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IL DOSSIER SU COTRAL PUBBLICATO A SETTEMBRE DEL 2014 DAL NOSTRO GIORNALE
di Maria Pace
ROMA – Nomi insospettabili tra i cinquanta indagati nell’inchiesta sulla truffa nella manutenzione dei bus Cotral le cui indagini sono iniziate nel 2014 a seguito di una denuncia dell’amministratore delegato Vincenzo Surace.
Per adesso è finito in manette il 55enne Mauro Valentini, titolare di una ditta di Ladispoli anche se i pm Stefano Fava e Letizia Golfieri avevano chiesto l’arresto per 15 persone. Lo scandalo sta nel fatto che i mezzi hanno circolato con freni rotti e a rischio incendio a causa di lavori mai fatti, ricambi non originali, false attestazioni: un maxi raggiro operato grazie alla complicità tra alcuni operai e dirigenti, e i vertici delle società appaltatrici.
E i reati sono gravissimi: dalla truffa aggravata ai danni dello Stato alla frode in pubbliche forniture, dall’abuso d’ufficio al falso, alla turbativa d’asta, al favoreggiamento, con l’aggravante di aver messo a rischio la sicurezza dei trasporti pubblici. Ben 57 episodi illeciti in due anni.
Tra i vertici, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ci sarebbero Pasqualino Siggillino, responsabile della manutenzione, e Giovanni Libanori – oggi consigliere di maggioranza presso il Comune di Nemi e Consigliere della Città Metropolitana di Roma Capitale – che dal suo posto nel Cda consigliava all’imprenditore Carlo Graziani come sfuggire a una penale da tre milioni di euro per consegne in ritardo.
E pensare che Sigillino è stato mandato a casa con una buona uscita di 200 mila euro di soldi pubblici che potevano essere risparmiati perché non erano dovuti. Proprio Sigillino era colui che si occupava dell’affidamento a terzi dei servizi di manutenzione meccanica (manodopera e ricambi) degli autobus appartenenti alla flotta Cotral Spa.