AIRBUS GERMANWINGS: LUBITZ AUMENTO' PIU' VOLTE LA VELOCITA' DI DISCESA

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Redazione

I dati della seconda scatola nera del volo precipitato il 24 marzo sulle Alpi francesi confermano che si è trattato di un atto deliberato da parte del co-pilota, Andreas Lubitz. Lo hanno rivelato gli investigatori francesi al lavoro sul caso dell'Airbus A320 della Germanwings, schiantatosi con 150 persone a bordo. "Una prima lettura mostra che il pilota nella cabina di pilotaggio ha usato il pilota automatico per far scendere l'aereo fino a un'altitudine d 100 piedi (30 metri). Diverse volte durante la discesa, il pilota ha cambiato la regolazione del pilota automatico per aumentare la velocita' del velivolo", si legge in una dichiarazione della Bea francese




IRAN, ACCORDO SUL NUCLEARE: STOP ALL'ATOMICA

di Maurizio Costa

Losanna – Dopo giorni di attesa, finalmente in Svizzera si è raggiunto l'accordo sul nucleare iraniano: Teheran dovrà chiudere o rimodulare le centrali nucleari, tranne una, che manterrà il suo scopo ma solo per ricerca e non per la costruzione della bomba atomica.

Il consiglio dei 5+1, formato da Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania, è riuscito a convincere il premer iraniano Hassan Rohani. Tutte le sanzioni che da anni impediscono a Teheran di ricevere e esportare prodotti all'estero verranno revocate, provocando un rientro economico stimato di almeno 800 miliardi di euro.

In cambio, un solo impianto nucleare non cambierà destinazione d'uso in tutto l'Iran, ma avrà solamente scopi scientifici e non verrà utilizzato per produrre la bomba atomica. Gli altri siti, come quello di Fordow e di Arak, verranno convertiti in strutture di ricerca scientifica, senza ospitare materiale fissile. Le scorte iraniane saranno portate all'estero, forse in Russia.

Questo accordo di massima dovrà essere ratificato entro il 30 giugno. Da quella data in poi, l'accordo durerà 10 anni e potrà essere prolungato di decennio in decennio. Se le parti convergessero in un'unità di intenti, l'accordo potrebbe durare anche per 25 anni consecutivi.

Contrario all'accordo è Israele, che, attraverso le parole del suo neo-eletto premier Benyamin Netanyahu, ha fatto sapere di essere preoccupato per la potenza dell'Iran, che senza l'embargo imposto dai paesi occidentali potrebbe diventare il paese più forte del Medio oriente, mettendo Israele in una posizione di subalternità. Inoltre, secondo Netanyahu l'Iran non smetterà di produrre bombe atomiche, ma si limiterà a tenere le scorte da un'altra parte.

Il problema è che il premier israeliano ha scritto su Twitter che ci sono ipotesi di intervento armato nei confronti dell'Iran. "Non abbiamo altra scelta – ha scritto Netanyahu – tra le scelte possibili quella militare rimane sul tavolo". Parole pesanti che gettano un alone di paura nello storico accordo.

Obama e l'Iran, dopo anni di incomprensioni, sembrano aver raggiunto un accordo importante per rendere il mondo più sicuro, sempre che i punti vengano rispettati.




GERMANWINGS: RINVENUTA LA SECONDA SCATOLA NERA

di Angelo Barraco

Francia – Rinvenuta la seconda scatola nera dell’aereo Germanwings caduto in Francia. La notizia è stata resa nota dal procuratore di Marsiglia. Intanto emergono novità in merito al copilota Andreas Lubitz. Secondo quanto emerso, il copilota avrebbe cercato online metodi per il suicidio e sulle porte di sicurezza. Tale indiscrezione è emersa dagli inquirenti tedeschi che indagano sul caso che hanno riferito che hanno spiegato che tali elementi sono emersi dal tablet trovato a casa del copilota. La compagnia tedesca Germanwings, in seguito all’incidente, ha affermato che vi saranno maggiori controlli durante i voli e vi sarà una doppia presenza costante in cabina di pilotaggio. Un’altra novità, ancora da accertare, è la presenza di un video sugli ultimi istanti del volo A320, tale circostanza è da accertare, malgrado il il tenente colonnello della gendarmeria Jean-Marc Menichini ha affermato "totalmente false" e "infondate". 




KENYA: UOMINI ARMATI ATTACCANO CAMPUS UNIVERSITARIO DI GARISSA

di Maurizio Costa

Nairobi – Un commando di almeno sei uomini armati ha fatto irruzione nell'università di Garissa, nell'est del Kenya, uccidendo almeno due persone e ferendone 29. Il bilancio delle vittime non è ancora definitivo e potrebbero esserci anche degli ostaggi.

Gli uomini armati sono entrati all'interno dell'università mischiandosi alla folla di fedeli che entrava nella moschea dell'ateneo. Subito dopo sono cominciate le esplosioni e gli spari. Il funzionario della polizia, Musa Yego, ha dichiarato che gli spari si sono sentiti nei palazzi vicino a Garissa.

L'esercito del Kenya ha circondato il campus, cercando di scovare gli assalitori e scongiurare altre vittime. Si pensa che dietro all'attacco ci sia l'ombra di miliziane islamiste. Secondo alcune fonti locali, un ramo di Al Qaida, chiamato Shabaab, potrebbe rivendicare l'attentato, visto che nel settembre del 2013 avevano fatto un attentato in un centro commerciale di Nairobi, dove furono uccise 67 persone.




GOOGLE NEL MIRINO DELLA UE

Redazione

Di nuovo l'Europa contro il colosso Google. L'antitrust Ue si prepara a un'azione contro Google, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Secondo il Wsj, la Commissione europea avrebbe chiesto alle aziende che hanno denunciato Google il permesso di pubblicare alcune informazioni depositate inizialmente in via confidenziale. Una decisione di agire contro Google aprirebbe un caso di alto profilo, il piu' alto da quando Microsoft ha pagato all'Ue 1,7 miliardi di euro di multe nel 2012.




TURCHIA: NUOVO ASSALTO ARMATO

di S.R.

Il giorno successivo all’assalto al tribunale di Istanbul, un nuovo assalto è stato condotto nella sede dell’Akp, il partito islamico del presidente turco Erdogan.
Dalle prime informazioni sembra che l’assalitore sia un singolo, che si è introdotto armato nella sede del partito, e dopo aver fatto allontanare i presenti, ha esposto a una delle finestre una bandiera turca sulla quale era disegnata una spada.
Dopo alcuni attimi di paura, la polizia è entrata nell’edificio e ha arrestato l’uomo, senza spargimenti di sangue.
Nella stessa mattina erano stati arrestati 22 attivisti, collegati all’inchiesta che stava conducendo il PM Mehmet Selim Kiraz, che è morto in seguito al rapimento di due brigatisti della formazione di estrema sinistra Dhkp-C, sembra che gli attivisti fermati appartengano alla stessa formazione che rivendica giustizia per il quindicenne ucciso durante le proteste di Gezi Park.




TURCHIA, BLITZ TESTE DI CUOIO: MORTO IL MAGISTRATO

Redazione

Un finale tragico dopo otto ore di angoscia fra raffiche di mitra e esplosioni in un blitz delle teste di cuoio turche il sequestro al Palazzo di Giustizia di Istanbul del pm Mehmet Selim Kiraz, preso in ostaggio da due 'brigatisti' del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C che chiedevano "giustizia" sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo simbolo delle grandi proteste di Gezi Park. Il magistrato, ferito gravemente, non è poi sopravvissuto all'intervento chirurgico a cui è stato sottoposto in serata. I due sequestratori sono stati uccisi.

Durante l'assalto testimoni hanno riferito di avere udito molti spari, raffiche di mitra, due forti esplosioni. Le fotografie del magistrato diffuse nel pomeriggio sulle reti sociali, una pistola puntata sul capo, ripreso davanti alla bandiera rossa con una stella a cinque punte del Dhk-C hanno scioccato il paese. I sequestratori esigevano "giustizia per Berkin", il ragazzo di 14 anni colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno nel giugno 2013 mentre andava a comprare il pane per la famiglia, morto dopo 9 mesi di coma. La sua vicenda aveva commosso la Turchia.

Centinaia di migliaia di persone avevano partecipato ai suoi funerali a Istanbul. Ma come per gli altri ragazzi uccisi durante le proteste di Gezi Park la giustizia è stata lentissima nel cercare i responsabili. Solo poche settimane fa il comando della polizia ha identificato l'agente che ha sparato. Per ora non è stato incriminato. Il pm Kiraz era stato incaricato delle indagini 4 mesi fa. I sequestratori avevano minacciato di far "pagare con la vita" il magistrato se entro tre ore una confessione pubblica del poliziotto non fosse stata diffusa in tv. L'ultimatum però era passato senza spargimento di sangue ed erano state avviate trattative, mentre il palazzo veniva evacuato e le teste di cuoio della polizia si schieravano attorno alla stanza in cui era sequestrato il magistrato. Non è chiaro come i 'brigatisti' del Dhkp-C, un gruppo dichiarato terrorista da Turchia, Ue e Usa responsabile di un attacco kamikaze nel 2013 contro l'ambasciata americana a Ankara (un morto) siano potuti entrare armati nel palazzo con le armi, nonostante le severe misure di sicurezza. Ma è possibile che il massiccio e misterioso black-out elettrico, il peggiore da almeno 15 anni, che oggi ha colpito tutta la Turchia paralizzando Istanbul e Ankara possa averli aiutati. Non si sa per ora cosa l'abbia provocato. Il premier Ahmet Davutoglu non ha escluso alcuna ipotesi, neanche quella di un attacco terroristico.

Per il ministro dell'energia potrebbe perfino essere stato un 'cyber-attacco'. Nel pomeriggio la corrente è tornata progressivamente nelle principali città. Intanto sul sequestro di Istanbul Davutoglu aveva ordinato il silenzio stampa, usando una norma che gli consente di imporre la censura a stampa e tv per ragioni di sicurezza nazionale o ordine pubblico. Una facoltà usata spesso e volentieri in Turchia su vicende sensibili o scabrose, almeno 150 volte negli ultimi 4 anni, secondo Hurriyet. Il padre di Berkin nel pomeriggio aveva lanciato un appello perché non si versasse altro sangue. "Mio figlio è morto – ha detto Sami Elvan – non deve morire nessun altro. Non voglio che nessuno si faccia male. Chiedo solo giustizia, e un processo giusto". Poco dopo il blitz, Sami Elvan è stato visto vicino al Palazzo di Giustizia, il volto stravolto.




IRAQ: L'ESERCITO SI RIPRENDE TIKRIT DALLE GRINFIE DELL'ISIS

di Maurizio Costa

Tikrit (Iraq) L'esercito iracheno ha strappato la città di Tikrit dalle mani dell'autoproclamato califfato islamico dell'Isis. La città era stata conquistata dai miliziani a giugno, con l'obiettivo di espandere i territori controllati dallo Stato Islamico.

A riferire la notizia è stato il primo ministro dell'Iraq, Haider al-Abadi, che, durante un intervento alla televisione 'Iraqiya TV', ha dichiarato che l'operazione è andata a buon fine.

La città che ha dato i natali a Saddam Hussein adesso è nelle mani dell'esercito iracheno, che, grazie ai bombardamenti dei giorni scorsi da parte dei caccia statunitensi, è riuscito a togliere le bandiere nere dell'Isis per sostituirle con quelle dell'Iraq.

L'esercito, però, avanza lentamente all'interno della città, poiché i miliziani, prima di abbandonare Tikrit, hanno piazzato delle trappole: molti palazzi potrebbero esplodere perché riempiti di bombe che si innescano attraverso delle luci al led. Anche i cadaveri che riempiono le strade della città potrebbero contenere dell'esplosivo.

"Il successo dell'operazione di Tikrit potrebbe essere ripetuto in altri settori – ha dichiarato al-Abadi -. I risultati ottenuti suono buoni. Le perdite per l'esercito iracheno sono state bassissime – ha proseguito il primo ministro – e abbiamo cercato di proteggere tutti i civili".

L'autoproclamato Stato Islamico aveva cominciato ad abbandonare Tikrit anche grazie ad alcuni camuffamenti: alcuni miliziani hanno cercato di abbandonare la città travestiti da donna. I jihadisti hanno usufruito proprio della sharia, che non permette la cattura delle donne in zone di guerra.

L'operazione di Tikrit fa capire come il sedicente califfato dell'Isis possa soccombere davanti all'avanzata congiunta degli aerei americani e dell'esercito iracheno. La strada è ancora lunga, ma la frammentazione delle truppe dell'Isis può portare a dei buoni risultati per le truppe alleate.




KFOR: IL GENERALE FIGLIUOLO INCONTRA IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA ALBANESE


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Redazione

Pristina – Il Comandante della missione multinazionale NATO KFOR, Generale di Divisione Francesco Paolo Figliuolo, ha accolto il Capo di Stato Maggiore della Difesa albanese, Generale Jeronim Bazo, nella base di Film City, sede del Comando NATO a Pristina.
Durante il colloquio i due generali si sono soffermati sulla situazione socio-politica e sullo stato della sicurezza in Kosovo; il Generale Figliuolo ha anche sottolineato l’eccellente collaborazione tra le Forze Armate dell’Albania e KFOR ed ha espresso al Generale Bazo parole di apprezzamento per l’elevata professionalità dimostrata dai militari del contingente albanese impiegato nella missione.

Il Generale Bazo, nel confermare l’impegno delle Forze Armate albanesi a favore di KFOR, ha sottolineato il ruolo cruciale che la missione svolge nel promuovere il progresso e il dialogo come soluzione per la completa stabilizzazione dell’intera area balcanica.
Il Capo di Stato Maggiore albanese e il COMKFOR si erano già incontrati lo scorso settembre a Tirana sempre nell’ambito dei cosiddetti High Level Talks, colloqui con i vertici politico militari dei paesi confinanti con l’area di responsabilità della Kosovo Force. Il colloquio odierno si è conluso con la convinzione che la KFOR è una storia di successo e tale deve rimanere.
 




ISTANBUL: UN COMMANDO ARMATO RAPISCE UN GIUDICE

Redazione

Turchia – Un commando armato ha preso in ostaggio un magistrato nella sede del Palazzo di Giustizia di Caglayan, sul versante europeo di Istanbul: secondo l'edizione on-line del quotidiano "Hurriyet", si tratta del procuratore Mehmet Selim Kiraz, responsabile delle indagini sulla morte di Berkin Elvan, un quindicenne colpito alla testa da una capsula di gas lacrimogeno nel giugno 2013, durante le proteste anti-governative a Gezi Park, e deceduto in ospedale nel marzo dell'anno scorso senza mai essere uscito dal coma. Autori del rapimento sarebbero militanti del Dhkp-C, un gruppo fuori legge di estrema sinistra Nell'edificio sarebbero stati uditi colpi di arma da fuoco. I sequestratori avrebbero impartito alle autorità turche un ultimatum, in scadenza a metà pomeriggio, per soddisfare le loro richieste: queste ultime comprendono una confessione "pubblica" da parte degli agenti sospettati di aver ferito il ragazzo, il loro rinvio a giudizio davanti a un "tribunale popolare", e la scarcerazione di coloro che sono sotto processo per aver manifestato a favore di Elvan.




AIRBUS GERMANWINGS: LUBITZ AVEVA MANIE SUICIDE

Redazione

Duesseldorf  – Andreas Lubitz, il copilota che ha fatto precipitare l'aereo Germanwings nel sud della Francia, "prima di avere la licenza era stato sottoposto a psicoterapia, per quella che è stata documentata come una tendenza suicida". Lo ha dichiarato Christoph Kumpa, portavoce della procura di Duesseldorf. Nello schianto dell'Airbus nelle Alpi francesi, in Alta Provenza, sono morti lo stesso copilota 27enne e 149 altre persone. Dopo la psicoterapia, ha detto il portavoce, Lubitz non mostrò segni di tendenze suicide o comportamenti aggressivi verso gli altri.
Nel passato "i medici avevano stabilito che non poteva volare e lavorare, ma i documenti non evidenziano che potesse commettere suicidio o potesse essere aggressivo con altre persone", ha detto il portavoce riferendosi alle documentazioni mediche in possesso agli inquirenti.
"Abbiamo trovato documentazione medica secondo cui Lubitz non aveva malattie organiche, patologiche o mediche", ha poi dichiarato Kumpa. Le autorità dispongono di molti documenti che sono stati ritrovati negli appartamenti in cui il copilota viveva, a Duesseldorf e Montebour, nel Land di Renania-Palatinato. Oggi anche la clinica universitari ai Duesseldorf ha consegnato agli inquirenti la cartella medica dwll'uomo. Kumpa ha sottolineato più volte che "non si possono fare speculazioni", puntualizzando che "non c'è documentazione medica secondo cui avrebbe avuto problemi di vista o che ciò che ha fatto sia stato provocato da una malattia organica".