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Metropoli

Anguillara, stazione nel degrado e atti vandalici in aumento. È allarme

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Ormai è sempre più evidente lo stato di degrado in cui si trova la stazione di Anguillara. A segnalare le criticità sono gli stessi utenti che frequentano la stazione. Laura scrive sul gruppo Facebook del territorio: «Macchinette rotte, porta di ingresso smontata, bottiglie vuote sparse, sporcizia e degrado. Aspettare il treno in una sala d’aspetto più decorosa sarebbe meglio per tutti. (Questa la situazione trovata venerdì sera)». Le criticità sono estese.

Crescono gli atti vandalismo e furti di marmitte nella provincia a Nord di Roma con particolare concentrazione ad Anguillara dove vicino la stazione bucano le gomme alle auto o rubano direttamente dei pezzi. Oltre ai disagi dei viaggiatori in balia con i ritardi e una ferrovia, la Fl3 che aspetta da sempre il raddoppio dei binari ci si mettono anche i ladri e i vandali che approfittano della permanenza delle auto in sosta spesso dal mattino presto al tardo pomeriggio per colpire indisturbati.

Ma non è tutto anche gli atti vandalici sono all’ordine del giorno e non solo alla stazione ma anche nelle scuole se pensiamo all’ultimo raid di vandali nella scuola elementare di Monte le Forche ad Anguillara. Non è il primo ma il quarto nel giro di un mese.

Sono state imbrattate le mura con feci e urina, devastati i quaderni dei bambini e alcuni arredi nelle aule, rubato un monitor, rotto un distributore di bibite. Si tratta di atti vandalici fatti presumibilmente da un gruppo di ragazzi che si sono divertiti a danneggiare il plesso

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Metropoli

Carpineto Romano, fine di un incubo: arrestato dopo dieci anni di violenze domestiche

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Dopo anni di soprusi, una donna trova il coraggio di denunciare il marito per maltrattamenti e persecuzioni. Il Tribunale di Velletri emette l’ordinanza di custodia cautelare: l’uomo finisce in carcere

Dopo oltre dieci anni di sofferenze e vessazioni, una donna di Carpineto Romano ha trovato la forza di denunciare il marito per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. La denuncia è stata presentata lo scorso 20 ottobre presso la Stazione dei Carabinieri locale, e ieri pomeriggio, grazie a un rapido intervento delle autorità, per il 49enne carpinetano accusato di violenza domestica si sono aperte le porte del carcere di Velletri.

La vicenda, come ricostruito dai Carabinieri, è segnata da anni di abusi psicologici e fisici. La donna ha raccontato di un comportamento aggressivo e controllante, caratterizzato da urla, schiaffi, spintoni, oltre a una costante imposizione sulle spese familiari. Gli episodi di maltrattamento sarebbero proseguiti per più di un decennio, secondo le dichiarazioni della vittima, fino al momento in cui, con grande coraggio, ha deciso di lasciare l’abitazione coniugale, trasferendosi con la figlia a casa dei suoi genitori.

Dopo la separazione, l’escalation delle minacce e degli atti persecutori non si è fermata. L’uomo, incapace di accettare la rottura, ha intensificato le sue azioni di controllo e intimidazione, passando regolarmente sotto l’abitazione della donna e inviando minacce tramite telefonate e messaggi vocali. Testimoni dell’accaduto e messaggi inquietanti sono stati raccolti dai Carabinieri, fornendo prove concrete al Tribunale di Velletri, che ha ritenuto necessaria la custodia cautelare in carcere per il 49enne, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica.

Questo caso è l’ultimo di una lunga serie di interventi da parte dei Carabinieri di Colleferro nella lotta alla violenza domestica e di genere. Grazie a una collaborazione continua con l’Autorità Giudiziaria, sono stati presi provvedimenti efficaci per proteggere le vittime, garantendo loro una via d’uscita da relazioni distruttive e pericolose.

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Cronaca

Bracciano sottosopra: il cimitero monumentale racconta le sue storie

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Un percorso innovativo tra storie e ricordi con supporto multimediale: sabato 2 novembre inaugurazione con concerto e lettura dei Sepolcri

La storia di Bracciano prende vita in un luogo solitamente silenzioso: il cimitero monumentale. Con il progetto “Bracciano sottosopra”, i visitatori avranno l’opportunità di esplorare un percorso sonoro unico che intreccia storie, memorie e sacrifici locali, immersi tra il verde e il sacro. Grazie a un innovativo sistema di QR Code e all’app Loquis, gli utenti potranno ascoltare storie geolocalizzate, che presto saranno accessibili anche dal sito del Museo civico.

Realizzato dal Museo civico di Bracciano insieme all’associazione Ti con Zero, il progetto è stato reso possibile dal sostegno del Comune di Bracciano e della Città Metropolitana di Roma. Tra i racconti, emergono vicende significative come quella di Udino Bombieri e i ricordi di Nerina, oltre a testimonianze sul Famedio e la Società Operaia di Mutuo Soccorso.

L’inaugurazione ufficiale si terrà sabato 2 novembre alle ore 11 presso la chiesa del cimitero. Dopo un’introduzione a cura dell’assessore alle Politiche culturali, il pubblico potrà godere di un concerto dal titolo “Le Voyage”, con la flautista Monica Limongelli, l’arpista Ornella Bartolozzi e il soprano Sarah Agostinelli, che proporranno un viaggio musicale tra brani tradizionali inglesi e irlandesi, oltre a pezzi di Bach e Debussy. A seguire, l’attore Gianpiero Nardelli interpreterà i celebri “Sepolcri” di Ugo Foscolo, dando voce alla potenza dei versi che celebrano la memoria. Il direttore del Museo civico e Fernanda Pessolano concluderanno la presentazione, guidando i partecipanti alla scoperta del percorso sonoro.

L’evento è gratuito e aperto a tutti, un’occasione imperdibile per immergersi nelle storie e nei suoni che rendono unico questo angolo di Bracciano, dove memoria e cultura si fondono nel rispetto di un luogo di grande valore simbolico.

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Castelli Romani

Conflitti d’interesse e influenze familiari: il sistema Romagnoli nel Lazio

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Le vicende singolari di Carlo Romagnoli, figura di spicco nella Banca Popolare del Lazio, sembrano avere lo stesso tenore di quelle di suo figlio, Efrem Romagnoli, ex presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Latina.

Carlo Romagnoli è stato coinvolto in polemiche riguardanti conflitti d’interesse legati alla sua posizione nella Banca Popolare del Lazio, complicando ulteriormente la sua reputazione. Mentre Efrem è stato appena condannato per l’indebita assegnazione dello stabilimento Belvedere a Nettuno, un caso che ha sollevato interrogativi sulla gestione degli appalti e sull’influenza che le famiglie locali esercitano in ambiti professionali e giuridici.

Efrem Romagnoli ha ricoperto un ruolo predominante nell’Ordine dei Commercialisti per anni, consolidando una sorta di “feudo” familiare in un’area già notoriamente influenzata da reti di potere.

Dopo la sua presidenza, la sorella Raffaella ha preso il testimone, diventando la prima donna a guidare l’Ordine dei Commercialisti di Latina, il che evidenzia la continuità della presenza della famiglia in posizioni chiave. Questo legame familiare non solo solleva domande su un sistema con dinamiche che ricordano gli eredi al trono di sua maestà, ma evidenzia anche l’importanza di comprendere come le reti professionali e familiari possano influenzare le decisioni politiche e giuridiche in un contesto locale già critico.

In aggiunta, la presunta connessione tra Efrem Romagnoli e il giudice Lollo, noto per le sue controversie, alimenta sospetti su possibili collusioni all’interno del sistema giudiziario di Latina, dove i Romagnoli hanno accumulato innumerevoli incarichi. Questo scenario pone una questione cruciale: fino a che punto le dinamiche familiari possono influenzare la giustizia e la trasparenza in un territorio già segnato da scandali?

La situazione solleva interrogativi sul futuro della Banca Popolare del Lazio e sull’integrità delle istituzioni professionali e giuridiche locali, creando un quadro complesso di relazioni e responsabilità che merita un attento scrutinio. La vicenda Romagnoli non è solo una questione personale, ma riflette una più ampia rete di potere che coinvolge il settore bancario e il sistema giudiziario della provincia di Latina. Del resto, spesso per mantenere buoni gli equilibri, vige ormai una sorta di pratica consolidata delle assunzioni dei figli di personaggi chiave del mondo politico finanziario e giudiziario.

Ma chi è Carlo Romagnoli? È il padre di Efrem che è stato appena condannato e (in pratica Efrem curatore della confisca dello stabilimento balneare di Nettuno Belvedere, Efrem Romagnoli, sottratto in via definitiva a Fernando Mancini, è stato condannato dal Tribunale di Velletri per l’assegnazione dell’area demaniale, senza il consenso dello Stato ad un gestore di origine Campana. Il curatore, oltre alla condanna con sospensione della pena è stato condannato al pagamento di una multa di 1800 euro circa ed è stato rimosso dall’incarico della gestione dei beni di Mancini passati allo Stato) ha avuto un ruolo di rilievo nella Banca Popolare del Lazio, ricoprendo la carica di Presidente del Collegio Sindacale. Poi dopo alcuni fatti che lo hanno visto indagato c’è stato il passaggio di testimone da Carlo Romagnoli, ex presidente del Collegio Sindacale della Banca Popolare del Lazio, a sua figlia nel consiglio di amministrazione. Una mossa che ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’equità della governance all’interno dell’istituto. Romagnoli, che ha guidato il Collegio per oltre due decenni, si è dimesso nel 2023, lasciando aperta una posizione strategica, mentre la banca affrontava polemiche per possibili conflitti di interesse. La nomina di sua figlia, che ha seguito le dimissioni di massa di alcuni membri del consiglio, è stata interpretata da alcuni come una mossa per mantenere il controllo familiare all’interno della banca, attirando critiche sull’assenza di una gestione indipendente e trasparente.
Le sue dimissioni sono state annunciate dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, Edmondo Maria Capecelatro, che ha ringraziato Romagnoli per il suo lungo servizio.
Inoltre Romagnoli e Giancarlo Natalizia della Natalizia Petroli, società cliente della BPl, non hanno brillato per dichiarazioni di conflitti d’interesse.

I collegamenti tra Carlo Romagnoli e Giancarlo Natalizia all’interno della Banca Popolare del Lazio hanno evidenziato infatti conflitti d’interesse legati alle posizioni occupate da entrambi e alle loro relazioni di affari. Romagnoli, presidente del Collegio Sindacale, ha supervisionato il lavoro del consiglio di amministrazione mentre Alessandro Natalizia, figlio di Giancarlo Natalizia (figura di spicco nella banca e presidente della Natalizia Petroli), è stato socio e amministratore della stessa Natalizia Petroli. Questo legame si è complicato ulteriormente quando Alessandro ha assunto posizioni in banca, sollevando dubbi sul conflitto d’interessi per la supervisione incrociata delle loro attività, vista anche la storica presenza della Natalizia Petroli come uno dei principali clienti della banca.

E non è una novità che le dinamiche interne alla banca sono state ulteriormente esacerbate quando la figlia di Romagnoli è stata inserita nelle liste per il Consiglio di amministrazione, una mossa che secondo alcune fonti sembra aver avuto il doppio intento di soddisfare requisiti di rappresentanza di genere e al contempo preservare l’influenza delle famiglie Romagnoli e Natalizia all’interno della struttura di governance della banca. Le preoccupazioni riguardo alla trasparenza e al controllo reciproco hanno suscitato critiche esterne, complicate anche dalle dimissioni di massa dell’amministrazione della banca.

Queste connessioni e il delicato equilibrio di potere tra le famiglie suggeriscono che i conflitti d’interesse nella gestione della banca vadano oltre semplici legami professionali, con implicazioni che potrebbero influenzare anche le scelte strategiche dell’istituto. Un istituto che storicamente chiude il bilancio in attivo ma che clamorosamente invece quest’anno ha chiuso il bilancio in perdita e questo ha implicato la mancanza distribuzione di premi di produzione al personale, riducendo il loro incentivo economico e influenzando negativamente il morale dei lavoratori. Inoltre, le riserve patrimoniali della banca potrebbero rischiare di essere intaccate per coprire le perdite, riducendo la capacità della banca di investire o offrire nuovi servizi.

Questi fatti rischiano seriamente di compromettere la fiducia dei soci e dei clienti, oltre a ridurre la competitività sul mercato.

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