Palermo, animalisti sul piede di guerra: stop ai trasferimenti dei cani dopo vertice in Procura

 

di Paolino Canzoneri

 

PALERMO – Sono giorni caldi questi ultimi nel capoluogo siciliano e una certa tensione fà breccia su una odiosa questione che impensierisce e sdegna tutti gli amanti degli animali e anche chi, tutto sommato, è abiutato a fare "spallucce" per tutto quello che concerne la sorte del randagismo cittadino. Importanti lavori di ristrutturazione devono essere compiuti a via Tiro a Segno e via dei Picciotti. Da molti anni la struttura divenuta canile municipale era adibita all'accoglienza e cura dei randagi in attesa di un padrone.
 
Scaduta la convenzione tra il Comune e l'associazione che gestiva il canile, i lavori in attesa da un tempo lunghissimo circa 4 anni, oggi trovano un riscontro di attuazione e questo comporterà per 94 cani ancora senza padrone ad un trasferimento forzato all'ex mattatoio dove voci insistenti temono una "fine forzata" che ha dello scandaloso. La prefettura di Palermo si è riunita più volte per trovare una urgente soluzione per consentire l'adozione dei cani presso altre strutture italiane e la faccenda è diventata un caso a livello nazionale perchè ha scosso animalisti da tutta Italia.
 
Il nuovo vertice in prefettura non ha intenzione di chiudere la pratica e voltare le spalle al destino crudele e assurdo che incombe sui cani e la Regione, presente al vertice, ha intenzione di effetturare urgenti accertamenti sulle strutture di destinazione dei cani. Ragusa in primis con l'associazione Aivac di Scicli che ha adottato 40 cani con incentivo di 480 euro per singolo animale.

Il sindaco Leoluca Orlando in una conferenza a Palazzo delle Aquile ha commentato: "Abbiamo a cuore il bene degli animali e speriamo che le richieste di adozione arrivate fino ad ora e quelle che eventualmente arriveranno ci consentano di evitare di trasferire altrove i cani". La situazione è abbastanza incandescente e lunedi scorso alcuni animalisti hanno divelto i copertoni di furgoni della ditta che si dovrà occupare dei servizi di ristrutturazione del canile. Segni inequivocabili di tensioni nonostante dal 2013 l'amministrazione ha speso oltre 4 milioni di euro per il ricovero di 240 randagi presso altre strutture di cui 65 pure a Rimini ma la sistemazione sembra non sufficientemente risolta.

Il sindaco Orlando risponde di pugno alle polemiche piovute da più parti in questi giorni sui social: "Abbiamo predisposto una relazione dettagliata che sarà consegnata alla procura della Repubblica e intendiamo perseguire chi ci ha diffamato. E' singolare che quanti sono intervenuti, persino esperti, abbiano insinuato cose diffamatorie. E' fuori luogo parlare di vivisezione perche i cani randagi non possono essere utilizzati per la vivisezione. La tracciabilità dei cani del canile municipale è garantita e l'elenco è a totale disposizione della procura. La matassa deve essere sbrogliata a breve e i cani devono trovare una sistemazione congrua per le loro esigenze.  



Palermo, boom di presenze al Parco della Favorita

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Riappropriarsi e vivere uno dei parchi cittadini più belli d'Italia, è questa la primaria chiave di lettura che il sindaco del capoluogo siciliano Leoluca Orlando ha voluto dare per il nuovo piano di chiusura domenicale dell'immenso parco della Favorita. La città di Palermo ha risposto positivamente all'iniziativa oltre ogni previsione e si sono registrate oltre 15mila presenze nel parco fra podisti, ciclisti e passeggiate che hanno animato e riempito il parco sin dalle prime ore del mattino.
 
Un servizio di bus navette è stato attivato per tutto il giorno per consentire il raggiungimento delle zone opposte di interesse di tutto il parco e la Polizia Municipale, non senza difficoltà, ha saputo gestire l'enorme flusso di persone e di macchine ai lati del parco. Iniziative ludiche e spettacoli hanno arricchito la giornata grazie anche al comitato "Domenica Favorita" coadiuvato ed organizzato da Marco Lampasona con Nicola Tricomi e Fabio Corsini che hanno inscenato spettacoli coinvolgendo attori e persone presenti con il preciso obiettivo di sensibilizzare e valorizzare il parco quale preziosa e storica risorsa della città.
 
Riscoprire il fascino di uno spazio verde immenso che separa per pochi chilometri la città dal mare regalando sensazioni benevoli e sfruttando il grande polmone di ossigeno grazie a passeggiate rilassanti alla scoperta di un tesoro troppo a lungo non considerato a dovere. L'iniziativa ha avuto un riscontro e un successo senza uguali e il sorriso dei bambini e la felicità del correre liberi ne rappresenta prova inoppugnabile. Al parco presenti anche le famiglie dei candidati alle prossime elezioni a sindaco, e Ugo Fiorello, candidato del M5S ha sottolineato positivamente l'iniziativa aggiungendo che per perfezionare l'iniziativa appieno serve qualche provvedimento per la scrittura di un piano pubblico su vasta scala che abbia il coraggio di spingersi oltre questa iniziativa comunque ottima. Lunghe file per visitare la Palazzina Cinese, costruzione risalente al 1799 commissionata da Ferdinando IV che aveva acquistato la casa in stile cinese del barone Benedetto Lombardo.
 
Boom di visite anche per il vicino Museo Pitrè e a Villa Niscemi si potevano ammirare anche le 4 Coppe del Mondo vinte dalla Nazionale, appuntamento irrinunciabile per gli appassionati del pallone. Altre manifestazione hanno suscitato altrettanto interesse come la marcia di 150 podisti il cui ricavato servirà a finanziare la riapertura del parco Cassarà, altra risorsa preziosa della città e per l'acquisto di arredi per l'area ludica riservata ai bambini. Gli effetti di una Palermo che cambia e che valorizza i propri tesori sembra avviata e il boom di visite ne sono il giusto e meritevole risultato. 
 



Palermo, furti ad anziani con badanti complici: condannati 4 rumeni

 

Pao. Canz. 

 
TERMINI IMERESE – Condanna per 4 rumeni di una presunta banda che si sarebbe resa colpevole di furti con la complicità delle badanti. Anziani invalidi erano gli obiettivi principali per i colpi messi a segno a Messina, Cefalù, Campofelice di Roccella, Santa Flavia, Valderice, Lascari, Misilmeri, Sciacca fino a Marsala. Una ventina di furti interrotti dall'arresto avvenuto nel giugno del 2016. Ad oggi il Giudice del Tribunale Monocratico di Termine Imerese, Angelo Piraino ha disposto la condanna per Constantin Stancu di 36 anni alla pena di 4 anni di reclusione, Costantin Lioae di 34 anni alla pena di 4 anni e 20 giorni, Florin Niculae di 31 anni alla pena di 2 anni 6 mese e 10 giorni di reclusione e Adrian Dumitru Hinoveanu di 28 anni alla pena di due anni un mese e 10 giorni. Gli indagati hanno scelto il rito abbreviato e alcuni hanno confessato il reato commesso. L'avvocato Fabio Trombetta chiamato ad assistere coloro che si reputano siano i capi della banda Stancu e Lioae ha commentato che ricorrerà in appello. I componenti della banda erano residenti nei quartieri palermitani di Ballarò e Borgo Vecchio e la refurtiva sottratta si aggira intorno a migliaia di euro e veniva piazzata immediatamente ai ricettatori. Molti anziani vittime dei furti si fidavano delle bandanti e in un caso,  dopo 5 anni di servizi, la badante era riuscita in fiducia ad ottenere le chiavi di casa di un professionista che al suo ritorno aveva trovato la casa ripulita con un danno risalente a circa duecentomila euro.    



Palermo, false bollette energia elettrica: presa banda di truffatori a conduzione familiare

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Due anni e quattro mesi di reclusione; questa è stata la sentenza del processo a carico di Nicolò Regina, la madre Anna Giammarino, la sorella Carmela Regina e la moglie Veronica Rosa rei d'essersi spacciati per rappresentati di una finta azienda tedesca di erogazione di energia elettrica che sul territorio era in grado di garantire il servizio di fornitura a costi decisamente bassi, oltre il 30% in meno rispetto la media degli altri gestori.
 
Il raggiro ha coinvolto almeno 150 persone prevalentemente scelte dai truffatori tra negozianti, commercianti ed artigiani convinti di poter abbattere i costi fiscali della quotidiana morsa fiscale che attanaglia il nostro paese. La banda avrebbe incassato almeno un milione e mezzo di euro grazie alle bollette false mandate ai raggirati che ignari pagavano la finta azienda tedesca con il risultato di diventare loro stessi morosi nei confronti dell'ENEL che continuava a fornire regolarmente il servizio di erogazione. Sei lunghi mesi di indagini della Guardia di Finanza coordinate dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Teresa Maligno partite da una denuncia di un negoziante seguita successivamente dalla denuncia dell'ENEL che nella truffa si è costituita parte civile assistita dall'avvocato Massimo Motisi al processo svolto con rito abbreviato dal gup Vittorio Alcamo.
 
La truffa sarebbe stata prevalentemente gestita dai coniugi Regina trasferitisi da poco tempo a Tenerife nelle Canarie mentre la madre avrebbe coperto il ruolo di curatrice delle transazioni bancarie e conti correnti e la sorella invece avrebbe mantenuto i contatti con i clienti che preferivano pagare in contanti e si sarebbe anche occupata di far volturare i contatori dei clienti che nel tempo divenivano morosi per evitare che l'ENEL procedesse al distacco dei contatori. La moglie Veronica Rosa si sarebbe invece occupata della fatturazione delle finte bollette che giungevano periodicamente ai clienti raggirati. In circa sei mesi di indagini della Guardia di Finanza la banda è stata posta agli arresti e processata con rito abbreviato con la condanna di due anni e quattro mesi.



Palermo: Consigliere di circoscrizione picchiato nella notte

 

di Paolino Canzoneri

 

PALERMO – Il consigliere della quinta circoscrizione Giovanni Tarantino nelle fila de I Coraggiosi di Fabrizio Ferradelli è stata vittima di una aggressione nella movida del centro città di sabato notte verso mezzanotte. A spiegare è il giovane politico che sui social ha denunciato il fatto: "Ieri, intorno a mezzanotte, mentre stavo tornando a casa, sono rimasto imbottigliato nel traffico nei pressi di Piazza Nascè. Fermo nel traffico, ho leggermente sfiorato una macchina che mi stava davanti. È stato un attimo e il tizio alla guida dell'auto che avevo sfiorato, ha aperto la mia macchina e ha iniziato a picchiarmi, colpendomi con pugni in faccia. Non ho reagito, sono riuscito soltanto a malapena a chiudere lo sportello e ad infilarmi nella corsia d'emergenza e, fra l'indifferenza generale di decine di automobilisti e passanti che hanno assistito alla scena, infine sono riuscito a scappare con la macchina. Purtroppo i traumi sono stati così forti che, oltre alla perdita di sangue, sono svenuto per qualche minuto dopo la fuga. Sono appena uscito dal pronto soccorso. Dopo una radiografia i medici hanno riscontrato una frattura scomposta delle ossa nasali e un versamento di sangue. Sporgerò denuncia per l'accaduto, ma quello che più mi fa male non sono i pugni, non sono le ossa rotte, non è l'occhio tumefatto, quello che più mi fa male è che nessuno si sia preoccupato neanche per un attimo di quello che stava accadendo". Stranamente il giovane Tarantino dopo essersi ripreso dalla perdita dei sensi non ha chiamato nè il 118 e neppure le forze dell'ordine e ha espresso l'intenzione di denunciare l'aggressione al suo avvocato la mattina successiva. I medici al pronto soccorso gli hanno riscontrato una frattura al setto nasale e un versamento non grave all'occhio destro. Prognosi di una ventina di giorni.
 
 



Ragusa, rifiuti e incivili: a Comiso multa e gogna mediatica sulle note de "I 3 porcellini"

P . C.

COMISO – L'inciviltà è una piaga che può essere combattuta non solo per vie legali come multe o more ma anche con quella che si può definire "pubblica gogna mediatica". Ed è proprio quello che è successo nella cittadina di Comiso nel ragusano dove il primo cittadino Filippo Spataro ha ritenuto efficace e "ammaestrativo" l'utilizzo della rete internet per "postare" un video-denuncia che ha ripreso il gesto palesemente incivile di alcuni cittadini ripresi con le classiche telecamere di videosorveglianza mentre abbandonano sacchetti della spazzatura e vari rifiuti ingombranti in strade divenute vere e proprie "discariche abusive". Alcune persone sono state identificate e dovranno pagare una multa salatissima di seicento euro. Il video pubblicato sul portale YouTube nel canale istituzionale mostra le immagini del misfatto con un sottofondo ad hoc scelto per evidenziare e sottolineare in una ottica di derisione e di pubblica gogna ovvero la musica "Siam tre piccoli porcellin" tratta dal capolavoro cinematografico a cartoni animati del 1933 "I tre porcellini". Una chiara derisione a fin di bene per evidenziare, qualora non fosse chiaro, che a volte spingersi oltre nel cercare vie più efficaci nella educazione civile "è cosa buona e giusta". Il Sindaco Spataro aveva già espresso la chiara intenzione di voler incoraggiare l'utilizzo della rete per iniziative che provassero a scuotere le coscienze. 
 
 



Nino Di Matteo alla Superprocura di Roma: ma non lascia il processo Trattativa Stato-Mafia

 

di Paolino Canzoneri

 

Il pubblico ministero Nino Di Matteo, con il massimo dei voti, passa alla Superprocura Nazionale Antimafia come vincitore di concorso e presto si trasferirà a Roma. Stessa promozione per i PM Maria Cristina Palaia, Francesco Polino e Barbara Sargenti. Una promozione e un trasferimento che consentirà comunque a Nino Di Matteo di proseguire il processo e dibattimento sulla trattativa Stato-Mafia; egli stesso ha commentato: "Io stesso ho chiesto al procuratore di Palermo e al procuratore nazionale antimafia l'applicazione per potere finire il processo sulla trattativa e anche qualche indagine collegata ala trattativa Stato-mafia, perché reputo questo un dovere. Io sono stato quello, con il dottor Ingroia che ha iniziato le indagini. Con i colleghi Tartaglia, Teresi e Del Bene abbiamo affrontato un percorso difficile, irto di ostacoli anche strumentalmente posti lungo il nostro cammino. Reputo doveroso tentare di concludere il mio sforzo. La mia non è una fuga, ma una scelta per potere continuare a occuparmi di mafia". Di fatto erano cinque i posti disponibili adesso occupati dai vincitori del concorso. Restano esclusi l'ex PM di Caltanissetta Luca Tescaroli che indagò sulla strage di Capaci e su Mafia Capitale; Alfonso Sabella e Teresa Principato che occuperà incarico di "sovrannumero" come procuratore aggiunto di Palermo che le spetta per l'aver superato gli otto anni di permanenza nell'incarico nel capoluogo siciliano.
 
Una disposizione e un quadro deciso dal capo della DNA Franco Lo Voi che insieme al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti deciderà sull'applicazione di tale quadro investigativo al processo sulla Trattativa Stato-Mafia la cui conclusione sembra prevista per il 2018. Riguardo il suo impegno nella Capitale che sarà operativo fra circa due mesi, Di Matteo stesso ha chiarito: "Di cosa mi occuperò a Roma lo deciderà il procuratore nazionale antimafia. La mia esperienza è maturata in Sicilia, sulle indagini e sui processi sulle stragi, sulle cosche siciliane e sui rapporti di Cosa nostra con la politica e le istituzioni. Spero che la mia esperienza possa essere utile anche al nuovo ufficio". Sulla promozione il commento di Nino Di Matteo è chiaro: "Veti istituzionali impedirono la mia nomina. La mia scelta non è quella di una resa. Ho fatto la domanda per andare alla Procura nazionale antimafia per cercare di continuare a dare un contributo nella lotta a Cosa nostra. Non è facile dopo 25 anni di impegno, con tutti i miei limiti, molto gravoso e totalizzante nelle DDA di Caltanissetta e Palermo, lasciare la Sicilia. La mia è stata una scelta dovuta alla consapevolezza che per continuare, in questo momento, ad impegnarmi nella lotta alla mafia dovevo cambiare ruolo e ufficio".
 
Due anni orsono la sua candidatura venne bocciata  e ricorse al Tar del Lazio ma lo stesso Di Matteo visse la vicenda come una sorta di "mortificazione ingiusta": "A prescindere dal valore altissimo dei colleghi che mi sono stati preferiti in altre circostanze resto convinto che in passato ci sia stato anche qualche veto, qualche pregiudizio. Probabilmente è accaduto che qualche alto esponente istituzionale abbia posto dei veti o abbia pressato perchè la mia domanda non fosse accolta. Questo è quello che penso: mi auguro che non sia accaduto, ma ho qualche elemento per ritenere che possa essere accaduto". Tracciando un profilo storico di Nino Di Matteo si evidenzia facilmente lo spessore e l'alta professionalità che lo ha sempre contraddistinto sin dai tempi della collaborazione dell'ex collega Antonio Ingroia nelle complesse indagini che portarono al processo per la mancata cattura del boss allora latitante Bernando Provenzano nel lontano 1995; come non ricordare  pochi anni prima quando Di Matteo stesso aveva messo a processo l'ex presidente della Regione Totò Cuffaro per i rapporti con cosa nostra. Nel 2013 il boss Totò Riina fu intercettato mentre parlava dal carcere a Milano-Opera di un possibile attentato a Di Matteo mentre nel 2014 il pentito Vito Galatolo rivelò che l'attentato era stato progettato dal superlatitante Matteo Messina Danaro, rivelazione ritenuta attendibile e che da quel momento pose il pm sotto la massima protezione con scorta e accompagnati da un dispositivo dla nome "bomb jammer" che neutralizza qualsiasi funzionamento di telecomandi nei percorsi blindati del PM.



Salvini contestato a Napoli: Quel che si semina si raccoglie


di Paolino Canzoneri

Quel che si semina si raccoglie. I comizi del leghista Matteo Salvini sono sempre accompagnati, soprattutto al sud, da scontri e dissensi non solo da parte di gruppi antifascisti e anarchici ma dalla gente comune che non dimentica affatto i trascorsi del lombardo nella sua ascesa a punto di riferimento della nuova destra radicale che prende piede nell'Europa più o meno unita. Se un politico viene rifiutato e accolto a pietrate un perché ci deve pur essere.

 

Salvini deve fare i conti con il suo passato dove opportunamente fece capolino all'interno della prima lega apertamente intollerante nei confronti del sud e altrettanto apertamente impegnata in utopie secessioniste che oltre a fare ridere coloro che hanno studiato un po' di storia d'Italia, appariva piuttosto come una sfida alla "Master Chef" fra la polenta o la cassoeula contro la caponata di melanzane o la pasta con le sarde. Insomma "robetta da cabaret" che poteva fare presa solo per ignoranti pressappochisti con una necessità fisica di sentirsi coinvolti nella scrittura di nuove pagine di storia del nostro paese. L'alleanza nel governo Berlusconi è stata poi la ciliegina sulla torta dove tutta la destra, estrema o meno, era raccolta in un governo che ha visto il suo apice con uno spread alle stelle e le casse ridotte ai minimi termini.

 

Un riassunto triste che parte proprio alla fine del longevo governo DC fra governi "pseudo" sinistroidi e narcisisti intenti all'autocelebrazione e alle lunghe chiacchiere inconcludenti senza concreti sforzi per gli italiani fino alla grande prese per i fondelli con i mille posti di lavoro, contratto con gli italiani ed altre fesserie la cui colpa degli italiani è stata quella del lasciarsi "abbindolare" al momento di scegliere il voto e pagare cara la malsana abitudine di votare chi promette favori o facilitazioni a prescindere dallo schieramento. Si paga il prezzo di una "maleducazione politica" che non ha niente a che spartire con le figure di certi statisti che nella storia del nostro paese hanno innalzato il valore politico fino ad elevarlo a pura disciplina istituzionale assoluta.

 

Quel che resta oggi sono certe "facce di bronzo" di certi politici che dopo aver "pascolato" con i maggiori responsabili del dissesto politico ed economico del paese, si trovano oggi a contestare coloro che prima erano fidati amici e stimati colleghi di alleanza. Matteo Salvini ad oggi conduce una politica basata sulla paura dell'emergenza umanitaria degli immigrati e durante i suoi comizi espone cartelli con il colore blu e il carattere identico a quelli usati da Donald Trump nella sua campagna elettorale, una scopiazzatura ad hoc per un "già visto" che la dice lunga sulla strategie messe in campo per fare presa sugli elettori con argomenti insistenti e continui sull'ipocrita distinzione fra immigrati regolari e non.


Chi da sempre è stato un razzista contro il sud e contro gli extracomunitari e che accoglie Casapound e tutto l'estremismo di destra non ha spazio al sud, non ha spazio nella storia di questo paese e sopratutto non è portatore sano di quei valori e quel sangue versato per tenerla unita. Ogni contadino sa' bene cosa semina e a fine stagione sa' bene cosa dovrà raccogliere. Napoli è solo una delle città che lo ha rifiutato e che lo rifiuta. L'italiano non dimentica e sa' bene che la becera ignoranza basata sul razzismo non avrà mai tolleranza e ascolto. Che se ne faccia una ragione.
 




Salvini contestato a Napoli. Quel che si semina si raccoglie

di Paolino Canzoneri

Quel che si semina si raccoglie. I comizi del fascista leghista Matteo Salvini sono sempre accompagnati, sopratutto al sud, da scontri e dissensi non solo da parte di gruppi antifascisti e anarchici ma dalla gente comune che non dimentica affatto i trascorsi del lombardo nella sua ascesa a punto di riferimento della nuova destra xenofoba che prende piede nell'europa più o meno unita. Se un politico viene rifiutato e accolto a pietrate un perchè ci deve pur essere. Salvini deve fare i conti con il suo passato dove opportunamente fece capolino all'interno della prima lega apertamente razzista nei confronti del sud e altrettanto apertamente impegnata in utopie secessioniste che oltre a fare ridere coloro che hanno studiato un po di storia d'Italia, appariva piuttosto come una sfida alla "Master Chef" fra la polenta o la cassuela contro la caponata di melanzane o la pasta con le sarde. Insomma "robetta da cabaret" che poteva fare presa solo per ignoranti pressapochisti con una necessità fisica di sentirsi coinvolti nella scrittura di nuove pagine di storia del nostro paese. L'alleanza nel governo Berlusconi è stata poi la ciliegina sulla torta dove tutta la destra, estrema o meno, era raccolta in un gruppo politico che non ha fatto altro che svuotare le casse d'Italia ed arricchirsi alla faccia dell'italiano raggirato e preso per i fondelli con le solite promesse e spot. Un riassunto triste che parte proprio alla fine del longevo governo DC fra governi "pseudo" sinistroidi e narcisisiti intenti all'autocelebrazione e alle lunghe chiacchiere inconcludenti senza concreti sforzi per gli italiani fino alla grande prese per i fondelli con i mille posti di lavoro, contratto con gli italiani ed altre fesserie la cui colpa degli italiani è stata quella del lasciarsi "abbindolare" al momento di scegliere il voto e pagare cara la malsana abitudine di votare chi promette favori o facilitaizoni a prescindere dallo schieramento. Si paga il prezzo di una "maleducazione politica" che non ha niente a che spartire con le figure di certi statisti che nella storia del nostro paese hanno innalzato il valore politico fino ad elevarlo a pura disciplina istituzionale assoluta. Quel che resta oggi sono certe "facce di bronzo" di certi politici che dopo aver "pascolato" con i maggiori responsabili del dissesto politico ed economico del paese, si trovano oggi a contestare coloro che prima erano fidati amici e stimati colleghi di alleanza. Matteo Salvini ad oggi conduce una politica basata sulla paura dell'emergenza umanitaria degli immigrati e durante i suoi comizi espone cartelli con il colore blu e il carattere identico a quelli usati da Donald Trump nella sua campagna elettorale, una scopiazzatura ad hoc per un "già visto" che rende ancora più ridicola tutta la sua campagna elettorale monotona e sempre basata sull'ipocrita  distinzione fra immigrati regolari e non. Chi da sempre è stato un razzista contro il sud e contro gli extra comunitari e che accoglie casa pound e tutto l'estremismo di destra non ha spazio al sud, non ha spazio nella storia di questo paese e sopratutto non merita alcun rispetto perchè palesemente ignorante sui valori della patria e sul sangue versato per tenerla unita. Ogni contadino sa bene cosa semina e fine stagione sà bene cosa dovrà raccogliere. Napoli è solo una delle città che lo ha rifiutato e che lo rifiuta. L'italiano non dimentica e sa bene che la becera ignoranza basata sul razzismo non avrà mai tolleranza e ascolto. Che se ne faccia una ragione.



Palermo, parco CassarĂ : si spalcancano le porte del Tribunale per i responsabili del disastro ambientale

 

di Paolino Canzoneri

 

PALERMO – Falso e disastro ambientale per l'inquinamento del Parco Cassarà a Palermo: questa l'accusa per burocrati, imprenditori e per il dirigente comunale del servizio Ecologia e Ambiente Roberto Giaconia.

L'udienza preliminare è stata fissata per il 27 giugno. Il Parco avrebbe dovuto rappresentare una "boccata d'ossigeno" per il capoluogo siciliano, in quanto situato in un'area fortemente cementificata, ma invece si è rivelato essere nient'altro che una gigantesca discarica sotterrata di materiale tossico, eternit e scarti di origine industriale, copertoni, plastica, piombo e tant'altro, coperta in superficie da un innocuo e ingannevole manto erboso sovrastante. Una vergogna incauta e pericolosa per la salute dei cittadini che da circa tre anni appare come l'ennesimo raggiro di una città che da sempre appare aggredita da tanti mali ma che prova a rialzarsi con tutte le proprie forze.


Era il 2011 quando si inaugurò il parco costato 11 milioni di euro con la gioia e la speranza di una positiva  sterzata verso tematiche relative all'ecologia e a spazi necessari per rassegne musicali e luogo di incontro e di reciproche interazioni sociali ma ben presto i primi forti temporali invernali del 2013 hanno fatto pian piano emergere una prima lastra di eternit rivelando il grande raggiro che ha gettato la città, ancora una volta, nello sconforto.
 
Ma si avvicina la resa dei conti. Sei anni di indagini accurate per risalire alle dirette responsabilità coordinate dall'aggiunto Dino Petralia e dai sostituti Alessandro Clemente e Fabiola Furnari e un importante risultato di dodici indagati fra cui figurano il responsabile del parco Vincenzo Polizzi, i direttori dei lavori del parco Francesco Saverino e Luigi Trovato, Emanuele Caschetto legale rappresentate dell'associazione di imprese e vari imprenditori fra cui Gianfranco Caccamo, Francesco e Filippo Chiazzese e altri responsabili del collaudo tecnico come Eugenio Agnello. Tutti accusati di falso e disastro ambientale ognuno con la propria porzione di responsabilità direttamente riferita alla competenza messa in atto durante la realizzazione del parco. Parecchi sono gli avvocati con il compito arduo di difendere gli indagati. Fra questi figurano Fausto Maria Amato, Basilio Milio, Ottaviano Pavone e altri.
 
Rattrista molto ricordare come il nome del parco sia intitolato a Ninni Cassarà della Squadra Mobile, ucciso il 6 Agosto del 1985 che i palermitani, quelli veri, ricorderanno sempre. Un nome che si dovrebbe in ogni modo proteggere e tutelare da questi beceri scandali italiani.
 



Palermo, maltempo: crolla ponteggio e vola tendone del circo

 

di Paolino Canzoneri

 

PALERMO – Nonostante sia previsto un miglioramento per le prossime ore, la Sicilia è stata attraversata da una imponente maltempo con folate di vento violentissimo che ha causato e sta causando danni ingenti in molte zone del capoluogo e provincia. Danni non indifferenti si sono registrati già dalla tarda serata di ieri e la sala operativa dei vigili del fuoco è stata letteralmente presa d'assalto con numerosissime chiamate di soccorso per rami pericolanti, crolli vari di cornicioni e cartelloni divelti. Disagi evidenti hanno coinvolto automobilisti e passanti per il crollo in strada di rami in piazza XIII Vittime e violente raffiche di vento hanno abbattuto un ponteggio all'interno dei Cantieri Culturali della Zisa dove una intera impalcatura è crollata ferendo in modo leggero il regista Claudio Collovà impegnato in loco. Egli stesso rammaricato ha commentato: "Abbattuto da una impalcatura in una area di solito affollata di studenti e professori. Questa città di carta e di parole. Sto benino. In attesa di tac. Grazie a tutti gli amici". Danni ingenti a Carini dove l'intero tendone del Circo di Svezia è volato arrecando danni enormi alla struttura e all'impianto di illuminazione, amplificazione e seggiolini.
 
Una tigre bianca è pure fuggita ma dopo circa due ore è stata catturata e ricondotta nella sua gabbia e sembra inoltre che un Lama al momento sia scomparso. Guai per la famiglia Saly gestore del Circo che non si è vista rinnovare la concessione agli artisti da parte del primo cittadino Pietro Capizzi. Animali, trapezisti e clowns si sono spostati fino a Villagrazia di Carini per poter condurre nuovi spettacoli ma al momento hanno ricevuto visita di controllo medico dei veterinari dell'ASP, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale che dopo accertamenti hanno sequestrato tredici animali per maltrattamenti. A loro difesa d'ufficio gli avvocati Frascesco Noto e Giuseppe Marcellino che parlando di un accanimento nei confronti degli artisti e della dirigenza del Circo da parte degli animalisti. Il vento intanto non risparmia neanche la motonave Antonello Da Messina costretta a sospendere la regolare corsa Palermo-Ustice delle ore 9. Le previsioni del tempo fortunatamente prevedono un certo miglioramento per le prossime ore.