Il fascino dell’Italia e dell’Oriente in mostra ad Helsinki

HELSINKI – Ippolito Caffi (Belluno 1809-1866 Lissa) fu un rappresentante ed innovatore della tradizione pittorica vedutista. La sua ammirazione per Canaletto è evidente nella qualità luminosa e traslucida delle sue prime marine e dei soggetti architettonici. Caffi avrebbe continuato a mietere consensi per i suoi paesaggi avvolti dalla nebbia, eseguiti in uno stile intenso e romantico; nelle sue mani, un paesaggio urbano notturno poteva essere trasformato in un palcoscenico teatrale in cui il ruolo principale era giocato non dagli edifici ma da un bagliore di luce misterioso e onirico.

La mostra trasporta i visitatori in un viaggio attraverso Venezia, Roma, Napoli, Atene, Costantinopoli e altre città d’Oriente

Sempre determinato a non percorrere un sentiero già battuto, Ippolito Caffi era un avventuroso che preferiva destinazioni lontane, anche quando significava correre rischi. I suoi dipinti, acquerelli e disegni di Egitto, Siria e Gerusalemme ci portano in luoghi che non facevano parte del classico Grand Tour.Caffi era anche un fervente patriota italiano: partecipò ai moti del 1848-1849 e alla terza guerra d’indipendenza contro l’Austria, perdendo la vita nel 1866 durante la battaglia di Lissa quando la nave Re d’Italia affondò nel mare Adriatico.

Questa mostra ad Helsinki comprende 73 dipinti ed una selezione di 15 acquerelli e disegni della collezione della Fondazione Musei Civici di Venezia, dal primo febbraio al 27 maggio 2018 è aperta al pubblico al Sinebrychoff Art Museum di Helsinki (Finlandia) e porta per la prima volta in un museo scandinavo l’arte dell’Ottocento italiano, che viene così celebrata nella sua riscoperta e nel rinnovato successo che sta riscuotendo in Europa.

Gianfranco Nitti

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Info:
IPPOLITO CAFFI.The Lure of Italy and the Orient
Sinebrychoff Art Museum, Helsinki, Finlandia
1 febbraio – 27 maggio 2018

https://sinebrychoffintaidemuseo.fi/en/exhibitions-now/

 




Roma, il Prefetto Francesco Tagliente relatore alla presentazione del libro sul Papa emerito

ROMA – Presentata a Roma la pubblicazione “Benedetto XVI, L’Arte è una porta verso l’infinito. Teologia estetica per un nuovo rinascimento” scritta dal Monsignor Jean Marie Gervais. L’opera si presenta come un manuale d’arte con l’intervento dell’artista Bruno Ceccobelli che per l’occasione ha realizzato dieci tavole inedite che nascono da altrettanti interventi del Pontefice emerito sull’arte e sulla via pulchritudinis.

La prefazione è stata curata dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per lo stato Città del Vaticano, Arciprete della Basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro.

E’ arricchita da dieci Tavole inedite dell’artista Bruno Ceccobelli, che illustrano il volume, e dal saggio critico del professor Mariano Apa, che ha commentato ciascuna tavola e il lavoro dell’artista nel panorama dell’arte contemporanea.

La pubblicazione di Monsignor Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, esponente della Penitenzieria Apostolica, nasce come omaggio al Papa emerito, dall’Associazione culturale Tota Pulchra. Associazione fondata nel 2016, dallo stesso Monsignor Gervais, proprio per onorare la bellezza dell’arte, in quanto manifestazione della Luce Divina nelle potenzialità dell’uomo, e per questo, mettere gli artisti in condizione di esprimere la propria arte, fornendo mezzi e luoghi appropriati. Gli artisti, infatti, attraverso le opere del loro ingegno, possono aiutare tutti a scoprire la bellezza del creato” legami proprio naturali tra fede e arte, in quanto finestra spalancata sull’immaginazione, e quindi sull’Infinito.

Con il coordinamento di Valerio Monda e Luca Alberto di Laudo, rispettivamente primo e secondo assistente dell’Associazione “Tota Pulchra si è sviluppato un interessante dibattito, con l’autore Monsignor Gervais e con la criminologa Imma Giuliani e il prefetto Francesco Tagliente.

“L’invito alla presentazione di una pubblicazione che esalta le meraviglie artistiche che ornano da secoli il Vaticano e i rapporti che hanno legato i Papi della storia agli artisti – ha scritto il Prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – ha risvegliato la mia curiosità verso l’estetica e l’arte sacra e fatto riflettere sul mio legame con l’arte e gli artisti.

L’Osservatore d’Italia ha intervistato il prefetto Tagliente, noto per aver promosso varie iniziative per valorizzare opere monumentali

In tanti gli riconoscono l’impegno per il decoro degli ambienti architettonici del Palazzo Bonifacio sede della Questura di Firenze e del Palazzo San Vitale sede della Questura di Roma e per ultimo del Palazzo Medici sede della Prefettura di Pisa. Peraltro nella città della Torre il suo impegno per il recupero del patrimonio architettonico e monumentale, è stato documentato con quattro pubblicazioni.

Prefetto come nasce il suo interesse per l’arte?

Una delle ragioni del mio continuo interesse per l’arte è certamente da ricercare, a margine del mio percorso professionale, nella curiosità di cercare di capire la varietà dei linguaggi e la sua dialettica, nel percorso di ricerca e di confronto. Quella curiosità che spinge l’uomo alla conoscenza, a prendersi cure, a non disinteressarsi del mondo circostante, a meravigliarsi di tutte le possibili manifestazioni.

Una curiosità che si è trasformata in una passione. Come si è stata alimentata?

Una particolare passione per le opere pittoriche è stata alimentata da un’innata esigenza di arricchire il mio patrimonio culturale, cogliendo ogni possibile occasione per frequentare ambienti diversi dal mio mondo professionale, per scoprire l’altra parte dell’uomo, quella più luminosa, dove, come dice William Blake, “l’immaginazione non è uno stato mentale: è l’essenza umana stessa. Per anni, con frequenza quasi giornaliera, al mattino presto mi fermavo lungo il percorso casa-ufficio con gli artigiani del laboratorio del corniciaio e gallerista Onorato Mancini, in piazza Nicosia a Roma. Lì incontravo tanti artisti con i quali mi soffermavo a parlare, per capirne la sensibilità.

Ma c’è stato qualcosa in particolare che ha fatto scattare questa molla? Da che cosa è stato colpito?

Spesso ho riflettuto di fronte a un’opera sul mistero dell’arte. Mi ha colpito in passato, guardando “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?” di Paul Gauguin, la grande sofferenza fisica e psicologica che il dipinto mi trasmetteva. La morte della figlia, le incomprensioni che la sua pittura aveva incontrato, spinsero Gauguin a scrivere il proprio testamento spirituale, lasciando, attraverso il simbolismo del colore, il suo forte messaggio sullo svolgimento della vita dell’uomo.

Che ruolo ha esercitato l’arte nel suo percorso professionale?

L’arte può rappresentare la via della liberazione emotiva dell’individuo, il mezzo per superare, oggettivandolo anche il dolore. Io penso anzi sono convinto che l’arte nasce dalla parte più profonda dell’artista. Essa rappresenta come afferma Schopenhauer, la “conoscenza libera e disinteressata”, “sottrae l’individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri quotidiani, offrendogli un appagamento immobile….

Ha frequentato degli artisti?

Si, li ho frequentati e mi sono arricchito della conoscenza di Remo Branca, Giorgio De Pasquale, Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Sigfrido Oliva, Salvatore Provino e altri artisti come Sergio Lombardo: mi hanno consentito di avvicinandomi all’arte della grafica, all’incisione, alla serigrafia, alla litografia e alla xilografia riuscendo a capirne e a riconoscerne la differenza, fino a seguire la lavorazione delle lastre per incisione al torchio a casa del Maestro Renzo Vespignani. Frequentando la casa del Maestro, animata dalla compagna Rossana Mataloni, ho trascorso ore piacevolissime ascoltando racconti e discutendo di arte.

Parla come se fosse stato molto coinvolto dalle opere del Maestro Renzo Vespignani?

Si e ripensando alle sue opere, mi soffermo spesso a pensare come attraverso la bellezza dell’arte, l’uomo dia un senso alla realtà e alla propria esistenza, a come con l’arte trasmetta messaggi, quando non riesca a comunicare agli altri gli aspetti più profondi del proprio io.

Grazie




Corleone, bagno di folla per la fanfara dei Carabinieri

CORLEONE (PA) – A Corleone ieri alle 12.00 in occasione della Festa di San Leoluca, Santo Patrono della città di Corleone, la Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia (composta da 30 elementi, tutti diplomati presso conservatori italiani e diretta dal Maestro Maresciallo Maggiore SENA) si è esibita in un concerto in piazza Falcone e Borsellino di Corleone. L’iniziativa – fortemente voluta dal Comandante Interregionale Carabinieri Culqualber, Generale di Corpo d’Armata Luigi Robusto, dopo una sua visita alla Stazione Carabinieri di Corleone – è stata particolarmente apprezzata dalla cittadinanza che ha gremito la piazza dedicata ai magistrati uccisi dalla mafia ed ha inteso suggellare ulteriormente lo stretto legame che unisce l’Arma alla popolazione: il Carabiniere è da sempre il vicino di casa di tutti noi! La significativa presenza dei corleonesi dimostra che Corleone è cambiata. La città – in passato etichettata come luogo di mafia e di mafiosi, dove nulla poteva esser fatto senza il benestare di cosa nostra – si è ieri unita nella sua piazza principale dove tante famiglie e tantissimi bambini hanno simbolicamente abbracciato i Carabinieri in alta uniforme, ringraziando della loro presenza con innumerevoli applausi.




Cinema: Los Angeles Italia Film Festival 2018 dedicato a Zeffirelli

Intesa Sanpaolo partecipa per la prima volta al “Los Angeles Italia Film Festival 2018”, la manifestazione realizzata con MIBACT, ANICA e ICE, inaugurata domenica 25 febbraio a Los Angeles. Numerosi i film in proiezione la cui realizzazione ha beneficiato del supporto di Intesa Sanpaolo:

Hotel Gagarin; The Place (produttore Lotus Production);Start Up; Brutti e Cattivi (produttore Casanova Multimedia);Sono tornato (produttore Indiana Production);Terapia di coppia per amanti (produttore Cinemaundici);Il Premio (produttore Italian International Film).Sirene (serie tv -produttore Cross Production).

La manifestazione si concluderà venerdì 2 marzo con la proiezione speciale del film All the money of the world di Ridley Scott realizzato da SONY, cui Intesa Sanpaolo ha offerto i servizi finanziari per la fase di realizzazione in Italia.

Sostenendo questa iniziativa in qualità di sponsor, il Gruppo Intesa Sanpaolo conferma la propria attenzione nei confronti dell’industria cinematografica al cui sviluppo ha contribuito erogando finanziamenti pari a 1 miliardo di euro in 10 anni e determinando la ripresa di un settore che ha manifestato una ritrovata vitalità per competere sul mercato internazionale. Ad oggi, infatti, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha supportato più di 60 operatori,sostenendo la produzione di più di 300 opere audiovisive (oltre 150 opere cinematografiche, 150 fiction televisive, oltre 30 spot pubblicitari) -come The Young Pope, Gomorra, Romanzo Criminale, I Medici 2, Leisure Seeker, La Pazza Gioia, Capitale Umano -e la distribuzione sul mercato italiano di oltre 200 titoli esteri, tra cui numerosi blockbuster.

Con lo stesso spirito e impegno verso le arti e lo spettacolo Intesa Sanpaolo è intervenuta come associato in diverse iniziative cinematografiche, sostenendo direttamente la produzione dei film This Must Be The Place di Paolo Sorrentino (presentato al Festival di Cannes 2011),Il villaggio di Cartone di Ermanno Olmi (presentato al Festival di Venezia 2011), Il Paese delle spose infelici di Pippo Mezzapesa, Reality di Matteo Garrone (vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes 2012), Immaturi -Il viaggio di Paolo Genovese, Io e te, film diretto da Bernardo Bertolucci (fuori concorso al Festival di Cannes 2012), Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek e Baby Blues di Alina Marazzi.

Il sostegno di Intesa Sanpaolo al mondo dello spettacolo è stato possibile anche grazie alla creazione all’interno della controllata Mediocredito Italiano, del Desk Media & Entertainment, la struttura specialistica dedicata al settore audiovisivo (cinema, serie TV, spot pubblicitari), culturale (musica, teatri, arte) e dell’intrattenimento in generale (concerti, grandi eventi) che sostiene i produttori e distributori indipendenti, editori di contenuti televisivi e operatori della filiera dell’industria nell’individuazione delle più corrette strategie di sviluppo del business, proponendo prodotti e soluzioni creditizie mirate e affiancando alla consueta valutazione creditizia una specifica e approfondita analisi degli aspetti finanziari, contrattuali,operativi e normativi.
La 13a edizione di Los Angeles, Italia – Film Fashion and Art Fest, l’evento che nella settimana che precede l’assegnazione degli Oscar (25 febbraio-3 marzo) promuove il cinema italiano e i suoi protagonisti con una settimana di proiezioni e gala al Teatro Cinese di Hollywood, sarà dedicata al maestro Franco Zeffirelli, in occasione dei 50 anni dall’uscita del capolavoro ‘Romeo e Giulietta’ (1968).
Il programma 2018 su:
http://www.losangelesitalia.com/it/official-program-2017.html

Gianfranco Nitti




Roma: Beba Albanesi debutta al Puff

ROMABeba Albanesi debutta allo storico teatro-ristorante fondato da Lando Fiorini Serata emozionante e coinvolgente per il debutto dello spettacolo “50 anni di Puff in Puff “ il teatro-ristorante fondato 50 anni fa da Lando Fiorini, il re della canzone romana, scomparso tre mesi fa.

Puff ha aperto ai nuovi talenti del cabaret italiano con musica e comicità. Con la regia di Francesco Fiorini, figlio di Lando, il celebre locale romano, come fece all’inizio con Montesano, Banfi o Gullotta, si è fatto conoscere con un nuovo progetto con tanti gli artisti come Roberta Beba Albanesi, Camillo Toscano, Tommaso Zevola,Monica Cetti e Marilyn Gallo.

I nuovi spettacoli sono in programma domani sera 24 febbraio, il 10,11,16,23,24,25 marzo, il 7,14,20 e 28 aprile e il 5 e il 12 maggio.

Irene Tagliente




Moda: ecco quali sono le fantasie di tendenza di quest’anno

Sono di moda i brand Low Coast in linee morbida, ma il tutto dev’essere rigorosamente in tessutobsostenibile per il look urbano della primavera-estate 2018. Tra le case Low Coast che hanno lanciato sul mercato capi in materiale sostenibile è H&M indossati dalla Top model famosissima negli anni novanta Christy Turlington per la campagna pubblicitaria, la nota marca ha creato capi in tessuto riciclato con L’Econyl ottenuto dagli scarti del nylon e le reti da pesca. Le nuove tendenze si pongono l’obbiettivo di ridare nuova vita ai materiali già usati, ed infatti noti brand, già da tempo hanno creato abiti in materiale sostenibile, ad esempio con il riciclo della lana dei giubbotti da neve, il materiale riutilizzato è usato per giacche e pantaloni da uomo e da donna con il risultato che non hanno bisogno di essere stirati.

Altro tessuto sostenibile è la lana riciclata che si chiama il Lyocell, tessuto ricavato da fibre di alberi di eucalipto o bambù. Un altro modo per rispettare l’ambiente alcuni brand è stato di usare tinture ecosostenibili, ossia usando il 20% di acqua in meno nel procedimento, oppure riciclare abiti usati e di riutilizzare le fibre, complici a questo modo di vestire sia con abiti low coast e sostenibile sono anche le attrici, ma anche kate Mittleton moglie del principe William ha indossato sia Low Coast che con tessuti sostenibili.

Le fantasie che vanno di moda sono ancora i fiori, ricordano tanto l’Oriente, sia su tinta unita, ma anche in netto contrasto, fiori dai colori accesi stampati su tinta di colore nero, ma vanno molto di moda anche i fiori ricamati dal sapore un po’ retrò, oppure fiori a tre dimensioni cuciti su abiti monocromi lunghi e taglio in vita con bustier e coppe trasparenti, di tessuto leggero che ricordano i personaggi dei dipinti di Botticelli.

La moda di quest’anno vuole evidenziare la vivacità e alla spiritualità del mondo femminile, complice è anche il colore trandy di quest’anno, ossia l’Ultra violet, già usato dai personaggi televisivi come Cristina Parodi. E’ricordato come il colore della quaresima ed è il Pantone 18-3838, da usare insieme agli accessori con profili in pvc trasparente, ad esempio come le scarpe a punta che ricordano le “Poulaine” medievali o anche da usare in total look come ha fatto Rhianna, ma sarà anche il colore più usato per i nostri arredi nelle nostre case.

Resiste anche in primavera la manica con i polsi a campana, i colli alla coreana arricchito da ricami etnici e con tinte forti, va di moda ancora per la primavera il tessuto Principe di Galles per tailleur in stile “power- dressing” , ossia le giacche con spalline. Il ritorno delle spalline è fare un salto all’indietro negli anni ottanta e inizio novanta quando divennero insostituibili, il successo fu anche per merito del film cult “Una donna in carriera” con Melany Griffith ed Harrison Ford, segnò un’epoca e rese globale lo stile, in quegli anni vi era l’affermazione della donna nei posti di lavoro destinati a soli uomini. L’adozione del “ Power-dress” in linea morbida è trandy, ma chi adotta questo stile è lontana dall’ideologia di quegli anni, infatti compie un atto di stile, ben lontano dagli anni del consumismo quando le serie televisive come “Dallas” e “Dinasty” lanciarono modelli di donna forte e in carriera.

Michelle Hunzicker per la kermesse del “Festival di Sanremo” ha indossato un abito alla prima sera di colore nero di Armani Privè, con le spalline e manica arricciata al giro. Le giacche a spalle esageratamente quadrate e larghe andarono di moda dopo il 1940, nel 1941 in Inghilterra la Camera di Commercio elaborò un regolamento per i “capi di vestiario necessari” dal nome “Utility-clothes” sempre con spalle larghe che nonostante la minaccia della guerra emerse una donna libera come testimoniano le foto d’epoca. Coco Chanel nel 1945 introdusse la famosa giacca “Chanel” la cui forma con spalle evidenziate, la stilista s’ispirò ad un modello maschile dei lavoratori, anche Yves Saint Laurent vestì la donne con un taglio decisamente “forte” con smoking maschile.

Giuseppina Ercole




Tivoli: grande successo per “In ricordo di Armando Albanesi”. Tante le personalità

TIVOLI – Grande successo per lo spettacolo teatrale “In ricordo di Armando Albanesi” (GUARDA LE FOTO), un grande uomo dalla incomparabile generosità. Condotto dall’attrice e cantante Roberta Albanesi, si è concluso lo spettacolo, organizzato al Teatro Giuseppetti di Tivoli, per ricordare, Armando Albanesi, un grande uomo dalla incomparabile generosità.

Ha continuato ad aiutare ed incoraggiare gli altri, combattendo con coraggio contro la malattia che lo aveva colpito circa due anni fa, mantenendo con tutti il suo immancabile humor ed il suo ottimismo. La serata di beneficenza, denominata “In ricordo di Armando Albanesi” è stata organizzata e coordinata da Virginia Giusti Albanesi, per consentire di continuare a fare del bene affinché neanche la morte interrompa quella generosità del marito soprattutto per la Mensa di Celestino de L’Aquila ed il villaggio Don Bosco di Tivoli.

L’incasso dello spettacolo, infatti sarà devoluto alle due opere sociali alle quali Armando Albanesi era legato da anni. Per una serata all’insegna del buonumore, con il direttore del Palco Matteo Kranner e la conduttrice Roberta Beba Albanesi, si sono alternati gli artisti Antonello Liegi, Franco Tamburini, Roberto Ranelli, Franco Fasano, Pablo e Pedro, Toni Fornari, I figli unici, Nduccio, Andrea Perroni, Lallo Circosta, Riccardo Graziosi, Lallo e e Fusi orari e Marco Capretti.

Tra gli ospiti, oltre a Padre Quirino Salomone della Mensa di Celestino della città di L’Aquila e Don Benedetto Serafini del Villaggio Don Bosco di Tivoli, erano presenti il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, alcuni Magistrati del Tribunale di Tivoli e rappresentanti dei Carabinieri e della altre Forze di Polizia

E’ intervenuto anche il prefetto Francesco Tagliente, Questore di Roma fino al 2012, legato ad Armando Albanesi da una solida amicizia e che a margine dello spettacolo lo ha definito “un grande uomo dalla incomparabile generosità” ricordandolo anche per quello che è riuscito a fare per gli uomini della Questura di Roma.

Lo ha ricordato impegnato in prima persona, nella organizzazione di tanti eventi di beneficenza e di volontariato sociale istituzionale come la cerimonia conviviale per lo scambio degli auguri con le famiglie dei poliziotti e delle vittime del dovere




Tivoli: ecco le immagini dello spettacolo per Armando Albanesi




Milano, si accendono i riflettori sulla 4 edizione di “Boreali”: il festival più grande festival italiano dedicato alla cultura del nord Europa

MILANO – È stato presentato a Milano, presso la libreria Verso Libri, la 4° edizione dei BOREALI, il più grande festival italiano dedicato alla cultura del Nord Europa, ideato e organizzato dalla casa editrice Iperborea in collaborazione con il Teatro Franco Parenti e con il patrocinio del Comune di Milano, dove per quattro giornate, dal 22 al 25 febbraio 2018, ci si immerge nel mondo e nella cultura nordica. Dopo le giornate milanesi, il festival si sposta nella città di Venezia (giugno 2018, in collaborazione con Libreria Marco Polo), seguita da Cagliari (giugno 2018, in collaborazione con l’associazione culturale Chourmo, organizzatrice da oltre 15 anni del Festival di Letterature Applicate Marina Café Noir) e Udine (ottobre 2018, in collaborazione con altri due partner prestigiosi come il Teatro San Giorgio e la Libreria Moderna Udinese).

Anche il programma di questa quarta edizione esplora vari ambiti:

tornano infatti gli incontri con scrittori e intellettuali nordici e italiani, una serata con protagonisti della scena musicale scandinava, proiezioni cinematografiche, letture, corsi di lingua, esecuzioni, seminari, laboratori per bambini, un pranzo nordico e molto altro.

Un programma sfaccettato

Sul fronte della LETTERATURA, saranno ospiti lo scrittore islandese Jón Kalman Stefánsson, autore di diversi libri di grande successo, che inaugurerà il festival con Andrea Vitali e racconterà il suo ultimo romanzo Grande come l’universo (Iperborea, 2018) e l’incanto dell’Islanda, un’isola dove risuonano le voci immortali della poesia, della letteratura e della musica (giovedì 22 febbraio ore 18.30); lo svedese Steve Sem-Sandberg presenta con Wlodek Goldkorn I prescelti (Marsilio, 2018), un romanzo rigoroso come un’indagine storica dedicato alla storia dell’ospedale Spiegelgrund di Vienna, dove, tra il 1941 e il 1945, circa 800 bambini indesiderabili furono sottoposti a torture ed esperimenti medici, un libro che racchiude una profonda riflessione sull’umana capacità di fare il male, e di resistere (domenica 25 febbraio ore 15.30); la giovane autrice danese Siri Ranva Hjelm Jacobsen presenta insieme a Natascha Lusenti Isola (Iperborea, 2018) il suo primo romanzo tradotto in Italia, il racconto del suo ritorno alle isole Faroe, da cui i nonni emigrarono negli anni ’30, un viaggio poetico tra Storia e leggende di queste terre estreme nell’anima di una famiglia e nell’identità smarrita di chi emigra (venerdì 23 febbraio ore 19); la scrittrice norvegese Hanne Ørstavik parla con Antonio Scurati del suo romanzo A Bordeaux c’è una grande piazza aperta (Ponte alle Grazie, 2018), un libro d’amore, sul desiderio di vicinanza e sessualità e sullo smarrimento che avviene quando l’altro non si lascia incontrare (domenica 25 febbraio ore 16.45); lo scrittore finlandese Kjell Westö presenta insieme a Luca Scarlini il suo ultimo romanzo Miraggio 1938 (Iperborea, 2017), premio Finlandia e Premio del Consiglio Nordico, un giallo letterario che parla di amicizia, redenzione e vendetta, nella Helsinki negli anni ’30 (sabato 24 febbraio ore 16.30); Morten Strøksnes racconta a Giacomo Papi Il libro del mare (Iperborea, 2017), uno dei casi editoriali del 2017, un reportage narrativo alla ricerca di una delle più misteriose creature marine, lo squalo groenlandese, una riflessione sull’ossessione per la paura dell’ignoto che ancora oggi il mare ci risveglia (sabato 24 febbraio ore 17.45).

Previsto anche un omaggio all’autore di culto Stig Dagerman, di cui Iperborea ha appena pubblicato Autunno tedesco, con Fulvio Ferrari e Giorgio Fontana;

Un incontro dedicato al primo premio Nobel donna Selma Lagerlöf (di cui Iperborea ha appena pubblicato Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, classico senza tempo della letteratura per l’infanzia), a cura di Luca Scarlini, che racconterà tra musiche e immagini, la vita della grande autrice svedese che decise di puntare tutto sulla democrazia del sogno, per cancellare le ingiustizie sociali e inneggiare alla libertà (sabato 24 febbraio ore 14.30); un evento con l’illustratore Felix Petruška tutto dedicato ai Mumin, la famiglia di troll finlandesi amata da adulti e bambini in tutto il mondo, nata dalla fantasia di Tove Jansson (domenica 25 febbraio ore 18); uno spettacolo dedicato al maestro dello humor finlandese Arto Paasilinna di Valerio Millefoglie, che si candida al Guinness dei Primati della Lettura Veloce, intrecciando personaggi, trame, voci, documenti e suoni, dando vita al romanzo più ambizioso e mai pubblicato di Paasilinna: “Opera Omnia” (sabato 24 febbraio ore 19). Il suggestivo CINEMA NORDICO è presente con Heartstone (2016) del regista Guðmundur Arnar Guðmundsson, Queer Lion alla 73a Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del Festival MIX Milano 2017, due amici in equilibrio tra amore e amicizia nella difficile fase della vita che precede l’età adulta (giovedì 22 febbraio ore 21); e il pluripremiato Sámi Blood (2017), della regista svedese Amanda Kernell, un viaggio alla ricerca dell’identità Sámi tra il rigetto della propria cultura d’appartenenza e il desiderio di una nuova vita (sabato 24 febbraio ore 21). In programma inoltre un’ampia rassegna dedicata al regista Ingmar Bergman, nel centesimo anniversario della nascita (1918 – 2018), con la proposta in lingua originale di titoli noti e meno noti della sua ampia filmografia, fra i quali Come in uno specchio, La fontana della vergine, Persona, Il posto delle fragole, Il settimo sigillo, Sinfonia d’autunno, Sussurri e grida e Il volto.

Non mancano, infine, le proposte incentrate sulle LINGUE E LE CULTURE DEL NORD, come l’incontro sulla poesia islandese a cura di Silvia Cosimini (domenica 25 febbraio ore 12); un corso di “runologia” (sabato 24 febbraio ore 13.30); una passeggiata con la traduttrice Margherita Carbonaro attraverso la storia, la lingua, la cultura e la vita quotidiana della Lettonia, entrata a far parte del catalogo Iperborea con il romanzo Come tessere di un domino di Zigmunds Skujiņš, grande classico moderno della letteratura baltica (sabato 24 febbraio ore 15.30); un incontro sulle “meraviglie del popolo Sámi ” con Anna Brännström (venerdì 23 febbraio ore 18); un incontro dedicato alla Norvegia con Adriano Sofri , Siri Nergaard e Francesco Costa (domenica 25 febbraio ore 19); e le LETTURE ANIMATE PER BAMBINI, dai più piccini fino ai primi lettori, organizzati in collaborazione con la casa editrice Babalibri, l’Associazione ABC e con Pino Costalunga.
Prevista anche un’incursione nello SPORT, con il racconto per parole e immagini dedicato all’impensabile ascesa del calcio islandese, di Leonardo Piccione e Davide Coppo, con la partecipazione di Jón Kalman Stefánsson e in collaborazione con Rivista Undici (sabato 24 febbraio ore 21).

Sabato 24 e domenica 25 fra le 12 e le 14.30 previsto il tradizionale pranzo nordico, con assaggi e specialità gastronomiche del Nord.

Venerdì 23, a partire dalle 22, torna I Boreali Party, una serata tutta dedicata alla musica nordeuropea, con performance live di grandi artisti e nuove scoperte della scena musicale scandinava, in collaborazione con Ceres Nørden e I Distratti: quest’anno si alterneranno sul palco i MAN DUO, coppia elettro-pop visionaria in arrivo direttamente dalla Finlandia composta da Jaakko Eino Kalevi e Long-Sam, e gli olandesi Bruxas, formati dal nuovo portavoce dello psycho-rock Jacco Gardner e da Nic Mauskovic, la mano che si cela dietro ai ritmi e alle sonorità tropicali del duo, in Italia per presentare il loro primo EP “Más Profundo” (Dekmantel). Come per le edizioni precedenti, Iperborea si avvale di una fitta rete di collaborazioni e partnership indispensabile alla riuscita del festival, fra i quali il Comune di Milano, le case editrici Ponte alle Grazie, Marsilio, e Babalibri, Nordic Culture Fund, Kulturrädet, Islandic Literature Center, Norla, Latvian Writer’s Union, FILI, Danish Arts Council, Creative Europe, Ambasciata di Finlandia, Ambasciata d’Olanda, Ambasciata di Norvegia, Ambasciata di Svezia, VisitDenmark, Innovation Norway, VisitFinland, Ceres Nørden, Stora Enso, I Distratti, Istituto Culturale Nordico, Università degli Studi di Milano, Gogol & Company, Verso Libri, Festival MIX Milano, Serate Musicali, Associazione ABC. Sponsor: Norden, Stora Enso. Sponsor tecnici: Errea, MilanoVino, Scuola Holden, Fiordilana. Mediapartner: Corriere della Sera, ilPost, Rivista Undici Iperborea è una casa editrice milanese fondata da Emilia Lodigiani nel 1987 con l’obiettivo di far conoscere la letteratura dell’area nord-europea in Italia. Da anni è diventata un punto di riferimento per la promozione e l’organizzazione di eventi legati alla cultura nordica.

Gianfranco Nitti




La fiction su Fabrizio De Andrè, “Il Principe Libero”: una occasione persa

Il Fabrizio De Andrè andato in onda sulla Rai dal titolo “Il Principe Libero” ha riscosso un buon successo di pubblico ed è stato interpretato ottimamente da attori del calibro di Luca Marinelli nei panni del cantautore scomparso l’11 Gennaio del 1999, da Enrica Rignon nel ruolo della prima moglie, da Elena Radonicich nel ruolo di Dori Ghezzi e da Ennio Fantastichini nel ruolo del padre del cantautore genovese.

La regia di Luca Facchini ci ha regalato una fiction che ha ripercorso la gioventù del cantautore in una Genova degli anni 50 e 60 dove la vita di De Andrè spensierata e libertina, diventava perfetto scenario di ispirazione per canzoni che nel tempo lo resero celebre. Evidenziate anche le importanti amicizie con Paolo Villaggio, Luigi Tenco e Riccardo Mannerini che segnarono il percorso professionale del cantautore.

Il tentativo già difficile in partenza di raccontare il poeta e cantautore Fabrizio De Andrè sin dalla prima delle delle due puntate, ha subito evidenziato la scelta e la direzione di narrare e romanzare la vita complessa del cantautore mettendo quasi in secondo piano il lato artistico dei suoi album, capolavori assoluti della musica italiana che dimostrarono ed evidenziarono il genio e lo spessore del poeta vissuto in un periodo burrascoso di una Italia alle prese con cambiamenti sociali e ribellione giovanile.

Conoscere alcuni brani capolavoro come “La canzone di Marinella”, “il Pescatore” , “La guerra di Piero” e “Canzone dell’amore perduto” significa solo disconoscere tutta una serie di album capolavoro che hanno trattato argomenti forti e che hanno suscitato e causato non poche polemiche nella stampa con cui il cantautore si è dovuto scontrare più volte.

Per fare un esempio, l’album concept “La buona novella” narra con canzoni pregne di frasi poetiche di una bellezza disarmante la vita di Giuseppe e Maria fino all’avvento di Gesù e la sua successiva crocefissione. L’album uscì nel 1970, anno caldissimo dove contestazioni e terrorismo affliggevano l’Italia intera e un argomento cosi delicato suscitò nella stampa e ammiratori non pochi dubbi e lui stesso da anarchico qual’era dovette spiegare che il suo intento era solo quello di raccontare dai vangeli apocrifi la storia di un rivoluzionario fuori dagli schemi di quei tempi e quindi non anacronistico ma in perfetta simbiosi con i tempi in cui la gioventù studentesca era in fermento rivoluzionario costante.

Tutto questo nel film non viene evidenziato e ancora peggio tre anni dopo quando Fabrizio De Andrè fece uscire un ennesimo capolavoro dal titolo “Storia di un impiegato” dove racconta la storia di un lavoratore disilluso e deluso in un suo presente di conflitti fra stato e borghesia che progetta di fare esplodere un ordigno durante una festa in maschera presenziata da politici e personaggi del governo; altro album che gli procurò non poche grane ma che nella fiction vengono accennate e riassunte in pochi secondi nei quali Fabrizio De Andrè confida a Dori le sue preoccupazioni per frasi tratte da testi del suo album urlate come slogan durante le manifestazioni dei giovani che ogni giorno riempivano le strade delle grandi città.

Contestazioni ed interruzioni di concerti che dovette pure subire quando progettò una turnèe di concerti in tutta Italia insieme alla band di successo PFM ripercorrendo parecchi brani del suo repertorio con un arrangiamento “progressive” magistralmente suonato dal complesso PFM che destò scalpore e venne spesso interpretato come una sorta di tradimento del modo prevalentemente folk con cui Fabrizio De Andrè suonava e registrava i suoi brani.

Spesso nelle interruzioni, fra urla e insulti, De Andrè riusciva a malapena a spiegare che dietro questo progetto c’era solo la voglia di suonare le sue canzoni in una modalità diversa ed arricchita di spunti diversi. Detto questo, ad oggi quel doppio album uscito al termine della tournèe viene considerato e venerato come uno dei concerti più belli di sempre e prepotentemente entrato nella storia della musica italiana. La fortuna e la popolarità del cantautore ebbe inizio quando Mina decise di cantare “La storia di Marinella” durante il programma “Studio Uno” del 1965 e nel tempo Fabrizio De Andrè compose album diversi ma sempre attenti al suo presente e sempre dalla parte degli emarginati, dei perseguitati e di coloro la cui vita gli si ritorceva contro in una morsa di sfortuna e ingiustizia.

Nella fiction tutti questi lati fondamentali sono stati sacrificati sull’altare della storia romanzata del suo primo difficile matrimonio e del sequestro che durò mesi duri fra le sofferenze dei parenti e le difficili trattative per la liberazione. La fiction seppur interpretata bene lascia l’amaro in bocca e sembra invece messa in atto come una operazione commerciale, avallata da Dori Ghezzi, dispiace dirlo, che ha concesso il permesso di raccontare una storia che non ha evidenziato quello che emergeva dai capolavori, unici veri testimoni di quello che è stato Fabrizio De Andrè.
Paolino Canzoneri




Frascati: alla sala degli Specchi si parla di medicina tradizionale cinese

FRASCATI (RM) – Medicina Tradizionale Cinese: attualità e prospettive. È questo il titolo dell’incontro previsto per venerdì 16 febbraio 2018 alle ore 17 nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati. Il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti aprirà l’incontro con i saluti istituzionali. Introduce la conferenza la dott.ssa Ada Pambianco, delegata del Comune di Frascati in Analisi e studio dei bisogni socio sanitari e specialista in igiene e medicina preventiva.
La conferenza sarà condotta dal Prof. Aldo Liguori, medico, agopuntore e omeopata. È docente del Master di Agopuntura della World Federation in Acupuncture; membro fondatore dell’Istituto Paracelso di Roma (Ente Morale del Ministero della Salute), istituto che opera nel campo delle tematiche della Salute e delle Medicine non convenzionali. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche indicizzate sulla Me dicina Tradizionale Cinese e di oltre 200 lavori scientifici presentati nei congressi di settore in tutto il mondo.