CASSINO, TUTTO PRONTO PER LA 19MA EDIZIONE DI “MILLE GIOVANI PER LA PACE”

Redazione

Scatta il countdown per la 19esima edizione di “Mille Giovani per la Pace”. Lunedì pomeriggio, con la “maratona per la pace” che partirà da piazza De Gasperi alle ore 16, per arrivare nella Cascina di San Pasquale alle ore 17, la Comunità Exodus taglierà il nastro inaugurale dell’edizione 2012 e al contempo inaugurerà il nuovo campo polivalente dove, nel corso della sei giorni, si svolgeranno diversi tornei sportivi. Proprio lo sport, infatti, insieme ai laboratori e agli incontri dedicati alla prevenzione e alla comunicazione, sarà il perno principale cui ruoterà attorno tutta la manifestazione, seguendo lo slogan di don Mazzi “Anche i sogni usano spesso arrivare con le scarpe da tennis”. All’arrivo della maratona, al fianco del responsabile della comunità Exodus Luigi Maccaro, ci sarà don Fortunato Tamburrini che farà le veci dell’Abate dom Pietro Vittorelli; il sindaco Petrarcone, il rettore Attaianese, Luigi Conti, Maurizio Ghini e Giovanni Mazzi. Molte  le novità dell’edizione di quest’anno, a partire dalla location. Non più la piazza, bensì la sede della Fondazione in via San Domenico Vertelle, 23.  Una comunità, quella di don Mazzi, che si va pian piano trasformando da comunità terapeutica a comunità giovanile. «Abbiamo cominciato a ristrutturare e a valorizzare maggiormente la Cascina messaci a disposizione dai monaci benedettini affinché possa ospitare attività utili ai ragazzi nei campi che più facilmente suscitano le loro passioni. I ragazzi ospiti della comunità, sempre più giovani, hanno bisogno di percorsi più brevi ma più intensi e di una maggiore integrazione con i ragazzi del territorio. Mentre i ragazzi del cassinate – spiega Luigi Maccaro – possono trovare molto interessante poter fare sport, musica ed altre attività in un contesto con un elevatissimo valore educativo e preventivo. Stiamo realizzando degli impianti sportivi, trasformeremo la falegnameria in una casa della musica, incrementeremo le attività all'aperto e di volontariato. Sembra una follia. Ma, come dice don Antonio: i folli aprono sentieri che domani verranno percorsi dai normali». E proprio don Antonio Mazzi, ovviamente, sarà presente alla kermesse nella giornata conclusiva dell’evento. “La rivoluzione del sognatore” è lo slogan che farà da cornice alla giornata di sabato 15 settembre che si aprirà alle ore 10 con la manifestazione “I ragazzi raccontano un tempo senza frontiere”. Nel giardino della comunità “il don” spiegherà ai ragazzi del Cassinate cosa significa avere 14 anni negli altri paesi del mondo con le testimonianze di giovani immigrati e gli interventi di Educatori senza Frontiere. A seguire la premiazione degli studenti che hanno partecipato al premio “Missione Reporter 2.0”. Alle ore 18:30 sarà sempre don Mazzi a celebrare la Santa Messa nel giardino della Comunità.  Quindi l’attesissimo spettacolo musicale della sera alle ore 21: “La rivoluzione del sognatore: l’impegno educativo per la crescita del Paese. Parola, musica ed emozioni”. Con Don Mazzi e i ragazzi di Juppiter capitanati da Salvatore Regoli, sul palco allestito nel giardino della Comunità ci sarà la straordinaria presenza di Teresa De Sio, cantautrice e scrittrice italiana.

 




BAGNAIA, NESSUNA AUTORIZZAZIONE RILASCIATA DALLA PROVINCIA PER UNA CENTRALE A BIOGAS.

Angelo Parca

“Gli autorevoli rappresentanti locali di Lega Federalista farebbero bene ad informarsi prima di divulgare informazioni fasulle e allarmistiche”. Il consigliere provinciale Marco Torromacco interviene per fare chiarezza sulla notizia del tutto inventata che Palazzo Gentili avrebbe dato l’autorizzazione per realizzare a Bagnaia una centrale a biogas. “Vorrei rassicurare i cittadini bagnaioli – spiega Torromacco – che non ci sarà nessun rischio cattivi odori o tantomeno di batteri, butulismo e tetano. E non ci saranno nemmeno code di camion che attraverseranno le vie del borgo. Tutto questo perché a Bagnaia non verrà realizzato alcun impianto a biogas”. L’autorizzazione unica effettuata il 25 luglio dalla Provincia (e quindi non una delibera di consiglio) è un atto dovuto già previsto dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale del Ministero) ed è riferito a Località Fornaci a Monterazzano dove esiste già una discarica e, quindi, non a Bagnaia. “Le centrali a biogas si effettuano di norma nei pressi delle discariche –  continua il consigliere – proprio perché bruciano i gas estratti. Capisco bene che i rappresentanti di Lega Federalista sono già in campagna elettorale – aggiunge Torromacco – ma credo che prima di effettuare questo tipo di uscite sulla stampa bisognerebbe informarsi meglio. Si rischia infatti di fare brutte figure, ma soprattutto si creano allarmismi e malcontenti tra la popolazione del tutto gratuiti”. “L’unico passaggio condivisibile dell’intervento di Lega Federalista – prosegue Torromacco – è che Bagnaia essendo un sito di grande interesse storico culturale ha bisogno di essere maggiormente pubblicizzato in termini turistici. Invito per questo i rappresentanti di Lega Federalista che siedono in maggioranza a Palazzo dei Priori di darsi da fare per dare visibilità alle nostre bellezze e non perdersi in notizie prive di fondamento che rischiano di farli cadere, oltretutto, nel ridicolo”.

 




VITERBO LAGO DI VICO, LA PROCURA INTERVIENE LADDOVE L'INERZIA REGNA. SEMBRA IL TRAILER DEL LAGO ALBANO

Chiara Rai

Puntando i riflettori sul lago di Vico (Viterbo), mi sembra quasi di vedere un possibile infausto epilogo che potrebbe scatenarsi sul lago Albano (Castel Gandolfo). Sono anni e anni che si parla di inquinamento e adesso la Magistratura marca stretto tutti, amministratori compresi. Stiamo devastando, distruggendo i nostri laghi che sono ad un passo dal decesso cronico. Si strumentalizzano politicamente le poche proposte valide, parlo di progetti redatti da esperti, che potrebbero salvare in calcio d'angolo la situazione. Si preferisce adagiare qualche fiore sul bacino lacustre e parlare sulle cronache di "funerale" annunciato. Anziché pensare ad altri business, gli amministratori dovrebbero assimilare come priorità la salvaguardia della salute dei cittadini che li hanno messi in poltrona, cercando, con le unghie tirate fuori in campagna elettorale, di tutelare il nostro patrimonio naturalistico. Questo dovrebbero fare gli amministratori prima di tutto, prima dei cittadini stessi, prima degli ambientalisti e soprattutto prima dei giornalisti. L’acqua del lago di Vico non è potabile e a confermarlo sono, tra gli altri, dalle università di Roma e di Viterbo, che asseriscono la contaminazione del bacino mediante prodotti chimici provenienti da attività agricole sulle sue sponde. Ciò ha portato alla proliferazione dell’alga rossa (problema che attanaglia anche il Lago Albano ai Castelli Romani). I 300 mila euro spesi in potabilizzatori dalla giunta Pdl guidata dall’ex primo cittadino di Caprarola Alessandro Cuzzoli non sono serviti ad arrestare il fenomeno dell’alga rossa e tantomeno la concentrazione di arsenico nell’acqua che oscilla intorno ai 12 microgrammi per litro (supera cioè i limiti consentiti dalla legge).
Adesso l’ex sindaco di Caprarola e consigliere provinciale Pdl Alessandro Cuzzoli e Massimo Sangiorgi primo cittadino di Ronciglione, sono iscritti sul registro degli indagati della Procura di Viterbo nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento del lago di Vico. L’ipotesi di reato nei confronti di questi signori è “disastro colposo, omissione di atti d’ufficio, distribuzione al consumo di acque contaminate”.  L’accusa del Pubblico Ministero Franco Pacifici, titolare del fascicolo, nei confronti dei due amministratori, il primo in carica fino al 2011 e il secondo fino al maggio scorso, è l’omissione di azioni e provvedimenti atti a ridurre il tasso di arsenico ma anche la proliferazione dell’alga rossa nel lago di Vico, dal quale (fatto grave) i due comuni traggono l’approvvigionamento idrico.

L’indagine della procura è iniziata circa un anno fa, a seguito di varie denunce presentate da diverse associazioni dei consumatori, dal Tribunale per i diritti del malato e da alcuni privati.

Secondo la Procura, inoltre, i due sindaci non avrebbero vigilato sulla quantità  di concimi usati dagli agricoltori nei vasti noccioleti che circondano il lago, ritenuti la principale causa della proliferazione dell’alga rossa, tossica per la salute.  Cosa si è fatto sostanzialmente? Si è eliminata radicalmente l’erba sotto le piante, rendendo i noccioleti distese di polvere irrorate di veleni.

Intanto il Pubblico Ministero Pacifici ha chiesto un incidente probatorio. Se il Gip accoglierà la richiesta, ci saranno dei periti incaricati di fare il punto sullo stato dell’inquinamento, accertarne le cause e indicare i provvedimenti che avrebbero dovuto essere adottati per prevenire lo stato di fatto.

Un’interrogazione alla Commissione Ue sulle problematiche ambientali del lago di Vico nel Lazio é stata presentata dal capodelegazione Idv al Parlamento europeo, Niccoló Rinaldi.

Inoltre, l’Associazione italiana medici per l'ambiente-Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) di Viterbo il primo agosto 2012 ha presentato al ministro della Salute e dell’Ambiente una nuova segnalazione – esposto , che segue a quella del 30 marzo 2010, in merito  al degrado ed inquinamento del lago di Vico e ai possibili rischi sanitari per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione. Nella segnalazione – esposto sono state richieste anche dettagliate  informazioni relative agli interventi finora realizzati.

Ecco il testo:
L’Associazione italiana medici per l’ambiente- Isde  (International Society of Doctors for the Environment – Italia) chiede di conoscere nel dettaglio gli interventi finora realizzati a tutela della salute delle persone e per la bonifica e la salvaguardia del lago di Vico come già richiesto nell’esposto – segnalazione del  30 Marzo 2010  (in allegato) al Ministro dell’Ambiente e al Ministro della Salute.
Il lago di Vico, come  noto,  è  un lago  vulcanico di grande bellezza e di importanza europea per il suo  particolarissimo ecosistema tanto che, già nel lontano 1982,veniva istituita la Riserva naturale regionale del lago di Vico (legge regionale del 28 settembre 1982 n. 47 e successiva legge regionale del 24 dicembre 2008 n. 24) che tra i vari compiti, avrebbe dovuto anche “ preservare l'equilibrio biologico del lago e l'effettiva potabilità delle sue acque”.
Come invece già  rappresentato nell’esposto – segnalazione  del 30 marzo 2010, il lago continua ad essere affetto da un gravissimo processo di eutrofizzazione con marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque; sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre; persistenti ed elevati  valori di arsenico nelle sue acque –  altro elemento tossico e cancerogeno di classe 1 secondo la classificazione Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro).
Le massicce fioriture  del  cianobatterio Plankthotrix rubescens, che nel corso degli ultimi anni si sono fatte sempre più frequenti ed intense, sono state favorite verosimilmente dall’uso ultradecennale di fertilizzanti e fitofarmaci nelle vaste aree coltivate a noccioleti in prossimità del lago, da scarichi fognari abusivi o non a norma, e da possibili attività illecite condotte all’interno della Riserva naturale.
Nel 2010 sono stati presentati dati allarmanti che hanno evidenziato la presenza di altre sostanze tossiche e cancerogene, di norma estranee alle acque del lago ( mercurio, idrocarburi policiclici aromatici – IPA), e nei suoi sedimenti sono state riscontrate alte concentrazioni di Arsenico, Cadmio e  Nichel ,sulla cui presenza e provenienza l’Isde di Viterbo ha più volte chiesto l’avvio di specifiche indagini.
Altro possibile elemento concausale, inquietante ed aggravante, è quello rappresentato dalla possibile azione  di inquinamento dovuta agli agenti contaminanti individuati nel sottosuolo del dismesso Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione, ubicato anch’esso in prossimità delle sponde del lago e in attesa di  una futura bonifica.
In questo contesto di costante e perdurante aggravamento del degrado e dell’ inquinamento dell’ecosistema lacustre vicano risulta di tutta evidenza e di fondamentale importanza la conoscenza della classificazione attuale delle acque del lago che  già nel  2004 erano definite di classe A2.
Il D. Lgs. 152/06  infatti individua tra le acque superficiali a specifica destinazione funzionale, le “acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile” e stabilisce che le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in base alle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche possedute, siano classificate dalle Regioni, nelle categorie A1, A2, A3 e sottoposte a specifici e particolari trattamenti prima della loro distribuzione ad uso potabile alle popolazioni.
Questo stesso Decreto legislativo impone che le acque dolci superficiali che presentano caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche qualitativamente inferiori ai valori limite imperativi della categoria A3 possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo nel caso in  cui non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano.
Studi e dati non controvertibili della Asl di Viterbo, dell’Arpa – Lazio, dell’Università della Tuscia, dell’Università di Roma “ La Sapienza”  e dell’Istituto Superiore di Sanità, fanno presumere realisticamente, in assenza di una risposta ufficiale dalla Regione Lazio, più volte sollecitata anche con interrogazioni parlamentari e regionali e dalla Prefettura di Viterbo, che l’attuale classificazione delle acque sia A3 o addirittura inferiore, il che dovrebbe imporre l’obbligo immediato di abbandonare la captazione delle acque del lago di Vico anche alla luce della persistente e comprovata inadeguatezza dei sistemi di potabilizzazione attualmente in uso.
In particolare gli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono riforniti  in misura preponderante da acque captate dal lago di Vico, e da anni si susseguono ordinanze di non potabilità che attestano il possibile rischio per la salute dei cittadini che possono essere esposti, e ormai da lungo periodo, alle sostanze tossiche e cancerogene presenti in esse ovvero: attraverso il loro uso per bevande, preparazioni alimentari, per fini igienico-sanitari e con il consumo di fauna ittica proveniente dal lago.
Numerose interrogazioni da parte di deputati, senatori, europarlamentari e consiglieri regionali , le ultime nel mese di luglio 2012,  hanno  condiviso e sostenuto la richiesta di interventi e le soluzioni proposte dalla nostra Associazione.
Anche il Commissario all'Ambiente dell'Unione Europea è  costantemente  informato di questa situazione ed è intervenuto richiamando al rispetto degli obblighi di legge in materia ambientale e sanitaria e delle norme comunitarie.
L’Isde di Viterbo, per responsabilità etica e scientifica, ribadisce ancora una volta ai ministri  in indirizzo, come da ormai cinque anni, le proprie proposte per una corretta gestione e soluzione di questa vicenda che abbia il risanamento del  lago di Vico e la salubrità delle sue acque ad uso potabile, come due obiettivi possibili, di eguale ed indissolubile importanza ed urgenza.
In sintesi:
–          abbandono immediato della captazione di acqua dal lago di Vico e contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per i cittadini, le scuole, gli esercizi pubblici e le industrie alimentari di Caprarola e Ronciglione;
–          costante monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre;
–          biomonitoraggio per sostanze inquinanti della flora, fauna lacustre  e delle aree circostanti;
–           installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione extralacustre veramente efficace delle acque in relazione alle loro criticità;
–          ricerca  immediata di fonti idriche definitive e  alternative a quelle lacustri (costruzione di pozzi da dotare di dearsenificatori);
–          informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione;
–          inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini;
–          drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con graduale riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole;
–          controllo e verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago;
–          rapido avvio della bonifica del deposito militare Nbc di Ronciglione;
–          intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno della Riserva (in considerazione anche di un recente rogo che ha provocato la distruzione di oltre 60 ettari di bosco  e  la cui natura appare di possibile origine dolosa, come riportato dalla stampa locale).

In attesa di un cortese ed urgente riscontro alle questioni in oggetto, si inviano distinti saluti,

dottoressa Antonella Litta
referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde
 (International Society of Doctors for the Environment – Italia)

ALTRI tabella:

28/08/2012 CASTEL GANDOLFO, IL LAGO ALBANO HA I GIORNI CONTATI. TOC TOC… REGIONE? MA I SOLDI LI HAI DATI?
02/08/2012 CASTEL GANDOLFO LAGO ALBANO, LA STANGATA DI LEGAMBIENTE: INQUINATI DUE PUNTI SU TRE


 




COLLEFERRO, RIPARTONO DA OGGI “COLLEFERRO BIO” E IL MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO

Angelo Parca

Oggi a Colleferro, un nuovo appuntamento con il Centro Commerciale Naturale Biologico, promosso dal Comune, in collaborazione con l’Associazione Territoriale Commercianti Riuniti di Colleferro, costituita da alcuni commercianti interessati alla promozione e alla crescita del commercio cittadino. Dopo la breve pausa estiva, si riparte dunque da oggi e accanto al centro commerciale biologico ci sarà anche il mercato dell’antiquariato promosso, sempre dall’Assessorato al Commercio del Comune, in collaborazione con la Castellana Holding. I due eventi si tengono in viale XXV aprile, così come era avvenuto nella tappa precedente dell’8 luglio scorso.  Anche stavolta i consumatori potranno entrare in contatto diretto con i produttori per conoscere ed apprezzare più da vicino gli alimenti naturali, proposti da importanti aziende specializzate, che sempre più oggi occupano spazi di rilievo nei negozi e nei supermercati più qualificati. Per tutta la giornata, a partire dalle ore 9, viale XXV Aprile ospiterà quindi diverse aziende provenienti da varie parte della regione, che presenteranno ed esporranno al pubblico i loro prodotti, con momenti di degustazione gratuita degli stessi.
L’appuntamento si ripeterà ogni seconda domenica del mese.
 




VALMONTONE, COLTELLATE INTERNE FANNO CADERE LA GIUNTA DI CENTRO DESTRA CALVANO

Alberto De Marchis

Addio alla poltrona di primo cittadino di Valmontone, dopo poco più di un anno dalla sua elezione per Egidio Calvano. Lo scorso 7 settembre hanno consegnato le dimissioni ben 9 dei 17 consiglieri comunali. A decretare la fine del governo Calvano sono stati il presidente del Consiglio, Massimo Cannone, e altri tre consiglieri di maggioranza: Federica Fusani, Cristian Zaccagnini e Mauro Benini. La motivazione della scelta va ricercata nelle divergenze riguardanti l’imminente rimpasto di Giunta, ma non solo, che hanno portato i consiglieri alla decisione di concludere anzi tempo la propria esperienza in Consiglio.
Con loro, ovviamente, hanno prontamente firmato le dimissioni, non accettando alcuna ipotesi di ribaltone, i tre consiglieri di Scegli Valmontone, Roberto Viganò, Massimiliano Di Santo e Alberto Latino, e i due de La Via Nova, Piero Attiani e Luigi Ruggeri. “Con la caduta dell’amministrazione comunale di Valmontone si apre ora un nuovo corso per il centrosinistra locale che dall’opposizione ha contribuito a sfaldare l’alleanza di centrodestra a poco meno di due anni dall’insediamento. – Dichiara Bruno Astorre, Vice presidente del Consiglio regionale del Lazio –  E’ ora possibile invertire la rotta – prosegue Astorre – con l’alleanza di tutte quelle forze politiche e civiche che si riconoscono nel progetto del centrosinistra, e lavorare per i cittadini rilanciando lo sviluppo del territorio dopo due anni di immobilismo politico.”

 




PDM, MARINA MILITARE: PRESENTATA INTERROGAZIONE SU PRESENZA SOSTANZE CANCEROGENE IN ACQUA USO ALIMENTARE A BORDO NAVI

"Si chiede di sapere lo stato di funzionamento degli impianti di potabilizzazione delle acque destinate al consumo umano a bordo delle unità navali militari di ultima generazione, già consegnate alla Marina militare italiana (Portaerei Cavour, Nave Caio Duilio, Nave Andrea Doria), nonché sulle FREMM (fregate europee multi missione), attualmente in fase avanzata di allestimento presso il comando Marinalles di La Spezia"

 

Redazione

 "E’ stata pubblicata sul resoconto dell’Assemblea della Camera dei deputati del 5 settembre l’interrogazione 5-07724, presentata nei giorni scorsi dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm). – Fa sapere Luca Marco Comellini segretario del Pdm – Con l’atto di sindacato ispettivo, – prosegue Comellini -rivolto ai Ministri della difesa e della salute, si chiede di sapere lo stato di funzionamento degli impianti di potabilizzazione delle acque destinate al consumo umano a bordo delle unità navali militari di ultima generazione, già consegnate alla Marina militare italiana (Portaerei Cavour, Nave Caio Duilio, Nave Andrea Doria), nonché sulle FREMM (fregate europee multi missione), attualmente in fase avanzata di allestimento presso il comando Marinalles di La Spezia, la tipologia dei controlli laboristici finora disposti dai comandi delle unità navali e se siano stati sempre conformi ai dettami del decreto legislativo n. 31 del 2001, se siano state riscontrate anomalie, con particolare riguardo ai valori di «trialometani», «idrocarburi» ed eventuale riscontro di batteri quali la «legionella» e se si intendano promuovere azioni di informazione sui rischi derivanti da contaminanti disciolti nelle acque da destinare al consumo umano e sui rischi di carcinogenesi ad essi attribuibili alla luce delle recenti evidenze scientifiche nazionali ed internazionali. A seguito dell’interrogazione, oltre ad aver saputo che la Nave Caio Duilio sarebbe stata fermata per “manutenzione”, abbiamo anche appreso che i vertici della Marina militare avrebbero disposto degli accertamenti che ci auguriamo possano essere estesi anche alle acque destinate all’igiene personale e a tutte le attività che ne prevedono l’uso da parte del personale, come ad esempio l’impiego delle bombole di aria utilizzate dal personale subacqueo dove l’acqua di bordo è utilizzata per abbattere la percentuale di monossido di carbonio e di anidride carbonica nell'aria respirabile. – Conclude il segretario – Ancora una volta dobbiamo amaramente costatare che i vertici della difesa si attivano per risolvere le questioni che riguardano la sicurezza e la salute del personale solo a seguito della presentazione di interrogazioni parlamentari."
 

 

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   l'acqua potabile è una risorsa primaria destinata al consumo che permette la sopravvivenza degli esseri viventi e le fondamentali attività umane. La potabilizzazione dell'acqua consiste nella rimozione delle sostanze contaminanti dall'acqua per consentirne il normale consumo domestico ed alimentare nel rispetto delle norme volte alla tutela della salute umana;
   il decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, e successive modificazioni e integrazioni, è il riferimento normativo italiano che, recependo la direttiva europea 98/83/CE, disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i criteri e i parametri analitici, microbiologici e chimico-fisici, ai quali un'acqua deve sottostare per potere essere definita potabile. La stessa normativa, modificata ed integrata con il decreto legislativo n. 27 del 2002, definisce che le acque destinate al consumo umano sono quelle trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori; le acque destinate al consumo umano sono altresì quelle utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera e) del decreto legislativo n. 31 del 2001, la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale;
   l'articolo 10 del decreto legislativo n. 31 del 2001 stabilisce quali siano i provvedimenti da adottarsi e le limitazione dell'uso qualora le acque destinate al consumo umano non corrispondano ai valori di parametro fissati dalla normativa in vigore. È compito del gestore, individuate tempestivamente le cause della non conformità, indicare i procedimenti necessari per ripristinare la qualità, dando priorità alle misure di esecuzione, tenuto conto dell'entità del superamento del valore di parametro pertinente e del potenziale pericolo per la salute umana. Sia che si verifichi, sia che non si verifichi un superamento dei valori di parametro, qualora la fornitura di acque destinate al consumo umano rappresenti un potenziale pericolo per la salute umana l'erogazione della stessa deve essere vietata al fine di adottare altri idonei provvedimenti a tutela della salute, tenendo conto dei rischi potenziali e reali per l'individuo e per le collettività;
   sulle unità navali militari di ultima generazione, già consegnate alla Marina militare italiana (Portaerei Cavour, Nave Caio Duilio, Nave Andrea Doria), nonché sulle FREMM (fregate europee multi missione), attualmente in fase avanzata di allestimento presso il comando Marinalles di La Spezia, è presente un impianto di potabilizzazione delle acque di bordo che consentirebbe l'autosostentamento del fabbisogno idrico di bordo con produzione autonoma di acqua potabile, microbiologicamente pura e priva di contaminanti chimico-fisici ed organolettici –:
   se il Ministro della difesa sia a conoscenza dell'effettivo funzionamento dei succitati impianti di bordo e del recepimento della normativa succitata presso l'amministrazione difesa, nello specifico presso il Comando in aapo della squadra navale (CINCNAV);
   se il Ministro della difesa sia a conoscenza della tipologia dei controlli laboristici finora disposti dai comandi delle unità navali sopracitate e se essi siano stati sempre conformi ai dettami del decreto legislativo n. 31 del 2001 e successive modificazioni e integrazioni;
   se il Ministro della difesa sia a conoscenza della periodicità dei sopraccitati controlli e di eventuali anomalie finora riscontrate, dalle strutture sanitarie militari o civili, sulle acque di bordo destinate al consumo umano, con particolare riguardo ai valori di «trialometani», «idrocarburi» ed eventuale riscontro di batteri quali la «legionella»;
   se il Ministro della difesa sia a conoscenza di eventuali sospensioni di erogazione dell'acqua destinata al consumo umano trattata dall'impianto di potabilizzazione in dotazione alle succitate unità navali e dell'avvenuta opera di informazione, in favore del personale dipendente imbarcato, sui rischi derivanti da eventuali esposizioni a sostanze contaminanti e cancerogene disciolte nell'acqua destinata al consumo umano;
   se il Ministro della salute, sulla scorta di quanto sopra, intenda promuovere una azione di informazione, in favore dell'amministrazione difesa, sui rischi derivanti da contaminanti disciolti nelle acque da destinare al consumo umano e sui rischi di carcinogenesi ad essi attribuibili alla luce delle recenti evidenze scientifiche nazionali ed internazionali. (5-07724)
 




MARINO ASL RM H, OSPEDALE SAN GIUSEPPE: GIU' LE MANI DA FISIOTERAPIA

A. De. M.

Il Partito ed il gruppo Consiliare del Partito Democratico esprimono forte preoccupazione per il continuo depauperamento, da parte dell’Azienda RM H, dei servizi sanitari presenti sul nostro territorio. Dopo la chiusura del Pronto Soccorso, dopo lo spostamento dei servizi previsti dalla ex SAUB da Marino a Ciampino, ora sembra che via sia il tentativo di spostare anche il servizio di Fisioterapia, servizio eccellente presente all’interno del San Giuseppe,  da Marino a Ciampino. Invitiamo Il Sindaco ed il Direttore Sanitario del Polo H1 a rivedere le proprie scelte. Tale spostamento comporterebbe un ulteriore  disagio soprattutto per la popolazione anziana del nostro territorio. Per conto nostro, possiamo certamente dire, che il nostro territorio ha pagato un prezzo già alto e che la nostra popolazione non è in grado di subire ulteriori aggravi. Per questo stiamo valutando l’ipotesi, se tale scelta non venisse cambiata, di arrivare anche a compiere gesti plateali come quello dell’occupazione dei reparti di fisioterapia.
 




TARQUINIA, CENTRALE A CARBONE TVN: MAZZOLA RISPONDE AGLI ATTACCHI

Mazzola: “Assurde le loro dichiarazioni prendono di petto me, invece di creare di comune accordo, come sempre è stato fatto quando si sono presentate situazioni critiche ( o presunte tali) per la città, un piano e una sinergia unitaria per agire e davvero per il bene della città, magari per dare ancora più forza ai controlli di TVN”

 

Redazione

“Ci siamo di nuovo, la minoranza, Sel, e il gruppo per il Bene di Tarquinia, unitariamente al sindaco Tidei, invece di fare fronte comune e vedere di risolvere i problemi insieme che cosa fanno? Attaccano il sottoscritto, dimenticando di andare contro a quel principio di unitarietà di intenti per salvaguardare il territorio”. Dopo la risposta del sindaco Mazzola al primo cittadino civitavecchiese, accusato di ritenere la questione inquinamento un fatto privato, e dove recriminava un comportamento da parte di Tidei disdicevole autoritario e ignaro delle esigenze dei territori confinanti con Civitavecchia, adesso il primo cittadino tarquiniese risponde ai tanti attacchi ricevuti. “Ho letto, infatti, con stupore gli attacchi contro la mia persona da parte della minoranza consiliare di centrodestra e del gruppo politico Per il Bene di Tarquinia. – riferisce il sindaco – Vedo con tristezza che, nonostante la batosta elettorale, il gruppo Per il Bene di Tarquinia è rimasto sulle stesse posizioni: muro contro muro a prescindere, eppure ciò che ho rivendicato è il coinvolgimento di questa amministrazione che deve sapere, se realemnte esistono queste ipotetiche 37 criticità ventilate da Tidei. Quindi, lo scopo non è ottenere soldi, (che sono andati comunque alla città di Tarquinia) ma quello di sapere come stanno i fatti secondo Tidei o chi per lui e conoscere la risposta data da Enel nel meeting con il primo cittadino di Civitavecchia. Sintomatico vedere che Per il Bene di Tarquinia non recrimini contro chi fa trattative con Enel, ma contro di me”. “Tra l'altro – spiega Mazzola – dai dati rilevati dall'Arpa Lazio, dall'Osservatorio ambientale dei sindaci, dall'Università la Tuscia e dalle stesse dichiarazioni della Procura della Repubblica, dette criticità non risulterebbero, in caso contrario però sarei il primo a chiedere il fermo degli impianti”. Mazzola risponde poi alla minoranza tarquiniese di centrodestra: “Assurde le loro dichiarazioni – aggiunge Mazzola – prendono di petto me, invece di creare di comune accordo, come sempre è stato fatto quando si sono presentate situazioni critiche ( o presunte tali) per la città, un piano e una sinergia unitaria per agire e davvero per il bene della città, magari per dare ancora più forza ai controlli di TVN” . “Sono assurdi ancora di più questi attacchi beceri – conclude il primo cittadino – perché se c'è un sindaco che ha cercato di fare qualcosa sul  fronte dei controlli sono proprio io, al contrario di Tidei: ho creato l'osservatorio alle Saline, coinvolgendo l'Università della Tuscia, sono stato il promotore del Registro sui Tumori. Civitavecchia tutto questo non lo ha mai fatto, eppure nulla contro Tidei. Ebbene continuate così , teniamoci fuori da tutto, ignoriamo cosa sta accadendo nelle segrete stanze, tanto non ci riguarda vero? Ci divide un muro separatorio da Civitavecchia? La questione non riguarda Tarquinia e tutte le cittadine limitrofe? Continuate così e vederete che bei risultati concreti otterete”.   

tabella PRECEDENTI:

08/09/2012 TARQUINIA, CENTRALE A CARBONE DI TVN: "UN CANCRO MALIGNO E LA CURA NON SONO LE COMPENSAZIONI"
05/09/2012 TARQUINIA, SICUREZZA DELLA CENTRALE ENEL TORREVALDALIGA NORD DI CIVITAVECCHIA
 

   
 




NEMI, A PENTIMA PIZZUTA C'E' IL DOPPIO VINCOLO E INTANTO PICCOLI SCAVI CRESCONO E SI MOLTIPLICANO

[PIANO DI ASSETTO PARCO DEI CASTELLI ROMANI PER IL COMUNE DI NEMI]

Per fare quello che hanno fatto, avrebbero dovuto fare domanda al Comune, alla Regione e chiedere il nulla osta al Parco. Inoltre il taglio degli alberi avrebbe dovuto passare come parere alla Forestale in quanto area sottoposta a salvaguardia idrogeologica. La domanda doveva anche essere corredata di piani di sicurezza e di impatto ambientale oltre a tutte le usuali relazioni urbanistiche.

Intanto urge segnalare che nei pressi del Museo delle Navi di Nemi (c’è la foto dalla quale si evince la posizione) c’è una ruspa. Tale mezzo non dovrebbe essere presente neppure in fotografia da quelle parti, eppure dei movimenti ci sono. Stessa cosa sempre a Nemi tra via della Radiosa e via dei Laghi.

 

C.R.
 
Non intendiamo mollare la presa su Pentima Pizzuta. Non siamo da soli, ci sono associazioni per la tutela del territorio che in queste ore si stanno muovendo. Ci sono “i tecnici” che stanno stilando i loro pareri, ci sono gli inquirenti, ci siamo noi cittadini e “volontari della comunicazione” che non abbassiamo la guardia. Mai. Per il momento abbiamo avuto una piccola grande vittoria, sebbene purtroppo sia stata inferta una ferita al paesaggio: abbiamo fermato menti operose. Sicuramente adesso ci sono talmente tanti occhi addosso a Pentima che sarà difficile “allargarsi” oltremodo.

Per non perdere di vista la focalizzazione dell’ambiente nel quale ci troviamo abbiamo chiesto aiuti e pareri un po’ a tutti. Chi ha avuto la premura e l’interesse di risponderci prontamente e con cognizione di causa (dati anche i ruoli e le competenze) sono stati Roberto Salustri, direttore Tecnico Scientifico dell’EcoIstituto Castelli Romani, l’ingegner Luigi Caporicci e l’architetto Carlo Testana membro del consiglio direttivo di Italia Nostra Castelli Romani.

Come si evince dalle foto ci troviamo in un’area verde di particolare pregio naturalistico. Pentima Pizzuta, rientra esattamente nel bacino sud del lago di Nemi. Come si evince dal Piano di Assetto del Parco Regionale dei Castelli (articolazione delle zone di tutela del Comune di Nemi) Pentima Pizzuta è contraddistinta dal numero 3 e colorata di verde. Questo significa che non solo è area di particolare pregio naturalistico ma anche di “valore elevato faunistico e vegetazionale”. Ad esempio, altra circoscrizione limitrofa a Pentima, cioè la zona che si trova vicino a Pentima colorata di grigio ed evidenziata di celeste e corrisponde alla voce “laghi e territori contemini ai laghi, con fascia di rispetto di 300 metri”. Dunque si evince chiaramente che Pentima Pizzuta si trova in una fascia doppiamente tutelata. Lo ribadisce anche il piano territoriale provinciale.  Si tenga presente che un suolo ben evoluto per potersi ricostituire può aver bisogno anche di migliaia di anni. Il soprassuolo vegetale può considerarsi oltre che come uno strumento per proteggere corsi d’acqua, falde acquifere e sorgenti e prevenire fenomeni erosivi frane e valanghe anche come come regolatore degli scambi gassosi con l’atmosfera, come filtro nei riguardi delle polveri e dell’inquinamento atmosferico, come ostacolo all’inquinamento acustico ed infine come elemento estetico importante del paesaggio.  “L'area in questione ha sia il vincolo paesistico sia quello archeologico – scrive Salustri – inoltre è interamente del Parco dei Castelli Romani, è anche sottoposta a protezione idrogeologica, Ha praticamente tutti i vincoli possibili. Per richiedere il permesso per fare quello che hanno fatto, avrebbero dovuto fare domanda al Comune, alla Regione e chiedere il nulla osta al Parco. Inoltre il taglio degli alberi avrebbe dovuto passare come parere alla Forestale in quanto area sottoposta a salvaguardia idrogeologica. La domanda doveva anche essere corredata di piani di sicurezza e di impatto ambientale oltre a tutte le usuali relazioni urbanistiche. Uno sbancamento del genere è particolarmente pericoloso, come d'altronde tutte le costruzioni che sono sorte più o meno abusivamente sulle pendici del Lago. Questo stato dei fatti può portare nel tempo ad un dissesto idrogeologico molto grave, con rischio di frane che porterebbero centinaia di tonnellate a rovesciarsi dalle parti più alte fino alle coste del lago, distruggendo, al suo passaggio, ogni cosa, interrompendo la strada e danneggiando ogni manufatto che incontra, con pericolo anche per le vite umane. Questa cosa è già successa più volte al lago Albano, che da tempo è stato deturpato da edifici, anche di grande dimensione che sono sorti sia sulle pendici sia sui versanti. Queste grandi frane, solo per un miracolo, non hanno fatto molti morti, e i danni per il recupero delle strade e per la messa in sicurezza delle aree sono state pagate dalla collettività”. 

Ben detto Salustri. Ma non bisogna neppure dimenticarsi che Pentima non è l’ombelico del mondo e che in ogni dove piccoli sbancamenti crescono e si moltiplicano. Per questo chiediamo costantemente il contributo dei cittadini, i quali possono inviarci fotografie con indicazioni sul Comune e posizione, via o punti di riferimento per identificare l’oggetto d’interesse. L’indirizzo e-mail del nostro giornale è ben visibile, ma lo ripetiamo info@osservatorelaziale.it

Intanto urge segnalare che nei pressi del Museo delle Navi di Nemi (c’è la foto dalla quale si evince la posizione) c’è una ruspa. Tale mezzo non dovrebbe essere presente neppure in fotografia da quelle parti, eppure dei movimenti ci sono. Stessa cosa sempre a Nemi tra via della Radiosa e via dei Laghi.

tabella PRECEDENTI:

07/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, INIZIATI I CONTROLLI DELLE FORZE DELL'ORDINE
06/09/2012 NEMI, “INSIEME PER NEMI”CHIEDE SPIEGAZIONI SUI “SOVRUMANI SILENZI”
05/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, VAIRO CANTERANI AL SINDACO BERTUCCI: "DAI PROVA DI PRESENZA E ROMPI QUESTO SILENZIO"
02/09/2012 NEMI, IL GRIDO DI UN SILENZIO ASSORDANTE AVVOLGE PENTIMA PIZZUTA. CHE STA SUCCEDENDO?
04/06/2012 NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?


 
 




BRACCIANO: APPROVATO IL BILANCIO 2012

Manovra da 33 milioni di euro segnata dalla riduzione dei trasferimenti statali e dall’introduzione dell’Imu. Il sindaco Sala: “attenzione particolare per le categorie in difficoltà economica”

 

A.P.

Via libera del Consiglio comunale di Bracciano al bilancio 2012. Un bilancio di transizione da 33.428.530 euro segnato dalla ristrettezza delle risorse, anche a seguito del decreto Salva Italia, che si traduce in una notevole riduzione dell’attribuzione di entrata da trasferimenti che passano  dai 2.747.192,13 a 927.930,41 euro. “La sostituzione dell’imposta Ici sull’Imu e la notevole riduzione dei trasferimenti – ha sottolineato nella sua relazione l’assessore al Bilancio Claudio Ciervo – ha comportato minore entrate. Ciò ha determinato, con lo scopo di assicurare il mantenimento del livello dei servizi indispensabili resi alla cittadinanza, un aumento delle aliquote Imu per le abitazioni principali di 0,15 punti percentuali e per gli altri immobili di 0,30 punti, mantenendo invece l’aliquota fissata dallo Stato per i fabbricati rurali ad uso strumentale”. Se restano invariate le tariffe per i servizi a domanda individuale, quali mensa e trasporto scolastico, la scelta dell’amministrazione è stata quella di introdurre, dopo una decina di anni di mancati aumenti, un incremento per la Tarsu che passa al 40 per cento. Scende tuttavia la percentuale di copertura del costo del servizio che passa dal 95,57 del 2011 all’82,90 per cento. “Tra i dati più evidenti di questo bilancio improntato al rigore  – ha detto ancora Ciervo – la riduzione delle spese previste per il personale con un – 1 per cento, dell’acquisto di beni e servizi del – 10 per cento”. Scende rispetto al 2011 l’indebitamento che passa da 1.373,77 euro del 2011 a 1314,15 euro per abitante. “In una situazione complessa come quella attuale – sottolinea il sindaco Giuliano Sala – abbiamo cercato di far quadrare i conti trasferendo il carico degli aumenti il meno possibile sulle categorie meno abbienti. Abbiamo lasciato invariate – aggiunge ancora Sala –  le tariffe di mensa e trasporto scolastico. Non bbiamo apportato aumenti per la tariffa sull’acqua nonostante gli interventi notevoli effettuati di oltre 500mila euro per la soluzione della questione arsenico. Qualora l’Anci così come annunciato dovesse trasferire ai Comuni il 50 per cento degli incassi dell’Imu va da sé che nel 2013 i due milioni di euro circa che dovrebbero tornare nelle casse comunali verranno utilizzati per l’abbattimento delle aliquote di Imu e Tarsu”. Sul piano delle opere pubbliche, illustrate dall’assessore ai Lavori Pubblici Ivano Michelangeli, si confermano gli interventi per il recupero del Novo Cine, la realizzazione di 12 alloggi di edilizia popolare pubblica in traversa Campo della Fiera e la previsione di un impianto di dearsenificazione per l’acquedotto Fiora, intervento per il quale sarà richiesto un contributo specifico alla Regione Lazio. Si presentano in fase avanzata inoltre i progetti per il nuovo asilo nido in fase di affidamento lavori, per il nuovo centro civico a Bracciano Nuova, per la nuova ludoteca. Riguardo la nuova scuola di via del Pero si attende l’esito dell’apposita commissione nominata con lo scopo di verificare la congruità del ribasso operato dalla ditta che ha vinto la gara per l’assegnazione dei lavori. In sede di discussione il gruppo di minoranza Per Massi Sindaco ha sollecitato una diversa gestione della multiservizi Bracciano Ambiente spa criticando allo stesso tempo l’aumento della Tarsu. Il gruppo Bracciano Bene Comune ha sollecitato la predisposizione di un bilancio che guardi a scelte partecipate. Nella replica l’assessore Ciervo ha sottolineato come la manovra sia in qualche modo di transizione minata dalla necessità di tenere in primo luogo i conti a posto in questa fase di crisi generalizzata avanzando per il futuro scelte che vadano in direzione del sostegno all’economia locale e al turismo oltre che a una minore tassazione per le famiglie.
 




TARQUINIA, CENTRALE A CARBONE DI TVN: "UN CANCRO MALIGNO E LA CURA NON SONO LE COMPENSAZIONI"

Redazione

 

Riceviamo e pubblichiamo la nota della lista civica Per Il Bene di Tarquinia

Ecco la nota:

Il Sindaco Mazzola esce sulla stampa contro Tidei come fosse un agnellino spaventato dagli eventi, quasi a voler significare di essere preoccupato della salute dei suoi concittadini, quando tutti sanno che non ci sono agnelli ma lupi intorno alla vicenda delle trattative con Enel, che in fondo vogliono solo i soldi del danno ambientale e sanitario, senza per questo cercare di fermare lo scempio che compie il carbone ogni giorno. Al dunque vi sono solo i soldi delle compensazioni economiche che Enel ancora una volta potrebbe spargere sul territorio e sfamare i lupi che non aspettano altro che una nuova edizione degli accordi stipulati nel 2008. Non sappiamo se Mazzola abbia bisogno di fosforo per ricordare quanto avvenuto negli anni, ma riteniamo doveroso riportare la realtà su un livello più credibile, chiarendo subito che la storia non è come si legge nelle dichiarazioni uscite negli ultimi giorni sulla stampa.
Il sindaco Mazzola cade dalla sedia alla notizia che ci sono 37 criticità che riguardano TVN e l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).  Eppure molte delle problematiche emerse sono contenute nelle osservazioni presentate dal Movimento No Coke Alto Lazio nell’ambito della fase istruttoria per il rinnovo dell’AIA, procedimento a cui il sindaco Mazzola non ha mai voluto partecipare, non avendo a cuore il problema ambientale e sanitario del proprio paese. Ci sono tutti gli atti formali che inchiodano Mazzola alle sue piene responsabilità, i suoi rifiuti ad  ogni richiesta di intervento del comune di Tarquinia nella procedura dell’AIA, le mozioni bocciate, gli incontri negati con le associazioni ambientaliste e lo stesso movimento per evitare di rovinarsi i rapporti con la Spa energetica. Mazzola sembra non ricordare le montagne di documenti posti alla sua attenzione, i consigli comunali infuocati che chiedevano giustizia per le criticità gravi della centrale a carbone; le stesse criticità che oggi lo stesso Mazzola dichiara essere una sua preoccupazione. Che nessuno prenda in giro la verità! Mazzola vuole solo i soldi, come ha già fatto in passato, calpestando il diritto alla salute e il diritto di vivere in un ambiente sano, e con essi, il futuro dell’economia agricola e turistica. “Il sindaco Mazzola, ricorda l’ex consigliere comunale Marco Tosoni, non può mistificare la realtà in questo modo, ricordo ogni momento in cui sono stato messo in minoranza per aver chiesto con tutte le mie forze di ascoltarci ed accogliere le proposte sulla questione del carbone e dell’Aia, ma tutte le mozioni presentate dal sottoscritto sono state bocciate violentemente in consiglio comunale, compresa la richiesta di sottoscrivere le osservazioni, quelle stesse che oggi preoccupano il sindaco Mazzola.” Nelle osservazioni avevamo evidenziato come l’Enel avesse depositato una documentazione estremamente carente e lacunosa, tale da non consentire al pubblico interessato la possibilità di crearsi un quadro di riferimento ambientale e progettuale. Analizzando i dati progettuali, saltò subito all’occhio come l’Ente energetico avesse presentato un bilancio di massa generale NON CONFORME e NETTAMENTE SUPERIORE a quello autorizzato per il medesimo impianto con decreto MAP 55/02/2003, in particolare per quanto riguarda il carbone (+ 600 t/a), l’acqua per uso industriale (+ 2.350.000 m3/a), il calcare (+ 37.500 t/a), l’urea (+6.500 t/a), il Monossido di carbonio CO (+20 mg/Nm3), le acque reflue (+317.500 t/a), i fanghi (+1.250 t/a) e il gesso ( 62.500 t/a) avvicinandosi pericolosamente ai bilanci di massa previsti nell’iniziale progetto a quattro gruppi, giungendo,quindi, ad annullare quasi totalmente i pur minimi benefici conseguenti la riduzione di taglia imposta dalle istituzioni competenti. Grave ed offensivo per la popolazione oltre che per il lavoro della commissione IPPC e dello stesso Ministero dell’Ambiente risultò, inoltre, il fatto che l’Enel, nella domanda di rinnovo, avesse presentato un Piano di monitoraggio e controllo, completamente difforme da quello predisposto dalla Commissione IPPC ed inserito quale parte sostanziale nel recente Decreto di integrazione dell'autorizzazione unica 55/02/2003 del 24-12-2003 emesso a seguito della procedura di riesame. Particolare menzione merita, in tal senso, la reiterata richiesta di ENEL di avere un valore limite di monossido di carbonio di 150 mg/Nm3 che non solo non è conforme a quanto stabilito nel citato decreto di integrazione, ma, soprattutto, non risulta coerente con i valori limite, stabiliti in 50 mg/Nm3, riferibili alle migliori tecniche disponibili, a cui la centrale di Torrevaldaliga Nord dovrebbe essere vincolata come gli altri impianti europei, nonché l’incoerenza tra i flussi di massa e le relative concentrazioni di emissioni per sezione; incoerenza che se non sanata renderà estremamente difficile controlli puntuali sul rispetto dei limiti emissivi. Siamo ancora in attesa di avere dati epidemiologici, o semplicemente dei dati delle emissioni al camino dei TVN che continua a dichiarare di emettere vapore acqueo,offendendo l’intelligenza e la fiducia di un intero territorio che attende giustizia per una schiavitù energetica lunga più di 50 anni.

Mazzola piagnucola e si lagna al vento per l’esclusione dal tavolo di confronto  tra Enel ed il comune di Civitavecchia in un patetico tentativo di farsi invitare dal colosso energetico che ha ben altre preoccupazioni che la tutela della salute dei cittadini, ovvero trovare alleanze nei comuni limitrofi  per riuscire a mangiare nel piatto delle compensazioni. Al dunque c’è un sindaco di Civitavecchia che potrà limitare drasticamente la portata inquinante della centrale a carbone di Civitavecchia, ed un primo passo lo ha fatto presentando le 37 criticità ad Enel, di cui molte già  rivendicate dal Movimento No coke  al tavolo del Ministero per il rinnovo dell’AIA.  Ora la partita è aperta: Tidei riconferma anche al Green Day Live  contro la megadiscarica di non voler monetizzare i danni alla salute, vediamo come proseguirà in questo percorso; ma, come per l’Ilva di Taranto, nessuno provi a mistificare: il carbone uccide, eccome! Fa un morto al giorno come ha dimostrato lo studio di Greenpeace, inutilmente attaccato da Enel SPA che ha perso la causa e la faccia. Mazzola inizi a smetterla di giocare con i soldi delle compensazioni e si occupi, invece, come il suo ruolo richiederebbe, della salute dei cittadini. Ci domandiamo quali azioni  ha posto in essere negli ultimi 5 anni per difendere la salute e l’economia di Tarquinia? Dormiva oppure aveva paura di perdere i soldi delle compensazioni di Enel. Oggi Mazzola chiede un fronte unico contro il carbone non rendendosi conto che quello c’è sempre stato, anche senza di lui, anzi malgrado lui; un fronte che non ha mai smesso di lottare, anche nel silenzio colpevole delle istituzioni, Mazzola ed il suo compare Moscherini in primis, e che ha continuato a chiedere giustizia denunciando le inadempienze dell’ente energetico, rappresentate oggi nelle 37 criticità.
Mazzola non conosce le criticità, perché non ha mai voluto incontrare il Movimento No Coke  né ascoltarne le ragioni, perché non si è mai preoccupato per l’inquinamento massiccio che denunciavamo ed ha preferito giocare con quel carrozzone chiamato Consorzio per la gestione dell’osservatorio ambientale dei sindaci, che, nonostante sia stato sconfessato dal Ministero e dalla Regione Lazio, ha continuato a spendere soldi senza produrre e/o controllare nulla né, tanto meno, pretendere almeno il rispetto dei limiti imposti dall’AIA. “I giorni in cui si poteva far fronte unico, sono lontani” dichiara Marco Tosoni “con Mauro Mazzola nessun fronte unico è possibile, lui è inaffidabile e, come ha fatto 5 anni fa, potrebbe tradire di nuovo, ancora una volta per monetizzare una lotta, che oggi gli farebbe comodo riavere ai suoi comandi. Noi non alzeremo il prezzo a nessuno, vada da solo in piazza, ma anche in Procura e nelle sedi competenti, e ci dimostri che realmente vuole salvaguardare la salute di tutti” Per il Bene di Tarquinia non è un prodotto elettorale; c’era prima delle elezioni e ci sarà ancora al fianco dei cittadini, con grande dispiacere del sindaco, che si preoccupi piuttosto di tutte quelle promesse elettorali che oggi non può più mantenere, compresi i soldi delle compensazioni evaporate prima delle elezioni.

tabella PRECEDENTI:

05/09/2012 TARQUINIA, SICUREZZA DELLA CENTRALE ENEL TORREVALDALIGA NORD DI CIVITAVECCHIA.