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Guidonia, sanità. Ammaturo (Fdi): “Con le tessere del pd non si va da nessuna parte”

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GUIDONIA (RM) – Il capogruppo consiliare di FdI a Guidonia Montecelio Giovanna Ammaturo dopo le ultime drammatiche vicende denuncia un sistema sanitario cristallizzato da tessere e colori senza buonsenso e capacità.

Ecco la nota di Giovanna Ammaturo:

“Vedere in terra una donna di 60 anni in via Aniene , in Guidonia Montecelio, seconda città in Italia non capoluogo di provincia , a 500 mt dal palazzo comunale, caduta accidentalmente , impossibilitata a muoversi forse con l’anca fratturata e sentirsi dire al cellulare dal 118 che occorre aspettare 2 ore perché le ambulanze sono ferme con presunti o ammalati di covid -19 all’ospedale di Tivoli fa gridare. La donna dalle ore 10.15 del mattino è stata issata sull’ambulanza alla 12.40 circa: 2 ore e mezza, 13.800 minuti per terra. Ben lo testimoniano le foto della giornalista Simone Boenzi e de Il Tiburno. È d’obbligo un urlo non alla luna, ma contro chi ha la responsabilità non solo morale ma professionale dell’assenza della civiltà a 24 km dal Campidoglio, culla della Roma imperiale che ha dato le credenziali della evoluzione dell’uomo.

Stavo leggendo la prima pagina del Il Tempo che stamattina ha aperto proprio sulla ASL RM5 che si è persa mille positivi nel conteggio. Dove nessuno risponde ai telefoni, dove i referti avvengono dopo 16 giorni, nel drive in cui si è verificata l’unica scazzottata d’Italia on line. Tutto già denunciato dall’intera opposizione in Consiglio e sulla stampa. Sono accorsa per aver sentito gridare aiuto a squarciagola e per cercare di alleviare con frasi di circostanza chi nel frattempo piangeva supina per il dolore affettuosamente ricoperta da un plaid portato dalla figlia.

Ebbene i responsabili della ASL RM 5 interessati sono due: Il direttore Giorgio Giulio Santonocito ed il dottor Perra Alberto dal 2016 direttore Uoc igiene e sanità pubblica della Asl Roma 5. Entrambi con nomine intrise nell’inchiostro di liti giudiziarie precedenti o successive alla nomina. Con Zingaretti che ormai da mesi ha lasciato concretamente il timone della Regione Lazio al vice Daniele Leodori la nomina è stata voluta dall’assessore alla sanità Alessio d’Amato che lo presentò “ nelle splendida cornice di villa Cianti a Tivoli” il 26 novembre 2019 e confermò alla presenza di rappresentanti dell’azienda, sindacati e amministrazioni locali: “ Il profilo di Santonocito è perfettamente in linea con i requisiti del bando.” Eppure qualche giorno prima la commissione regionale alla sanità aveva espresso parere negativo , non vincolante, alla nomina, con 6 contrari 1 astenuto e 5 favorevoli, tra cui : Vincenzi, Panunzi e Leonori. Santonocito è stato infatti rinviato a giudizio dopo la denuncia del Codacons per aver affidato all’assessore alla scuola, Valentina Scialfa, della ex giunta Bianco di Catania, un incarico medico esterno di 40.000 euro per abuso d’ufficio. Santonicito che nel 94 al 96 era impiegato della Banca Commerciale era assurto ai vertici ospedalieri della Trinacria in particolare a Catania e Agrigento. La consigliere regionale del Lazio di FdI Chiara Colosimo ebbe a dire su Santonocito: “ al netto dei problemi giudiziari non c’è persona nel Lazio da valorizzare a prescindere dalla tessera in tasca?” Mente il segretario romano della CISL FP, Roberto Chierchia, confermò: “ Lo aspettiamo alla prova dei fatti”. Anche la nomina del dott Perna è stato oggetto di una lite giudiziaria presso il TAR del Lazio per la valutazione del concorso : alla voce “titoli di carriera”, ha ottenuto un punteggio complessivo pari a 25. Nulla di strano o illegale secondo Giuseppe Quintavalle, allora commissario della Asl Roma 5 “La Commissione, sia nel caso del dirigente in questione sia degli altri candidati, non ha riportato il punteggio in modo analitico laddove questo fosse comunque superiore al massimo attribuibile di 25 punti”. Il Fatto Quotidiano smentì la tesi del Quintavalle ma tant’è. Perra non ha potuto presenziare neanche alla Commissione Covid del Comune di Guidonia Montecelio sebbene interpellato per tempo. Siamo stufi dell’assoluta mancanza della pur minima progettazione. Dall’opposizione politica di Guidonia Montecelio è venuta fuori l’idea di usufruire dei locali presso l’Aeroporto militare Barbieri , per evitare altre scazzottate al drive in del Car, da noi è uscita l’ipotesi che i medici di famiglia non possono fare i tamponi negli stessi studi medici dove stazionano i pazienti ma offrire spazi adeguati come i campi di calcio o le strutture vuote dell’aeroporto o i centri per anziani precedentemente sanificati. Poco importa se il Sindaco Barbet voglia dare l’imprimatur di voler utilizzare i centri anziani da offrire ai medici di famiglia per i tamponi senza fila.

Fa sorridere chi voglia approfittarsi di farina non sua ma andiamo oltre sono momenti questi in cui è necessario lavorare con intelligenza e progettualità. Barbet si potrà prendere tutte le idee che vuole ma quello che non ha ancora fatto è di inchiodare Santonocito e Perra alle responsabilità per cui sono anche onorati: perdersi mille positivi, non stabilire l’esatto numero per quartiere , non leggere di deceduti che pure diversi consiglieri conoscono non è da sanità all’altezza. Ci sono mille modi per creare ricoveri per presunti ammalati Covid-19 senza che le ambulanze si sostituiscano alle corsie di un pronto soccorso. E chi soffre di altre patologie o semplicemente possa cadere in maniera sciagurata debba restare in terra 2 ore e mezza senza supporto medico e infermieristico perché l’Italia è sotto covid-19. Le tessere di partito come dovevasi dimostrare non servono a offrire servizi e pari impegno. Abbiamo bisogno di Uomini di buonsenso e capaci: chi non lo è deve essere dismesso da quei vertici politici che li hanno creati per evitare complicità. Barbet, Santonocito, Perra occorre essere capaci per pretendere di assumersi le responsabilità della cittadinanza e della salute pubblica”.

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Cronaca

1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

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“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
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Roma, dal centro storico alle periferie è guerra ai borseggiatori: in manette 13 persone

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ROMA – Proseguono senza sosta i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma che hanno intensificato le verifiche per garantire la sicurezza dei turisti e dei cittadini romani che affollano la Capitale. Le mirate attività dei Carabinieri, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno portato all’arresto di 13 persone gravemente indiziate del reato di furto aggravato.
Nella circostanza, in via Gioberti, i Carabinieri della Compagnia Piazza di Roma Piazza Dante hanno arrestato un 22enne originario del Gambia, con precedenti, il quale approfittando della distrazione di un’autista di un taxi rimasto coinvolto in un incidente stradale è riuscito ad impossessarsi del portafogli del tassista che lo aveva lasciato all’interno dell’autovettura. Sulla linea A della metropolitana, invece, alla fermata “Repubblica”, i Carabinieri hanno arrestato un cittadino romeno, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato nel tentativo di sottrarre un cellulare dalla borsa di una turista francese. Alla fermata “Flaminio”, un uomo originario del Cile e una donna del Perù sono stati arrestati dai Carabinieri subito dopo essersi impossessati, in concorso fra loro, di un portafogli di un cittadino italiano che custodiva nella tasca del giubbotto.
Sempre sulle linee della metropolitana, in distinte operazioni, i Carabinieri della Compagnia di Roma Parioli hanno arrestato 5 persone, tra cui 3 donne, responsabili di furto aggravato nei confronti dei passeggeri a bordo.
All’interno di alcuni esercizi commerciali presenti nella stazione ferroviaria Termini, invece, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini, in due distinti interventi, hanno arrestato una 41enne italiana, senza fissa dimora e con precedenti, e un 53enne italiano sorpresi subito dopo essersi impossessati di diversa merce del valore di oltre 300 euro.
In largo del Tritone, rione Colonna, i Carabinieri del Comando Piazza Venezia hanno arrestato un 54enne cubano, bloccato subito dopo aver asportato la borsa di una turista tedesca mentre era seduta ai tavoli esterni di un ristorante, invece, in Piazza della Rotonda, i Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina hanno arrestato un cittadino cileno responsabile del furto dello smartphone di una turista.
Tutte le vittime di furto consumato hanno presentato regolare denuncia querela e gli arresti sono stati tutti convalidati.



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Roma, boom di arresti sulla linea A della metro

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Le specifiche attività di controllo effettuate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma nelle principali aree frequentate dai turisti, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno portato all’arresto di 14 persone, gravemente indiziate del reato di furto.
 
In via degli Scipioni, i Carabinieri della Compagnia San Pietro, in seguito ad un mirato servizio antiborseggio, hanno individuato e arrestato in flagranza due cittadini stranieri, con precedenti, i quali, approfittando della calca di persone in strada, erano riusciti ad impossessarsi del portafogli di una donna italiana. Sulla linea A della Metropolitana, in distinte operazioni, i Carabinieri della Compagnia Parioli, hanno arrestato un 39enne di origine cubana, un cittadino peruviano di 20 anni, e due cittadini romeni di 41 e 59 anni, tutti senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine, bloccati in flagranza nel tentativo di asportare i portafogli dei passeggeri della metropolitana.
 
Per le vie del centro di Roma, i Carabinieri della compagnia Roma Centro hanno arrestato in flagranza tre cittadini romeni, un uomo di 21 anni e due donne di 20 e 25 anni, bloccate dai militari subito dopo essersi impossessate, in concorso fra loro, del portafogli di una 75enne italiana mentre passeggiava in via delle Quattro Fontane. In piazza Santa Maria Maggiore, invece, i Carabinieri del Comando Piazza Venezia hanno arrestato un cittadino algerino di 33 anni, con precedenti, sorpreso dai militari non appena impossessatosi della borsa di una turista inglese, seduta ai tavoli esterni di un ristorante. Sulla banchina della fermata metro Spagna, i Carabinieri della Stazione di Roma Quirinale hanno arrestato una 19enne italiana, subito dopo aver sfilato un portafogli dalla tasca del pantalone di un turista messicano.
 
Sulla linea A della metropolitana, i Carabinieri della Stazione di Roma Monte Mario hanno arrestato in flagranza un 34enne cileno, bloccato dopo aver sottratto la borsa ad una passeggera italiana, invece, un altro cittadino cileno di 27 anni è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Roma Flaminio, dopo essersi impossessato del portafogli di una turista statunitense.
 
Tutte le vittime di furto hanno presentato regolare denuncia querela e gli arresti sono stati tutti convalidati.
 
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