IMMIGRATI, MERKEL: "BISOGNA AIUTARE L'ITALIA"

di Angelo Barraco

Roma – La Merkel si è resa conto che il concetto di Europa non sta soltanto scritto sulla carta ma deve essere applicato per garantire il benessere comune. Infatti, nel corso di una conferenza stampa a Berlino, la cancelliera tedesca ha parlato di immigrazione dicendo che l’Italia va aiutata dagli altri Paesi europei che devono provvedere ad accogliere gli immigrati in modo equo, in caso contrario si dovrà sollevare la questione di Schengen. Un cambio di rotta da parte del primo mistro tedesco, che non si è commossa neppure di fronte ad una ragazzina che parlava di diritto d'asilo durante una trasmissione qualche mese fa. Non è lontano il tempo quando i migranti diretti a Monaco, stanchi, allo stremo e con l’unico sogno di andare in Germania venivano respinti in Italia dopo essere stati bloccati al Brennero non appena superato il confine. Come si può dimenticare quando la gendarmeria austriaca e germanica ordinava ai profughi in treno di scendere alla stazione del capoluogo altoatesino e la polizia italiana?. La Germania era inflessibile, non faceva passare gli immigrati, controllava e respingeva. E adesso, cos’è cambiato?
 
Nel frattempo all’emergenza immigrati è intervenuto anche il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans sostenendo che bisogna arrivare "rapidamente a regole europee comuni sulle richieste di asilo”. Il vicepresidente ha parlato da Calais, dove proprio li si trovano migliaia di migranti che vogliono varcare il confine e che tentano disperatamente di farlo anche con rivolte o assaltando tir e talvolta perdono la vita. La Merkel ha puntualizzato che esiste un accordo sull’onere dei migranti debba essere ridotto e che “Se l'Europa fallisse sulla questione dei rifugiati, se si rompesse il legame con i diritti civili universali, non ci sarebbe più l'Europa che abbiamo voluto”. Intanto Timmermans ha annunciato che Bruxelles una cifra di 5 milioni di euro per aiutare i migranti in Francia e ha esortato gli altri paesi a fare altrettanto e ha aggiunto “Troppi Paesi si stanno rifiutando di fare la loro parte. Inaccettabile e contraria allo spirito europeo”. Per affrontare tale  emergenza i ministri della Giustizia e dell’Interno dell’Ue il prossimo 14 settembre si riuniranno a Bruxelles. Intanto Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri ha affermato che bisogna accettare “il principio che i migranti non entrano in Italia o in Grecia ma entrano in Europa".Sarà, ma aldilà dei proclami l'eterna emergenza dell'immigrazione sembra un problema tutto mediterraneo e che pesa prepotentemente sulle spalle dell'Italia



RILASCIATO FERA, L'ATTIVISTA ARRESTATO IN CISGIORDANIA

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Redazione

Il Tribunale di Gerusalemme ha disposto questa mattina il rilascio su cauzione di Vittorio Fera, l'attivista italiano dell'organizzazione International Solidarity Movement, arrestato venerdì dai militari israeliani a Nabi Saleh, in Cisgiordania. Il Tribunale ha anche disposto un prolungamento delle indagini fino all'8 settembre. Lo rende noto la Farnesina che, come riporta un comunicato, continua a seguire la vicenda. L'ambasciata d'Italia a Tel Aviv, conclude la nota, resta in costante contatto con Fera, con l'International Solidarity Movement e con le autorità israeliane per fornire ogni possibile, ulteriore assistenza.

Fera, 31 anni, era stato arrestato venerdì dai soldati israeliani durante scontri a Nabi Saleh in Cigiordania. Secondo l'Ism, Fera era stato arrestato mentre con "un pacifico gruppo di dimostranti internazionali stava cercando di documentare l'attacco ad un ragazzino" palestinese da parte dell'esercito.

 




ENI SCOPRE IL PIU' GRANDE GIACIMENTO DI GAS AL MONDO

Redazione

Una scoperta mondiale che ha lasciato tutti a bocca aperta. Eni ha effettuato una scoperta di gas di rilevanza mondiale nell'offshore egiziano del Mar Mediterraneo, presso il prospetto esplorativo denominato Zohr.

Il pozzo Zohr 1X, attraverso il quale è stata effettuata la scoperta, è situato a 1.450 metri di profondita' d'acqua, nel blocco Shorouk, siglato nel gennaio 2014 con il Ministero del Petrolio egiziano e con la Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS) a seguito di una gara internazionale competitiva.

Dalle informazioni geologiche e geofisiche disponibili, e dai dati acquisiti nel pozzo di scoperta, il giacimento supergiant presenta un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto (5,5 miliardi di barili di olio equivalente) e un'estensione di circa 100 chilometri quadrati. Zohr rappresenta la piu' grande scoperta di gas mai effettuata in Egitto e nel mar Mediterraneo e può diventare una delle maggiori scoperte di gas a livello mondiale.

Questo successo esplorativo offrirà un contributo fondamentale nel soddisfare la domanda egiziana di gas naturale per decenni. Eni svolgerà nell'immediato le attività di delineazione del giacimento per assicurare lo sviluppo accelerato della scoperta che sfrutti al meglio le infrastrutture gia' esistenti, a mare e a terra.

Il pozzo Zohr 1X, che è stato perforato a 4.131 metri di profondita' complessiva, ha incontrato circa 630 metri di colonna di idrocarburi in una sequenza carbonatica di età Miocenica con ottime proprieta' della roccia serbatoio. La struttura di Zohr presenta anche un potenziale a maggiore profondità, che sarà investigato in futuro attraverso un pozzo dedicato.

L'Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, si è recato nelle scorse ore al Cairo per aggiornare il Presidente egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, su questo importante successo, e per parlare della nuova scoperta con il Primo Ministro del paese, Ibrahim Mahlab, e con il Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie, Sherif Ismail.

L'AD di Eni ha commentato: "E' un giorno davvero importante per la nostra societa' e le persone di Eni. Questo importante risultato è la conferma delle nostre competenze e delle nostre capacita' di innovazione tecnologica con immediata applicazione operativa, e dimostra soprattutto lo spirito di forte collaborazione tra tutte le componenti aziendali che sono alla base di questi grandi successi.

La strategia che ci ha portato a insistere nella ricerca nelle aree mature di paesi che conosciamo da decenni si è dimostrata vincente – ha proseguito Descalzi – a riprova che l'Egitto presenta ancora un grande potenziale. Questa scoperta storica sara' in grado di trasformare lo scenario energetico di un intero paese, che ci accoglie da oltre 60 anni.
L'esplorazione si conferma al centro della nostra strategia di crescita: negli ultimi 7 anni abbiamo scoperto 10 miliardi di barili di risorse e 300 milioni negli ultimi sei mesi, confermando cosi' la posizione di Eni al top dell'industria.

Questa scoperta assume un valore ancora maggiore poiché fatta in Egitto, paese strategico per Eni, dove possono essere sfruttate importanti sinergie con le istallazioni esistenti permettendoci una rapida messa in produzione".
Eni, attraverso la controllata IEOC Production BV, detiene nella licenza di Shorouk la quota del 100% e ne e' l'operatore.

Eni e' presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso IEOC, ed e' stata storicamente precursore nell' esplorazione e sfruttamento delle risorse gas nel paese fin dalla scoperta del Campo di Abu Maadi nel 1967.

Ricorrendo a nuovi modelli esplorativi e massimizzando l'utilizzo di nuove tecnologie operative, Eni, attraverso le compagnie operative pariteticamente partecipate con EGPC, AGIBA e PETROBEL, ha raddoppiato negli ultimi 3 anni la produzione di olio nelle concessioni del Western Desert e di Abu Rudeis nel Golfo di Suez e dato nuovo impulso produttivo nell'onshore del Delta del Nilo in seguito alla scoperta di Nidoco NW 2 (Nooros prospect) gia' in produzione.

Eni è il principale produttore di idrocarburi nel Paese con una produzione equity di circa 200 mila barili di olio equivalente al giorno.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è congratulato con l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, per l'importante scoperta di un giacimento di gas offshore in Egitto. "Complimenti a Eni per questo straordinario risultato di un lavoro di ricerca che si inserisce nell'ambito dei rapporti tra Italia ed Egitto, in un'ottica di partnership economica strategica che riguarda il nostro Paese e piu' in generale l'intero continente africano", ha sottolineato Renzi. Palazzo Chigi ha anche fatto sapere che il premier ha avuto un colloquio telefonico con il presidente egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, "per commentare insieme l'impatto di questa scoperta sulla stabilita' energetica del Mediterraneo e piu' in generale sulle prospettive di sviluppo della regione".




POLONIA: ESISTE DAVVERO IL TRENO NAZISTA CARICO D'ORO

Redazione

I tesori esistono. È ufficiale, mistero risolto. Dopo 70 anni sarebbe davvero stato ritrovato il treno tedesco carico d’oro, gemme e armi che alla fine della Seconda guerra mondiale era sparito in Polonia senza lasciare tracce. La conferma arriva dal viceministro alla Cultura Piotr Zuchowski, sottolineando tuttavia che per ora non si ha la certezza di cosa ci sia davvero a bordo.

“Siamo sicuri al 99% che quel treno esiste. Sono state visionate delle fotografie geo-radar sulle quali è stato possibile individuare piattaforme e cannoni. Dopo aver visto i dettagli posso dire che si tratta sicuramente di un treno blindato. Se qualcuno ha mai visto immagini di treni blindati della seconda guerra mondiale potrà confermare quanto sto dicendo”

 




MESSICO: UNA SCOPERTA SORPRENDENTE SOTTO LA PIRAMIDE DI KUKULKAN

Redazione

Messico – Qualcosa di meraviglioso da scoprire: un’immensa caverna è stata scoperta in Messico sotto uno dei maggiori monumenti precolombiani del paese: la Piramide di Kukulcan. I Maya avevano disegnato e scavato un pozzo sacro, di un diametro di 35 metri e una profondità di 20. L’antropologa Denisse Argote, ha spiegato il perché i Maya abbiano costruito questa piramide esattamente sulla penisola dello Yucatan, al sud est del paese: “Questo tipo di terreno carsico è circondato e attraversato da fiumi sotterranei. Bisogna legare il concetto della cavità materna con l’origine del mondo e l’acqua come fonte di vita. Elementi fondamentali nel mondo dei Maya”. Il prossimo ottobre un gruppo di esperti inizieranno una seconda tappa di indagini che avrà come obiettivo la ricostruzione dell’interno della piramide

 




MARO': SALVATORE GIRONE RICOVERATO IN OSPEDALE A NEW DELHI

Redazione
New Delhi
– La situazione spiegano fonti mediche non è grave, ma due medici italiani sono comunque partiti per andare ad assisterlo. Un sanitario è del policlinico del Celio e uno dell'Aeronautica militare. I due hanno incontrato i colleghi indiani e hanno affettuato una prima visita al fuciliere di Marina italiano.Il ricovero in ospedale è precauzionale, come sempre avviene in questi casi e come accaduto già in passato con altri soldati italiani in missione all'estero. Ma la situazione potrebbe peggiorare. Il ministero della Difesa segue da vicino la vicenda di Girone. Il ministro della Difesa Pinotti ha già sentito il fuciliere di Marina, trattenuto in India da più di tre anni.

"Deve rientrare" Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), è convinto che la situazione, pur non grave, dovrebbe spingere le autorità indiane a lasciare partire Girone per rientrare in italia. "Il primo episodio di febbre di Dengue tende a non essere grave, dà febbre molto elevata, cefalea anche forte soprattutto retrorbitale, dolori muscolari – spiega -. Normalmente, però, dura qualche giorno e tende a risolversi spontaneamente. Più pericoloso è un eventuale secondo episodio di Dengue, che è facile si verifichi in una zona, come l'India, dove circolano diversi sierotipi virali".

"La Dengue – prosegue – è una febbre da virus, una malattia tropicale trasmessa da zanzare (Aedes soprattutto). Ci sono 4 sierotipi diversi di virus, ed è possibile infettarsi prima con uno e poi con un altro, se nella zona circolano più sierotipi. Quindi bisogna cercare di non esporsi una seconda volta, perché in quel caso spesso la sintomatologia è più grave, con possibili episodi emorragici. Diciamo sempre di evitare l'esposizione a zanzare alle persone che sono state infettate una prima volta. Questa volta la malattia si potrebbe risolvere spontaneamente, però credo sia importante non esporre questa persona a un secondo episodio. È un motivo sanitario valido per farlo rientrare".




ORRORE NEGLI USA: REPORTER UCCISI IN DIRETTA. IL KILLER POSTA IL VIDEO SU TWITTER

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Redazione

Orrore negli Usa. Due giornalisti di una troupe televisiva dell'emittente Wdbj7, una report e un cameraman, sono stati uccisi in Virginia in diretta tv mentre stavano facendo un'intervista a Bridgewater Plaza, nella contea di Bedford.

Alison Parker e Adam Ward, rispettivamente di 24 e 27 anni, sono caduti sotto i colpi d'arma da fuoco di un ex collega afroamericano.

L'omicida, Vester Flanagan, e' deceduto in ospedale poche ore dopo essersi sparato durante un confronto con le forze dell'ordine che lo inseguivano. Il killer, subito dopo il duplice delitto, ha postato il macabro video sui social.

Il governatore dello Stato Usa, Terry McAuliffe, ha spiegato che l'omicida avrebbe avuto "motivi di risentimento" nei confronti della testata televisiva per cui aveva lavorato. McAuliffe ha anche tenuto a precisare che "non si tratta di un caso di terrorismo".

Ferita in modo grave anche Vicky Gardner, la direttrice di una camera di commercio a cui le vittime stavano facendo una intervista. La donna e' stata subito sottoposta a un intervento chirurgico.

Una stella nascente nella tv in cui lavorava e un cameramen dal sorriso contagioso, fidanziato con una collega producer con la quale stava pernsando di sposarsi. Sono le vittime della follia omidica del 41enne afroamericano, Vester Flanagan, che ha ucciso in diretta la 24enne Alison Parker e il 27enne Adam Ward.

La redazione della Wdbj7 era il centro della vita professionale e privata dalla Parker. La giornalista era fidanzata da nove mesi con un anchor della stessa stazione, Chris Hurstm con il quale era da poco andata a convivere, secondo quanto riferito da lui su Twitter dopo la tragedia. "Non lo avevamo reso pubblico ma ci amavamo molto", ha tweettato Hurst. I colleghi, sui social, decrivono la Parker come una "rockstar" delle news, molto apprezzata per il suo zelo e la sua passione. Originaria della Virginia aveva inziato alla Wdbj7 con uno stage mentre studiava alla Madison University. Ward aveva appena compiuto 27 anni e stava pianificando un trasferimento a Charlotte dove la sua findanzata, Melissa Ott, aveva trovato un nuovo lavoro. "Ha dimostrato di essere un sopraffino fotogiornalista – ha commentato il general manager della tv Jeffrey Marks – anche alla fine del turno, sulla via di casa, se avesse sentito qualcosa avrebbe lasciato tutto per lavorarci".

 




MARO', LA CORTE SUPREMA INDIANA SOSPENDE TUTTI I PROCEDIMENTI

Redazione

La Corte Suprema indiana ha sospeso tutti i procedimenti giudiziari riguardanti i maro' italiani "fino a nuovo ordine". Una nuova udienza fissata per il prossimo 13 gennaio fara' il punto della situazione. La decisione era attesa dopo la sentenza pronunciata ad Amburgo dal Tribunale del Mare lo scorso 24 agosto

La storia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ha inizio il 15 febbraio 2012, quando due pescatori indiani, Valentie Jalstine e Ajesh Binki vengono uccisi da colpi di arma da fuoco, a bordo della loro barca, a largo delle coste del Kerala. I principali accusati per la loro morte sono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che prestavano servizio anti pirateria sulla petroliera Enrica Lexie. I due Marò sostengono di aver sparato in aria come avvertimento. Il fatto sarebbe avvenuto in acque internazionali a sud dell’India. Il 19 febbraio 2012 ai due marò scatta il fermo, per il governo indiano non vi è dubbio alcuno che, trattandosi di un peschereccio indiano e di due vittime indiane, si debba attuare la legge territoriale. Per l’ambasciatore Giacomo Sanfelice, l’episodio era avvenuto su una nave battente bandiera italiana, oltretutto l’episodio era avvenuto in acque internazionali. Il 20 febbraio 2012 il villaggio di Kollam, nel cuore dell’India del Kerala, diventa un’area piena di una folla inferocita e di militanti politici che inveiscono contro i Marò che giungono in quel villaggio per l’avvio del procedimento giudiziario. I militanti politici gridano “Italiani mascalzoni, dateci i colpevoli, giustizia per i nostri pescatori, massima pena per i marines”. Il 24 marzo 2012, la Corte del Kerala afferma che l’atto compiuto dai Marò “E’ stato un atto di terrorismo”, e tale affermazione accende la tensione tra Italia ed India. Il 10 aprile 2012, dall’India arriva la notizia che la perizia balistica andrebbe a sfavore di Latorre e Girone. Un responsabile del laboratorio di Trivandrum conferma che i proiettili sono compatibili con i mitragliatori usati da Latorre e Girone. Il 5 maggio 2012, dopo 80 giorni di sosta forzata presso il porto di Kochi, nel sud dell’India, la petroliera Enrica Lexie salpa dopo aver ottenuto i permessi. La nave fa rotta sullo Sri Lanka e con essa vi sono 24 uomini di equipaggio e 4 militari dell’unità antipirateria, non partono ovviamente Latorre e Girone. Il 13 maggio 2012 anche il sottosegretario agli esteri, Staffan De Mistura torna in India per proseguire l’azione per il rilascio dei Marò e afferma il suo essere ottimista e che non vi è alternativa al rilascio. Il 25 maggio 2012, dopo aver passato 3 mesi nel carcere indiano di Trivandrum, Latorre e Girone vengono trasferiti in una struttura a Kochi e viene loro concessa la libertà su cauzione e il divieto di lasciare la città. Il 20 dicembre 2012 la loro richiesta di poter avere un permesso speciale e poter trascorrere le festività natalizie in Italia viene accolta, con l’obbligo di tornare in India entro in 10 gennaio. Latorre e Girone atterrano il 22 dicembre a Roma e ripartono il 3 gennaio. Il 18 gennaio 2013 la Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso e chiede che il processo venga affidato ad un tribunale speciale da costituire a New Delhi. Il 22 febbraio 2013 la Corte Suprema indiana concede ai due Marò il rientro in Italia, per quattro settimane, per votare. Il 9 marzo 2013 il governo indiano avvia a New Delhi le procedure per la costituzione del tribunale speciale. L’11 marzo 2013 l’Italia decide che i due Marò non rientreranno in India perché New Delhi ha violato il diritto internazionale. Roma si dice disponibile a giungere ad un accordo. Il 12 Marzo 2013, New Delhi convoca l’ambasciatore italiano Daniele Mancini, esigendo il rispetto delle leggi. Il giorno successivo, 13 marzo, il premier indiano Manmohan Singh minaccia seri provvedimenti e vi sono anche le dimissioni dell’avvocato Marò in India, Haris Salve. Il 14 marzo 2013 la Corte Suprema indiana ordina all’ambasciatore italiano Mancini di non lasciare l’India. Vi è anche un intervento di Napoletano che propone una soluzione basata sul diritto internazionale. Tre giorni dopo la Corte Suprema indiana decide di non riconoscere l’immunità diplomatica di Mancini, la reazione che ha l’Italia è quella di accusare l’India di Evidente violazione della convenzione di Vienna. Il 20 marzo 2013, la procura militare di Roma sentirà i due Marò e riferisce che sono indagati per “Violata consegna aggravata”. Il 21 marzo 2013 è un giorno in cui tutto si capovolge, Palazzo Chigi annuncia che i due Marò torneranno in India, precisando che in cambia è stata ottenuta un’assicurazione scritta sul trattamento e la tutela dei diritti dei due militari, viene precisato anche che l’India ha garantito che non ci sarà la pena di morte. Il 22 marzo 2013 i due Marò rientrano in India e si trasferiscono all’ambasciata italiana a Delhi. Il ministro degli esteri indiano Salman Kurshid dichiara che il processo in India che vede imputati i due Marò non prevede la pena di morte. Il 25 marzo 2013 è costituito il tribunare per giudicare i due militari, a New Delhi. Il tribunale ha potere di imporre pene solo fino a 7 anni di carcere. L’11 novembre 2013, durante le indagini vengono ascoltati altri 4 militari che si trovavano a bordo della Enrica Lexie. C’è una perizia della marina secondo cui gli spari arriverebbero dalle loro armi e non dalle armi di Latorre e Girone. Il 28 marzo 2014 vi è una nuova svolta sul caso, la Corte Suprema indiana accoglie il ricorso presentato dai due fucilieri. I giudici hanno sospeso il processo a carico dei Marò presso il tribunale speciale. Il 12 settembre 2014 i giudici indiani danno a Latorre il via libera per un rientro di 4 mesi in Italia per problemi di salute. Il 16 dicembre 2014 la Corte Suprema indiana ha negato le istanze di Latorre e Girone. Latorre chiedeva un’estensione del suo permesso in Italia. Girone chiedeva invece di poter trascorrere le festività in Italia




MORTA "LADY CENERE": L'ICONA DELL'11 SETTEMBRE

di Angelo Barraco
 
E’ morta Marcy Borders, soprannominata “Dust Lady” (Lady Cenere) per via di un fotogramma che la ritraeva mentre si metteva in salvo in seguito al crollo dopo il crollo della torre uno l’11 settembre del 2001 a New York City. La donna di origine afroamericana era riuscita a sopravvivere a quella bruttissima tragedia che ha colpito New York ma anche il cuore di tutto il mondo. La donna è morta a causa di un tumore allo stomaco e aveva soltanto 42 anni. L’immagine di quel giorno ha fatto il giro del mondo perché simboleggiava la salvezza e la speranza di una città piegata dal dolore per gli attentati del World Trade Center ma proprio quell’attenta e quelle polveri sono state la causa della morte secondo i suoi amici. Un cugino della donna ha riferito al Daily Mail che il tumore allo stomaco ha tormentato la donna dall’11 settembre. La scoperta del tumore era avvenuta nell’agosto scorso e la donna non si era arresa, aveva affrontato la chemioterapia. La donna aveva rilasciato un’intervista il novembre scorso e aveva riferito che era fermamente convinta che la sua malattia era dovuta alla polvere che aveva inalato quel giorno e che l’aveva ricoperta dalla testa ai piedi “"Lo credo fermamente perche' non avevo mai avuto nessuna malattia, niente alta pressione sanguigna, colesterolo alto, diabete”. La donna al momento dell’attentato alle torri lavorava da un mese alla Bank of America e si salvò miracolosamente riuscendo a farsi strada tra morti e feriti. Dopo il disastro per lei il baratro; la donna aveva paura di un altro attentato, aveva lasciato il lavoro e di uscire di casa e cominciò a bere e a fare uso di droga e per tali motivi perse la custodia dei figli “Avevo mollato, non mi lavavo piu', non mi riconoscevo allo specchio ero tutta pelle e ossa, stavo tentando di uccidermi con le droghe, ero cosi' egoista”. Nel 2011 la donna entrò in clinica e si ripulì riottenendo la custodia dei figli. “La mia mamma ha combattuto una battaglia straordinaria.  Non solo è la 'Dust Lady', ma è la mia eroina e vivrà per sempre attraverso me” riferisce la figlia. 



ORROREA SIRTE: L'ISIS GIUSTIZIA 4 LIBICI. NUOVO VIDEO DELL'ORRORE

di Angelo Barraco

Cairo – Le bandiere nere dell’Isis non si fermano davanti  niente e nessuno, procedono alla conquista di territori e qualora dovessero incappare in spie o presunti tali o nemici che osano contrastare il loro potere li uccidono, che siano donne, uomini, bambini o anziani per loro è indifferente. Quando devo raggiungere un obiettivo lo ottengono. La morte la diffondo come mezzo di propaganda poiché la filmano e la pubblicano sui canali web di loro proprietà. Ma l’orrore non si è di certo fermato, poiché hanno compiuto un’altra strage in Libia. A Sirte a Jihadisti hanno ucciso 4 libici e un combattente Fajr Libya che era considerato una spia. Quest’ultimo è stato legato ad una croce ed è stato esposto in pubblico con lo scopo di dare un avvertimento alla popolazione. Non sono state identificate invece le altre vittime. Fajr Libya è la milizia che detiene il potere a Tripoli. Ma non è la prima strage dell’Isis ai danni delle milizie libiche poiché a metà agosto i Jihadisti avevano decapitato e crocefisso 12 combattenti che erno impegnati a cacciare l’Isis da Sirte.




GRECIA: SI DIMETTE IL SEGRETARIO DI SYRIZA

di Angelo Barraco

Atene –  Il segretario di Syriza Tasos Koronakis, considerato uno dei più stretti collaboratori di Tsipras, si è dimesso dopo aver espresso la sua opposizione alla linea ufficiale del partito. Koronakis Ha scritto una lettera di dimissioni in cui mette in discussione la decisione di andare alle elezioni  senza discutere e ignorare le dicesioni del Comitato Centrale. Koronakis Nella lettera scrive anche che le decisioni prese di recente non stanno rafforzando il partito ma al contrario, lo stanno indebolendo. Si è rivolto inoltre a Panagiotis Lafazanis e a coloro che stanno nell’ala radicale che lo hanno lasciato per formare “Unione Popolare” dicendo “sembravano pronti a questo scontro, spesso con comportamenti disdicevoli per il nostro partito, ed in ultima analisi a finalizzare la rottura”.

La Grecia ha deluso le aspettative di tutti coloro che sostenevano il temerario Tsipras che, sembrava, lottare con le unghie e con i denti per il suo paese e per il suo popolo e prometteva per il futuro una crescita e un vigore. Ma come è finita questa bella favola che abbiamo ascoltato, che ci ha tenuti con il fiato sospeso per molto tempo e che ci ha coinvolti? Tsipras ha svenduto il paese e ha annunciao le dimissioni. Tale decisione è stata presa alla scadenza del rimborso che la Grecia dovrà versare alla Banca Centrale Europea di 3,2 milioni di euro; dov’è finito il coraggioso Tsipras di qualche mese fa? Il paese adesso è in mano alla Merkel.