poliambulatori della ASL.

Il Sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, ha espresso il suo apprezzamento per l’intervento: “Ringrazio la Città Metropolitana, nelle persone del Sindaco Gualtieri e del Vice Sindaco Sanna, per questo intervento che permetterà di mettere in sicurezza e valorizzare questo nodo di scambio che quotidianamente viene molto utilizzato dagli utenti che si recano agli sportelli e poliambulatori della nostra Asl”.

I lavori saranno eseguiti con la massima celerità possibile per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti periodicamente per informare la popolazione sull’avanzamento dei lavori e su eventuali ulteriori modifiche alla circolazione.

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Rocca Priora, incastrato il ladro seriale delle auto

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Arrestato dai carabinieri il ladro seriale che rubava dentro le macchine parcheggiate in sosta vicino ai negozi in pieno centro a Rocca Priora. Per due giorni si sono ripetuti furti all’interno di alcune auto che l’uomo forzava dopo aver visto i proprietari scendere per fare degli acquisti nella zona di via San Sebastiano in centro. I Carabinieri della locale stazione dopo aver ricevuto tre denunce da due uomini anziani e un perito informatico della zona, che avevano visto sottrarsi telefonini , tablet , iPad e altri oggetti dalle loro auto. Si sono appostati e l’altra mattina lo hanno fermato in flagranza di reato mentre tentava di aprire la macchina di un ottantenne del posto. Il ladro è stato arrestato e ritrovata tutta la refurtiva asportata precedentemente dalle auto in sosta davanti ai negozi in centro.

Presso il Tribunale di Velletri c’è stato il processo per direttissima per la convalida dell’arresto che è stato eseguito dal giudice monocratico. Il 35enne egiziano, già conosciuto alla Giustizia per furto, ricettazione e altri reati, ha patteggiato la pena ed è stato rimesso in libertà al momento. Con divieto di avvicinamento a Rocca Priora e altre prescrizioni imposte dalla magistratura.

I cittadini vittime dei furti hanno ringraziato a lungo i carabinieri del posto per essere intervenuti velocemente e aver identificato e arrestato l’autore ritrovandogli in casa sua sempre nella cittadina dei Castelli tutta la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari .

In particolare un iPad di lavoro molto importante per il perito informatico che lavora per importanti aziende del settore.

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Monte Compatri: incidente ad un mezzo di lavoro della società Tekneko, coinvolto un lavoratore

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Per l’ennesima volta la società Tekneko finisce agli onori della cronaca locale.
Dopo il licenziamento dell’operaio del cantiere di Monte Compatri che alla fine di aprile aveva rischiato di morire; dopo il sequestro del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce da parte dell’Ispettorato del Lavoro; dopo la morte di un operaio del cantiere di Frascati la serie di situazioni negative all’ordine dell’azienda abruzzese si allunga ancora.
Stavolta, stante la nota diffusa dal sindacato Cobas del Lavoro Privato, si apprende la notizia che ieri, in via Acqua Felice, sempre a Monte Compatri, un mezzo da lavoro della società Tekneko con un operatore alla guida, per cause ancora da accertare, è finito fuori strada.
Durissima la nota del sindacato che si appresta a conoscere con migliore dovizia di particolari le cause che hanno portato all’incidente ma con la ferma convinzione, come dichiarato nella nota stessa, di essere “… estremamente convinti che questi siano gli effetti collaterali della “insicurezza” che, ormai, da troppo tempo, si vive nei cantieri Tekneko di Monte Compatri e che da alcuni mesi come Organizzazione Sindacale denunciamo …”.
Una situazione che preoccupa estremamente il sindacato che, nel proseguo della nota, auspica che “… il nostro collega di Monte Compatri non abbia riportato serie conseguenze in questo sinistro …” augurandogli “… una pronta guarigione …”.
E l’attacco prosegue all’indirizzo dell’amministrazione comunale monticiana guidata da Francesco Ferri con l’ennesimo invito, dapprima, a “vigilare sul rispetto delle norme su salute e sicurezza del lavoro nei servizi oggetto d’appalto” e successivamente ricordandogli di “non può permettersi di rimanere indifferente o, peggio ancora, solidarizzare con l’azienda come ha fatto successivamente all’infortunio dell’operatore ecologico colto da malore in servizio il 24 aprile e poi licenziato il 10 giugno scorso”.
Una battaglia a colpi di comunicati alla quale risponde, ormai da troppo tempo, il silenzio sia dell’azienda Tekneko che dell’amministrazione monticiana.

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