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Alle Tenute di Al Bano Carrisi si accendono i riflettori sulla VI edizione del premio “Giuseppe Fasano”

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L’edizione 2022 vedrà, dunque, rinnovarsi l’appuntamento nella stessa location dello scorso anno

Al via la sesta edizione del Premio Internazionale “Giuseppe Fasano” – Grottaglie Città delle Ceramiche. L’appuntamento è fissato per lunedì 19 settembre alle Tenute di Al Bano Carrisi a Cellino San Marco.

A poche ore dal via questa VI edizione del Premio Internazionale “Giuseppe Fasano” –Grottaglie Città delle Ceramiche – può ritenersi già un successo per tantissimi motivi. Già lo scorso anno, infatti, il “Premio”, che l’organizzatore Giuseppe Fasano dedica al padre Nicola, fu tenuto proprio nella Tenuta del noto artista Al Bano Carrisi a Cellino San Marco. Fu un successo di partecipazione, ma fu soprattutto un successo per il circuito culturale e giocoso che riuscì a sviluppare. Non si ricorda un solo momento in cui i numerosi partecipanti distolsero l’attenzione da ciò che accadeva intorno a loro. Il commento finale fu: “Ma è già finito?”, espressione che da sola esprime la piena soddisfazione di chi fu presente all’evento e che alcuni pensavano dovesse essere un fatto sporadico.

Ma così non è perché le prime cinque edizioni svolte hanno scritto solo il capitolo d’esordio di un premio che certamente, anno dopo anno, saprà trovare nel dinamico promotore e organizzatore Giuseppe Fasano, un autentico “vulcano”, colui che saprà mettere in evidenza le peculiarità di un’azione artistico-culturale iniziata dal padre Nicola e portata avanti dai diretti discendenti. La famiglia Fasano, ricordiamo, si tramanda l’arte della lavorazione della ceramica dal 1620, quindi ha superato il quattrocentesimo anno di vita.


Chi ha conosciuto in vita Nicola Fasano, scomparso già da qualche anno, ne parla come di un artista vero, autentico figlio grottagliese, e vero maestro su un duplice fronte. Il primo è stato quello della trasmissione dell’arte ceramica ai figli e ad altri ceramisti, ma ha anche voluto, e saputo, dialogare con migliaia di studenti non soltanto grottagliesi ma di tutta la provincia ionica che chiedevano di visitare il suo laboratorio per vedere plasmare l’amorfa argilla che, magicamente, acquistava forme e figure di grande fascino.


Chi lo ha conosciuto nel suo storico laboratorio, oggi ritorna volentieri, non soltanto perché il figlio Giuseppe è il degno continuatore della tradizione ceramistica dei Fasano, ma anche per quel clima di grande raccoglimento che il sito offre. Guardando i forni e i resti archeologici di una zona che sfida i secoli, sembra ancora aleggiare la figura ieratica di Nicola Fasano.
Il Premio “Giuseppe Fasano”, in linea con i suoi obiettivi, si caratterizza per la presenza di personaggi la cui esperienza di vita e professionale può costituire ispirazione ed esempio per la comunità.

L’edizione 2022 vedrà, dunque, rinnovarsi l’appuntamento nella stessa location dello scorso anno, le Tenute di Al Bano Carrisi a Cellino San Marco. Cento ettari che parlano di lui, del legame che il cantante ha con la terra e con la natura, della sua storia familiare ed artistica. Nel parco di questa casa da lui stesso disegnata, l’artista si è ricavato degli spazi tutti per sé, sentieri nei boschi, laghetti, collinette come piccoli eremi per la meditazione. A casa Carrisi i cavalli circolano liberi e a rendere unico il posto c’è anche un ulivo cavo di oltre 900 anni. La scelta della location da parte dell’organizzazione del Premio non è stata casuale ma dettata anche dalla pluridecennale amicizia che lega Giuseppe Fasano al maestro Albano.


Il comitato organizzatore del Premio Internazionale “Giuseppe Fasano” è composto dal maestro Albano, dall’organizzatore Giuseppe Fasano, dal prof. Francesco Schittulli, dal già questore e prefetto Francesco Tagliente, dalla giornalista Agata Battista e dalla principessa Fabrizia Dentice di Frasso. Per il resto dobbiamo aggiungere che quest’anno, oltre alla attesa “laudatio” del prof. Francesco Lenoci dal titolo “La Puglia è uno stato d’animo bello e buono…”, vedranno alternarsi sul palco le esibizioni della band “Orchestra Mancina”, del
cantante Michele Cortese e del duo comico Boccasile&Maretti (Carlo Maretti e Max Boccasile).

Tra i premiati ci saranno personaggi del mondo della cultura, dell’imprenditoria, del commercio e della società rappresentata dalla magistratura, dal mondo della sanità e dal volontariato; personaggi che a livello nazionale ed internazionale stanno scrivendo una importante pagina della nostra storia.

Verranno, quindi, consegnati premi e menzioni alla scrittrice Catena Fiorello, al modello di Armani Fabio Mancini, alla creatrice di Lolita Lobosco Gabriella Genisi, al fondatore di ‘Inchiostro di Puglia’ Michele Galgano, al giornalista e scrittore Pino Aprile, al medico-scrittore Roberto De Castro, al già colonnello dei Ros Angelo Jannone e, ancora, al direttore de lo Jonio e Adriatico Pierangelo Putzolu, al direttore di Antenna Sud, Gianni Sebastio, alla professoressa Nathalie de Kernier con il padre, l’ambasciatore Baudouin de la Kethulle, agli imprenditori Roberto Burdi, Pietro Casamassima, Paolo Colombo, Giangrazio Di Rutigliano e Maria Grazia Campanile (Geopharma), alla scrittrice Mina Micunco e alla presidente di Fasano Selva, Laura De Mola. Un riconoscimento, infine, verrà consegnato all’assessore alla Cultura del Comune di Taranto, Fabiano Marti.


La serata sarà presentata dalla giornalista, e volto di Telenorba, Maria Liuzzi. L’organizzazione ha inteso ringraziare i partner dell’evento: le aziende Comes Sposi Couture di Vito Comes e Barbara Barbaro, Fedra Couture stilista, Barbara Screti make up artist e Diva Parrucchieri.
L’appuntamento, pertanto, lunedì 19 settembre alle ore 19 presso le Tenute di Albano
Carrisi, contrada Bosco, a Cellino San Marco. L’ingresso è previsto esclusivamente con invito e limitato per la normativa sulla sicurezza.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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