MILANO: FLASHMOB VEGANO CONTRO I CARNIVORI

Redazione

Milano – Per gli animali non c'e' festa. Questo il senso della protesta mossa dagli animalisti che domenica 20 dicembre,  davanti all'albero di Natale di piazza Duomo a Milano, hanno difeso il diritto alla vita di milioni di animali sacrificati per cenoni e feste.

Il flashmob è scattato a Milano, alle ore 18 davanti all'albero di Natale di piazza Duomo dove gli attivisti del movimento Cani Sciolti hanno protestato contro il consumo di carne e l'uccisione di animali che, in occasione delle festività oltre ad aumentare, assume una connotazione ancora più barbara e se possibile ancora più crudele. Numerosi attivisti si sono esibiti con maglie con le parole quinto non uccidere e reggendo cartelli con la scritta "per gli animali non c'e' festa #nocarne".

"Un momento di raccoglimento per ricordare ai passanti distratti dallo shopping natalizio che una nostra scelta può salvare una vita e che cambiare menu a favore di piatti vegani e a base vegetale gratifica la convivialità e non uccide nessun vivente". Hanno commentato dal movimento animalista. "È spiegato – hanno inoltre dichiarato dal movimento cani sciolti – che si stima per difetto che solo ogni anno in Italia vengono macellati 3.600.000 bovini, più di 13 milioni di maiali, senza contare i milioni di volatili allevati in batteria e migliaia di conigli (sono più di 2000 gli allevamenti intensivi, escludendo gli allevamenti amatoriali)".

Durante la protesta gli attivisti hanno fatto emergere che oltre al discorso salutistico e di impatto sull'ambiente dell'industria della carne, il discorso etico di questa scelta e in un momento storico in cui persino Vodafone lancia pubblicità con messaggi vegan per le festività, si fa appello alla coscienza e al senso di giustizia di ciascuno per una festa che sia davvero buona per tutti.
 




ASSOCIAZIONE STAMPA ESTERA: CUCINABARILLA PROTAGONISTA ALLA CENA DI NATALE

di Gianfranco Nitti
CucinaBarilla, il progetto rivoluzionario realizzato da Barilla e Whirlpool per cucinare in casa ottime ricette italiane senza sforzi, è stata protagonista alla cena di Natale dell’Associazione Stampa Estera in Italia che si è tenuta venerdì 18 dicembre a Roma.
CucinaBarilla è un sistema composto da un forno tecnologicamente avanzato realizzato da Whirlpool e da una gamma di kit studiati e prodotti da Barilla. Nei kit sono contenuti gli ingredienti per cucinare deliziosi piatti italiani come pasta, risotti, pane, pizza, focacce e torte.
In Barilla l’idea del sistema è nata nel 2010, dalla costante attenzione alle nuove esigenze dei consumatori e dall’impegno nel voler offrire soluzioni adatte ai cambiamenti delle abitudini alimentari e sociali. Il progetto è stato realizzato da un team di più di 70 persone provenienti da Barilla e Whirlpool, che grazie a competenze molto diverse hanno garantito la concretizzazione di un sistema dal contenuto altamente tecnologico, ma facile da utilizzare e di assoluta garanzia di qualità e genuinità.

Preparare uno squisito piatto da portare in tavola è facilissimo. Ogni confezione, con due porzioni, presenta un codice RFID (un’etichetta tecnologica): avvicinando l’etichetta all’apposito lettore del forno, quest’ultimo riconosce il kit e imposta automaticamente modalità, tempi di preparazione e di cottura.
Grazie alla funzione “Delay”, è inoltre possibile programmare la cottura ed avere il piatto pronto ad un orario predefinito, per svegliarsi la mattina con il profumo del pane fresco o rientrare a casa dopo il lavoro e trovare la cena pronta.
Così cucinare diventa estremamente semplice e straordinariamente efficace, in pochi gesti: dall’acquisto online dei kit all’avvio del forno, tutto è rapido e sicuro. “Con CucinaBarilla abbiamo inaugurato un nuovo modo di vivere la cucina che unisce la tradizione della buona tavola, di cui Barilla è un importante rappresentante, con la più moderna tecnologia per rispondere davvero alle esigenze delle persone. Siamo molto soddisfatti di questo progetto: è davvero un modo per portare il futuro nelle nostre cucine”, afferma Matteo Gori, Managing Director di CucinaBarilla che in occasione dell’esclusiva cena dell’Associazione Stampa Estera ha narrato il progetto a tutti gli ospiti.

L’Associazione della Stampa Estera in Italia nasce nel 1912 a Roma ed è al giorno d’oggi la più grande organizzazione di corrispondenti esteri nel mondo.  È nel famoso Caffè Faraglia a Piazza Venezia che il 17 febbraio del 1912 si uniscono per la prima volta 14 giornalisti da sei paesi. Oggi, l’Associazione conta quasi 400 giornalisti da 54 Paesi che rappresentano oltre 800 media.

Dal lancio di CucinaBarilla a settembre, i kit che hanno riscosso maggiormente successo sono risotto alla milanese, pizza e mezze penne al pomodoro. Oltre alle ricette già acquistabili sul sito, nuovi kit arricchiranno ulteriormente la gamma. In particolare, saranno le ricette invernali, come zuppe, vellutate, tortellini e polenta, le nuove protagoniste che saranno disponibili sullo scaffale virtuale a partire dalle prossime settimane.

I kit, utilizzabili soltanto nel forno CucinaBarilla, sono in vendita sul sito www.cucinabarilla.it con prezzi compresi tra i 2 e i 4 euro. Il forno, disponibile nelle versioni White e Silver, è in vendita presso i negozi di elettronica ad un prezzo consigliato compreso tra i 600 e 700 euro.
Durante la serata, sono stati messi in palio 3 forni CucinaBarilla come premi per i partecipanti alla serata. Un regalo di Natale speciale da Barilla alla stampa estera.
 




NAPOLI, FUORIGROTTA : GIOVANI DISABILI E AMICI A QUATTRO ZAMPE PRESENTANO “MI FI-DO DI TE”

di Christian Montagna

Napoli – Nell’ambito della manifestazione “Natale a Fuorigrotta”, giunta al suo 4° anno, sarà presentata l’iniziativa benefica realizzata da amici a quattro zampe e giovani ragazzi disabili napoletani. Le associazioni A.I.D.A. e Difesa Animali, si sono unite per favorire una migliore integrazione dei giovani nella società, grazie anche alla pet- therapy.


All’interno della struttura di Agnano, in via Scarfoglio, saranno infatti organizzate giornate dedicate ai disabili a contatto con natura e animali.


I giovani ragazzi diversamente abili guidati da tutor e insegnanti, riescono grazie all’associazione A.I.D.A. ad integrarsi maggiormente sul territorio con laboratori di musicoterapia, laboratori teatrali, di falegnameria, restauri di strumenti musicali, laboratori creativi e uscite serali che si organizzano periodicamente.


L’obiettivo è quello di poter accogliere sempre meglio giovani affetti da sindrome di down, disturbi dello spettro comportamentale, autistici, border line, di età compresa dai 10 ai 70 anni, per cercare insieme una normalità nel quotidiano .


All’interno della manifestazione di domattina, a Piazza Italia, quartiere Fuorigrotta, dalle 10 alle 14 sarà in vendita il nuovo calendario “Mi fi-do di te” realizzato in occasione del Natale e destinato a tutti coloro che, sicuramente, potranno sostenere e sposare queste due giuste cause.




MARSALA E PETROSINO: IL NATALE NEI DUE COMUNI "VICINI DI CASA"

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di Angelo Barraco

Marsala – Petrosino (TP) – La ricorrenza dell’Immacolata Concezione, viene festeggiata ogni 8 dicembre e nelle piazze di tutte le cittadine si celebra con l’accensione dell’albero di Natale.
Le luci che illuminano e riscaldano le città e i paesi danno spesso un tono e un colore diverso e portano allegria agli occhi di chi guarda, poiché si vive pienamente lo spirito natalizio. Ma è veramente così? L'Osservatore d'Italia la sera dell'8 dicembre ha dato un'occhiata in giro per le vie di Marsala immortalando le decorazioni installate per queste festività natalizie.

Attraversando il centro storico di Marsala è stato possibile vedere un filo di luce ondulato con luci talvolta anche fulminate. A piazza Loggia, la piazza centrale del centro di Marsala ci si aspettava di trovare il classico albero imponente, illuminato e posto al centro della piazza. E con nostra sorpresa abbiamo constatato l'assenza del simbolo principe del Natale: Nessun albero in Piazza Loggia. Eppure negli anni passati l'albero di Natale è stato sempre predisposto e vedere la piazza vuota non sarà stato certamente piacevole per i residenti, figuriamoci per i turisti in visita a Marsala che con ogni probabilità si aspettano una città in pieno spirito natalizio.

Per quanto riguarda la scelta delle varie illuminazioni natalizie a Marsala abbiamo riscontrato una mancanza di omogeneità. In Via Scipione l’Africano, strada che conduce a Porta Garibaldi (centro storico), è stata utilizzata un’illuminazione con colori ben diversi, stessa cosa per via Mazzini, dove sono state poste per le vie delle stelle illuminate, ma non sono stati decorati con luci gli alberi. La strada conduce a Piazza Francesco Pizzo, in cui sono state poste delle luci sugli alberi in maniera che lascia pensare ad un posizionamento del tutto casuale.

Un tempo le luminarie venivano poste anche sugli alberi di Via Mazzini e Via Mario Nuccio,
oggi quegli alberi sono privi di luci e molte di quelle strade, un tempo illuminate, si trovano al buio. Eppure in quelle strade ci sono attività commerciali e passare per quelle vie la sera, nel periodo natalizio è alquanto deprimente. In compenso però è stato organizzato un evento denominato "La Magia del Natale" che avrà luogo a Piazza Fiera, a Strasatti (periferia marsalese) il prossimo 13 dicembre. Un evento con animazione per bambini, accensione dell’Albero, coro polifonico, quartetto d’archi e tanto altro.

Il Comune di Petrosino ha invece accolto la ricorrenza dell'Immacolata accendendo l'albero di Natale, e lo ha acceso avviando contestualmente un programma che è iniziato l’8 dicembre e durerà fino al giorno dell'epifania.
L'8 dicembre a Petrosino  è stata una giornata ricca di eventi organizzati dall’amministrazione guidata dal Sindaco Gaspare Giacalone che ha voluto puntualizzare il tema di quest'anno che è il senso civico, "Perchè sia chiaro che la Sicilia è soprattutto questo, gente onesta che lavora e che fa il proprio dovere", ha dichiarato il primo cittadino sul suo profilo Fb.

La giornata dell'Immacolata Concezione a Petrosino è stata dedicata al Natale ed ha avuto inizio alle 10.30 con il Presepe vivente itinerante alle 16:30 quando la numerosa cittadinanza raccolta ha potuto ascoltare i canti di Natale, la Banda musicale della scuola media Nosengo di Petrosino, raccogliendo molti petrosileni dinnanzi alla chiesa. Alle 19:00 è stato acceso l’imponente albero di Natale, inoltre vi erano anche animazioni per bambini e tanto intrattenimento per grandi e piccoli. Sempre a Petrosino è stato installato inoltre un palco in cui sono avvenuti eventi di intrattenimento. Le strade di Petrosino sono risultate ben illuminate e il clima natalizio si è respirato ovunque: Gli alberi sono dotati di illuminazione a pioggia e sia il fogliame che il tronco presentano luci posizionate in maniera omogenea. Un tipo di illuminazione conforme anche al tipo di illuminazione utilizzata per l'albero di Natale.

Non siamo certo qui per consegnare le pagelle ma abbiamo fatto la cronaca degli eventi natalizi e dell' aspetto di due città vicine di casa. Ai lettori l'ardua sentenza, se ne avranno voglia.




MORTA LA STILISTA MARIA MANDELLI IN ARTE "KRIZIA", LUTTO NEL MONDO DELLA MODA

Redazione

Addio a Maria Mandelli in arte Krizia. La famosa stilista che a gennaio avrebbe compiuto 91 anni, è morta nella sua casa milanese per un malore improvviso. Al suo fianco il marito e coetaneo, Aldo Pinto. È stata la stessa maison M. M. K. spa a dare la notizia con un comunicato, spiegando che il decesso è avvenuto ieri alle 21. I funerali si svolgeranno mercoledì, alle 11, nella chiesa di Sant'Angelo in via della Moscova nel capoluogo lombardo. Maria Mandelli era nata a Bergamo nel 1925 e aveva mutuato il suo nome "d'arte", Krizia, dall'ultimo Dialogo incompiuto di Platone. Lo scorso anno la sua società era stat ceduta al gruppo cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion.




#TIPORTOCONME : IL PICCOLO CHRISTOPHER È IL SIMBOLO DELLA LOTTA CONTRO L’ABBANDONO DEGLI AMICI A QUATTRO ZAMPE

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di Christian Montagna

Napoli – E’ il piccolo Christopher D. , 3 anni, da Castel Volturno in provincia di Napoli a commuovere il pubblico social mentre abbraccia il suo cucciolo Danny, appena adottato dalla strada. Dopo 48 ore di votazioni aperte tramite Facebook, circa seicento utenti in tutto hanno espresso la propria preferenza sulle foto scelte dalla redazione per “ #Tiportoconme”, la campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono degli amici a quattro zampe lanciata da L’Osservatore d’Italia lo scorso 25 Luglio.


Forte della mia esperienza personale e da sempre vicino agli amici a quattro zampe, spesso maltrattati e abbandonati, ho deciso di sensibilizzare le persone attraverso un modo semplice ma allo stesso tempo efficace. La risposta? Eccezionale. Numerose foto sono state condivise dal popolo social con l’hashtag #tiportoconme, ad indicare l’amore sempre più viscerale tra gli uomini e gli amici fidati, che seppure per breve tempo, ahimè, colorano quotidianamente le nostre vite di allegria.


Purtroppo, i numeri parlano chiaro: secondo l’Istat, ogni anno in Italia vengono abbandonati circa 150 mila cani, 45 mila solo nei mesi estivi e circa 200 mila gatti. Dati aberranti se solo si pensa che da giugno ad agosto, ogni giorno, ne vengono abbandonati circa cinquecento .

 

Autostrade, strade isolate, boschi, cassonetti dell’immondizia e sacchetti di plastica diventano sempre più trappole mortali per cani e gatti, abbandonati ad una morte atroce, in totale solitudine.

 

Abbandonare un cane o un gatto è un atto deprecabile. Non solo dal punto di vista morale. E’ anche un reato. L’articolo 727 del codice penale infatti sancisce che “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Ma non solo, chi abbandona un cane è anche potenzialmente responsabile di omicidio colposo (Legge 20 luglio 2004, n. 189) poiché, potrebbe vagare disorientato per le strade, con gravi rischi per automobilisti e pedoni.

 

#Tiportoconme nasce dall’esperienza di un rapporto fatto di integrazione pacifica tra uomo e amico-fidato; dall’amore puro e incondizionato che va oltre la razza, l’estetica, la taglia, il pelo, il colore… È un invito verso chi un cuore a volte non lo ha, chi lo dimentica al mattino quando esce di casa; chi sfoga le proprie frustrazioni su esseri indifesi e sensibili, colpevoli solo di saper amare; è una minaccia contro chi abusa, chi uccide, chi abbandona, chi mutila, chi commercia e chi non riesce ad apprezzare un dono così grande, forse, perché nemmeno lo merita.

 

#Tiportoconme è un modo per rassicurare i nostri amici a quattro zampe che non saranno mai più soli, un tentativo di convincerli a non aver più paura dell’animale più feroce della terra, l’essere umano.




RAI 3, LINEA NOTTE: BIANCA BERLINGUER "TAGLIA" LA PAROLA A MICHELA MURGIA

di Domenico Leccese

"In una trasmissione in cui si è parlato di morti e di guerra con estrema facilità non riesco a parlare del mio libro". E' quanto ha dichiarato Michela Murgia, scrittrice sarda – autrice del romanzo Chirù – ospite della trasmissione condotta da Bianca Berlinguer 'Linea Notte'. La direttrice del Tg3, stizzita, ha interrotto bruscamente il collegamento con la Murgia.

Chirù il nuovo romanzo di Michela Murgia
È il primo dopo il successo di Accabadora nel 2009, e racconta la storia tra un'attrice di successo di 38 anni e un ragazzo di 18 che sogna di fare l'artista.
È in libreria Chirù, il nuovo romanzo di Michela Murgia, un libro molto atteso che esce a sei anni dal grande successo di Accabadora. Chirù è ambientato ai nostri giorni e racconta il rapporto tra Eleonora, un’attrice di successo di 38 anni, e Chirù un ragazzo di 18 che sogna di fare l’artista e il musicista. Rispetto ad Accabadora – che era ambientato nella Sardegna degli anni Cinquanta e raccontava il rapporto tra una bambina, Maria, e l’anziana donna che l’aveva presa come figlia, Tzia Bonaria Urrai – in Chirù la prospettiva viene ribaltata: non è più quella di una bambina incuriosita e insieme spaventata dai comportamenti della donna che le fa da madre, ma quello di una donna incuriosita e insieme spaventata dai comportamenti di un ragazzo che ha poco meno della metà dei suoi anni. I due protagonisti si ritrovano uniti in un legame in cui le gerarchie tra maestra e allievo, e adottante e adottato, si ribaltano di continuo, e l’amore appare come una lotta di sottomissione e dominio. Il romanzo non è diviso in capitoli ma in lezioni, diciassette, e un “compimento finale”. In epigrafe c’è una frase di Federico Garcia Lorca a Salvador Dalì: «Ti ricordo sempre. Ti ricordo troppo. Figlio mio, devo pensarti bruttissimo per non amarti di piú».
Michela Murgia è nata a Cabras in Sardegna, nel 1972, prima di fare la scrittrice, ha fatto studi teologici, la cameriera e la portiera di albergo.
Il suo primo libro – Il mondo deve sapere, pubblicato da Isbn nel 2006 – era il diario di una venditrice telefonica di aspirapolveri Kirby, lavoro che Michela Murgia all’epoca svolgeva davvero. Paolo Virzì ne trasse il film Tutta la vita davanti, del 2008, con Sabrina Ferilli, Isabella Ragonese, Elio Germano e Valerio Mastandrea.
Accabadora, il primo vero romanzo di Michela Murgia, uscì nel 2009 per Einaudi. Vendette più di 300 mila copie e vinse molti premi, tra cui il Campiello e il SuperMondello.
Da allora Murgia ha scritto altri libri – tra cui nel 2011 Ave Mary, un saggio sulle donne e la chiesa cattolica, e il racconto lungo l’incontro nel 2012 – ha contribuito a varie antologie, scritto tabella su molti giornali, vinto premi e partecipato a migliaia di incontri pubblici, nel 2014 si è perfino candidata con una sua lista autonomista alla presidenza della Regione Sardegna prendendo il 10% dei voti e risultando terza. Ma non ha pubblicato altri romanzi.
Il testo è tratto dalla Lezione cinque: è una delle prime volte in cui Eleonora e Chirù si parlano, al Poetto, la spiaggia di Cagliari.

Andammo alla spiaggia del Poetto, il maestrale evocava gli odori dei fondali sferzando i nostri corpi con lame intermittenti di sabbia sottilissima.
Chirú aveva la spalla appesantita da una borsa piena di spartiti e le gambe gli fluttuavano nei calzoni come batacchi di una campana.
Aveva litigato con la sua ragazza e s’infervorava dicendo che era tutto finito. C’era qualcosa di primitivo nell’ansia confidenziale con cui mi si rivelava, e nell’apparenza del suo candore scorsi una spinta selvatica da bestia pronta a tutto.
Non avevo mai incontrato qualcuno così terrorizzato dall’idea dell’abbandono.

– Sembra che non so tenermi vicino nessuno.
– Forse dipende da come imposti le tue relazioni.
– Intendi quelle sentimentali?
– Tutte le relazioni sono sentimentali, Chirú.
– Non lo so, in realtà non ne ho molte… A parte Anna c’è solo Luca, il mio migliore amico.
– A diciotto anni usi ancora la categoria del migliore amico.
– Cosa c’è di strano?
– Niente, se organizzi i tuoi affetti per classifiche. Rallentò la falcata, prendendo spontaneamente la misura della mia. Mi parve un buon segnale e affondai il pungolo in quel cedimento.

– In base a cosa l’hai messo in cima alla tua lista?
– Lo conosco da quando ero bambino, siamo cresciuti nella stessa zona.
– Mi stai dicendo che è il tuo migliore amico per una coincidenza logistica?
– Abbiamo tante cose in comune, il Conservatorio, usciamo insieme…

Esitò, e la sua voce cambiò leggermente di tonalità.
Stavo imparando a capire che quando era in imbarazzo il timbro vocale gli diventava instabile e i toni gravi della baritonalità si alternavano a note acute quasi femminee, più marcate in prossimità di una risata.
Gli spiai il profilo. Tutto in lui appariva approssimativo, dai movimenti a grazia alterna fino all’abbigliamento privo di logica estetica.
Aveva la postura un po’ curva che avevo osservato spesso in persone più alte della media, come se la maggiore statura fisica rappresentasse un’affermazione di superbia di cui giustificarsi di continuo.
Il collo magro svettava dal giubbotto e i capelli castani erano scarmigliati oltre ogni giustificazione di vento, rigogliosi.
Sarebbe morto in molti modi, ma certamente non calvo.

Provai a rassicurarlo spostando il discorso su un terreno che potesse apparirgli meno scivoloso.

– Va bene, non è importante. Quel che conta alla fine sono i riti che condividi con queste persone.
– In che senso?
– I riti. Ce l’avrai un rituale, una cosa che fate solo tra voi.
– Non lo so. Non ci ho mai riflettuto.

Cercammo un bar dove sfuggire al vento freddo e mentre il ragazzo ordinava qualcosa da bere meditai sull’opportunità di lasciar cadere il discorso.
Ci sono cose che non diventano autentiche fino a quando non le chiami per nome, e cose che invece quando le nomini perdono ogni verità; mi sembrava che la questione dei riti fosse una di queste ultime.

Non avevo mai dovuto spiegare ad alcuno dei miei allievi una cosa così ovvia come l’esistenza di un linguaggio degli affetti. Alessandro nelle relazioni era un liturgista naturale, Teo aveva un’attitudine spiccata al gesto più opportuno e Nin mi aveva preceduto molte volte nel dettare i codici della reciproca appartenenza, rendendoli indelebili in modi di cui ancora pagavo il prezzo. Chirú però non somigliava a nessuno di loro. Somigliava a me.
A diciotto anni anch’io credevo che avrei sposato il tizio con cui stavo, che gli amici con cui uscivo sarebbero stati i pilastri della mia vita, e che la piccola e casuale rete di rapporti in cui mi muovevo sarebbe stata la base inclusiva su cui innestare tutte le relazioni future. Non avrei perso nessuno, questo credevo, e non mi passava nemmeno per la testa che i nomi delle persone che in quel momento consideravo care sarebbero stati dimenticati, i loro volti confusi con altri e le loro esistenze così lontane dalla mia da non desiderarne più alcuna notizia.
Se mi avessero detto che un giorno, in cima al cumulo dei miei cadaveri sociali, la sola cosa che avrei ricordato di quella gente sarebbero stati i riti che avevamo condiviso non ci avrei creduto.
Nessun adulto aveva mai corso il rischio di essere didascalico con me quando avevo diciotto anni, altrimenti forse qualcosa in più al momento opportuno l’avrei salvata.

Chiesi un caffè, fissai il ragazzo e andai avanti.
– Un rito è un segnale di riconoscimento reciproco. Serve a dire: tu sei mio, io sono tuo e il modo in cui lo siamo è unico al mondo.
Lui corrugò la fronte sotto il ciuffo castano, stranito dal peso di quella descrizione.
– … Accidenti. No, non credo di avere niente di simile con nessuno.

© 2015 Giulio Einaudi editore s.p.a.,
Torino Pubblicato in accordo con Agenzia Letteraria Kalama

 




LUCIANO GAROFANO: BIOLOGO, GENERALE IN CONGEDO DELL'ARMA E… SCRITTORE

di Domenico Leccese

Chi è Luciano Garofano
Luciano Garofano, nato a Roma il 5 maggio 1953, è un biologo italiano, generale in congedo dell'Arma dei Carabinieri.

Laureatosi nell'anno accademico 1975-1976 in Biologia all'Università degli Studi di Roma La Sapienza si è successivamente specializzato all'Università degli Studi di Napoli Federico II in tossicologia forense, nell'anno accademico 1992-1993.
Nel 1978 si arruola nell'Arma dei Carabinieri e fino al 1988 comanda la Sezione Chimico-Biologica del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma. Dall'1988 al 1995 è comandante della Sezione Biologia dello stesso centro.
Nel 1992 si è occupato anche delle indagini sulla strage di Capaci.
Dal 1995 fino al 2009 è comandante del R.I.S. di Parma (Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche), chiamato sulla scena di molti casi giudiziari avvenuti negli ultimi decenni nel nord Italia (strage di Erba, il serial killer Bilancia, caso Cogne, ecc.).

Carriera accademica
Insegna tecniche delle investigazioni scientifiche presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università del Salento.
Dal 2011 al 2013 è stato direttore scientifico e docente del master universitario "Tecniche di indagine, della sicurezza e criminologia" istituito presso l'Università degli Studi Niccolò Cusano. Il master è stato attivato con la collaborazione dell'Accademia italiana di scienze forensi presieduta dallo stesso Garofano

Attività politica
Alle elezioni europee del 2009 si è candidato nella lista Mpa-La Destra-Pensionati-Alleanza di Centro nella circoscrizione Nord-Orientale senza essere eletto.
In seguito alla sua candidatura e alla mancata elezione, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, in base alla legge, ha richiesto il trasferimento al Racis di Roma.
Dopo un primo ricorso accolto al TAR dell'Emilia-Romagna, in seguito all'opposizione del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri il Consiglio di Stato ha poi ritenuto legittimo il trasferimento.
Da qui la decisione di lasciare il R.I.S. e l'Arma dei Carabinieri.

Televisione
Dal 2010 è conduttore del programma televisivo “L'altra metà del crimine”
in onda su LA7d.
Fa parte dello staff della trasmissione televisiva Quarto grado
(condotta da Gianluigi Nuzzi) in onda su Rete4
Un Ris in formato ridotto- al via un nuovo tipo di sperimentazione in tv; già lo scorso anno grazie alla presenza in studio del Generale Garofano i telespettatori hanno potuto conoscere alcune delle tecniche utilizzate dei Ris per cercare di risolvere i casi di omicidi. Ormai ci sentiamo, un poco, tutti dei piccoli detective e così per dare via ad altri esperimenti ci sarà in studio una sorta di mini laboratorio, ancora l’ex generale dei Ris in studio.

Controversie
Nel novembre 2009 viene coinvolto in un'indagine della Procura di Parma che lo vede indagato per peculato e truffa ai danni dello stato, un'indagine avviata in seguito all'esposto dell'avvocato Carlo Taormina.
Garofano ha negato di essersi dimesso a causa di queste indagini.
A febbraio 2013 tutte le accuse nei suoi confronti vengono archiviate.

Dai giornali dell’epoca :
“Garofano indagato per truffa lascia il comando del Ris
Il colonnello ha lasciato il Ris che guidava da 14 anni: si è occupato dell'omicidio di Garlasco, la strage di Erba e il delitto di Cogne.
E' indagato per truffa ai danni dello Stato in seguito a una denuncia dell'avvocato Taormina. Domani a Roma dirà la sua verità.
Tanti messaggi di solidarietà dei lettori (di Benedetta Pintus)”
 
“Luciano Garofano, lascia la guida dei Ris.
La notizia arriva prima che, in serata, il procuratore di Parma Gerardo La Guardia confermi l'apertura di un fascicolo nei suoi confronti per le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato, peculato, falso e abuso d'ufficio.
Le indagini sono scaturite da una denuncia dell'avvocato Carlo Taormina in merito a presunte irregolarità compiute dal reparto per lo svolgimento di consulenze tecniche su importanti e controversi casi giudiziari degli ultimi anni (LEGGI).”

La Finanza nella sede dei Ris e Taormina sfida Garofano in tv
Acquisita la documentazione su cinque anni di consulenze tecniche, tra cui anche quella sulla morte di Chiara Poggi. L'avvocato Taormina, che aveva denunciato l'utilizzo di materiali, personale, organizzazione e professionalità dell'Arma per consulenze private, si dice pronto a un confronto-scontro televisivo, ma il colonnello non raccoglie la provocazione e considera l'arrivo delle fiamme gialle come "atto dovuto".
 
''Sono in corso perquisizioni della guardia di finanza presso la sede del Ris di Parma. Le perquisizioni riguardano la documentazione relativa a cinque anni di consulenze tecniche svolte sotto il comando del colonnello Garofano.
Il pubblico ministero procedente è la dottoressa Del Monte della Procura di Parma, alla quale gli atti sono stati trasmessi dalla Procura militare di Roma che ha proceduto per gli stessi fatti fino a quando non è emersa la competenza dell'Autorità giudiziaria ordinaria''.

Lo afferma, in una nota stampa, l'avvocato Carlo Taormina, ma il colonnello Garofano da noi interpellato ridimensiona la presenza della Finanza nel quartier generale della scientifica dei carabinieri: "E' una semplice acquisizione di documenti". Il comandante del Ris non vuole entrare nel merito dell'esposto di Taormina, già vagliato dalla Procura militare di Roma, "che però – questo ci tiene a precisarlo – non aveva ravvisato reati".
Poi il passaggio alla Procura di Parma, quindi alla giustizia ordinaria.
Taormina, nel comunicare la presenza della finanza nella sede del Ris, lancia poi la sua sfida: un "duello" televisivo con Garofano nel quale si dice pronto a mostrare il video del loro incontro, quello a seguito del quale il colonnello dei carabinieri disse di essere stato minacciato.
Garofano non raccoglie: "Preferisco non commentare certe affermazioni".

L'accusa di Taormina. ''Il processo in corso a Parma, che si svolge a carico di persone iscritte al registro indagati (Modello 21), è scaturito da una denunzia da me presentata – spiega Taormina – ed avente ad oggetto molteplici consulenze svolte dal Ris di Parma, compresa quella relativa al caso Garlasco. La denunzia lamentava lo svolgimento delle consulenze tecniche, le quali per legge possono essere svolte solo a titolo professionale privato da parte di appartenenti all'Arma, utilizzando materiali, personale, organizzazione e professionalità legittimamente applicabili solo nell'esercizio della pubblica funzione di ufficiali di polizia giudiziaria e non di consulente privato''.  

''La denunzia segnalava anche la esigenza di stabilire se le retribuzioni liquidate dall'Autorità giudiziaria per le consulenze potessero essere percepite o se dovessero essere devolute all'Arma dei Carabinieri. Si sottoponeva all'Autorità giudiziaria, infine, se tutto quanto accaduto presso il Ris di Parma costituisse una illegalità localizzata ovvero implicasse una catena di illegittimità, ipotizzandosi i delitti di truffa ai danni della pubblica amministrazione, falso ideologico in atto pubblico e abuso d'ufficio''.

 ''Il Colonnello Garofano nelle recentissime apparizioni televisive dedicate alla presentazione del libro “Delitti imperfetti” sui cui contenuti mi riservo ogni azione legale nei suoi confronti, ha menzionato molte cose ma ha dimenticato di chiarire se nel processo prima pendente dinanzi alla Procura Militare ed ora pendente presso la Procura di Parma, rivestisse o rivesta la qualità di indagato e per quali reati, piuttosto che assistere impassibile, dichiarandosi mio nemico, cosa verissima ma non proprio compatibile – sottolinea Taormina – con la sua posizione di organo dello Stato, all'affermazione secondo cui il contraddittorio con me non sarebbe avvenuto in alcuna trasmissione a cagione di veti incrociati, mai esistiti per la semplice ragione che io ho saputo delle sue apparizioni dopo il loro verificarsi''.

La sfida televisiva. ''Mi rendo conto che la mia presenza in quelle trasmissioni mi avrebbe determinato a rovinare la sua celebrazione con lo svelare ciò che è oggi accaduto e che non conoscevo da tempo ma dichiaro la mia immediata disponibilità ad un confronto-scontro televisivo con il predetto in cui potrò dire ogni cosa e mostrare anche il filmato del mio incontro con lui presso il Ris di Parma dove, secondo le sue affermazioni, lo avrei minacciato, incontro dal quale scaturì invece la mia denunzia contro di lui, conclusasi con una archiviazione i cui contenuti potrò svelare perchè ognuno possa da se' giudicare'', conclude Taormina. Sullo scontro-televisivo e sulle accuse "personali", il colonnello preferisce non commentare. Non raccoglie la sfida e non mostra alcun interesse nei confronti del video che Taormina sostiene di avere e di essere pronto a mostrare in diretta televisiva.  
(01 ottobre 2009)

Romano, 56enne, Luciano Garofano è stato fino a ieri comandante del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, che guidava da 14 anni. Ha presentato congedo al comando generale dei carabinieri dopo essersi occupato dei delitti più noti degli ultimi anni, dall’omicidio di Garlasco alla strage di Erba, dal caso Cogne all’assassinio di via Poma. Difficilmente ora rimarrà disoccupato: da tempo l'ufficiale sarebbe al centro di un progetto per la nascita di una nuova struttura di investigazione privata.

"Dirò la mia verità". Ieri il colonnello, diventato generale al momento del congedo come da consuetudine, aveva preferito non rilasciare nessuna dichiarazione: "In questo momento – aveva detto – non intendo fare alcun commento". Oggi ha aggiunto: "Sono accuse che fanno molto male", annunciando per domani alle 12 una conferenza stampa all'hotel Excelsior di Roma, dove racconterà la sua versione dei fatti in merito all'indagine in cui è coinvolto e alla scelta di lasciare l'Arma. "Sono pronto – ha sottolineato – a raccontare tutta la verità. Rispenderò a tutte le domande che mi verranno rivolte".

L'inchiesta. Nelle indagini della procura di Parma Garofano è l'unico iscritto nel registro degli indagati per una vicenda che ruota intorno ad alcune consulenze di cui è stato incaricato, in qualche caso in qualità di "persona fisica", non di ufficiale superiore dell'Arma. Quelle nei suoi confronti, commenta La Guardia "sono ipotesi di reato per certi versi provvisorie in attesa di avere una informativa specifica e definitiva. Il colonnello non è stato convocato per un interrogatorio che allo stato non avrebbe senso". Insomma, l'inchiesta è ancora agli albori ed è "prematuro esprimere qualunque tipo di valutazione.
"Il tribunale militare aprì un'inchiesta sul colonnello Garofano non ravvisando però la commissione di reati che potessero rientrare sotto la sua competenza. "A giugno – ha spiegato Laguardia – gli atti sono stati trasmessi a Parma e noi abbiamo aperto un fascicolo".  

Le dimissioni.
Secondo le prime ricostruzioni le dimissioni di Garofano, però, non sarebbero collegate con la vicenda che lo vede indagato, ma sarebbero da ricondurre a motivazioni personali legate al suo trasferimento da Parma disposto dopo che Garofano si era presentato alle ultime elezioni europee con La Destra, senza però essere eletto. La motivazione alla base del trasferimento disposto dal Comando generale dell'Arma sostiene che in base alla legge il comandante non poteva più continuare ad esercitare là dove si era candidato.

Un'impostazione contestata dall'ufficiale, che aveva fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento. Il Tar in un primo momento aveva accolto la richiesta di sospensiva, bloccando il trasferimento, ma il Consiglio di Stato ne ha successivamente riconosciuto la legittimità.
Il colonnello Garofano è stato dunque trasferito da Parma al Racis di Roma, il Raggruppamento operativo scientifico dell'Arma, una decisione che l'ufficiale ha continuato a non condividere.

La soddisfazione di Taormina.
Comunque soddisfatto l'ex avvocato di Anna Maria Franzoni, condannata anche grazie alle indagini del Ris di Parma. "Ciò che ha costituito oggetto delle mie indicazioni – ha commentato Taormina – ha trovato riscontro. Più volte il Comandante Garofano ha riservato a me attacchi di tutti i generi senza successo. Mi auguro che finalmente ora questo signore possa rispondere alla giustizia ordinaria senza divisa e ulteriore possibilità di remora".

"Le accuse – precisa l'avvocato – sono di aver utilizzato attrezzature e personale appartenente all'Arma durante l'orario di ufficio e di aver percepito somme di denaro dalle consulenze tecniche affidategli quando il consulente tecnico nominato dai pubblici ministeri o dai giudici per legge non può essere considerato pubblico ufficiale ma privato cittadino".

La solidarietà dell'Arma.
"L'Arma conferma stima e apprezzamento per le qualità professionali e personali del generale Garofano e dei militari del Ris di Parma". E' quanto rispondono all'ufficio stampa del comando generale dell'Arma dei carabinieri alla richiesta di un commento sulla vicenda Garofano. I militari del Ris, proseguono all'ufficio stampa, "operano con incarichi di consulenza e perizia conferiti anche a titolo individuale dall'autorità giudiziaria, secondo le regole fissate dal codice di procedura penale e dalla disciplina interna per l'uso delle strumentazioni dell'Amministrazione". "L'Arma – viene infine sottolineato – è impegnata al fianco dell'autorità giudiziaria di Parma per chiarire ogni dettaglio della vicenda". (15 novembre 2009)

Altre informazioni
Risiede a Parma. È membro della Fondazione Italia USA.
È autore di varie pubblicazioni, in alcune delle quali vengono illustrati nuovi mezzi di indagine scientifica.

Opere:
Il ragazzo con il berretto da marinaio, ABE 1991
Delitti imperfetti, Il Saggiatore 2004
Delitti imperfetti. Sei casi per il Ris di Parma, Tropea 2004
Delitti imperfetti. Atto II. Nuovi casi per il RIS di Parma, Tropea 2005
Delitti imperfetti. Atto I & atto II, Tropea 2006
Delitti e misteri del passato, Rizzoli 2008
Il processo imperfetto, Rizzoli 2009
Assassini per caso, Rizzoli 2010

Filmografia
Dal lavoro del suo reparto è stata tratta anche la serie televisiva R.I.S. – Delitti imperfetti, prodotta da Mediaset nel 2004, arrivata alla quinta stagione del 2009.

Onorificenze
Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
 — Roma, 27 dicembre 2004.

Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana – nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana
 — Roma, 2 giugno 2007

Cavaliere I cl. S.A.I. Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere I cl. S.A.I. Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma)

Biografia
Luciano Garofano, generale dei Carabinieri in ausiliaria, docente universitario di scienze forensi, ha diretto il Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma. Per Rizzoli ha pubblicato Il processo imperfetto. La verità sul caso Cogne (2009) e, con Paul Russell, Assassini per caso (2010).

01
IL MISTERO DI VIA POMA,
GLI OMICIDI RITUALI DELLE BESTIE DI SATANA,
I DELITTI SUI TRENI DI DONATO BILANCIA:
LE INDAGINI SUI PIÙ EFFERATI CRIMINI ITALIANI NELLE PAROLE DELL’UOMO CHE PER ANNI HA GUIDATO IL RIS DI PARMA.

OGNI OTTO MINUTI, nel mondo una donna viene assassinata. Per gelosia, perché non si vuole accettare la fine di una relazione o perché la sua debolezza la rende una preda facile e indifesa. La misteriosa morte di Simonetta Cesaroni, il delitto dell’Olgiata, i treni silenziosi sui quali ammazzava Donato Bilancia, sono solo alcuni dei casi che hanno occupato per anni le pagine di cronaca.
Se per alcuni di essi il rigoroso esame della scena del delitto ha condotto in tempi brevi gli inquirenti alla cattura del colpevole, per altri il contributo essenziale è arrivato dopo anni con l’ausilio dell’attività tecnico-scientifica, e in particolare grazie alla prova del Dna.
In Uomini che uccidono le donne, Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, ripercorre i crimini italiani più celebri e controversi, risolti proprio attraverso le più avanzate analisi di laboratorio e l’utilizzo della “prova regina”.
Dall’inchiesta sull’omicidio di Dobbiaco del 2002, che portò all’arresto del responsabile per mezzo di uno screening genetico di massa (lo stesso metodo che potrebbe risolvere il caso di Yara a Brembate) alla ricostruzione della folle dinamica della strage di Erba; dalla scarcerazione di due innocenti accusati per errore dello “stupro della Caffarella”, alle ultime rivelazioni sull’omicidio della studentessa sedicenne Elisa Claps, scomparsa nel lontano 1993. Garofano ci guida sui luoghi del delitto, ripercorre le indagini della polizia scientifica e ci conduce alla scoperta delle ragioni profonde di un fenomeno criminale che affonda le sue radici nell’aspetto più oscuro e insondabile dell’animo umano.

02
Gli ultimi giorni di un grande artista.
Una sorte oscura diventata leggenda.
Oggi la scienza fa luce sul mistero della sua morte.

Qual è il mistero che si cela dietro la morte di Caravaggio?
E dov’è finito il suo corpo?
Da chi scappava quando nel luglio 1610, dopo mesi di fughe avventurose, sbarcò sulla spiaggia toscana di Porto Ercole?
Era davvero un assassino?
Ricercato dalle autorità dello Stato pontificio, condannato alla pena capitale, provato dal lungo viaggio, nei suoi ultimi giorni di vita Caravaggio è un uomo solo, che sa di non potersi più fidare di nessuno, nemmeno dei suoi protettori di un tempo. Secondo alcuni sta tentando di sfuggire a un misterioso cavaliere deciso a vendicare con il sangue un’offesa subita, mentre il cardinale Borghese e il viceré di Napoli attendono nell’ombra la morte del pittore per impadronirsi delle sue opere. Nel corso dei secoli si sono susseguite ipotesi fantasiose e verità parziali, ed è in questa foresta di supposizioni che si nasconde Il mistero Caravaggio. Coniugando ricerca storica, scienze forensi e moderne tecniche di investigazione scientifica, questo appassionante viaggio nella memoria fa luce su uno dei gialli più affascinanti della storia dell’arte, nell’ambizioso tentativo di identificare le spoglie del maestro del chiaroscuro. Attraverso documenti originali, Il mistero Caravaggio ricostruisce la biografia dell’artista, ne delinea un nuovo profilo e offre una prospettiva inedita sui fatti di sangue che lo videro protagonista: la Roma delle feroci lotte politiche e delle gelosie artistiche, l’omicidio che portò alla messa al bando del pittore e gli oscuri eventi legati alla sua ultima, disperata fuga. Una scia di intrighi e falsi indizi che racchiude un enigma lungo quattrocento anni.

03
Sesso, noia e abuso di droghe: la tranquilla normalità di tre bravi ragazzi.
Amanda,Raffaele e Rudy, condannati dal tribunale, per molti restano innocenti.
Tutta la verità sul processo che ha diviso l’Italia e gli Stati Uniti.

Il 5 dicembre 2009 il tribunale di Perugia ha condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. Ma se la giustizia italiana ha emesso la sua sentenza, l’opinione pubblica non ancora. Prospera la vendita di gadget con la scritta free Amanda e la studentessa americana riceve migliaia di lettere di sostegno. Mentre spuntano nuove testimonianze e presunte confessioni in carcere di Rudy Guede, anch’egli condannato per l’omicidio, colpevolisti e innocentisti continuano a discutere: bravi ragazzi o studenti annoiati che hanno spinto troppo in là un pericoloso gioco erotico? Vittime di un errore giudiziario o morbosi fidanzatini in cerca di emozioni forti? Assassini per caso ripercorre l’indagine svelando i retroscena sul delitto e sull’ambiente universitario in cui è maturato, mostrando gli ambigui rapporti che legavano tra loro i protagonisti di questa storia, alla ricerca di esperienze sempre più estreme, e ricostruendo la dinamica di quella notte. Resta l’inquietante sensazione che proprio una vuota quotidianità sia stata il gene che ha mutato questi ragazzi normali in criminali. Un racconto che ha il ritmo di una crime fiction e il rigore delle indagini di Luciano Garofano. L’occhio esperto dell’uomo che si è occupato dei più intricati casi nazionali degli ultimi anni prende in esame i rilievi tecnico-scientifici per tracciare un’analisi equilibrata dei fatti e mostrare le incertezze di una vicenda che lascia ancora molte domande in sospeso.

04
La verità sul caso Cogne.
Sei anni di depistaggi e di mezze verità.
Un processo che ha coinvolto un Paese intero.
Un thriller “a sangue freddo” sul delitto più controverso degli ultimi anni, scritto dall’investigatore che ha avuto un ruolo decisivo nelle indagini e nel processo.

Il 30 gennaio 2002, Samuele, tre anni, viene trovato morto nella casa dove viveva con i genitori e il fratellino. Il 21 maggio 2008, la sentenza
di Cassazione ha condannato in via definitiva la madre, Annamaria Franzoni.
Il giallo è stato chiuso grazie a due prove scientifiche determinanti fornite dal Ris di Parma diretto dal colonnello Luciano Garofano. Un esame in particolare, il Bpa, che permette di stabilire genesi e traiettoria degli schizzi di sangue, ha dimostrato che l’assassino indossava il pigiama della madre e ha colpito inginocchiato al centro del letto. Tutti e tre i gradi di giudizio hanno confermato la colpevolezza dell’imputata. “Eppure” scrive Garofano “durante quei sette anni, più volte è stata fatta circolare l’idea che le nostre conclusioni fossero arbitrarie e artigianali”. Invece erano dati scientifici ottenuti con metodi che in altri Paesi si applicano da decenni e che oggi l’autore spiega svelando anche i retroscena e i molti particolari inediti che finora sono stati tenuti in ombra.
A cominciare dalle numerose imperfezioni che hanno scandito l’intera vicenda processuale: depistaggi, perizie concordate, manipolazione dei media per condizionare l’opinione pubblica. Fino ad arrivare al famigerato Cogne-bis, l’inchiesta parallela sulla presunta falsificazione di prove nella villetta di Cogne.
Il risultato è un thriller avvincente e doloroso sul delitto che ha tenuto con il fiato sospeso l’Italia intera. Una storia su cui si sono interrogati tutti e sulla quale è stata ristabilita la verità.

05
SEI CASI DA RIS dall’agguato a Giulio Cesare all’omicidio di Pier Paolo Pasolini

Giulio Cesare, Boiardo, Pico della Mirandola, Poliziano, Leopardi, Pasolini.
Sei morte oscure su cui la scienza getta oggi una nuova luce.

Cosa si nasconde dietro la morte di Giulio Cesare?
Che cos’ha in comune l’omicidio di Pasolini con la tragedia di Cogne?
I grandi “casi giudiziari” del passato, in gergo cold case, spesso celano la chiave per risolvere i gialli dei nostri giorni e diventano il campo di prova per tutte quelle indagini archiviate ma non ancora risolte.
Spingere lo sguardo indietro di secoli ha già dato qualche risultato.
Lo studio compiuto sul Dna di un poeta vissuto nel Quattrocento, Matteo Maria Boiardo, è stato il banco di prova decisivo per l’applicazione dell’analisi di alcune regioni del cromosoma maschile Y, determinanti per scoprire i responsabili di uno stupro. Seguendo le tracce di morti oscure come quelle di Poliziano e Pico della Mirandola, sospetti avvelenamenti, o di Giacomo Leopardi, di cui è scomparso il cadavere, gli autori mostrano come si conduce un’indagine, come si raccolgono gli indizi e le prove, come vengono studiati i reperti, come si fa un sopralluogo sulla scena del crimine e come viene orchestrato il lavoro di consulenza per attribuire a ciascun indizio il giusto valore.

Grazie alla loro brillante esperienza sul campo, alle tecniche d’avanguardia del Ris di Parma coordinato da Luciano Garofano, uno dei più famosi investigatori italiani, alla competenza di antropologo di Giorgio Gruppioni e alla ricerca storico-documentaria di Silvano Vinceti, “Delitti e misteri del passato” è un saggio avvincente che si legge come un romanzo storico, ma che, pagina dopo pagina, secolo dopo secolo, conquista il lettore con tutto il sapore e il pathos di un thriller. 

 




TUTTI PAZZI PER BABBO NATALE: CON L'ARRIVO DELL'A350 PROSEGUE LA CAMPAGNA PROMOZIONALE FINNAIR

di Gianfranco Nitti

Dopo i buoni risultati estivi registrati in Italia e l’entrata in flotta dell’avanzatissimo A350 XWB, la Finnair affronta la stagione invernale lanciando delle nuove offerte per Asia e Finlandia. Infatti, fino al 30 novembre 2015 sarà possibile prenotare voli nelle classi Affari ed Economica a prezzi speciali per raggiungere da Roma e Milano ben 11 destinazioni asiatiche oltre alle immancabili mete finlandesi di Helsinki e Rovaniemi, in Lapponia. Quest’ultima, essendo, come è notorio, la residenza ufficiale di Babbo Natale (Joulupukki in finlandese) è raggiungibile con poco meno di 300 € andata e ritorno.

Da sempre specializzata nei collegamenti con l’Estremo Oriente, la compagnia ha appena aggiunto alla sua rete le città di Fukuoka (Giappone) e Canton (Cina), servite rispettivamente a partire da aprile e maggio 2016. In attesa che siano attivati i nuovi linee, la voglia di Asia è soddisfatta dalle promozioni valide fino alla fine del mese e già prenotabili in agenzia o sul sito www.finnair.it. Il periodo di viaggio va dal 12 novembre 2015 fino a giungo 2016, con differenze a seconda della destinazione.

Tra le località proposte con tariffe scontate c’è Pechino, destinazione che Finnair collega a Helsinki già dal lontano 1988. La metropoli asiatica sta conoscendo uno sviluppo senza eguali e ha visto un’ulteriore rinascita dopo i giochi olimpici del 2008, che hanno lasciato in eredità futuristici grattacieli, nuove attività commerciali e strutture sportive all’avanguardia, come lo Stadio Olimpico Nido d’Uccello. Con un breve tragitto in autobus dalla capitale è possibile raggiungere e visitare anche la Grande muraglia cinese. Tra le attrazioni imperdibili la Città proibita e il Mausoleo dedicato al Presidente Mao ma anche, per chi ama praticare l’arte della contrattazione, i mercati delle perle e della seta. Dal 6 gennaio 2016, Pechino sarà servita con il nuovo A350 XWB, offrendo ai viaggiatori un comfort incrementato e un’esperienza di volo completamente nuova.
 




NAPOLI, ALTA MODA: STANDING OVATION PER BRUNO CARUSO

di Vincenzo Giardino

Napoli – Si è conclusa tra gli applausi degli oltre 600 invitati, domenica sera nello spazio HBToo di Coroglio a Napoli, il défilé di presentazione della collezione 2016 alta moda dello stilista partenopeo Bruno Caruso denominata Indimenticabile.

In passerella 36 le nuove creazioni, indossate da 30 giovanissime mannequin e 6  modelli, suddivise tra abiti di Alta moda sposa,grand soireé e sposo. 

Alla serata di moda molti i volti dello spettacolo, del piccolo schermo e del cinema, ma anche numerosi gli imprenditori napoletani presenti oltre ad un nutrito gruppo di ospiti giunti dall’estero. Tutti hanno accolto in piedi, al termine della sfilata, l’artisan de luxe Bruno Caruso che ha poi salutato gli intervenuti con un brindisi finale.

Abiti a sirena, ma anche creazioni bon ton dalle linee morbide, alle quali viene trasmessa energia e sensualità grazie a profondi spacchi, caratterizzano la collezione Indimenticabile 2016 disegnata da Bruno Caruso. Il trionfo della femminilità, con scollature profonde e trasparenze raffinate, delineano la sposa dello stilista che riesce a coniugare seduzione e bon- ton grazie alle cappe e ai jabot.

Tessuti pregiati come il pizzo rebrodè o chantilly, le organze, il satin, il macramè e georgette, impreziositi da pietre e cristalli, si fondono nelle 15 creazioni, rigorosamente in bianco, della linea alta moda sposa.          

Due le tematiche che determinano la collezione gran soirée: da un lato preziosi pizzi per abiti sensuali con linee da sirena che mettono in risalto la femminilità energica di ogni donna, dall’altro abiti e sopratutto gonnelloni dalle linee scivolate, estremamente glamour, ispirati alla divina Grace Kelly, realizzati in mikado con fantasia flowers.

Le tinte accese, dal rosso brillante al turchese sino giallo, indicano le tendenze del prossimo e si affiancano al nero, tinta protagonista con la proposta di abiti black and white.

Anche lo stile dell’uomo è  armonico, trendy e al passo coi tempi grazie all’uso di tessuti elasticizzati che fanno risaltare fisicità del corpo, ma conserva il distintivo taglio sartoriale napoletano. Giacche stilizzate in blu notte, nero o in micro fantasia premiando una scelta più glamour che vede uscire di scena la cravatta che lascia il posto al papillon, ma senza dimenticare il tocco di eleganza della pochette.

Alla serata di gala, tra gli altri Carlo Palmieri, vicepresidente sezione Sistema Moda dell’Unione Industriali di Napoli, l’imprenditrice svizzera Miriam Marini, l’attrice Simona Capozzi – protagonista nella serie televisiva di Gomorra nel ruolo di Antonietta Diotallevi e interprete del “Per amor vostro” con Valeria Golino neo vincitrice della coppa Volpi al festival di Venezia – e Pasqualina Sanna – protagonista sul grande schermo in “Una cella in due”, del regista Nicola Barnaba nel ruolo di Anna, e  in “Fratelli Unici” con Raoul Bova e Luca Argentero.




ISTAT, GLI ITALIANI SI SPOSANO DI MENO. DAL 2008 CRESCONO DEL DOPPIO LE COPPIE DI FATTO

Redazione

Gli italiani si sposano sempre di meno e preferiscono sempre più le unioni di fatto, che dal 2008 a oggi sono raddoppiate. Le coppie che convivono sono 641.000 nel nostro Paese. Dieci volte di piu' di quante non fossero nel 1994. Lo segnala l'Istat che ha diffuso oggi i dati sui matrimoni celebrati in Italia nel 2014. Sono stati 189.765 matrimoni, circa 4.300 in meno rispetto all'anno precedente.
Nel quinquennio 2009-2013, il calo e' stato in media di oltre 10.000 matrimoni all'anno. Nel complesso, dal 2008 al 2014 le nozze sono diminuite di circa 57.000 unita'. La contrazione riguarda soprattutto le prime unioni matrimoniali tra sposi di cittadinanza italiana: 142.754 nel 2014, oltre 40.000 in meno negli ultimi cinque anni (il 76% del calo complessivo). Questo avviene anche perche', osserva l'Istat, "i giovani italiani sono sempre meno numerosi per effetto della prolungata diminuzione delle nascite". Si raffredda la propensione a sposarsi. Nel 2014 sono stati celebrati 421 primi matrimoni per 1.000 uomini e 463 per 1.000 donne, valori inferiori rispettivamente del 18,7% e del 20,2% sul 2008. Il calo arriva al 25% per la primo-nuzialita' sotto i 35 anni. Al primo matrimonio si arriva sempre piu' "maturi". Nel 2014 gli sposi hanno in media 34 anni e le spose 31 (entrambi un anno in piu' rispetto al 2008). Le seconde nozze, o successive, sono 30.638 nel 2014. Anche se in lieve flessione in valore assoluto, prosegue l'aumento della loro incidenza sul totale dei matrimoni, dal 13,8% del 2008 al 16,1% del 2014. Il 43% dei matrimoni e' celebrato con rito civile; al Nord (55%) e al Centro (51%) i matrimoni civili superano quelli religiosi.
Questa scelta si va affermando anche nel caso dei primi matrimoni di coppie italiane (dal 20% nel 2008 al 28,1% nel 2014). I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi e' di cittadinanza straniera sono circa 24mila (pari al 12,8% delle nozze celebrate nel 2014), in calo di 1.850 unita' sul 2013. La diminuzione si deve sopratutto alle nozze tra stranieri.Le nozze con un coniuge italiano e l'altro straniero ammontano a 17.506 nel 2014. La tipologia prevalente e' quella in cui e' la sposa ad essere straniera: 13.661 nozze (il 78% di tutti i matrimoni misti). Una sposa straniera su due e' cittadina di un paese dell'Est Europa. Per quanto riguarda l'instabilita' coniugale, i dati del 2013 e del 2014 mettono in luce una fase di "assestamento" del fenomeno. Nel 2014 le separazioni sono state 89.303 e i divorzi 52.335, le prime in leggero aumento e i secondi in lieve calo rispetto all'anno precedente (rispettivamente +0,5% e -0,6%). L'eta' media alla separazione e' di 47 anni per i mariti e 44 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 48 e 45 anni. Questi valori sono aumentati negli anni soprattutto per effetto della posticipazione delle nozze a eta' piu' mature. In crescita le separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne (7,5% nel 2014). Il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli. Nell'89,4% delle separazioni di coppie con figli i genitori hanno scelto l'affido condiviso.
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