Caso Diciotti e denuncia Salvini. Il senso di umanità sgretolato sotto il peso di un razzismo dilagante e di interessi propagandistici

Assume i contorni di una classica “spocchia” da padrone quella che contraddistingue il nostro ministro degli Interni Matteo Salvini sin dai primi giorni di questa scellerata alleanza forzata e imbarazzante tra frange politiche dal passato reciproco bellicoso e polemico a mai finire.

Salvini personalmente crede di aver assunto il ruolo di capo assoluto di un governo monarchico dove il ruolo e il peso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte dista anni luce da suoi predecessori e dove il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio fatica a trattenere il suo imbarazzo memore dell’aver trascorso la sua professione da politico pentastellato quando quotidianamente ne diceva e scriveva di tutti i colori contro Lega e “accozzaglie lombardo-padane”. Di base vige un fraintendimento e un vistoso cambio di marcia dove le promesse del programma di governo hanno lasciato posto ad una lotta serrata contro l’ipocrita Europa che dimostra, come se ce ne fosse ancora bisogno, quanto poca Unione fra gli stati membri effettivamente esista nella realtà. La strafottenza a condividere l’impegno storico dell’accoglienza e distribuzione degli immigrati, tragedia umanitaria di questo secolo, mette a nudo l’ipocrisia degli Stati membri poco disposti a sostenere sacrifici che l’Italia oramai da troppo tempo compie e che oramai è giunta ad un collasso strutturale.

La mano dura del governo italiano appare ignorata forse per un processo giunto in un punto di non ritorno e Matteo Salvini, pur avendo ragione sull’intollerabile “volta spalle” di molti dei paesi dell’Unione, risponde sempre in modo confuso e facilmente dissentibile a chi lo accusa di razzismo e di un comportamento disumano e intollerabile contro poveri disgraziati in fuga da un abominio incontrollato che troneggia nelle loro calde terre.

Forse vittima egli stesso di una esagerata campagna catastrofista su invasioni di massa degli immigrati come se fosse la discesa dei barbari dal nord con saccheggi stupri, assassini e interi villaggi a fuoco; creduto da quella popolazione italiana di medio bassa cultura convinta sul serio che i nostri soldi vengano “dispersi e sperperati” nell’accoglienza di quella povera gente mentre invece, come è risaputo, sono per lo più fondi europei stanziati per far fronte proprio a questo problema.

Una classica campagna del terrore che ancora una volta fà breccia nelle menti degli italiani particolarmente sensibili a quel tipo di politica che parla direttamente alle pance come fece il suo “amico” Berlusconi anni fa. Un insegnamento da un “maestro ineccepibile” reso efficace da una dilagante ignoranza degli italiani sempre più lontani dalle buone e sane abitudini come leggere quotidiani cartacei e web per sviluppare autonomamente un parere stimolato da diverse visioni e letture dell’attualità per sfuggire alle dilaganti fake news che tendono solo a confondere ed allontanare dalla realtà dei fatti.

La denuncia della procura di Agrigento nei confronti di Matteo Salvini e il capo di gabinetto rei d’aver negato a 137 immigranti stanchi e malati la discesa dalla nave Diciotti della Guardia Costiera per cinque interminabili giorni suona come una esagerazione oggettiva che va oltre la politica e oltre la necessità del pugno duro diretto al resto d’Europa.

Esiste una etica e una visione dell’uomo che oltrepassa ogni ragione politica. Esiste un limite alle ragioni delle parti, alla burocrazia, alla falsa e ipocrita unione europea basata sulla prostrazione al dio denaro. Esiste l’essere umano prima di tutto. Muri e confini dimostrano bassezze culturali ed una incapacità di sentirsi parte dell’immenso universo. Trascorrere la nostra breve esistenza a guardia di una propria zolla di terra è solo parte di una involuzione sociale.

Sembra si sia persa quell’umanità che travalica ogni ragione politica e appare evidente come certi interessi, politici messi in atto ad hoc per suscitare facili consensi, siano diventati elemento di forza rappresentativa di uno stato come l’Italia che per storia, cultura e umanità non ha niente da spartire con focolai di becero razzismo e gratuita propagande dal gusto acre di menzogne alla ricerca di sfrenati consensi.

Un palese dirottamento delle promesse in campagna elettorale dove il problema dell’immigrazione non primeggiava tra i problemi interni come occupazione, aumento dell’Iva, Flat Tax, reddito di cittadinanza, meno tasse etc. Un dirottamento messo a nudo e aggravato dalla solita spocchia e arroganza nelle risposte di Matteo Salvini, figlie di una mancanza di serietà, rispetto e senso delle istituzioni.

Gli atti dell’inchiesta saranno trasmessi alla competente procura di Palermo ed una volta esaminati, li invierà al tribunale per i ministri della stessa città. Archiviazione o prosecuzione dell’inchiesta sembra proprio che si sia presa una direzione dove la magistratura appare come istituzione da combattere e delegittimare. Si cammina all’indietro senza però voltare il capo a guardare i passi. Questo governo non sembra destinato a terminare il suo corso, (cosa molto probabile), il movimento 5 stelle pagherà cara la sua incresciosa perdita di spessore politico avendo scelto di assecondare una politica fatta di toni arroganti e azioni del tutto contrarie ad anni di “vaffa” contro ogni forma di prevaricazione. Non sembra questa l’Italia migliore, non è questa l’Italia del futuro. Stiamo correndo verso una involuzione dal sapore medievale dove il senso di umanità si sgretola sotto il peso di un razzismo dilagante.

Paolino Canzoneri




Regione Sicilia, ultimatum ai sindaci: Rifiuti fuori all’estero o sarete rimossi. Il clima diventa torrido

PALERMO – In tema del rifiuti pugno duro della Regione ai sindaci del Comuni della Sicilia al di sotto del 30% di differenziata che dovranno entro due settimane siglare i contratti con alcune ditte per trasportare i rifiuti all’estero o presso altre regioni.

Almeno quattro sono le ditte segnalate dall’assessorato ai Rifiuti che con una circolare ultimatum firmata dal capo del dipartimento Salvo Cocina ha creato un clima incandescente e un allarme tra i sindaci. La discarica di Bellolampo del capoluogo siciliano giunta oramai al collasso ha dimostrato la gravità e l’urgenza di regolarizzare e consentire il servizio cosi come le altre nel territorio e, dati alla mano, l’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, varata ad inizio giungo, aveva disposto già l’obbligo di aumentare la differenziata e limitare la quantità di smaltimento nella discarica.

La Regione intende in modo perentorio portare fuori dalla Sicilia almeno il 30% dei rifiuti e ogni Comune dovrà farsi i calcoli della percentuale in eccesso in base al 70% di rifiuti non differenziati che può riversare in discarica. I grillini non vedono di buon occhio l’ultimatum perchè non convinti della concreta attuabilità; lo confermano le parole di Giampiero Trizzino portavoce dell’ARS per l’Ambiente e Territorio: “Riguardo al trasferimento all’estero dei rifiuti non differenziati, la Regione non ha fornito indicazioni precise sui costi per tonnellata che gli enti locali dovranno pagare alle quattro società e non ha fornito indicazioni relative alle destinazioni dei rifiuti. I sindaci in appena due settimane dovrebbero procedere alla stipula dei contratti” – conclude Trizzino – “la soluzione tampone di Musumeci non consentirà di risolvere il problema. Le quattro società potranno portare fuori appena la metà del fabbisogno cioè 180 mila tonnellate su 500 mila. I sindaci sono disperati”. Il Vice Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e componente commissione I Affari Istituzionali Giancarlo Cancelleri assesta un colpo più duro annunciando che i grillini chiederanno al ministro dell’Ambiente Sergio Costa l’invio dell’esercito in Sicilia: “Non siamo più in grado di restare a guardare – ha detto Cancelleri – si rischia una emergenza sanitaria e l’ennesimo danno di immagine nella stagione estiva. Chiederemo un incontro al ministro dell’Ambiente per verificare l’opportunità di revocare al presidente Musumeci i poteri di commissario speciale vista l’incapacità del governo a risolvere il problema e chiederemo l’invio dell’esercito per ripulire le città invase dai rifiuti”. Il clima è tesissimo e si attendono gli sviluppi del confronto nei prossimo giorni prima della scadenza dell’ultimatum.

Paolino Canzoneri




Palermo, Ospedale Civico. Appalto di oltre 6 milioni e mezzo per una informatizzazione 2.0 a passo con il futuro.

PALERMO – L’Ospedale Civico del capoluogo siciliano si allinea, come le grandi strutture europee, alla necessaria informatizzazione su vasta scala che renderà la struttura al passo con i tempi. Frutto di questo aggiornamento del nuovo sistema è un appalto di oltre 6 milioni di euro che consentirà a tutte le attività interne di essere digitalizzate e gestite in moto automatico a vantaggio assoluto dei cittadini che potranno cosi prenotare esami e visite direttamente online, pagare ticket e ricevere i referti sulle piattaforme private come pc, tablet e smartphone. Previste anche cartelle elettroniche dei dati relativi agli interventi, alle terapie e a tutti gli aggiornamenti completi del paziente. Introdotta anche la firma digitale per il medico prevista a beneficio di una celere vidimazione dei referti che finalmente porranno fine agli estenuanti andirivieni dei fogli firmati, vere e proprie odissee dei pazienti o dei familiari. Previsto anche un nuovo portale con informazioni dettagliate per i pazienti e uno per i fornitori in modo da scongiurare il piu possibile eventuali mancanze di forniture ospedaliere. Una direzione importante verso una modernizzazione che a pieno merito consentirà all’Ospedale Civico di essere protagonista di una vera e propria rivoluzione digitale limitando al massimo l’uso della carta e offrendo ai pazienti un servizio efficiente ed efficace al passo con i tempi. La base d’asta inziale dell’intera operazione per i primi 9 anni di applicazione si aggirava intorno a 8,6 milioni di euro per fornitura, assistenza e manutenzione ma è stata infine accettata con un relativo ribasso fino a 6,7 milioni. Entro l’anno tutto il sistema informatico verrà istallato e potrà essere operativo.

Grande soddisfazione ed orgoglio nelle parole del manager dell’Ospedale Civico Giovanni Migliore

“Il nuovo sistema informativo integrato – ha detto Migliore – consente ai professionisti la condivisione delle informazioni cliniche ed offre strumenti per l’ottimizzazione degli investimenti e il monitoraggio delle attività. E’ la prima azienda ospedaliera pubblica a diventare realmente 2.0 avvicinandosi ai pazienti grazie a tecnologie ICT entrando cosi nel mondo della cosiddetta smart health. Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto un obiettivo atteso da molti anni”.

Paolino Canzoneri




Giardini Naxos. Ammaraggio d’emergenza improvviso di un aereo ultraleggero a pochi metri dalla spiaggia. Paura tra i bagnanti

GIARDINI NAXOS (ME) – Paura tra i bagnanti che di buon mattino erano giunti nella meravigliosa spiaggia di Giardini Naxos per trascorrere una domenica di sole e mare per l’improvviso ammaraggio di un piccolo aereo ultraleggero privato precipitato verso le 8 del mattino.

L’ultraleggero era pilotato da un cittadino tedesco 56 enne che miracolosamente è rimasto illeso

L’uomo apparentemente esperto di volo era partito da un campo nel catanese per compiere un giro aereo largo attorno alla costa Jonica da Capo Peloro a Capo Passero con l’intento di poter ammirare lo splendido litorale e l’incantevole distesa di mare calmo che dall’alto appare come un manto blu luccicante; uno spettacolo indimenticabile di natura e colori ma trasformatasi improvvisamente in una esperienza traumatica le cui cause sono ancora da accertare. Da una prima ricostruzione si pensa ad un malfunzionamento del motore del piccolo aereo blu e giallo che in pochi minuti ha costretto il mezzo ad una rapida perdita di quota a pochi metri dalla battigia oppure la causa potrebbe essere riconducibile ad una manovra azzardata del pilota che ha fatto perdere stabilità e quota al piccolo aereo monoposto con il conseguente ammaraggio che in pochi secondi ha lasciato attoniti ed impauriti anche i bagnanti presenti sulla spiaggia, spettatori inconsapevoli di un fuori programma del tutto inimmaginabile. Tempestivo l’intervento dei Vigili del Fuoco chiamati urgentemente sul posto che fortunatamente hanno ritenuto non necessario l’intervento della loro squadra sommozzatori. Accorsa l’ambulanza per sottoporre il pilota ad accertamenti medici che non hanno riscontrato la necessità di ricovero ma solo un lieve stato di choc. Sul posto in brevissimo tempo accorsi anche i carabinieri della compagnia di Taormina coordinata dal capitano Arcangelo Maiello e la Capitaneria di porto con gli uomini della Locamare di Giardini Naxos. Compiute in poche ore le operazioni di rimozione dei rottami del mezzo a cui hanno assistito numerosi bagnanti e turisti che in questo inizio estate hanno già raggiunto le numerose località marittime della Sicilia.
Paolino Canzoneri




Mattarella, da Conte a Cottarelli: passando per l’inutilità del voto degli italiani

Difficile comprendere cosa angosci di più in queste ore di crisi istituzionale. L’ostinata perseveranza nel restare uno stato servile senza spina dorsale alle dipendenze delle banche europee mostra quanto “il bel Paese” debba fare sempre i conti con l’atavica e perenne condizione “gattopardesca” del fare di tutto per non cambiare mai niente.

Nella confusione in cui si è piombati in questi giorni di inizio estate è venuto meno il coraggio anche di provare a mettere in atto i punti programmatici di un contratto redatto da parte di un populismo vittorioso alle urne del 4 marzo.

In entrambi i casi la sensazione che prevale è quella di aver perso una occasione di cambiamento

Gli effetti collaterali della decisione del presidente Mattarella palesano la percezione che neanche più il voto delle elezioni rappresenti una volontà popolare e democratica inoppugnabile e sacrosanta.

Pur essendo pericolose le derive politiche populiste si sarebbe dovuto rispettare il voto degli italiani

Il nuovo governo sorretto da un programma fortemente utopistico non sarebbe durato a lungo e avrebbe scongiurato l’ipotesi di eventuali scontri e caos nelle piazze di una Italia ferita nell’orgoglio e indignata per non rappresentare più la volontà sovrana. Confonde e spiazza quanto il presidente Mattarella abbia valutato pericolosa e del tutto “impresentabile” agli occhi “degli amici” alleati la figura del professor Savona che quale libero cittadino ha espresso in suoi scritti delle perplessità sulla condizione attuale gestionale ed amministrativa di Bruxelles offrendo spunti e punti di vista per una corretta convivenza nell’Unione.

Da Conte a Cottarelli passando per l’inutilità del voto degli italiani in una crisi istituzionale che sicuramente aumenterà alle stelle l’astensionismo alle prossime elezioni pattuite a Settembre o Dicembre a seconda dell’esito dell’ultimo mandato Cottarelli. In questo quadro c’è da chiedersi chi avrà il coraggio di dare motivazioni serie a coloro che speravano in un reddito di cittadinanza o unica tassa complessiva. Stiamo per attraversare un periodo molto complesso per il Paese dove la cosa migliore è quella sempre di ragionare ed evitare colpi di testa e azioni scellerate senza via di ritorno.
Paolino Canzoneri




Regione Sicilia, finanziati 6 mila stage. Super bando per contrastare la disoccupazione

PALERMO – Imponente iniziativa della Regione Sicilia per fronteggiare la dilagante disoccupazione che affligge famiglie e giovani. Pubblicato il bando per l’assegnazione di tirocini aziendali retribuiti per giovani, adulti e disabili senza lavoro.

Il programma Garanzia Giovani ideato dall’Unione Europea e finalizzato nel migliorare l’occupabilità dei ragazzi sotto i 30 anni impegnati in attività di studio o lavoro, allarga il suo ventaglio includendo giovani da 16 a 66 anni in una ottica precisa di fronteggiare in modo serio e concreto la disoccupazione.

La Regione investe ben 30 milioni di euro di cui 20 per giovani ed adulti e 10 per per disabili e per aziende che intendono assumere dopo la conclusione del periodo di pratica. Una cauta previsione stima che oltre 6 mila contratti potrebbero essere attivati.

Da giugno sarà possibile presentare le istanze. Previste due figure richieste: la prima è rivolta agli allievi tirocinanti e riguarderà le richieste per poter svolgere il praticantato nell’azienda e la seconda figura invece riguarda i soggetti intermediari promotori di stage con l’obiettivo finalizzato nella creazione di impresa.

I promotori dovranno trovare aziende ed imprese che intendono ospitare e seguire i tirocinanti nell’apprendimento e nell’esperienza lavorativa. Il programma consentirà ai promotori di ricevere bonus da 200, 300, 400 o 500 euro a seconda del profilo del candidato, qualora i loro tirocinanti abbiano compiuto almeno il 70% del loro percorso. Ogni promotore potrà avvalersi di massimo 300 tirocinanti.

L’obiettivo di aumentare l’occupazione parte dall’iniziativa dell’assessore regionale al Lavoro, Mariella Ippolito e il provvedimento è stato firmato dal dirigente generale Francesca Garofalo. La finalità è sempre quella dell’assunzione al termine del praticantato e in questo caso sono previsti bonus non indifferenti per le aziende. Erogati ben 8 mila e 6 mila euro per i primi due anni per le aziende che assumeranno i tirocinanti a tempo indeterminato mentre sono previsti 3 mila euro per il primo anno e 5 mila per il secondo per le aziende che stipuleranno contratto a tempo determinato.

Appare evidente come lo sforzo della Regione miri seriamente ad offrire opportunità concrete per un rilancio dell’occupazione ed una valorizzazione dell’impresa siciliana consentendo ai giovani e non giovani uno sguardo fiducioso al proprio futuro.

Paolino Canzoneri




Palermo, flop gestione rifiuti e differenziata: ciclone Corte dei Conti su ex vertici comunali e regionali. Orlando coinvolto

PALERMO – Un cospicuo danno erariale di 21 milioni e mezzo di euro complessivi si abbatte come un fulmine a ciel sereno sui vertici della politica e dell’ex amministrazione di Palazzo delle Aquile e Palazzo D’Orleans. La Corte dei conti in merito ad una inchiesta relativa al servizio di raccolta differenziata, condotto male e in modo parziale, cita in giudizio sette politici ed ex amministratori per il periodo che va dal 2012 al 2014.

Sette i nomi di spicco coinvolti:

Il sindaco Leoluca Orlando, l’ex sindaco Diego Cammarata, gli ex presidenti della Regione Rosario Crocetta e Raffaele Lombardo; segue anche l’assessore Michele Pergolizzi vicino a Cammarata e assessori comunali della giunta Orlando come Cesare La Piana e Giuseppe Barbera.

L’esposto del M5s

Il primo impulso che ha consentito il procedimento della procura contabile è stato un esposto del Movimento 5 Stelle che aveva evidenziato un disallineamento tra i costi sostenuti dall’amministrazione comunale e l’effettivo livello di raccolta nella discarica compreso il servizio di raccolta differenziata. Un dislivello che ben presto avrebbe dimostrato nella sua totalità come non si fosse raggiunto anche il livello minimo di raccolta differenziata tale da giustificare le cifre complessive improntate dalla gestione amministrativa.

Il nuovo procuratore della Corte dei Conti di Sicilia, il magistrato Gianluca Albo ha guidato l’intero procedimento.

La Guardia di Finanza, escludendo gli anni passati in prescrizione, ha potuto conteggiare e totalizzare il danno complessivo per le casse pubbliche applicando una tariffa base di 98 euro a tonnellata di rifiuti fino al 2013 e 65 euro fino al 2014 arrivando cosi ad una cifra impressionante di 20,8 milioni di euro mentre la differenziata restava costantemente ad un valore che non superava il 9%. L’accusa del M5S è di negligenza nella gestione ma adesso la citazione in giudizio si concretizza con una udienza fissata per dicembre 2018 nella quale i nomi coinvolti saranno chiamati a sborsare cifre non indifferenti a risarcimento del danno subito dalle casse pubbliche.

La ripartizione dei 9 milioni e mezzo

In una prima fase sembra che le cifre riguarderanno la cattiva gestione del servizio della differenziata ossia i 9 milioni e mezzo più le spese legali che dovrebbero essere cosi ripartiti: 1 milione di euro dall’assessore Cesare La Piana; 2,7 milioni dall’assessore Giuseppe Barbera; stessa cifra a testa di 179 mila euro dall’assessore Michele Pergolizzi e l’ex sindaco Diego Cammarata; 628 mila euro dall’ex presidente della Regione Rosario Crocetta; 971 mila euro dall’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e 3,7 milioni di euro dall’attuale sindaco Leoluca Orlando.

L’accusa e le responsabilità appaiono serie e certamente siamo solo all’inizio ma la bufera sembra che tormenterà la gestione amministrativa delle casse pubbliche e dei vertici politici della Regione Sicilia. L’accusa pone il dito su una gestione condotta in modo trascurato e negligente che nel tempo non ha visto uno sforzo concreto e protratto per garantire un servizio uniforme e una spesa equa.
Paolino Canzoneri




Palermo, processo firme false M5S da rifare: i legali dei pentastellati negano il consenso del rinnovo degli atti e si allungano i tempi

PALERMO – Potrebbe quasi sembrare la puntata di una telenovela, di quelle che non finiscono mai, ma non è cosi. La vicenda relativa al processo a Palermo per le presunte firme false del M5S in occasione delle elezioni comunali del 2012 sono da rifare. Il giudice Luisa Anna Cattina lascia la quinta sezione del Tribunale per confluire alla prima Corte d’Appello di Palermo. Al suo posto il nuovo giudice monocratico Salvatore Fausto Flaccovio che avrà il compito arduo di riascoltare testimoni, i consulenti già sentiti e tutti i verbalizzanti visto che i legali hanno negato il consenso alla rinnovazione degli atti. I 14 imputati di fatto non intendono riutilizzare quello che è stato già fatto in aula e quindi si dovrà per forza “riavvolgerà il nastro” nonostante si fosse giunti ad un repentino smaltimento degli elenchi dei testimoni presentati dalle difese optando cosi di eliminare audizioni ritenute ripetitive per accellerare il più possibile i tempi del processo già troppo dilungati. Questa procedura comporterà l’impiego di altri mesi che potrebbero fare scattare la prescrizione tra ottobre e dicembre 2019.

Fino al cambiamento del giudice si erano tenute una decina di udienze che a poco serviranno visto che si dovrà rifare tutto

Previste le prime nuove udienze per il 29 giugno e il 18 luglio. Per riassumere le motivazioni del processo iniziato nel 2018 si deve fare un passo indietro alle elezioni comunali del capoluogo siciliano nel 2012. A scoprire il fatto alcuni giornalisti della trasmissione Le Iene che, in un servizio televisivo hanno portato alla luce una presunta falsificazione ad opera del Movimento 5 Stelle, di oltre 2000 firme raccolte per presentarsi alle elezioni comunali. Sembra infatti che prima del deposito delle liste delle firme sia sorta l’esigenza di controllare l’esattezza dei dati anagrafici e una volta riscontrati degli errori, onde evitare la cancellazione dei nomi con i dati inesatti ad insaputa degli stessi firmatari, si sia proceduto ad una ricopiatura in un nuovo foglio lista ricopiandone pure la firma, atto assolutamente proibito quale palese reato. Il Gup di Palermo, Nicola Aiello dispose il rinvio a giudizio per 14 imputati con l’accusa pesante di aver violato la legge regionale cha ha recepito il Testo unico in materia di elezioni negli Enti locali. I 14 imputati del M5S a rispondere dei reati contestati dal Procuratore sono: Riccardo Nuti, Claudia Mannino, Giulia Di Vita, Claudia La Rocca, Toni Ferrara, Pietro Salvino, Giorgio Ciaccio, Stefano Paradiso, Samanta Busalacchi, Riccardo Ricciardi, Giuseppe Ippolito, Alice Pantaleone, Francesco Menallo e Giovanni Scarpello.
Paolino Canzoneri




Portella della Ginestra, commemorazione strage del primo maggio. Enzo Campo (Cgil): “Rivendichiamo verità e giustizia”

PALERMO – Ieri primo maggio si è tenuta a Portella della Ginestra a due passi da Piana degli Albanesi la consueta commemorazione del tragico eccidio per mano del bandito latitante Giuliano che con la sua banda viveva nascosto nelle montagne adiacenti a Portella della Ginestra.

La vicenda

Nel primo maggio del 1947 oltre duemila lavoratori provenienti da Piana degli Albanesi, San Cipirello e San Giuseppe Jato si erano riuniti per la festa dei lavoratori in una vallata vicino ai monti Kumeta, Pelavet e Maja in località Portella della Ginestra e stavano manifestando contro il latifondo in favore della coltivazione delle terre lasciate incolte e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle elezioni regionali siciliane avvenute pochi giorni prima. Una volta riuniti tutti nella vallata decine di colpi di mitra e fucili si levarono improvvisamente dalla valle dove la banda di Giuliano si era nascosta nell’attesa dei lavoratori.

La commemorazione per il 71imo anno dalla strage

La carneficina che ne seguì lasciò sul suolo otto persone e tre bambini e oltre ventisette feriti di cui alcuni persero successivamente la vita per le ferite riportate. Ieri a 71 anni dalla strage le vittime sono state commemorate con un corteo che dalla Casa del Popolo di Piana degli Albanesi ha raggiunto la Casa del Partigiano per un comizio tenuto dalla Cgil e dove alcuni superstiti hanno raccontato la tragica esperienza, letto il memoriale e la lista dei nomi dei caduti con una vistosa commozione durante il minuto di silenzio dei molti partecipanti che hanno voluto, come ogni anno, far sentire la propria presenza.

Enzo Campo (Cgil): “Rivendichiamo verità e giustizia”

Quest’anno Cgil di Palermo, Nidil (Nuove Identità Di Lavoro) e Cgil di Sicilia insieme hanno voluto attribuire alla commemorazione un titolo: “Lavoro d’oggi , diritti di sempre” e il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo ha sottolineato: ““Siamo a Piana insieme ai lavoratori atipici, che non hanno certezza di un lavoro. Assieme a loro vogliamo lottare nel ricordare i martiri perché siano un monito. Rivendichiamo verità e giustizia per tutti i nostri caduti, i tanti sindacalisti uccisi che non hanno avuto giustizia. E questo uno Stato democratico non può permetterselo”. Una strage che negli anni ha suscitato perplessità su ipotesi e congetture fatte su un probabile e possibile coinvolgimento di alte sfere dello Stato che sembra che assoldarono Giuliano e la sua banda per compiere quello che è stato poi descritto in un famoso film cinematografico di successo dal titolo “Segreti di Stato” del 2003 con Paolo Benvenuti alla regia e che ancora oggi ripercorre e mette in evidenza incongruenze relative a come sono andati realmente i fatti e a fomentare la concreta possibilità che ci siano stati intrecci o accordi nelle sfere alte dello Stato intento a domare l’ondata dei lavoratori e sindacati contro il latifondo.

Paolino Canzoneri




La mafia uccide solo d’estate, al via la 2 stagione: un successo garantito da consolidate conferme

Al via sul primo canale della televisione di Stato la seconda stagione della fiction “La Mafia Uccide Solo d’Estate” prodotta da Rai Fiction-Wildside tratta e nata dal film omonimo del regista e attore Pif (Gianfrancesco Diliberto) ed è stata scritta da Michele Astori, Stefano Bises e Michele Pellegrini e alla regia Luca Ribuoli.

La storia della famiglia palermitana Giammarresi prosegue il suo corso

Dopo l’ardua scelta di restare a Palermo a seguito di complesse e rischiose vicissitudini precedenti. L’ottima interpretazione di attori di rilievo fra i quali Claudio Gioè, Anna Foglietta, assicurano e confermano il successo ottenuto della prima stagione che aveva comunque suscitato pareri discordanti per la difficile convivenza fra temi seri e drammatici ed episodi e rappresentazioni dal sapore comico e leggero che in un primo momento non è stato facile comprendere a fondo.

Le reazioni dei siciliani

La prima reazione nel giudicare la precedente stagione della serie, pur essendo entusiasta nella scelta degli attori, scenografia, montaggio e tutto il resto, aveva suscitato in molti siciliani che hanno vissuto nella pelle quei lunghi e terribili anni un certo disagio per le scene scimmiottanti e quasi cabarettistiche delle figure dei mafiosi corleonesi rappresentati come ignoranti, cialtroni e fuori luogo ovunque fossero. Era lecito avvertire un certo disagio per quella rappresentazione comica disprezzante e denigratoria di quei carnefici alla luce di tutto il sangue versato da servitori di uno Stato messo in ginocchio da gente rappresentata in quel modo. Pif e la regia in questo sicuramente sono stati i primi coraggiosi inventori di una ironia e “sfottò” che manifesta un modo efficace nel trattare e giudicare i responsabili di tutti quei caduti. Non temendo nessuna contrarietà nell’essere umili e nel contempo magari rendersi conto di aver frainteso questa geniale “messa in scena” in precedenti commenti, oggi, dopo l’avvio della seconda stagione della serie è giusto affermare quanto regia e autori siano stati abili scrittori e descrittori di una Palermo martoriata da anni faticosi dove la maggior parte assoluta di famiglie per bene non abbienti erano obbligate ad una resistenza quotidiana contro mostri che dilaniavano speranze e futuro. I palermitani stessi fuori da logiche criminali e piani occulti attuati “sopra le loro teste” non riuscivano a capire fino in fondo e rassegnati troppo spesso subivano in silenzio sotto una coltre minacciosa che costringeva ad una amara omertà.

Il racconto dettagliato di quegli anni cupi

Questa seconda stagione mantiene e conferma il pregio di proseguire sotto forma di fiction il racconto dettagliato di anni cupi che hanno contraddistinto un pezzo di storia del nostro paese. Un sud sconosciuto da molti che mostra il prezzo carissimo che è costato a chi ci viveva e vive oggi. Quella certa inflazione di fiction ambientate in un sud avvinghiato dalla stretta della mafia con “La Mafia Uccide Solo d’Estate” trova una forma distintiva di raccontare attraverso una famiglia “tipo”, quello che è stato il sud di quegli anni e cause e concause che portano al nostro presente.
Paolino Canzoneri




Palermo, al via la 21 ima conferenza annuale Esaform: nel capoluogo 300 scienziati da tutto il mondo

PALERMO – Il capoluogo siciliano quale città della cultura pone in evidenza i risultati di questa importante nomina a livello europeo e lo fà divenendo sede del consueto congresso annuale della Esaform (European Scientific Association for Material Forming) ossia la più imponente e importante associazione a livello europeo con la missione di stimolare la ricerca applicata e fondamentale nel campo della formazione dei materiali.

L’appuntamento itinerante annuale Esaform che negli anni scorsi si è tenuto a Dublino, Nantes, Helsinky, Graz fino ad Aveiro

Oggi fino a mercoledì la Esaform sbarca nel cuore del Mediterraneo nella città di Palermo orgogliosa di divenirne sede del 2018. L’obiettivo principale della conferenza è quello di diffondere le informazioni scientifiche e tecnologiche relative alla formazione dei materiali all’interno delle comunità accademiche e industriali.

La struttura dell’ateneo del Politecnico, precisamente nell’aula magna dell’edificio 7, alle 8.30 del mattino nel suo campus universitario diverrà sede per tre giorni di sessioni scientifiche e varie attività dove circa 300 ricercatori di ingegneria industriale presenteranno e valuteranno i loro lavori di innovazione e ricerca accademica.

Un comitato scientifico composto da professori da tutto il mondo specializzati nella ricerca sulle lavorazioni di material forming sarà guidato dal professore Livan Frantini che si occuperà del corretto svolgimento di tutto il programma dell’evento nelle sue varie parti e sezioni. Rilievo verrà dato non solo allo scambio culturale tra ricercatori accademici e industriali ma verranno evidenziati e discussi gli investimenti nel settore dei materiali metallici utilizzati oramai quotidianamente in ogni ambito industriale e nella produzione meccanica automatizzata.

La conferenza annuale della Esaform giunta alla sua ventunesima edizione pone le basi per lo studio scientifico e industriale dei materiali che circondano certe meccaniche oramai comuni nella nostra vita moderna e Palermo accoglie nel suo splendore questo importante appuntamento a livello europeo e nazionale.
Paolino Canzoneri