Finlandia, Helsinki continua a investire nel turismo sostenibile

Quando l’estate scorsa la stagione turistica di Helsinki si approssimava verso l’autunno, l’umore era cautamente fiducioso: i pernottamenti negli alberghi erano in aumento, la scena degli eventi era ricca e variegata e il numero di utenti di informazioni turistiche era alto, il che indicava che i turisti erano di nuovo in movimento e curiosi di fare nuove esperienze. A volte si sono verificate persino delle sfide in termini di disponibilità. Finanziato dalla città di Helsinki, il progetto “Crescita sostenibile per il turismo: Finlandia meridionale” fornisce alle imprese di viaggio supporto e formazione per soddisfare le esigenze dei loro clienti. Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di aumentare la competitività di queste aziende e aiutarle a sviluppare nuovi prodotti turistici per il mercato globale.
 
 
Prodotti turistici sostenibili e strategia dei dati in sviluppo in autunno
 
Dall’autunno del 2022 sono avviati nuovi seminari per la produzione di servizi turistici sostenibili, organizzati dal progetto di crescita sostenibile, ai quali è possibile partecipare sia di persona che a distanza. I seminari iniziano con la pianificazione delle idee e terminano con la commercializzazione e la vendita di prodotti concreti, ad esempio nel corso della fiera internazionale turistica, Matka Nordic Travel Fair nel gennaio 2023. Il progetto di crescita sostenibile sostiene anche la guida e la commercializzazione dei prodotti attraverso aiuti de minimis. Sempre durante l’autunno in corso, alle aziende è offerta anche una formazione sulla gestione basata sulla conoscenza. Grazie a questa formazione, le imprese di viaggi possono imparare ad utilizzare meglio i dati nelle loro operazioni commerciali. Il corso insegna loro a conoscere i vari servizi di dati del settore turistico ed ad utilizzare lo strumento Power BI, e consente loro di costruire le proprie strategie sui dati con l’aiuto di esperti. In linea con la sua strategia,la città di  Helsinki punta ad essere un apripista globale ed a trovare soluzioni quando si tratta di sostenibilità dei settori del turismo e dell’organizzazione di eventi. Gli esempi sopra riportati fanno parte delle misure pratiche con cui la città invita gli imprenditori a partecipare alla soluzione delle sfide dell’industria dei viaggi e a creare le condizioni adatte per un turismo sostenibile.
 
 
Helsinki aiuta le imprese a ottenere il marchio Sustainable Travel Finland
 
All’inizio della scorsa estate, il progetto ‘Crescita sostenibile per il turismo’ ha organizzato un corso di formazione per le aziende del settore affinché potessero ricevere il marchio Sustainable Travel Finland (STF). Il marchio STF aiuta le imprese di viaggio a comunicare ai turisti sempre più coscienziosi le modalità con cui si impegnano a sviluppare le proprie attività secondo principi sostenibili. Attualmente, circa 80 aziende stanno lavorando per ottenere questo marchio, 30 delle quali hanno iniziato il processo come risultato del progetto. Un numero simile di imprese si sta impegnando per ottenere un certificato ambientale di loro scelta con l’aiuto degli aiuti de minimis concessi dal progetto ‘Crescita sostenibile per il turismo’, il quale ha ricevuto un riscontro eccezionalmente positivo per aver fatto il possibile per aiutare le imprese a completare il loro percorso STF. I responsabili del progetto sono consapevoli che molti imprenditori hanno tempo ed energie limitati e che, se si lavora da soli, le cose non essenziali tendono a essere messe in secondo piano, indipendentemente dalla loro importanza”, evidenzia la responsabile del progetto, Jonna Pitkänen, “pertanto, vorrei ricordare alle aziende di viaggi già conosciute le nostre operazioni ed invitare altri imprenditori a partecipare. Il nostro progetto ha le risorse necessarie anche per loro”, continua Pitkänen. La nuova formazione STF sarà disponibile per le imprese di viaggi anche all’inizio del 2023. Il modo migliore per rimanere informati su questo e altri tipi di formazione offerti dal progetto è iscriversi al bollettino del progetto e seguire il calendario degli eventi (links in finlandese). Secondo la responsabile del turismo della capitale finlandese, Nina Vesterinen, studi dimostrano che le aziende che operano in modo più sostenibile sono anche più competitive, poiché la sostenibilità come marchio aumenta le entrate e porta consapevolezza. Secondo Vesterinen, produttività e sostenibilità non sono incompatibili, come a volte si pensa. La sostenibilità economica è parte di un insieme sostenibile, insieme alla sostenibilità sociale, culturale e ambientale. Inoltre, le aziende sostenibili sono di interesse per le persone in cerca di lavoro, quindi la sostenibilità è una risorsa in termini di attrazione dei dipendenti. La città di Helsinki offre strumenti concreti che aiutano a promuovere la sostenibilità: ha svolto un ruolo importante nella creazione di un calcolatore dell’impronta di carbonio utilizzato a livello nazionale. Inoltre, la città offre sessioni di esercitazioni sul percorso Visit Finland’s Sustainable Travel Finland e sostiene, come detto, le aziende nell’ottenimento di un certificato ambientale. queste attività sono, in definitiva, il risultato della cooperazione tra la città e gli imprenditori. Vesterinen riassume la cooperazione e i suoi obiettivi in due parole: “Di più, insieme”.
 
 
Tendenza
 
Anche il turista italiano è sempre più attratto dal turismo sostenibile da sperimentare in Finlandia, lo dimostra il crescente interesse per pacchetti completi il cui obiettivo principale è la visione delle aurore boreali nella rigida natura invernale finlandese o dalle escursioni in slitte trainate da cani husky. La stagione appena passata ha fatto riavvicinare i dati del turismo italiano in Finlandia ai dati prepandemia, quelli del 2019: nei primi 9 mesi del 2022, a fronte dello stesso periodo 2019, gli italiani arrivati in tutte le strutture ricettive sono ammontati a 49,005, per complessivi 112,342 pernottamenti,  il + 248.6% rispetto allo stesso periodo del 2021.
 
 
 
Tulevat Tapahtumat – Kestävää nostetta matkailuyrityksiin: Etelä-Suomi (kestavaanostetta.fi)
 
Sustainable growth for Tourism: Southern Finland (kestavaanostetta.fi)
 
 




La Ocean Viking – ‘respinta’ dall’Italia diretta a Marsiglia. La Francia: «Comportamento inaccettabile»

C’è chi tocca finalmente il suolo italiano e chi invece è ancora in mare, diretto però verso la Francia.

Si definiscono i destini dei migranti salvati dalle Ong e la premier Giorgia Meloni rivendica la linea tenuta in questi giorni dall’esecutivo: “in tema di sicurezza e contrasto all’immigrazione illegale, gli italiani si sono espressi alle urne, scegliendo il nostro programma e la nostra visione.

I cittadini ci hanno chiesto di difendere i confini italiani e questo governo non tradirà la parola data”.E poi mostra apprezzamento per la Francia, che – dice – “condivide la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri stati”. E’ importante proseguire in questa linea con gli Stati più esposti, così da trovare una soluzione condivisa e comune. L’emergenza immigrazione è un tema europeo e come tale deve essere affrontato”. La Ocean Viking – ‘respinta’ dall’Italia – è in navigazione verso Marsiglia; la Rise Above ha invece sbarcato a Reggio Calabria subito tutti i suoi 89 ‘ospiti’ ed è subito ripartita ed anche per le altre due navi nel porto di Catania c’è finalmente la soluzione: la Geo Barents ha avuto l’ok a far scendere il suo “carico residuale”, cioè le persone che non erano state considerate vulnerabili dopo la prima ispezione dei medici dell’Usmaf. La stessa cosa è successa qualche ora dopo con la Humanity One.La Francia, in serata, denuncia il “comportamento inaccettabile” dell’Italia riguardo alla vicenda che ha coinvolto la nave Ocean Viking con a bordo i migranti. L’atteggiamento delle autorità italiane è “contrario al diritto del mare e allo spirito di solidarietà europea”, ha dichiarato una fonte del governo francese all’Afp. “Ci aspettiamo altro da un Paese che oggi è il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà europeo”, ha aggiunto la fonte riguardo al rifiuto delle autorità italiane a far entrare in porto la nave Ocean Viking.E mentre la Commissione europea ricorda all’Italia che ha il dovere di garantire ai migranti l’accesso alle procedure per l’asilo, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, respinge con nettezza gli attacchi: “non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. Matteo Salvini per una volta non replica ma si limita ad esultare per la partenza della Ocean Viking verso la Francia: “bene così. L’aria è cambiata”. Ma la partita politica non è chiusa, con il Pd che chiede a Piantedosi di riferire in Aula Senato su quanto sta accadendo ed il segretario Enrico Letta che definisce “la selezione dei disperati una aberrazione e uno schiaffo alla civiltà e allo Stato di diritto”. Una nave se ne va, dunque. La Ocean Viking – bandiera norvegese, della ong francese Sos Mediterranee – è diretta a Marsiglia. La decisione di Parigi di accoglierla arriva dopo un colloquio ieri sera tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il capo dello Stato francese, Emmanuel Macron. Secondo quanto riferito all’ANSA da una fonte del ministero dell’Interno francese, l’Italia è “rimasta ferma sulle sue posizioni” e così è stato anche “oggi pomeriggio in un ultimo contatto telefonico fra i ministri Matteo Piantedosi e Gérald Darmanin”.




Elezioni Midterm Usa, i repubblicani avanzano per la conquista della Camera

A poche ore dalla chiusura dei seggi per le elezioni di Midterm, i repubblicani avanzano lentamente verso la conquista della Camera mentre il Senato resta in bilico, appeso a sfide ancora testa a testa come quelle in Pennsylvania tra il vice governatore dem John Fetterman e il chirurgo Mehmet Oz e in Georgia tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker.Per ora però non si è materializzata quell’ondata rossa in cui sperava il Grand Old Party e i democratici sembrano aver evitato almeno la catastrofe.Secondo gli ultimi dati aggiornali, il partito dell’Elefante ha strappato sei seggi alla Camera (solo 1 i dem), mentre nella Camera alta è parità (46 a 46 con 8 Stati ancora da assegnare).

Si teme che occorrerrano forse giorni per avere i risultati finali, mentre incombe il rischio di un nuovo caos e di nuove cause, come quelle che hanno minacciato i repubblicani. A sollevare i primi sospetti è stato Donald Trump dopo una serie di problemi tecnici verificatisi in due stati in bilico, Arizona e Michigan. “Sta accadendo la stessa cosa che successe nel 2020 con i brogli elettorali?”, ha chiesto sul suo social Truth, puntando il dito contro le disfunzioni a Detroit e nella contea di Maricopa (che comprende Phoenix), dove e’ stato respinto un ricorso del Grand Old Party per posticipare la chiusura dei seggi.Il tycoon attende comunque di misurare la sua presa sul partito con le vittorie dei suoi candidati. E se gli è andata bene in alcuni duelli, come con il finanziere-scrittore JDVance, salito alle cronache per il suo libro divenuto poi un film su Netflix ‘Hillbilly Elegy’, in Pennsylvanya ha preso un sonoro ceffone con la sconfitta del suo alleato (negazionista) Doug Mastriano, battuto dall’attorney general dem Josh Shapiro nella corsa a governatore. Il partito dell’Asinello vince la gara per il governatore anche nei feudi della California con Gavin Newsom (come previsto) e di New York con Kathy Hochul (tra qualche difficoltà), ma la perde in Georgia con Stacey Abrams, sconfitta per la seconda volta da Brian Kemp (un repubblicano ostile a Trump). Un flop in serie che si aggiunge a quello di Beto O’Rourke nella corsa in Texas per il Senato, terza debable consecutiva in 4 anni.Tanti i primati di questa tornata elettorale: tra gli altri la dem Maura Healey, prima donna e prima candidata apertamente gay ad essere eletta governatrice del Massachusetts, il dem Wes Moore primo governatore afroamericano del Maryland, il 25enne Maxwell Alejandro Frost primo membro della generazione Z ad ottenere un posto al Congresso, tutti del partito democratico.




Putin: “Il rischio di un conflitto nel mondo resta molto alto”

Il potenziale di conflitto nel mondo nel suo insieme, così come a livello regionale, rimane molto alto.

Stanno emergendo nuovi rischi e sfide per la sicurezza collettiva, principalmente a causa di un forte aggravamento del confronto geopolitico globale”.

Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in una riunione del Consiglio dei capi delle agenzie di sicurezza e dei servizi speciali dei paesi della Csi. Lo riporta la Tass.

“L’Ucraina è diventata uno strumento della politica estera degli Usa e ha praticamente perso la propria sovranità”. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che estende fino al 31 dicembre prossimo le limitazioni al commercio su alcuni tipi di prodotti e materie prime con i cosiddetti Paesi ostili. Ne dà notizia l’agenzia Ria Novosti.

Putin ha osservato delle esercitazioni delle “forze di deterrenza strategica” russe: lo riporta l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, secondo la quale “hanno avuto luogo lanci pratici di missili balistici e da crociera” e “gli aerei Tu-95Ms sono stati utilizzati per lanciare missili da crociera lanciati dall’aria”.

Il monito della Nato
“Vladimir Putin sta perdendo sul terreno e sta rispondendo con attacchi sui civili e con una retorica nucleare”. La Russia “non usi falsi pretesti per una escalation. La Nato non sarà intimidita nel suo sostegno” all’Ucraina. “La Nato difenderà tutti gli Alleati”. Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ricevendo il premier della Romania Nicolae Ciuca a Bruxelles

La posizione di Tajani
“Non c’è pace senza giustizia e la giustizia in questo caso è la sovranità dell’Ucraina. Qui si tratta di proteggere la libertà di un popolo che non può essere conculcata con la violenza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo al Convegno internazionale per i 50 anni della fondazione dell’Avsi al Maxxi di Roma.

La guerra sul campo
Secondo Kiev, undici civili sono morti e altri 14 sono rimasti feriti in Ucraina nelle ultime 24 ore a causa di attacchi russi.

“Più di 70.000” civili hanno lasciato le loro case “in una settimana” nella regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale, dopo che le autorità di occupazione filo-russe hanno iniziato l’evacuazione il 19 ottobre. Lo hanno reso noto oggi le autorità filorusse. “Sono sicuro che più di 70.000 (persone) sono partite in una settimana da quando è stata organizzata la traversata” dalla riva destra del fiume Dnipro alla riva sinistra, più lontano dal fronte, ha affermato Vladimir Saldo, capo dell’occupazione russa amministrazione, in diretta sul canale televisivo Krym 24. 

Nella tarda serata di ieri, intanto, i russi hanno attaccato Dnipro, città dell’Ucraina orientale, facendo almeno 2 morti e 3 feriti. Sui social network sono apparse segnalazioni di esplosioni e incendi, successivamente confermate. “I terroristi russi hanno lanciato i loro razzi in città”, ha fatto sapere l’ufficio del presidente secondo l’agenzia ucraina Unian.

Se la Russia impiega una ‘bomba sporca’ o altro tipo di armi nucleari in Ucraina, “ci saranno conseguenze”: lo ha detto in un briefing il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Queste conseguenze sono state comunicate a Mosca a vari livelli, ha aggiunto, ribadendo che le accuse russe secondo cui Kiev sta preparando una ‘bomba sporca’ sono palesemente false.

L’Ucraina ha ricevuto nei giorni scorsi dagli Stati Uniti gli attesi sistemi missilistici terra-aria NASAMS, che Kiev dispiegherà per far fronte agli attacchi degli elicotteri, dei missili da crociera ma soprattutto dei micidiali droni kamikaze Shahed-136 di produzione iraniana usati dalle forze russe. Intervistato ieri dalla CNBC, Greg Hayes – ad del gruppo aerospaziale e della difesa Raytheon Technologies che produce gli NASAMS – ha affermato che il gruppo ha consegnato due di questi sistemi al Pentagono, aggiungendo che ora vengono installati in Ucraina.

La Russia intanto starebbe reclutando commando afghani per combattere in Ucraina: lo scrive il magazine Foreign Policy, che cita fonti militari e della sicurezza afghana. Ex membri del Corpo d’élite dell’esercito nazionale afghano hanno riferito di essere stati contattati con offerte per unirsi all’esercito russo e combattere in Ucraina, scrive Foreign Policy. Le stesse fonti sottolineano che la forza di fanteria leggera addestrata dagli Stati Uniti, che ha combattuto a fianco delle forze speciali statunitensi e di altri alleati per quasi 20 anni, potrebbe fare la differenza sul campo di battaglia ucraino. Nel complesso tra i 20mila e i 30mila soldati volontari del Corpo d’élite afghano sono stati abbandonati quando gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan ai Talebani nell’agosto del 2021, ricorda il magazine: solo poche centinaia di alti ufficiali sono stati evacuati quando la Repubblica è crollata e migliaia di soldati sono fuggiti verso i Paesi vicini.




Covid, Cina: in 900mila tornano in lockdown a Wuhan

La città cinese di Wuhan, capoluogo della provincia dell’Hubei dove a fine 2019 si registrarono i primi casi di Covid.19, ha bloccato uno dei suoi distretti centrali dopo che sono stati segnalato 18 infezioni, in linea con la politica draconiana della ‘tolleranza zero’ supportata dal presidente Xi Jinping.

A circa 900.000 residenti del distretto di Hanyang è stato detto di rimanere nelle proprie case a partire da oggi, secondo le autorità locali, con il blocco previsto fino a domenica, tutte le attività non essenziali sono state chiuse, ad eccezione di supermercati e farmacie.

Le foto pubblicate sui social media cinesi hanno mostrato le barriere erette ad Hanyang, apparentemente per impedire alle persone di andarsene.
A Wuhan sono stati registrati 18 casi di Covid nella comunità, sufficienti a paralizzare quasi un milione di persone.

La politica ‘zero Covid’, che ha la sua origine nei primi giorni della pandemia a Wuhan, utilizza blocchi, test di massa e restrizioni ai viaggi per contenere la diffusione del virus: l’approccio, che Xi ha difeso considerandolo necessario per aver salvato vite umane, sta causando un diffuso sconvolgimento sociale ed economico. 




Putin introduce la legge marziale nelle regioni annesse

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto in base al quale la legge marziale viene introdotta nelle quattro regioni ucraine che la Russia ha annesso illegalmente: quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e di Kherson, riporta la Tass. Nel suo intervento al Consiglio di sicurezza russo, Putin ha emesso un decreto che limita i movimenti dentro e fuori otto regioni confinanti con l’Ucraina.Le misure si applicano alle regioni meridionali di Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov e ai territori di Crimea e Sebastopoli, che la Russia ha annesso nel 2014, secondo il Guardian.Kiev rifiuta qualsiasi proposta di dialogo e così “gli attacchi continuano, i civili stanno morendo”, ha dichiarato Putin nella riunione del Consiglio di sicurezza russo, come riporta Interfax.

“Le leggi costituzionali sull’ammissione delle quattro nuove regioni alla Federazione Russa – ha affermato – sono entrate in vigore. Come è noto, il regime di Kiev si è rifiutato di riconoscere la volontà e la scelta del popolo e rifiuta qualsiasi proposta di dialogo. Piuttosto, gli attacchi continuano. I civili stanno morendo”, ha detto Putin.

Le forze russe hanno eliminato la forza d’assalto ucraina vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia uccidendo più di 90 soldati e distruggendo 14 imbarcazioni: lo hanno reso noto i vertici dell’esercito russo, sottolineando che alla centrale non ci sono state vittime o danni e che i livelli di radioattività sono normali. Allo stesso tempo, il fornitore statale russo di energia nucleare Rosatom ha fatto sapere che la situazione alla centrale è “assolutamente sotto controllo”. In precedenza le autorità russe avevano reso noto di avere sventato due tentativi ucraini di prendere il controllo dell’impianto.




Incontro Putin Erdogan, possibile hub del gas in Turchia

“Il potenziale hub del gas in Turchia può essere la piattaforma per determinare il prezzo del gas”. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel suo incontro con il leader turco Erdogan. Lo riporta Tass. Alla Turchia arriva “la piena la fornitura di gas” perché si è rivelato “il partner più affidabile”, ha aggiunto Putin secondo quanto riferisce Ria Novosti. 

Erdogan ha valutato positivamente l’idea di Putin di un hub del gas in Turchia. Lo fa sapere Peskov dopo l’incontro tra i due leader. Il colloquio, riferisce Ria Novosti, è durato un’ora e mezza. Il faccia a faccia è avvenuto nella capitale kazaka a margine del summit della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica).

Peskov ha inoltre affermato che la questione di una possibile risoluzione al conflitto in Ucraina non è stata discussa dai presidenti di Russia e Turchia durante il loro incontro oggi a Astana. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. 

“Mi auguro che grano e fertilizzanti russi saranno esportati attraverso Istanbul”, ha detto Erdogan durante l’incontro con l’omologo russo. Lo rende noto Trt. Il presidente turco si è augurato che i prodotti russi possano così raggiungere i Paesi in via di sviluppo. “Siamo determinati a mantenere e rafforzare l’accordo di Istanbul” che ha sbloccato l’esportazione di grano dall’Ucraina “e a trasportare il grano e i fertilizzanti russi ai Paesi in via di sviluppo attraverso la Turchia”, ha detto Erdogan. “I passi che Turchia e Russia prenderanno in questa direzione disturberanno alcuni circoli ma nello stesso tempo renderanno felici i Paesi meno sviluppati”, ha aggiunto.  

Intanto in un’intervista alla Tass, il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Alexander Venediktov, ha detto: “L’adesione dell’Ucraina alla Nato può portare alla Terza guerra mondiale e la stessa Alleanza atlantica lo capisce”. “Con l’adesione dell’Ucraina alla Nato entrerà in vigore il quinto articolo (sulla difesa collettiva)”, ha aggiunto: “La stessa Nato comprende la natura suicida di questo passo”. “L’adesione dell’Ucraina alla Nato è per noi inaccettabile”, ha detto: “L’Occidente deve capire che le parole di Zelensky sulla necessità di attacchi preventivi contro la Russia sono un invito alla terza guerra mondiale”.

Se Kiev continuerà i suoi attacchi terroristici, la risposta della Russia sarà più dura: lo ha detto il presidente della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, come riporta la Tass.

“Una pace giusta può essere ottenuta attraverso la diplomazia, non ci possono essere vincitori in una guerra e perdenti nella pace”. Lo ha affermato il presidente turco, come riporta Anadolu, parlando del conflitto tra Mosca e Kiev durante il vertice della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia in Kazakhstan. “Il nostro obiettivo è che il bagno di sangue finisca il prima possibile”, ha aggiunto Erdogan. 

La Russia è favorevole a una rapida soluzione diplomatica della questione ucraina, non cerca di “fare a pezzi nessuno” e vuole coesistere pacificamente con l’Ucraina e con tutta l’Europa, anche se non a spese della sua sicurezza: lo ha detto il vice segretario del Consiglio di sicurezza russo, Alexander Venediktov, in un’intervista alla Tass.

Ma il presidente ucraino Zelensky chiude: la Russia “va isolata diplomaticamente”, la diplomazia è uno strumento “possente”, ma non ci può essere finché “le armi parlano”. 

Putin: ‘Ora sistema di sicurezza alla pari con i Paesi dell’Asia’  – Il mondo sta diventando multipolare, con nuovi centri di potere che si rafforzano in Asia: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, come riporta la Tass. Mosca è favorevole alla creazione con altri Paesi asiatici di un sistema di sicurezza alla pari e indivisibile e si impegna al massimo per il suo sviluppo: lo ha detto il presidente russo in occasione della sesta Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica). “Compiamo tutti gli sforzi insieme agli altri Stati asiatici per sviluppare un sistema di sicurezza alla pari e indivisibile basato su principi universali e riconosciuti del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato il leader russo.




Putin: «Non forniremo energia agli Stati che mettono il price cap»

“Dirò una cosa: la Russia non agirà contro il buon senso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia.Verso coloro che preferiscono i trucchi sporchi e i ricatti spudorati, e sono decenni che viviamo in un paradigma di questo tipo, in ambito politico, non agiremo a nostro discapito”.

Lo ha ribadito il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo al forum della Settimana dell’energia russa, come riporta Tass.

“Dirò una cosa: la Russia non agirà contro il buon senso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia.Verso coloro che preferiscono i trucchi sporchi e i ricatti spudorati, e sono decenni che viviamo in un paradigma di questo tipo, in ambito politico, non agiremo a nostro discapito”. Lo ha ribadito il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo al forum della Settimana dell’energia russa, come riporta Tass.

Putin: ‘Pronti ad aumentare le forniture di gas all’Ue, decidano loro’Misure come il tetto ai prezzi per le risorse energetiche russe sono un “gioco truccato”, ha affermato il presidente russo.”I beneficiari della rottura del Nord Stream sono evidenti: gli Usa e i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative”, ha detto Putin. “Lo scopo dell’atto terroristico contro i gasdotti Nord Stream era quello di minare la sicurezza energetica dell’intero continente. Dietro il sabotaggio c’è qualcuno che vuole tagliare completamente i legami tra la Russia e l’Ue e così indebolire l’Europa”, ha aggiunto.”Non ci sono garanzie che l’Europa sopravviva a questo inverno con le attuali riserve negli impianti di stoccaggio sotterranei di gas”. Lo afferma l’amministratore delegato di Gazprom Aleksej Borisovič Miller, come riporta Tass. “Le forniture di gas via Nord Stream 2 possono iniziare immediatamente” se riceverà le autorizzazioni, ha aggiunto.




Ue, Von der Leyen: “I nostri stock sono del 90% oggi, il 15% più rispetto all’anno scorso”

“Dopo sette mesi dall’inizio della guerra siamo molto più preparati per l’inverno” sul fronte energia. “I nostri stock sono del 90% oggi, il 15% più rispetto all’anno scorso”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

“Ora è tempo di discutere di come limitare i picchi nei prezzi dell’energia e la manipolazione operata da Putin – ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, arrivando al Castello di Praga -. La seconda cosa importante da discutere è il level playing field, ovvero che le aziende di ogni Paese abbia la stessa possibilità di partecipare al mercato unico, con equità. Il terzo punto è il RePower, e come potenziarlo. Non ci saranno decisioni oggi, essendo un Consiglio informale ma è in preparazione del Consiglio di ottobre”.

“La Commissione aveva proposto un tetto al gas a marzo ma all’epoca non era attrattivo – ha spiegato von der Leyen -. Ma ora la situazione si è evoluta e gli Stati membri vogliono discutere ora il price cap. Confido si possa trovare una soluzione”.

“Si sta tornando a parlare di ricostruzione, ci sarà una grande conferenza in Germania per un piano di ricostruzione. Sull’Ucraina c’è grande unità, molti si sono lamentati per una propaganda russa nei loro Paesi più aggressiva”. Così il premier Mario Draghi a Praga.  “Sull’energia le cose si stanno muovendo. La Commissione presenterà al Consiglio del 19 ottobre una proposta in cui i tre elementi – tentare di diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e inizio della riforma del mercato dell’elettricità – ci saranno” ha precisato il premier.  “Sono d’accordo sulla proposta di Gentiloni e Breton. Proposte simili c’erano anche 5-6 mesi fa. E’ una proposta molto naturale, tanto più dopo la decisione tedesca. E’ quello che serve per mettere tutti i Paesi, sia quelli che hanno spazio fiscale sia quelli che non ne hanno, su un livello uguale”. Lo ha detto il premier Mario Draghi a Praga.

“Ogni intervento rivolto ai prezzi” del gas “sul mercato solleva automaticamente interrogativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento, quindi dobbiamo discutere queste cose con molta attenzione”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine del vertice informale Ue a Praga. “Siamo tutti concordi che i prezzi del gas sono troppo alti e dobbiamo discutere con la Norvegia, gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea su come abbassarli”, ha aggiunto.

“I nostri cittadini chiedono soluzioni, devono pagare le bollette, e noi dobbiamo dare soluzioni, come per il Covid”, ha detto la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola entrando al Castello di Praga. “E’ tempi di trovare soluzioni comuni e sono abbastanza ottimista sul fatto che le troveremo”, ha aggiunto. “Io sono molto soddisfatta del fatto che, sin dal 24 febbraio, l’Ue ha mostrato una unità senza precedenti. Dobbiamo fare di più? Si. C’è il rischio di una frammentazione? Dobbiamo dimostrare che non ci sia”, ha ancora sottolineato Metsola. “Vorrei vedere un accordo su un cap, gli Stati non competano l’uno con l’altro facendo offerte, non bisogna mettere cittadini diversi su un campo di gioco diverso”.

Nel suo discorso al vertice informale Ue, Metsola ha ribadito che “abbiamo bisogno di un forte segnale di unità. Per questo è indispensabile un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Non possiamo fare offerte più alte degli altri. Molte compagnie energetiche stanno facendo enormi profitti sulle speculazioni di mercato. I profitti in eccesso dovrebbero essere destinati ad alleviare la situazione delle famiglie, delle Pmi e delle industrie alle prese con bollette alle stelle. La mia proposta è che impariamo dalla pandemia e, come per i vaccini, negoziamo in blocco e fermiamo la speculazione sui prezzi“.

Vienna però frena sull’ipotesi del price cap che “non dovrebbe trasformarsi in un embargo al gas dalla Russia”, come ha detto il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, precisando di essere tuttavia favorevole ai negoziati per arrivare a una soluzione comunitaria per abbassare i prezzi del gas e dell’energia.

A Praga per il vertice informale dei leader europei anche il premier Mario Draghi. Il supporto all’Ucraina, il dossier inflazione e la crisi energetica sono i principali temi sul tavolo del vertice, al quale si collegherà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

In mattinata il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, a Radio Anch’io, su Radio1. “L’idea di un price cap bloccato può avere delle controindicazioni nel senso che l’andamento dei mercati, il trattamento verso i Paesi – perché è chiaro che l’atteggiamento verso la Russia non può essere lo stesso che quello verso la Norvegia o l’Algeria -, richiedono uno strumento abbastanza sofisticato, un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità“, ha indicato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, a Radio Anch’io, su Radio1. 

“La discussione tecnica andrà avanti, però se la Commissione europea mette sul tavolo una proposta in vista del vertice” dei leader Ue “del 20 e 21 ottobre, io penso che ormai le posizioni” tra i Paesi “si stiano avvicinando”, ha ribadito il commissario, facendo appello tuttavia a “non demonizzare” bensì a “capire anche le posizioni di chi dice ‘occhio che col tetto al prezzo del gas rimaniamo senza’”. “Nel frattempo però – ha precisato – abbiamo stoccaggi sopra il 90% e abbiamo ridotto il gas russo dal 40 al 7,5%, quindi quel rischio si è molto ridotto in questi mesi”.

Sul tetto al prezzo del gas “ci sono interessi diversi e ci sono ancora posizioni diverse” tra gli Stati membri, “credo che si stiano avvicinando, ci abbiamo messo un po’ di tempo anche quando ci fu la crisi della pandemia”. “Penso che sia giunto il momento che questa divergenza tra chi chiede il tetto al prezzo del gas e chi teme che questo tetto provochi un problema di forniture è andata ormai avanti troppo a lungo, e credo che la Commissione europea sia ormai pronta a fare una proposta”, ha aggiunto.

“Penso che” l’idea di nuovi finanziamenti comuni sul modello del Sure “si farà strada, abbiamo messo un piede nella porta per dire che davanti a questa situazione” di crisi, il tetto al prezzo del gas “non sarà di per sé una soluzione miracolosa” e serviranno “strumenti comuni”, ha spiegato il commissario europeo all’Economia. “Avremo bisogno di più solidarietà, non basta il tetto al prezzo del gas perché se ciascuno usa i propri quattrini per conto proprio, visti gli squilibri che ci sono nei nostri spazi di bilancio, non è sufficiente”, ha aggiunto

“Non so se ci sia uno scontro, non mi pare – ha detto Gentiloni rispondendo a una domanda sul presunto scontro tra la leader di Fdi, Giorgia Meloni, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi -. L’Italia ha fin qui raggiunto gli obiettivi che doveva raggiungere nei tempi previsti. E’ uno dei due Paesi per i quali la Commissione ha già dato parere favorevole alla seconda erogazione, l’altro è la Spagna”. “Fin qui i tempi sono stati rispettati” ma “è una corsa contro il tempo” che “deve continuare. L’urgenza c’è, ma non ci sono ritardi al momento”, ha evidenziato.




Eurocamera a Ue: preparare risposta in caso di attacco nucleare russo

L’Eurocamera chiede all’Ue di preparare una risposta in caso di attacco nucleare russo.

Questo il contenuto della relazione sull’escalation russa in Ucraina approvata dal Parlamento europeo con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni in cui si chiede inoltre un forte aumento dell’assistenza militare all’Ucraina, la condanna dei referendum farsa e delle minacce nucleari di Putin e l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per i crimini contro l’Ucraina. 

L’esercito russo ha lanciato sette attacchi missilistici contro edifici residenziali a Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale, diversi incendi sono scoppiati in città in seguito alle esplosioni. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh, come riporta Ukrainska Pravda. “Decine di persone sono sotto le macerie a Zaporizhzhia. Il numero delle vittime aumenta ogni ora. È così che il terrorista russo colpisce i civili con le sue armi ad alta precisione. Colpisce i civili e le infrastrutture, dimostra al mondo intero la sua inutilità sul campo di battaglia”. Lo ha scritto su Telegram il sindaco ucraino in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov, citato dai media internazionali. Finora, secondo il bilancio dei soccorritori, ci sono due donne rimaste uccise, sei civili feriti, tra cui una bambina di tre anni.

Le forze russe hanno inoltre colpito nella notte un’infrastruttura nel distretto Osnovyanskyi di Kharkiv (nord-est), a quanto reso noto dal  sindaco della città, Ihor
Terekhov, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Sul luogo è scoppiato un incendio, ha aggiunto Terekhov sottolineando che al momento non si hanno notizie di feriti o vittime.

Dalle unità di difesa aerea ucraine sono stati invece abbattuti sei droni kamikaze russi (su un totale di 12) che avevano attaccato nella notte le regioni di Odessa e
Mykolaiv. Lo ha reso noto il Comando operativo meridionale di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. Il comando ha sottolineato che “il nemico ha intensificato la
ricognizione aerea”.

Nel suo discorso di ieri sera, intanto, il presidente ucraino Zelensky ha sostenuto che non importa quali armi la Russia possa trovare, perché ‘ha già perso’. “Gli ucraini sanno per cosa stanno combattendo. Ora sempre più cittadini russi si rendono conto che devono morire solo perché una persona non vuole fermare la guerra”, ha proseguito.




Russia, annesse le 4 regioni: scontro all’ONU

La risoluzione al consiglio di sicurezza Onu contro i referendum “farsa” russi e l’annessione di territori ucraini è stata bocciata per il veto di Mosca, mentre la Cina si è astenuta insieme a Brasile, India e Gabon. Dieci i voti a favore della mozione, presentata da Usa e Albania.

“I militari americani in Europa sono pronti ad ogni evenienza”, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa.

“Non vediamo al momento nessuna minaccia imminente sull’uso di armi nucleari da parte da Mosca ma continuiamo a monitorare la situazione in modo molto serio”, ha detto Sullivan. “Sulla Nato gli Stati Uniti hanno una politica della porta aperta, ma per il momento sostieniamo Kiev a difendere il proprio territorio”, ha detto Sullivan.

Nel discorso di quasi un’ora che ha preceduto la cerimonia della firma con i leader filo-russi delle province di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, Putin ha riproposto la lista delle recriminazioni e delle accuse ai Paesi occidentali. A partire da quella di avere allargato i confini della Nato dopo il crollo dell’Urss nonostante le “sporche menzogne” con le quali avevano assicurato del contrario. Gli Usa e i loro alleati conducono “una guerra ibrida” contro la Russia con l’obiettivo di farne “una colonia”. Ma dopo “i tragici anni ’90”, quando “la gente moriva di fame”, Mosca ha riconquistato il suo posto nel mondo e ora è pronta a difendere “con tutti i mezzi a sua disposizione” i territori che tornano sotto il suo dominio. Tra le pieghe dell’infuocata requisitoria, Putin ha lasciato cadere una frase su un possibile cessate il fuoco. “Siamo pronti a tornare al tavolo dei negoziati”, ha detto. Ma la risposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ammette repliche: Kiev non negozierà con la Russia fino a quando Putin ne sarà il presidente e ha chiesto anzi di entrare nella Nato con una procedura accelerata. Un modo, ha minacciato l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, per “accelerare l’inizio della Terza guerra mondiale”.

Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stotenberg, per il momento frena: “L’ingresso di un Paese nella Nato deve essere decisa dagli alleati all’unanimità”, ha sottolineato. Ma dall’Occidente è arrivata una reazione corale di sostegno al diritto dell’Ucraina di riconquistare tutti i territori occupati dai russi. A cominciare dagli Usa, che insieme alla Gran Bretagna hanno reagito varando un nuovo nutrito pacchetto di sanzioni contro personalità russe, compresa la governatrice della Banca centrale Elivra Nabiullina, ritenuta “una degli alleati più efficaci” di Putin per le capacità dimostrate nel tenere a galla l’economia del Paese nonostante le sanzioni occidentali. Il presidente americano Joe Biden ha assicurato che Washington continuerà a sostenere Kiev “con le armi e la diplomazia” e chiesto “a tutta la comunità internazionale” di “restare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”. 

Al rifiuto dell’annessione russa si sono associati il G7 e l’Unione europea. “Le minacce nucleari del Cremlino, la mobilitazione militare e la strategia di cercare di presentare falsamente il territorio ucraino come russo, sostenendo che la guerra potrebbe ora svolgersi sul suo territorio, non scuoteranno la nostra determinazione”, hanno affermato i leader dei 27 Paesi riuniti nel Consiglio Europeo. Mentre la Farnesina ha ribadito “il pieno sostegno dell’Italia alla sovranità, integrità territoriale e indipendenza dell’Ucraina”. Putin non ha fatto caso alle reazioni. “La vittoria sarà nostra”, ha promesso intervenendo sulla Piazza Rossa alla festa popolare organizzata sotto le mura del Cremlino. Mentre, ricorrendo ai suoi caratteristici toni, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha risposto alla richiesta di Kiev di adesione al Patto atlantico affermando che “i sanguinari macellai che uccidono donne e bambini vanno nella discarica della Nato”. Quanto alle accuse rivolte alla Russia di pensare al ricorso all’atomica, il presidente ha replicato ricordando che “gli Stati Uniti sono stati il solo Paese al mondo ad aver usato le armi nucleari due volte ed hanno creato un precedente”. Mosca, ha assicurato Putin, può invece contare sull’ “amore indistruttibile” che i suoi cittadini nutrono per la patria. E, a conferma della missione di cui si sente investito, ha sottolineato che quella in corso con l’Occidente è anche una battaglia di valori. “Vogliamo che in Russia ci siano il genitore 1 e il genitore 2 invece di mamma e papà? Siamo completamente impazziti?”, si è chiesto il presidente, che della difesa della famiglia tradizionale ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.