Papa Francesco: venduta all’asta la “sua” Lamborghini

E’ stata venduta all’asta per 715mila euro la Lamborghini bianca che era stata donata a Papa Francesco e che lui aveva a sua volta destinato al finanziamento di alcuni progetti di carità. Lo rende noto la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, tra i beneficiari della vendita; Acs porterà avanti così il suo ‘Piano Marshall’ per il rientro dei cristiani in Iraq che erano stati cacciati dall’Isis. Inoltre papa Francesco ha deciso di sostenere i progetti dedicati soprattutto a donne e bambini di due associazioni italiane che svolgono attività soprattutto in Africa, la Gicam del professor Marco Lanzetta (chirurgia della mano) e Amici del Centrafrica. Un’altra parte del ricavato della vendita della Lamborghini di papa Francesco andrà a favore della Comunità Papa Giovanni XXIII, che da 50 anni si occupa delle donne delle vittime della tratta e della prostituzione. A gestire la vendita all’asta dell’auto di lusso, firmata dal pontefice, è stata Sotheby’s nel principato di Monaco

La Lamborghini Huracán RWD, regalata al Papa, è stata realizzata dal dipartimento di personalizzazione della casa automobilistica di Sant’Agata Bolognose, “Ad Personam”, e si presenta di colore bianco con strisce giallo che corrono lungo la carrozzeria, in omaggio ai colori della bandiera di Città del Vaticano. L’auto è autografata sul cofano da papa Francesco




Nepi, Sagra del pecorino romano e del salame cotto: tutto pronto per sabato 12 e domenica 13 maggio

NEPI – La tradizionale Sagra del Pecorino Romano di Nepi non lascia, anzi raddoppia! Già, perché ad affiancare il delizioso formaggio sullo scranno più alto della manifestazione, sarà quest’anno un’altra specialità come il Salame Cotto De.Co., che da poche settimane ha ottenuto la Denominazione Comunale di origine. E così il tanto atteso appuntamento della primavera nepesina si trasformerà nella “Sagra del Pecorino e del Salame Cotto”, in programma sabato 12 e domenica 13 maggio nella splendida cittadina in provincia di Viterbo.

Ad affiancare queste due delizie saranno tanti altri prodotti tipici della Tuscia e del Bio Distretto, senza dimenticare le ricette tradizionali proposte a pranzo e a cena presso lo stand della Proloco: la vignarola laziale (un piatto contadino a base di fave, carciofi e lattuga), la cipolla bianca al forno e le salsicce e le carni di maiale alla griglia fornite dai   norcini locali. Un vero e proprio trionfo di sapori e profumi unici, che per un weekend trasformerà la “città dell’acqua” nella capitale del gusto di un intero territorio.

Il Pecorino Romano Dop – che ancora oggi prende vita nelle stesse località dove è nato, le campagne del Lazio – è una prelibatezza ormai rara, perché la gran parte della produzione è destinata ai mercati stranieri; dal sapore dolce e aromatico oppure piccante e deciso a seconda della stagionatura, può essere grattugiato o servito direttamente in tavola a nobilitare moltissime ricette. Ad affiancarlo per l’edizione 2018 della Sagra sarà il salame cotto, una rarità gustosa e ricercata inventata agli inizi del 900’ da un norcino locale: un prodotto unico nel suo genere, che proprio in primavera sprigiona le sue migliori caratteristiche.

I due “principi” della festa verranno proposti insieme alle fave e alla scapicollata, una particolare pancetta stagionata e insaporita con aromi naturali, alla pizza con cipolla nepesina, piatta e non tonda (Nepi è conosciuta anche come “la città dei cipollari”) e a una ricca selezione delle specialità come il miele, le confetture, il vino e l’olio.

Come di consueto l’evento metterà in vetrina tutte le eccellenze della Tuscia Viterbese: non solo la gastronomia ma anche l’artigianato, il folclore e la musica. E’ il caso, sabato 12 maggio, del Convegno “Prodotti Tipici: Reti e Istituzioni per lo Sviluppo Turistico”, del Mercatino dell’Antiquariato e del Rigattiere e della Mostra Statica “Palio di Borgia” a cura dell’Ente Palio; e ancora della mostra micologica, degli intrattenimenti per i più piccoli,  dello spettacolo musicale “Stornellatori Romani” e del concorso con dolci a base di ricotta romana e degustazione a offerta (il cui ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa di Nepi per l’acquisto di una nuova ambulanza) in programma anche il giorno successivo. Domenica 13 maggio la manifestazione proporrà l’aperitivo didattico con spiegazione e degustazione dei prodotti tipici delle aziende locali, le attività naturalistiche per i bambini, lo spettacolo musicale itinerante del gruppo “Lestofunky” e il mini tour guidato nel centro storico di Nepi.

La “Sagra del Pecorino e del Salame Cotto”, infatti, rappresenterà una buona occasione per conoscere una delle cittadine più affascinanti del Lazio, circondata dalle caratteristiche forre, affascinanti gole di millenaria erosione che ne delineano il paesaggio. Immersa in una natura incontaminata, Nepi custodisce gelosamente dei veri e propri gioielli come l’imponente Forte dei Borgia, il sontuoso Duomo con l’interno a 5 navate, l’acquedotto settecentesco e la piazza comunale con l’omonimo palazzo progettato da Antonio da Sangallo il Giovane ed abbellita da una fontana del Bernini; senza dimenticare il Museo Civico, la Chiesa di San Tolomeo e le Catacombe di Santa Savinilla, uno dei complessi funerari sotterranei più importanti dell’Italia Centrale.




Arte e tecnologia: la nuova logica dei poli museali per arrivare al grande pubblico

Qualsiasi espressione artistica è sensibile ai cambiamenti del proprio periodo storico, ed inevitabilmente ne diventa lo specchio, gli artisti con le infinite tecniche che hanno a disposizione lasciano una testimonianza delle nuove frontiere come le scoperte scientifiche e tecnologiche, con dipinti, sculture o con la Street art, oppure di usare la tecnologia stessa come medium come la Digital Art. Ai cambiamenti anche i musei di arte antica, contemporanea, moderna e anche i siti archeologici si adeguano ai cambiamenti tecnologici per dare “nuova vita” alle opere esposte all’interno di essi.

I musei sono i “portali del tempo” dell’umanità

Sempre più spesso polifunzionali e al passo con i tempi. Fra le notizie più eclatanti, di fusion tra arte e tecnologia, negli ultimi mesi riportata da tutti i media, è stata la vendita online di un’opera di Picasso dal titolo “Il Moschettiere”, tutta l’intera operazione ha usato il motto di Alexandre Dumas “Tutti per uno, uno per tutti” del romanzo “I tre moschettieri”, rispecchiandone appieno tutta la vicenda. Questa vendita è avvenuta in Svizzera da una società dal nome QaQa nel dicembre del 2018, l’opera è stata acquistata da ben 25mila persone, proposto a 40mila quote da 41,15 euro l’uno, dal valore di ben 1,67 milioni di euro, tutta l’operazione è avvenuta online e si conclusa in soli 3 giorni con una forma di crowdfunding.

E’ stata un evento quasi unico del suo genere, rendendo felice chi ha comprato le azioni di questo bene e soprattutto di diventare proprietari di un’opera del genio andaluso, un tempo riservato a ben poche persone. Gli “azionisti” dell’opera hanno ora la facoltà di decidere dove far esporre il dipinto, attualmente in mostra al Museo d’Arte Contemporanea e Moderna di Ginevra. Essere proprietari di questo bene seppur in minima quota ha dato la possibilità agli “azionisti” di avere una carta numerata che attesta la proprietà del “Moschettiere” permettendo di entrare in un apposito tornello quando è in esposizione nei luoghi scelti da loro stessi.

Internet come mezzo per arrivare al grande pubblico

Internet è ormai da tempo un modo per arrivare al grande pubblico in maniera diretta e partecipativa e se l’intento degli organizzatori della vendita online dell’opera di Picasso è stato di fare “buzz”, ossia rumore anche il direttore degli scavi Ercolano nel febbraio del 2018 ha aperto le porte al popolo degli internauti chiedendo a loro di scattare foto al sito e di condividerle su Instragram. E’ stato un evento particolare ed è stato un nuovo modo di far conoscere il sito in maniera esponenziale, di far conoscere angoli nascosti di tutto il patrimonio del Parco archeologico. L’intento dell’evento è stato di rigenerare le bellezze custodite negli scavi antichi grazie alla rete e gli scatti proposti. L’instameet così è chiamato l’evento che ha dato la possibilità ai visitatori di essere promotori del sito con i propri scatti e anche di far girare foto sui social di scorci suggestivi della città antica romana che normalmente le foto ufficiali non fanno vedere.

La nuova logica della rete al servizio dei musei

Un nuovo modo di fruire le opere perché dà ai “viaggiatori” la possibilità di agire in maniera democratica all’interno del museo, di poter decidere nei concorsi artistici l’opera preferita e dire la propria opinione sulle opere in concorso e di essere proprietari di opere milionarie. Fra gli esempi al Museo di Capodimonte di Napoli nel dicembre 2017 con la mostra “carta bianca” l’esibizione di 10 opere scelte da curatori d’eccezione, come ad esempio Riccardo Muti e Vittorio Sgarbi, che avevano a disposizione una sala del museo e la facoltà di scegliere da 1 a 10 opere appartenenti all’intera collezione del museo. L’intento dell’Exibithion era di dare ulteriori “storie alle opere”, ma anche di poter dare la possibilità ai visitatori di vedere le motivazioni della scelte dell’opere dai curatori in una video intervista, di poter interagire sui social e proporre “l’undicesima sala”, quindi di essere l’undicesimo curatore della mostra.
Il pubblico poteva fotografare dieci opere dell’intera collezione del Museo e Real Bosco di Capodimonte e anche di partecipare al contest #lamiaCartaBianca sulle pagine social del museo, l’intento dell’intera mostra era dunque un coinvolgimento attivo e diretto del pubblico.

Altri esempi di fusion tra arte e tecnologia ed anche molto originali è il Museo dedicato al grande fenomeno dei selfie

A Los Angeles è stato aperto il primo museo dedicato interamente all’autoscatto chiamato “Selfie Museum”, è un tributo ud una delle massime espressioni più narcisistiche della cultura popolare contemporanea, dando al visitatore la possibilità di interagire e di mostrare i propri autoscatti e anche di divertirsi.

La nuova filosofia dei musei non è solo di far “dialogare” i visitatori con la struttura, ma anche di decidere e non più come in passato “vivere” in maniera passiva l’arte, di viverle e di entrare “dentro” l’opera ad esempio di le esibizioni dal nome “Exeperience” dei grandi maestri del passato di Caravaggio, Van Gogh oppure Klimt, molto in voga in quasi tutte le città, questo tipo di eventi danno la possibilità di fruire appieno l’interiorità dell’artista. Victor Vaselary è stato il fondatore del movimento artistico dell’OP art sviluppatosi negli anni ’60 e ’70, e molto spesso gli veniva chiesto cosa ne pensasse dell’intromissione della tecnologia nel mondo dell’arte, ed egli risposi cosi quasi profetico:” L’arte astratta del futuro tende all’universalità totale dello spirito, la sua tecnica è destinata a svilupparsi in direzione di un generale progresso tecnologico, la sua fattura sarà impersonale se non addirittura codificabile[…] Sin dalla sua nascita l’arte è di possesso dell’intera umanità […] Mi figuro che intere mostre saranno semplicemente proiettate su parete. Avendo a disposizione delle principali opere d’arte, potremmo organizzare ovunque senza grande fatica e dispendio di denaro gigantesche esposizioni. Sarebbero sufficienti pochi giorni per inviare tutta una retrospettiva in un pacchetto postale in qualunque punto del globo”.

Giuseppina Ercole




Facebook punta sugli incontri e aumenta i controlli per tutelare la privacy

Facebook si evolve e strizza l’occhio all’amore. Lo ha annunciato lo stesso Mark Zuckerberg, aprendo la conferenza annuale degli sviluppatori di software a San Jose, California, dove ha ribadito i suoi sforzi per proteggere i dati degli utenti dopo lo scandalo di Cambridge Analytica. “Vogliamo unire le persone”, ha dichiarato il patron del social network fedele alla nuova missione che ha dato all’azienda lo scorso anno, ossia: “Creare comunità e unire il mondo”. E allora, perché non iniziare proprio dalle coppie? “Un matrimonio su tre negli Usa nasce online. 200 milioni di persone si registrano sulla nostra piattaforma come single, così abbiamo deciso di pensare a loro”, ha sottolineato il giovane imprenditore, precisando che il nuovo servizio è pensato per le “relazioni serie, non per le avventure di una notte”. Dating, questo il nome, sarà una parte separata dal social e avrà una chat diversa. In pratica, gli utenti potranno creare un profilo ad hoc per gli appuntamenti che sarà visibile solo a chi ha fatto la stessa scelta. Niente invasioni di campo, quindi per evitare complicazioni e litigi fra le coppie già impegnate. Ma come funzionerà questa funzione dedicata a chi è in cerca dell’amore vero? Tutto ruoterà intorno agli eventi vicini agli iscritti: una volta selezionato quello che interessa, basterà vedere chi vi parteciperà. I potenziali partner verranno suggeriti in base agli interessi e agli amici che si hanno in comune.

Un passo in questa direzione era già stato compiuto con Discover People:

Una sorta di agevolatore di amicizie presentato agli inizi del 2017. Ora Mark Zuckerberg fa un balzo in avanti nel settore e, potendo contare su 2.2 miliardi di utenti attivi al mese, diventa il principale antagonista di Match Group: azienda leader nel settore, perché proprietaria sia di Tinder che di OkCupid, che dopo l’annuncio ha chiuso in borsa con un -22%. Il nuovo strumento dovrebbe essere a disposizione di tutti entro fine anno. Per quanto riguarda invece la privacy e la sicurezza dei dati su Facebook, il Ceo del popolare social network ha spiegato quali sono i punti deboli della piattaforma: “fake news, privacy, integrità delle elezioni politiche” e ha sottolineato come l’ultimo anno sia stato “un anno difficile”. Nel futuro di Facebook ci saranno ben 20mila mila le persone a lavorare per ridurre disinformazione, spam e sopprimere i falsi profili.

Parole dure sono state poi dedicate al caso Cambridge Analytica:

Società di consulenza che ha collezionato le informazioni di 87 milioni di utenti per inviar loro dei messaggi politici mirati. “Una violazione grave della nostra fiducia”, l’ha definita il fondatore. “Non deve ripetersi mai più”. Per proteggere i dati personali su Facebook, il creatore del social network ha presentato “Clear History”. “Grazie a questa funzione – ha spiegato Zuckerberg – sarete in grado di vedere le informazioni riguardo alle app e ai siti web con cui avete interagito attraverso il vostro account e di cancellarle. Inoltre, potrete anche scegliere di disabilitare la collezione di questi dati attraverso il vostro profilo”. Non sarà, però, una decisione completamente indolore: “In parole povere, come quando accade nel momento in cui si decide di eliminare i cookie dal browser, l’esperienza online potrebbe cambiare”. Novità in arrivo anche su Instagram, l’app per le fotografie di proprietà di Facebook, infatti per tutti gli utenti di questa popolare applicazione sono in arrivo diverse migliorie. Prima di tutto, le chat video, grazie alle quali presto si potranno videochiamare i propri amici. Rinnovata poi la funzione “Esplora” che si doterà di intelligenza artificiale e, assicura il patron di Facebook, sarà “organizzata in maniera più efficiente”. Con l’obiettivo di suggerire i contenuti che si accordano maggiormente ai propri gusti e interessi, evitando una vana e lunga ricerca all’interno dell’app. Nuove misure anche contro il bullismo, infatti l’ulteriore stretta prevede l’impiego di un nuovo filtro. Esso “Nasconderà i commenti contenenti attacchi all’apparenza fisica o al carattere di una persona, così come minacce alla sua salute o al suo benessere”, ha scritto il team di Instagram in un recente post.

Francesco Pellegrino Lise




“Il Cynar e i suoi fratelli”: una grande storia italiana in un libro

MILANO – A Palazzo Visconti il prossimo giovedì 3 maggio sarà presentato il libro “Il Cynar e i suoi fratelli”, un volume – fortemente voluto da Antonio Dalle Molle, figlio di Mario – che racconta la loro storia, che è anche quella della nostra nazione nel secondo dopoguerra. Il volume coordinato dall’esperto d’arte Marco Bertoli, raccoglie con oltre 300 scatti d’epoca, l’evoluzione del Gruppo Grandi Associate che, per trent’anni, ha distribuito nel mondo non solo l’aperitivo a base di carciofo, ma anche i liquori VOV e Biancosarti. Alla presentazione – su invito – sarà presente Antonio Dalle Molle e il coordinatore editoriale modenese Marco Bertoli, esperto d’Arte e consulente per il Dipartimento di Arte Europea del XIX secolo da Christie’s a New York e Londra.

Chi ha vissuto negli anni Cinquanta non può non ricordare il Cynar:

L’aperitivo a base di carciofo che Ernesto Calindri sorseggiava “contro il logorio della vita moderna”. Da oggi la sua storia, una “storia italiana irripetibile”, è raccontata nel libro “Il Cynar e i suoi fratelli”. Oltre 300 fotografie, documenti e materiale d’archivio raccontano per immagini l’evoluzione di un brand lanciato, curato e commercializzato dal Gruppo Grandi Marche Associate, creato dai fratelli padovani Amedeo, Angelo e Mario Dalle Molle.

Dalle pubblicità realizzate da Marcello Dudovich ai documenti d’archivio della storica ditta Pezziol, alle foto dei membri della famiglia di Padova che l’ha rilevata, oltre a testimonianze e ricordi: il volume, a cura di Giustina Porcelli e Simone Marzari, ricostruisce con vivacità e precisione la storia di una famiglia italiana e della sua azienda, che ha contribuito al rinnovamento post-bellico generando un nuovo stile di vita. Oltre al Cynar, il Gruppo Grandi Marche dei fratelli Dalle Molle (ceduto tra gli anni Settanta e Ottanta alla Erven Lucas Bols e poi, in seguito, acquisito dal Gruppo Davide Campari) è stato infatti proprietario di tante altre specialità, tra cui il liquore allo zabaione VOV e il Biancosarti, tanto apprezzato da Amedeo Nazzari e Telly Savalas, ovvero l’indimenticabile tenete Kojak.

A realizzare la copertina de “Il Cynar e i suoi fratelli”, edito dalla Grafiche Veneziane, è stato l’artista Paolo Franzoso che, attraverso una sorta di collage con stratificazioni sovrapposte, ha ripreso i vari loghi e le immagini che hanno fatto la storia della pubblicità non solo dei prodotti del Gruppo, ma anche italiana. Ernesto Calindri e Giorgio Gaber, oltre a Ubaldo Lay e Domenico Mudugno hanno infatti prestato i loro volti per la promozione dei prodotti del Gruppo G.M.A. che, soprattutto grazie al Carosello, dalla metà degli anni Cinquanta, entrano quotidianamente nelle case degli italiani, con spot dedicati appunto al Cynar, al Biancosarti e al VOV. Mentre nel grande cinema il liquore a base di carciofo è ad esempio presente – tra gli altri film – ne “Il Sorpasso”, quando Gassman e Trintignant ordinano “due Cynar lisci” nel bar di una stazione di servizio.

Oltre a un’efficace ed efficiente capacità produttiva i fratelli Dalle Molle nel corso della loro attività si impegnano – Angelo in particolare – per garantire una migliore qualità della vita ai loro dipendenti, e non solo. Nel 1958 Angelo lancia, a tal proposito, la rivista mensile “La via aperta al benessere di tutti”. “Il Cynar e i suoi fratelli” racconta quindi non solo la storia imprenditoriale dei fratelli Dalle Molle, ma anche il loro aspetto umano.

“Il Cynar deve il suo inarrestabile successo a una serie di fortunate commistioni: le qualità umane di Amedeo, gli innovativi ed efficaci investimenti di comunicazione promossi da Angelo e le capacità manageriali e organizzative di mio padre Mario” – spiega Antonio “Toni” Dalle Molle – oltre ovviamente al carciofo – da sempre considerato un elemento naturale e salutare – alla fitta e motivata rete commerciale e a un momento storico nel quale l’Italia aveva un gran bisogno di sognare”.

Irene Tagliente




Estate 2018, beach: moda, tendenze e i consigli del lookmaker delle dive Renè Bonante

E’ arrivata l’estate finalmente e le spiagge nel fine settimana hanno registrato il pieno dando il via all’apertura ufficiale dell’estate 2018.

Una moda beach 2018 un po’ retro. Ecco le tendenze

I costumi di quest’estate hanno delle caratteristiche ben precise ed anche un po’ retrò, la moda beach 2018 è ricca di volants e ruches, corpetti che ricordano il “Corset mistere” di Cristian Dior, monospalla con spallina rigide o con volants, si riconfermano di nuovo il bikini e i motivi floreali anche con fiori tridimensionali abbinati a motivi geometrici, fantasia cachemire, oppure decorazioni che ricordano i dipinti di Pier Mondrian.

E’ di moda il noto costume bianco indossato da Ursula Andress, prima bond girl nella storia dei film dei “007”

La nota attrice è ricordata anche per la famosa e celebre scena di quando uscii dall’acqua entrando ufficialmente tra i capi della storia del costume, alcuni noti brand ne hanno fatto una versione rivisitata con gli slip sgambati anni ’80 a vita alta. La moda beach di quest’anno è decisamente molto femminile con le sue profonde sgambature e vita alta, le decorazioni spaziano con strisce larghe e strette con stelle, un “remake” alla bandiera americana. Un must che non tramonta mai da mettere nella valigia per il fine settimana al mare è l’intramontabile costume nero, alcuni brand ne hanno creati con inserti in trasparenti da abbinare a pareo.

Quale trucco mettere in spiaggia? I consigli del lookmaker delle dive Renè Bonante

Ma, il trucco come dev’essere per non avere un viso sciatto e fare uno scivolone di stile, cosa dobbiamo mettere a riposo nel beauty case e da usare di nuovo in autunno? E in spiaggia quale trucco mettere? A questa domanda risponde il lookmaker partenopeo delle dive Renè Bonante

I prodotti che io consiglio di mettere nel beauty case a riposo sono il fondotinta compatto e la cipria, da sostituire al loro posto con le creme colorate e il fard o un’illuminante del tipo cremoso che rafforza l’abbronzatura dando luminosità. Gli occhi vanno truccati con matitoni e kajal al posto degli ombretti a polvere, mentre il mascara è preferibile il tipo indelebile, la sera con il tipo da infoltimento, mentre se le palpebre lo permettono si possono usare mascara dai colori del tipo blu notte, verde bosco, marrone e viola. Le labbra le coloriamo non con i rossetti del tipo matto, ma con il burro cacao e il lip gloss al loro posto. In spiaggia i rossetti si possono usare anche i colori più “sparati” dalle tinte forti e belle, mentre raccomando sempre di non dimenticare la protezione al viso e anche ai capelli per non arrivare a settembre con il viso rovinato e capelli sfibrati”.

Storia del Bikini

I primi accenni di costume da bagno a due pezzi che lasciavano scoperti parte della pancia e l’ombelico fecero la loro comparsa nel 1935. Ma, “L’atomico” bikini è stato creato ufficialmente nel 1946 dal sarto francese Louise Réard, nello stesso anno Cristian Dior lanciò il “New look” e la guepière. Il nome BIKINI richiama l’atollo di Bikini nelle isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano esperimenti nucleari. Il sarto Réard riteneva che la sua creazione avrebbe avuto effetti esplosivi. Le attrici hanno avuto sempre nella storia della moda una grande influenza, nel 1953 le foto di Brigitte Bardot su una spiaggia di Cannes con addosso un costume in occasione del Film Festival rese popolare questo capo, a favorire ancor di più la sua diffusione fu quando B.B. indossò un bikini nel film dal titolo “ Piace a troppi” nel 1958, si cominciò a creare un mercato anche negli USA. Fra i costumi più famosi come già citato è stato il costume di Ursula Andress indossato nel film dal titolo “Dr. No”, l’attrice Halle Barry fu protagonista di un “remake” della storica scena del film con colori e la foggia diversi.

Cenni storici di indumenti che hanno dato le basi dell’odierno bikini

I costumi fin dall’antichità come li intendiamo noi da mettere al mare o alle terme dalle testimonianze di dipinti o reperti ritrovati nei siti archeologici risalgono a molti secoli addietro, fra gli esempi più significati sono le ragazze raffigurate in un mosaico della villa romana del Casale nelle vicinanze di Piazza Armerina del IV sec. d.C. circa. Le ragazze indossano una tipo di bikini con reggiseno a fascia molto simile alla nostra epoca, come concordano gli studiosi è lo “Strophium” chiamato anche “subligaculum” – la fascia per il seno- menzionato nei testi romani. Gli “slip” con fascia delle ragazze del mosaico armerino ricordano lo “Skenti” egiziano, ossia mutanda con fascia larga, questo capo venne indossato fino al III millennio a. C. nell’antico Egitto questo indumento veniva generalmente indossato a torso nudo, senza che vi era nessuna distinzione fra le varie classi della popolazione. Da[ Storia della moda di Black Garland].
Gli egiziani tenevano molto alla cura del corpo e all’igiene personale e fra le testimonianze pittoriche che raffigurano egiziani intenti con cura di se stessi avendo solo addosso un primordiale perizoma con semplici strisce, ma strette in vita, la troviamo su un dipinto ritrovato a Saqqarah nella tomba di aknManhor risalente a 2330 a C.

Questo tipo di indumento veniva usato anche veniva usato anche a Creta sia da uomini che da donne, come raffigurano alcune statuine o dipinti, gli uomini andavano anche in giro nudi, le donne cretesi, chiamate anche “le parigine” per la loro spiccata femminilità, generalmente andavano in giro a seno nudo. Nel medioevo non si hanno molte notizie, ma si facevano il bagno in comune tra uomini e donne con un camicione o tunica. Fra gli esempi più significativi al mondo, ed anche fra le più datate di un particolare tipo di indumento, ma la sua destinazione d’uso non è come lo intendiamo no, ma con molta probabilità per proteggere i genitali lo troviamo al Museo Archeologico di Bolzano, al suo interno è custodita la mummia del Simulan chiamato anche Oetzi o Iceman con tutti gli indumenti di quando venne ucciso, al momento del ritrovamento aveva un primordiale perizoma insieme ad altri indumenti. Oetzi risale addirittura a 5.300-5.700 anni fa -dell’età del rame- ed è stato datato al radiocarbonio, gli studiosi concordano che il “perizoma” è il primo indumento che l’umanità abbia creato, addirittura qualche studioso ipotizza che risale al periodo paleolitico.

Giuseppina Ercole

 




Tagliente: “Serve una sanzione per il mancato rispetto del decoro della Bandiera.  La condizione del Tricolore sugli Uffici pubblici è avvilente”

MONTESCAGLIOSO (MT) – Si è appena conclusa a Montescaglioso in provincia di Matera l’incontro dibattito sui valori e simboli della Repubblica cui ha fatto seguito la cerimonia di consegna di due nuovi vessilli, il Tricolore e la Bandiera europea, al Sindaco Vincenzo Zito, da parte del Presidente dell’ANCRI Tommaso Bove.

La Cerimonia si è svolta presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo alla presenza del Sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna, dei Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza , di altre autorità religiose e militari, della Dirigente Scolastica Antonia Salerno e di alcune classi dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari. La delegazione dell’ANCRI era rappresentata, dal Presidente Tommaso Bove,dai vice presidenti Francesco Avena e Franco Graziano, dal delegato ai rapporti Istituzionali prefetto Francesco Tagliente, dai segretari provinciali  di Matera Antonio Montalbano e di Bari Giovanni Carella.

I lavori sono stati aperti dal sindaco Vincenzo Zito cui hanno fatto seguito gli interventi del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e del prefetto Francesco Tagliente. Ha preso poi la parola il Questore Paolo Sirna.

I lavori sono stato conclusi dal prefetto di Matera Antonella Bellomo.

Al termine il tenore Gianni Mazzone ha intonato l’Inno Nazionale. Il presidente dell’ANCRI ha consegnato poi al Sindaco il Tricolore e la Bandiera europea issati sulla Casa Comunale alla presenza anche delle scolaresche.

Nel corso della cerimonia, dalle parole presidente Bove e del prefetto Tagliente è stata colta la particolare determinazione dell’Associazione degli insigniti al Merito della Repubblica di portare avanti i progetti per tenere alti i valori fondanti della nostra Repubblica.

Negli ultimi anni – ha detto Tagliente –  purtroppo, accade sempre più frequentemente di vedere la Bandiera italiana, esposta anche su edifici pubblici, in pessime condizioni d’uso, strappata, lacerata, scolorita o sporca. Non fanno eccezione neppure i Palazzi sede di istituzioni locali o nazionali.

Questa situazione va ormai avanti, da tempo, un po’ ovunque. Dal nord al sud sono presenti vessilli nella migliore delle situazioni, esposti in modo sbagliato e irriguardoso. Bandiere offese indecorosamente sino al punto da sembrare solo un pezzo di stoffa di tre colori.

Il Tricolore è il simbolo dell’unità nazionale e dovrebbe rappresentare per tutti l’orgoglio di essere italiani. Non c’è spettacolo più avvilente per un cittadino che vedere la Bandiera della propria nazione logora, sporca o addirittura stracciata.

Il valore e il significato della Bandiera dovrebbero di per sé indurre ad una maggiore cura ed attenzione da parte dei responsabili dei diversi enti. Purtroppo questo non sempre accade

E dire – ha proseguito Tagliente – che nella nostra Costituzione (art.12) c’è scritto che la bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano; il Regolamento sulla disciplina dell’uso delle Bandiere (D.P.R. 7 aprile 2000, n. 121) dispone che “Le Bandiere vanno esposte in buono stato e correttamente dispiegate” e, ancora, che ogni ente deve designare i responsabili alla verifica della esposizione corretta delle Bandiere.

Purtroppo, queste belle prescrizioni sono prive di sanzione e nessuno, salvo rari casi, si è mai degnato di occuparsene.

Una sporadica iniziativa, per provare a far sanzionare la violazione di queste prescrizioni – ha aggiunto- si rinviene negli atti parlamentari della sedicesima legislatura. Nove anni fa, un gruppo di parlamentari, presentò un testo (atto senato 1350 e atto camera 3668) con cui si progettava la contravvenzione di 500 euro, elevabili a 2.000 in caso di recidività, a carico del contravventore alle disposizioni in materia di decoro del Tricolore.

Questa iniziativa parlamentare, assegnata alla I Commissione Affari Costituzionali in sede Referente, non fu mai esaminata né in Commissione, né in Assemblea. E` evidente il totale disinteresse generale. Un fatto assai disdicevole per la mancanza di riguardo nei confronti del nostro terzo simbolo della Repubblica e dell’Unita nazionale. Peraltro questa condizione di incuria del Tricolore dà una pessima impressione sia ai cittadini italiani, sia agli ospiti stranieri. D’altra parte, è evidente la differenza che si può riscontrare nella cura del vessillo nazionale visitando qualsiasi altro Paese.”

Concludendo il suo intervento il prefetto Tagliente ha detto che “L’Associazione degli insigniti al merito della Repubblica (ANCRI) ha, quindi, deciso di levare un grido di denuncia e di dolore con una serie di iniziative finalizzate a promuovere il Rispetto dei valori fondanti della nostra Repubblica e della nostra Costituzione Repubblicana, il rispetto Tricolore, della persona, della legalità. 

Se non portassimo rispetto per la nostra Bandiera come potremmo parlare di decoro urbano, di educazione al rispetto e alla legalità? Con quale autorevolezza potremmo presentarci ai giovani per parlare di rispetto dei valori? Cosa risponderemmo a un giovane che ci dovesse contestare la scarsa attenzione per questi valori?  

Voglio rivolgere un appello all’Associazione nazionale comuni di Italia (ANCI), al futuro Governo e a tutti i nuovi parlamentari. Assumete ogni consentita iniziativa per far rispettare il nostro e vostro Tricolore. Sono convinto che il problema sia risolvibile prevedendo una sanzione, sia pure lieve per chi viola le prescrizioni previste dal Regolamento sulla disciplina dell’uso delle Bandiere”.




Gmail si rinnova e lancia i messaggi di posta elettronica che si “autodistruggono”

Gmail, il servizio di posta elettronica di Google che conta oltre 1,2 miliardi di utenti nel mondo, si rinnova in nome della sicurezza. Il colosso di Mountain View dà vita a un cambiamento che segue due linee guida ben distinte: l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e l’incremento della sicurezza sui dati, che arriva a un mese di distanza dal Gdpr, il regolamento Ue sulla privacy in vigore dal 25 maggio prossimo.

La novità sulla protezione delle comunicazioni si chiama “confidential mode” e introduce le email che si autodistruggono, un po’ come accade con i messaggini di alcune applicazioni come Snapchat. Quando si devono inviare dati confidenziali, come ad esempio la dichiarazione dei redditi o un referto medico, si può stabilire una data di scadenza del messaggio oltre la quale non sarà più possibile leggerlo. Si può inoltre far sì che l’email non si possa copiare, stampare o inoltrare, per evitare condivisioni accidentali. L’intelligenza artificiale in Gmail ha diverse declinazioni: dà priorità ai messaggi, ricorda di rispondere a quelli importanti, suggerisce risposte automatiche e consiglia di annullare l’iscrizione ad alcune newsletter, ad esempio quelle che continuiamo a ricevere ma non guardiamo mai. Ma le novità non finiscono qui, Google infatti ha rinnovato anche a livello grafico Gmail e ha introdotto la possibilità di interagire con i messaggi senza bisogno di aprirli. Dalla lista delle email in arrivo si può infatti decidere di cestinare o controllare gli allegati, e anche di impostare lo “snooze”.

F.P.L.




Matera, Montescaglioso aderisce al “Decoro delle Bandiere” dell’ Ancri: interviste ai protagonisti di una iniziativa di alto valore morale

MATERA – La Buona notizia. Montescaglioso aderisce al progetto “Decoro delle Bandiere” dell’ANCRI. L’orgoglio della Città nel comunicato del Sindaco Vincenzo Zito: “Con particolare orgoglio e gioia la nostra Città, dopo aver partecipato al progetto Decoro della Bandiera, è stata selezionata dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) per la consegna di un nuovo Tricolore, simbolo dell’Unità nazionale e della Repubblica, da issare presso la Residenza Municipale. L’iniziativa, a cui l’Amministrazione ha partecipato su idea dell’Assessore Francesca Fortunato e suggerita dal Presidente Regionale dell’ANCRI Cav. Donato Leone, si colloca tra le varie attività previste dall’ANCRI in occasione del 70° anniversario della promulgazione della Costituzione. Montescaglioso, con questo progetto, ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori ed i Simboli della Repubblica richiamati dalla nostra Carta Costituzionale. La Cerimonia di Consegna, dunque, è prevista venerdì 27 aprile 2018 alle ore 12.00 presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo alla presenza del Sindaco Vincenzo Zito, della Giunta e del Consiglio Comunale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna, del Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Samuele Sighinolfi, di altre autorità religiose e militari, della Dirigente Scolastica Antonia Salerno e di alcune classi dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari. La delegazione dell’ANCRI sarà rappresentata, invece, dal Presidente Tommaso Bove e dal Prefetto Delegato ai Rapporti Istituzionali Francesco Tagliente” Lo scrive in un comunicato il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito.

In occasione dei 70 anni dalla firma della Costituzione della Repubblica Italiana l’ANCRI (Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica) ha lanciato il “Progetto decoro della Bandiera”. Un progetto finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non siano nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto qualora versi in degrado.

Con questa nuova iniziativa l’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori e i Simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale. L’ANCRI si è dichiarata pronta a valutare «espresse richieste ricevute da parte di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate».

In questo caso, «previa delibera del Direttivo Nazionale e compatibilmente con le risorse economiche disponibili, l’ANCRI provvederà all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare». Il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e il prefetto Francesco Tagliente, Delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione, hanno avviato anche un monitoraggio degli edifici pubblici che presentano criticità in tema di decoro del Tricolore.

La notizia di questo progetto è stata accolta con grande favore anche da istituzioni, Amministrazioni Enti ed Associazioni che hanno a cuore il nostro Tricolore. Tra gli Amministratori interessati al progetto c’è anche il Sindaco Vincenzo Zito, che ha chiesto all’ANCRI la possibilità di sostituire il Tricolore del Comune di Montescaglioso, in provincia di Matera.

Ci fa piacere documentare queste sensibilità verso il nostro Tricolore e per questo abbiamo ritenuto di raggiungere il presidente dell’Ancri Tommaso Bove e il prefetto Francesco Tagliente, per saperne di più sul progetto e sulla iniziativa congiunta al Comune di Montescaglioso.

 

Presidente Bove, come nasce l’evento di Montescaglioso?

Nel dare attuazione al nostro Progetto “Decoro delle Bandiere”, il segretario della sezione di Matera, Cav. Antonio Montalbano, ci ha trasmesso una nota del Sindaco di Montescaglioso (MT) con la quale chiede all’ANCRI la possibilità di destinare un Tricolore al Comune di Montescaglioso, non avendo la disponibilità di fondi per sostituire quello lacero esposto al Comune. Ritenendo particolarmente interessante la questione ho condiviso con i componenti della segreteria di presidenza di occuparcene e ho chiesto al nostro delegato ai rapporti istituzionali, prefetto Francesco Tagliente di concordare con il sindaco le procedure per la consegna delle due bandiere, Italiana ed europea aggiungendo che sarebbe stato bello organizzare per venerdì la cerimonia di consegna della Bandiera poiché l’Ufficio di Presidenza si trasferisce in blocco a Cosenza per il Raduno Nazionale biennale dell’Associazione.

 

La consegna di una Bandiera, per quello che rappresenta per tutti noi, è un momento importante che merita la massima partecipazione possibile. Presidente se lo sarebbe aspettato che il progetto “Decoro delle Bandiere” dell’Ancri, avrebbe avuto tanto consenso sul territorio?

Certo. L’Ancri presenta un progetto solo dopo averlo condiviso con le strutture territoriali anche sul piano della operatività.

 

Prefetto Tagliente, lei è un uomo delle istituzioni, come vede questa iniziativa del sindaco di Montescaglioso?

Un sindaco che mette in cima alla scala dei valori della sua comunità la dignità del Tricolore, ad ogni costo, è un amministratore che merita tutto il rispetto istituzionale e sociale. La Bandiera Italiana e con essa l’inno di Mameli, sono il simbolo dell’unità e rappresentano l’orgoglio di essere italiani. Ogni ufficio pubblico ha l’obbligo di procedere ad un’attenta verifica sui vessilli esposti, avendo cura di controllare sia la corretta esposizione nel rispetto delle regole protocollari, sia che gli stessi non si presentino logori, scoloriti, strappati, sporchi o male avvolti intorno all’asta. Eventuali Bandiere in stato di degrado vanno sostituite. La crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo non deve vederci rassegnati. Non deve far venir meno il dovere del Rispetto del simbolo del nostro Paese e dell’unità nazionale. Tutti gli italiani si devono riconoscere nel Tricolore e rispettarlo. L’iniziativa del sindaco Vincenzo Zito merita il massimo rispetto istituzionale e sociale, un modello da prendere d’esempio.




Montescaglioso: il sindaco abbraccia il Progetto decoro della Bandiera lanciato dall’Ancri

MONTESCAGLIOSO (MT) – Negli ultimi anni è sempre più frequente notare anche su edifici pubblici la bandiera italiana strappata, lacerata, scolorita o sporca.
Il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito, determinato a tenere alti decoro e dignità del Tricolore, ha aderito “Progetto decoro della Bandiera” lanciato dall’Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica (ANCRI).
Il Progetto decoro della Bandiera è finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non siano nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto qualora versi in degrado.
L’ANCRI è pronta a valutare espresse richieste da parte di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate. In questo caso, previa delibera del Direttivo Nazionale e compatibilmente con le risorse economiche disponibili, l’ANCRI provvede all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare con gli interessati.
Aderendo al progetto il sindaco Vincenzo Zito ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori e i Simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale. Il sindaco Zito ha concordato con il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e con il Prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione e con Antonio Montalbano, segretario della Sezione ANCRI di Matera, di organizzare per venerdì 27 aprile un incontro dibattito tematico sul valore del Tricolore cui seguirà la consegna delle nuove Bandiere italiana ed europea da parte dell’associazione benemeriti della Repubblica (ANCRI).
L’evento avrà inizio alle ore 12.00 presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo – Piazza del Popolo, alla presenza della Giunta Municipale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna e del Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Samuele Sighinolfi nonché delle scolaresche dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari di Montescaglioso. Al termine degli interventi e della formale consegna delle Bandiere al Sindaco, la Giunta, le Autorità seguite dagli invitati e dalle scolaresche si sposteranno presso la Residenza Municipale in via Cosimo Venezia n°1 per procedere alla sostituzione delle Bandiere sull’edificio comunale.
Enrico Pellegrini

 




Scuola, bullismo: serve fermezza!

Chi semina vento raccoglie tempesta. Un vecchio proverbio perfettamente adattabile alla situazione odierna della scuola italiana. Un susseguirsi di casi di bullismo, rivolto sia contro i compagni di classe che contro i professori, che sta gettando fango sull’intera istituzione scolastica. Non si intende certo affermare che determinati episodi nelle scuole italiane siano nuovi.

Ricordiamo perfettamente come anche negli anni settanta, la prevaricazione del più forte sul più debole si manifestava a volte nelle aule, certamente però non esisteva la rilevanza mediatica assunta dalla diffusione sistemica di foto e video che immortalano tali bravate. Oggi più di ieri è facile mostrare il meglio e il peggio di noi, ed è proprio quest’ultima modalità che spesso viene messa in evidenza nelle riprese amatoriali realizzate con gli smartphone. Senza limiti geografici, né di età. Recentemente sono stati evidenziati episodi a Lecce, Venezia, Lucca, Velletri.

Percosse e lesioni ai compagni di classe, o a ragazzi presi a caso da altre classi, alle medie come alle superiori

Insegnanti minacciati (“Ti sciolgo nell’acido” ha detto il ragazzo di Velletri alla sua prof), non c’è più limite al livello di violenza espressa in queste azioni. E davanti a tale tracotanza, la risposta delle istituzioni è sempre traballante. Se il Consiglio di Classe di Lucca, uno dei casi più eclatanti, ha proposto cinque sospensioni che avrebbero comportato la bocciatura, delle quali tre sono confermate dal Consiglio di Istituto, ecco che in tanti hanno iniziato a criticare “tanta durezza”. Tra le affermazioni pronunciate dai vari commentatori di professione si è sentito “Con queste punizioni rischiamo di allontanare questi ragazzi dalle scuole”. Chi si spertica nel voler recuperare tali pecorelle smarrite, si è mai chiesto invece come evitare che siano le vittime di bullismo a decidere di abbandonare gli studi a causa di tale atmosfera? Non prendere provvedimenti adeguati nei confronti dei bulli, non significa essere neutrali, ma schierarsi dalla loro parte contro chi ha subito le loro angherie.

Silvio Rossi