Anthony Peth, conduttore del programma settimanale della rete Mediaset La5” Trend”, affiancato da due opinioniste fisse d’eccezione, Silvana Giacobini e Francesca Rocco, sara ospite alla trasmissione di Chiara Rai“Ci vediamo a via Veneto” il salotto della dolce vita, reso celebre anche dagli scatti del King of Paparazzi Rino Barillari.
L’intervista andrà in onda alle ore 18 di questo sabato 7 marzo dall’Harry’s Bar: il salotto della “Dolce Vita”
La conduttrice e giornalista Chiara Rai ha anticipato che Anthony
Peth ha accettato farsi intervistare nell’esclusivo salotto di via Veneto. È da
qualche tempo ormai che Chiara Rai incuriosisce il pubblico con nuove pagine di
cultura e attualità. A fare salotto sono grandi personaggi, dal mondo delle
istituzioni a quello dello spettacolo, che segnano la storia del nostro Paese.
Si tratta di interviste che solletichano la curiosità e la
voglia di conoscere episodi ancora inesplorati dei personaggi che siedono nel
salotto esclusivo romano. Una chiacchierata informale che prova ad aprire nuovi
scenari in tema di attualità.
La location è sicuramente esclusiva: il prestigioso salotto
dell’Harry’s Bar di Pietro Lepore, nel cuore di Roma.
Il locale più famoso della via della Dolce Vita, strada
conosciuta in tutto il mondo per essere diventata espressione dei grandi film
d’autore e red carpet di attori, registi italiani e celebrità che, anche grazie
agli scatti del King dei Paparazzi Rino Barillari, si sono affermati nel
panorama internazionale nonché centro di attività legate al cinema e alla
cronaca rosa d’eccellenza.
La ricetta delle interviste è semplice ma virale: ospiti
variegati che provengono da diverse realtà. La parola d’ordine è conoscere e
curiosare per acquisire notizie dietro l’angolo.
“Ci vediamo a via Veneto” è nata dall’idea di un gruppo di
giornalisti che intendono far parlare con maggiore intensità una strada che ha
regalato a Roma e al mondo tante emozioni.
Per il servizio in onda dalle ore 18 di sabato 7 marzo è dunque
atteso il poliedrico, simpatico e travolgente Anthony Peth, sardo di origine
che fieramente mantiene anche in tv il suo accento isolano.
Il conduttore parlerà
di sé, svelando anche qualche segreto e sogno nel cassetto. Lo show che
conduce su La5, racconta elle ultime tendenze lifestyle. Il programma sta
avendo un grande successo di ascolti grazie alle grandi capacità comunicative
Anthony e delle sue punte di diamante Silvana
Giacobini e Francesca Rocco. Il conduttore, prima di approdare a Trend, si è occupato
principalmente di cucina su La7, presentando per molti anni Gustibus.
Anthony Peth ha frequentato l’Università di Tor Vergata a Roma laureandosi in Lettere indirizzo
Spettacolo e Specializzandosi in regia con votazione finale di 110 e lode. Da
sempre sogna di fare il regista o conduttore televisivo, anche se il cinema lo
attrae molto. Vincitore del David di Michelangelo nella categoria Spettacolo
nel 2012, nel 2013 riceve un secondo David, conseguendo, con quest’ultimo
premio, un piccolo primato in quanto in 16 edizioni del David non è mai stato
assegnata per due volte consecutive l’ambita statuetta.
Fin dal periodo degli studi universitari iniziano le varie
esperienze televisive, prima la partecipazione come uno dei protagonisti del
programma “Voglia” di Maurizio Costanzo, poi video-assist alla regia per la
fiction “Boris” e da li in poi una lunga carrellata di esperienze televisive
sia come conduttore che come regista.
Immediatamente successivo alla vittoria del David, è stato
scelto come testimonial di una serie di campagne pubblicitarie come quella
della Federazione Nazionale sulla Sicurezza o la rappresentanza del Made in
Italy nel Mondo con la Mejor ItaExpo.
Fra le varie esperienze televisive in veste di regista
ricordiamo la fiction “Obiettivo Salvezza” prodotta da MamaFilm, scritta da
Simone Terranova protagonista nella serie con Matteo Branciamore, Ninni
Bruschetta, Fioretta Mari, Fabrizio Bracconeri, Andrea Roncato, Roberto
Ciufoli, Isabelle Adriani, Mario Cordova, Alessio di Clemente, Josafat Vagni,
Alessandro Borghi, Antonio Lange, Ciro Esposito e Claudia Galanti e la regia di
Spot pubblicitari e Videoclip Musicali. Fra le varie esperienze televisive come
conduttore ricordiamo il “Waka Show” , “Crazy”, “Tg..a chi?”e il reality
“Officina Moda e d’intorni” per la rete Sky. Di recente ha condotto il format
“Quelli che.. gli opinionisti” scritto da Gegia e Franco Bonafiglia per la rete
Gold. Attualmente al timone di “Ricominciamo da noi” , “Top Music” e
“Autodifesa” e alla regia del Sorridendo Film Festival presso Cinecittà Studios
e del Galà dell’arte per la Ricerca al Teatro Brancaccio.
Oltre ai David sono arrivati in due anni diversi
riconoscimenti nazionali:
Vincitore del premio Eccellenza al Talento Artistico
Emergente al Galà dell’arte, Vincitore del premio DocItaly della Regione Lazio
come “Giovane Promessa”, Vincitore del Premio “Domenico Aliquò” 2013 come
Professionista dello Spettacolo, Vincitore del premio “Rivelazione Televisiva
dell’anno” al Galà dei Cittadini del Comune di Roma, Vincitore del premio
“Eccellenza nello Spettacolo e nella Comunicazione” dall’arma dei Carabinieri,
Onorificenza come “Ambasciatore Televisivo dello Spettacolo per la Sicurezza
Italiana”.
Una mostra attualmente in corso al MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma da dicembre a maggio prossimo, ripercorre la storia dell’idea progettuale di Alvar, Aino ed Elissa Aalto, caratterizzata da un’architettura e un design in armonia con le persone e il mondo circostante. Architettura, arte e design sono tutti interconnessi nel pensiero degli Aalto. Gli edifici progettati dallo studio di architettura del finlandese Alvar Aalto continuano a ispirare gli architetti di tutto il mondo; le idee di design degli Aalto possono essere viste in oggetti prodotti in serie in molte case, con diversi pezzi degli anni ’30 ancora in produzione oggi.
La mostra presenta 11 progetti edilizi completati dallo studio di Aalto nel corso della sua lunga carriera. L’allestimento sperimentale offre ai visitatori diversi modi per esplorare queste opere di fama mondiale. Nella visione di Aalto, architettura, arte e design sono parti inscindibili di un unicum. Edifici divenuti icone che influenzano gli architetti di tutto il mondo e oggetti di design che, anche grazie all’attenzione dell’azienda alla produzione di massa a basso costo, sono entrati nelle case di molte persone e sono ancora oggi in produzione. “La vera architettura esiste solo dove l’essere umano si trova al centro”, Alvar Aalto, 1958.
Sono esposti un numero considerevole di disegni originali provenienti dalle vaste collezioni della Fondazione Alvar Aalto. Oltre ai disegni, la mostra comprende documenti in prestito dal fondo documentario della Fondazione e oggetti, come vetri, mobili e apparecchi di illuminazione, dalla sua collezione di oggetti. Il prestito di quasi 250 oggetti per questa mostra è il più grande realizzato dalla Fondazione Alvar Aalto nel 2023.
La visita alla mostra può essere integrata con la lettura di un libro appena uscito in Italia, con un’eccellente versione di Nicola Rainò per l’editore Salani, una biografia visiva di Aino e Alvar Aalto. “Aalto nomina sempre le sue mostre e firma le sue opere con il nome di Aino e Alvar Aalto. Non è solo un gesto da gentiluomo mettere al primo posto il nome di tua moglie; fin dai primi anni di studio, la base del loro matrimonio solido e stabile è stata la collaborazione e la condivisione degli obiettivi. Al di là di questo, il loro vero segreto forse è il fatto che, pur essendo persone completamente opposte, erano allo stesso tempo anche uguali. Alvar Aalto è inquieto, esuberante, imprevedibile, così come Aino è sempre stato concentrato, diligente e riservato. È come se uscissero dal Kalevala. Meno male che attorno a un vulcano scorre ancora acqua.” ‘Aino e Alvar Aalto. Una storia di amore e architettura’, un libro del nipote dei due grandi architetti e designer che segue il dipanarsi di un progetto di vita che ha unito amore e lavoro, idee e genio.
La mostra è curata da Space Caviar.
Contemporaneamente alla mostra, e dal 27 febbraio 2024 al 24 marzo 2024, due film raccontano ed esplorano la vita e le opere dei maestri finlandesi dell’architettura e del design moderno. Dedicato a un’unica e straordinaria opera di Aalto – l’unica realizzata in Italia dall’architetto finlandese – il documentario di Roberto Ronchi e Mara Corradi, ‘Non abbiamo sete di scenografie – La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola’ va alla ricerca del prezioso e complesso progetto la cui realizzazione ha richiesto ben tredici anni, fino alla sua inaugurazione nel 1978 dopo la morte dell’architetto, ripercorrendo in parallelo le vicende sociali ed economiche che hanno caratterizzato la provincia di Bologna tra gli anni Sessanta e Settanta. AALTO di Virpi Suutari, invece, ci conduce in un incantevole viaggio attraverso i processi creativi e i progetti più iconici di Alvar e Aino Aalto tra Finlandia, Russia e Parigi, fino agli anni ’50, che aprirono una nuova fase nel lavoro di Alvar, segnata dalla perdita della prima moglie e successivo matrimonio con Elissa. Attraverso materiale d’archivio inedito e le testimonianze di amici e studiosi, il film ripercorre i momenti più significativi della vita di Aalto e la straordinaria progettazione riguardante la storia del modernismo.
Proiezioni:
Non abbiamo sete di paesaggi – La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola (2018 – 63′)
regia di Roberto Ronchi, Mara Corradi, lingua: italiano con sottotitoli in inglese, tutti i giorni, ciclo dalle 11:30;
AALTO (2020 – 103′), diretto da Virpi Suutari
lingua: finlandese con sottotitoli in italiano, realizzato da Fondazione In Between Art Film.
Informazioni sull’evento
14.12.2023–26.05.2024
MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma
La gestione di un’azienda sanitaria locale è un compito complesso e cruciale per garantire la fornitura di servizi sanitari di alta qualità alla comunità. In questo contesto, l’implementazione di pratiche innovative e sostenibili, supportate da ricerca e programmazione efficace, è fondamentale per affrontare le sfide attuali e future del settore sanitario.
La ricerca è il motore trainante dell’innovazione nel settore sanitario
Investire in ricerca scientifica permette di sviluppare nuove terapie, tecnologie diagnostiche e approcci terapeutici che migliorano la qualità delle cure e la salute complessiva dei pazienti. Ad esempio, la ricerca può portare alla scoperta di nuovi farmaci più efficaci, procedure chirurgiche meno invasive o dispositivi medici avanzati che ottimizzano i risultati clinici.
Integrare l’innovazione nella gestione di un’azienda sanitaria locale significa adottare tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza operativa, come sistemi di gestione elettronica delle cartelle cliniche, telemedicina e strumenti di monitoraggio remoto dei pazienti. Queste soluzioni non solo ottimizzano i processi interni, ma anche migliorano l’accesso ai servizi sanitari e la comunicazione tra pazienti e operatori sanitari.
Programmazione Efficace
Una programmazione efficace è essenziale per garantire l’allocazione ottimale delle risorse e la pianificazione strategica delle attività all’interno di un’azienda sanitaria locale. Ciò implica la definizione di obiettivi chiari, la valutazione delle esigenze della comunità, la previsione delle tendenze epidemiologiche e la pianificazione delle risposte a emergenze sanitarie.
Una programmazione oculata permette di identificare aree prioritarie di intervento e di assegnare risorse in modo equo ed efficiente, assicurando che i servizi sanitari soddisfino adeguatamente le esigenze della popolazione. Inoltre, una pianificazione a lungo termine consente di adattarsi ai cambiamenti demografici, tecnologici e normativi, garantendo la sostenibilità nel tempo dell’azienda sanitaria locale.
Sostenibilità
La sostenibilità è un imperativo etico ed economico per le aziende sanitarie locali. Essa implica non solo l’adozione di pratiche ambientali responsabili, ma anche la promozione di equità nell’accesso ai servizi sanitari, la gestione efficiente delle risorse e la creazione di un ambiente lavorativo sano e sicuro per il personale.
Integrare la sostenibilità nella gestione di un’azienda sanitaria locale comporta l’implementazione di politiche volte a ridurre gli sprechi, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse energetiche e idriche, l’adozione di pratiche di riciclo e il supporto a iniziative di mobilità sostenibile per il personale e i pazienti. Inoltre, promuovere l’equità nell’accesso ai servizi sanitari significa garantire che tutti i membri della comunità abbiano accesso a cure di qualità, indipendentemente dalla loro situazione economica, sociale o geografica.
Tirando le somme
La ricerca, l’innovazione, la programmazione e la sostenibilità sono pilastri fondamentali nella gestione di un’azienda sanitaria locale. Questi elementi non solo migliorano la qualità delle cure fornite ai pazienti, ma anche l’efficienza operativa e la sostenibilità economica dell’organizzazione nel lungo termine. Investire in queste aree è essenziale per affrontare le sfide emergenti nel settore sanitario e per garantire un sistema sanitario equo, efficiente e orientato al futuro.
L’arte pittorica e il jazz sono due forme espressive che hanno in comune la libertà creativa, l’improvvisazione e l’originalità. Non è quindi sorprendente che questi due mondi si siano spesso intrecciati, dando vita a collaborazioni e opere straordinarie.
Il rapporto tra arte pittorica e jazz ha radici profonde nella storia dell’arte moderna e contemporanea. Artisti come Jackson Pollock e Willem de Kooning nel corso del XX secolo hanno tratto ispirazione dal mondo musicale del jazz per creare opere che catturano il ritmo, l’energia e la vitalità di questa musica innovativa.
Il connubio tra arte pittorica e jazz è stato particolarmente evidente durante il movimento dell’espressionismo astratto negli anni ’50 e ’60, quando molti artisti erano attratti dal processo creativo dell’improvvisazione, simile a quello utilizzato dai musicisti jazz durante le loro performance.
Alcuni artisti, come Romare Bearden e Stuart Davis, hanno addirittura incorporato elementi musicali direttamente nelle loro opere, creando una sintesi unica tra suono e immagine. Altri, come Jean-Michel Basquiat, hanno sperimentato con materiali e tecniche pittoriche ispirate dalla libertà e dalla creatività del jazz, creando opere che vibrano di energia e movimento.
In tempi più recenti, artisti contemporanei come Mark Bradford e Julie Mehretu hanno continuato a esplorare le connessioni tra arte e jazz, utilizzando la musica come fonte di ispirazione per le loro opere astratte e immersive.
Il connubio tra arte pittorica e jazz non si limita solo alle opere d’arte
Spesso, le performance musicali di artisti jazz sono accompagnate da proiezioni di opere d’arte visive, creando un’esperienza multisensoriale in cui suono e immagine si fondono in un’unica forma di espressione artistica.
In conclusione, l’arte pittorica e il jazz sono due mondi apparentemente diversi, ma che in realtà condividono molti elementi fondamentali. Il connubio tra queste due forme artistiche è un mix vincente che continua a ispirare artisti e spettatori in tutto il mondo, dimostrando che la creatività e l’innovazione possono fiorire quando si lascia spazio alla libera espressione artistica.