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Guerra in Ucraina, Meloni sostiene il Vaticano: “Siamo pronti a fare la nostra parte per la pace”

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Trump dopo la telefonata con Putin: “Trattative immediate tra Mosca e Kiev”. Il Cremlino conferma i contatti, ma la tregua non è vicina

Putin apre alla pace ma senza fretta. Trump rilancia i negoziati, possibile ruolo del Vaticano

La guerra in Ucraina sembra affacciarsi a un nuovo, incerto capitolo diplomatico. Vladimir Putin, per la prima volta dopo mesi, ha espresso disponibilità a un cessate il fuoco, ma ne ha subito congelato la realizzazione: “non ora” e soprattutto “non per 30 giorni”. Le dichiarazioni arrivano a margine di una telefonata durata oltre due ore tra il presidente russo e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha poi annunciato l’imminente avvio di trattative tra Mosca e Kiev per negoziare la fine del conflitto. Nessun dettaglio operativo è stato però fornito.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che “i contatti tra russi e ucraini sono stati ristabiliti e sono già in corso”, sottolineando che si sta lavorando alla stesura di un memorandum tra le parti, le cui bozze verranno scambiate in tempi non ancora definiti. “Non ci sono scadenze e non possono essercene. Tutti vogliono accelerare, ma il diavolo si nasconde nei dettagli”, ha dichiarato Peskov all’agenzia Tass.

Sul fronte dei possibili scenari per un tavolo di pace, prende quota l’ipotesi del Vaticano come sede di negoziati. Il Cremlino ha confermato di essere a conoscenza dell’offerta avanzata dalla Santa Sede, ma nessuna decisione definitiva è stata ancora presa. “Siamo grati a chiunque voglia contribuire – ha detto Peskov – ma non ci sono scelte concrete sul luogo dei futuri colloqui”.

A manifestare piena disponibilità all’ipotesi vaticana è stato lo stesso Donald Trump, che ha definito l’opzione “fantastica”, sottolineando il significato “extra” che un tale contesto spirituale e simbolico potrebbe avere per superare il clima di rabbia e amarezza generato dal conflitto. Il Papa, ha aggiunto Trump, “potrebbe aiutare davvero”.

Sul versante ucraino, Volodymyr Zelensky si è detto pronto a “studiare l’offerta russa sul memorandum”, ma ha ribadito che Kiev non è disponibile a ritirarsi dai territori attualmente sotto il proprio controllo. Sullo sfondo, l’Unione Europea lavora a un’integrazione accelerata di Kiev come garanzia strategica: “L’ingresso dell’Ucraina sarà un elemento chiave per la pace duratura”, ha dichiarato la commissaria Marta Kos al Consiglio Esteri e Difesa.

Intanto, la Cina conferma il suo sostegno a un “dialogo diretto” tra le parti. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha commentato positivamente l’annuncio di Trump, sottolineando che Pechino “auspica una soluzione politica della crisi”.

Sul ruolo statunitense pesa però la percezione, in Europa, di una scarsa pressione concreta su Mosca. L’alto rappresentante Ue Kaja Kallas, arrivando al Consiglio Affari Esteri, ha espresso scetticismo: “Dagli Usa abbiamo sentito che ci sarebbero state conseguenze senza una tregua, ma al momento non ne abbiamo viste”.

L’Italia, intanto, ribadisce la volontà di farsi ponte per la pace. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato che Roma è pronta a facilitare i contatti diplomatici tra le parti, sia in ambito europeo che in dialogo con la Santa Sede.

Resta però un nodo temporale irrisolto. Le intenzioni sembrano convergere, ma la tabella di marcia è ancora nebulosa. Mentre Putin non è disposto a congelare i combattimenti nell’immediato, Trump promette sviluppi “entro due settimane”. Il conflitto, nel frattempo, continua a mietere vittime. La speranza di un tavolo negoziale in Vaticano è concreta, ma la strada verso la pace resta ancora tutta da costruire.

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