VOLKSWAGEN: MANIPOLATI I VEICOLI ANCHE IN EUROPA

di A.B.
 
Lo scandalo della Volkswagen ha coinvolto definitivamente anche l’Europa, a riferirlo è stato il Ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt che a Fox News ha riferito “Siamo stati informati che anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati” e ha precisato inoltre che il numero di veicoli coinvolti non è ancora chiaro. Invece Massimo Nordio, a.d. Volkswagen Italia, scrive al ministro Galletti che i veicoli dotati di motore Diesel EU6 che si trovano attualmente in Europa “inclusi quelli in vendita sul mercato italiano, sono tutti rispondenti alla normativa europea per i gas di scarico EU6” invece su altri motori ci sono controlli in corso. Alle dimissioni di Winterkorn i mercati hanno reagito immediatamente e il titolo è balzato al 9% e ha chiuso a +5% e ha recuperato 3,3 miliardi. 
 
La vicenda porta con se uno strascico di dimissioni. Si dimettono Wolfgang Hatz di Porsche e Ulrich Hackenberg di Audi che lasciano il consiglio di amministrazione Volkswagen. Intanto la Francia ha già avviato le procedure di controllo avviando test su un campione di cento auto. Ad annunciarlo è il ministro dell’Ambiente, Segolene Royale. Se i proprietari daranno il loro consenso si potrà controllare il livello di emissione. Ma lo scandalo non si ferma poiché sarebbe coinvolta la Bmw e secondo alcune indiscrezioni la concessionaria invio delle lettere ad aprile in cui invitava i clienti USA a portare “le auto ai concessionari per ottimizzare le emissioni”. 

Il coinvolgimento della Bmw ha avuto le sue conseguenze poiché ha portato le borse a picco, malgrado la casa auto ha smentito le voci. Berlino comunque concordera' nei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, da effettuare su strada Intanto spuntano voci di un coinvolgimento di altre case automobilistiche nello scandalo. Il quotidiano tedesco Bild, citando dati del Icct, (International Council on clean transportation), scrive che alcuni modelli di Bmw avrebbero violato le norme sui tetti di emissione dei gas di scarico. A seguito di questi rumors, Bmw ha perso in borsa fino al 10% e continua la seduta in ribasso. La casa auto ha pero' smentito. Oggi invece Volkswagen farà i nomi dei responsabili. Alcune fonti sostengono che la compagnia non sceglierà soltanto il sostituto di Martin Winterkoun che si è dimesso qualche giorno fa con una liquidazione, si presume, di 28,6 milioni di euro. 
 
Intanto Ue. Tutti i 28 stati facciano indagini – "Incoraggiamo tutti gli stati membri a compiere le necessarie indagini e a riferire alla Commissione Ue", che "discuterà con loro come coordinarle al meglio e faciliterà lo scambio di informazioni". Così la portavoce dell'esecutivo comunitario al mercato interno Lucia Caudet sullo scandalo Volkswagen. "Accogliamo con favore le indagini avviate in Germania, Francia e Italia". Il tutto è partito con un’inchiesta negli Usa per violazione delle norme antismog. Come finirà? Chi pagherà tutto ciò se ci sono delle responsabilità?  



SCANDALO VOLKSWAGEN: SPUNTA FUORI ANCHE IL MARCHIO BMW

Redazione

Lo scandalo Volkswagen contagia l'Europa e spunta anche il nome della Bmw, il cui titolo va a picco in borse sulle voci di un possibile coinvolgimento gia' smentito dalla casa auto. In Italia l'ad Volkswagen, Massimo Nordio, annuncia che sono in corso verifiche anche sulle auto del nostro Paese. In risposta a una lettera inviata dal ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, assicura anche che i nuovi modelli sono a norma. L'Ue continua a chiedere "un quadro completo della situazione" e invita tutte le autorita' nazionali a indagare e a riferire a Bruxelles". Il governo tedesco ammette che le manipolazioni sui dati delle emissioni di auto diesel Volkswagen hanno avuto luogo anche in Europa. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint precisa pero' di non sapere quanti degli 11 milioni di veicoli VW interessati si trovino nel Vecchio continente.
Berlino comunque concordera' nei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, da effettuare su strada Intanto spuntano voci di un coinvolgimento di altre case automobilistiche nello scandalo. Il quotidiano tedesco Bild, citando dati del Icct, (International Council on clean transportation), scrive che alcuni modelli di Bmw avrebbero violato le norme sui tetti di emissione dei gas di scarico.
A seguito di questi rumors, Bmw ha perso in borsa fino al 10% e continua la seduta in ribasso. La casa auto ha pero' smentito.
Domani comunque Volkswagen fara' i nomi dei responsabili dell''affaire'. Secondo due fonti della compagna il consiglio di supervisione dell'azienda tedesca non si limitera' ad annunciare il successore di Martin Winterkorn alla testa del gruppo ma iniziara' anche a rivelare chi sono i responsabili della manipolazione tecnologica che ha infangato la reputazione del colosso dell'auto. Per Winterkorn si parla di una liquidazione di 28,6 milioni di euro, ma potrebbe raccogliere una buonuscita ancora piu' alta, intorno ai 60 milioni di euro. Infine spunta una lettera di Volkswagen of America Inc.ai clienti californiani. Si avvisavano i proprietari di vetture diesel Audi e Volkswagen di una generica "azione di richiamo per problemi di emissioni" dei gas di scarico. Nel pomeriggio, l'agenzia Standard & Poor's fa sapere che potrebbe tagliare il rating di Volkswagen. Ma lo scandalo Volkswagen, sottolinea con preoccupazione il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani, potrebbe "avere un forte effetto di freno per la ripresa del mercato dell'auto, anche in Italia". Secondo Sticchi Damiani, contattato telefonicamente, "esiste il timore fondato che quello che sta accadendo possa frenare quel vento, seppure debole, di ripresa, che sembrava essere tornato a soffiare su un settore fermo da anni. Tutti questi elementi di disturbo ovviamente preoccupano". La responsabile Ue per l'industria Elzbieta Bienkowska chiarisce la posizione della Commissione sulla vicenda Volkswagen: "Il nostro messaggio e' chiaro – dichiara – tolelranza zero sulle frodi e rispetto rigoroso delle regole Ue". In particolare, sottolinea, "e' necessario che ci sia piena chiarezza e test efficienti sulle emissioni inquinanti".
La Commissione, si ricorda in una nota, chiede alle autorita' nazionali di "indagare sulle implicazioni" dell'indagine Usa "sulle auto in vendita in Europa" e di "garantire che gli standard di emissioni inquinanti siano pienamente rispettati".




PAPA FRANCESCO NEGLI USA: "ABOLIRE LA PENA DI MORTE"

Redazione

Bergoglio eccezzionale anche negli Stati Uniti. Un viaggio quello di Papa Francesco che resterà nella storia. Il Pontefice ha chiesto al Congresso Usa di 'Abolire la pena di morte a livello globale', 'Fermare il commercio delle armi' e 'Basta minacce a matrimonio e famiglia'. Questi alcuni passaggi cruciali del suo intervento. Bergoglio è stato il primo Pontefice della storia a parlare a Capitol Hill.

Deputati e senatori hanno accolto con una standing ovation il Pontefice appena entrato nell'aula. Oltre tre minuti di applausi. Papa ha risposto salutando con la mano e, prima di salire sul palco, ha stretto la mano al segretario di stato, John Kerry. In prima fila con Kerry, tra gli altri, il vicepresidente Usa Joe Biden, l'intero gabinetto del presidente Barack Obama, i giudici della Corte Suprema, il segretario al tesoro Jacob Lew.

Migranti: bimba dà lettera a Papa, colore pelle non conta Un messaggio che parla di immigrazione. Poche parole, ma significative che una bimba di 5 anni ha voluto far arrivare a papa Francesco. Sophie Cruz, di Los Angeles, si trovava dietro la barriera al passaggio della papamobile al National Mall di Washington. Quando ha visto la Sicurezza avanzare si e' tirata indietro, ma poi si e' lasciata prendere tra le braccia per essere scortata da papa Francesco che l'aveva notata. Tra le mani aveva la lettera con il suo nome e il suo indirizzo e uno degli uomini della Sicurezza l'ha consegnata al papa. Nella lettera, Sophie scrive: "Io e i miei amici ci vogliamo bene, senza porre importanza al colore della nostra pelle. Firmato Sophie Cruz". Il messaggio contiene un disegno della piccola raffigurante il papa che tiene la mano a bambini di razze diverse




VOLKSWAGEN: AD APRILE AVEVA MANDATO LETTERA A PROPRIETARI AUTO USA

di Angelo Barraco
 
Per la Volkswagen è tempo di scandali che alzano polveroni non dovuti alla potenza dei motori sull’asfalto, ma della negligenza dell’azienda nell’aver truffato tutti gli acquirenti. L’Ad dell’azienda si è dimesso ieri dicendo: “Serve un nuovo inizio ma non ho mai fatto niente d'illegale”. Intanto Bruxelles è in prima linea e ha chiesto a tutti i paesi Ue di avviare indagini, intanto Berlino riferisce che non sapeva di tutto ciò. Emergono inoltre nuovi dettagli che riguardano l’emissione, emerge una lettera che ad aprile è stata inviata ai proprietari di auto in Usa dove la Volkswagen ha richiamato i suddetti in merito a problemi di emissione. Si chiedeva loro portare l’auto per istallare un nuovo software che assicurasse che le emissioni fossero ottimizzate per renderle efficienti. Intanto l’azienda potrebbe scegliere il nuovo amministratore delegato già venerdì e i due nomi in lista sono: Matthias Mueller e Herbert Diess ex dirigente della Bmw. Altro candidato è Sascha Gommel, il capo di Skoda.
Per quanto riguarda l’Italia, Massimo Nordio, a.d. Volkswagen Italia, scrive al ministro Galletti che i veicoli dotati di motore Diesel EU6 che si trovano attualmente in Europa “inclusi quelli in vendita sul mercato italiano, sono tutti rispondenti alla normativa europea per i gas di scarico EU6” invece su altri motori ci sono controlli in corso. Alle dimissioni di Winterkorn i mercati hanno reagito immediatamente e il titolo è balzato al 9% e ha chiuso a +5% e ha recuperato 3,3 miliardi. 



SCANDALO SANITARIO VACCINO MENINGITEC: IN FRANCIA SI FA IL PROCESSO

Bambini danneggiati da vaccino adulterato. Ben 240 famiglie accusano il laboratorio CSP, ma anche tutta la filiera istituzionale

LEGGI ANCHE: 06/08/2015 VACCINO MENINGITEC: IL MINISTRO LORENZIN NON CHIARISCE LE RESPONSABILITA'

di Cinzia Marchegiani

Francia – L'Alta Corte di Clermont-Ferrand ha iniziato l'esame dei reclami di 240 nuclei familiari che accusano il CSP (Centro Specialità Farmaceutiche)  di laboratorio, con sede a Cournon d'Auvergne, per l'immissione in commercio dei lotti difettosi di vaccini Meningitec. L'Agenzia Nazionale di Drug Safety francese (MSNA) aveva lanciato l'allarme su questi lotti difettosi nel settembre del 2014, due anni dopo l'immissione sul mercato e comunque molti lotti risultano essere stati somministrati nonostante fosse partito l’ordine del ritiro. Nel prodotto erano presenti nano particelle di ossido, ferro e acciaio in modo anomalo all'interno di alcune siringhe . Gli stessi lotti sono stati distribuiti anche in Italia e si è caduti nella stessa disattenzione riguardo la somministrazioni dei lotti incriminati. In Italia il caso di malasanità ha prodotto diverse interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro della salute Lorenzin, che sembra aver clamorosamente sottovalutato l’importanza sanitaria, tanto da eludere molte domande specifiche. In Francia i genitori si sono organizzati per avviare un processo pubblico contro la casa farmaceutica che ha distribuito i lotti di vaccini Meningiteh contaminati da nano particelle di Ossido di ferro e acciaio. Sia In francia che in Italia i lotti che sono stati  somministrati hanno causato sintomi persistenti pesanti in alcuni bambini, non secondari, ancora non noti gli altri effetti devastanti che si potrebbero avere a distanza di molti anni.

Il caso è stato rinviato al 24 novembre. In Francia il 22 settembre 2015 in udienza sono stati esaminati primi 83 casi dalla sezione civile del Tribunale di Clermont-Ferrand. E’ stata una breve udienza, dal momento che la causa è stata rinviata al 24 novembre. Un periodo che è anche progettato per soddisfare la richiesta del CSP in questione, convocare l'udienza quattro laboratori stranieri coinvolti nella produzione e l'immissione sul mercato di Meningitec.. Verrebbe da dire a buon ora, questo scandalo sanitario è già un anno che è stato evidenziato.

Scandalo, vaccini ancora nei centri di vaccinazione e nelle farmacie nonostante il ritiro cautelativo dei lotti difettosi. Idem per l’Italia. L’avvocato Emmanuel Ludot, che sta difendendo 80 famiglie ha chiesto l'udienza di competenza per ogni bambino per il 20 ottobre, prima del 24 novembre. L’avvocato Ludot spiega questo scandalo inaudito che stanno affrontano i genitori senza che il governo se ne faccia carico:Per me, questo caso è un vero e proprio ‘scandalo sanitario’. Ci sono stati difetti in questa materia a tutti i livelli, i farmacisti attraverso laboratori, le autorità sanitarie”. In questo caso l'avvocato difensore fa presente come ogni istituzione e professioni del settore hanno “curiosamente trascurato” i vari passaggi per la tutela della salute e precisa: “Come è possibile che questo vaccino era stato prescritto tre mesi dopo il richiamo teorico dei lotti difettosi ". Secondo Ludot, il distributore Alvernia è solo "il primo anello di una lunga catena" e ha poi aggiunto: "In questo caso, vi è prima il problema della vendita del vaccino, i farmacisti hanno continuato a vendere quando sono stati informati del suo ritiro. Ci sono stati anche ritardi nella segnalazione per ovvie ragioni economiche. Vaccini adulterati erano noti per almeno un anno (…) "
Altri procedimenti legali relativi a questo stesso vaccino è in corso anche in Italia, Brasile, Australia e Nuova Zelanda.

Analisi che confermano la contaminazione dei metalli. Le analisi del capello hanno rilevato livelli di piombo, stagno, silicio e alluminio nei capelli di persone vaccinate. Di questi, molti bambini, soffrono di sintomi persistenti (diarrea acuta, nausea, irritabilità, febbre alta, difficoltà a dormire, rash …) " ha detto Emmanuel Ludot, difendendo 80 famiglie prima di una seconda udienza, in programma per il 20 ottobre.

Racconto di una madre: "Quando il mio medico ha prescritto per mia figlia di un anno, mi fidavo di lui", ha detto Coralie, una madre che vive nella regione di Rennes, una dei tanti genitori che sarà ascoltata nel corso dell’audizione con altri genitori.

Il vaccino killer in questo caso ha causato alla bambina reazioni a catena. La mamma Coralie continua: "mi sono trovata da sola con le mie preoccupazioni. Ho chiamato il mio medico, il mio farmacista, non erano a conoscenza. Il laboratorio non mi ha dato più risposte. " Coralie fa il quadro della salute di sua figlia che ora ha due anni, si piega in due dai forti dolori addominali, di cui non si conosce l’origine, i metalli pesanti, spiega, non si eliminano dal copro, ed è preoccupata perché si domanda cosa sarà di sua figlia fra qualche anno. 

Rabbia delle famiglie per i lotti ancora in circolazione nonostante il divieto. La rabbia delle famiglie è ancora maggiore, secondo Jacques Bessin, presidente di un gruppo di vittime, poiché  nonostante l'avvertimento del MSNA, di vaccino Meningitec ancora circolano sul mercato: "Notiamo oggi ci sono pediatri che hanno ancora vaccini in loro frigorifero, o farmacisti che continuano a vendere. Ci sono state vittime in seguioto a questa vaccinazione nel 2015, anche se i lotti sono stati rimossi. E alcuni pediatri non sembrano essere consapevoli ".

Per l’avvocato Emmanuel Ludot conferma che si tratta di una nuova "scandalo sulla salute". Farmacisti, laboratori per passare alle autorità sanitarie, nessuno sembrava prendere sul serio. Pertanto, secondo lui, il CSP laboratorio è solo il primo anello della catena.

Italia, il ministro Lorenzin scarica responsabilità e le famiglie. In Italia, la Lorenzin con una risposta all’interrogazione a lei indirizzata sembra aver scaricato le famiglie che chiedevano attenzione e monitoraggio dei propri bambini, vittime di una somministrazione che non doveva essere realizzata con un prodotto contaminato e adulterato. Tra l’altro né la Lorenzin né la stessa AIFA hanno sentito il dovere etico e professionale di dare risposte solo dopo aver valutato le condizioni di salute che delle analisi dei bambini vittime di questo scandalo. I Governi si lavano le mani e i genitori, come nel caso della Francia, devono ricorrere ai tribunali affinché si possano controllare i bambini e monitorare. Benvenuta pratica vaccinale e responsabilità mai certe. I genitori si chiedono con quale coraggio si continua a fare campagna vaccinale quando non si è in grado di aiutare i danneggiati in casi eclatanti come questi.




STRAGE ALLA MECCA: OLTRE 300 MORTI E QUASI 500 FERITI

Redazione

Riad – Si è verificata una nuova terribile strage alla Mecca, in Arabia Saudita, nel corso dell’Hajj, il pellegrinaggio che si verifica ogni anno. Sono morte circa 310 persone calpestate dalla folla presso la valle di Mina e sono rimaste ferite circa 450 persone. La folla si accalcava perché voleva raggiungere il luogo in cui si svolge la cerimonia della lapidazione di Satana che rappresenta la fase conclusiva del pellegrinaggio. Le autorità riferiscono che al momento ai riti della Mecca ci sono tre milioni di persone e non è la prima volta che capitano episodi del genere, l’episodio più recente e altrettanto grave si è verificato nel gennaio del 2006 dove persero la vita 364 fedeli. 



SI DIMETTE L'A.D DELLA VOLKSWAGEN WINTERKORN

di Giuseppa Guglielmino

La bufera nella casa automobilistica tedesca non si esaurisce. L'a.d della Volkswagen Winterkorn si dimette, dopo scandalo Usa sulle emissioni di veicoli diesel. "Serve un nuovo inizio. Nel quadro di questo nuovo inizio l'ad Martin Winterkorn ha proposto le sue dimissioni e il presidio lo ha accettato". Lo ha detto il presidio del Consiglio di sorveglianza di Volkswagen. Nel rassegnare le sue dimissioni Winterkorn ha dichiarato di non essere a conoscenza di comportamenti illeciti. "Aldilà dei danni economici non ancora calcolati", il presidio di Volkswagen ha citato "la perdita di fiducia di tanti clienti".

Volkswagen accelera in Borsa a Francoforte dopo le dimissioni rassegnate dall'A.d.. Il titolo segna un rialzo del 9,1% a 115 euro.

Fino a 11 milioni di auto truccate. I timori per una multa da 18 miliardi di dollari, il titolo in borsa in picchiata e 24 miliardi di euro bruciati in due giorni. Ma aldilà dei numeri, che tentano di dare la portata dello scandalo Volkswagen, il danno effettivo è per ora semplicemente incalcolabile. Il gruppo è il marchio simbolo dell'affidabilità tedesca: in gioco c'è il buon nome del made in Germany, e quindi le prestazioni dell'export della locomotiva d'Europa in tutto il mondo. Anche la cancelliera Angela Merkel è intervenuta, chiedendo che sia chiarito tutto nella "massima trasparenza". Berlino si muove: il ministero dei Trasporti ha istituito una commissione di inchiesta che sarà nella sede legale di Vw già in settimana, e giovedì il caso approderà nel Bundestag. Ma potrebbero esserci risvolti anche politici, dal momento che secondo die Welt on line una risposta parlamentare del dicastero di Alexander Dobrindt ai Verdi del 28 luglio scorso dimostra che l'esecutivo tedesco fosse al corrente delle tecniche per truccare i dati sull'antismog. E anche Bruxelles, stando alla stessa fonte, ne era a conoscenza.

L'agenzia Fitch mette il rating di Volkswagen sotto osservazione con implicazioni negative. Lo afferma Fitch, mettendo in guardia sull'eventualità che il rating possa quindi essere tagliato. Fitch cita i danni alla reputazione derivanti dallo scandalo delle violazioni delle norme anti smog.

Berlino, accuse a governo false e inadeguate – "Le accuse sono false e inopportune". Ha risposto così il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt in uno statement a Berlino, alle accuse secondo cui il governo tedesco sapesse delle manipolazioni dei dati antismog. "Ho appreso delle manipolazioni lo scorso weekend dalla stampa", ha risposto a proposito del caso Volkswagen.

Ue, tutti i 28 stati facciano indagini – "Incoraggiamo tutti gli stati membri a compiere le necessarie indagini e a riferire alla Commissione Ue", che "discuterà con loro come coordinarle al meglio e faciliterà lo scambio di informazioni". Così la portavoce dell'esecutivo comunitario al mercato interno Lucia Caudet sullo scandalo Volkswagen. "Accogliamo con favore le indagini avviate in Germania, Francia e Italia".

La Commissione Ue ha "tolleranza zero per le frodi". Così la portavoce dell'esecutivo comunitario Lucia Caudet, sottolineando che Bruxelles era al corrente che in generale i test in laboratorio sulle emissioni auto potevano non fornire una rappresentazione accurata come quelle in condizioni di guida reali: per questo dal primo gennaio 2016 si passerà ai test su strada.

Software ingannevoli vietati dal 2007 – La Commissione Ue "era consapevole del concetto dei software ingannevoli ed è per questo che li ha vietati nel 2007" con il regolamento Euro 6, così come allo stesso modo è "al corrente che i test di laboratorio possono non fornire un'accurata rappresentazione" del livello di emissioni e per questo ha introdotto i test su strada da inizio 2016. Così la portavoce Lucia Caudet sullo scandalo Volkswagen e quanto riportato da 'Die Welt', ricordando che "sono le autorità nazionali ad essere responsabili per l'applicazione delle norme Ue".

Gli interventi sull'operato di Volkswagen si moltiplicano: la Ue ha affermato di star seguendo la questione in modo serio; nei singoli paesi si avviano inchieste – anche in Italia il ministero dei Trasporti ne ha avviata una, e ha chiesto spiegazioni- i consumatori sono ovunque sul piede di guerra e perfino l'Onu si è detto preoccupato. "I nuovi veicoli Euro6 diesel attualmente distribuiti in Europa "sono conformi alle leggi e agli standard di inquinamento", ha intanto assicurato Volkswagen spiegando che il gruppo "sta lavorando il più velocemente possibile" per chiarire quanto accaduto. Gli occhi di tutti sono puntati sulla seduta del consiglio di sorveglianza di domani. E sul ceo, Martin Winterkorn, che ha chiesto ancora una volta oggi scusa. Facendo capire che – desolazione a parte – non intende rinunciare al suo posto. Lo scenario è disastroso: le azioni ordinarie della Volkswagen ieri hanno perso il 16,8% nel listino di Francoforte. E oggi prosegue il crollo: a pochi minuti dall'avvio delle contrattazioni i titoli ordinari della casa di Wolfsburg cedono il 7,9%, a 105,5 euro, mentre quelli privilegiati perdono l'8,2% a 100 euro.




PAPA FRANCESCO: VOLO STORICO DA CUBA AGLI STATI UNITI

Redazione

Washington (USA) – Papa Francesco, è il primo capo di Stato che atterra negli Usa arrivando direttamente da Cuba. Un’accoglienza prestigiosa e accademica quella dedicata al pontefice. Lo scalo, effettuato alla base militare di Andrew – Washington è stato consumato in forma rigorosamente privata. Ad accogliere Papa Francesco il presidente Barack Obama e la sua famiglia. Il Pontefice ha trovato anche il cardinale di Washington Wuerl e il nunzio in Usa Vigano', con altri cardinali e vescovi americani. 

Durante il tragitto ormai divenuto storico da Santiago de Cuba a Washington (USA), Papa Francesco ha auspicato che Stati Uniti e Cuba si accordino per mettere fine all'embargo. Lo ha detto Papa Francesco sull'aereo che lo portava a Washington da Santiago de Cuba: "Con Fidel Castro – ha rivelato il pontefice – ho parlato della Laudato si' sulla cura del creato. Il problema dell'embargo e' parte del negoziato tra Stati Uniti e Cuba, i due presidenti si sono riferiti a questo, è una cosa pubblica e va nella direzione delle buone relazioni che si stanno cercando. Spero che si arrivi a un accordo che soddisfi le parti”.

Preoccupazione e allerta massima per la sicurezza del Pontefice. Venerdi' a New York Bergoglio è atteso per impegni importanti: il discorso all'Assemblea generale dell'Onu, riunita al Palazzo di Vetro, e la preghiera al 'Ground Zero' per le vittime dell'11 settembre 2001. Ma c’è "grande preoccupazione" a New York per la possibilità che un "lupo solitario" possa colpire il Papa, durante la sua visita di venerdì. Intervistato dalla Cnn, il capo dell'unita' anti-terrorismo del New York Police Department (Nypd), James Waters, ha assicurato di aver messo in campo "un'operazione senza precedenti" per garantire la sicurezza del Pontefice.

Monitoraggio dei cecchini. "Abbiamo occhi ovunque", ha spiegato Waters, sorvolando in elicottero la città: "Da qui possiamo individuare l'eventuale presenza di cecchini e coordinare le squadre di risposta rapida sul terreno – continua Waters – inviando immagini in tempo reale". "Un 'active shooter', un lupo solitario, qualcuno che non e' nei nostri radar e' un qualcosa che su cui vi e' grande preoccupazione", ha sottolineato preoccupato Waters, perche' non possomo avere notizie di intelligence che qualcosa stia per accadere, ma può esserci un individuo che si alza e decide che quello e' il giorno in cui colpirà. Sul terreno ci sono oltre 5 mila agenti: "Gli occhi del mondo sono puntati su New York in questi giorni, il Nypd e i nostri partner sono pronti, siamo molto fiduciosi, siamo ben preparati, abbiamo pianificato tutto".




IMMIGRAZIONE: L'EUROPA A META’, VIA LIBERA A 120MILA RICOLLOCAMENTI

Redazione

La proposta di ricollocare 120 mila profughi e' stata approvata dal Consiglio Ue a maggioranza: e' quanto si apprende mentre i ministri degli Interni Ue sono ancora riuniti a Bruxelles. Si sono confermati contrari i paesi dell'Est: Repubblica ceca, Slovacchia, Romania e Ungheria mentre la Polonia ha votato a favore e la Finlandia si e' astenuta. Secondo quanto si apprende, in una prima fase verranno redistribuiti 15.600 profughi dall'Italia e 50.400 dalla Grecia, come inizialmente previsto dalla proposta: i 54 mila che avrebbero dovuto partire dall'Ungheria, che invece si e' opposta al meccanismo rinunciando anche alla sua "quota", saranno redistribuiti in una seconda fase fra le stesse Italia e Grecia. La presidenza lussemburghese avrebbe preferito ottenere un consenso e aveva per questo gia' eliminato dal testo della proposta l'obbligatorieta' della ripartizione, ma poiche' i quattro paesi "ostili" non hanno cambiato idea si e' deciso di procedere con il voto, visto che per questi temi e' previsto che le decisioni possano essere prese a maggioranza qualificata. Il testo approvato prevede che ai paesi che, per motivi eccezionali, chiedono di non accogliere una parte dei profughi assegnati, sia concessa una proroga di non piu' di un anno per non piu' del 30% dei richiedenti asilo che gli spetterebbero




VOLKSWAGEN: I TEDESCHI SCIVOLANO SULLE NORME ANTISMOG

Redazione

I tedeschi hanno pensato sempre di essere superiori e poi, invece, scivolano sulla qualità. Serve un'inchiesta europea su tutti i costruttori, compresi quelli francesi" dopo lo scandalo Volkswagen "per rassicurare i cittadini". Lo ha detto il Ministro delle Finanze francese, Michel Sapin.

Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier chiede un chiarimento veloce sullo scandalo che ha colpito Volkswagen, oggetto di un'inchiesta negli Usa, per aver violato le norme antismog. "Spero che si faccia velocemente chiarezza sulla quantità dei dati che sono stati influenzati tecnicamente", ha detto. Per Steinmeier è importante che si sappia velocemente "chi è responsabile", questo è "nell'interesse della stessa Volkswagen".

Volkswagen ammette di aver violato le norme antismog in Usa e il titolo affonda in borsa, perdendo fino al 22% sul listino di Francoforte. Si tratta del crollo più forte mai registrato dal 2008, e il costo per i soci del colosso dell'auto tedesca alla fine è di 12,9 miliardi. Una drammatica giornata sul mercato azionario che riflette bene anche il 'trauma' nazionale e che si conclude prima delle indiscrezioni che vogliono gli Usa pronti ad avviare un'azione penale nei confronti del gruppo di Wolfsburg. Sono tanti i tedeschi esterrefatti, nell'apprendere di questo eclatante aggiramento delle norme.

A fine giornata le azioni ordinarie di VW hanno perso il 17,14% a 133,7 euro, mentre le privilegiate il 18,6% a 132,2 euro. Dai 76,4 miliardi di venerdì scorso la capitalizzazione di borsa è scesa a 63,33 miliardi. Il crollo arriva all'indomani del mea culpa della compagnia di Wolfsburg, che ha confermato di aver utilizzato un sofisticatissimo software per aggirare i dati sulle emissioni antismog sul mercato americano: proprio l'anello debole delle ottime prestazioni del marchio.

La scorsa sera le scuse dell'ad Martin Winterkorn, che ancora una volta – dopo esser sopravvissuto alla guerra di potere con il patron Ferdinand Piech – rischia di perdere il posto: "Sono personalmente desolato del fatto di aver deluso la fiducia dei nostri clienti e dell'opinione pubblica – ha detto -. Per il consiglio di amministrazione e per me personalmente questi eventi hanno la più alta priorità. Vw non consente violazioni di regole e leggi di alcun tipo. Lavoriamo con le istituzioni competenti per poter chiarire nel modo più trasparenze veloce ed esaustivo possibile i fatti".

Mercoledì il colosso tedesco riunirà in emergenza il consiglio di sorveglianza per decidere la linea da tenere. L'indignazione però è generale: la Casa Bianca si dice "abbastanza preoccupata" per le azioni del gruppo. E mentre il governo tedesco non ha voluto commentare, in Italia Rete Consumatori ha già annunciato una class action ed il Codacons si è detto pronta ad azioni collettive e richieste di danni miliardarie, se si riscontreranno anomalie anche sul mercato italiano. Un calcolo teorico – in base alla cifre disponibili – porta poi Spiegel on line a concludere che Vw potrebbe essere chiamata a pagare fino a 18 miliardi di dollari di sanzioni (se si seguisse il criterio di dover versare 37.500 dollari per ogni auto venduta).

La collaborazione mostrata da Winterkorn dovrebbe però ridurre di molto l'importo: secondo alcuni analisti Vw potrebbe essere chiamata a pagare 1 miliardo di dollari. È chiaro che l'emersione di queste violazioni mette nuovamente a rischio le sorti di Winterkorn, che secondo alcuni osservatori tedeschi dovrebbe presentare le sue dimissioni: sia che fosse a conoscenza di quanto avveniva o no; in entrambi i casi si tratta di buone ragioni per fare un passo indietro. C'è però chi ritiene che l'opera di Winterkorn sia stata talmente importante per la casa tedesca che gli si darà la chance di chiarire ogni responsabilità. Lo scandalo arriva a pochi mesi dai tentativi dell'ex presidente del consiglio di sorveglianza Ferdinand Piech di fare fuori l'ad di Vw. Piech si è dimesso lo scorso aprile decretando la vittoria del potente top manager.




CROAZIA: ALTA TENSIONE TRA IMMIGRATI E POLIZIA

Redazione

Ancora caos emergenza immigrazione. Tafferugli sono scoppiati tra la polizia croata e profughi, nel villaggio di Opatovac, dopo che ad alcuni richiedenti asilo è stato impedito di entrare in un centro di accoglienza recentemente aperto con lo scopo di registrare coloro che cercano rifugio in Europa. La situazione ha cominciato a degenerare quando le forze di sicurezza non sono state più in grado di gestire il flusso di profughi che volevano entrare nel centro. La polizia ha quindi respinto i richiedenti asilo al cancello principale e ha chiesto loro di sedersi e aspettare il proprio turno. La Croazia ha organizzato l'accoglienza dei profughi cercando di mettere ordine nel caos inesorabile che ha colpito il paese dal 15 settembre, quando l'Ungheria ha chiuso la sua frontiera con la Serbia. Decisione che ha deviato ondate di persone in fuga dal conflitto in Medio Oriente, Africa e Asia verso la Croazia.

Confine chiuso, Belgrado aspetta fino alle 14 – Se la Ue non reagirà entro le 14 di oggi alla decisione unilaterale della Croazia di chiudere ai mezzi pesanti il valico di frontiera serbo-croato di Batrovci-Bajakovo, Belgrado adotterà contromisure adeguate. Lo ha detto il premier serbo Aleksandar Vucic, che ha definito il comportamento di Zagabria "uno scandalo di proporzioni incredibili".

 

Fila 10 km di camion a confine Serbia-Croazia  – E' di oltre dieci km la fila di camion fermi al posto di frontiera serbo-croata di Batrovci-Bajakovo, dopo la decisione ieri delle autorità di Zagabria di chiudere il valico ai mezzi pesanti, in polemica con Belgrado accusata di smistare verso la Croazia la massa di migranti e profughi provenienti da sud. Il valico e' importante perche' corre lungo l'autostrada Belgrado-Zagabria, collegamento strategico tra Balcani e Europa centrale. E' regolare invece il traffico automobilistico. Il governo serbo ha duramente protestato per tale decisione, definita irresponsabile e in violazione dell'accordo di associazione e stabilizzazione (Asa) tra Ue e Serbia, e ha minacciato contromisure. Di questo parlerà il governo di Belgrado in una seduta straordinaria convocata nel primo pomeriggio. Anche gli altri sette valichi di frontiera fra Croazia e Serbia sono stati chiusi dalle autorità di Zagabria.

 

Ungheria autorizza costruzione nuove barriere Nel tentativo di frenare l'ondata di profughi, il governo ungherese continua fare ricorso alla costruzione di nuove barriere. Un decreto, pubblicato nella notte sulla gazzetta ufficiale e firmato dal premier, Viktor Orban, chiede ai ministri dell'Interno e della Difesa di preparare nuove barriere, anche se non specifica dove. La stampa ipotizza che potrebbe essere nella provincia di Zala, alla frontiera con la Croazia, da dove entrano dalla settimana scorsa migliaia di rifugiati ogni giorno. Il decreto ordina nelle province dove e' stato dichiarato lo "stato di crisi per immigrazione massiccia", sei in totale, la preparazione e costruzione si sistemi per la "chiusura temporanea della frontiera". Le autorita' ungheresi hanno dichiarato lo "stato di allerta" nelle provincie di Csongrád, Bács-Kiskun, Baranya, Vas, Somogy e Zala, tutte alla frontiera con la Serbia o la Crazia. L'Ungheria ha gia' costruito una barriera alta un metro e mezzo, e ne sta terminando un'altra, di 4 metri di altezza, lungo la frontiera con la Serbia. E vuole fare lo stesso con la Croazia. Dopo che e' stata chiusa ermeticamente la frontiera con la Serbia lo scorso 15 settembre gli immigranti hanno scelto di incamminarsi verso l'Austria attraverso la Croazia e la Slovenia. Negli ultimi giorni, circa 20mila rifugiati sono arrivati in Ungheria dalla Croazia, trasportati verso la frontiera dalle autorita' croate che dopo, in territorio ungherese, sono portate dalle autorita' magiare in Austria in treno e autobus. Secondo la polizia ungherese, martedi' sono stati intercettati 5.530 rifugiati entrati nel Paese in maniera clandestina