Palermo, una giornata immersi nel parco più grande d’Italia: pronte le repliche per “La Domenica Favorita”

PALERMO – Anche se per una sola giornata, il parco della Favorita è stato chiuso alla circolazione per dar vita all’iniziativa dal nome “La Domenica Favorita” che ha consentito a podisti, ciclisti e tanti curiosi di trascorrere una giornata immersi nel parco più grande d’Italia, polmone verde che separa la città di Palermo con il mare di Mondello.

L’iniziativa sempre graditissima dai palermitani ha riscosso uno strepitoso successo ed è riuscita anche nell’intento della valorizzazione delle bellezze naturali e salutari del capoluogo siciliano lontani dallo stress e dai rumori sordi del caos cittadino

Il cielo non è stato propriamente clemente e a tono con l’atmosfera festosa delle centinaia e centinaia di palermitani accorsi nel parco ma il coraggio e la determinazione, tanto comune nei caratteri dei palermitani, hanno permesso lo svolgersi dell’iniziativa al pari come se nel cielo splendesse un sole cocente di inizio estate. Il successo dell’iniziativa ha raccolto l’interesse anche dei molti turisti già presenti nell’isola e ha incoraggiato il ripetersi della chiusura alle vetture per altre tre domeniche. Molti salutisti hanno approfittato dell’occasione per una corsa nel parco e molti ciclisti ne hanno approfittato per fare sport e percorrere avanti e indietro tutto il parco. Notevoli vantaggi di spostamento da una parte all’altra del parco è stato garantito dal una navetta con biglietto unico valevole tutta la giornata che nel suo giro continuo copriva le distanze opposte del parco. Aree attrezzate con panche hanno consentito ai passanti la comodità di poter sostare seduti per riposarsi e poi riprendere le passeggiate. Alcuni eventi si sono tenuti all’interno del parco in zone specifiche.

Nello spiazzo vicino il Museo Pitrè la banda dei Bersaglieri ha suonato l’inno di Mameli con la presenza autorevole del primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando che ha assistito anche alle performance sonore della Balarm Sax del Conservatorio Bellini e della Marching Band del Brass Group.

Per lo stupore dei ragazzi e dei bambini sono stati esposti in zona grandi mezzi militari come i gommoni della Guardia Costiera e i carri armati dell’Esercito. Il successo e il gradimento non si è fatto attendere ma qualche disagio lo hanno vissuto quei cittadini che ignari dell’iniziativa fra transenne e Polizia Municipale hanno dovuto compiere, loro malgrado, percorsi e dirottamenti alternativi. L’informazione sull’evento era stata comunque promulgata ma non tutti i cittadini si tengono informati leggendo i giornali o guardando i consueti notiziari televisivi.
Paolino Canzoneri




Sicilia, colture a rischio per mancanza di irrigazione: agricoltori e aziende temono il peggio

PALERMO – Con la stagione estiva alle porte la Sicilia torna a fare i conti con il serio rischio di mancanza di irrigazione per le colture che tra poco meno di un mese dovrebbero iniziare la loro fase pre-estiva. Si sperava che le copiose piogge dei primi mesi dell’anno avrebbero ricolmato gli invasi ma al momento la quantità d’acqua accumulata potrà garantire la propria presenza nelle abitazioni almeno fino alla fine di quest’anno. Fra occidente e oriente, le campagne che hanno potuto beneficiare di una corretta irrigazione di circa 10 milioni di metri cubi d’acqua appartengono ad un’area agricola nella zona di Partinico dove il lago Poma, ricolmo d’acqua, ha scongiurato i danni che si temevano. Stessa sorte fortunata sembra quella relativa alla zona di Ribera.

Guai seri invece si registrano per la mancanza di una ventina di milioni di metri cubi d’acqua per la diga di Rosamarina cosi come appare preoccupante la situazione idrica per le coltivazioni pluriennali di Trapani

La crisi idrica complessivamente preoccupa gli agricoltori oramai in allarme per il rischio tangibile di perdita delle colture di interi vigneti e frutteti e parallelamente i Consorzi con i fondi piuttosto limitati a disposizione hanno comunque avviato la manutenzione delle condotte sperando di evitare il rischio che la stagione possa partire in ritardo.

A febbraio di quest’anno due direttori generali erano stati nominati dal Consorzio di bonifica

Per la Sicilia occidentale Luigi Tomasino direttore generale a Palermo e Trapani e Fabio Bizzini per la Sicilia orientale a Caltagirone, Ragusa, Siracusa ed Enna. Le nomine erano state avviate dal commissario straordinario Franco Greco nell’intenzione di provvedere, con due enti piuttosto che 11, ad una nuova ottimizzazione. Lo stesso Franco Greco ha spiegato: “Il personale rimarrà in servizio e confluirà nei nuovi Consorzi. In compenso attueremo una redistribuzione interna di uomini e mezzi perchè ci sono Enti con personale di troppo ed Enti in affanno”. E tracciando un quadro per il futuro Greco prospetta: “A regime i risparmi verranno dalle economie in scala evitando di ripetere gli stessi adempimenti mille volte e soprattutto dalla lotta alla dispersione idrica e ai furti d’acqua che con i Consorzi più grandi sarà più organica. Chiederò incontri alle prefetture per contrastare il fenomeno”.
Paolino Canzoneri




Palermo, “Wsk – The Soundtrack”: dopo il successo della serie web presentato a palazzo Sambuca l’album musicale di Salvo Ferrara

PALERMO – Il capoluogo siciliano da sempre vanta presenze importanti in campo artistico e da sempre è stato fonte di profonda ispirazione. Nel centro storico della città di Palermo e precisamente a Palazzo Sambuca è stato presentato un nuovo importante lavoro musicale del compositore palermitano Salvo Ferrara dal titolo “WSK – The Soundtrack” realizzato sull’onda del gradimento riscontrato dalla colonna sonora composta per l’omonimo lavoro cinematografico “Wsk – The Series” di Alois Previtera.

WSK è un thriller fantascientifico mascherato da gangster noir e prende spunto da autori come Eric Von Daniken, Zecharia Sitchin, Alan Alford e Mauro Biglino

Immaginate l’universo di “X-Files” e di “Essi Vivono” che si scontra con quello di “Narcos” e si avrà WSK. WSK affonda le sue radici in questa arena, ipotizzando un mondo in cui queste antiche forze siano ancora in gioco e controllino tutto attraverso la finanza, le guerre e le religioni. Per loro la terra è come un grande monopoli e noi siamo le loro pedine. Chi siano, da dove vengono e quale sia il loro scopo nessuno lo sa, ma c’è chi comincia a intuirne la presenza e cerca di arrivare a loro in tutti i modi possibili e c’è chi invece tenta di fermarli in tutti i modi. La magnifica cornice del luogo pensata dallo stesso compositore per gli spazi evocativi della Sala della Cavallerizza del palazzo tardo barocco, è stata scelta con precisa dovizia ed ha rappresentato un valore aggiunto dove le sonorità elettro-grunge, richiami trip-hop ed atmosfere psichedeliche arricchite da sonorità tipicamente orchestrali (cori e organi liturgici) hanno raggiunto la massima espressione incantando il folto pubblico con suoni, immagini ed atmosfere fruibili in un contesto perfettamente aderente al mood della Music Experience hanno raccolto il plauso assoluto del pubblico accorso numeroso per questa presentazione ufficiale.

La serata ha visto l’alternarsi di proiezioni, live concert, video installazioni ed è stata predisposta una suite per l’ascolto dell’album con apparecchiature hi-end e per il live concert

Lo stesso compositore ha curato una versione unplugged di alcuni brani che lo vedranno esibirsi al pianoforte, accompagnato da uno string quartet composto da solisti del Teatro Massimo di Palermo. Come anticipato, il nuovo disco è anche la colonna sonora dell’omonima web serie “Wsk – The Series” di Alois Previtera, prodotta da Social Movie Production e Poikilia. Già apprezzata in diversi contest internazionali e vincitrice del premio “Best Editing” al Sicily Web Festival del 2017, la serie, ideata e scritta da giovani creativi siciliani, rappresenta una novità nel panorama cinematografico emergente contemporaneo grazie alla sua carica emotiva, le ambientazioni noir e l’incalzante ritmo narrativo. E’ stato anche allestito uno spazio interviste che ha coinvolto alcuni protagonisti del panorama musicale e cinematografico (Vincenzo Callea – produttore, dj e fondatore dei Tipical e Giuseppe Gigliorosso – regista ed editor Rai) i quali, grazie alla propria determinazione hanno raggiunto rilevanti obiettivi professionali attraverso percorsi indipendenti svincolati da sostegni istituzionali.

Il ricavato dalla vendita del disco sarà devoluto alla ONG “SOS Méditerranee Italia”

Nell’anno in cui la città di Palermo diventa Capitale Italiana della Cultura, il progetto di Salvo Ferrara si inserisce come Fil rouge del panorama artistico del capoluogo siciliano, generando ricchezza culturale ed opportunità di conoscenza. Una proposta culturale innovativa ed articolata nella quale si manifestano il talento, la qualità e le competenze di creativi che sinergicamente hanno condiviso in modo indipendente e libero da qualsiasi tipo di sostegno pubblico e istituzionale, stessi valori ed esperienze. Per coloro che intendono “cibarsi” di tale bellezza sonora, l’album è disponibile da oggi su tutti i digital store grazie all’etichetta ArteWiva Label che si sta garantendo uno spazio di rilievo nel panorama musicale di Palermo per le sue scelte di spessore e di stile.
Paolino Canzoneri




Mondello, estate 2018: migliaia di turisti pronti ad ammirare “Il più bel promontorio del mondo”

MONDELLO (PA) – Come ogni anno Mondello si appresta ad aprire le porte alla nuova stagione balneare e puntualmente migliaia di turisti da tutto il mondo sono attesi nella località balneare fra le più ambite e splendide d’Italia.

Per i pochi che non la conoscono Mondello è una frazione distaccata di Palermo facilmente raggiungibile attraversando il Parco della Favorita, l’area verde più vasta del capoluogo siciliano di poco superiore ai tre chilometri fra lunghi viali alberati che, una volta percorsi, consentono di raggiungere una spiaggia di sabbia bianca finissima, un meraviglioso golfo dai colori tropicali esteso per meno di due chilometri racchiuso dal Monte Gallo e dal Monte Pellegrino descritto dal grande poeta scrittore e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang Goethe nel suo meraviglioso libro “Viaggio in Sicilia” nel 1787 come “Il più bel promontorio del mondo”.

IL VIDEO SERVIZIO DI PAOLINO CANZONERI ANDATO IN ONDA SU OFFICINA STAMPA IL 5 APRILE 2018

Il golfo di Mondello era una zona estesa paludosa

Solamente nel 1891 Francesco Lanza di Scalea principe nobile della città ne dispose l’imponente intervento di bonifica che a seguito di sfruttamento dei terreni e drenaggio delle acque dell’intera area paludosa riuscì ad adattare i terreni e disporli in modo da poter diventare luogo per le prime costruzioni e insediamenti vicino la città. Il lungo mare di Mondello vanta la presenza di numerose strutture ricettive e molti club nautici, circoli, negozi e una presenza imponente di ristoranti che offrono l’opportunità ghiotta di assaporare specialità culinarie locali con la presenza quotidiana di pesce fresco costante grazie ad un mare abbondantemente pescoso. Non di meno il turista è in grado di godersi la giornata al sole con un mare pulito e con la comodità di poter affittare cabine in varie frazioni private della lunghissima spiaggia. Alla sera quando il sole non picchia forte e la temperatura è più mite sono previsti eventi di intrattenimento per tutta la stagione estiva con concerti e rassegne artistiche di vario genere. Al centro della lunga passeggiata lungomare spicca un imponente antico e bellissimo stabilimento balneare costruito a palafitta sul mare che i mondellani chiamano “Charleston” progettato e disegnato ad ampia piattaforma su piloni immersi nell’acqua la cui struttura venne decorata con fregi e sculture dai colori accesi e vivaci da risultare elegante e opera in stile architettonico Art Nouveau fra le più belle d’Europa. Lo stabilimento balneare oggi gestito da una importante società italo-belga, ospita al suo interno uno dei ristoranti più importanti e prestigiosi di Palermo. Senza timori di smentite è palese definire Mondello come una delle località più belle per coloro che amano il mare e la presenza copiosa di turisti ogni anno ne rappresenta una conferma assoluta.

Paolino Canzoneri




Orgoglio d’Italia: Un ingegnere di Alcamo alla Sony per lo sviluppo dei videogiochi VR del futuro

PALERMO – Alcamo oltre ad essere una meravigliosa cittadina siciliana che sorge ai piedi del Monte Bonifato ad una cinquantina di chilometri da Palermo, è luogo natio di Peter Cavanagh, ingegnere informatico curatore ed autore di determinati processi legati all’animazione di un nuovo videogame dal nome “Blood & Truth” destinato alla console Playstation 4.

La grande casa giapponese Sony, da tempo, ha incrementato lo sviluppo e la creazione di giochi in 3D integrando e producendo speciali visori indispensabili per immergersi nei giochi di realtà virtuale che avranno una capacità di impatto visivo ed emotivo come mai prima d’ora si poteva sperare. Una concezione nuova sicuramente destinata a rendere obsoleta la concezione del videogame 2D. Lo sviluppo dei visori 3d ancora in fase di sperimentazione era già stato introdotto nel mercato in versione di prova con l’impiego di occhiali speciali e testato con un dvd di giochi dal titolo “VR Worlds” dove un gioco in particolare “The London Heast” aveva raccolto maggiormente largo consenso tra i giovani tracciando cosi la giusta direzione da intraprendere per l’azienda che adesso punta e investe sul nuovo gioco e sul visore 3D.

L’alcamese trentaduenne che lavora come ingegnere per la Sony facendo la spola tra il Regno Unito e Alcamo si occupa nello specifico di animazione procedurale scrivendo del codice che teso a rendere il più possibile fluidi i movimenti dei personaggi del gioco cosi da rendere il tutto più reale possibile.

Quello di Peter è un ruolo complesso di game designer del siciliano frutto di assidui studi di ingegneria informatica multi disciplinare che abbraccia determinate branche tra cui bio-meccanica, cinematica inversa, intelligenza artificiale, fisica e matematica tridimensionale che comporta conoscenze approfondite di sistemi e tecnologie di animazione moderni nonchè linguaggio di informatica C++. Sempre più vicini alla fine del primo ventennio degli anni duemila, nuove frontiere dell’intrattenimento ludico richiedono specifiche attitudini difficili e non alla portata di tutti. Parallelamente allo sviluppo del videogioco, il mondo informatico sempre più violato e sotto attacco, ha imposto maggiore sicurezza ed aperto una vera e propria strada a figure professionali che si dovranno occupare di respingere e debellare le continue manipolazioni maldestre del social che divorate e “drogate” da ciechi interessi di marketing, mettono a serio rischio l’incolumità della privacy dell’utente. I recenti scandali hanno imposto una repentina e massiccia “Cyber security” tracciando la strada a nuove forme professionali che dovranno tutelare tutte le grosse aziende contro le violazioni dei diritti di privacy. In un mondo connesso 24 ore su 24, tutti i colossi aziendali e multinazionali di qualsiasi orientamento produttivo, anche quelli che sviluppano videogiochi dovranno tutelare i propri clienti ergendo un muro di sicurezza pena la perdita di fiducia dei clienti e il relativo crollo dei loro titoli in borsa.
Paolino Canzoneri




Palermo, festa del papà e Vampe di San Giuseppe: uova e pietre contro i Vigili del fuoco

PALERMO – Come ogni anno anche Palermo festeggia la “festa del papà” e San Giuseppe il cui nome di antiche origine ebraiche vuole dire “Dio aggiunga, aggiunto in famiglia”, e da sempre, si vuole ricordare e valorizzare la figura religiosa del falegname Giuseppe di Gerusalemme esempio di padre che si prese cura e custodia di Maria anche nei momenti difficili quando furono costretti alla fuga in Egitto per scongiurare la follia di Erode.

Palermo, quale capoluogo regionale, è sempre stata sensibile a questa ricorrenza e puntualmente ha organizzato una serie di eventi, messe solenni ed iniziative molto attese dai fedeli. Nella chiesa dei Quattro canti nel centro città è prevista una messa speciale dedicata a San Giuseppe dei Teatini celebrata dall’arcivescovo monsignore Corrado Lorefici che vedrà anche la partecipazione dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, delle organizzazioni dell’artigianato e del progetto Policoro. Previste analoghe iniziative in varie parrocchie come la chiesa dell’Assunta in via Maqueda, confraternita di Maria SS della Mercede in San Josafat e nella cappella di San Giuseppe dove verranno offerte prelibatezze culinarie, preparate da fedeli per i poveri e i meno abbienti della città.

Da decenni in molti quartieri del capoluogo siciliano prende vita la manifestazione religiosa della “vampa di San Giuseppe” dove i cittadini ergono cataste di legno derivati da rifiuti e mobili in disuso

Questa particolare modalità di osservanza della festa causa ovviamente dei rischi non indifferenti. I roghi accesi altissimi e pericolosi per la vicinanza ai centri abitati portano e diramano nubi nere fuligginose altamente tossiche che penetrano in ogni fessura trasportate dal vento che in questo periodo fa sentire la sua forte presenza. Tutte le squadre del comando provinciale dei Vigili del Fuoco sono all’opera da tutto il giorno per cercare di spegnere le “vampe” accese in molti quartieri come in via Corazza, via Tricomi, via Colonna Rotta, Via Marcellino e nel quartiere Ballarò a Piazza Carmine. In via Mosca alcuni residenti contrariati dalle operazioni dei Vigili del Fuoco, hanno lanciato uova e pietre costringendo le forze dell’ordine a presenziare per consentire lo svolgimento delle operazioni di spegnimento. Sembra che due poliziotti abbiano riportato lievi ferite per fortuna non gravi per le pietre lanciate. I residenti stessi di altre zone, a causa del fumo sprigionato dai roghi, hanno richiesto l’intervento delle squadre dei Vigili del Fuoco che come ogni anno, in questo giorno di osservanza “ottusa” di tradizioni religiose troppo pericolose, sono in costante allarme. Antonino Piritore dell’UGL Polizia di Stato ha commentato rammaricato: “Per l’ennesima volta assistiamo ad atti di violenza nei confronti delle forze dell’ordine, una squadra del reparto mobile di Palermo è stata vittima di una violenta sassaiola. Auspico che il nuovo governo ponga la giusta attenzione per arginare tali atti”.
Paolino Canzoneri




Joe Petrosino: un migrante italiano che si impegnò per sconfiggere la mafia

Il 12 Marzo del 1909, alla fermata del tram a piazza Marina, a Palermo, intorno alle 20:45, quattro colpi di pistola uccidevano il detective italo-americano Joe Petrosino in un fuggi fuggi generale di persone prese dal panico che si dileguarono da ogni parte. La mafia, come non mai, aveva alzato il tiro freddando un servitore dello Stato tutore dell’ordine che indagava sugli sviluppi e modalità dei rapporti della mafia dalla Sicilia agli Stati Uniti e che si era distinto per le sue spiccate intuizioni e capacità investigative tramandate fino ad oggi. Da quel tragico evento di 109 anni fa ad oggi la figura e il sacrificio di Joe Petrosino nato a Padula nel 1860 vengono ricordati proprio nei luoghi che lo videro ospite durante il suo soggiorno investigativo nel capoluogo siciliano.

Anche quest’anno la giornata commemorativa del poliziotto italo-americano è stata organizzata presso l’Hotel de France oggi gestito dall’Ersu come foresteria e casa dello studente

Nelle sale attigue al Salone Joe Petrosino dal nome Spazio della legalità, dove è stato allestito una piccola biblioteca specializzata, sono stati proiettati filmati d’epoca e immagini fotografiche alla presenza di autorità di rilievo come il Sindaco Leoluca Orlando; l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione Professionale Roberto Lagalla; l’assessore alla Cultura del Comune di Padula Filomena Chiappardo; il vice prefetto dell’Ufficio Territoriale del Governo di Salerno Vincenzo Amendola ed altre.

La ricorrenza di quest’anno ha goduto di un valore aggiunto grazie alla presentazione dell’associazione “Joe Petrosino Sicilia” e del suo programma per la cultura della legalità curata dalla presidente Anna Maria Corradini che ha spiegato e presentato i valori e le iniziative. A seguire il tavolo del dibattito ha visto testimonianze e interventi del direttore del Gazzettino di Sicilia Angelo Scuderi e del pronipote Nino Melito Petrosino e Vincenzo La Manna presidente dell’Associazione Joe Petrosino di Padula.

Dopo gli ultimi interventi di studenti universitari, i partecipanti all’incontro si sono trasferiti all’esterno dell’Hotel de France per la deposizione della corona commemorativa sulla lapide dedicata a Joe Petrosino sul luogo della sua uccisione in piazza Marina collocata all’interno del Giardino Garibaldi pieno di splendidi alberi secolari di rara bellezza, lapide posta però nel lato opposto al reale luogo dove Petrosino venne ucciso quella tragica sera di 109 anni fa. Un errore forse volutamente “doloso” che ne condizionò le indagini.

In un giorno cosi importante della commemorazione di Joe Petrosino il sindaco Leoluca Orlando ha commentato: “Da migrante si impegnò per sconfiggere la mafia”, Palermo ricorda Joe Petrosino e come ogni anno la città di Palermo ricorda Joe Petrosino facendo memoria di quanto sia stato difficile nella storia di questa città liberarsi dalla presenza mafiosa dentro le istituzioni e di quanto sia stato significativo il comportamento di Joe. Migrante appartenente a una famiglia di migranti e divenuto cittadino americano e poliziotto, egli si impegnò per liberare la sua terra di origine e il suo paese di adozione dall’ipoteca mafiosa. Un’operazione che è anche di straordinaria rivalutazione dei tanti migranti costretti a fuggire per sottrarsi allo strapotere e alle violenze della mafia e condannati poi ad essere considerati mafiosi per quelli che continuarono all’estero l’attività criminale”.

Paolino Canzoneri




Elezioni 2018: Il paradosso politico, specchio di un paese confuso e contradditorio

Solo contro tutti Matteo Renzi non sembra voler mollare e la debacle assoluta del PD, ad una trentina di ore dall’esito catastrofico delle elezioni, appare come una meschina messa in scena che mostra un premier indispettito, piagnucoloso e ostinato proprio come un bimbo che non intende separarsi dal giocattolo rotto destinato alla pattumiera.

Il quadro politico e il senso stesso del PD oltre a non esistere più assume sempre più le fattezze di un buco nero nel cosmo che attira a sè e divora ogni “forma sinistroide” che vive in periferia e che sperava di rappresentare la nuova sinistra di fine ventennio degli anni duemila. La comunicazione di dimissioni di Matteo Renzi, congelata nella sua concreta essenza fino alla formazione del nuovo governo, è la prova di una spregevole mancanza di interesse nel raggiungimento il prima possibile di un governo necessario a tessere le fila per il raggiungimento di un assesto politico che ci renda meno vulnerabili in Europa.

Il Rosatellum creato ad arte per rendere difficile e dilazionate le necessarie alleanze pro-governo ci espongono pericolosamente a possibili altalene nell’economia di Piazza Affari con probabili innalzamenti dello spread rischiando di vanificare tutti quegli sforzi ad oggi compiuti per risollevare l’economia.

Gli occhi di Pietro Grasso, apparsi spenti durante il comunicato stampa di Liberi e Uguali, racconta la triste storia, seppur breve, di un grande uomo che ha creduto davvero d’essere l’artefice di una nuova svolta verso una nuova sinistra in grado di concretizzare la propria essenza ma si è dovuto ricredere e comprendere quanto lungo sia il suo cammino lontano da facili ed immediati successi.

Una sinistra confusa e indecisa che in molti anni ha solcato una ferita che richiede numerosi punti di sutura e che Liberi e Uguali ha pensato di curare con un semplice e frettoloso cerotto

Un altro lembo di una forza di sinistra come Potere al Popolo ha ottenuto un contentino, un “gettone di presenza” che comunque ha premiato la capacità di creare in poco tempo una concezione di sinistra 2.0 determinata e coraggiosa con dei contenuti concreti che dovranno ancora trovare un serio sviluppo aldilà dell’entusiasmo giovanile dei tempi sessantottini. Chi ha vinto è un movimento dai buoni intenti ma che dovrà dimostrare d’essere in grado di saltare con un balzo una “gavetta istituzionale” che ad oggi pone seri dubbi su un possibile successo di risultati e proprio in Sicilia, che si è rivelata quale grande bacino di voti ottenuti, il movimento comincia ad essere sostenuto dall’imprenditoria isolana che plaude alle aperture a destra e sinistra nell’unica occasione d’oro di formare un governo qualora il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne conferisse l’incarico. Una forza dirompente che ha il suo vertice assoluto nel Comune di Priolo Gargallo nel siracusano dove il consenso pentastellato ha raggiunto la percentuale micidiale del 70% alla luce anche dell’arresto per truffa del sindaco Antonello Rizza di Forza Italia.

Quel che si attende con impazienza sarà il giorno 23 Marzo dove il Presidente Mattarella conferirà l’incarico del nuovo governo e le previsioni parlano anche di una possibile scelta diretta verso la prima coalizione vincente alle ultime elezioni

Il centrodestra rinvigorito da un notevole successo di consensi alle votazioni relative alla scheda per il Senato si trova a dover da subito chiarire una sua leadership necessaria per seppellire dubbi ed incertezze che possono confondere il proprio elettorato, impresa non facile visto che il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi non sembra voler cedere lo scettro del premier di coalizione. Dal canto suo però va detto che Berlusconi, sempre più affaticato e smemorato, ha condotto una campagna elettorale decisamente più leggera e ridotta per ragioni di età avanzata e per queste ragioni adesso si trova a dover pagarne l’amaro prezzo. I comizi nella piazze non si possono abbandonare e le televisioni, per quanto seguite da un numero enorme di italiani, non potranno mai trasmettere quella sensazione di presenza fra la gente e di partecipazione attiva rispetto ad un freddo teleschermo usato per promettere la luna e una “flat tax” diretta e spedita a favore palese dei più abbienti. Questa campagna elettorale ha scongiurato anche le previsioni e i timori per un largo consenso all’organizzazione presente nelle schede elettorali come Casapound che si era illusa di andare oltre la soglia del 3% ma che non è neanche riuscita ad ottenere un punto percentuale. La rabbia e le accuse del loro leader ai microfoni televisivi della diretta televisiva contro il conduttore Enrico Mentana reo di non aver dato spazio e visibilità sufficiente, dimostra quanto certi atteggiamenti siano immaturi, ridicoli e del tutto inadeguati come possibile forza politica al governo.

Il quadro politico delle elezioni 2018 italiane assume i connotati di una matassa difficile da sbrogliare dove troppi contendenti si dichiarano i veri vincenti della partita e nel paradosso più totale la sinistra con Zingaretti si riprende la Regione Lazio andando a complicare maggiormente il districato percorso verso un equilibrio che difficilmente avrà la sua attuazione in poco tempo. Gli italiani hanno comunque deciso che è meglio una nuova forza politica giovane inesperta ma di buone intenzioni che vecchi spettri a destra e sinistra dal sapore “riciclato” e riproposto ancora una volta.
Paolino Canzoneri




Palermo, bimbo di 14 mesi colpito da meningite fulminante muore dopo 12 ore

PALERMO – Morire a 14 mesi è una tragedia assoluta per la famiglia di Palermo colpita da questo tremendo lutto. Ieri in sole 12 ore il piccolo Robertino (nome di fantasia utilizzato a tutela della privacy del minore e della famiglia), è stato stroncato da una gravissima forma di meningite che non gli ha dato scampo e non ha avuto pietà per il piccolo che è spirato all’ospedale dei bambini Giovanni Di Crisitina.

I genitori ai primi sintomi della malattia hanno cercato disperatamente di salvarlo con un ricovero immediato ma il batterio maledetto aveva oramai intaccato tutti gli organi

Martedi sera il piccolo Robertino mostrava segni di malessere e una febbre alta palesava un cattivo presagio tanto che i genitori in poco tempo si sono resi conto che non si trattava di una classica influenza e di corsa si sono diretti all’ospedale Buccheri La Ferla per i primi soccorsi. I medici si sono resi conto immediatamente della gravità della situazione e hanno disposto urgentemente un trasferimento immediato in rianimazione pediatrica nell’ospedale Giovanni Di Cristina di Palermo predisposto per questo tipo di intervento, ma i sintomi di meningite e sepsi meningococcica non hanno impiegato molte ore per portarsi via la vita del povero piccolo.

Senza poter fare nulla i medici hanno solo potuto constatare il decesso lasciando la famiglia e i parenti sbigottiti e disperati per la tragedia del tutto inattesa

Il corpicino del piccolo Robertino dalla camera mortuaria dell’ospedale di Palermo è stato portato in casa della famiglia nel quartiere palermitano di Brancaccio dove è residente per un ultimo saluto dei parenti e amici che sono accorsi sbigottiti e addolorati. La sorellina di soli tre anni è stata ricoverata per una faringite; una semplice precauzione, a detta dei dottori, che non è direttamente connessa alla meningite del povero fratellino. Non ci dovrebbe essere nessun ulteriore pericolo ma la piccola resta comunque ricoverata per le cure e per la sua sicurezza.

A voler spiegare come avvengono questi casi cosi fatali basta comprendere che ad oggi le meningiti non sono malattie debellate e purtroppo sono tante perché gli agenti che le provocano sono diversi. In questo momento, i casi che si sono registrati sono dovuti al meningococco, una delle tante forme. Dunque non c’è una maggiore concentrazione di decessi.

La meningite è una malattia sempre presente che ogni anno fa registrare un certo numero di pazienti che la contraggono e ha un tasso di mortalità tra il 5 e il 10%

Ma un aumento, a livello nazionale, tra l’1 e il 2% non è tale da fare statistica. Il consiglio è sempre quello di vaccinare: il vaccino copre un certo numero di meningiti, non è obbligatorio, ma nella maggior parte delle regioni italiane, è gratuito e offerto soprattutto ai bambini. Ad oggi, però, nonostante la gratuità del vaccino, la copertura è molto bassa.

La responsabilità è la cattiva informazione fatta da alcuni sui vaccini e le vaccinazioni in senso più ampio e non legata solo alla meningite”

Il piccolo Robertino era stato comunque vaccinato perchè spesso raffreddato. Il virus colpisce prevalentemente la fascia d’età compresa dai 20 ai 30 circa, di meno la fascia da 0 a 29 anni e si registrano pochissimi casi di pazienti affetti con età maggiore di 40 anni. La diffusione della malattia si trasmette via aerea e i batteri più pericolosi sono il meningococco scoperto nel 1887, il pneumococco e l’emofilo. Naso e gola sono le vie respiratorie dove risiedono questi potenti e pericolosi batteri che infiammano meningi e le membrane che rivestono cervello nonchè il midollo spinale. Questi batteri però sono sensibili alle temperature basse e all’essiccamento cosi all’esterno sopravvivono pochissimo, ragione per cui il contagio è limitato da persona a persona tramite secrezione respiratoria. Vi sono anche altre forme di contagio provocate da infezioni virali derivati da infezioni virali o fungine da farmaci. Purtroppo un decorso accellerato può portare al decesso anche in poche ore ma per fortuna nella maggior parte dei casi si riesce a debellare anche in 10 giorni circa.

Conviene sempre e comunque ricorrere ai vaccini presso le strutture ASL distribuite nel territorio che al momento stanno registrano un “boom” di richieste di vaccinazioni da parte di coloro che hanno assunto una posizione scettica sull’importanza, specie per i più piccoli, dell’uso del vaccino come prevenzioni di prassi. Occorre comunque fare attenzione ai sintomi che vanno dalla febbre molto alta, rigidità nucale, convulsioni, stati mentali confusionali e forte mal di testa.
Paolino Canzoneri




Palermo, pestaggio Massimo Ursino: quando la violenza è perdita della ragione, ma la presunzione di imporre la propria volontà è patologia

PALERMO – Chi conosce la città di Palermo sa perfettamente che via Dante dista poche centinaia di metri dalla centralissima piazza Politeama dove il famoso teatro omonimo si erge in tutta la sua bellezza e possanza tale da rappresentare spesso l’immagine fotografica legata al capoluogo siciliano. Ogni strada del centro o della periferia diviene, nel bene o nel male, scenario del nostro quotidiano in un presente che mostra i segni dello scorrere del tempo visibile nelle mura e nei manifesti che mostrano nei bordi i soliti segni di usura. Un silente testimone che racconta senza proferir parola quello che accade intorno.

Martedì scorso via Dante è stata lo scenario per un episodio di pestaggio ai danni di Massimo Ursino militante dirigente responsabile provinciale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova

Il militante è stato pestato da alcuni individui con il viso coperto da sciarpe che lo hanno fermato, legato e, come si dice in dialetto palermitano “fracchiato di legnate” ossia pestato a sangue e mandato all’ospedale ma senza pericolo per la sua vita. Il fatto a pochi giorni dal previsto comizio del leader che dovrebbe tenersi sabato prossimo ma che quasi sicuramente centri sociali anarchici e non solo faranno di tutto per non consentirlo. Ed è proprio questo il punto che fa riflettere. Condannare ogni manifestazione di violenza appare oramai scontato. Ma viene da se comprendere che forze pseudo-politiche che inneggiano, simpatizzano e si riferiscono ai trascorsi storici del fascismo in “salsa” nostalgica e in parodia anacronistica e patologica, siano elementi di instabilità sociale dovuta soprattutto ai modi oltranzisti di condurre la militanza pregna di presunzione assoluta e mancanza di rispetto per ogni forma di democrazia. L’irruzione di un pugno di ragazzotti pelati di estrema destra durante una riunione di “Como senza frontiere” con la lettura di un comunicato avvenuto a fine novembre dello scorso anno e che a parere di scrive non aveva nessuna valenza seria ed era solo un pretesto per la scena che è stata messa in atto, appare come un esordio di quelli che nessuno avrebbe voluto vedere.

Il paese a contatto con una evidente mancanza di rispetto delle regole della democrazia pone se stesso a rischio di un processo di involuzione sociale che mina pericolosamente al futuro e al mantenimento della democrazia dei paesi moderni

I rappresentati politici della destra italiana che non hanno mai condannato apertamente e pubblicamente questi gruppi di formazione estremista, in caso di vittoria nelle prossime elezioni, hanno aperto una breccia possibilista per coinvolgere Forza Nuova, Casa Pound e altre associazioni della stessa linea in una partecipazione attiva e in un ruolo politico “consociato”; e questo ha comportato un richiamo massiccio di voti indirizzati a giovani spesso disconoscenti della storia e senza la piena consapevolezza della “sacralità” di un ordine istituzionale che ha consentito all’Italia di sbarazzarsi di retaggi monarchici grazie ad elezioni dove gli italiani scelsero di voltare le spalle ad un passato dittatoriale e sanguinoso. La responsabilità storica va attribuita a coloro che oggi con arroganza e presupponenza sfruttano i canali mediatici per condurre un revisionismo storico teso a ribaltare la storia e a far apparire le vittime come diretti colpevoli o parzialmente responsabili del loro tremendo destino. Sembra esser venuto meno il rispetto e la gratitudine per le migliaia di persone perite nei monti e nelle campagne d’Italia nella lotta contro gli invasori per scongiurare sia l’ipotesi di governi totalitari che dell’aberrante e possibile infiltrazione del tedesco nella lingua italiana.

La stampa da sempre rappresenta per eccellenza un veicolo di espressione di umori e considerazioni ma deve essere foriera di verità inoppugnabili, sempre

Si leggono articoli dove si percepisce l’immane sforzo mentale e fisico di trovare qualche “elemento positivo” del periodo storico del fascismo in italia ed ecco che compaiono i meriti del duce riferiti ad opere di bonifica in parti del territorio italiano, costruzioni di edifici sontuosi a dimostrazione di una forza manifesta come se il sangue versato per una fatale entrata in guerra fosse un elemento che ne rappresenti il male minore. Non meno risibili certi accostamenti e paragoni alle organizzazioni terroristiche del cupo periodo degli anni di piombo citate come se la matrice fosse stata solo “rossa”, e come se non fossero esistite le organizzazioni neofasciste di colore nero che a colpi di bombe ammazzavano alla cieca chi aveva la sventura di entrare in una banca a piazza Fontana o prendere un treno che si chiama Italicus, o assistere ad un comizio a piazza della Loggia o andare in vacanza prendendo un treno alla stazione di Bologna.

Oggi come non mai è basilare che il proprio punto di vista comprenda tutti i fatti ad esso relativi

in modo da consentire la semplice consapevolezza che dietro ogni atto di violenza esiste una forma di intransigenza e intolleranza le cui origini si manifestano quando stupidamente e vigliaccamente si crede di poter condizionare gli altri al proprio volere. Chi appartiene a forze estremiste che non tollerano chi la pensa diversamente e che non hanno rispetto per le regole e per la Costituzione, sà e si accolla di vivere una vita in costante conflitto e pericolo e dovrebbe essere consapevole di seguire una direzione che conduce ad una capitolazione per volontà del popolo e putroppo devono aspettarsi atti violenti al pari del loro modo di porsi agli altri. Porre l’altra guancia non è una condizione certa su cui mettere la mano sul fuoco e se si è privi di esigenze legate al considerare il parere altrui come forma positiva e di perfezionamento ed arricchimento delle proprie idee, allora non si è pronti per il futuro. Il gesto violento contro il militante di Forza Nuova è un passo indietro da condannare ma lo è ancora di più un atteggiamento assoluto di chi pensa di avere sempre campo libero a sprezzo degli altri. La saggezza del detto “chi semina vento raccoglie tempesta” forse in questo caso gioca un ruolo tristemente veritiero. La violenza è perdita della ragione ma la presunzione di imporre la propria volontà è patologia.

Paolino Canzoneri




La fiction su Fabrizio De Andrè, “Il Principe Libero”: una occasione persa

Il Fabrizio De Andrè andato in onda sulla Rai dal titolo “Il Principe Libero” ha riscosso un buon successo di pubblico ed è stato interpretato ottimamente da attori del calibro di Luca Marinelli nei panni del cantautore scomparso l’11 Gennaio del 1999, da Enrica Rignon nel ruolo della prima moglie, da Elena Radonicich nel ruolo di Dori Ghezzi e da Ennio Fantastichini nel ruolo del padre del cantautore genovese.

La regia di Luca Facchini ci ha regalato una fiction che ha ripercorso la gioventù del cantautore in una Genova degli anni 50 e 60 dove la vita di De Andrè spensierata e libertina, diventava perfetto scenario di ispirazione per canzoni che nel tempo lo resero celebre. Evidenziate anche le importanti amicizie con Paolo Villaggio, Luigi Tenco e Riccardo Mannerini che segnarono il percorso professionale del cantautore.

Il tentativo già difficile in partenza di raccontare il poeta e cantautore Fabrizio De Andrè sin dalla prima delle delle due puntate, ha subito evidenziato la scelta e la direzione di narrare e romanzare la vita complessa del cantautore mettendo quasi in secondo piano il lato artistico dei suoi album, capolavori assoluti della musica italiana che dimostrarono ed evidenziarono il genio e lo spessore del poeta vissuto in un periodo burrascoso di una Italia alle prese con cambiamenti sociali e ribellione giovanile.

Conoscere alcuni brani capolavoro come “La canzone di Marinella”, “il Pescatore” , “La guerra di Piero” e “Canzone dell’amore perduto” significa solo disconoscere tutta una serie di album capolavoro che hanno trattato argomenti forti e che hanno suscitato e causato non poche polemiche nella stampa con cui il cantautore si è dovuto scontrare più volte.

Per fare un esempio, l’album concept “La buona novella” narra con canzoni pregne di frasi poetiche di una bellezza disarmante la vita di Giuseppe e Maria fino all’avvento di Gesù e la sua successiva crocefissione. L’album uscì nel 1970, anno caldissimo dove contestazioni e terrorismo affliggevano l’Italia intera e un argomento cosi delicato suscitò nella stampa e ammiratori non pochi dubbi e lui stesso da anarchico qual’era dovette spiegare che il suo intento era solo quello di raccontare dai vangeli apocrifi la storia di un rivoluzionario fuori dagli schemi di quei tempi e quindi non anacronistico ma in perfetta simbiosi con i tempi in cui la gioventù studentesca era in fermento rivoluzionario costante.

Tutto questo nel film non viene evidenziato e ancora peggio tre anni dopo quando Fabrizio De Andrè fece uscire un ennesimo capolavoro dal titolo “Storia di un impiegato” dove racconta la storia di un lavoratore disilluso e deluso in un suo presente di conflitti fra stato e borghesia che progetta di fare esplodere un ordigno durante una festa in maschera presenziata da politici e personaggi del governo; altro album che gli procurò non poche grane ma che nella fiction vengono accennate e riassunte in pochi secondi nei quali Fabrizio De Andrè confida a Dori le sue preoccupazioni per frasi tratte da testi del suo album urlate come slogan durante le manifestazioni dei giovani che ogni giorno riempivano le strade delle grandi città.

Contestazioni ed interruzioni di concerti che dovette pure subire quando progettò una turnèe di concerti in tutta Italia insieme alla band di successo PFM ripercorrendo parecchi brani del suo repertorio con un arrangiamento “progressive” magistralmente suonato dal complesso PFM che destò scalpore e venne spesso interpretato come una sorta di tradimento del modo prevalentemente folk con cui Fabrizio De Andrè suonava e registrava i suoi brani.

Spesso nelle interruzioni, fra urla e insulti, De Andrè riusciva a malapena a spiegare che dietro questo progetto c’era solo la voglia di suonare le sue canzoni in una modalità diversa ed arricchita di spunti diversi. Detto questo, ad oggi quel doppio album uscito al termine della tournèe viene considerato e venerato come uno dei concerti più belli di sempre e prepotentemente entrato nella storia della musica italiana. La fortuna e la popolarità del cantautore ebbe inizio quando Mina decise di cantare “La storia di Marinella” durante il programma “Studio Uno” del 1965 e nel tempo Fabrizio De Andrè compose album diversi ma sempre attenti al suo presente e sempre dalla parte degli emarginati, dei perseguitati e di coloro la cui vita gli si ritorceva contro in una morsa di sfortuna e ingiustizia.

Nella fiction tutti questi lati fondamentali sono stati sacrificati sull’altare della storia romanzata del suo primo difficile matrimonio e del sequestro che durò mesi duri fra le sofferenze dei parenti e le difficili trattative per la liberazione. La fiction seppur interpretata bene lascia l’amaro in bocca e sembra invece messa in atto come una operazione commerciale, avallata da Dori Ghezzi, dispiace dirlo, che ha concesso il permesso di raccontare una storia che non ha evidenziato quello che emergeva dai capolavori, unici veri testimoni di quello che è stato Fabrizio De Andrè.
Paolino Canzoneri