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Esteri

Deputato Pettarin: “Tutti s’impegnino per revocare al dittatore jugoslavo l’onorificenza OMRI”

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di Alessandro Butticé

«È tristissimo continuare a leggere il nome di Tito ogni volta che, da Gorizia e da Nova Gorica, si volge lo sguardo verso il Monte Sabotino. Il mio è un appello a tutti, comprese le Autorità Democratiche Europee ed in particolare le istituzioni italiane e slovene, affinché si impegnino a far cancellare la scritta “Tito” che campeggia lungo il versante del monte Sabotino, sostanzialmente a cavallo dell’ex confine tra Italia e Slovenia. ». Con questo post su Facebook, Guido Pettarin (FI) deputato eletto a Gorizia e friulano doc, dichiara la sua guerra alla scritta, che descrive anacronistica e contro la storia, che campeggia sul versante sloveno goriziano, inneggiante al leader e tiranno jugoslavo Josip Broz, meglio noto come Maresciallo Tito.

«Non è la prima volta che chiediamo giustizia per la memoria delle vittime di Tito, e già oltre un anno e mezzo fa, insieme al collega De Carlo (FdI) e altri, abbiamo presentato una proposta di legge per revocare le onorificenze a Tito; ma al momento non è stata ancora inserita nel calendario dei lavori di Camera e Senato. Italia e Slovenia, due paesi che si riconoscono nello spirito di pace europeo, devono collaborare affinché al più presto si giunga a rimuovere la scritta dal Sabotino, offensiva per la memoria delle vittime della atroce dittatura Titina », conclude Pettarin il suo appello social.
Abbiamo voluto intervistare Guido Pettarin, appassionato di storia del Friuli, e che, prima di essere eletto alla Camera dei deputati con Forza Italia, è stato un valente giurista ed avvocato, ed anche un ufficiale della Guardia di Finanza.
D. Onorevole Pettarin, perché questa proposta di legge?
R. Perché è intollerabile che Tito, macchiatosi del sangue degli infoibati e della tragedia dell’esodo istriano fiumano e dalmata, possa ancora essere indicato come Cavaliere di gran croce con gran cordone, la massima onorificenza dell’OMRI (ndr, Ordine al Merito della Repubblica Italiana). Il rispetto della storia e dei morti e del dolore di centinaia di migliaia di persone impone questo gesto di giustizia.

D. Dell’appoggio di quali forze politiche potrà contare la sua proposta?
R. Confido sia appoggiata da tutto l’arco costituzionale. La proposta di legge porta la firma di Colleghi di Fratelli d’Italia, che hanno avuto l’iniziativa, e la mia.

D. Quali tempi si prevedono per l’approvazione e quali gli ostacoli da superare?
R. Non sono in grado di prevedere la tempistica. Spero però che la sensibilità di tutti porti ad accelerare i tempi e mi permetto di prefigurare l’obiettivo dell’approvazione entro la fine della legislatura, perché non si debba ricominciare da capo nella legislatura successiva.

D. Come possono le Istituzioni UE, cui lei si è pure rivolto, per aiutare la realizzazione della sua proposta?
R. L’appello è a tutte le Autorità Democratiche Europee, affinché aiutino il progetto non permettendo che i crimini della dittatura Titina siano dimenticati e supportando ogni azione tesa alla conservazione della memoria. Ricordare e raccontare, perché non succeda mai più.

D. Perché solo negli ultimi anni questa pagina della storia italiana é venuta alla ribalta dell’opinione pubblica?
R. La tragedia delle foibe è rimasta nascosta per decenni, sotto ad un velo pernicioso imposto da una malintesa Ragion di Stato. Tito, il dittatore non allineato, veniva blandito. La storia fa però giustizia e, finalmente, dopo la caduta del muro di Berlino e l’abbattimento della barriera di Gorizia la verità è venuta alla luce e, finalmente, possiamo a testa alta ricordare i nostri morti e portare un fiore sugli orrendi abissi in cui vennero precipitati.

D. Non rischia questa proposta di legge di compromettere i rapporti di buon vicinato con la Slovenia?
R. Certo che no. La Slovenia è uno stato moderno europeo e democratico, che non teme la storia e rifugge dagli orrori della dittatura Titina che tanto sangue sloveno ha versato.

D. Perché vorrebbe che venga ritirata la decorazione di Cavaliere di Gran Croce con Gran Cordone concessa a Tito nel 1969?
R. Perché non posso onorare le vittime di Tito e nel contempo tollerare che il Dittatore sia rivestito dalla più alta onorificenza della Repubblica italiana. È una questione di rispetto, di onore e di giustizia.

D. Quali saranno i suoi passi ulteriori?
R. Non cesseremo di richiamare e sollecitate, non smetteremo di ricordare e condannare; saremo la coscienza dolente del nostro Paese sino a che questo atto di somma giustizia non verrà compiuto. L’onorificenza a Tito offende la nostra storia, il nome di Tito sul fianco del Sabotino a Gorizia offende il sangue versato dagli infoibati.

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