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CASO DENISE PIPITONE: ECCO GLI ELEMENTI A CARICO DI JESSICA PULIZZI

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Tempo di lettura < 1 minuto Richiesta di condanna a 15 anni per Jessica Pulizzi. L’avvocato Frazzitta ci ha spiegato in dettaglio come mai si è passati a questa richiesta.

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di Angelo Barraco

Marsala – Questa è l’intervista che ci ha concesso l’avvocato Giacomo Frazzitta in merito alla scomparsa di Denise Pipitone avvenuta il 1 settembre 2004 da Mazara del Vallo. Abbiamo posto tante domande all’avvocato Frazzitta e siamo partiti dall’ultima novità sul caso, ovvero la richiesta di condanna a 15 anni per Jessica Pulizzi.
L’avvocato ci ha spiegato in dettaglio come mai si è passati a questa richiesta. Abbiamo parlato della frase che è il fulcro dell’inchiesta e l’avvocato ci ha spiegato cosa rappresenta quella frase, quali sono gli elementi a carico di Jessica Pulizzi, ha spiegato la posizione del soggetto e gli elementi a suo carico. Abbiamo chiesto se sono state battute tutte le piste, che valore ha attribuito la magistratura alle testimonianze e quali saranno le prossime mosse. Ringraziamo l’avvocato Frazzitta per la disponibilità. Buona visione.  

Costume e Società

Musica e gioco: le canzoni più belle dedicate alla roulette

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Il gioco è una delle attività umane più antiche in assoluto. Gli antichi greci e gli antichi romani crearono intrattenimenti istituzionalizzati le cui testimonianze sono arrivate fino a noi e che possiamo ammirare ancora oggi. Nella nostra epoca, grazie a internet e alle innovazioni tecnologiche, si gioca soprattutto online, con i videogiochi di ultima generazione e con le discipline classiche che sono sbarcate sul web. Questo, però, non ha impedito ad alcuni dei più grandi musicisti internazionali di dedicare al gaming, e alla roulette, alcuni dei loro brani più belli. Vediamo quali sono senza fare una classifica ma presentandoli in rigoroso ordine cronologico.

La roulette non è soltanto il simbolo più iconico di sale da gioco, casinò e gaming ma spesso è stata il tema centrale, in maniera più o meno metaforica, di moltissime canzoni di successo. La prima da ricordare è datata addirittura 1964 ed è stata scritta dal Re del Rock in persona, Elvis Presley. Stiamo ovviamente parlando di “Viva Las Vegas”, brano che accompagnò l’uscita dell’omonimo film e in cui vengono citate la ruota della fortuna, il poker e il blackjack. Ma soprattutto l’emozione che si prova nel tentare una puntata di fronte al croupier del tavolo verde.

A 5 anni di distanza, nel 1969, arrivò un’altra canzone dedicata alla roulette e firmata da un’altra icona della musica, Bob Sieger. Il brano in questione si chiama “Ramblin’ Gamblin’ Man” e nel testo c’è il celebre verso: “girare la ruota della fortuna”. Una metafora dolce-amara per raccontare quello che si prova quando si è nel bel mezzo di una incerta storia d’amore.

Non mancano brani a tema roulette anche negli anni ‘80, uno dei decenni più discussi a livello di qualità e proposta musicale. Al di là dei dibattiti, sono due i brani che a noi interessano che parlano del gioco simbolo dei casinò. Il primo è “Queen of Las Vegas” dei B-52s, band statunitense new wave che è passata alla storia come una delle prime a usare i sintetizzatori nelle proprie canzoni. Queen of Las Vegas è una di queste e già al secondo verso c’è una citazione della “roulette wheel”. Nello stesso periodo i Bon Jovi, capitanati dall’omonimo cantante, inserirono nel loro primo lavoro in studio un brano che si intitolava proprio “Roulette”. Classic rock americano in cui l’amore viene paragonato alla pallina che si muove sempre incerta tra rosso e nero.

Proseguiamo la nostra carrellata con due brani recentissimi, entrambi risalenti agli anni ‘20 del nuovo millennio. Il primo è “Love & Roulette” di Izzi De-Rosa, una canzone che parla degli alti e bassi dei moderni appuntamenti romantici. Izzi De-Rosa racconta della sua esperienza con due uomini diversi, uno dei quali conosciuto online. Entrambi, però, la deluderanno e la renderanno più cinica. Emblematica al riguardo la metafora dell’amore come una “roulette” in cui fortuna e imprevedibilità la fanno da padrone.

Non mancano anche nel repertorio italiano canzoni che parlano di roulette e gaming. Una delle più recenti è “Las Vegas” di Tancredi, cantante e autore uscito dall’edizione 2020 di Amici. Un brano che ha fatto ballare migliaia di fan e che, in uno dei suoi versi più celebri recita: “Prendi le fiche, fai pure all-in, dai sposami, sulla roulette”.

L’ultimo brano di questa playlist speciale non tratta temi relativi al gioco ma può stare in questo gruppo proprio per il titolo, ovvero “Roulette”. La canzone in questione è stata scritta da Bruce Springsteen nel 1979 ma rimase inedita fino al 1988, anno in cui venne pubblicata come b-side di One Step Up. Nata come pezzo di denuncia a seguito dell’incidente nucleare di Three Miles Island, Roulette è una vera e propria invettiva contro il nucleare e uno dei picchi del Boss a livello musicale e compositivo. In questo caso la ruota della fortuna non rappresenta l’amore ma l’incertezza con cui devono fare i conti le persone alle prese con istituzioni completamente disinteressate alla vita umana.

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Roma

Roma, truffe ed estorsioni ai danni di anziani: arrestate e portate in carcere 11 persone

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L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di estorsione, truffa aggravata ai danni di persone anziane, furto aggravato, utilizzo fraudolento di carte di credito, sostituzione di persona, nonché del delitto di porto illegale di più armi da fuoco

Nelle prime ore di questa mattina, al termine di una complessa indagine, coordinata dalla Procura di Roma e condotta dai poliziotti della Squadra Mobile romana e del commissariato Viminale, insieme agli agenti II Gruppo Parioli della Polizia Locale di Roma Capitale, con l’ausilio della Squadra Mobile e della Polizia Locale di Napoli, è stata data esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 11 persone.

Gli indagati, con gravi precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, in taluni casi inseriti in contesti di criminalità organizzata, sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di estorsione, di truffa aggravata ai danni di persone anziane ed in stato di minorata difesa, di furto aggravato, di utilizzo fraudolento di carte di credito (sottratte alla vittime), sostituzione di persona, nonché di porto illegale di più armi da fuoco, fucili e pistole.

Sono stati ricostruiti ben 68 episodi delittuosi sul territorio nazionale posti in essere ai danni delle povere e vulnerabili vittime, con il conseguimento di ingenti profitti, costituiti dal danaro e dagli oggetti di valore degli anziani custoditi nelle case.

I delitti sono aggravati dalla circostanza di essere stati compiuti ai danni di soggetti deboli e vulnerabili, in condizioni di minorata difesa, in avanzata età ed affetti da gravi patologie mentali e fisiche.

Le indagini, scaturite da una serie di denunzie di truffe consumate nella Capitale nel dicembre 2021 fino al settembre 2022, perpetrate sempre con lo stesso stratagemma di presentarsi falsamente alla anziana vittima come avvocato o appartenente all’Arma dei Carabinieri, prospettando un imminente pericolo o grave danno per un familiare, laddove la vittima non avesse versato le utilità economiche richieste necessarie per evitare l’arresto, hanno permesso di ricostruire numerosi episodi delittuosi posti in essere da una strutturata associazione, operante su tutto il territorio nazionale ed in Roma, con base nel centro storico di Napoli, dove era collocato il “centralino” da cui partivano le telefonate e dove confluivano i proventi dei delitti.; sul posto si recavano gli esecutori materiali delle truffe, che rimanevano però in costante contatto con i complici presenti a Napoli, da cui ricevevano ordini e direttive.

L’organizzazione era capeggiata da 2 uomini appartenenti ad una famiglia abitante nella zona dei Tribunali e di Largo Donnaregina, site nel centro storico di Napoli.

Il promotore ed organizzatore dell’associazione, di anni 47, elaborava i “piani” criminali, indottrinava i sodali sul modus operandi, individuava le vittime e riceveva e suddivideva tra gli associati i proventi dei reati.

L’altro promotore, di anni 37, procacciava i “citofoni”, ovvero i telefoni cellulari con intestazioni fittizie usati solo e soltanto per commettere la singola truffa e poi gettati, ma rinvenuti e successivamente analizzati dalla polizia giudiziaria.

I promotori ricevevano da un c.d. perlustratore/esploratore le indicazioni delle vie più appetibili, scelte tra quelle da loro ritenute più tranquille, solitamente site in zone residenziali, potenzialmente abitate da persone facoltose. Le abitazioni individuate erano preferibilmente prive di portierato o dei sistemi di video sorveglianza.

I promotori della associazione criminale erano affiancati nell’organizzazione da 2 donne.

Una, 53enne si occupava del reclutamento degli “esattori” ed operava nella sua abitazione, sita nei “bassi” di Largo Donnaregina in Napoli, dove venivano svolte alcune riunioni operative e da dove partivano molte delle telefonate alle vittime. La donna era anche la custode della maggior parte dei soldi e delle utilità dell’organizzazione criminale, provento dei delitti ed aiutava i capi del gruppo criminale nella gestione e nel reclutamento dei sodali.

L’altra donna, di 57 anni, oltre ad aiutare i sopra citati anche nel custodire i soldi, aveva il compito di proteggere i sodali ed in caso di arresti/denunce di procurare i difensori da nominare.

Le due donne svolgevano altresì il ruolo di telefoniste con il preciso compito di contattare le vittime, fingendosi talvolta come “Carabiniere e/o Avvocato”, a cui rappresentavano falsamente il coinvolgimento in problemi di giustizia o di polizia di un familiare (generalmente figlio o nipote).

Infine gli altri indagati, quali materiali “riscossori o esattori”, dopo aver ricevuto l’input da Napoli, si recavano presso le abitazioni delle vittime dove asportavano tutto il denaro o preziosi, ovvero tutti i risparmi di “una vita” dei malcapitati anziani.

Nello specifico, nel corso delle indagini in cui sono stati svolti numerosi servizi di osservazione nelle città di Napoli e di Roma, a riscontro di quanto emerso, si è evidenziato come altri associati, di supporto ai “riscossori” e ai “telefonisti”, al fine di far apparire più veritiero il cosiddetto incidente occorso al familiare, fingevano, per telefono, di essere proprio lo stesso congiunto in difficoltà, così contribuendo a far cadere nel raggiro le povere vittime.

Durante le attività odierne sono stati sequestrati 65.000 euro in contanti e numerosi gioielli in oro, probabile provento delle truffe realizzate in questi mesi.

Gli arresti di oggi rappresentano un risultato di notevole rilevanza ed impatto sociale, frutto delle direttive del coordinamento operato dalla Procura della Repubblica di Roma, volte al contrasto di questi odiosi reati, che ha creato pool di magistrati ed investigatori specializzati di polizia giudiziaria, dedicati e specializzati al contrasto dei predetti.

All’esito delle attività investigative e delle direttive e del coordinamento effettuato dalla Procura della Repubblica sono state infatti arrestate nell’ultimo anno ben 130 persone dalla Questura di Roma e dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, delegati per le indagini, in flagranza o in esecuzione di ordinanze cautelari, gravemente indiziate di aver truffato o compiuto estorsioni ai danni di persone anziane ed in stato di minorata difesa.

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Castelli Romani

Grottaferrata, vittime di violenza: inaugurata la prima casa di semi autonomia dedicata a Giulia Cecchettin

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A Grottaferrata questa mattina è stata inaugurata la prima casa di semi autonomia per vittime di violenza intitolata a Giulia Cecchetin, la studentessa uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

La struttura è la prima nell’area Metropolitana di Roma, come evidenziato dal sindaco capitolino e metropolitano Roberto Gualtieri: «Questa è una casa di semi autonomia – ha detto – che prevede un percorso di protezione dopo la fase di violenza, ma poi le donne vengono aiutate a recuperare una vita autonoma. La struttura ne può ospitare quattro».

Giulia era originaria di Vigonovo in provincia di Venezia e il sindaco della sua città, Luca Martello, è voluto essere presente, in rappresentanza anche della famiglia della giovane uccisa, per ricevere le “chiavi” simboliche della nuova casa.

L’amministrazione comunale di Grottaferrata ha scelto di intitolare la struttura dopo una verifica con la famiglia di Giulia effettuata dalla Città Metropolitana ed ha invitato all’inaugurazione anche il primo cittadino di Vigonovo: «Ritengo che questa sia – ha detto Luca Martello – una significativa opportunità per evidenziare l’urgenza di rafforzare i servizi di supporto alle donne vittime di violenza e ribadire ancora una volta come sia necessario lavorare tutti uniti, senza divisioni ideologiche, affinché sia promossa una cultura del rispetto e della parità di genere.

Il padre di Giulia ringrazia Roma e Grottaferrata per questa iniziativa, non ha potuto essere qui ma ho viaggiato io, tutta la notte, per essere presente a nome di tutta la nostra comunità». Le prime due donne ospiti arriveranno la prossima settimana.

L’immobile dove oggi sorge un alloggio accogliente con una bella vetrata che affaccia su un piccolo giardino con un grande ulivo fu sequestrato nel 2010 al tesoriere della banda della Magliana e si trova in una zona residenziale di Grottaferrata non lontano dalla stazione dei Carabinieri. La struttura è stata realizzata grazie a una iniziativa della consigliera delegata alle Pari opportunità della Città metropolitana di Roma, Tiziana Biolghini, in accordo con il sindaco di Grottaferrata, Mirko Di Bernardo: “La giunta in questa settimana – ha detto Di Bernardo – ha valutato che l’appello della sorella di Giulia fosse forte e importante.

Abbiamo pensato che la risposta migliore fosse nei fatti e in un progetto qual è una casa di semiautonomia per le donne vittime di violenza, che potesse essere segno di speranza per tutti per rispondere a una grande emergenza.

L’emergenza si affronta con la pianificazione di attività ma anche con strutture che aiutino le donne a non sentirsi sole ma inserite in un sistema che le promuove e le difende”.

Il Comune di Grottaferrata lo ha ristrutturato e in accordo con Città Metropolitana affidato in gestione all’associazione Ponte Donna presieduta da Carla Centioni, attivista e femminista che da oltre 20 anni si dedica a contrastare la violenza di genere. C’è già un bell’albero di Natale nel salotto, divani colorati, un’angolo cucina accogliente e le camere da letto con i peluche sul letto: “Le donne vittime di violenza – ha detto l’assessore al Sociale avvocato Francesca Maria Passini – potranno portare anche i loro figli, saranno al sicuro”. Tante le forze dell’ordine presenti, autorità civili, politiche e religiose.

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