Ostia, bando su concessioni demaniali: “Frettoloso e intempestivo”

“Sulla messa a bando delle concessioni demaniali lidensi, dietro le altisonanti parole di tutela della concorrenza e di rispetto dei sovraordinati principi della normativa europea-unitaria, si cela in realtà la solita approssimazione a CinqueStelle, la mancanza progettuale di insieme e un minimo senso di razionalità amministrativa”. Così in una nota Claudio Durigon, deputato e coordinatore del Lazio per la Lega e Monica Picca, capogruppo della Lega in X Municipio.

“Siamo pienamente favorevoli alla tutela della concorrenza, ma in un quadro di efficacia e di razionalità amministrativa.
Per la continuità gestoria del servizio si dice che Roma ha dovuto attivare questo bando, ma se le scadenze delle concessioni come ammettono dalla amministrazione stessa sono fissate al 31 dicembre, quale razionalità ha un bando che prevede invece una procedura che finisce per allungarsi nel cuore inoltrato del 2021 e ben sapendo le tempistiche spesso punteggiate da lungaggini processuali della evidenza pubblica in Italia?”.

“Ci sono poi altri particolari degni di nota: da un lato il PUA e la sua approvazione che, come ammettono i cinquestelle, inciderà sull’aspetto gestorio. Quindi ne emerge il quadro di un bando basato su mere ipotetiche previsioni. Su questo la Regione dovrà pronunciarsi, anche perché non vorremmo che questo frettoloso ma al tempo stesso paradossalmente intempestivo bando fosse un unicum tra tutte le Regioni italiane, ponendo una seria questione di eguaglianza in senso sostanziale”.

“Sul PUA ci siamo poi già espressi lamentando la mancanza di consultazione dei destinatari delle norme, e non certo solo i balneari, ma la cittadinanza, i tecnici, le associazioni del territorio.
E c’è poi l’aspetto del rinnovo annuale che in piena campagna elettorale sembra adombrare la famosa frase ‘a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca’”.




Un Natale povero e disattento ai valori spirituali? Solo apparentemente…

Il caldo segreto dell’Amore cristiano

Il Natale di questo anno non vi è dubbio che sia stato trasformato dal Covid-19, che ha creato paure ed incertezze, così devastanti e disarmanti, negli esseri umani, da determinare una sorta di alienazione dell’anima, ossia una sorta di incapacità di gioire del ricordo della nascita di Gesù e del dono della Speranza e della gioia di essere amati di cui, con la sua venuta al mondo, ha omaggiato gli esseri umani.

Sembra primeggiare, terrorizzando, la paura della perdita dei beni materiali, quelli necessari per sopravvivere, non certo per essere benestanti. Un malessere generalizzato sembra avere il sopravvento sui sentimenti della religiosità e della serenità spirituale, che reca sempre con sé la festa natalizia. 

Primeggia la solitudine per evitare di contagiarsi

Molti, difatti, hanno scelto la solitudine per non danneggiare le persone a cui vogliono bene. Ma solo in apparenza.  Perchè vive un anelito, seppur avvolto nelle pieghe più profonde dell’anima. Tale anelito è  quello di veder vivere il miracolo della potenza di Gesù rispetto al male che attanaglia l’umanità, che sconfiggerà la pandemia e restituirà la salute all’essere umano, affinchè possa realizzare il suo progetto di vita e di amore.  Gesù sa accogliere la nostra tristezza e trasformarla in gioia.

Gioia per la rinascita! 

La rinascita sarà non solo materiale, ma anche spirituale perché un uomo nuovo sarà quello che sorgerà dalle ceneri della sofferenza della pandemia. Il silenzio di questo Natale diventerà canto di gioia e di vita ritrovata, di operosità ed impegno per dirigerci sempre più verso il vero Natale che l’essere umano merita.

Ed è certo che una preghiera, anche se non recitata, alberga nei nostri animi e raggiunge il cuore di Gesù, che non ci lascerà soli, come la storia umana  attesta ogniqualvolta si è verificata una tragedia universale, ma ci condurrà oltre il deserto della sofferenza e della schiavitù per diventare uomini sempre più veri e migliori, che sapranno ritrovare una nuova e ricca relazione umana, in cui l’altro è fratello amato e fratello che ama. Così nessuno rimarrà più ai bordi della vita e parteciperà da protagonista alle sue manifestazioni più vitali, colme di felicità e di benessere materiale e spirituale, da cui nessuno sarà più escluso. Sarà il vero Natale dell’uomo nuovo dopo la pandemia. Il Natale che l’essere umano merita di dover vivere!

di Biagio Maimone 




Roma, momenti di gioia con il Babbo Natale della Polizia di Stato per i piccoli ricoverati del San Camillo Forlanini

ROMA – Babbo Natale della Polizia di Stato e della Polizia Postale ha fatto visita ai piccoli ricoverati dell’Ospedale San Camillo-Forlanini portando in dono peluche e baci Perugina.

Questa mattina sotto  lo “splendente” albero di Natale allestito nel giardino della Piastra dell’Ospedale ad accogliere le “renne della polizia”, che hanno regalato momenti di gioia ai piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica e della Pediatria’ il Direttore Generale Fabrizio d’Alba.

Al termine della consegna quattro motociclisti della Questura hanno sfilato sotto il Padiglione Flajani con le sirene accese in segno di saluto per i piccoli ricoverati e di ringraziamento  per gli operatori sanitari”.




Puyo Puyo Tetris 2, il puzzle game classico guarda al futuro

Puyo Puyo Tetris è riuscito ad ammaliare tutti gli appassionati, sia per via del suo spirito di conservazione e fascino, sia per via del suo continuo osare e rimescolare le carte in tavola di un genere che, a quanto pare, ha ancora molto da dire.

Con Puyo Puyo Tetris 2 ci troviamo sostanzialmente davanti ad un titolo che, da un lato ripropone tutte le idee migliori del capitolo precedente, e dall’altro ne amplifica l’esperienza con tutta una serie di elementi che inevitabilmente incuriosiscono.

Si tratta di un crossover che però mantiene anche fede alle radici da cui è tratto, mettendo a disposizione del giocatore, fin dalla primissima schermata, la possibilità di potersi immergere nei titoli che costruiscono questa miscela, in maniera separata. Puro Puyo Tetris 2, nel suo menù principale, si divide in: Avventura, Singolo, Multigiocatore, Opzioni e dati, Online e Lezioni. Quest’ultima possibilità si rivela estremamente fondamentale per tutti coloro che non hanno mai messo mano ad uno dei due titoli mescolati e proposti.

Si tratta di una sezione del gioco interamente dedicata all’insegnamento delle basi, ma anche delle fasi avanzate, non soltanto di Puyo Puyo e Tetris, ma anche delle varie modalità qui proposte, offrendo dunque un approccio pseudo-enciclopedico dettagliato e attento a spiegare ogni cosa per bene, avvalendosi di una semplicità diretta e ben snocciolata. Come dicevamo, la prima voce che risalta all’occhio è la modalità Avventura: dotata di un’innovata interfaccia che ricorda quella di un gioco da tavolo, il Sugoroku, e di una corposa quantità di personaggi, la storia non verrà certo ricordata per la componente narrativa. La vicenda, che coinvolge eroi vecchi e nuovi, tende infatti a stancare in fretta: i protagonisti alquanto stereotipati e il susseguirsi di lunghi dialoghi a schermata fissa non aiutano, d’altronde, a favorire il coinvolgimento dell’utente.

L’Avventura, tuttavia, funge da palestra perfetta per avvicinarsi ad entrambi gli stili di gioco presenti nell’opera e alle varie modalità vecchie e nuove contenute nel pacchetto. Nei circa 80 livelli, alcuni dei quali del tutto opzionali, è possibile mettersi alla prova in sfide di livello crescente, che aiutano ad impratichirsi e a sbloccare elementi extra di contorno, come scenari e musiche, ma anche personaggi e oggetti di fondamentale importanza. Sempre a proposito di apprendimento delle regole di base, è sicuramente interessante la presenza della “Difficoltà automatica”, un’opzione legata alla modalità Avventura che plasma l’abilità della CPU in base alla bravura di chi gioca.

In questo nuovo episodio è presente poi una sezione “Lezioni”, perfetta per chi vuole imparare, nonché arricchita con tutte le nozioni sulle modalità inedite e alcune voci extra che fungono da insegnamenti interattivi. La principale novità di Puyo Puyo Tetris 2 risiede però nell’introduzione di una particolare modalità chiamata Battaglia Tecnica che, in parole povere, consiste in una rivisitazione in chiave ruolistica dei due puzzle game. I partecipanti non devono limitarsi a giocare al puzzle game di riferimento selezionato, ma hanno l’obbligo di tenere costantemente sott’occhio un paio di parametri: i punti vita, il cui azzeramento decreta il game over, e i punti magia, grazie ai quali si possono attivare con la semplice pressione di un tasto tre diverse abilità. A stabilire quali sono le skill disponibili e l’ammontare degli attributi è la composizione del team: in un’apposita schermata si possono infatti passare diversi minuti a studiare la combinazione perfetta di personaggi e carte (l’equivalente degli accessori) per avere il giusto equilibrio tra attacco e difesa.

A garantire poi un incremento in termini di longevità è la progressione dei singoli personaggi, che al termine di ogni scontro guadagnano punti esperienza grazie ai quali salgono di livello e diventano sempre più forti. Questa modalità, indirizzata principalmente ad un target che non apprezza la staticità dei puzzle game come il primo Puyo Puyo Tetris, è sicuramente un’aggiunta gradita che, soprattutto ai livelli più alti, riesce a garantire ore di divertimento, aggiungendo un piacevole senso di progressione applicato sia alla componente offline che a quella online.

 Se da una parte la Battaglia Tecnica rappresenta un’assoluta novità di questo secondo capitolo, dall’altra i veterani di Puyo Puyo Tetris, i quali non aspettano altro che confrontarsi con altri giocatori per stabilire a suon di Tetramini o Slime chi sia il più abile, troveranno pane per i loro denti. Il comparto multigiocatore non coinvolge infatti la sola modalità Battaglia Tecnica ma anche tutte le altre già viste nel primo episodio, le quali possono essere affrontate non solo in partite amichevoli ma anche nel competitivo, ovvero la Lega Puzzle. Anche in Puyo Puyo Tetris 2 esiste infatti la possibilità di sfidare altri giocatori in quattro diverse categorie, ognuna con la propria graduatoria: Lega Puzzle (Tetris + Puyo Puyo), Lega Puyo Puyo, Lega Tetris e Lega Battaglia Tecnica, con quest’ultima che incarna l’unica novità per quello che riguarda il comparto competitivo del gioco.

Questa frammentazione delle modalità online non è solo positiva per chi ama la competizione, ma anche per chi è solo in cerca di un po’ di divertimento e vuole rilassarsi con un match amichevole. Oltre alla Lega Puzzle, che ha una maggiore attenzione per chi ama il PvP, il Sonic Team si è concentrato ancora una volta anche sugli amanti del PvE, che potranno godersi pienamente l’esperienza grazie alle modalità Sfida. Nell’apposito menu è presente Fever infinito, Puyo infinito, Puyo mini, Sprint, Maratona e Ultra. Si tratta in tutti e sei i casi di modalità che prevedono la partecipazione di un solo giocatore con l’obiettivo di raggiungere il punteggio massimo entro un tempo limite, oppure di proseguire all’infinito in uno dei due puzzle game. Completando una qualsiasi partita delle modalità Sfida con una connessione internet attiva, il punteggio verrà automaticamente caricato nelle classifiche online, così che anche i giocatori solitari possano provare a ottenere nuovi record con cui scalare le classifiche mondiali. Per quanto riguarda gli elementi di contorno, come la possibilità di modificare l’aspetto delle unità utilizzate in entrambi i puzzle game, il gioco propone una serie decisamente ridotta di “skin”. Alcuni aspetti alternativi sono disponibili sin da subito e altri sono invece acquistabili con i crediti nell’apposito negozio. Purtroppo, però, il negozio è identico a quello del primo Puyo Puyo Tetris e non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto visto nella precedente incarnazione della serie. Gli oggetti disponibili non sono solo scarsi in termini numerici, ma sono anche estremamente semplici da ottenere. Basterà infatti qualche ora di gioco e una manciata di vittorie per entrare in possesso di qualsiasi aspetto alternativo di Puyo e Tetramini. Esistono poi dei voice pack e delle icone sempre disponibili all’acquisto ma che, per quanto numerosi, suscitano sicuramente meno interesse verso chi non è intenzionato a sbloccare ogni singolo oggetto.

Tirando le somme, possiamo dire che con Puyo Puyo Tetris 2 il Sonic Team ha deciso di non andare troppo oltre quello che ha decretato il successo del primo capitolo, ma di limitarsi a proporre un prodotto forse troppo simile al predecessore sia dal punto di vista dei contenuti che da quello puramente estetico. Le poche novità possono allettare prevalentemente quella fetta di pubblico competitiva, che grazie alla modalità Sfida e alla Lega Puzzle può finalmente battagliare in maniera impegnativa anche al di fuori del solo PvP. Chiunque sia intenzionato a giocare al titolo per puro diletto e abbia già spolpato a dovere il predecessore si ritroverà sì di fronte ad un ottimo gioco con tanti contenuti, sebbene tutti risultino fin troppo simili a quanto già visto in passato. Insomma, l’acquisto di questo titolo è consigliato prevalentemente sia per chiunque non abbia mai giocato al primo Puyo Puyo Tetris, sia per tutti coloro che vedono nella presenza delle classifiche online del PvE, nella nuova Avventura e nelle Battaglie Tecniche dei contenuti appetibili e stimolanti. Il titolo, lo ricordiamo è disponibile su Pc, su Switch e sulle console della famiglia Xbox e PlayStation di attuale e vecchia generazione.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 9

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Lucca, restituiti all’Arcidiocesi due dipinti di Giovanni Domenico Ferrucci

LUCCA – L’opera “Madonna con Bambino e i Santi Crispino e Crispiniano” di Giovanni Domenico Ferrucci (1619 – post 1669) è stata restituita all’Arcidiocesi di Lucca.

La cerimonia è avvenuta oggi presso il Salone dell’Arcivescovado di Lucca alla presenza del Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, il Ten. Col. Giuseppe De Gori, all’Arcivescovo di Lucca, S.E. Mons. Paolo Giulietti, nonchè alla presenza del Comandante Provinciale Carabinieri di Lucca, Col. Ugo Blasi, e della funzionaria della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara, Dott.ssa Neva Chiarenza.

Il dipinto a olio su tela, delle dimensioni di 202×145 cm e risalente ai primi anni Sessanta del Seicento, era stato illecitamente trafugato dalla Chiesa di Sant’Anastasio (ovvero dei SS.Vincenzo e Anastasio) a Lucca nel periodo successivo al 1977 e recuperato il 20 dicembre 2012 dal Nucleo TPC di Bologna.

L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri TPC dopo essere venuti a conoscenza della vendita, presso una casa d’asta milanese, di una notevole pala d’altare seicentesca di probabile provenienza toscana.

Nonostante l’immagine dell’opera non fosse registrata nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC, i meticolosi accertamenti condotti hanno permesso di appurare che il dipinto, benché fosse stato posto in vendita con la generica indicazione di “Madonna con Bambino e Santi” di un artista ignoto del Seicento, non era altro che il prezioso “Madonna con Bambino e i Santi Crispino e Crispiniano” realizzato nel 1662 circa da Giovanni Domenico Ferrucci per la Confraternita dei Santi Crispino e Crispiniano e rimasto conservato fino al 1977 nella Chiesa dei SS.Vincenzo e Anastasio a Lucca, da cui risultò assente nel corso di una verifica per la mostra “La pittura a Lucca nel primo Seicento” (1994-1995).

Per l’esito positivo della vicenda sono risultate fondamentali le ricerche storico-artistiche condotte dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara, che hanno portato al reperimento dell’effigie fotografica della catalogazione dell’opera avvenuta nel 1976, insieme all’attività di ricostruzione degli eventi compiuta dall’Arcidiocesi di Lucca, che ha permesso di accertare che l’opera era stata sottratta nel 1977.

La comparazione fotografica ha così permesso di confermare che l’opera, acquistata negli anni Novanta da un acquirente ritenuto in buona fede, era proprio quella trafugata trentacinque anni prima. Nel 2012 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ha così disposto il sequestro del prezioso dipinto, impedendo la sua ulteriore commercializzazione e dando la possibilità alla Diocesi di Lucca di restituirlo finalmente alla collettività dopo un’attesa di oltre quarant’anni.

Nel 2014 l’opera è stata inoltre accolta nel Palazzo del Quirinale a Roma, insieme ad altri capolavori, in occasione della mostra “La memoria ritrovata. Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri” promossa, dal 23 gennaio al 16 marzo, dalla Presidenza della Repubblica in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e con il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Oltre un centinaio tra sculture, oggetti d’arte sacra, dipinti e reperti sottratti alla comunità scientifica e all’ammirazione del pubblico in occasione di furti e scavi clandestini, sono stati esposti nella Sala degli Scrigni, nella Sala di Ercole, nella Sala degli Ambasciatori e nella sala di Augusto del Palazzo del Quirinale, per rendere omaggio al lavoro dei Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale.




Milano, in fila per un pasto. La politica e i politici italiani hanno fallito

di Biagio Maimone

A Milano, ogni giorno, migliaia di persone sono in fila per un pasto e un pò di cibo presso l’associazione di volontariato “Pane Quotidiano” e presso le mense dei francescani. C’è chi si chiede: “Ma lo Stato dove è? Dove sono tutti quei politici, ben pagati, che in Parlamento litigano per mantenere il proprio fondoschiena su uno scranno? Dove sono i grandi chiacchieroni, anch’essi lautamente retribuiti, che affollano le televisioni per arricchire la propria immagine?”.

La povertà è aumentata e lo si constata amaramente, tuttavia passa in secondo piano in quanto si parla di crisi politiche, di crisi del rapporto tra maggioranza e minoranza. Tali problematiche offuscano il problema dell’aumento spaventoso dei poveri.

E i diritti umani? Abbiamo celebrato una giornata dedicata ai diritti umani, ma a che cosa è servito averla celebrata? Solo per far vedere che esiste la bontà, che esiste la solidarietà. Certo, ma solo a parole!

Vero è che le persone hanno fame, i bambini hanno fame e lo Stato è silente ed immobile.
Non dovrebbero più esserci le fila per poter mangiare, ossia la carità perché la carità parla di dignità sofferente, perchè è vero che la dignità è garantita solo dalla giustizia sociale.

Lo Stato deve impegnarsi di più e risolvere il problema della povertà con azioni mirate, con il lavoro, con l’aiuto che debella la miseria. Ai poveri non interessano il litigi tra Salvini e il M5S o che Berlusconi e Renzi sostengano o meno il Governo Conte. Ai poveri interessa vivere e mangiare, non certo attraverso l’elemosina. Ai poveri sta a cuore poter lavorare!




Patrimonio immateriale dell’umanità: entrano “L’arte delle perle di vetro” e “L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia”

È stata recentemente resa nota l’iscrizione per il 2020  nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità di due tradizioni italiane: “L’arte delle perle di vetro”  elemento transnazionale  (comprendente anche la Francia) e  “L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia”, elemento transnazionale  (comprendente anche Belgio, Francia, Lussemburgo).

Per i suonatori di corno si tratta di un riconoscimento che “suona” piemontese. La candidatura, presentata da Italia, Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo, era partita infatti nel 2014 dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi e ha avuto come anima l’Accademia di Sant’Uberto e il suo Equipaggio della Regia Venaria.Nata in Francia, la tradizione musicale del corno da caccia si espanse in Europa raggiungendo il Nord Italia. “Questo riconoscimento riguarda direttamente la nostra regione ha commentato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio – e si aggiunge ai tanti riconoscimenti Unesco avuti dal Piemonte, architettonici, naturalistici, gastronomici, con la peculiarità di contribuire alla loro valorizzazione”. Per le perle di vetro, la candidatura era stata depositata da Italia e Francia, con l’Italia capofila, e proposta per la parte Italiana dalla Comunità dei perleri veneziani rappresentati dal Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di Vetro Veneziane e per la parte francese dalla Comunità dei perlai francesi, rappresentati dall’Association des Perliers d’art de France. Per la città di Venezia si tratta della prima iscrizione di un elemento immateriale nella Lista UNESCO.

L’arte delle perle di vetro è strettamente legata alla ricchezza delle conoscenze e alla padronanza di una materia, il vetro, e di un elemento, il fuoco. Quest’arte riunisce saperi condivisi e tecniche incorporate, rinvia a procedimenti e a strumenti artigianali particolari e include diverse fasi di lavorazione. La candidatura si focalizza sul saper-fare, sulle implicazioni sociali e culturali di quest’arte e non solamente sull’oggetto creato.

L’UNESCO ha fino ad oggi riconosciuto come Patrimonio Immateriale 549 elementi in 127 paesi del mondo.

Un patrimonio culturale non è costituito solo da monumenti e collezioni di oggetti ma anche da tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati:  espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo. artigianato tradizionale. Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza  non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra.

 L‘UNESCO ha tra i suoi obiettivi prioritari l’attuazione di misure atte a favorire la trasmissione del patrimonio culturale immateriale fra le generazioni, e per questo nel 2003 ha adottato la Convenzione  per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007, nella quale è prevista una serie di procedure per l’identificazione, la documentazione, la preservazione, la protezione, la promozione e la valorizzazione del bene culturale immateriale.

Ai sensi della Convenzione sono state istituite due liste di beni immateriali:

– La Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale (Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity), che contribuisce a dimostrare la diversità del patrimonio intangibile e ad aumentare la consapevolezza della sua importanza;

– La Lista del Patrimonio Immateriale che necessita di urgente tutela (List of Intangible Cultural Heritage in Need of Urgent Safeguarding), che ha lo scopo di mobilitare la cooperazione internazionale e fornire assistenza ai portatori di interessi per adottare misure adeguate.

Inoltre è previsto il Registro delle Buone pratiche di salvaguardia (Register of Best Safeguarding Practices), che contiene programmi, progetti e attività che meglio riflettono i principi e gli obiettivi della Convenzione.

Entra la sauna

Il 17 dicembre scorso anche la Finlandia ha ottenuto il suo primo riconoscimento dall’Unesco con l’iscrizione nella lista del citato patrimonio culturale immateriale della sauna finlandese, con la sua cultura, decisione presa da un comitato intergovernativo composto da rappresentanti di 24 Stati parti.

La cultura della sauna in Finlandia è forte e vivace. L’iscrizione alla lista dell’UNESCO significa che il Paese d’origine s’impegna a promuovere la tradizione vivente della sauna finlandese in molti modi. Oltre alla vitalità, viene salvaguardata la continuità della tradizione della sauna e l’importanza della cultura della sauna finlandese viene evidenziata come una caratteristica dei costumi e delle tradizioni finlandesi, nonché del benessere e della democrazia. Numerose associazioni di sauna finlandese e altre comunità che promuovono la cultura della sauna sono attive in tal senso.

“Il bagno nella sauna è parte integrante della vita quotidiana e delle feste, nonché del benessere e dello stile di vita dei finlandesi; tale usanza sottolinea l’uguaglianza e il rispetto reciproco tra le persone. Questo renderà la nostra cultura della sauna ancora più conosciuta in tutto il mondo. Tutti i bagnanti della sauna possono essere orgogliosi di questo”, ha dichiarato Annika Saarikko, Ministro della scienza e della cultura.

Il riscaldamento della sauna, le usanze e le tradizioni associate al bagno nella sauna, i canti, le credenze e le tradizioni narrative sulle saune fanno tutti parte di questo patrimonio vivente. Con quasi il 90% della popolazione finlandese che fa il bagno nella sauna una volta alla settimana, questa tradizione è fiorente. Ci sono circa 3,2 milioni di saune in Finlandia, quindi le cifre parlano da sole. Le famiglie tramandano la tradizione alle nuove generazioni, così come le numerose società e associazioni di saune finlandesi.

“La sauna è un’importante tradizione apprezzata dai finlandesi, che la tramanda da una generazione all’altra. L’iscrizione dell’UNESCO è un grande onore. Inoltre, aumenterà ulteriormente la cooperazione tra le comunità del settore, come le società e le associazioni di sauna” ha affermato Ritva Ohmeroluoma della Finnish Sauna Society.

La Finlandia ha ratificato la Convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale nel 2013. L’Agenzia finlandese per il patrimonio è responsabile dell’attuazione della Convenzione in Finlandia.In base alla Convenzione, gli inventari del patrimonio culturale sono conservati sia a livello nazionale che internazionale.. Gli elenchi servono a dare visibilità al patrimonio vivente e incoraggiare la condivisione di buone pratiche tra i paesi.

In Finlandia, il patrimonio culturale immateriale è raccolto nel Wiki-Inventory for Living Heritage, dove è possibile fare candidature per l’Inventario nazionale del patrimonio vivente. Ci sono attualmente 175 elementi iscritti nel Wiki-Inventory e 64 elementi nell’inventario nazionale. La prossima candidatura nazionale della Finlandia per l’iscrizione è la tradizione del “fiddling folk Kaustinen” (violino folk che si suona a Kaustinen) mentre la Finlandia ha condiviso una candidatura multinazionale per l’iscrizione della tradizione nordica delle ‘barche a clinker’ (tecnica di costruzione di barche a fasciame sovrapposto) nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Una decisione è prevista per dicembre 2021 per entrambi questi elementi.

Approfondimento sulla cultura della sauna in Finlandia sul sito (in inglese):

https://www.sauna.fi/in-english/finnish-sauna-culture/




LU-VE Group sbarca in Finlandia acquisendo la Fincoil dall’Alfa Laval

LU-VE Group, una multinazionale del Varesotto quotata alla Borsa di Milano (MTA), terzo operatore mondiale nel settore degli scambiatori di calore ad aria, è stato selezionato da Mediobanca tra le otto imprese ‘più dinamiche’ capaci di raggiungere nel 2019 un incremento delle vendite pari almeno al 20% rispetto ai livelli sia del 2011 sia del 2018 e un’incidenza del risultato sul fatturato maggiore del 4%.

Iginio Liberali, presidente di LU-VE ed artefice di questo successo imprenditoriale forse non troppo noto, ha commentato: “Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, che conferma la bontà della nostra strategia di crescita a lungo termine, fatta di diversificazione geografica e di prodotto, investimenti in R&D e acquisizioni mirate, ma senza mai dimenticare l’impegno per il nostro territorio e per la costruzione di un mondo sempre più sostenibile”.

Lo scorso anno (nell’ambito di una più vasta acquisizione fatta dalla svedese Alfa Laval) ha effettuato un importante investimento in Finlandia, acquisendo lo stabilimento, ora ribattezzato Fincoil LU-VE Oy, con sede a Vantaa.

Secondo l’indagine Mediobanca le aziende “dinamiche” individuate si caratterizzano anche per una elevata sostenibilità dimostrata nel periodo della pandemia anche grazie a iniziative sul territorio e non solo per i numeri.

LU-VE Group nasce oltre 35 anni fa, quando Liberali ebbe l’intuizione di rilevare un’azienda di alta qualità, ma allora in fallimento a causa di una gestione inadeguata, investendo la sua liquidazione dalla Ariston, dove lavorava come direttore generale, i suoi risparmi e risorse raccolte nel suo ambito di amici e parenti, mentre il restante 49% necessario all’operazione fu messo da società di venture capital. Sotto la sua guida, in 35 anni l’azienda è diventata uno dei primari costruttori mondiali nel settore degli scambiatori di calore, presenti in diversi segmenti di mercato, dalla refrigerazione (commerciale e industriale) al raffreddamento di processo per applicazioni industriali e “power generation”; dal condizionamento dell’aria (civile, industriale e di precisione) alle porte e sistemi di chiusura in vetro per banchi e vetrine refrigerate.

Il gruppo oggi è forte di oltre 3200collaboratori con l’83% della produzione esportata e un fatturato che alla fine del 2019 raggiungeva i 420,7 milioni di euro (pro-forma).

Parliamo di questo caso di successo con Fabio Liberali, responsabile della comunicazione del gruppo che, nonostante la sempre più marcata vocazione internazionale, è gestito da due famiglie: Iginio Liberali, fondatore e presidente, il ruolo di vice è ricoperto da Pierluigi Faggioli, Matteo Liberali nel ruolo di amministratore delegato e Michele Faggioli come responsabile operativo.

Partiamo dalla denominazione aziendale

LU-VE deriva da ‘Lucky Venture, riferibile al rischio ed all’avventura imprenditoriale intrapresa da mio padre, un nome che ha portato davvero a un’impresa fortunata! Ma questa crescita straordinaria è stata costruita su un basamento solido fatto di forti principi che il nostro stesso fondatore ha sempre trasferito in ogni sua attività e che si possono sintetizzare in due assunti: “Le aziende sono donne, uomini, e idee”: ovvero che per noi tutto deve partire dall’attenzione alle persone nel modo di fare impresa e “La materia grigia è la nostra materia prima”: senza le idee non esiste innovazione e senza innovazione un’azienda non può crescere. E le idee vengono dalle persone, per cui si torna al nostro assunto fondamentale che pone al centro le risorse umane.

Un’azienda famigliare ma quotata in Borsa

L’ingresso in borsa stimiamo che abbia accelerato di circa 10 anni il piano a lungo termine che avevamo disegnato, piano in cui erano previste acquisizioni e che hanno poi dato un impulso indispensabile per raggiungere la rilevanza internazionale che abbiamo oggi e che ci permette di definirci come una “multinazionale tascabile”. Dal 1986, da un fatturato di 10 milioni€ siamo cresciuti 42 volte, fino a 420 milioni, senza delocalizzazioni durante l’internazionalizzazione, avendo come regola quella di non portare via lavoro dall’Italia nei processi di eventuali acquisizioni, scelta che altri spesso non fanno, ma noi continuiamo a produrre in Italia…Ci piace definite i nostri lavoratori come ‘collaboratori’ e non come ‘dipendenti’…

Quali ricadute sta avendo la crisi pandemica sulle vostre attività produttive?

Durante quest’anno difficile del Covid, tuttora in corso, nella sfortuna siamo stati fortunati: per esempio, il nostro impianto di Tianmen in Cina, completato nel 2019, era nella zona occhio del ciclone (Provincia dell’Hubei non lontano da Wuhan) e chiudemmo a fine gennaio per riaprirlo il 12 marzo; il nostro stabilimento centrale qui in Lombardia invece è rimasto chiuso pochi giorni e tutti gli altri sono operativi, ed avendo compreso presto che il contagio non era cosa da prendere sottogamba, abbiamo creato qui in comitato di crisi coronavirus per prevedere e predisporre le misure atte ad affrontare la pandemia anche sulla base delle disposizioni governative che si succedevano. Il che ha permesso anche di proteggere i nostri collaboratori: tra i ca. 3200 di essi, i casi di contagio sono stati circa una quindicina e nessuno letale.

Come effetti economici, l’ultimo bilancio semestrale ha presentato un incremento di fatturato del +3,8% sulla semestrale2019, risentendo meno dell’impatto Covid, con qualche rallentamento su alcuni settori collegati, per esempio, le attività dirette al settore hotel, ristorazione e  catering. Abbiamo continuato a effettuare regolarmente i pagamenti ai nostri fornitori, specialmente ai piccoli, per non limitare loro l’ossigeno e mantenere viva la filiera, mentre abbiamo fatto anche assunzioni in questi ultimi mesi.

Quali i vostri mercati di riferimento principali?

La Germania è il nostro principale mercato di destinazione e siamo abbastanza eurocentrici come mercato; tra gli altri extra UE, citerei tra i mercati strategici la Cina, per il mercato asiatico, ed anche l’India, ove abbiamo acquisito negli ultimi anni una azienda che stiamo raddoppiando; e altro mercato strategico è in USA, Texas, ove si producono batterie e stiamo costruendo un altro stabilimento.

Avete un ruolo anche nelle forniture o nella produzione di indotto legata alla produzione dei vaccini anti Covid?

Per quanto riguarda il nostro coinvolgimento nella refrigerazione e gestione al freddo dei vaccini di cui si spera il prossimo arrivo, la logistica relativa al vaccino della Pfizer richiede un sistema che si potrebbe definire di ‘nicchia della nicchia’ mentre penso che le altre tipologie di vaccini necessiteranno dei soliti livelli di refrigerazione standard utilizzati per vaccini simili, sui -20° o -30°. Stiamo verificando con molti nostri clienti del settore farmaceutico quali necessità abbiano e come possiamo fornire assistenza sulla materia.

Quali sono, in sintesi, i vostri dati d’affari ed operativi?

Il gruppo ha una dotazione di oltre 3.200 collaboratori, di cui oltre 1.000 in Italia, per un fatturato di €420,7 milioni (pro-forma 2019), con l’83% della produzione esportata in 100 Paesi. Dispone di una superficie totale di circa 600mila mq, di cui oltre 210mila coperti, ivi inclusi i 3.235 destinati ai laboratori di Ricerca & Sviluppo (tra i più grandi del settore in Europa).Il gruppo ha una rete di società commerciali e uffici di rappresentanza in Australia, Austria, Cina, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Germania, India, Polonia, Regno Unito, Rep. Ceca, Russia, Spagna, Svezia, Thailandia e USA. Nel Sud non abbiamo impianti ma seguiamo molti clienti importanti che riforniamo dei nostri prodotti. Le politiche di innovazione che perseguiamo mirano a raggiungere una sempre maggiore efficienza nel pieno rispetto dei principi di salvaguardia dell’ambiente. I nostri prodotti, infatti, sono caratterizzati dalla riduzione dei consumi energetici e dell’impiego di liquido refrigerante, da bassi livelli di rumorosità, oltre che da un’elevata affidabilità nel tempo.

Come vi caratterizzate sul fronte dell’innovazione, della sicurezza sul lavoro e del territorio?

Sul fronte delle politiche per la sicurezza sul lavoro, la nostra multinazionale si è dimostrata una realtà all’avanguardia con il sistema dei “break formativi”, introdotti in azienda nel 2012 e recepiti nel 2018 dalla Commissione nazionale salute e sicurezza di Federmeccanica-Assistal, Fiom-Fim-Uilm come metodologia disponibile in tutta Italia per le imprese del comparto metalmeccanico. Questi intervalli formativi consistono in brevi momenti di formazione (15-30 minuti) svolti direttamente nei luoghi in cui si effettuano le lavorazioni industriali, all’interno dei reparti o presso le postazioni dei dipendenti. Dalla loro introduzione hanno permesso a LU-VE di ridurre notevolmente il numero e la gravità di incidenti sul lavoro.

Per quanto riguarda l’innovazione, le tecnologie LU-VE sono utilizzate per il condizionamento di edifici storici come il Teatro Bolshoi di Mosca e il Palazzo dell’Eliseo di Parigi, nonché per moderne strutture come la Fiera di Francoforte e il Bolshoi Ice Dome delle Olimpiadi di Sochi. I sistemi di condizionamento d’aria di precisione, progettati e realizzati da LU-VE, garantiscono inoltre il condizionamento delle sale operatorie in Italia e all’estero, di grandi data center e laboratori tecnologici, web farm e sale controllo quelle del nuovo Canale di Panama e dell’aeroporto internazionale King Abdulaziz, a Gedda in Arabia Saudita. La crescita del Gruppo lo ha portato a espandersi oltre i confini nazionali senza perdere di vista le sue radici: delle 16 unità produttive (in 9 diversi Paesi) che lo compongono, sono in Italia, Cina, Finlandia, India, Polonia, Rep. Ceca, Svezia, Russia e USA. Del gruppo fa parte anche una software house destinata all’ITC, allo sviluppo dei software di calcolo dei prodotti, alle attività on-line e all’IoT (Internet Of Things).

E ora avete un avamposto anche in Nord Europa

Siamo presenti in Scandinavia con AIA LU-VE dal 2011. Dalla nota multinazionale svedese Alfa Laval abbiamo acquisito, nel 2019, la branca operante nel nostro stesso settore, e quindi 3 impianti, uno in Italia, uno in India ed uno in Finlandia, per un investimento complessivo di ca. 51 milioni € ed un valore complessivo di 100 milioni di fatturato, oltre alla rete commerciale europea ed i marchi Fincoil ed Helpman; il marchio finlandese originale si chiamava Fincoil ed ora si chiama Fincoil LU-VE Oy con sede a Vantaa, rafforzando la nostra attività nel settore della power generation. Fincoil è specializzata nel campo della refrigerazione dei processi di produzione dell’energia e Wärtsilä è, per esempio, il nostro cliente più importante. In questa attività di acquisizioni, che è sempre complessa, siamo riusciti a non sacrificare le risorse umane esistenti perché il nostro è anche un approccio etico legato all’assunto di cui parlato sopra. Mio padre si definisce un ‘imprenditore olivettiano’ e una grande attenzione, durante la crescita dal 1986 ad oggi, è sempre indirizzata all’elemento umano sia esso in Italia o all’estero.

Segnaliamo, in conclusione, che il fatturato Fincoil è ammontato nel 2019 a circa 35 milioni di euro per un utile netto di circa 1,3 milioni.




Transizione di genere e gender fluid, dati in crescita: quali prospettive?

Le persone con grave disforia di genere, spesso sono definite come transessuali

La disforia di genere o disturbo dell’identità di genere indica quella condizione per cui un individuo non si identifica con il proprio sesso biologico, ma con quell’opposto. Una condizione spesso associata ad ansia, depressione, irritabilità e desiderio di vivere come genere diverso dal sesso assegnato alla nascita.

I comportamenti che riguardano il ruolo di genere rientrano in un continuum che va dalla mascolinità alla femminilità tradizionali, con un crescente riconoscimento culturale dell’esistenza di soggetti che non rientrano, o non vogliono necessariamente rientrare nella tradizionale dicotomia maschio-femmina.

Il video servizio sulla disforia di genere trasmesso a Officina Stampa del 17/12/2020

Queste persone possono riferirsi a se stesse come genderqueer, non binarie o gender fluid

Il video servizio sul Gender fluid trasmesso a Officina Stampa del 17/12/2020

Quando la mancata corrispondenza tra sesso di nascita e identità di genere percepita causa disagio significativo o disabilità, una diagnosi di disforia di genere può essere opportuna. Le persone con grave disforia di genere, spesso definite come persone transessuali, possono presentare sintomi gravi e di lunga durata che potranno essere alleviati e “curati” soltanto completando un processo di cambiamento del loro corpo mediante interventi medici e/o chirurgici, cambiamento d’identità sui documenti che potranno rendere la persona più strettamente allineata con la sua identità di genere.

Sempre più spesso oggi la sessualità è fluida: Gender-fluid

Il termine circola già da tempo. Miley Cyrus, ex icona Disney e oggi popstar specializzata nell’arte di scandalizzare, lo riassume così: “Mi va di fare a letto qualunque cosa con chiunque di qualunque sesso e orientamento, basta che siano atti consenzienti”. Sullo stesso fronte si schierano le attrici Kristen Stewart, Lily Rose Depp e Cara Delevingne, che nei loro curricula amorosi alternano fidanzati e fidanzate. C’è anche la app Feeld, una specie di Tinder dedicata agli incontri senza restrizioni di preferenze o legami che conta già 2 milioni di utenti in tutto il mondo. Attenzione però, non si tratta solo di chi va a letto con chi: Il concetto di “fluidità” riguarda l’intera identità sessuale: da quella di genere, fino all’orientamento affettivo che, soprattutto nei teenager, non sempre coincide con quello erotico. Anzi, l’approccio fluido sta proprio nel rifuggire le definizioni: la tendenza sessuale, come ogni altro aspetto della nostra personalità, non è qualcosa di dato ma un processo in continuo divenire.




Cos’è il cashback e come funziona

Nelle ultime settimana in Italia si è molto scritto e discusso di cashback di stato, un sistema di rimborso per i consumatori italiani messo in atto dal governo per contrastare la circolazione di denaro contante.  Lo scopo del governo è quello di fare emergere il sommerso, un tema che suscita dibattiti e molta attenzione da parte dell’opinione pubblica. Aldilà dalle intenzioni del governo, si tratta di un meccanismo di marketing collaudato che serve a incentivare il consumo attraverso piccoli rimborsi, molto utilizzato nei paesi anglosassoni da quasi 20 anni per i clienti della grande distribuzione e poi stato adottato dai colossi del web come Amazon.  

Il cashback è un termine inglese che significa letteralmente “soldi indietro”. Si tratta quindi di un rimborso non necessariamente basato su pagamento elettronico ma nella fattispecie italiana si intende come incentivo all’acquisito con carte di debito o di credito.  Quando si acquista qualcosa si ricevi una percentuale dell’importo che ti viene rimborsato. Ciò significa che il cashback è un modo per ottenere denaro dalle cose che acquisti: è quindi pensato come una ricompensa o un incentivo. Normalmente è una caratteristica delle carte di credito, ma anche alcuni conti correnti hanno anche il cashback.

Spesso il cashback viene offerto su acquisti specifici, come carburante o bollette. Ma molti fornitori ora offrono cashback su tutto ciò che acquisti. Ogni volta che utilizzi la carta, guadagni una percentuale della tua spesa sotto forma di cashback.

Ad esempio, se la tua carta paga il 2% di cashback e spendi  100 euro in un negozio, guadagnerai 2 euro. Questo rimborso viene generalmente pagato annualmente, anche se alcune carte pagheranno il rimborso su base mensile. La maggior parte delle carte cashback accredita l’importo guadagnato sul tuo estratto conto, riducendo il conto della carta di credito. Alcune carte inviano il cashback a un conto bancario in modo che tu possa spenderlo o ti consentono di convertirlo in punti o buoni. I punti premio possono normalmente essere scambiati in qualsiasi momento una volta che ne hai abbastanza per qualificarti per un “premio”.

Le carte Cashback sono disponibili in varie forme

Alcuni pagheranno semplicemente un rimborso forfettario, indipendentemente da quanto spendi o dove lo spendi altri pagano tassi di rimborso a più livelli a seconda di quanto spendi. Ad esempio, lo 0,5% se spendi meno di  6.000 euro all’anno, l’1% se spendi di più.

 Fai attenzione che questo non ti induca a spendere più di quanto puoi permetterti di ripagare comodamente. Alcune carte offrono tassi di rimborso diversi a seconda di dove spendi i tuoi soldi. Ad esempio, l’1% sui soldi spesi nei supermercati, il 2% sui soldi spesi nei grandi magazzini e il 3% sui soldi spesi per il carburante.

Quando le carte cashback sono una buona idea

Attualmente la diffusione delle carte di credito e dei pagamenti digitali è al massimo storico, sebbene ci siamo paesi come la Germani che incentivano il pagamento con contanti. Nel trend mondiale è evidente che  il consumo e l’acquisto sul web è in crescita costante, sia che si tratti di comprare beni che servizi, medicine da banco, vestiti, prodotti alimentari, progressivamente entrano nel paniere digitale beni che venivano ritenuti fino a qualche anno fa appannaggio esclusivo della grande distribuzione tradizionale.

Tra gli antesignani di questo processo ci sono sicuramente i giochi sia videogames che quelli con puntata di soldi veri. L’intrattenimento relativamente a questi servizi è stato tra i pionieri dell’uso di internet per fare business online consentendo di giocare facendo depositi e prelievi di denaro con carta di credito, tra questi i siti di giochi d’azzardo come NetBet Casino che consentono utilizzare la piattaforma in modo integrale con pagamenti e prelievi di soldi su carte di credito o con portafogli elettronici il tutto nella massima sicurezza.

Tra i metodi per giocare con soldi veri ci sono le carte di credito che in alcuni casi attuano il cashback anche su questi servizi, soprattutto per chi usa i portafogli elettronici, in altri termini il sistema è molto ben collaudato ed esiste da molto tempo. In questo caso anche il governo, dopo la lotteria degli scontrini, punta sulla “gamification” cioè la riduzione di un sistema  a gioco per attrarre utenti disposti a seguirne le direttive in cambio del rimborso.    




Google svela la sua classifica delle ricerche sul web nel 2020

Coronavirus e dintorni, elezioni americane, l’incidente ad Alex Zanardi, l’addio a Diego Armando Maradona. Sono gli argomenti che hanno caratterizzato il 2020 degli italiani, almeno secondo Google. Il motore di ricerca ha, come di consueto, diffuso le liste di “Un Anno di Ricerche”. Non sono le chiavi di ricerca più usate in assoluto ma quelle che, per un periodo prolungato, hanno registrato un forte incremento rispetto al 2019.

Pandemia e dintorni

La vetta in diverse categorie spetta alla pandemia. Coronavirus è la parola che, più di ogni altra, ha segnato le ricerche 2020. “Elezioni Usa”, al secondo posto, è l’unico argomento in grado di fare breccia in una top 5 dominata da termini legati al Covid-19: al terzo e quarto posto ci sono Classroom e Weschool, i due servizi online più utilizzati per le lezioni a distanza. E al quinto posto c’è la ricerca delle regole indicate dal governo, con “Nuovo Dpcm”.

Fai da te in cucina e dall’estetista

Gli utenti chiedono a Google istruzioni per l’uso e il significato di alcune parole. E anche queste liste sono segnate da coronavirus. Gli italiani hanno chiesto “come fare” “il pane in casa”, “e mascherine antivirus”, “il lievito di birra” e “la pizza”. Frutto di un ritrovato gusto per la panificazione e la cucina durante il lockdown. Vista la penuria di alcuni prodotti e la chiusura di alcune attività, si sono moltiplicate alcune ricerca sul “fai da te”. Per produrre cosa? “Amuchina”, “maschera capelli”, “scrub viso e corpo e labbra”, “tinta capelli”, “ceretta”. Insomma, oltre ai disinfettanti per le mani, si è sentita la mancanza di parrucchieri ed estetisti. Il “fai da te” ha riguardato anche attività di bricolage. Sono stati infatti molto cercati “pollaio”, “barbecue” e “zanzariere”.

In cerca di spiegazioni su pandemia e Mes

Legati al coronavirus sono anche le ricerche che puntano a capire “cosa significa…” un parola. In vetta ci sono infatti “pandemia”, “mes” (il molto discusso meccanismo europeo di stabilità), “dpcm” e “congiunti” (termine che decretava il primo spiraglio di allentamento del primo lockdown). Solo alcuni eventi e la richiesta di alcuni “perché” infrangono il dominio della pandemia nelle ricerche Google 2020. “Perché si chiama coronavirus” è al secondo posto, preceduto da “perché votare si al referendum” (tenutosi a settembre per ridurre il numero dei parlamentari) e seguito da “perché le scope stanno in piedi” (frivolo tormentone di inizio anno). Gli eventi più cercati sono delle costanti. Gli italiani confermano l’enorme interesse per “Campionato Serie A”, “Elezioni USA” e “Festival di Sanremo”.

Da Alex Zanardi a Maradona

I personaggi che hanno registrato un’impennata di ricerche sono quelli legati all’attualità: “Alex Zanardi” (vittima di un grave incidente e impegnato nel percorso riabilitativo) e “Silvia Romano” (liberata a maggio dopo un anno e mezzo di prigionia). Molto ricercati anche i due protagonisti della corsa alla Casa Bianca (“Donald Trump” e “Joe Biden”) e “Giuseppe Conte”. Nella lista degli addii ci sono i nomi di personaggi morti nel corso dell’anno. In vetta due campioni dello sport: la crescita di ricerche più netta è stata quella di “Maradona”, seguito da “Kobe Bryant”. Alle loro spalle un trio di artisti italiani: “Gigi Proietti”, “Ezio Bosso” ed “Ennio Morricone”, che precede “Sean Connery”. 

F.P.L.