SCOSSA DI TERREMOTO DA 7,5 GRADI RICHTER TRA PAKISTAN E AFGHANISTAN: PANICO TRA LA POPOLAZIONE

Redazione

Kabul – Potentissima scossa di terremoto di magnitudo 7,5 della scala Richter è stata avvertita nella zona tra il Pakistan e Afghanistan. A Kabul, e ad Islamabad, verso le 14,30 locali, i palazzi  hanno tremato per la forte intensità del sisma. Panico tra la popolazione si è precipitata per le strade cittadine. A renderlo noto l'Usgs, l'istituto sismologico americano. La notizia trova anche confermadall'osservatorio di Hong Kong e dal Dipartimento Meteorologico Indiano.

La scossa di terremoto è stata talmente violenta da essere stata avvertita anche in India. A New Delhi i palazzi hanno tremato violentemente. Fonti ufficiali riferiscono di almeno 11 vittime rimaste sotto i tetti crollati delle abitazioni nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, nord-ovest del Pakistan. Tra queste ci sarebbero anche donne e bambini. I feriti sarebbero centinaia.
 




OMICIDIO CESARE TAVELLA: 4 ARRESTI DALLA POLIZIA DEL BANGLADESH

di Angelo Barraco
 
Dacca – Sono state arrestate quattro persone dalla polizia del Bangladesh sospettate di aver ucciso il cooperatore italiano Cesare Tavella, 51 anni, veterinario, morto in un agguato il 28 settembre scorso a Dacca. A riferire la notizia è Bdnews24. I loro nomi sono: Chakti Russell, Kala Russell, Shooter Rubel e Sharif.  In merito all’arresto, l’ispettore Monirul Islam ha riferito che tre dei quattro arrestati “sono direttamente coinvolti nell’omicidio” mentre il quarto sarebbe accusato di favoreggiamento per aver fornito la moto usata per l’omicidio. Il fermo dei sospettati dell’omicidio è avvenuto ieri nella capitale, in aree distinte.  E’ stata posta sotto sequestro dagli inquirenti anche una motocicletta che sarebbe stata usata per l’azione delittuosa. 
 
I fatti. Il 28 settembre scorso Tavella stava facendo jogging nel quartiere diplomatico quando improvvisamene è stato ucciso da un commando a bordo di una moto. L’azione è stata poco dopo rivendicata da una cellula dell’Isis. L’omicidio avvenne una settimana dopo quello di un agricoltore giapponese. Anche questo omicidio venne rivendicato dall’Isis che dopo qualche giorno fecero esplodere una bomba vicino ad un tempio della minoranza sciita di Dacca causando la morte di una persona. Ad ottobre il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan aveva riferito, nel corso di una conferenza stampa, che gli omicidi dei due cooperatori stranieri “hanno la stessa origine” ma che non riguarda lo Stato Islamico poichè l'Isis -secondo sua dichiarazione- non c'è in Bangladesh. 



LIBOURNE: FRANCIA SCOSSA PER INCIDENTE TRA CAMION E PULMAN. 42 MORTI E 5 FERITI

Redazione

Libourne – Un gravissimo incidente avvenuto nei pressi di Libourne, in Gironda, ha scosso la Francia. Sono circa 42 i morti e 5 feriti, dall’ultimo bilancio della prefettura della Gironde, a seguito di una collisione tra un camion e un bus che si sarebbero scontrati frontalmente. Tra le vittime del violento impatto ci sarebbero gli autisti dei rispettivi automezzi che insieme ai passeggeri avrebbero perso la vita nel forte impatto. Sul posto è intervenuta un’imponente squadra di soccorso che comprende 60 vigili del fuoco.
 
Secondo fonti sul posto la maggior parte delle vittime sarebbero anziane che stavano compiendo un viaggio organizzato in pulman. In seguito al forte impatto con il camion il veicolo ha preso fuoco e che i superstiti sarebbero soltanto cinque. BFM-TV in merito al grave incidente riferisce: “Tre persone sono uscite indenni dall'incidente, cinque sono ferite”. Anche il Presidente francese Francois Hollande, che si trova in visita in Grecia riferisce “il governo è totalmente mobilitato su questa terribile tragedia” e ricorda il grave incidente che ha cagionato la vita a 42 persone nei pressi di Bordeaux. Bernard Cazeneuve: “Siamo colpiti, bisogna organizzare l'accoglienza dei feriti e purtroppo dei corpi”.
 
Dalle prime infoRMAZIONI che riguardano la dinamica dell’incidente emerge che il camion è uscito dalla sua traiettoria, a riferirlo è anche il vicesindaco Puisseguin: “Il camion è uscito dalla sua traiettoria in una curva e ha urtato il bus che ha presto fuoco”.  Il disastro ha toccato tutti, il premier francese Manuel Valls ha scritto un tweet in cui ha espresso il suo masimo cordoglio per quanto accaduto: “Catastrofe stradale in Gironda: cordoglio di fronte a questo pesantissimo bilancio. Commozione e sostegno alle famiglie delle vittime”.



SANGUE IN ISRAELE: ATTENTATI A GERUSALEMME E TEL AVIV

di Angelo Barraco

Gerusalemme – E’ tanto il sangue e la violenza che si sta tergiversando in Medio Oriente, in seguito a due attentati messi in atto oggi sono rimaste uccise tre persone e ferite circa venti. E’ morto anche Yeshaye Krishevsky, rabbino di 59 anni. Le tre vittime sono morte in modo diverso, due sono morte sull’autobus e il rabbino invece nell’attentato che ha visto un’auto schiantarsi contro la fermata del bus. Intanto sul web compaiono poster in cui le Brigate di Al Qassam sarebbero pronte ad abbattere gli occupanti. Gli attentati sull’autobus sarebbero avvenuti ad opera di due palestinesi che avrebbero aperto il fuoco e accoltellato i passeggeri, tra cui un uomo di 60 anni. La Polizia è intervenuta uccidendo uno dei due terroristi, l’altro invece è stato catturato. L’altro attentato è avvenuto alla fermata dell’autobus in via “Malkei Israel”, dove un attentatore si è lanciato con l’auto contro un gruppo di persone in attesa del bus. L’uomo è poi sceso dalla macchina e ha accoltellato coloro che erano a terra inermi e feriti dal forte impatto avvenuto poco prima. La polizia, in merito all’attentatore, ha affermato di averlo “Neutralizzato”. Ma non è finita qui, dei passanti israeliani sono stati accoltellati da un palestinese a Raanana (Tel Aviv), prima di questo attentato si era verificato un altro accoltellamento ai danni di due israeliani. Ieri ci sono stati quattro attentati a distanza di un’ora e sei israeliani accoltellati. Il premier Banyamin Netanyahu ha riferito “Il terrorismo è figlio della volontà di distruggerci e non della disperazione palestinese, ma la nostra voglia di vivere distruggerà la voglia di uccidere dei nostri nemici”. Previsto per oggi in Israele lo scioperp degli Arabi israeliani in solidarietà con la Cisgiordania e per la Moschea di Al Aqsa. Intanto si fa la conta delle vittime, il vice comandante della Polizia Benzi Sao ha riferito che sono 68 gli agenti rimasti feriti e sono stati effettuati 300 arresti, invece sono 1300 i palestinesi feriti da pallottole da ottobre ad oggi. 



COLPITO CONVOGLIO AL BAGHDADI: L'ISIS MARCATA STRETTA

Redazione

L'esercito iracheno ha colpito il convoglio del leader dell'Isis, il califfo Abu Bakr al Baghdadi, nei pressi di Anbar. Lo hanno annunciato le forze armate irachene secondo quanto riportato dai media arabi. Non si hanno notizie sulla sorte del Califfo.

Baghdadi era diretto a un vertice dell'Isis, afferma il ministero dell'Interno di Baghdad in un comunicato. Anche il luogo di incontro è stato bombardato: "Molti elementi della leadership sono stati uccisi o feriti", si aggiunge.

Quel che sembra certo è che il 'Califfo' non è tra le salme di "alti esponenti" jihadisti "uccisi" nell'ovest dell'Iraq da un raid. Lo riferiscono fonti ospedaliere citate da al Arabiya. Il ministero degli Interni di Baghdad aveva in precedenza affermato che Baghdadi, di cui non si conoscono le condizioni di salute, era stato trasportato "d'urgenza" in un luogo non precisato




STRAGE ANKARA: È STATO UN KAMIKAZE. 97 MORTI E 186 FERITI

Redazione

Turchia–Sono almeno 97 le persone uccise in seguito a una duplice esplosione alla stazione di Ankara, dove a mezzogiorno di sabato sarebbe dovuta partire una marcia pacifica per chiedere la fine degli scontri tra il Pkk e le autorità di Ankara nel sudest della Turchia. E' quanto ha riferito il partito filocurdo Hdp. I feriti sarebbero 186. Il ministro della Sanità Mehmet Muezzionglu ha sostenuto che l'attacco è stato pianificato da "professionisti".
Il partito filo curdo dell'Hdp, tra gli organizzatori della marcia pacifista, ha condannato su Twitter la duplice esplosione. Il partito di Selahattin Demirtas ha anche denunciato che ''la polizia ha attaccato le persone che cercavano di portare via i feriti dal luogo dell'incontro''. Demirtas ha poi accusato il partito dell'Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di avere ''le mani sporche di sangue'' e di ''sostenere il terrorismo''.

 
A Istanbul sono scese in strada circa duemila persone per denunciare il peggiore attacco della storia della Turchia moderna e per protestare contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. ''Ladro! Assassino! Erdogan!'' è lo slogan scandito dai manifestanti, che hanno esortato il Pkk a rispondere all'attacco. ''Vendetta, Pkk!'', hanno infatti scandito i manifestanti a Istanbul. Proprio oggi il Pkk ha fatto sapere che non verranno più sferrati attacchi contro le autorità turche, se non per difesa, per consentire lo svolgimento di elezioni ''giuste''. Il prossimo appuntamento elettorale è per il primo novembre.

Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha convocato una riunione di emergenza . Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato quello che ha definito un ''attacco terroristico''. Erdogan ha quindi detto che sono in corso indagini sull'attentato e che gli autori delle esplosioni verranno consegnati alla giustizia. La Turchia non si merita questo, ha detto il leader del partito del Popolo repubblicano Chp Kemal Kilicdaorglu, annunciando che il suo partito ha annullato tutti gli impegni in programma per oggi. Il partito del Popolo repubblicano Chp è pronto a fornire qualsiasi sostegno per mettere fine al terrorismo, ha proseguito il suo leader, affermando che ''dobbiamo agire con il massimo impegno congiunto''.


Gli organizzatori della marcia pacifista che sarebbe dovuta partire a mezzogiorno dalla stazione di Ankara hanno annunciato di aver annullato la manifestazione. L'obiettivo della marcia era quello di chiedere la fine del rinnovato conflitto tra le autorità di Ankara e i miliziani curdi del Pkk nel sudest della Turchia.

''Qualunque sia l'origine'' dell'attacco, ha proseguito il presidente turco, è necessario opporsi a tutti i terroristi. In un comunicato scritto diffuso dall'ufficio della presidenza di Ankara, Erdogan ha affermato inoltre che ''la solidarietà e la determinazione sono la risposta più forte al terrorismo''. I responsabili dell'attentato, ha proseguito, mirano a creare divisioni all'interno della società turca. Si tratta di una minaccia alla pace e all'unità della Turchia, ha concluso Erdogan.


Proprio sull'origine dell'attacco, ''molto probabilmente c'è dietro l'Is'' sostiene, ad Aki – Adnkronos International, Mensur Akgun, direttore del Global Political Trends Center (GPoT) di Ankara e presidente del Dipartimento di relazioni internazionali alla Kultur University di Istanbul. ''Se verrà confermato che l'attacco è stato condotto dall'Is, l'obiettivo potrebbe essere multiplo – spiega – Un avvertimento al Pkk, di evitare qualsiasi ulteriore confronto con l'Is, un deterrente per la Turchia, o la volontà di creare disordine nel Paese''.
Alla ''marcia pacifica e democratica'' era prevista la partecipazione di membri della Confederazione dei dipendenti del settore pubblico (Kesk), della Confederazione dei sindacati rivoluzionari dei lavoratori (Disk), l'Unione degli architetti e ingegneri turchi (Tmmob) e l'Assosciaione dei medici turchi (Ttb). Prevista anche la partecipazione del leader del partito filo curdo Hdp, Selahattin Demirtas, che stava finendo di preparare il discorso che avrebbe tenuto nella città a maggioranza curda di Diyarbakir quando sono avvenute le esplosioni.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi esprime il "proprio sgomento e il proprio dolore per l'efferato attentato terroristico contro la democrazia e la pace che è costato la vita a tanti manifestanti per la pace ad Ankara".

"Combattere uniti la piaga del terrorismo" scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Repubblica della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. "Ho appreso con grande amarezza -scrive Mattarella- dell'ignobile attentato perpetrato stamani ad Ankara contro civili innocenti che manifestavano per la pace. Desidero condannare nella maniera più risoluta tale gesto vile e riprovevole".

Il segretario generale della Nato ha condannato "con forza" l'attentato terroristico ad Ankara, "un attacco orrendo contro persone che marciavano per la pace e per il quale non possono esserci giustificazioni". "Tutti gli alleati della Nato – ha detto in una nota Jens Stoltenberg – sono uniti nella lotta contro il flagello del terrorismo".

Dagli Stati Uniti, intanto, arriva la condanna "dell'orribile attacco terroristico. Il fatto che questo attacco sia avvenuto prima di una manifestazione della pace sottolinea la malvagità di chi l'ha commesso". Gli Stati Uniti "continueranno a essere la fianco del governo turco e del suo popolo nella lotta contro la piaga del terrorismo".

L'esperta turca: intento è continuare la guerra con i curdi – L'obiettivo dell'attentato ad Ankara era il partito filo curdo ''Hdp e il suo successo elettorale''. E ''l'intento è quello di continuare la guerra con i curdi''. Lo sostiene Esra Ozyurek, professore associato di Studi turchi contemporanei presso l'Istituto Europeo della London School of Economics, in un'intervista ad Aki – Adnkronos International. ''Finora nessuno ha rivendicato l'attacco – prosegue l'antropologa, che si occupa di Islam, cristianesimo e secolarismo – Ma indipendentemente da chi sia stato, è improbabile che lo abbia fatto senza l'approvazione di qualcuno dell'intelligence turca''.

L'esperta conferma così la tesi del leader dell'Hdp Selahattin Demirtas e condivide la valutazione che ''questo attacco è chiaramente legato a quello a Diyarbakir prima delle elezioni di giugno e a quello a Suruc dopo il voto''. Il riferimento è agli attentati del 5 giugno contro una manifestazione organizzata dall'Hdp alla quale avrebbe dovuto partecipare lo stesso Demirtas e del 20 luglio a Suruc, costato la vita a 33 studenti universitari curdi che avevano in programma di raggiungere la città siriana di Kobane liberata dall'Is per contribuire alla sua ricostruzione.

In merito all'impatto che l'attentato di Ankara potrà avere sulle elezioni in programma in Turchia il primo novembre, Ozyurek ha detto che ''una possibilità potrebbe essere che (il presidente turco Recep Tayyip, ndr) Erdogan dichiari lo stato d'emergenza e rinvii le elezioni''.

A proposito della solidarietà arrivata immediatamente dalla Russia in un momento in cui le relazioni con la Turchia sono particolarmente difficili per le violazioni dello spazio aereo da parte di velivoli di Mosca, l'esperta ha commentato: ''La Turchia è sicuramente la parte debole nei rapporti con la Russia. Quindi potrebbe sfruttare questa come un'opportunità''.




RUSSIA, MISSILI CONTRO ISIS: 67 MISSIONI IN UN GIORNO. L'IRA DEGLI USA: "MOSCA SBAGLIA"

Redazione

I bombardamenti russi in Siria vanno fuori bersaglio e la strategia di Mosca è controproducente: è quanto ribadisce il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, in visita a Londra.
Mosca ha smentito che alcuni suoi missili, quattro secondo il Pentagono, lanciati dal Mar Caspio siano caduti in territorio iraniano.

Ash Carter ora si mostra più prudente: “Quanto agli impatti in Iran dei missili da crociera russi, abbiamo avuto delle indicazioni in questo senso. Se fosse così, questo indicherebbe un malfunzionamento di quei missili”.

Secondo Mosca, i missili lanciati dalle navi nel Mar Caspio hanno raggiunto il loro obiettivo, senza incidenti di sorta.
Da parte sua, l’Iran non ha commentato la presunta caduta di quattro testate sul suo territorio.

Gli aerei russi hanno effettuato in giornata 67 missioni, colpendo 60 obiettivi tra i quali alcuni arsenali e basi di addestramento di gruppi collegati all’Isis, secondo il Ministero della Difesa moscovita.

Gli Stati Uniti insistono, l’azione russa è sbagliata: “Come abbiamo visto negli ultimi giorni, le azioni russe in Siria comportano rischi per la regione e per la stessa Russia. La loro strategia in Siria è fondamentalmente sbagliata”.

Stesso nemico dei russi, l’Isis, ma diversi alleati, la Francia ha confermato di aver eseguito alcune operazioni aeree nei pressi di Raqqa. La coalizione a guida statunitense ha effettuato una ventina di missioni nelle ultime 24 ore.




NOBEL PER LA PACE AL QUARTETTO PER IL DIALOGO NAZIONALE TUNISINO

Redazione

E’ stato assegnato il premio Nobel per la Pace, quest’anno lo ha ricevuto il Quartetto per il dialogo nazionale tunisino. La motivazione è stata “per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralista in Tunisia dopo la rivoluzione dei Gelsomini del 2011”. Il Quartetto è stato creato nell’estate del 2013 ed è formato da quattro organizzazioni della società civile che sono: sindacato Ugtt, Lega dei diritti umani Ltdh, confederazione degli industriali Utica, ordine nazionale degli avvocati. Il Quartetto è stato creato “quando il processo di democratizzazione era sul punto di crollare sotto il peso di assassini politici e disordini”, inoltre si legge nelle motivazioni che il Quartetto “è riuscito a creare un processo politico pacifico in un momento in cui la Tunisia era sull'orlo della guerra civile. E così ha messo il Paese nelle condizioni di stabilire una costituzione e un sistema di governo che garantisca i diritti fondamentali a tutto il popolo tunisino indipendentemente dal genere, dal credo politico o dalla fede” e l’assegnazione del premio Nobel “è stato assegnato al Quartetto in quanto tale e non alle singole organizzazioni”. Houcine Abassi ha dichiarato “Il premio corona oltre due anni di sforzi da parte del Quartetto in un momento in cui la Tunisia era a rischio su tutti i fronti”. 



APOLLO 11: DOPO 46 ANNI E' ANCORA MISTERO

di Cinzia Marchegiani

Mosca – Ancora troppi dubbi su quell'allunaggio del lontano 1969 da parte dell'Apollo 11 sul satellite della terra. A dirlo non siamo certo noi, ma una querelle che ormai dura da troppi anni.

Il problema sollevato sull’atterraggio lunare da parte dell’uomo è ancora pieno di misteri mai decifrati, e lo dimostrano le infinite discussioni, seppure quasi tutte le prove che gli uomini sono stati sulla luna sono state fornite dall’agenzia spaziale americana NASA.

Per lungo tempo infatti ci fu la teoria del "complotto lunare" in base al quale gli americani non sono mai atterrati sulla Luna e per cui tutto era frutto di una bufala ben orchestrata, poiché la NASA non poteva avere la tecnologia per portare l'uomo sul satellite terrestre.

Un giorno storico per l’umanità, 20 luglio 1969. Il 20 luglio del 1969, Neil Amstrong ed Edwin Buzz Aldrin furono i primi esseri umani a calpestare il suolo lunare, atterrando con il lander Apollo 11.Erano le 04:56 del 21 Luglio 1969 ( 6 ore dopo l’allunaggio), quando l’umanità incollata alle televisioni guardava esterefatti lo sbarco lunare degli astronauti americani. “E’ un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l’umanità, queste le parole dell’astronauta Neil Armstrong con cui descriveva il primo passo di un essere umano sulla superficie della Luna. In quel momento la Luna si trovava a 388.650 chilometri dalla Terra ed era prossima al primo quarto. Immagini sgranate trasmesse dalla RAI in una diretta in bianco e nero sono rimaste impresse nella memoria storica di ogni uomo.

Russi cercano le controprove. Ora un gruppo di gruppo di ingegneri russi e di appassionati dello spazio hanno messo in programma di lanciare un satellite sull'orbita lunare per fotografare le impronte o meglio le tracce sulla superficie del satellite lasciate dagli stessi astronauti dell'Apollo" e del “Lunojodi” il rover lunare sovietico.

                                  VIDEO PROGETTO MICRO SATELLITE LUNARE

 

Progetto per svelare il complotto lunare. A spiegare il progetto è la stessa piattaforma Bumstarter russa che lo scorso 1° ottobre 2015 ha aperto una pagina dedicata alla raccolta fondi per realizzare un micro satellite che possa finalmente fotografare le impronte dello sbarco lunare. Secondo uno dei promotori del progetto, Vitali Egorov, lo studio teorico e calcoli matematici li aiuteranno a definire le caratteristiche di base della navicella, e ciò richiederà almeno 1 milione di rubli.

Il progetto ambizioso Russo. Gli ingegneri russi hanno pubblicato la descrizione del progetto nella piattaforma di finanziamento collettivo russo Boomstarter per raccogliere 800.000 rubli necessari per farlo partire. Gli scienziati hanno intenzione di creare un satellite con peso ridotto e basso costo per le associazioni non governative di ingegneri professionisti e hobbisti possono permettersi. Lo stesso Egorov spiega: "Le discussioni sulla realizzazione di un volo con equipaggio sulla Luna non sono scomparsi con il passare del tempo. La competizione sull’atterraggio sulla luna è una parte importante della storia nazionale, quindi non è sorprendente l’interesse per la Russia".

IL dubbio delle foto. "L’Apollo e Lunojodi (rover lunare sovietico) sono stati registrati solo dal satellite americano LRO e per dissipare ogni dubbio si possono scattare foto di qualità superiore”– chiosa Egorov.

L'obiettivo e la conquista. Il piano sembra coinvolgente: "Siamo in grado di costruire una nave spaziale che si recherà verso la Luna e farà fotografie dei luoghi di sbarco dell'equipaggio americano Apollo. Questo metterà fine alla lunga disputa 'letalschikov' con 'neletalschikami'. Inoltre, si svilupperà una tecnologia spaziale avanzata e un serio studio scientifico del satellite naturale della Terra con qualità di immagine senza precedenti".

Partecipazione azionisti. Su questo progetto, tutti possono prendere parte alla creazione, e diventare azionisti. Il micro satellite una volta realizzato potrà orbitare intorno alla Luna e volare ad una quota relativamente bassa sopra la sua superficie: "L'unità avrà in dotazione una macchina fotografica ad alta risoluzione per scattare foto, che contraddistinguono le singole tracce di astronauti, se ci sono".

Fondi e azioni di un progetto eccezionale. Per avviare l'attuazione di questa idea fondi necessari per lo sviluppo del progetto del veicolo spaziale. Il progetto è necessario per determinare ciò che il dispositivo può svolgere i compiti. Quali sono le dimensioni e il peso che avrà? Che motore e alimentazione del carburante? Che sistema di stabilizzazione e di targeting? Come effettuare misure di traiettoria nella fase del volo sulla luna e la sua orbita? Come portare il satellite in orbita lunare? Come proteggere l'elettronica di bordo contro le radiazioni? Quali telecamere a circuito ottico e orbita del satellite permetterà di togliere ogni dubbio? Come trasferire le immagini ad alta risoluzione della Terra? ..

In definitiva gli ingegneri dichiarano che hanno bisogno di rispondere a due domande: 1) Dimensioni e peso della navicella richiedono; 2) qual è il prezzo del programma?
Le risposte a queste domande – spiegano gli ideatori – saranno incluse nella descrizione del progetto e sarà il risultato della prima fase del nostro programma lunare. Ora informano che servono i finanziamenti per la preparazione del progetto, ci vorranno circa sei mesi: “Il risultato sarà l'eredità di tutti coloro che forniscono assistenza finanziaria o altro. Sarà poi pubblicato un documento di pubblico dominio cui tutti possono accedere e forse sarà tradotto in inglese per aprire il lavoro al resto del mondo”.

E il messaggio è stato lanciato veramente al pianeta. Produrranno una bozza di un micro satellite più compatto e meno costoso possibile, che sarà messo in orbita senza scopo di lucro da associazione di esperti e appassionati: “ Allo stesso tempo, non vediamo l'ora di contatti di importanti sponsor e investitori che vogliono partecipare al programma che segnerà la storia”.

Il complotto lunare forse troverà presto la soluzione, visto che le immagini che sono state regalate al mondo intero sono state immortalate dal satellite americano LRO e che ha fornito solo la NASA stessa. Il progetto russo darebbe quindi vita ad una vera stazione fotografia che sfiorerà la superficie del bellissimo pianeta lunare, che potrà acquisire immagini di eccezionale precisione, come hanno spiegato gli stessi ideatori…se ci sono!.




LA FURIA DELLA NATO CONTRO I RAID DELLA RUSSIA IN SIRIA: "IL CREMLINO SI FERMI. ASSAD SE NE DEVE ANDARE!"

Redazione

Con l'allarme del segretario generale Jens Stoltenberg sulla "preoccupante escalation" delle attività militari russe in Siria, i ministri della Difesa della Nato si avviano ad affrontare una riunione particolarmente difficile a Bruxelles. "Stiamo affrontando molte sfide, provenienti da diversi orizzonti – ha detto Stoltenberg arrivando al quartier generale dell'Alleanza prima della ministeriale – sia da Est che da Sud. E la crisi senza precedenti dei rifugiati è proprio la conseguenza dell'instabilità a cui assistiamo a sud". La Nato, ha aggiunto, "sta rispondendo, attuando il più grande rafforzamento della difesa collettiva dalla fine della Guerra fredda"

Sul tavolo dei ministri dell'Alleanza, ci sarà quindi innanzitutto la tensione con la Russia, che ha deciso di sostenere il regime di Assad per combattere lo Stato islamico e, oltre a colpire Daech, colpisce in realtà anche "altri gruppi moderati", come Stoltenberg ha chiamato l'opposizione a Damasco. Come ha ribadito il segretario generale, "la soluzione a lungo termine per la pace in Siria non può essere militare, deve essere politica e prevedere una fase di transizione" ma, ha aggiunto, "la Nato e' pronta ad intervenire per aiutare tutti gli alleati, compresa la Turchia": e oggi a Bruxelles ci sara' l'occasione di "valutare la situazione assieme al ministro turco". I ministri parleranno anche della situazione in Afghanistan, e di una maggiore cooperazione con la Georgia. Stoltenberg auspica anche che venga dato il via libera a due nuovi centri di comando militare in Ungheria e Slovacchia, ai quali se ne aggiungeranno altri sei (Polonia, Bulgaria, Romania, Estonia, Lituania e Lettonia) per poter intervenire rapidamente contro le minacce provenienti da Est, quella "forza rapida di azione" decisa dopo l''aggravarsi della crisi in Ucraina nei mesi scorsi




CI SIAMO: LE NAVI RUSSE LANCIANO I MISSILI CONTRO LE POSTAZIONI ISIS

Redazione

Siria – Si intensifica l'operazione militare in Siria. Quattro navi della Marina russa dispiegate nel Mar Caspio hanno lanciato missili contro le postazioni dello Stato islamico in Siria. Lo ha annunciato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, precisando che dall'avvio dei raid, esattamente una settimana fa, sono stati colpiti 112 obiettivi. "Quattro navi – ha detto Shoigu, parlando in tv – hanno sparato 26 missili da crociera contro 11 obiettivi. Secondo i centri di controllo, tutti gli obiettivi sono stati distrutti e non ci sono stati danni per obiettivi civili". Il ministro ha precisato che i missili sono stati lanciati da una distanza di 1.500 chilometri. Shoihu ha anche riferito che "dal 30 settembre a oggi, i raid hanno colpito 112 obiettivi e che la loro intensità sta aumentando"."Continuano i raid aerei russi e siriani" in Siria e si registrano "perdite tra le fila delle organizzazioni terroristiche", scrive l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, che cita una "fonte militare" secondo cui "l'aviazione russa, in collaborazione con l'aviazione siriana, ha condotto raid contro obiettivi dell'Is a Deir Hafer e al-Bab nella zona nord della provincia di Aleppo, uccidendo molti terroristi". Offensiva di terra del regime siriano – L'annuncio dei missili dal Mar Caspio è arrivato dopo che l'esercito del regime siriano ha dato il via a un'operazione di terra contro le aree controllate dai ribelli nel Rif di Hama, nella Siria centrale, con la copertura aerea russa e dei jet del regime. A darne notizia è stata la tv libanese al-Mayadeen, vicina alle milizie del movimento sciita libanese Hezbollah, che combattono in Siria al fianco delle forze del regime di Bashar al-Assad.
Il segretario alla Difesa Usa Ashton Carter ha smentito le voci di una presunta collaborazione con Mosca nell'ambito delle operazioni militari anti Is in Siria. "La Russia sta seguendo una strategia sbagliata e continua a colpire obiettivi non Is. E' un errore", ha detto il numero uno del Pentagono nel corso della conferenza stampa a Roma con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. "Non cooperiamo con la Russia perché sta continuando a seguire una strategia errata", ha sottolineato Carter. L'unica forma di collaborazione, ha chiarito il segretario alla Difesa statunitense, riguarda il "canale aperto" di comunicazione per garantire la sicurezza dei piloti che prendono parte alla campagna aerea nei cieli della Siria.
Sul versante turco, gli ufficiali dell'esercito di Ankara sono ''pronti a incontrare'' le loro controparti di Mosca per avere ''spiegazioni'' sulle recenti violazioni dello spazio aereo turco da parte di aerei militari russi e per trovare le misure atte a evitare ulteriori incidenti simili. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri turco Tanju Bilgic. Il ministero degli Esteri ha ''invitato'' ieri l'ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, per illustrare la proposta di un incontro.

La Turchia non vuole che dal conflitto in Siria nasca una crisi tra la Russia e la Nato né una disputa tra Ankara e Mosca, ha sottolineato il premier Ahmet Davutoglu, avvertendo comunque che la Turchia, membro dell'Alleanza, non scenderà a compromessi sulla sicurezza dei suoi confini e del suo spazio aereo. Le parole di Davutoglu, trasmesse dalla tv turca, arrivano dopo che ieri il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva messo in guardia Mosca affermando che "se la Russia dovesse perdere un'amica come la Turchia, con cui ha collaborato molto, perderebbe moltissimo".

Solo due raid russi su 57 effettuati in Siria hanno colpito obiettivi dei jihadisti del sedicente Stato Islamico ha denunciato Davutoglu. Il primo ministro ha aggiunto che nelle restanti operazioni sono stati colpiti i ribelli "moderati", gli unici a combattere contro l'Is nel nordovest della Siria.

Parlando al Parlamento europeo in sessione plenaria a Strasburgo il presidente francese, Francois Hollande, ha chiesto che la Ue "faccia pressione perché sia possibile una transizione politica". L'Unione europea deve "dare un'altra alternativa alla Siria che non siano Assad e lo Stato islamico" ha detto Hollande. L'attuale presidente Bashar al-Assad "bombarda ancora e massacra e il suo regime ha creato questo disastro". La Francia "ha deciso di agire e si è presa le sue responsabilità militari. La Ue deve impegnarsi sul fronte umanitario e diplomatico" ha rimarcato il presidente francese.