UE: NESSUN ACCORDO SULLE QUOTE DEGLI IMMIGRATI

di A.B.
 
Dalla mezzanotte di ieri è cambiata la normativa sui migranti e sull’accesso illegale in Ungheria ed è considerato reato punibile con l’espulsione e/o con il carcere. Il confine tra Ungheria e Serbia è stato sigillato completamente. Ma l’Ungheria non è la sola a controllare le frontiere poiché dopo Germania, Austria e Slovacchia arriva adesso anche l’Olanda che ha annunciato il ripristino del controllo delle frontiere. A riferirlo è il ministro della Sicurezza e Giustizia Klaas Dijkhoff. Intanto è terminato il consiglio Affari Interni Ue ma, secondo quanto riferiscono fonti interne, non è stato possibile trovare un accordo all’unanimità. Inoltre alcune fonti hanno rivelato che Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania hanno impedito l’accordo all’unanimità sulla bozza conclusiva.
 
Inoltre Budapest ha chiesto di essere cancellata dai paesi beneficiari dei ricollocamenti. Arrivano anche i primi commenti dall’ala politica, Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo riferisce che non è stato possibile trovare l’unanimità sui 120mila ricollocamenti. Il ministro dell’interno francese Bernard Cazeneuve riferiche “Sono già state disposizioni per controllare le frontiere di Italia e Francia se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa”.
 
Arriva anche il commento di Angelino Alfano “Facciamo di tutto perché le cose funzionino, ma non è chiudendo le frontiere che i problemi si risolvono. Quello che dicevamo due anni fa si è realizzato: si sono dovuti rendere conto che i migranti arrivavano da ovunque, non solo dal Canale di Sicilia”. Dopo i controlli alle frontiere hanno ripreso a funzionare le ferrovie tedesche ma la linea tra Salisburgo e Monaco di Baviera invece è chiusa poiché c’è gente sui binari. I controlli alle frontiere sono ripresi domenica sera per via del flusso di migranti, ma tale controllo non ha cambiato nulla. In Ungheria sono arrivati in mattinata 5.353 migranti e ieri ne sono giunti circa 5.809. Sono tutti siriani, afgani, iracheni e pachistani che sono in marcia verso la Germania. I numeri sono considerevoli, in Germania –a Monaco- sono arrivati nel weekend circa 19.100 migranti, in Macedonia invece 6 mila arrivi in 24 ore. Austria e Slovacchia effettueranno controlli temporanei alle frontiere. Arriva anche un commento da parte di Angelino Alfano al suo ingresso al consiglio Ue “A nostro avviso deve essere Frontex a fare i rimpatri. Deve essere una responsabilità europea e ci vogliono i soldi europei per organizzarli”.



IMMIGRAZIONE: 40MILA RICOLLOCAMENTI DA ITALIA E GRECIA

di A.B.
 
L’afflusso di immigrati libici in Europa è aumentato notevolmente in questo ultimo periodo e l’Italia raccoglie dal mare ogni giorno centinaia di anime che cercano disperatamente una soluzione migliore alla vita, li colloca presso i centri di accoglienza e il cerchio è sempre lo stesso. Costoro vengono condotti nei centri d’accoglienza e vengono lasciati in attesa dei permessi per poter andare via, ma i tempi sono lunghi e allora rimangono li per lungo tempo, intanto arrivano altri profughi e la situazione tende sempre a degenerare. Anche negli altri paesi europei è così, ma adesso sembra che le cose stiano cambiando poiché è stata presa la decisione di ricollocamento di 40mila immigrati da Italia (24mila) e Grecia (16mila). Il ricollocamento avverrà in due anni e la decisione è stata adottata dal consiglio dei ministri dell’interno Ue e riguarda i richiedenti asilo che sono arrivato e che arriveranno tra il 15 agosto 2015 e il 16 settembre 2017. Ma nella bozza si legge anche che il Consiglio di impegna a ricollocare altri 120mila profughi. Dopo i controlli alle frontiere hanno ripreso a funzionare le ferrovie tedesche ma la linea tra Salisburgo e Monaco di Baviera invece è chiusa poiché c’è gente sui binari. I controlli alle frontiere sono ripresi domenica sera per via del flusso di migranti, ma tale controllo non ha cambiato nulla. In Ungheria sono arrivati in mattinata 5.353 migranti e ieri ne sono giunti circa 5.809. Sono tutti siriani, afgani, iracheni e pachistani che sono in marcia verso la Germania. A mezzanotte però le norme diventano severe e l’ingresso illegale verrà considerato un reato imputabile con tre anni di carcere. I numeri sono considerevoli, in Germania –a Monaco- sono arrivati nel weekend circa 19.100 migranti, in Macedonia invece 6 mila arrivi in 24 ore. Austria e Slovacchia effettueranno controlli temporanei alle frontiere. Arriva anche un commento da parte di Angelino Alfano al suo ingresso al consiglio Ue “A nostro avviso deve essere Frontex a fare i rimpatri. Deve essere una responsabilità europea e ci vogliono i soldi europei per organizzarli”.



EGITTO, MILITARI SCAMBIANO TURISTI PER TERRORISTI: UCCISE 12 PERSONE

di A.B.
 
Il Cairo – Le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso dodici turisti messicani e le loro guide egiziane, sono rimaste ferite altre dieci persone.  Questo quanto ccaduto durante un’operazione contro l’Isis. Il gruppo di turisti si trovava in una zona proibita del deserto a bordo di un fuoristrada.
 
El Mundo, una fonte vicina al turisti uccisi riferisce che il gruppo stava cenando, quando ad un certo punto sono sopraggiunti tre aerei dell’esercito e hanno cominciato a sparare e lanciare missili sui veicoli che li hanno carbonizzati. Alcune persone hanno tentato la fuga ma invano poiché i militari aprivano il fuoco su chiunque fuggisse. Intanto sono in corso le identificazioni dei cadaveri e il ministro degli esteri messicano conferma che due vittime sarebbero proprio messicane.
 
Un portavoce del ministro egiziano del turismo riferisce che “non c'erano  permessi e non erano state informate le autorità” poiché per andare in quella zona è richiesta l’autorizzazione.
 
Claudia Ruiz Massieu, ministro degli Esteri messicano ha chiesto maggiori approfondimenti su quanto accaduto e ha chiesto un supporto alle autorità egiziane nonchè il rimpatrio immediato dei cittadini messicani sopravvissuti.
 
Enrique Pena Nieto, Presidente messicano scrive su Twitter: “Il Messico condanna questi atti contro i nostri cittadini ed esige dal governo egiziano un'indagine esaustiva di quanto accaduto”.



GERMANIA, ACCOGLIENZA RIFUGIATI: BENVENUTI A BUCHENWALD

di Cinzia Marchegiani

Buchenwald – I treni portavano i deportati in Germania nelle seconda guerra mondiale, ora hanno portato i rifugiati accolti con tante bandierine e tanti slogan di benvenuto dagli stessi tedeschi. Ma il tempo degli scatti fotografici è terminato e ora per il governo tedesco viene il tempo di attuare l’emergenza migranti.

La Germania deve affrontare la nuova sfida, mancanza coordinamento. La Germania deve ora affrontare la nuova sfida, quella dell'emergenza accoglienza migranti che ha fatto gestire all’Italia, Grecia e Spagna. E già si stanno creando spaccature che non vengono raccontare a Bruxelles. Dalle notizie che emergono dai giornali tedeschi, si parla già di mancanza di coordinamento degli afflussi dei rifugiati. Hannelore Kraft, il socialdemocratico (SPD) governatore del Nord Reno-Westfalia (lo stato più popoloso della Germania) ha spiegato che il numero di rifugiati che si aspettano quest'anno probabilmente salirà a 800mila persone, ed ha anche chiarito che lo sforzo necessario per affrontare l'afflusso sarà molto maggiore di quanto si pensasse.

Prime difficoltà accertate. E' stata organizzata una conferenza dove sono stati convocati tutti i ministeri degli interni dello Stato oltre al Ministero degli Interni federale a Berlino, dove è emerso che il Paese non potrebbe non avere le capacità promettenti per attuare una reale accoglienza, oltre ad una gestione dei vari coordinamenti deludente. Bavaria si lamentava come le vie di accesso non sono controllate, mentre Schleswig-Holstein parlano di afflusso scoordinato nelle strutture di accoglienza.

L’ex campo di concentramento di Buchenwald apre a 21 richiedenti asilo. Per affrontare il crescente afflusso di rifugiati, le autorità della città tedesca di Schwerte nella regione della Ruhr, ha preso una decisione controversa: gli immigrati saranno alloggiati presso l'ex campo di concentramento nazista di Buchenwald. In una conferenza stampa le autorità di Schwerte hanno spiegato che in questo ex campo nazista saranno ospitati 21 richiedenti asilo. Gli edifici originali di Buchenwald sono stati distrutti dopo la fine della seconda guerra mondiale e le caserme che sono attualmente funzionali sono state costruite nel 1950. Ma è stato anche spiegato che si tratta di una soluzione di emergenza, quindi inevitabile.

Nel campo di Buchenwald si calcola siano stati uccisi 56mila esseri umani. Inaugurato nel 1937, la maggior parte dei primi detenuti erano prigionieri politici, ma in seguito agli attentati Kristallnacht nel 1938 quasi 10mila ebrei furono mandati a Buchenwald e sottoposti a trattamenti crudeli. Qui esperimenti medici sono stati condotti sui detenuti dal 1941, alcuni dei quali finalizzati a verificare l'efficacia dei vaccini e per cercare di curare l’omosessualità attraverso trapianti ormonali. Nel campo nazista ci sono stati 112mila prigionieri fino al febbraio del 1945 e divenne un'importante fonte di lavoro forzato per i nazisti.

La scelta del lager non è stata casuale. Infatti, all'interno di Buchenwald erano stati internati degli scienziati da cui ci si aspettava la massima collaborazione (alcuni degli internati cui ci si riferisce sono Ludwing Fleck, Balachowsky e Van Lingen. Prima di provare una nuova formulazione, i medici delle SS provarono sui deportati i vari vaccini già esistenti per verificarne/falsificarne l'effettiva efficacia. Gli esperimenti furono condotti nel blocco/baracca 46 del lager di Buchenwald. Almeno 200 furono i morti per questo tipo di esperimento.

L'arrivo dei rifugiati e nuovi scenari per la Germania. L’arrivo dei rifugiati è stato accolto con un party di benvenuto allegro ed emozionante, ma ora i giornali tedeschi si chiedono come la Germania affronterà questo problema che dovrà sopportare per molti anni: “Potrebbe essere che gli stranieri rimarranno stranieri, creeranno un nuovo sottoproletariato parallelo. Un giornale ipotizza: "Allo stesso tempo, potrebbe anche essere che la Germania stia risolvendo quei problemi che, senza l'immigrazione,  il paese dovrà affrontare nel 2040, come i problemi del mercato del lavoro, problemi dei fondi pensione e dei problemi di cura della vecchiaia”.
Insomma, alcuni quotidiani, ripropinano quello che alcuni economisti stanno già dichiarando da tempo, e cioè che l'Europa ha bisogno di 250 milioni di immigrati entro il 2050, per pagare le pensioni future e rendere giovane l'Europa che fa sempre meno figli. Peccato che questo loop è stato creato da politiche economiche che hanno strozzato le famiglie europee che hanno perso lavoro, casa e futuro. Ci si chiede a questo punto che tipo di lavori verranno assegnati ai nuovi europei importati dal continente africano…

 




L'AMERICA PIANGE LE VITTIME DELL'11 SETTEMBRE. L'ISIS MINACCIA ANCORA

di A.B.
 
Washington – Oggi l’America piange le vittime dell’attentato al World Trade Center che l’11 settembre del 2001 strappò la vita a quasi 3.000 persone tra cui 2.252 civili, 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. Quattordici anni fa New York si è svegliata con una tragedia che incombeva sui cieli della città, con il fumo che fuoriusciva dalle torri e con il simbolo di una città al passo con il progresso paralizzata da un improvviso e sconvolgente disastro che ha cambiato per sempre il volto di New York e il mondo. Ma oggi incombe un’altra minaccia contro gli Stati Uniti ad opera di al Qaeda. Su Twitter circolano diversi messaggi dove viene preannunciato un attacco hacker contro gli USA. I messaggi sono contraddistinti dall’hashtag #AmericanUnderHacks. L’organizzazione Site che monitora l’attività web dei terroristi jihadisti, precisamente la direttrice di Site, scrive che l’Isis avverte: “Voi controllate i cieli dei nostri Paesi (riferimento ai raid aerei in Siria ed Iraq) e ora noi siamo nel vostro Paese e non potete farci nulla”. Se avviene l’attacco significa che l’Isis ha rimpiazzato il capo hacker-jihadista Junaid Hussain (nome di battaglia Abu Hussain al-Britani) che è stato ucciso il 18 agosto scorso da un drone britannico. 



BUDAPEST, CAMERAMAN PRENDE A CALCI MIGRANTI IN FUGA: ECCO COSA E' ACCADUTO

di A.B.
 
Budapest – La questione immigrazione è molto sentita in diverse parti del mondo e al di là della bandiera politica che ogni soggetto supporta, l’intento comune dovrebbe essere affrontare tutto ciò nel modo più razionale possibile. Per coloro che immortalano i migranti durante le loro vicissitudini è diverso rispetto a chi ne parla in modo indiretto poiché vivono il momento in prima persona, vedono il dolore sotto gli occhi e ogni bandiera, ogni partito, ogni estremo opinione contraria sul “problema” dovrebbe annullarsi. Ma per la cameraman Petra Laszlo non è stato così: la donna lavorava per un’emittente ungherese vicina a un partito di estrema destra, stava filmando i tanti disordini di Raszke e come si evince dalle immagini, prende a calci i migranti, anche i bambini. Nelle foto si vede chiaramente che è lei, jeans e camicia, che oltre a firmare la corsa fa uno sgambetto ad un uomo che porta un bambino in braccio nel caos generale .
 
Il direttore dell’emittente N1tv ha annunciato il licenziamento della donna che si è comportata in modo inaccettabile. Il filmato è stato messo in rete dalla stessa emittente e sui vari social sono partiti gli insulti verso la giornalista che prende a calci gli immigrati. 



SPAGNA, SONDAGGI POLITICI: NON "PODEMOS" PIU'

di Silvio Rossi

 

Sembra terminare ancora prima di partire l’avventura del partito nato dal movimento degli Indignados. Se qualche mese fa l’ascesa del movimento sembrava inarrestabile, con la crisi dei partiti tradizionali e il legame all’altro nascente della sinistra europea, il partito greco di Syriza, le difficoltà incontrate dal premier greco, con le dimissioni e il conseguente rimpasto di governo, hanno gettato un’ombra di insicurezza anche sulle politiche di Pablo Iglesias.
In un recente sondaggio, commissionato da El Pais, Podemos si attesta al 15,7%, quasi doppiato dal Partito Popolare di Rajoy, che raggiunge il 28% delle preferenze. Un mese fa, un sondaggio di Metroscopia assegnava al partito di sinistra il 18%, un risultato comunque ritenuto negativo dai sostenitori di Podemos, che erano abituati ormai da diversi mesi a viaggiare ben oltre il 20%.


La grande ascesa del partito indignato è iniziata nell’aprile dello scorso anno.
Il partito, nato da pochi mesi, aveva iniziato a scalare le preferenze degli spagnoli, raggiungendo l’8% alle elezioni europee, con oltre 1,2 milioni di voti. Ma il successo maggiore arriva alla fine dell’estate, quando Podemos supera tutti gli altri partiti, raggiungendo l’apice della popolarità nel novembre 2014, quando un sondaggio del giornale El Pais, diventa potenzialmente il primo partito, con un 27,7% di consenso, superando il PP, che si fermava al 26%.


Nei primi mesi del 2015, grazie all’influenza di Tsipras, che vince le elezioni greche, e con la speranza di una federazione delle sinistre europee, che possano mettere in crisi l’attuale sistema politico continentale, l’ascesa di Podemos sembrava inarrestabile. Ma stiamo parlando di un’epoca molto lontana rispetto a oggi. Le difficoltà del principale alleato non potevano lasciare indenne Iglesias, e infatti la bolla che stava facendo lievitare il consenso dei contestatori spagnoli, si è sgonfiata, mostrando tutte le difficoltà nel presentare un programma politico convincente.




L'IMMIGRAZIONE SHOCK E L'IPOCRISIA: L'OPPOSIZIONE TEDESCA CHIEDE IL CONTO AGLI USA

Regno Unito e Francia valutano un'azione militare in Siria, presto arriveranno milioni di siriani in Europa grazie all’ISIS

di Cinzia Marchegiani

Una transumanza che non si arresta, tra molti profughi troviamo in verità assassini liberati dalle carceri libiche, gente che chiede asilo, ma solo in cerca di vita migliore, molti di loro prendono il posto nei centri di accoglienza a chi veramente scappa dalle guerre e dagli orrori perpetrati dall’Isis. Quelli li riconosci facilmente, disprezzano il cibo servito e contestano gli alloggi definendoli di “merda” perché lo scenario non è come se lo immaginavanp e gli era stato descritto. E come se non bastasse, senza alcun controllo possono vagare a qualsiasi ora, liberi di uccidere o stuprare. E questi atti, spesso e volentieri vengono anche giustificati: "Anche tra i nostri connazionali ci sono i delinquenti". Ora si sta preparando un’ondata migratoria eccezionale che ha allertato Francia e Regno unito. Certo, soltanto ora che hanno aperto le frontiere, ma solo ai profughi siriani, gli altri non sono neanche menzionati.

L’Italia invece, quella razzista, ha dato accoglienza oltre misura, ora anche il Vaticano farà questa fatica, assisterà due famiglie di migranti per parrocchia e ha chiesto alle diocesi italiane di accoglierne una, solo il tempo galantuomo potrà valutare come il mondo cristiano si è messo a disposizione. Ora si viene a conoscenza dal quotidiano britannico Domenica Express che più di 4.000 militanti dello Stato Islamico sono entrati nella UE come rifugiati, e l'operazione di trasferimento viene eseguita correttamente. Inoltre, la fonte dello Stato Islamico ha confermato che l'infiltrazione di estremisti è l'inizio di una vendetta per gli attacchi aerei della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.

 

Il Regno Unito dice basta. Così il Regno Unito, che fino ad oggi ha chiuso le frontiere anche a Calais dice di voler prendere 15.000 rifugiati provenienti dalla Siria e al contempo prepara un’azione militare proprio in Siria dove stranamente l’Isis ha continuato a distruggere vite umane, stuprando donne e bambini. Per alleviare la crisi che si sta massicciamente riversando sull’Europa, il Regno Unito ha deciso di cambiare strategia e sta decisamente considerando di lanciare un'offensiva militare e di intelligence contro i trafficanti di esseri umani, deviando aiuti esteri per la crisi come parte della revisione della spesa pubblica, sarà prevista una votazione agli inizi di ottobre al Parlamento per eseguire attacchi aerei in Siria.

 

Allerta EUROPA, milioni di Siriani in fuga. La notizia che gli jihadisti islamici in Siria minacciano di prendere il controllo della strada principale del paese, mette in allerta l’intera Europa, ciò potrebbe innescare un esodo di milioni di siriani.
Nelle ultime settimane infatti gli estremisti dello Stato Islamico si sono spostati verso la Siria occidentale distruggendo città antiche e monumenti di grande valore culturale e ora si trova a circa 35 km dall'autostrada M5, la "spina dorsale" della Siria – spiega Patrick Cockburn, un giornalista irlandese nel suo articolo The Indipendent – strada che collega Damasco a nord e ad ovest del paese, ancora sotto il controllo del governo. La maggior parte dei 17 milioni di siriani che ancora vivono nelle regioni controllate dal governo ora è minacciata dall’ISIS, e ciò farebbe aumentare il numero di sfollati in mondo esponenziale.

Germania, non è tutto oro quello che riluce. I politici dell'opposizione hanno accusato i paesi occidentali di essere la causa principale della crisi dei rifugiati che entrano in Europa. Anche la Germania si sta preparando per un afflusso senza precedenti di fino a 800.000 richiedenti asilo quest'anno. Una gran parte dei profughi che sono arrivati in Germania provengono da paesi in guerra e nelle regioni di crisi. Sahra Wagenknecht e Dietmar Bartsch, vice leader del gruppo parlamentare del principale partito di opposizione della Germania Die Linke accusa: "I Paesi occidentali sotto la guida degli Stati Uniti hanno destabilizzato intere regioni rendendo organizzazioni terroristiche". Lo Stato Islamico è stato indirettamente sostenuto e alimentato con il denaro e le armi da paesi alleati con la Germania, che ha portato milioni di persone in guerre brutali e guerre civili. Wagenknecht e Bartsch hanno esortato il governo tedesco a chiedere al governo degli Stati Uniti di pagare il conto della crisi che ha causato. Wagenknecht, che è considerato come uno dei più forti oppositori di azioni militari in Siria, ha anche invitato il governo tedesco a chiedere agli Stati Uniti di condividere i costi di prendere in rifugiati, ha riferito Spiegel Online.

Una guerra e immigrazione figlia di un non senso. Si accolgono popolazioni intere, le stesse che vengono cacciate dalle loro terre, dai loro affetti, da dolori indicibili, quando in realtà gli stessi Paesi esportano le armi. Per questo motivo gli stessi politici dell’opposizione tedesca hanno chiesto la fine immediata alle esportazioni di armi e per un aumento degli aiuti allo sviluppo della Germania, nonché il suo contributo al Programma alimentare mondiale, nel tentativo di affrontare le cause di persone in fuga da paesi in guerra.

Lo scrittore Chen Shilei accusa l’Usa e anche i suoi alleati europei. Anche lo scrittore Chen Shilei accusa questa ipocrisia tutta occidentale sul giornale Xinhua: “Quando l'Europa ha davanti una marea di profughi, è giunto il momento per il suo alleato oltre oceano, gli Stati Uniti, di abbandonare il suo atteggiamento "wait-and-see" (mdr aspetta e vedi) e intraprendere azioni concrete per risolvere la crisi acuta”.
Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha detto che più di 300.000 rifugiati – 80 per cento dei quali provenienti da Siria – sono entrati in Europa attraverso il Mediterraneo da gennaio ad agosto, superando il numero dello scorso anno nel suo complesso.
Si legge che il numero totale di rifugiati in fuga verso l'Europa, alcuni dei quali venne anche dall'Iraq, Yemen, Libia ed Egitto, si stima abbia raggiunto 1.000.000. Chen Shilei,  spiega: “Tale massiccia migrazione non è il risultato di casi isolati di aver rubato in altri paesi, ma uno sfogo delle crisi umanitarie in alcuni paesi in guerra, in cui i diritti umani fondamentali delle persone non sono garantite. E gli Stati Uniti dovrebbero essere incolpati principalmente per la loro situazione caotica per l'avvio delle guerre o destabilizzare attraverso vari mezzi.


Prendete l'Iraq come esempio. Nel 2003, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna bypassato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e unilateralmente hanno lanciato attacchi militari contro l'Iraq, sostenendo che il paese ha nascosto le armi di distruzione di massa e di terroristi sostenuti. Il loro vero motivo era in realtà per rovesciare il regime anti-Usa Saddam. Circa 162.000 iracheni hanno perso la vita nella guerra e diversi milioni di civili sono fuggiti nella vicina Giordania e la Siria, contribuendo indirettamente a crisi dei rifugiati di oggi in Europa. Più tardi, nel 2010, le cosiddette rivolte della primavera araba inghiottito Tunisia, Egitto, Libia, Yemen e Siria, provocando sconvolgimenti politici, depressione economica e disordini sociali in questi paesi. Gruppi estremisti, come lo Stato Islamico hanno anche iniziato a mettere radici e hanno lanciato attacchi efferati, causando un flusso massiccio di richiedenti asilo in Europa
”.

Stati Uniti, il responsabile delle migrazioni, non ha alcun piano per accogliere i profughi. Chen Shilei fa la panoramica di come le nazioni europee, anche se in ritardo si stanno attivando per l’accoglienza e accusa invece gli Stati Uniti: “E’ il principale responsabile della crisi, tuttavia, non ha mostrato segni di pianificazione di aumentare significativamente la propria assunzione di rifugiati, nonostante la sua promessa di fornire 4 miliardi di dollari USA per il sollievo dei rifugiati. Molte lezioni si possono trarre dalla crisi dei rifugiati in corso in Europa, il più importante dei quali è che Washington dovrebbe riflettere la sua politica per imporre la ‘democrazia americana’ su altri paesi, che ha portato solo alla turbolenza, l'uccisione e sfollamento di civili lì. Mentre gli Stati Uniti non si prevede di adeguare drasticamente sua politica estera durante la notte, proprio ora, dovrebbe onorare il suo obbligo morale e intraprendere azioni concrete per aiutare l'UE a risolvere la crisi dei rifugiati”.

Disegni geopolitici e le solite ipocrisie di chi dice "no" alla guerra e poi vende armi e alimenta guerre che stanno cambiando la politica di questo pianeta. Questa sarà ricordata come la peggiore di tutte le favole e raccontate anche male. L'ipocrisia di una guerra che ancora non ha un nome.




MARO', SALVATORE GIRONE: "STO MALE, VOGLIO TORNARE IN ITALIA"

di Angelo Barraco
 
Si continua a parlare dei Marò e precisamente di Salvatore Girone che è stato colpito da febbre Dengue, una malattia tropicale che viene trasmessa tramite le zanzare.
Ci sono 4 sierotipi diversi di virus, ed è possibile infettarsi prima con uno e poi con un altro, se nella zona circolano più sierotipi.
 
Il fuciliere Salvatore Girone inizialmente era stato ricoverato in ospedale ma sin da subito la situazione non era grave, due medici italiani era andati ad assisterlo e a consultarsi con i colleghi indiani. Girone è stato dimesso di recente dall’ospedale poiché le sue condizioni di salute sono state ritenute buone ed i medici italiani che sono andati ad assisterlo sono stati rimandati indietro. I due medici hanno collaborato con i colleghi indiani e valutato le terapie da applicare al fuciliere.
 
Intanto Girone dal suo canto dice di essere ancora ammalato e che i suoi valori non sono perfetti come lo erano prima che contraesse la malattia. Girone vorrebbe curarsi nella sua casa natale, aggiunge “così come spetterebbe ad ogni dipendente statale militare. Ma io non posso visto il mio stato detentivo illegale”.
 
Per Massimiliano Latorre invece il rientro è stato possibile e sono per lui altri 6 mesi in Italia, una decisione arrivata nella mattinata del 13 luglio 2015 dalla Corte Suprema indiana che ha scelto di prolungare la permanenza per motivi di salute. Ricordiamo inoltre che già nel 2014 Latorre era stato trasferito nel nostro paese per curarsi a seguito di un’ischemia transitoria. I due rimarranno separati. Intanto il processo continua, la nuova udienza è fissata per il prossimo 13 gennaio e servirà per fare il punto sulla situazione. La decisione era attesa dopo la sentenza pronunciata ad Amburgo dal Tribunale del Mare lo scorso 24 agosto. 
 
La vicenda: La storia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ha inizio il 15 febbraio 2012, quando due pescatori indiani, Valentie Jalstine e Ajesh Binki vengono uccisi da colpi di arma da fuoco, a bordo della loro barca, a largo delle coste del Kerala. I principali accusati per la loro morte sono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che prestavano servizio anti pirateria sulla petroliera Enrica Lexie. I due Marò sostengono di aver sparato in aria come avvertimento. Il fatto sarebbe avvenuto in acque internazionali a sud dell’India. Il 19 febbraio 2012 ai due marò scatta il fermo, per il governo indiano non vi è dubbio alcuno che, trattandosi di un peschereccio indiano e di due vittime indiane, si debba attuare la legge territoriale. Per l’ambasciatore Giacomo Sanfelice, l’episodio era avvenuto su una nave battente bandiera italiana, oltretutto l’episodio era avvenuto in acque internazionali. Il 20 febbraio 2012 il villaggio di Kollam, nel cuore dell’India del Kerala, diventa un’area piena di una folla inferocita e di militanti politici che inveiscono contro i Marò che giungono in quel villaggio per l’avvio del procedimento giudiziario. I militanti politici gridano “Italiani mascalzoni, dateci i colpevoli, giustizia per i nostri pescatori, massima pena per i marines”. Il 24 marzo 2012, la Corte del Kerala afferma che l’atto compiuto dai Marò “E’ stato un atto di terrorismo”, e tale affermazione accende la tensione tra Italia ed India. Il 10 aprile 2012, dall’India arriva la notizia che la perizia balistica andrebbe a sfavore di Latorre e Girone. Un responsabile del laboratorio di Trivandrum conferma che i proiettili sono compatibili con i mitragliatori usati da Latorre e Girone. Il 5 maggio 2012, dopo 80 giorni di sosta forzata presso il porto di Kochi, nel sud dell’India, la petroliera Enrica Lexie salpa dopo aver ottenuto i permessi. La nave fa rotta sullo Sri Lanka e con essa vi sono 24 uomini di equipaggio e 4 militari dell’unità antipirateria, non partono ovviamente Latorre e Girone. Il 13 maggio 2012 anche il sottosegretario agli esteri, Staffan De Mistura torna in India per proseguire l’azione per il rilascio dei Marò e afferma il suo essere ottimista e che non vi è alternativa al rilascio. Il 25 maggio 2012, dopo aver passato 3 mesi nel carcere indiano di Trivandrum, Latorre e Girone vengono trasferiti in una struttura a Kochi e viene loro concessa la libertà su cauzione e il divieto di lasciare la città. Il 20 dicembre 2012 la loro richiesta di poter avere un permesso speciale e poter trascorrere le festività natalizie in Italia viene accolta, con l’obbligo di tornare in India entro in 10 gennaio. Latorre e Girone atterrano il 22 dicembre a Roma e ripartono il 3 gennaio. Il 18 gennaio 2013 la Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso e chiede che il processo venga affidato ad un tribunale speciale da costituire a New Delhi. Il 22 febbraio 2013 la Corte Suprema indiana concede ai due Marò il rientro in Italia, per quattro settimane, per votare. Il 9 marzo 2013 il governo indiano avvia a New Delhi le procedure per la costituzione del tribunale speciale. L’11 marzo 2013 l’Italia decide che i due Marò non rientreranno in India perché New Delhi ha violato il diritto internazionale. Roma si dice disponibile a giungere ad un accordo. Il 12 Marzo 2013, New Delhi convoca l’ambasciatore italiano Daniele Mancini, esigendo il rispetto delle leggi. Il giorno successivo, 13 marzo, il premier indiano Manmohan Singh minaccia seri provvedimenti e vi sono anche le dimissioni dell’avvocato Marò in India, Haris Salve. Il 14 marzo 2013 la Corte Suprema indiana ordina all’ambasciatore italiano Mancini di non lasciare l’India. Vi è anche un intervento di Napoletano che propone una soluzione basata sul diritto internazionale. Tre giorni dopo la Corte Suprema indiana decide di non riconoscere l’immunità diplomatica di Mancini, la reazione che ha l’Italia è quella di accusare l’India di Evidente violazione della convenzione di Vienna. Il 20 marzo 2013, la procura militare di Roma sentirà i due Marò e riferisce che sono indagati per “Violata consegna aggravata”. Il 21 marzo 2013 è un giorno in cui tutto si capovolge, Palazzo Chigi annuncia che i due Marò torneranno in India, precisando che in cambia è stata ottenuta un’assicurazione scritta sul trattamento e la tutela dei diritti dei due militari, viene precisato anche che l’India ha garantito che non ci sarà la pena di morte. Il 22 marzo 2013 i due Marò rientrano in India e si trasferiscono all’ambasciata italiana a Delhi. Il ministro degli esteri indiano Salman Kurshid dichiara che il processo in India che vede imputati i due Marò non prevede la pena di morte. Il 25 marzo 2013 è costituito il tribunare per giudicare i due militari, a New Delhi. Il tribunale ha potere di imporre pene solo fino a 7 anni di carcere. L’11 novembre 2013, durante le indagini vengono ascoltati altri 4 militari che si trovavano a bordo della Enrica Lexie. C’è una perizia della marina secondo cui gli spari arriverebbero dalle loro armi e non dalle armi di Latorre e Girone. Il 28 marzo 2014 vi è una nuova svolta sul caso, la Corte Suprema indiana accoglie il ricorso presentato dai due fucilieri. I giudici hanno sospeso il processo a carico dei Marò presso il tribunale speciale. Il 12 settembre 2014 i giudici indiani danno a Latorre il via libera per un rientro di 4 mesi in Italia per problemi di salute. Il 16 dicembre 2014 la Corte Suprema indiana ha negato le istanze di Latorre e Girone. Latorre chiedeva un’estensione del suo permesso in Italia. Girone chiedeva invece di poter trascorrere le festività in Italia.



EUROPA, IMMIGRAZIONE E… LA PRESA DI COSCIENZA DOPO LA FOTO DEL BAMBINO MORTO

di Angelo Barraco
 
Aveva la faccia in acqua il piccolo Aylan, il bambino profugo trovato cadavere nella spiaggia di Bodrum. L’immagine ha fatto il giro del mondo e ha scosso le coscienze anche di chi nutriva sentimenti di ripudio nei riguardi degli immigrati. Ma davvero si deve arrivare al limite, alla morte in questo caso, per capire che il problema dell’immigrazione è serio e va affrontato con l’unione di tutti gli stati europei? Evidentemente la risposta è si poiché davanti a questa foto così triste e disarmante, l’Unione Europea adesso cerca risposte su questa crisi umanitaria. Adesso la Commissione Europea chiederà agli Stati di dividersi l’accoglienza. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, illustrerà le nuove misure nel discorso sullo Stato dell’Unione e intanto sia Francia che Germania si preparano all’accoglienza dei migranti. Ma anche gli USA sono molto preoccupati per la situazione europea che riguarda gli immigrati che tentano invano di raggiungere le nostre coste, e dopo aver visto la foto del bimbo di 3 anni morto, si è risvegliato nelle coscienze dei poteri forti il problema da affrontare: “Si tratta di un grande problema”, inoltre il generale Martin Dempsey riferisce “dobbiamo affrontare sia unilateralmente che con i nostri partner questa questione come un problema generazionale, e organizzarci e preparare le risorse ad un livello sostenibile per gestire (questa crisi dei migranti) per (i prossimi) 20 anni”. Intanto l’irreprensibile Germania fa un passo avanti dicendo che è pronta ad accogliere 800.000 richiedenti asilo nel 2015, un numero quattro volte superiore rispetto a quello dell’anno scorso, intanto le città spagnole di  Barcellona, Saragozza, Pamplona, Valencia, Malaga, La Coruna e Madrid avviano una gara di solidarietà per accogliere gli immigrati. Anche nei confronti del Regno Unito si è mosso qualcosa, 130mila persone hanno firmato online affinchè il Regno Unito accolga un numero maggiore di immigrati. Intanto qualche giorno fa un’altra notizia aveva scosso gli animi, ovvero che la polizia ceca aveva segnalato gli immigrati con un numero scritto sulla pelle, notizia che ha portato alla mente vecchie stragi mondiali e ha riacceso un fuoco di polemica. Ciò che emerge è che la polizia ceca ha smesso di segnalare i profughi con un numero ma da ora in poi utilizzeranno braccialetti con dati di identificazione. Intanto interviene anche Putin in merito alla crisi europea riferendo che era prevedibile e che la Russia aveva “avvertito della vastità del problema”. Putin sostiene inoltre che l’Ue ha “ciecamente seguito la politica Usa verso la Siria. I Siriani che abbandonano il loro Paese non lo fanno per il governo di Assad ma per colpa di Isis”. 



GRECIA E CASAPOUND: ARRIVA LA SOLIDARIETA’ DALL'ITALIA CON 10 TONNELLATE DI AIUTI UMANITARI

 

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di Cinzia Marchegiani

Atene – La Grecia è una nazione allo stremo, colpita nella dignità da politiche che nulla hanno a che vedere con la nascita del sogno europeo. Chi pensa che sia solo frutto di giornalismo di quart’ordine basti conoscere lo stato di mal nutrimento dei bambini, tanto che è stato attivato uno studio inedito in questo scenario da terza guerra mondiale, dove le armi invisibili utilizzate non producono rumore, ma solo morti, povertà e isolamento.

Uno nuovo studio del dottor Anastasios Papadimitriou, autore senior dello Acta Paediatrica pubblicato ad agosto 2015 dimostra senza ombra di dubbio come i livelli di peso dei bambini greci è sceso durante la crisi economica, per un periodo di 2,5 anni, poco prima e durante i primi anni della crisi economica greca. Poiché questo studio ha coinciso con lo scoppio della crisi economica greca, la stessa analisi suggerisce che i cambiamenti possono essere correlati alle condizioni non ottimali che una percentuale significativa della popolazione greca vissuto in quel periodo. L’autore ha spiegato: "Se i nostri risultati sono stati verificati da altri studi, che suggerirebbero che le crisi economiche hanno un rapido effetto sfavorevole del peso della popolazione più vulnerabili, cioè i bambini". 

CasaPound Italia, sempre in trincea nell’aiutare chi vive in un mondo di stenti non solo in Italia, è andata ieri ad Atene in soccorso alla crisi, qui la povertà è arrivata nella pancia dei bambini, smilsi, deboli.

La campagna "Per Grecia con la Grecia" porta la solidarietà con 10 tonnellate di alimenti. Una delegazione guidata dal leader di Cpi Gianluca Iannone è partita alla volta di Atene per consegnare alla popolazione strozzata dalle banche e dalla crisi gli aiuti umanitari raccolti con la campagna "Per la Grecia, con la Grecia" avviata a luglio scorso che ha permesso di raccogliere circa dieci tonnellate di beni di prima necessità messe insieme grazie alla generosità degli italiani e all'impegno di tutte le sedi del movimento che hanno partecipato all'iniziativa. Gli aiuti sono stati distribuiti questa nella mattina di ieri dai militanti di CasaPound e di Alba Dorata, che, insieme, hanno accolto centinaia di cittadini in difficoltà nella sede centrale di Alba Dorata ad Atene. Un'iniziativa, quella della raccolta solidale, su cui da anni entrambi i movimenti sono in prima linea.

Il ledea Iannone spiega: "CasaPound ogni settimana distribuisce aiuti agli italiani, ma oggi ha voluto portare il suo sostegno alla Grecia. Questa è la vera Europa della solidarietà, popoli fratelli che fanno fronte comune per uscire dalla speculazione e dalla crisi, non certo quella a cui si richiamano senza costrutto Renzi, Merkel e Hollande. La Grecia, dopo essere stata derubata e ridotta alla fame da Bce e Fondo monetario, ora, come l'Italia, si trova costretta ad affrontare un'invasione come mai si era vista prima: Ma Italia e Grecia sono due nazioni sorelle e non si lasceranno mettere all'angolo da chi ritiene di poterle ridurre a terre di conquista". E Iannone ricorda…."Questa è la vera Europa della solidarietà".