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Redazione Lazio

OSPEDALI ROMA: RESTA USTIONATA E VIENE PORTATA A GENOVA

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Lunedì 2 marzo 2015 una giovane donna di 48 anni è stata ricoverata a Tivoli presso l’ospedale San Giovanni Evangelista, vittima di un incidente domestico. La diagnosi è seria, ustionata al 40% del corpo. I sanitari del pronto soccorso hanno avviato subito le procedure e trattato la paziente, ma occorreva un trasferimento specifico presso i reparti che specificatamente trattano gli ustionati, ma la Capitale non aveva un posto letto disponibile

di Cinzia Marchegiani

Tivoli (RM) – Una notizia irreale che conferma quanto gli slogan della Regione Lazio e in primis di Zingaretti siano anacronistici e irreali. Lunedì 2 marzo 2015 una giovane donna di 48 anni è stata ricoverata a Tivoli presso l’ospedale San Giovanni Evangelista, vittima di un incidente domestico. La diagnosi è seria, ustionata al 40% del corpo. I sanitari del pronto soccorso hanno avviato subito le procedure e trattato la paziente, ma occorreva un trasferimento specifico presso i reparti che specificatamente trattano gli ustionati, ma la Capitale non aveva un posto letto disponibile. Insomma la solita malasanità che si verifica ogni qualvolta che si verificano casi di emergenza. Le ustioni sono state trattate immediatamente presso il San Giovanni Evangelista di Tivoli, ma i sanitari del pronto soccorso, data la gravità della paziente, hanno subito avviato la procedura di richiesta di trasferimento nei reparti di grandi ustionati degli ospedali della Capitale.
Il Sant’Eugenio, primo ospedale romano specializzato nella terapia degli ustionati ha dovuto negare la disponibiltà di accoglienza, visto che nel reparto non vi era un posto letto libero, così si sono attivate una serie di telefonate che hanno permesso di individuare un centro specializzato al San Pietro D’Avena di Genova, la Prefettura in tal senso, ha autorizzato il trasferimento della paziente, a bordo di un volo speciale dell’aeronautica militare di Ciampino. Il volo ha portato a destinazione la giovane donna in Liguria.

In merito allo scandalo del pronto soccorso nel Lazio, lo scorso 2 febbraio 2015, la regione Lazio al termine del lungo dibattito richiesto dalle opposizioni, approvava un documento unitario, firmato da capigruppo di maggioranza e opposizione, con il quale impegnava la Giunta su 30 punti, fra questi, i principali riguardano l'inserimento delle prestazioni rilevate nei pronto soccorso fra i criteri di valutazione dei direttori generali delle aziende; più posti letto di osservazione breve intensiva; realizzazione di un sistema di monitoraggio delle degenza media; utilizzo degli infermieri per la presa in carico dei pazienti con codici di bassa intensità; rimodulazione dell'organizzazione in base ai picchi orari di accesso; una campagna di informazione sui servizi territoriali; un piano di ristrutturazione dei pronto soccorso; superamento del blocco del turn over; potenziamento dell'elisoccorso a Latina e Viterbo (servizio h24); informatizzazione della procedura di controllo dei posti letto. Molti punti, infine, riguardano il ruolo dei medici di medicina generale, che vengono individuati come vero e proprio filtro sul territorio. Previsti percorsi di formazione e nuove procedure per la prenotazione diretta di prestazioni specialistiche. Veniva respinta, invece, una risoluzione presentata da Fabrizio Santori (gruppo misto) nella quale si chiedeva la sostituzione dei direttori generali delle Asl.

Lasciamo di seguito le osservazioni dei gruppi, affinché rimanga memoria dell’operato di questa legislatura regionale, spesso, troppo spesso una propaganda elettorale a suon di slogan propagandistici…la realtà è fata di persone che non hanno un posto letto, le aziende sanitarie chiudono e sono state aperte le “Case della Salute” che per ovvi motivi non possono sopperire alle emergenze:


Francesco Storace (La Destra): "Che la situazione nei pronto soccorso nella nostra regione non sia felice oggi Zingaretti o ammette e va oltre i temi propagandistici dei suoi comunicati. Come se i cittadini del Lazio non frequentassero ospedali e centri di analisi. Dispiace constatare che non ha parlato delle case della salute, nascevano per evitare gli ingorghi dei pronto soccorso e qui oggi non ce ne parla. Perché sono frottole, purtroppo nei pronto soccorso c'è un vero e proprio stato di emergenza se non di indecenza. Pare si voglia nascondere la verità, se ragioniamo sul sovraffollamento degli ospedali nessuno può negare che ci sono scelte che incidono sulla cattiva gestione. I fatti di cronaca più recenti ci testimoniano che c'è una cultura della salute che paga lo scotto dei tagli del Governo. Non possiamo permetterci ulteriori rese e tagli alle politiche della sanità, sembra che lei risponda più al governo che ai bisogni dei cittadini della regione. Vorremo metterci a disposizione per trovare soluzioni comuni, senza distinzioni di maggioranza o opposizione. Anche in commissione sanità, caro Lena, siamo ancora all'anno zero".

Antonello Aurigemma (FI): "Non è facile smentire i propri comunicati e Zingaretti oggi l'ha fatto, e quindi apprezzo molto il suo intervento. A lei e a Lena, già dal mese di novembre avevamo manifestato la percezione che qualcosa non funzionasse. Abbiamo iniziato un percorso per valutare lo stato degli ospedali di persona, siamo andati in giro per le province a guardare cosa accade. Il comune denominatore è una mancata pianificazione e programmazione. Il problema dei caos dei pronto soccorso, non è dovuto al picco dell'influenza. Le case della salute non funzionano, non ce ne parla. Gli atti aziendali dei direttori generali li ha rispediti al mittente, perché mancavano una serie di requisiti richiesti, l'atto aziendale è la macrostruttura dell'azienda ospedaliera. Ci troviamo nella totale anarchia, visto che il 15 marzo è il termine ultimo della presentazione. Fermiamo questo processo, e mettiamoci a lavorare per capire come ristrutturare le aziende".

Olimpia Tarzia (Lista Storace): "Siamo in una situazione drammatica. Ci sono gravissime carenze del personale, attese lunghissime per i pazienti. Basta pensare al San Camillo di Roma, con centinaia di persone accalcate in spazi limitati. E' solo un esempio. Non va meglio all'Umberto I. Non si può dire che questa situazione è dovuta al picco dell'Influenza. Che fine hanno fatto le case della salute? La soluzione dei problemi sarebbe l'assunzione di cento nuovi infermieri? I vostri interventi rappresentano un bicchiere d'acqua nell'oceano. Nel pronto soccorso il personale deve essere altamente qualificato: non si può sbagliare quando si ha a che fare con le vita umana. Ma i problemi della sanità vanno guardate nel loro complesso: penso ad esempio alla tutela sociale della maternità, alla contraccezione, alla questione delle linee guida sulla fecondazione artificiale. Su questi temi avete sempre posizioni aggressive che portano alla reificazione del figlio".

Michele Baldi (Lista Zingaretti): "Stiamo lavorando per trovare soluzioni a problemi annosi. Zingaretti ci ha raccontato in maniera onesta quello che ha trovato e quello che sta facendo. Io vorrei ringraziare tutti gli operatori . Spero si possa andare a un percorso condiviso con l'opposizione. Negli ultimi anni i nostri dipartimenti di emergenza sono diventati dipartimenti in emergenza. Non si tratta solo del picco dell'influenza o dell'emergenza caldo o del pericolo dell'ebola. L'emergenza ormai tende alla cronicità. Basta con i tagli lineari del passato, con il blocco delle assunzioni, con la riduzione dei posti letto: dobbiamo uscire dal commissariamento. Dobbiamo fare i conti con la crisi economica, con l'invecchiamento della società. Abbiamo realtà sempre più fragili, tutti fattori che aumentano gli accessi ai pronto soccorso. Gli ambulatori aperti sette giorni su sette grazie alla disponibilità dei medici di base, la case della salute, tutte novità che stanno andando a regime e porteranno risultati. Serve una cabina di regia più presente, serve un cambio di passo".

Gianluca Perilli (M5s): "Il discorso di Zingaretti è inadeguato ed evanescente. Non si può riferire in Consiglio su uno dei temi più sentiti e parlare per dieci minuti dell'influenza. Non si può venire giù dal fortino e dire al popolo che tutto sta andando meglio. Non abbiamo sentito proposte di soluzioni, i cittadini vengono abbandonati nelle corsie. Il 70 per cento degli accessi ai pronto soccorso sono di persone affette da persone croniche e solo nel 30 per cento dei casi si tratta di vere e proprie emergenze. Ci ha gettato addosso una mole di dati non verificabili. Una maniera evasiva per evitare di dare risposte certe rispetto agli interventi che questa amministrazione intende portare avanti per risolvere la situazione dei pronto soccorso".

Davide Barillari (M5s): "Chiamo il 118 e rischio di veder arrivare un'ambulanza privata, senza alcun controllo, arrivo in ospedale e trovo sei, sette ambulanze in fila. Quando riesco ad arrivare al pronto soccorso trovo 40 persone in attesa. Il 70 per cento degli accessi sono inappropriati. Al pronto soccorso trovo pochi operatori, stressati per la carenza di personale, che non riescono neanche a dare informazioni. Finisco in una barella nel corridoio perché mancano i posti letto, soprattutto di medicina internistica, soprattutto nelle province. Rimango in attesa che si liberi un posto. E allora vengo trasferito in una clinica privata. Grazie al regalo che Zingaretti ha fatto alla sanità privata. Una vera e propria odissea sanitaria. Andate a vedere cosa succede invece di tagliare nastri. Avete annunciato al mondo intero la rivoluzione delle case della salute, ma sono vuote: diteci i dati di accesso a queste strutture, facciamole funzionare davvero. Servono risposte dai servizi territoriali non ospedalieri per evitare gli accessi impropri al pronto soccorso. Quanto questa giunta ha investito sulla sanità territoriale? Quasi nulla come dimostra la mobilità verso Roma e verso altre Regioni. Paghiamo altre Regioni invece di investire sulla sanità del Lazio. I posti letto sono inadeguati, manca il personale. Serve una riforma a 360 gradi che metta mano a tutti i punti critici: abbiamo preparato un elenco di 60 soluzioni a costo zero, le mettiamo a disposizione".

Rodolfo Lena (Pd): "Ho trovato dati interessanti in tutti gli interventi di oggi, anche se partono da visioni diverse. Non ho sentito toni trionfalistici da parte di Zingaretti, i dati che ha fornito servivano a inquadrare la situazione. Ho sentito che tutti siamo d'accordo sul numero elevato di accesso improprio ai pronto soccorso. E poi si chiede un aumento dei posti letto. La priorità vera è un maggiore investimento sui territori, in particolare nelle Province. E stiamo cercando di farlo. Le case della salute sono questo. Abbiamo cambiato il modo di ragionare anche il modo in cui investiamo, prima più degli 50 per cento degli investimenti era sugli ospedali, ora non succede più. L'accordo sindacale che ha portato all'apertura degli ambulatori di base sette giorni su sette a Roma va ampliato a tutta la Regione. Queste sono le scelte che stiamo facendo. Per quanto riguarda gli operatori: bisogna eliminare il precariato, riaprire i concorsi per far entrare forze nuove. Abbiamo università che ogni anno sfornano professionisti che sono costretti ad andare a lavorare in altre Regioni. Infine dobbiamo lavorare sull'integrazione socio-sanitaria, quella è la vera sfida: lavorare sul disturbo e non solo sulla patologia. Questo è quello che stiamo facendo e i numeri cominciano a darci ragione".

Oscar Tortosa (Psi): "Due anni fa il pronto soccorso del Cto faceva 120mila prestazioni, ora è vuoto. Alla Asl Roma C abbiamo mandato un direttore filosofo, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Vorrei, inoltre, ricordare che il Consiglio regionale il 19 novembre del 2014 ha approvato una risoluzione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, dove si riconosce che va incrementata l'offerta sanitaria nel sud del Lazio, con la creazione di un nuovo Dea di secondo livello a Frosinone. Quella risoluzione va rispettata, bisogna cambiare il decreto di Zingaretti. Mi chiedo chi è che ha esaminato alcuni dei direttori generali delle Asl e come sia possibile che siano stati giudicati idonei".

Pietro Sbardella (gruppo misto): "Sono rimasto abbastanza sconcertato dall'intervento di Lena. Mi è sembrata una risposta da assessore alla Sanità più che da presidente di una commissione consiliare sempre lasciata all'oscuro di tutto. Questo Consiglio non è capace di essere punto di ascolto e di proposta. Dobbiamo riappropriarci delle nostre prerogative. Abbiamo un vuoto sostanziale: dopo gli annunci di campagna elettorale, non abbiamo più sentito parlare di un progetto strutturale di sanità. Abbiamo bisogno di un'idea complessiva, invece veniamo espropriati di decisioni importanti, penso al declassamento del San Filippo Neri, al sostanziale accorpamento delle Asl Rm A e Rm E, all'accreditamento del servizio di assistenza domiciliare che non viene fatto. I vostri direttori generali hanno presentato degli atti aziendali che sono stati rimandati tutti al mittente. Cosa aspettate a cacciarli? Se non sanno neanche leggere le linee guida che gli avete dato, come possono dirigere le Asl? Altro che assunzione di cento infermieri, una goccia nell'ocenano: serve lo sblocco del turn over".

Mauro Buschini (Pd): "Questo Consiglio è stato sempre puntualmente informato, sulle scelte e sul lavoro che è stato portato avanti. Oggi arrivano i primi risultati, ma dobbiamo ricordare che partivamo da una situazione di grande criticità. Alcune cose sono state fatte, penso al tema delle liste di attesa ad esempio, alla discesa del deficit che è la condizione per l'uscita dal commissariamento. Restano questioni aperte, quella della mancanza di personale, quello dei tempi di dimissione. Le iniziative che sono in essere possono portarci a migliorare la situazione dei pronto soccorso".

Giancarlo Righini (FdI): "Attribuire il caos dei pronto soccorso al picco influenzale non è credibile. Non è questa l'occasione per fare vetrina, la drammaticità della situazione di numerosi pronti soccorso è sotto gli occhi di tutti, Le cause non sono imputabili a nessuno, ma vanno affrontate. Presidente ha dimenticato di citare una serie di questioni: sorprende (perché ne ha fatto una campagna informativa cui tutti abbiamo creduto) sulle Case della salute. In alcune piccole realtà si è trattato di una "romanella" su strutture esistenti, il progetto va arricchito di contenuti e significati, altrimenti l'investimento è spreco. Cosi come i presidi di guardia medica. Anche i laboratori analisi sono presidi importanti: il limite minimo di 200 mila prelievi sta consegnando la realtà a compagnie estere. Non le sto addebitando a lei questa scelta, ma la investo di farsi portavoce verso il ministero della salute. Tutte le proposte scaturite da questo dibattito, tengono conto del convitato di pietra, ossia il deficit sanitario".

Teresa Petrangolini (Per il Lazio): "La sospensione del vaccino influenzale, che poi si è rivelata assolutamente infondata, ha rappresentato un danno grave. Dobbiamo essere molto più cauti quando parliamo di questioni come le vaccinazioni che sono uno degli strumenti più importanti per tutelare la salute dei cittadini. Le case della salute sono degli strumenti che possono aiutare nelle emergenze e stanno crescendo: Pontecorvo ha effettuato 43mila prestazioni da quando è aperta, solo per fare un esempio. E' chiaro che devono ancora andare a regime ma questa è la strada giusta. Altro strumento sono gli studi associati dei medici di famiglia. Non è vero quello che dice Barillari sul 118, sull'utilizzo di ambulanze private senza controllo. C'è un'unità specifica del 118 che controlla e fa i corsi di formazione degli operatori. Anche questa iniziativa degli steward di cui tutti parlano male è positiva. Serve maggiore flessibilità nella gestione dei posti letto. Bisogna dare più spazio ai malati nella gestione dei codici a bassa intensità. Stiamo affrontando questi problemi, ci dobbiamo confrontare sulle misure che si stanno adottando".

Daniele Sabatini (Ncd): "Non si può sostenere che la situazione dei pronto soccorso sia dovuta al picco dell'influenza. Non nascondiamoci dietro a un virus. Il lavoro che è stato svolto da questa Regione ha un impatto sulla situazione attuale: c'è una visione da parte di Zingaretti, si intravede nelle sue parole, ma è una visione incomprensibile che nei fatti non produce risultati. Si è giocato sui posti letto, riequilibrandoli fra Roma e le Province, con un saldo complessivo positivo di appena 20 posti letto, lo 0,09 per cento del totale. Un dato insufficiente. I cittadini subiscono le conseguenze di questa mancanza di attenzione. Ammetto la mia difficoltà a comprendere l'impatto vero di queste case della salute. Qual è la reale mission di queste strutture? Cosa succede poi sugli atti aziendali delle Asl? Sono stati bocciati? Qual è la situazione reale? La situazione non solo è difficile, ma sta anche peggiorando. Penso ad esempio alle Rsa, che rischiano di fallire lasciando senza assistenza migliaia di cittadini. Ogni sei mesi annunciate che fra sei mesi usciremo dal commissariamento, termine che viene costantemente differito, creando sempre più difficoltà".

Giuseppe Simeone (FI): "Non possiamo ritenerci soddisfatti per il fatto che l'emergenza non ha riguardato solo il Lazio. Da noi è sempre emergenza, da noi nei pronto soccorso c'è sempre sovraffollamento. Il sistema non è adeguato, le strutture sono obsolete. C'è l'assoluta assenza di qualsiasi filtro sul territorio. Il problema vero dell'ingolfamento dei pronto soccorso è la mancanza di posti letto per ricoverare i pazienti. E così anche la crisi economica che le famiglie del Lazio stanno vivendo aggrava la soluzione. Non ci sono i soldi per pagare i ticket e ci si rivolge al pronto soccorso per avere le prestazioni gratis. Bisogna rivedere il ruolo dei medici di base e della guardia medica. Sono da rivedere le case della salute. Tutto quello che c'è sul territorio non funziona. Come non funziona la centralizzazione dei laboratori di analisi. Poi il vero punto focale, quello del personale. Infine gli atti aziendali delle Asl: anziché pensare alle urgenze si pensa ad aumentare la propria corte. Sono previsti addirittura degli addetti stampa. Non hanno alcuna attenzione alle esigenze del territorio".

Fabrizio Santori (gruppo misto): "E' la quinta volta in due anni che ZIngaretti viene in consiglio regionale. Trovo un insulto la frase del presidente che dice "fase di emergenza, ma il sistema tiene". Servono atti concreti: mandare via i direttori generali, sostituire i dirigenti dell'area sanitaria e la cabina di regia. Non si può dire che l'emergenza sia legata all'influenza. Lo scaricabarile è lo sport preferito della sinistra. Questa amministrazione nove mesi fa ha dato istruzioni in nove punti per superare l'emergenza. I direttori generali hanno risposto, con richieste precise, non hanno avuto più alcuna risposta. E non diamo la colpa ai codici bianchi che sono una piccola minoranza e stanno diminuendo. Questo consiglio regionale dirà ancora una volta che va tutto bene?

Devid Porrello (M5s): "La soluzione principale dei problemi di affollamento al pronto soccorso va ricercata nel rapporto con i medici di base. Il 70 per cento degli accessi sono inappropriati: il congestionamento parte da li, la rete territoriale non ha la struttura adatta ad accogliere questi malati cronici. E anche le case della salute non sono adatte. Servono accordi con i medici di medicina generale che possono svolgere un'azione di filtro, occupandosi di malati che non devono stare al pronto soccorso: quindi una sanità attiva, che va verso il paziente e non si limita ad attenderlo in ospedale".

Adriano Palozzi (FI): "Due considerazioni, la prima è che si è avuto il coraggio di fare scelte politiche ma ci si è affidati ai tecnici dei tagli; la seconda è che chiudendo ospedali e pronto soccorso non si risparmia, anzi si spende di più. Serve un'alta specializzazione degli ospedali, lasciando aperti i Dipartimenti di emergenza. Non servono tanti ospedali che fanno tutto, con reparti spesso vuoti che non danno un reale servizio, servono punti di emergenza diffusi sul territorio. In questa maniera si taglia davvero, ma andando incontro alle esigenze dei cittadini. L'investimento sul primo intervento resta essenziale, vanno chiusi tanti micro reparti che sono assolutamente inutili, accorpandoli in poli unici. E' una questione di scelte politiche che non sono state fatte: programmare una sanità che guardi alle reali esigenze dei territori".

Voli sanitari, sulle spalle dei contribuenti per salvare un’ustionata che non trova un posto letto nella capitale. Tivoli-Genova a memoria che nel Lazio la sanità non è né gestita né monitorata come dovrebbe. Regione Lazio il fanalino di cosa delle regioni italiane…Grazie Zingaretti per aver aperto le Case della Salute, sono molti a gridarlo ad una politica assente, se non per comunicati e tagli di nastri.

Castelli Romani

Castel Gandolfo, sulle sponde del lago appare un cartello del Comune “Attenzione pericolo di Morte”

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L’assessore Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi”

“Attenzione pericolo di morte, divieto di accesso nell’area e nello spazio lacuale antistante. Presenza di ordigni bellici inesplosi”. Questo quanto riportato dalla segnaletica, apparsa da qualche giorno e messa dal Comune di Castel Gandolfo che dice chiaramente che nel lago ci sono bombe inesplose che stanno lì dalla seconda guerra mondiale.

La segnaletica richiama due ordinanze (ndr. come scritto sui cartelli stessi) del 2013 e del 2021

Il fatto che esistano ben due ordinanze sta a significare che il pericolo della presenza di ordigni bellici si conosce da almeno 11 anni ma il segnale di pericolo, inequivocabile nella sua interpretazione, è stato messo pochi giorni fa:

Il cartello si trova sull’arenile del lago Albano di Castel Gandolfo, tra il vecchio porticciolo e il civico 7 di via dei Pescatori, vicino a un circolo di canoa direttamente con accesso in acqua per disabili.

Il cartello ha scatenato non poche polemiche e messo preoccupazione tra più di qualche operatore balneare e turistico nonché dei residenti che qualche bracciata lì intorno, almeno in questi anni e ultimi tempi, l’hanno azzardata: “Ci chiediamo perché sia comparso adesso – dicono altri residenti del posto – ci sembra davvero strano e il messaggio è inquietante: se si fa il bagno c’è il pericolo che esploda una bomba. Naturalmente vieteremo ai nostri figli di frequentare la zona, ci manca anche la disgrazia e poi magari ci sentiamo dire che ci avevano avvisato”.

Dal Comune, risponde l’assessore alle Attività produttive Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi e il Genio Civile ha provveduto alla bonifica. In via precauzionale abbiamo deciso insieme a Prefettura e Arma dei carabinieri di apporre la segnaletica e le boe che delimitano alla zona di pericolo in attesa di effettuare una bonifica più generale dell’area. Il sindaco ha già richiesto un intervento diretto della Regione o in alternativa i fondi per poter effettuare quanto prima l’intervento”.

Questi ordigni, rimasti dormienti per decenni, rappresentano un rischio reale e tangibile per chiunque si avvicini alle rive del lago. La presenza di ordigni bellici inesplosi, sebbene sorprendente nonostante abbastanza frequente nell’area dei Castelli Romani, è un fenomeno che semina paura e non incoraggia il rilancio turistico di qualità tanto auspicato per l’intera provincia. I resti dei conflitti passati continuano a emergere, minacciando la sicurezza e la stabilità delle comunità locali. Tuttavia, la loro scoperta sulle rive tranquille del Lago serve da promemoria urgente dell’importanza di affrontare questi pericoli con determinazione e urgenza. «Le autorità locali devono agire prontamente – dicono alcuni residenti – per identificare e rimuovere in modo sicuro gli ordigni bellici rimasti, proteggendo così il pubblico da potenziali rischi mortali. Allo stesso tempo, è essenziale educare il pubblico sulla natura di questa minaccia e sull’importanza di rispettare i divieti d’accesso per garantire la sicurezza di tutti». Lo scorso anno, a fine agosto, un bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trovata nella tarda mattinata di una tranquilla domenica nei pressi del lago. La scoperta è stata fatta da una persona che stava passeggiando lungo il percorso naturalistico di via dei Pescatori. Scattato l’allarme alle forze dell’ordine, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo. La bomba, una spoletta lunga 10 centimetri non pericolosa, al momento del ritrovamento si trovava a qualche metro di distanza dalla riva. Il cartello apparso pochi giorno fa lascia presagire che il pericolo sia davvero concreto.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Federica Lavalle

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Federica Lavalle, classe 1981, sposata, mamma di Lorenzo e Matteo. A leggere il suo curriculum vitae ci si accorge che in poco più di 40 anni ha un bel bagaglio di esperienze qualificate ed importanti in vari ambiti.

Giornalista, una laurea ed un master in economia sullo sviluppo sostenibile. A tutto ciò si aggiunge un passato da vicesindaco ed assessore ai Servizi Sociali, vicesegretario provinciale del Pd, presidente del Gal e consigliere metropolitano di Roma Capitale. Soprattutto una mamma super impegnata.

Ci diamo del tu? Ma dove lo trovi tutto questo tempo?

(sorride ed arrossisce insieme) Si si diamoci del tu. Vivo la vita con grande energia.
Sono sempre stata, sin dai tempi della scuola, una ragazza molto impegnata che ha cercato di cogliere i tanti aspetti che la vita ci pone di fronte e ringrazio la mia mia famiglia, da sempre attiva ed attenta nel campo sociale, che è stata un ulteriore stimolo alla mia attività politica

Quindi la politica non è stata una scelta ma una evoluzione del percorso?

Certo che si. Quando militi in un partito capisci, comprendi e, soprattutto tocchi con mano le problematiche delle persone ed allora la politica diventa impegno sociale finalizzato a lavorare per migliorare le cose.

Prima di questa nostra chiacchierata ho girato un po’ per Rocca Priora.
La “vox populi”, la piazza diciamo, mi parla di te come una persona capace di ascoltare e poi realizzare, dare consistenza a quelle parole ascoltate.
Spiegami un po’ …

Davvero? – risponde con estremo entusiasmo – mi fa piacere perché è l’ulteriore riprova di quella che è la mia Storia ed il mio modo di essere che nasce proprio dalla mia innata voglia di ascoltare le storie delle persone, le loro esperienze ed empatizzare con la comunità che mi onoro di rappresentare.

Mi piace dare risposte concrete dopo avere ascoltato e capito.
Tutto ciò diventa, per me, il valore aggiunto al mio agire politico.
Ho avuto il privilegio di porre in essere tutta una serie di progetti realizzati proprio grazie a questo approccio: dal Teatro delle Fontanacce nato dall’impulso realizzato della comunità roccapriorese e realizzato grazie al grosso impegno di Massimo e Luciana Frazzetto passando poi al Museo Benedetto Robazza che fu la realizzazione di un sogno condiviso da molti che io, allora assessore alle Politiche Sociali e Culturali ebbi l’onore di far nascere con l’aiuto, il sostegno, i consigli, la grande generosità di Luciana Vinci e dello stesso maestro Robazza.
Il Narciso un progetto che veniva dal basso e dall’unione di tutte le associazioni locali e che divenne un punto di riferimento dell’associazionismo stesso.

E poi mi hanno raccontato la tua dedizione completa alla scuola Materna comunale gratuita.

E si! Uno dei progetti che resta vivo nel mio cuore di mamma.
Qui ci fu la spinta con in aggiunta la necessità raccolta dalle famiglie, dalle mamme roccaprioresi. Come ti ho già detto la volta precedente capimmo e toccamo con mano proprio le difficoltà delle neomamme lavoratrici a tornare al lavoro. Coniugare l’essere mamma al proprio lavoro diventa difficile se noi “politica” non mettiamo in campo gli strumenti necessari tali per consentire loro di tornare a riprendersi quello spazio lavorativo conquistato, tante volte, con estrema fatica.

Domanda cattivella: hai parlato di “campo largo di idee condivise”. La lista Fare Rocca Priora è un, passami il termine, laboratorio politico che va dal Pd a FdI … ma Elly lo sa?

(e qui prima sorride ma poi con molta serietà risponde) Massimiliano io sono profondamente di sinistra, non solo sono da sempre impegnata in politica e sempre dalla stessa parte e da generazioni, sono iscritta alla Cgil ma quando ho la possibilità mi sono sempre impegnata per i temi storicamente legati alla cultura di sinistra come la scuola pubblica e per tutti, l’inclusione sociale ed il sostegno alle fragilità.
Ed in più ti aggiungo che nel territorio lavoriamo sui programmi, come sempre d’altronde.
Il Pd allargò il campo già nel 2009 con il progetto civico e amministrativo Viva Rocca Priora che favorì 10 anni di buon governo e grande stabilità cn Damiano Pucci sindaco che allora proveniva da un’esperienza di centro destra con l’UdC.

Nulla di nuovo dunque.

Quindi buone idee e capacità di realizzarle al servizio della comunità?

Certo che si. Poi alle persone interessa cosa faremo per loro e io di quello ti voglio parlare

Non ti nascondo che questo tuo approccio alla Politica, con la P maiuscola mi piace assai ma ora viene il meglio: cosa vuol lasciare alla tua città?

Mi impegnerò a restituire a Rocca Priora un asilo nido implementando maggiormente i servizi all’infanzia comunali e questa sarà un’opportunità per le famiglie ma creerà anche un importante indotto lavorativo.
Con la squadra di governo lavoreremo molto sul tema della disabilità e dell’inclusione a tutti i livelli riservando una quota di bilancio comunale per sostenere chi non ce la fa.

Federica se hai dato una occhiata alle altre mie interviste sai che sono solito chiudere con due sogni da realizzare con la “famosa” bacchetta magica.
Che sogno vuoi per la tua famiglia? E che sogno vuoi realizzare per la tua città?

Sono una donna molto concreta e per Rocca Priora vorrò lavorare, durante questo mandato, alla realizzazione di due strutture che la comunità attende da tempo:
una casa della musica e delle arti per restituire una struttura alla nostra realtà bandistica che è un’eccellenza regionale e per tutti quelli che fanno cultura sul territorio e una palestra per le Scuole Medie da utilizzare anche per le attività pomeridiane.
Nonostante l’altezza
– sorride – devi saper che sono stata un’accanita pallavolista e non abbiamo mai avuto una palestra che potesse ospitare un campo regolare.
Per la “Federica bambina” ma per molte delle mie colleghe sportive era una sogno poter avere un palestra adeguata. Lavorerò per realizzare questo.

Ho letto serenità negli occhi di Federica durante tutta questa intervista. L’immagine che mi lascia è di una donna energica ma che riesce ad emozionarsi di fronte alle piccole cose e questo suo profondo legale con Rocca Priora si tocca profondamente.
Grazie ancora …

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Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.



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