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Economia e Finanza

Banca Popolare del Lazio, doppio macigno sull’istituto di credito – (L’inchiesta 10 parte)

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Riprendiamo la nostra inchiesta giornalistica sulla Banca Popolare del Lazio. Nell’arco delle precedenti nove puntate, grazie alle indagini giornalistiche effettuate, abbiamo messo in luce molteplici casi che riteniamo essere contaminati dai conflitti d’interesse.

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IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 19/9/2019

Siamo partiti da una lettera di “soci” che si autodefiniscono coraggiosi i quali in forma anonima hanno evidenziato situazioni in cui sono stati concessi affidamenti temerari e senza garanzie a personaggi “amici di…”.
Avevamo detto che rispetto tutta questa situazione c’erano stati dei controlli di Banca d’Italia alla sede centrale di Velletri della Banca Popolare del Lazio e che era stato stilato un verbale che bacchettava la governance.

La sanzione di Banca d’Italia a Banca Popolare del Lazio

Ebbene la Banca d’Italia ha sanzionato la Banca Popolare del Lazio per 49mila euro a causa di carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nel processo del credito mettendo però a carico di tutti soci il costo delle responsabilità dei singoli amministratori.

Nessuno dei singoli amministratori è stato chiamato a rispondere personalmente delle proprie azioni benché rilevate sia nell’ultima ispezione di Banca d’Italia che nell’indagine giornalistica che abbiamo fatto. Ma non è tutto perché siamo in attesa di sviluppi penali.

Il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Velletri

Avevano creduto nel sogno della banca del territorio investendo i loro risparmi in azioni della Banca Popolare del Lazio. Azioni che oggi, dopo aver assistito ad un sostanziale decremento del loro valore, versano in una situazione di illiquidità ovvero non si riescono a vendere. La vicenda riguarda due clienti dell’istituto bancario che hanno ottenuto un provvedimento emesso dal Tribunale di Velletri, emesso dal Giudice Paolo Goggi, il quale ha accolto la domanda dei due consumatori associati a Konsumer Italia, i quali si erano opposti al rifiuto della Banca Popolare del Lazio di consegnare la documentazione relativa ad investimenti per il decorso del termine. E così dopo una richiesta di chiarimenti il giudice ha sciolto la riserva e ha condannato l’istituto bancario a consegnare i documenti sottoscritti dai risparmiatori, anche anteriori agli ultimi dieci anni, e che si riveleranno fondamentali per l’avvio di un legittimo giudizio di risarcimento danni.

“Un risultato straordinario” – ha commentato l’Avvocato Massimo Melpignano, Responsabile Banca e Finanza di Konsumer Italia

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IL PUNTO DELL’AVVOCATO MASSIMO MELPIGNANO CHE HA ASSISTITO DUE CLIENTI DI BPL

Melpignano ha assistito i consumatori in questa vicenda. “Le Banche si sono sempre giustificate dando una lettura di comodo di un articolo del Testo Bancario. – Ha detto Melpignano – Il coraggioso provvedimento del Giudice Paolo Goggi del Tribunale di Velletri, chiarisce una volta per tutte, che la banca è obbligata in virtù del rapporto di correttezza e trasparenza, a consegnare alcuni documenti importanti che giustificano e che sono fondamento del rapporto instaurato con i risparmiatori.” Il responsabile di Banca e Finanza di Konsumer Italia ha poi invitato tutti coloro che hanno subìto il rifiuto della banca a consegnare la documentazione, utile per fare chiarezza sugli investimenti rivelatesi fallimentari, a non arrendersi e a far valere i propri diritti nelle sedi competenti.

Economia e Finanza

Bollette, sostegni a imprese e famiglie: oggi la discussione al Consiglio dei ministri

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È convocato per le 17 a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. Fra i provvedimenti all’ordine del giorno, ci sono anche il nuovo decreto legge con i sostegni a famiglie e imprese per le bollette, il disegno di legge annuale per la concorrenza, quello per il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, e il decreto legislativo sul Codice degli appalti, per cui è atteso l’esame definitivo.  


La bozza del decreto bollette in 22 articoli 

Dall’Iva ridotta sul gas al rinnovo del bonus sociale, ma anche norme sulla sanità, con il payback e con misure per il contrasto alla violenza contro medici e infermieri, e sul fisco con la modifica dei termini per le definizione agevolata delle controversie tributarie. Sono alcune delle misure contenute nei 22 articoli della bozza del nuovo decreto bollette atteso oggi pomeriggio in consiglio dei ministri.

Nel decreto bollette azzerati gli oneri sul gas, tornano sulla luce – Il taglio dell’Iva al 5% sul gas viene prorogato per il secondo trimestre dell’anno e viene esteso anche al teleriscaldamento e all’energia termica prodotta con il metano. E’ quanto prevede la bozza del decreto sulle bollette. Gli oneri generali di sistema sul gas vengono azzerati per i tre mesi aprile-giugno, mentre si riduce il contributo introdotto a favore dei consumatori fino a 5.000 metri cubi. “In considerazione della riduzione dei prezzi del gas naturale all’ingrosso, – si legge nel testo – le aliquote negative della componente tariffaria UG2C applicata agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno sono confermate limitatamente al mese di aprile 2023, in misura pari al 35% del valore applicato nel trimestre precedente”. Nella bozza non si fa cenno agli oneri sull’elettricità, finora eliminati. Dal prossimo aggiornamento tariffario dovrebbero quindi tornare in vigore.

Dai medici gettonisti agli infermieri, in Cdm norme anti carenza – Una bozza di decreto, oggi in Cdm, prevede un riconoscimento ai medici della medicina di urgenza e emergenza, anticipando un aumento dell’indennità che era previsto per l’anno prossimo. Lo ha spiegato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. “Nel provvedimento, che sta avendo le valutazioni di copertura finanziaria a cui è vincolato, si prevede di limitare l’uso dei medici gettonisti, ponendo un tetto alla retribuzione degli stessi e aumentando lo straordinario per i medici strutturati pubblici”. I tecnici stanno verificando un aumento degli straordinari da 60 a 100 ero l’ora. Previsti interventi anche per gli infermieri.

Il ddl sulla concorrenza non contiene norme sui saldi – Nel testo del ddl concorrenza che sarà portato in preconsiglio non ci sarà la norma sull’armonizzazione delle vendite promozionali, al fine di svolgere un preventivo confronto sul tema con le associazioni di categoria e con le Regioni. Lo apprende l’ANSA da fonti del Ministero dell’industria e del made in Italia. La norma sui valori di esposizione elettromagnetici (legata al 5g), di cui si è parlato nei giorni scorsi, non era stata presa in considerazione per questi disegni di legge, non essendo materia specifica di concorrenza, precisano le stesse fonti.

Verso 1,1 miliardi per payback sanitario in dl bollette – In arrivo una soluzione per il payback sanitario, per circa 1,1 miliardi di euro: secondo quanto si apprende, il decreto bollette atteso in Consiglio dei ministri dovrebbe contenere anche misure sul payback per i dispositivi medici. La scadenza per le aziende del settore biomedicale per saldare il pregresso (circa 2,2 miliardi) è stata fissata al 30 aprile con il decreto Milleproroghe.

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Alitalia: la Commissione Europea ha stabilito che il prestito ponte del 2017 di 400 milioni è illegale

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Ora la ex compagnia di bandiera dovrà restituire l’importo maggiorato di interessi all’Italia

La Commissione europea ha concluso che il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2019 rappresenta un aiuto di Stato illegale ai sensi delle norme comunitarie.
L’Italia ora deve quindi recuperare dalla compagnia l’aiuto di Stato illegittimo, maggiorato degli interessi.

Lo ha annunciato lo stesso esecutivo Ue. “L’esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada. Le conclusioni della Commissioni Ue erano attese e ampiamente previste”, commenta il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

“Un mero pro forma”

“Si tratta di un mero pro forma, perché anche questa somma non sarà recuperata dal governo italiano, – ha detto Andrea Giuricin, professore di economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano – come già i 900 milioni del 2017 o i 300 milioni del governo Prodi. La commissione europea ci ha messo tre anni e mezzo per decidere, questa lentezza è frutto di una decisione politica di Bruxelles, e i contribuenti italiani non vedranno restituire il prestito, considerando il tasso di interesse annuo del 10% stiamo parlando di quasi 600 milioni”. Così il giurista commenta la decisione della Commissione Ue di dichiarare illegittimo il prestito da 400 milioni del governo italiano all’ex compagnia di bandiera nel 2019. Cosa succederà dunque? La somma sarà iscritta nel passivo dell’amministrazione straordinaria così come i precedenti 900 milioni.

I prestiti precedenti

A maggio 2017 Alitalia era stata commissariata e continuava ad operare come compagnia aerea. Per mantenere l’ex compagnia di bandiera operativa, nel 2017 e nel 2019, vennero concessi dai governi italiani due prestiti, rispettivamente, da 900 milioni di euro (in due tranches) e da 400 milioni di euro. Nel 2018 la Commissione avviò un’indagine per stabilire se il prestito del 2017 fosse conforme alle norme sugli aiuti di stato e nel febbraio 2020 mise nel mirino il prestito pubblico aggiuntivo di 400 milioni del 2019. A settembre 2021 Bruxelles concluse che il prestito di Stato da 900 milioni di euro ad Alitalia era illegale, ma non è mai stato restituito. Adesso è arrivata la decisione sul prestito da 400 milioni: per Bruxelles “non è stata valutata in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti con gli interessi” dal governo italiano che “si è concentrato nel voler garantire la continuità del servizio dei voli” di Alitalia.

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Bollette, Governo: si studiano nuovi aiuti per imprese e famiglie

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Sul tavolo anche il tema della siccità

Nonostante il calo dei prezzi energetici rispetto ai picchi dei mesi scorsi, il governo si prepara a garantire un sostegno a famiglie e imprese anche oltre il 31 marzo, quando scadono gli sconti previsti dalla legge di bilancio. Questa volta però non ci si limiterà ad una proroga, ma il governo ha già detto di voler cambiare gli aiuti.

Tra le misure allo studio, si va dal bonus famiglie che premia il risparmio, alla soglia per i crediti d’imposta, fino al nodo degli oneri di sistema. Il nuovo decreto è quasi pronto sul tavolo del governo, che punta a portarlo al prossimo consiglio dei ministri, che dovrebbe riunirsi in settimana o al massimo all’inizio della prossima – se dovesse slittare per gli impegni internazionali della premier attesa a Bruxelles per il Consiglio europeo. La logica dei nuovi aiuti, ha spiegato in un’intervista la sottosegretaria all’economia Sandra Savino, è quella della “selettività”.

Si valuta in particolare il rinnovo del bonus sociale con le attuali soglie Isee, mentre per le imprese si studia un credito di imposta modulato sul prezzo del gas: l’idea è fissare una soglia oltre la quale lo sconto aumenta, mentre al di sotto non è previsto.

Per le famiglie, invece, come già annunciato dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, si pensa ad un bonus famiglie basato sui consumi, incentivando il risparmio: sulla misura, tuttavia, si attendono le proiezioni di fattibilità dell’Arera e l’avvio potrebbe quindi slittare al trimestre successivo. C’è poi il tema degli oneri generali di sistema, che finora sono stati azzerati, ma per i quali restano in piedi anche le ipotesi di un taglio parziale o addirittura della reintroduzione. La decisione non è ancora stata presa: “In questo momento ci sono ancora i tavoli tecnici che fanno le simulazioni, ci porteranno la proposta e su quello valuteremo”, spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto.

Ma la preoccupazione delle associazioni dei consumatori è alta e sale il pressing sul governo: se non si rinnova per intero l’azzeramento degli oneri di sistema della luce e l’intervento sul gas, Iva al 5% e oneri, nonostante i prezzi all’ingrosso in calo, le bollette delle famiglie rischiano un’impennata, avvertono in coro, calcolando il rischio di un balzo del 58% per il gas e del 27% per la luce. Resta in primo piano intanto sul tavolo del governo anche il tema della siccità. Dopo la cabina di regia crisi idrica convocata per domani, è atteso nel prossimo consiglio dei ministri anche il decreto per affrontare l’emergenza: un provvedimento con semplificazioni e deroghe per accelerare le opere, per le quali ci sono risorse già stanziate per quasi 8 miliardi.

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