CROCE ROSSA ITALIANA, PRIVATIZZAZIONE E SMILITARIZZAZIONE DEL CORPO MILITARE.

A.P.

Roma – L’avvocato Filiberto Abbate  consulente legale e socio dell’Associazione Nazionale Cremona, il cui presidente è Sandra Zacaglioni, ha rilasciato a L’osservatore laziale un’intervista dove rispondendo ad alcune domande designa un escursus delle criticità relative la privatizzazione e smilitarizzazione del corpo militare della Croce Rossa Italiana.

L’argomento di recente era stato oggetto di interesse del Ministro Lorenzin. Ma il caso sembra essere poi rimasto tal quale. E con questa intervista ci si augura che il Ministro Lorenzin possa riprendere le fila delle criticità ormai sull’orlo dell’implosione.

Ecco l'intervista:

Cosa sta avvenendo nella Cri?
Avv. Filiberto Abbate: L’Associazione è scesa in campo perché la Croce Rossa Italiana é oggi interessata da un provvedimento di privatizzazione selvaggia assunto dal governo Monti che, con il D.Lgs. n.178 del 2012, ha tradito lo spirito della delega (che risultava già scaduta nei termini) poiché doveva limitarsi ad una riorganizzazione funzionale, e che invece ha stravolto anche la natura giuridica.
Il decreto prevede la trasformazione e la soppressione dell'Ente pubblico che sarà sostituito da una Società privata che avrà pochi dipendenti. Gravi riflessi occupazionali si avranno poiché tra l'altro nel decreto è prevista anche la smilitarizzazione del personale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana che sempre si é distinto per abnegazione, generosità e professionalità nel soccorrere i più deboli e più bisognosi, nel corso di gravi emergenze o pubbliche calamità, in Italia ed all'estero, avendo riconoscimenti medaglie, e molteplici apprezzamenti.

Cosa prevede questo decreto?
Avv. Filiberto Abbate: Prevede la creazione di un’associazione privata che raccolga l’emblema ed i servizi della vecchia istituzione statale che con la sua soppressione dovrà lasciare spazio, nel breve periodo di due anni, al nuovo soggetto nato. Tutto nasce dalla necessità di abbattere il debito accumulato dall’Associazione Cri, nell'ultimo periodo di Commissariamento, da fonti relative ad interpellanze parlamentari, sono stati accumulati circa 335 milioni di euro in due anni di disavanzo; ad onor del vero tali somme sono aumentate anche perché lo Stato e gli Enti pubblici spesso non onorano i loro debiti. Quindi in teoria la Cri sarebbe un Ente in attivo! Lo Stato eroga finanziamenti pubblici per circa 180 milioni di euro che servono per la maggior parte (circa 172 milioni di euro) per pagare gli stipendi dei dipendenti. Il taglio di 42 milioni di euro previsto dal Decreto di privatizzazione della Cri non può rapportarsi a quanto avviene nelle altre pubbliche amministrazioni che sono intaccate solo sui fondi non destinati al pagamento dei lavoratori. In questo caso il progetto prevede il risparmio con il taglio dei dipendenti. 

Come si realizzerebbe questo scenario?
Avv. Filiberto Abbate: Lo scenario occupazionale è estremamente grave e preoccupante. Prossimamente con la smilitarizzazione del personale militare del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana (circa 1.200 tra effettivi e temporanei, coadiuvati da oltre 20.000 riservisti militari volontari che operano gratuitamente) si avranno ulteriori gravi ripercussioni. Il Corpo Militare si è sempre distinto in operazioni di soccorso o per pubbliche calamità in territorio nazionale o estero (ancora sta operando a favore della popolazione coinvolta nell’ultimo evento sismico in Emilia Romagna). Il Corpo Militare della Cri nasce sui campi di battaglia di Solferino accompagnando la storia dell’Italia dal risorgimento fino ad oggi. L’Italia – dopo il secondo conflitto mondiale – scelse di mandare i Militari della Croce Rossa Italiana con un Ospedale da Campo in Corea per dare un aiuto alle popolazioni martoriate dalla guerra (l’onore massimo fu concesso al Comandante Italiano della Cri che partecipò alla firma del trattato di pace di Panmunjom tra le due Coree). Ancora oggi quelle popolazioni si ricordano dell’Italia e con grande affetto l’Ambasciata di Corea organizza solenni ricorrenze per ringraziare dell’umanità dimostrata dagli Italiani. I militari della Cri sono sempre stati presenti sui campi di battaglia, negli scenari di guerra e di conflitti armati ed ha operato in soccorso in vari teatri (Congo, ex Jugoslavia, Iraq, Afganistan ed Emirati Arabi). Possiamo dire che dal terremoto di Messina (1908) fino ad oggi i militari soccorritori della Croce Rossa si sono sempre adoperati con professionalità nelle pubbliche calamità in territorio, nazionale o estero, riscuotendo consensi, plausi e onorificenze nazionali ed internazionali.

Che cosa si verificherà alla cessazione dell’Ente Pubblico Croce Rossa?
Avv. Filiberto Abbate: L’Ente pubblico, dopo due anni passati a sostenere la nascente Associazione privata, dovrebbe scomparire lasciando gli oltre 4.000 dipendenti (tra cui 1.200 militari di Croce Rossa) senza la possibilità di ricollocarsi se non con una mobilità verso altri enti pubblici che abbiano bandito concorsi pubblici.
La mobilità dei dipendenti si realizza con il consenso delle amministrazioni riceventi se questi hanno i fondi degli stipendi o se hanno previsto concorsi. Vi lascio immaginare se di questi tempi vi sono amministrazioni statali centrali o periferiche che hanno risorse o che hanno indetto concorsi pubblici in modo da riassorbire una tale quantità di dipendenti. Si profila quindi una tragedia sociale che non riguarda solo i dipendenti della Cri che sono investiti da una riforma ingiusta e vessatoria nei confronti dei dipendenti, ma sopratutto nei confronti dei cittadini che specialmente in questo difficilissimo periodo di crisi economica si trovano ad essere privati di una serie di servizi essenziali che la Società privata non potrà e non sarà in grado di erogare. Mi riferisco in particolare alle nuove povertà emergenti che oramai attagliano vaste fasce della popolazione ma non escludo che si abbiano riflessi gravi anche sul concorso nelle attività emergenziali e per il soccorso pubblico a cui la Croce Rossa è deputata perché braccio operativo della Protezione Civile Nazionale.

Quali sono state le iniziative assunte dall’Associazione Nazionale Cremona sul problema Croce Rossa?
Avv. Filiberto Abbate: L'Associazione per tutelare i propri soci militari ha presentato ricorso impugnando il decreto di privatizzazione essendo affetto da eccesso di delega, delega scaduta ed incoerenza sulla clausola di invarianza finanziaria, oltre che ad essere palesemente incostituzionale. Inoltre é afflitto anche ulteriori da gravi carenze ed è gravemente lesivo dei diritti costituzionali basilari quali il diritto al lavoro. Anche la Corte dei Conti ha espresso censure sui provvedimenti di decretazione del Governo Monti dell'ultimo periodo del 2012, dove ricade anche il D.L. n.178/2012 con cui é stata avviata la privatizzazione della Cri, evidenziando che tutti i decreti in questione sono afflitti dagli stessi vizi (eccesso di delega, delega scaduta e mancata promessa sulla clausola di invarianza finanziaria, oltre che ad essere palesemente incostituzionali) lanciando un monito sui gravissimi danni che potrebbero essere arrecati per l'aggravio sui conti pubblici, invece del risparmio artatamente ventilato. Insomma crediamo che per istituzioni meritorie come il Corpo Militare della Croce Rossa non vi debba essere né lo scioglimento, né lo svilimento dei livelli occupazionali, per tutelare quello che la Cri rappresenta per tutti noi cittadini nel momento del bisogno – un bene indissolubile -.

Quali vantaggi si avrebbero da una possibile privatizzazione dell’Ente Croce Rossa?
Avv. Filiberto Abbate: Nessuno. Anzi gravi danni. E’ paradossale ma è così, i risparmi per lo Stato che il decreto ventila in 42 milioni di euro spalmati in circa tre/quattro anni che sarebbero immediatamente assorbiti dai contenziosi innescati dai dipendenti militari (uno studio dell’associazione stima in 20/21 milioni il costo a carico dell’erario per i soli dipendenti militari, che si raddoppiano nel caso che tutti facciano opposizione). Anche la Commissione V Bilancio della Camera ha evidenziato molti di questi aspetti, ponendo forti dubbi anche sulla vendita degli immobili in possesso della Cri che in maggior parte sono frutti di lasciti e donazioni vincolate, per il resto sono utilizzati come sedi delle sedi centrali e periferiche. Non viene neanche calcolato che, oltre il prevedibile ingente contenzioso (perché tutti i dipendenti presenteranno ricorsi contro il decreto per difendere il proprio posto di lavoro dal licenziamento), si avranno anche danni relativi al depauperamento di delicatissime e costose attrezzature acquistate con i soldi del contribuente (ospedali da campo, ambulanze, mezzi ed attrezzature sofisticate, ecc) e con l'incongruente passaggio gratis ad un soggetto privato di beni d’alto valore  (acquistati con i fondi del contribuente), con oneri a carico dello Stato per oltre 250/300 milioni di euro. Insomma un gran bell'affare per lo Stato!

Qualcuno ipotizza che la strada della privatizzazione è stata anche indicata dalla Croce Rossa Internazionale che ipotizza un assetto più distante dello Stato verso la Cri
Avv. Filiberto Abbate: Non bisogna confondere le raccomandazioni fatte dalla Croce Rossa Internazionale agli Stati per rispettare l'indipendenza delle singole Società Nazionali di Croce Rossa. Ogni stato sovrano decide sulla specifica organizzazione sulla cui natura (pubblica o privatistica) con propria legislazione e con ampia libertà. Noi siamo una delle Nazioni che hanno scelto una Società di Croce Rossa pubblica, che viene alimentata con finanziamento pubblico e il cui funzionamento viene additato ad esempio dalle altre Società di Croce Rossa per il carattere di dinamismo, che non si ferma solo a finanziare i progetti, ma diventa soggetto attivo nelle emergenze internazionali, portando l'Umanità e la Generosità che è tipica del Popolo Italiano. L'Onorevole Crosetto, all'epoca Sottosegretario alla Difesa, ha smentito le dichiarazioni pretestuose del Vertice dell'Ente ed ancora oggi si occupa della vicenda.
Difatti Crosetto, alla presenza di Vertici internazionali di Croce Rossa rappresentò la legittimità della presenza di un Corpo Militare Italiano all'interno di una società di Croce Rossa, come una scelta nazionale perfettamente in linea con i principi ispiratori della Croce Rossa.
Potremmo fare anche scelte differenti, è vero, ma una cosa è certa che per assicurare il rispetto della Convenzione Internazionale di Ginevra che l'Italia ha ratificato, lo Stato, come tutti quelli aderenti alle convenzioni, si è impegnato a finanziare la propria Croce Rossa per assicurarne efficienza e prontezza.
I tagli ipotizzati non vanno in questo senso.

Quindi attualmente l'organizzazione della Cri a quali norme si allaccia?
Avv. Filiberto Abbate: L’organizzazione statale e l'esistenza di un Corpo Militare sono necessari all’assolvimento dei compiti della Croce Rossa Italiana ed il Legislatore Italiano ha sempre ritenuto di confermare lo status di militari per gli appartenenti al Corpo Militare della Croce Rossa (anche in occasione dell’emanazione del Codice dell’Ordinamento Militare nel 2010). Questa interpretazione ha accompagnato tutte le fasi storiche della Nazione dalla sua Unità ad oggi, con indubbi risultati e soprattutto perché questa legislazione consente di disporre di una preziosa risorsa strategica per il Sistema Paese.
Per quanto riguarda il Corpo Militare la sua organizzazione è meravigliosa perché si basa  sull'utilizzo del personale militare effettivo e sui militari volontari della Cri, questi ultimi si distinguono come risorsa unica in virtù delle molteplici ed elevate professionalità disponibili.
Nella vita civile questi cittadini svolgono svariate attività lavorative (medici, ingegneri, giornalisti, avvocati, infermieri, soccorritori, ecc.), sono presenti in tutto il tessuto sociale italiano e sono capillarmente distribuiti sull’intero territorio, si rendono disponibili gratuitamente per ogni emergenza o calamità.
Questa risorsa eccezionale non va assolutamente sprecata!

Come si rende utile il Corpo Militare della Cri?
Avv. Filiberto Abbate: Il Corpo Militare della Croce Rossa è innanzitutto una risorsa per la collettività che ricava risparmi per oltre 2 milioni di euro/anno per le prestazioni ai Corpi dello Stato con corsi e supporti operativi gratuiti in Italia e all'estero.
In tempo di pace:  con i Centri di mobilitazione cura l’efficienza delle dotazioni sanitarie, addestra il personale, organizza corsi qualificati di primo soccorso e auto-protezione sanitaria alle FF.AA. e ai Corpi dello Stato, interviene per il soccorso sanitario di massa in calamità naturali e disastri in Italia o all'estero.
In caso di conflitti armati:  soccorre vittime civili e militari, provvede alla difesa sanitaria antiaerea, al servizio ricerca e assistenza ai prigionieri di guerra, ai profughi, ai deportati e ai rifugiati, svolge attività sanitaria nell’ambito della difesa civile.
Il Corpo Militare opera attraverso: oltre Venti tra Ospedali da campo attendati, in moduli prefabbricati abitativi e in container e varie attrezzature semplici e complesse.
I cittadini si arruolano in modo volontario nel Corpo Militare, se “chiamati in servizio, sono militari e sono sottoposti alle norme della disciplina militare e dei codici penali militari” (art. 985, comma 2 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90)
Il Corpo è composto da:
•    838 militari Cri in servizio continuativo
•    362 militari Cri in servizio a tempo determinato
•    21.000 i volontari militari riservisti richiamabili per addestramento, emergenze o calamità, annoverano figure altamente specializzate (medici, psicologi, chimici-farmacisti, commissari, infermieri, soccorritori e logisti), pagano una quota sociale annua alla Cri
Interventi di Soccorso in Italia e all’estero
Negli ultimi 10 anni il Corpo Militare è stato impegnato in 13 operazioni internazionali (6 a fianco delle Forze Armate e 7 missioni di soccorso in aiuto a popolazioni estere).
In Patria – Dal risorgimento ad oggi ha effettuato tutte le operazioni di soccorso (ultimo il sisma in Emilia Romagna).
All’estero – Presente i quasi tutti gli scenari internazionali opera negli Emirati Arabi Uniti e in Afghanistan (Herat)
I Finanziamenti  
8,5 milioni di euro il contributo dello Stato per l’organizzazione del Corpo Militare della CRI;
2,0 milioni di euro risparmiati dallo Stato sotto forma di contenimento della spesa pubblica (2011) di cui con 1,1 mln di euro dalle Forze armate e dei Corpi dello Stato per formazione sanitaria dei propri uomini, 900 mila euro dalle Forze Armate e dalle Prefetture per gli assetti sanitari forniti
I Numeri in Pillole 
21.000 militari CRI in congedo, materiali e mezzi della massima efficienza;
11.000 i militari delle Forze Armate e dipendenti delle Forze dell’Ordine formati (2011);
3.000 appartenenti al Corpo militare impiegati (2011);
2600 militari CRI impiegati per altre attività operative della CRI in territorio nazionale ed internazionale (2011);
900 richieste delle Forze Armate per supporti in attività operative e per addestramento (2011);
La Bandiera del Corpo è decorata con 12 alte onorificenze
Al valor militare; 2 Medaglie d’argento, 1 medaglia di bronzo Al valor civile; 1 medaglia d’oro, 1 medaglia di bronzo Al merito; 1 medaglia della sanità pubblica, 1 medaglia d’oro al merito civile, 1 medaglia d’argento al merito civile, 1 medaglia di bronzo al merito civile, 1 gran croce al merito della Cri per i servizi di guerra con palma, 1 gran croce al merito della Cri, 1 medaglia al merito della Cri per servizi di guerra con palma

Cosa vi aspettate da una possibile riforma della Croce Rossa?
Avv. Filiberto Abbate: L'auspicio è che non vi siano riflessi occupazionali, non vi sia la smilitarizzazione del Corpo Militare, che è una risorsa per la Nazione, a scapito di personale altamente qualificato e motivato che nel tempo ha dato prestigio e lustro all’Associazione.
Per paradosso se il Decreto sarà attuato l'Associazione Privata si troverà a soddisfare come primo compito quello di assistere i vecchi dipendenti dell'Ente Pubblico Cri visto che uno degli obbiettivi prioritari assunti per il 2012 dall’Associazione è “quella di dare assistenza ai soggetti più deboli ed indifesi” esposti a questo grave e lungo periodo di crisi economica e da carenza di posti di lavoro. Voglio citare un pensiero che ultimamente ho avuto modo di leggere e che può essere utile per riflettere su quello che ci accade per effetto delle privatizzazioni.
"… Tale stato di cose, che sta creando non poche preoccupazioni tra il personale, è solo un sintomo di un male molto più pernicioso che può essere individuato nel neoliberismo. Tale linea di pensiero, nata in America, stà creando solo danni e sofferenza a livello globale. Nel mondo la forbice sociale si è allargata drammaticamente, a fronte di una ristretta elite finanziaria che grazie alle speculazioni economiche si è ulteriormente arricchita, vi è il 99% della popolazione che si è rapidamente impoverita! In Italia negli ultimi cinque anni il numero dei poveri si è raddoppiato. Questo capitalismo predatorio ha come nemico tutto quello che è statale. In una prima fase rende la struttura da abbattere inefficiente, per poi avere la giustificazione di svenderla per favorire i privati, nella totale e cinica non curanza dei dipendenti che vi operano. Contro il neoliberismo si è schierato apertamente il premio nobel per l’economia Paul Krugman. Bisogna fermare la svendita allegra di pezzi dello Stato, che con la scusa di una crisi economica creata ad arte favorisce questa manovra. Questi parassiti finanziari mossi unicamente da interessi personali, stanno desertificando lo Stato, stanno privando i cittadini di molti servizi indispensabili, ma questo non importa, l’unico obiettivo è speculare!! Le lacrime di coccodrillo risultano solo ridicole.
 

Nota sull'Associazione Nazionale Cremona

L’Associazione Nazionale Cremona Onlus é un'associazione patriottica, apolitica, apartitica, senza fini di lucro che nasce per volontà del cavaliere Alfredo Zacaglioni combattente nella 2° Guerra Mondiale nel Gruppo Combattimento “Cremona” del ricostituito Esercito Italiano e da cui l’Associazione prende il nome.

Egli fu impegnato sul fronte da Monte Lungo, fino ad Alfonsine, dove ferito fu soccorso dai militari della Croce Rossa. L'idea di fondare un'Associazione, in suo onore, che "ricordasse il passato ma che guardasse al futuro" si pone come obiettivo primo quello di tramandare ai giovani quei ricordi ed instillare in loro i sentimenti di amor patrio, coesione e identità Nazionale, di libertà e di rispetto della persona umana, che sono ripresi nella nostra stupenda Costituzione.

L'Associazione si propone di mantenere vivo e il culto della Patria, il senso dell'onore, esaltare, custodire e tramandare le glorie e le tradizioni militari, nonché di tutelare gli interessi morali e materiali dei soci militari e dei loro familiari.