Ricordate quando nel 2020…

Ricordate quando nel lontano 2020, scoppiò la pandemia del Covid 19? Furono momenti drammatici e di grande confusione generale, generati da un nemico sconosciuto ed invisibile, e per questa ragione, ancor più pericoloso.

Analizzando quel periodo con il senno di poi, la riflessione più ovvia è, che ci fu tanta leggerezza, confusione e tanta incapacità nel gestire quella nuova situazione. Gli interessi economici, prevalsero sulla salute e la vita stessa della gente, generando un peggioramento del pur grave andamento epidemico e gli interessi politici furono complici del caos generale che si creò, avvalendosi delle incertezze di cui comprensibilmente gli scienziati furono vittime.

Sottovalutando la gravità del virus in Cina, prevalse il detto “tanto capita agli altri”, e così si prese tutto alla leggera, ritardando i provvedimenti severi da prendere, per contenere il contagio che cominciava a propagarsi a livello mondiale. Ci furono politici e scienziati, che, con leggerezza dissero che sarebbe stata poco più di una semplice influenza, e mentre il virus velocemente, subdolo e silenzioso si propagava, l’ignoranza della popolazione si rese responsabile delle vittime che si ebbero esponenzialmente.

Come al solito, si cercò di chiudere la stalla quando i buoi erano già usciti, ma ormai era troppo tardi. La torre di Babele si instaurò in Italia, ma poi, ancor più nel mondo intero, poiché il caos delle notizie, dei giudizi e dei consigli, disorientarono sempre più la popolazione, terrorizzandone una parte, mentre l’altra, non prendendo le dovute precauzioni, incoscientemente aiutò il corona virus a dilagare. E fu così, che alcuni politici, che precedentemente avevano sottovalutato la situazione, cominciarono a cambiare opinione, dal momento in cui furono contagiati dal virus loro stessi.

Cominciò il Lockdown con severe restrizioni, mentre gli ospedali erano stracolmi di malati, e gli operatori sanitari assistevano inermi a migliaia di morti giornalieri, pur immolandosi loro stessi a dei turni massacranti e molto spesso a donare la loro stessa vita per il prossimo, interpretando realmente la loro missione umanitaria. Che strano; sarebbe bastato far indossare le mascherine obbligatoriamente dall’inizio per un tempo limitato, per evitare di colpire e decimare una intera generazione anziana. Qualche maligno insinuò che lo stato avrebbe risparmiato tante pensioni, ma, le solite chiacchere da bar sono sempre esistite, specialmente nelle tragedie.

Dopo il Lockdown, si cominciò ad allentare la morsa, ma, mentre alcune categorie erano sopravvissute economicamente, anche se con sacrificio, altre furono completamente danneggiate e messe sul lastrico illudendole con promesse mai mantenute, e fra queste, particolarmente la massa di artisti e maestranze del mondo dello spettacolo. Per accontentare parte di questa categoria, si pensò bene di riaprire pub e discoteche per le varie movide, confidando sulla responsabilità della gente nel seguire le regole. I greggi bisogna ben guidarli per non farli disperdere, e fu così che, pensando di essere finalmente usciti dalla crisi, si diede il permesso di autocontrollarsi, rigenerando con l’incoscienza della massa, e ravvivando di nuovo la fiamma del virus. E’ così che cominciò di nuovo a dilagare il Corona in tutto il mondo. Ironia della sorte, la nostra Italia, sempre derisa per la leggerezza, si dimostrò al cospetto del mondo intero, la più ligia alle regole ed al dovere. Questo però non giustifica tutti gli errori commessi in quel periodo. E’ risaputo che nelle tragedie ci sono persone che si arricchiscono, approfittando del momento di crisi, con il loro senso degli affari, spesso illegale, altre incapaci, magari in buona fede, di gestire il loro potere decisionale, ma quello che le persone oneste non riuscirono a comprendere, furono le gestioni, sempre in ritardo, dei provvedimenti sanitari. Un altro tasto dolente fu la scuola, che dovrebbe essere un pilastro di qualsiasi società.

Le scuole cadevano a pezzi, trascurate attraverso svariati anni, gli insegnanti che avevano già perso la loro autorità, erano costretti a svolgere il proprio lavoro, consapevoli di correre un pericolo costante, dovuto all’ignoranza ed alla violenza di molti genitori, dai quali venivano aggrediti per dei semplici rimproveri ai figli. Si decise, prima la chiusura delle scuole ed alla riapertura dopo mesi di sofferenze, si pensò a distanziare gli studenti con un provvedimento geniale. Fu deciso di cambiare i banchi ordinandone di nuovi singoli che tardarono ad arrivare. Si pensò di far fare le lezioni in alcune scuole, dividendo il numero degli studenti, alternandoli settimanalmente, e quindi seguire le lezioni attraverso internet, ignorando quelli che non avevano queste possibilità.

Ma che motivo c’era di comprare nuovi banchi e poi dividere le classi? Sarebbe bastato spostare la posizione di uno dei due studenti e risparmiare un pacco di soldi. La realtà è che volevano rendere la scuola più piacevole, poiché arrivarono in parte, dei banchi singoli di plastica, stretti, fragili e con le rotelle, per permettere ai giovani di scorrazzare nella classe e divertirsi a fare gli autoscontri. Avevano avuto molti mesi, per risolvere i problemi della scuola, ma ci si trovò di nuovo impreparati. Una breve riflessione: Ma i banchi eliminati e distrutti a migliaia, anche quando erano semi nuovi, umanamente parlando, non si potevano spedire in Africa a quelle povere popolazioni? Mancarono migliaia di insegnanti. Bastava regolarizzare i precari che insegnavano da anni e continuavano a sognare un posto fisso come una chimera, invece di far finta di attenersi a delle regole sbagliate, in un momento di una crisi tragica.

La storia ha il suo corso, ma certamente, la diversità di opinione degli scienziati e la gestione dei politici, resero quel periodo, uno dei più neri della nostra storia.  




Dieta Mediterranea minacciata dalle politiche comunitarie. Anbi: “Tradizioni messe a rischio da cambiamenti climatici e pandemia”

Crisi climatica e politiche comunitarie minacciano la Dieta Mediterranea: ad evidenziarlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) in occasione della celebrazione del decennale di iscrizione di tale stile alimentare e di vita nel Patrimonio Immateriale dell’UNESCO.

“Alla Dieta Mediterranea – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – non si riconoscono solo valenze nutrizionali, ma anche la profonda incidenza, attraverso la prassi della convivialità, nella cultura di popoli, che si affacciano sullo stesso mare. Oggi, questo corpus di conoscenze e tradizioni è messo a rischio non solo dalle restrizioni dovute alla pandemia, ma dai cambiamenti climatici, che stanno condizionando il modello agricolo dell’Europa meridionale.”

“Non è un caso – insiste Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – che Italia, Spagna e Portogallo, sedi di cosiddette comunità emblematiche della Dieta, siano Paesi fondatori di Irrigants d’Europe, associazione cui guardano con interesse anche Grecia e Cipro, anch’essi pienamente coinvolti nel progetto UNESCO. L’obbiettivo è comune: affermare, in sede europea, la fondamentale funzione dell’irrigazione sia in termini produttivi che ambientali. Soprattutto di fronte alle mutate condizioni pluviometriche, l’acqua va utilizzata, con efficienza, a servizio del territorio nel suo complesso, superando le logiche di un ambientalismo meramente conservativo, quantomai penalizzante per il Sud del Vecchio Continente.”

Secondo dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), la crisi climatica sta ponendo a rischio desertificazione il 20% della Penisola, soprattutto territori in Sicilia (70%), Puglia (57%), Campania (almeno il 30%), autentici giacimenti della Dieta Mediterranea. In quei territori i Consorzi di bonifica ed Irrigazione rispondono ai cambiamenti climatici con 25.242 chilometri di canali e condotte tubate (km. 11.437 in Sicilia, km. 10.407 in Puglia, km. 3.398 in Campania) a servizio di 456.205 ettari (ha. 164.536 in Sicilia, ha. 210.455 in Puglia, ha. 81.214 in Campania).

“Ciò però non basta, come dimostra la perdurante siccità, con pesanti ricadute sulle produzioni agricole, che sta colpendo, in particolare Puglia e Sicilia, le cui riserve idriche segnano gravi deficit sul 2019 (mancano quasi 86 milioni di metri cubi in Sicilia ed oltre 77 milioni di metri cubi in Puglia) – precisa il Presidente di ANBI – Non solo: le mutate condizioni climatiche e le esigenze di un mercato globalizzato comportano l’allungamento delle stagioni irrigue che, per alcuni prodotti, coprono ormai l’intero anno.”

“Per questo – conclude Gargano – chiediamo al Governo di investire nelle infrastrutture idriche, asset strategico per il futuro dell’agricoltura italiana. Il Piano ANBI per l’efficientamento della rete idraulica prevede per il Sud Italia, culla della Dieta Mediterranea, investimenti per 1 miliardo e 899 milioni di euro, capaci di garantire circa 9.500 posti di lavoro; oltre a 247 progetti per la manutenzione della rete idraulica e l’escavo dei fondali interriti di 45 bacini, si propone la realizzazione di 4 invasi ed il completamento di altri 6. Finanziarli sarebbe un modo concreto di celebrare la Dieta Mediterranea, asse portante dell’export agroalimentare italiano, il cui 83% dipende dalla disponibilità irrigua. Senza acqua non c’è agricoltura.”




Assegno di mantenimento all’ex moglie: arriva la sentenza “salva mariti” della Cassazione

Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha annullato la condanna emessa dalla Corte di appello di Reggio Calabria a carico di un uomo, al quale veniva imposto di versare gli alimenti alla ex moglie, che da tempo aveva una relazione con un altro uomo. È stato proprio questo ultimo fatto ad aver pesato sulla decisione del giudice che ha stabilito che l’ex marito non fosse tenuto al mantenimento della donna.

Una decisione che ha destato molto interesse, rinominata immediatamente la sentenza “salva-mariti”, che ha spinto moltissimi divorziati a contattare il proprio legale, chiedendo di far annullare anche il provvedimento relativo al loro divorzio.

Facciamo un po’ di chiarezza sulla vicenda. Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che tale sentenza non potrà essere applicata in senso generale, ma a secondo del caso specifico. – Commenta l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia – La Cassazione ritiene che debba essere revocato l’assegno divorzile alla moglie che mantiene un rapporto di stabilità e continuità con un compagno. Come si dimostrerà in giudizio la stabilità e la continuità del rapporto? Se una signora, dopo tanti anni di sacrifici e di rinunce effettuate durante la vita matrimoniale, per scelte congiunte, non ha più la possibilità di lavorare a un grado e a un livello soddisfacente ed ha un’età in cui è particolarmente difficile rientrare nel mondo lavorativo, perché se mantiene un rapporto intimo, ma non di convivenza con un soggetto, deve perdere il diritto all’assegno divorzile? E se questo compagno non ha la possibilità economica di mantenersi o di mantenere gli obblighi che già ha assunto in passato, come si decide tale vicenda? La donna sarà non solo penalizzata per le opportunità perse, nonostante il contributo dato nell’ambito matrimoniale, ma sarà doppiamente penalizzata per non poter neanche tentare una vita normale personale”.

Nel matrimonio spesso le donne sacrificano la propria vita lavorativa in favore della cura della casa, dei figli, per sostenere il marito nel proprio lavoro, in caso questo implichi numerosi e frequenti trasferimenti. Questo fa sì che finiscano o per rinunciare completamente alla propria carriera, o che si reinseriscano nel mondo lavorativo dopo un lungo stop, con possibilità di crescita e guadagno molto più limitate, e talvolta accettando mansioni anche al di sotto delle proprie capacità.

Nel caso della sentenza citata, la Cassazione precisa che se la donna è ‘impossibilitata a lavorare’, vada mantenuto l’assegno. Ma cosa si intende impossibilitata al lavoro? Per tutte le donne over ‘anta è quasi impossibile rientrare nel mondo del lavoro o possono rientrare solo per lavori umili e al di sotto del loro tenore! – Prosegue l’Avvocato Ruggiero – Quindi, in conclusione, vorrei far presente alla maggior parte dei mariti o ex mariti che i presupposti per eliminare l’assegno non sono ancora chiari, poiché tale sentenza sembra essere in contraddizione con l’ultima delle sezioni unite in tema di assegno divorzile, la n. 18287/2018. Nell’ambito processuale ciò che conta è la prova concreta della stabilità e continuità del rapporto e solo in questo caso si può intravedere una revoca dell’assegno, tenendo però presente anche la situazione finanziaria dell’eventuale compagno. Insomma, Signore, il diritto ci sta dicendo in modo sempre più chiaro: non fare sacrifici unilaterali nell’ambito familiare perché sarai penalizzata in futuro in modo definitivo. Bisogna sforzarsi, essere donne multitasking: mogli, madri, lavoratrici, e non stancarsi mai, insomma bioniche!




Hong Kong nelle fauci del drago cinese

Hong Kong, ancora si poteva chiamare “porto profumato” fino al 30 giugno 1997. Fino a quella
data fu rispettato da tutti e cresceva prospero ed intoccabile. Era considerato una specie di
svizzera asiatica. Tutti lo osannarono fin quando conveniva, finché trovavano il loro tornaconto. Così scriveva Han Suyin, scrittrice cinese naturalizzata inglese Rosalie Elisabeth.
Dopo 156 anni di dominio coloniale britannico, il 1º luglio 1997 avvenne il trasferimento della sovranità di Hong Kong dal Regno Unito alla Repubblica Popolare Cinese.

A fine giugno 2020 il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, anziché il Consiglio legislativo di Hong Kong, ha emanato la legge della Repubblica cinese sulla salvaguardia della sicurezza nazionale nella regione amministrativa di Hong Kong.
Tutto ciò in deroga agli impegni sottoscritti dalla Cina e cioè la garanzia a Hong Kong di mantenere il sistema economico capitalista e tutti i diritti e le libertà ai suoi cittadini per i 50 anni successivi al rientro di Hong Kong sotto la sovranità cinese, ossia fino al 2047 .
Con questa legge Pechino si arroga la possibilità di estradare nella Cina continentale tutte le persone accusate di reati gravi, ovvero di crimini punibili con una pena superiore ai sette anni di detenzione. A
seguito di questa “legge bavaglio”, solo il 1 luglio gli arresti sono stati circa 300.
Trump, oramai non rappresenterà più un argine alla prepotenza di Xi Jinping e Joe Biden non fa
bene sperare.

La “dura” opposizione paroliera dell’Ue è stata molto politically correct ed è per
questo che a Pechino non ha sortito alcun effetto. Forse la mossa di Boris Johnson, offrendo la sua disponibilità a concedere passaporti a circa 3 milioni di residenti a Hong Kong è stata più incisiva, tanto vero che ha scatenato tensione tra il premier britannico e il Leader Comunista cinese Xi Jinping.
Davanti a una norma pretestuosa che punisce gli atti di sovversione, secessione, terrorismo e collusione con le forze straniere compiuti nell’ex colonia britannica, come risposta, il Regno Unito ha sospeso con effetto “immediato e a tempo indefinito” il suo trattato di estradizione con Hong Kong, definendo la misura come “necessaria e proporzionata”.

Il governo britannico è andato oltre. Ha annunciato l’imposizione di un embargo sulle forniture a Hong Kong di armi ed equipaggiamento di polizia utilizzabili dai reparti antisommossa contro le proteste, in vigore dal 1989.

Nathan Law ,  il noto politico e attivista cinese, ex leader studentesco, ex presidente del Consiglio di
rappresentanza dell’Unione degli studenti dell’Università di Lingnan, dal suo esilio lancia un specie di hashtag verso l’occidente e verso l’Europa in particolare: “Non fate affari con Pechino”.

L’Europa e per quanto interessa, l’Italia, nicchiano mentre fanno spallucce.

Les affaires sont les affaires come ben sosteneva nell’omonima commedia Octave Mirbeau. Hanno più senso le dichiarazioni universali dei diritti dell’uomo? I residenti di Hong Kong valgono quanto gli altri extra comunitari?

“Siamo tutti fratelli e non dobbiamo sopraffare l’altro”. Chi è che lo spiega a brutto muso a Xi Jinping? Le parole commuovono ma sono i fatti che muovono.




Pj Masks, su Rai Yoyo i nuovi episodi

Da lunedì 16 novembre, alle ore 21.15. E dal 20 novembre gli episodi speciali “Gli eroi dei cieli”

Arrivano su Rai Yoyo, in prima serata, i nuovi episodi della serie “PJ Masks”. Da lunedì 16 novembre, alle 21.15, ci saranno le nuove avventure in prima visione di Gattoboy, Gufetta e Geco. L’appuntamento è dal lunedì al venerdì, fino al 26 novembre.

Tra i personaggi più amati dai bambini, i PJ Masks si potranno vedere tutti i giorni oltre alle 21.15 (tranne il sabato, in cui la serie è anticipata alle 20.55), anche alle ore 11.25 e alle 14.35. Inoltre, da venerdì 20 novembre su RaiPlay arrivano, sempre in esclusiva, per la Rai gli episodi speciali dal titolo “Gli eroi dei cieli”. Le quattro nuove puntate, che danno il via alla quarta stagione, saranno poi proposte in tv sabato 21 e domenica 22 novembre su Rai Yoyo.

I popolarissimi “superpigiamini”, Gattoboy, Gufetta e Geco, di giorno sono tre bambini come gli altri, ma di notte, indossati i loro pigiamini e chiusi gli occhi, diventano supereroi che vivono avventure emozionanti sotto la luce della luna. Nel mondo notturno non esistono le limitazioni che ogni bambino sperimenta nella realtà, di giorno, e la difficile missione affidata ai supereroi può essere facilmente portata a termine grazie ai loro superpoteri. Gattoboy ha il potere della velocità, agilità e super udito, Gufetta è una super esperta di fumetti, ha una vista acutissima e può volare, Geco è il maestro del mimetismo, forte e super appiccicoso. 

Nei nuovi episodi troveremo i Superpigiamini impegnati in una nuova missione e sempre pronti a condividere con gli amici problemi, superpoteri e responsabilità. Perché anche per un supereroe la cosa più importante resta sempre l’Amicizia.




Nemi: è quasi finito l’andazzo

Anni di presenza attiva sul territorio mi consentono, anche in veste di direttore di testata, di tirare delle considerazioni sull’attuale clima che si respira nel territorio di Nemi, un piccolo angolo di paradiso dove risiedo.

Una comunità generosa, retta su sani principi anima questo posto, un luogo che ha un potenziale immenso ma che da decenni manifesta soltanto una minima parte di quello che in realtà può sviluppare.

Purtroppo, nonostante i buoni propositi, devo registrare un dato che mi rattrista molto: la gestione politico amministrativa di questo paese, a mio parere, è come ricoperta da una coltre opaca di insana arroganza, gestione feudale della cosa pubblica, palese incapacità di svolgere in maniera scevra da idee personali il ruolo del “buon padre di famiglia” arrivando a svolgere un attività divisiva, fondata su vecchie logiche che nel 2020, con l’evoluzione della consapevolezza, stonano e stridono ma soprattutto sono destinate a morire. Una gestione in mano a un uomo solo al comando che in più occasioni ha fatto sobbalzare dalla sedia anche chi è all’interno della maggioranza e al contrario del one man show tiene unita la baracca forse perché mosso da ben altri valori di quelli che manifesta ormai da diversi anni il palazzo.

Per qualche anno, noi de L’Osservatore d’Italia, abbiamo favorito la cronaca alla critica riguardo il piccolo e incantevole paese delle fragole. Scoraggiati, abbiamo fatto un ragionamento quasi naturale: la gran parte della cittadinanza forse preferisce quella coltre fitta di cui ho parlato rispetto ad alternative che probabilmente non vedono, non vogliono vedere quando invece, ognuno col buonsenso, può costruire insieme qualcosa di importante. Questo è il senso di una Comunità. Abbiamo cercato in tutti i modi un dialogo con chi siede a palazzo, chiedendo grazia di essere ricevuti per interposta persona. Muri di gomma e di insana superbia hanno continuato ad innalzarsi alti nella casa comunale vuota dove nessuno si sogna di fare il vicesindaco e dove un paio di persone simili a graziosi manichini animati sollevano il braccio a comando.

Un ennesimo episodio che si è verificato mi spinge ancora di più a riflettere a voce alta perché per fortuna in questo bel Paese, l’Italia, c’è ancora la libertà di critica e di manifestare liberamente il proprio pensiero. Non voglio scendere nei dettagli del fatto in se e per sé perché alla fine sembrerebbe riduttivo rispetto al ben più ampio discorso che mi onoro di fare con i lettori intellettualmente onesti che stanno leggendo questo mio fondo.

Succede, come ovunque, che la pandemia detta il calendario dei nostri giorni, modifica gli stati d’animo, le paure, il tessuto sociale.

Nemi, nonostante piaccia pensare che sia un’oasi Covid zero, purtroppo, non è immune alla presenza di questo maledetto virus che ha totalmente modificato le nostre vite.

La carenza di una comunicazione puntuale, trasparente, chiara, offusca le aspettative di gran parte della collettività.

Ormai si è in balia di una sola persona che detta il bello e il cattivo tempo, che è vicino ai cittadini che fanno la riverenza, l’inchino e che possibilmente non rompono troppo con le loro richieste ma ricordano bene in mente qualche briciola che hanno ricevuto. E allora anche ciò che spetta di diritto viene fatta passare come “favore personale” e servizi attesi da decenni passano come un messaggio “straordinario”.

Un esempio su tanti, in questi giorni parte finalmente la raccolta differenziata “porta a porta”, siamo in coda a tutti i Comuni del Lazio, non c’è nulla da festeggiare e non c’è nessuno che può appendersi una medaglietta al petto. Poteva essere fatta molti anni prima e a quest’ora una cittadina piccola come Nemi avrebbe potuto anche trarre profitti da una raccolta puntuale e virtuosa come accade in Comuni vicinissimi come quello di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo ecc.

Dato che l’immobilismo cronico ha divorato le aspettative dei cittadini, per qualsiasi foglia che si muove a Nemi, si è pronti a fare l’applauso, più si applaude e più il one man show ti considera ma non veramente, attenzione, magari fosse.

Ho letto gli ultimi fatterelli di questo one man show che ha cacciato dalla casa comunale due pubblici ufficiali, due consiglieri comunali accusandoli di fare assembramento (in due?!) mentre c’è chi entra ed esce dal Comune come se fosse a casa propria, una modalità da gitano, con tutto il massimo rispetto per un popolo che ha tradizioni e culture affascinanti e antiche.

Per fortuna non funziona così ma purtroppo il livello di assuefazione a questo andazzo cronico ha preso il sopravvento e se la pensi diversamente sei fuori! E allora visto che qualcuno si prende la briga ancora di far conoscere come stanno gli affari nel palazzo deserto, visto che ancora vigilano, visto che ancora parlano, vengono cacciati.

Come del resto è successo a questo giornale a cui in ogni occasione è stato buttato del fango addosso. Un fango che ci ha aiutato a crescere e anche molto perché questo quotidiano d’informazione gode ogni giorno dell’attenzione di migliaia di lettori.

Oggi siamo più forti e in grado di contrastare questo modo di subire un andazzo che è destinato a soccombere perché la cosa pubblica va gestita con sentimenti inclusivi, va gestita con volontà di progredire intellettualmente e di rispettare ogni singolo individuo anche e soprattutto chi la pensa diversamente.

Il nostro desiderio più grande, insieme a quello di tante persone che conosco, è svegliare dal torpore Nemi, è vedere decollare il vero turismo, valorizzare il territorio con azioni durature nel tempo che portino ricchezza per tutti e non solo per pochi. Un palazzo di vetro, un posto dove contribuire a rendere migliore il tessuto sociale, a estirpare vizi e con cura cicatrizzare ferite sociali che ormai nessuno vede più o fa finta di non vedere. Meglio di questo? Un mondo di alternative.




Casa d’Asta Corallo e Cammei: presto il primo catalogo digitale

Le aste hanno origini antichissime, gli antichi romani fra le varie espressioni usavano dire “hastae subicere” ossia “vendere all’incanto”, ma cosa spinge ancor oggi a partecipare a questo tipo di vendita?

A dircelo è il portavoce della Casa d’Asta Corallo e Cammei di Torre del Greco. Un’intervista sul tipo di vendita e in particolar modo del mondo del corallo e dei cammei e sulla loro valutazione.

Com’è nata l’idea di aprire una casa d’aste?

Il progetto è nato nel 2018 con la costituzione della società, quando, insieme ad operatori del settore (corallo e cammei) e tecnici si facevano ragionamenti in ordine alla crisi del settore ed alla ricerca di nuove forme di distribuzione. L’idea della casa d’aste e quella dalla galleria d’arte di oggetti in corallo e cammei è di Aniello Pennino, CEO della casa d’aste, che è un commercialista, quindi, lontano dalle logiche di commercializzazione del prodotto. Il primo aspetto preso in considerazione è l’estrema volatilità del prezzo del prodotto (corallo) e della scarsa qualità artistica (cammeo) degli incisori che hanno affollato il mercato, provvedendo a creare una situazione di confusione tale da non riuscire a comprendere se una lavorazione è artistica oppure no. Oggi chi acquista un prodotto in corallo e cammeo, il consumatore finale non è certo che quanto ha speso rappresenti realmente il valore dell’oggetto acquistato. Non ha una controprova, e, spesso, se prova a rivenderlo ottiene un evidente deprezzamento. La casa d’aste e la sua galleria, provvedono ad una corretta ed imparziale comunicazione circa l’espressione artistica del prodotto e del suo valore commerciale. La pubblicazione dei risultati delle aste e l’esposizione in galleria di oggetti artistici, rende i consumatori collegati, edotti sul valore di quanto acquistato e sulla qualità artistica della lavorazione. Un po’ come avviene nel mondo dell’arte figurativa, le gallerie d’arte e le pubblicazioni oltre alle aste, determinano il “coefficiente” dell’artista, ovvero la sua quotazione sul mercato. Ad oggi il mondo del corallo e dell’incisione artistica del cammeo è privo di tali agenti e la nostra casa d’aste si pone l’obiettivo di determinare la corretta quotazione di coralli e cammei.

Le aste sono on line oppure anche in sede?

Per ora aste non ce ne sono state, e la casa d’aste funziona prevalentemente come galleria d’arte, ovviamente online, vista la situazione sanitaria. Riteniamo di continuare con la galleria d’arte online, perché è una modalità che ci consente di comunicare la valutazione artistica in tutto il mondo digitale. Stiamo formando il catalogo per la prima asta, che riguarderà prevalentemente, il corallo e che sarà gestita in modalità digitale.

Cosa affascina ai partecipanti, l’asta oppure l’oggetto in questione?

Certamente la modalità dell’asta e la competizione rappresenta un elemento di grande fascino per chi frequenta questo mondo e per chi ritiene di avere capacità e competenze superiori alla media che gli consentono di concludere l’”affare”. Mettersi alla prova è sempre un grande stimolo. In ogni caso, riteniamo che l’oggetto in se rappresenterà l’elemento che affascinerà maggiormente i partecipanti. Alcuni degli oggetti che andranno all’asta saranno pezzi da collezione, sia per il valore artistico che per l’unicità, per il corallo è la natura che determina le dimensioni ed il colore. Altri oggetti saranno di largo consumo e, crediamo, che molti saranno affascinati dalla possibilità di acquistare oggetti che oggi appaiono inaccessibili.




Case prefabbricate: è boom di costruzioni “green”: ecco il trend per i prossimi anni

Case prefabbricate con certificazioni green, utilizzo di calcestruzzo drenante e riduzioni massicce delle emissioni di CO2 tramite additivi. Sono questi alcuni dei principali trend che secondo gli esperti interesseranno il mondo dell’edilizia, destinato a essere sempre più “green”. Un mercato che secondo ricerche internazionali avrà un vero e proprio boom entro il 2027, raggiungendo a valore oltre 187 miliardi con una crescita annua dell’8,6%.

L’emergenza globale in atto ha costretto industrie e governi a ripensare il proprio futuro in ambito edilizio, puntando a costruzioni sempre più attente alla salute e all’impatto ambientale. Il mercato green dell’edilizia è infatti in netta crescita, come segnalato da una recente indagine americana di Research & Markets pubblicata sulla testata Environmental Leader: a livello mondiale si prevede infatti un raggiungimento a valore di 187,4 miliardi di dollari entro il 2027 con un tasso di aumento annuale dell’8,6%. Uno scenario confermato anche dal World Green Building Council, secondo cui le infrastrutture e gli edifici punteranno a dimezzare del 40% le emissioni di carbonio entro il 2030, e del 100% entro il 2050. Ma quali sono, secondo gli esperti, i principali trend del futuro nell’ambito dell’edilizia sostenibile? A primeggiare saranno le case prefabbricate dotate di certificazioni green come la LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), più sicure dal punto di vista sismico e meno impattanti, seguite da un utilizzo massiccio di materiali ecologici come additivi in grado di limitare le emissioni e il calcestruzzo drenante. Ampio spazio anche agli “smart buildings”, sistemi gestiti in maniera automatizzata e integrata, e all’utilizzo della tecnologia 5G, che faranno da apripista a un’era di connettività che favorirà l’interconnessione di dati nel settore edilizio. “Appare ormai evidente come anche il mondo edilizio si stia preparando ad abbracciare un futuro sempre più green e attento alla sostenibilità. Anche noi ci stiamo muovendo in questa direzione poiché l’attenzione all’innovazione è da sempre parte integrante del nostro DNA – ha spiegato Paolo Novello, CEO di Chryso Italia – Per questo motivo abbiamo di recente implementato nel nostro portfolio di prodotti la tecnologia CHRYSO ICARE, ideata per supportare i produttori di cemento nel raggiungimento dei loro obiettivi e collaborare con loro nell’implementazione degli ultimi processi in materia di incremento delle resistenze meccaniche. In questo modo il Gruppo continuerà ad aiutare le imprese nei loro incessanti sforzi di ridurre le emissioni di CO2 e i costi di produzione”. L’importanza di puntare sul green non ha solo effetti benefici sull’ambiente, ma anche sulla qualità della vita: ad esempio, una ricerca del National Center for Biotechnology Information pubblicata su CNBC ha evidenziato come gli edifici sostenibili contribuiscano alla diminuzione dei livelli di cortisolo dei dipendenti che vi lavorano. E ancora, secondo un’indagine di Harvard Business Review pubblicata su New Indian Express, lavorare all’interno di edifici green aumenta del 40% la produttività. Uno scenario sostenibile che punterà tutto sull’intelligenza artificiale, rivelandosi essere ancora più “disruptive”: tra le principali tendenze figureranno l’automatizzazione dei servizi, attraverso l’utilizzo di robot, intelligenze artificiali e stampanti 3D, e un aumento della richiesta di impianti di aerazione all’interno delle strutture. Il mondo dell’IA, in particolare, secondo una ricerca americana di Allied Market Research e pubblicata su Fox News, interesserà il 45% del settore edilizio, segno di una visione sempre incessante verso un futuro hi-tech che si prenda cura anche del Pianeta.

Ecco infine i 10 principali trend in ambito edilizio per i prossimi anni:

Case prefabbricate dotate di certificazioni green: sono più sicure a livello sismico, favoriscono la riduzione del consumo energetico e sono meno impattanti sull’ambiente.
Utilizzo di additivi per ridurre le emissioni di CO2: Chryso ICARE, ad esempio, è una tecnologia implementata che consente ai produttori di cemento di abbattere la CO2 emessa.
Spazio all’intelligenza artificiale: gestiti in maniera automatizzata e integrata, gli “smart buildings” rappresenteranno uno dei principali trend dell’edilizia nel futuro post emergenza.
Attenzione alla qualità della vita: gli edifici green garantiscono un miglior comfort abitativo e un notevole risparmio energetico, aumentando la produttività e diminuendo lo stress.
Importanza delle “Net-Zero Emissions”: la riduzione delle emissioni incorporate di carbonio entro il 2050 rappresenta uno degli aspetti principali dello scenario post emergenza.
Ampio ricorso ai pannelli solari: riducono il consumo di combustibili fossili, utilizzano energia pulita ed inesauribile e non producono inquinamento.
Utilizzo della tecnologia 5G: impianti di connessione ultraveloce che rappresenteranno il nuovo standard in ambito edilizio, favorendo la costruzione di edifici intelligenti.
Ispirazione sul modello della circular economy: la circolarità favorisce nuove opportunità commerciali e garantisce un sistema di raccolta differenziata totale.
Utilizzo della realtà aumentata in ambito edilizio: favorisce la riduzione dei costi e agevola gli spostamenti.
Ripensamento degli spazi: meno postazioni e meno consumi per ripensare a degli ambienti di lavoro “diffusi” e non più centralizzati, soprattutto per quanto concerne gli uffici.




“Per la Patria”: presentato il CalendEsercito 2021

12 mesi con l’Esercito ripercorrendo le più grandi battaglie della storia che celebrano il valore e il sacrificio dei nostri soldati

Si è tenuta questa mattina all’Altare della Patria, nel Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate, la presentazione del “CalendEsercito 2021”, intitolato “Per la Patria”.

L’evento, che è stato trasmesso in diretta streaming sui canali web della Forza Armata, si è svolto in assenza di pubblico, nel pieno rispetto delle disposizioni emanate dal Governo in materia di contenimento alla diffusione del CoVid-19, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina. 

L’edizione 2021 del CalendEsercito è stata realizzata anche grazie alla collaborazione con Leonardo s.p.a., sponsor unico dell’opera e partner istituzionale, rappresentata per l’occasione dal Presidente dott. Luciano Carta, intervenuto con un video messaggio nel corso dell’evento.

L’opera è stata presentata dal giornalista e saggista dott. Paolo Mieli, e dalla dott.ssa Isabella Insolvibile, storica e accademica italiana, i quali insieme al Generale Farina ne hanno illustrato il significato e, in particolare, ad ogni mese dell’anno è stata associata una tappa significativa della storia del nostro Paese: dai campi di battaglia delle guerre risorgimentali alle trincee dei due conflitti mondiali; dai teatri di operazione all’estero, nell’ambito delle missioni di sostegno alla pace, sino ai molteplici interventi sul territorio nazionale che vedono l’Esercito impegnato nel fronteggiare situazioni di emergenza, come l’attuale impegno per contrastare il Covid-19. Sfogliando le pagine del Calendario 2021 si ripercorrono i principali fatti d’arme del nostro Paese, dalla battaglia di Governolo (1848) a quella di Bezzecca (1866), alla presa di Roma (1870) all’epica battaglia del Solstizio (1918), quando tutta l’Italia si ritrovò sul Piave a combattere l’avversario austriaco, sino alle battaglie del Secondo conflitto mondiale e della Guerra di liberazione. Le ultime pagine dell’opera sono dedicate all’Esercito di oggi, una Forza Armata che si pone quale pilastro della Difesa e sicurezza nazionale e internazionale, sempre al servizio della collettività. 

Nel rievocare queste tappe della nostra storia, l’opera intende onorare il servizio reso dagli uomini e le donne della Forza Armata e, con esso, riaffermare i valori su cui si fonda l’Esercito: la devozione all’Italia, la fedeltà alle Istituzioni repubblicane, l’importanza della memoria, principi che costituiscono patrimonio indelebile dell’agire dei soldati italiani, che a 100 anni dalla sua tumulazione a Roma, guardano al “Milite Ignoto” come punto di riferimento, eroe senza nome e senza tempo che simboleggia tutti i caduti “Per la Patria”. 

Il Generale Farina, nel corso del suo intervento, ha voluto illustrare i contenuti del CalendEsercito 2021, a cominciare dal titolo. “L’idea iniziale è stata quella di rievocare il centenario della tumulazione del Milite Ignoto, avvenuta il 4 novembre 1921, ma abbiamo anche voluto onorare tutti i soldati di ogni epoca e luogo che si sono sacrificati PER LA PATRIA, contribuendo così a creare il Paese che abbiamo oggi: un’Italia unita, repubblicana, democratica, che progredisce e che è protesa verso il futuro. Per questo abbiamo scelto 12 missioni e operazioni per ripercorrere, in un continuum che va dalla Prima Guerra di Indipendenza a oggi, quello che l’Esercito, in varie tappe, ha fatto per l’Italia e per i cittadini, ivi compreso l’attuale impegno della Forza Armata per supportare le ASL e gli ospedali civili nell’emergenza epidemiologica che sta investendo il Paese. Tutto quello che l’Esercito fa è “Per la Patria”, per la devozione all’Italia, per la fedeltà alle Istituzioni e per lo spirito di abnegazione, l’altruismo e la generosità che contraddistinguono il soldato italiano”.

“L’Esercito”, ha concluso il Generale Farina, “è in prima linea sul campo, in azione, tanto all’estero, in numerose missioni di supporto alla pace, quanto in Italia, lo possiamo vedere molto in questi giorni, è un’Istituzione imprescindibile per la Difesa e la sicurezza dei nostri concittadini. Un’Istituzione capace, coesa, pronta e incentrata sul fattore umano. I nostri soldati, che devono essere supportati dalle migliori tecnologie, sono la parte più importante della Forza Armata e costituiscono un’“unica schiera” al servizio del Paese, sempre pronta a migliorarsi per affrontare al meglio le sfide future”.

L’edizione di quest’anno, disponibile sia nella versione classica tradizionale “da muro” sia in quella “fotografica”, contribuirà a sostenere l’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani ed i Militari di Carriera dell’Esercito (O.N.A.O.M.C.E.) alla quale sarà devoluta una quota del ricavato delle vendite. 




Nassiriya, 12 Novembre 2003. CNDDU: “L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti”

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani anche quest’anno ha inteso ricordare la strage di Nassiriya, verificatasi durante un’operazione militare con finalità di peacekeeping (mantenimento della pace), in cui furono uccisi, la mattina del 12 novembre 2003, 19 italiani (12 carabinieri: Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone; 5 militari: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci; 2 civili: Marco Beci, Stefano Rolla) attraverso un momento di commemorazione digitale. .
Solo qualche anno prima, l’11 settembre 2001, un altro attentato scosse gli USA, destabilizzando il Paese e proiettando il mondo in un cupo cono d’ ombra. Anche se la strage irachena non ebbe la stessa entità numerica rispetto a quanto accadde appena due anni prima in America, il cordoglio espresso dal popolo italiano fu particolarmente sentito rispetto ai familiari delle giovani vittime cadute in servizio nell’adempimento del proprio dovere e dimostrò quanta umanità, commozione e coesione solidale può manifestarsi durante prove così terribili per la nostra nazione.

“Ho ancora nel cuore la compostezza dei familiari. – Dichiara il Prof. Romano Pesavento Presidente CNDDU – In loro – prosegue – ho visto l’immagine della famiglia e la più alta espressione dell’amor di patria. C’è un forte e crescente senso di comunità, grazie per la forza che mi trasmettete”. (Carlo Azeglio Ciampi, nel discorso di fine anno del 31 dicembre 2003). In questi giorni così difficili a causa dell’inasprirsi della pandemia non dobbiamo dimenticare tutti coloro che sono impegnati in missioni di pace o a carattere umanitario indossando una divisa o in qualità di semplici volontari e con mansioni differenziate nel mondo: infermieri, dottori, ingegneri, addetti alla sicurezza, insegnanti, ecc. Il CNDDU propone al Ministero dell’Istruzione di istituire un minuto di raccoglimento nelle scuole italiane in presenza e in DaD per omaggiare le vittime di Nassiriya e ricordarne l’esempio. L’hashtag è #NassiriyanelCuore. Indipendentemente dal trascorrere del tempo è doveroso custodire la memoria di quanto è accaduto e rinnovare la nostra vicinanza a tutti i congiunti delle vittime”.

(Sergio Mattarella, Messaggio sulla Strage di Nassiriya, 2019)

“L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano. I conflitti e le tensioni, spesso provocati e sostenuti da forme di terrorismo transnazionale rivolte a sovvertire i principi di convivenza, rispetto dei diritti umani, libertà, vedono impegnata l’intera comunità internazionale per affrontare sfide insidiose contro l’umanità. Lo slancio e l’altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune è fonte di riflessione per tutti i cittadini, che nel loro agire quotidiano sono chiamati ad un contributo egualmente prezioso per la civile convivenza e il progresso della comunità nazionale e internazionale.”




Spotify su Apple Watch non avrà più bisogno dell’iPhone

Spotify è pronto ad arrivare sull’Apple Watch in modo “esclusivo”. Il primo servizio al mondo di musica in streaming – che conta 320 milioni di utenti a fine settembre, di cui 144 milioni di abbonati – ha infatti iniziato a dare ad alcuni utenti la possibilità di ascoltare i brani sullo smartwatch di Apple senza bisogno di passare dall’iPhone.

La novità, in fase di test dallo scorso settembre, è in via di distribuzione a un maggior numero di utenti a partire dal weekend, come evidenziano numerose testimonianze online. Per loro l’applicazione di Spotify ora consente di ascoltare in streaming canzoni e podcast usando la connessione Wi-Fi o cellulare dell’Apple Watch, in modo quindi indipendente dall’iPhone. Una tale possibilità si rivela utile in tutti quei casi in cui non è pratico portare dietro lo smartphone, ad esempio durante una sessione di corsa o un’altra attività fisica.

La selezione di brani e playlist avviene con comandi vocali, chiamando l’assistente Siri, e per la riproduzione si possono collegare auricolari o cuffie Bluetooth allo smartwatch. La nuova funzione è in fase di distribuzione su scala globale, e dovrebbe arrivare a disposizione di tutti gli utenti nei prossimi giorni. Grazie a questa nuova funzionalità allenarsi senza ingombri e in totale libertà diventa sempre più possibile, ma soprattutto, in quest’epoca dove il COVID-19 costringe le persone a inventarsi lo sport fai da te, tale feature assume un ruolo di grande importanza in quanto si sa, allenarsi a ritmo di musica ha tutto un altro fascino. Se le canzoni poi sono quelle che abbiamo scelto accuratamente allora il risultato è ancora migliore. Provare per credere.

F.P.L.