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Editoriali

ELEZIONI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: LE PRIME VOTAZIONI SONO STATE UNA VERGOGNA!

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Tempo di lettura 2 minuti Una farsa goldoniana che si sarebbe potuta indubbiamente evitare soprattutto in un momento in cui gli italiani attendevano di sapere chi fosse il dodicesimo presidente

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di Christian Montagna

A dire il vero, mentre tutta la nazione esulta, per modo di dire visto che c'è poco da gioire, per l'elezione del presidente della Repubblica, io volevo sottolineare l' indignazione di molti italiani dinanzi ai quadri pietosi che ci hanno proposto i politici durante i giorni delle votazioni. Una buffonata e una sceneggiata che non fa altro che affermare l'inutilità di questa classe politica. Soldi e tempo spesi dietro a persone che nemmeno lo meritano tutto ciò. Mentre si divertivano a compilare le loro schede con nomi astratti, nomi di conduttrici televisive e conduttori radiofonici, il parlamento italiano diventava il più triste scenario della storia politica italiana. E con esso, la povera presidente Boldrini ahimè costretta a leggere le stupidaggini che venivano fuori da quelle schede. Ma non solo, durante queste votazioni, è stato inaugurato un nuovo sport olimpico, "la corsa all'urna" in cui rapidissimi politici si affrettavano a riporre la scheda di votazione naturalmente bianca nell'urna per manifestare un dissenso verso i candidati. Una dimostrazione di scarsa serietà che combacia con il loro modus operandi; un insulto a tutti coloro che con le tasse finanziano gli stipendi di questi inetti. Se l'Italia sta andando in questo modo è grazie a loro che si prendono gioco di qualunque evento politico che determini le sorti di un paese ormai sempre più vicino al baratro. Abbiamo dovuto assistere all'ignoranza feroce di personaggi come un certo senatore che della politica non ne conosce nemmeno le fondamenta e che sperava di poter essere eletto, quasi fossero le nomination del Grande Fratello; abbiamo assistito ai selfie nella Camera quasi fosse una gita turistica in Parlamento; abbiamo dovuto vedere il volto sconvolto di una Boldrini che come una maestra di scuola elementare, richiamava il silenzio in aula ogni due minuti. Ma ci rendiamo conto di cosa sta accadendo? Una farsa goldoniana che si sarebbe potuta indubbiamente evitare soprattutto in un momento in cui gli italiani attendevano di sapere chi fosse il dodicesimo presidente …Con 665 voti, finalmente oggi la presidente della Camera ha annunciato in Aula la vittoria di Sergio Mattarella. La fine di un'agonia che andava avanti da giorni, troppi giorni. Una standing ovation che ha coinvolto tutti eccetto i M5S che non sanno più come manifestare il loro dissenso. E come per magia, tra un giorno e l'altro si è raggiunto il quorum e chissà quale sogno questa notte avrà contagiato i votanti del neo presidente affinché esprimessero la loro preferenza. Se i numeri non c'erano, perché così è stato, anziché passare all'opera di persuasione classica renziana, bastava semplicemente farlo scegliere agli italiani il Presidente visto che, quasi abbiamo dimenticato cosa significhi eleggere un rappresentante politico. Dopo Monti, Letta e Renzi anche Mattarella dunque ora farà parte di quella parte di politici che forse nessuno vuole realmente.
 

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Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Editoriali

19 luglio 1992: un maledetto pomeriggio

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Lo ricordo come allora quel tragico 19 luglio 1992.
Un caldo improponibile, come quello di questi giorni.
Ma era sabato e con gli storici amici del paese l’appuntamento era fisso: “… ci vediamo più tardi al chiosco, verso le 5, e poi decidiamo dove passare pomeriggio e serata …“.
E cosi facemmo!
Arrivammo un po’ alla spicciolata (cellulari, WhatsApp ed altro sarebbero arrivati anni dopo).
Per ultimo, ma non per questo meno importante, uno dei nostri amici, all’epoca cadetto alla scuola sottufficiali dei Carabinieri.
Lo sguardo basso, ferito oserei dire.
Il passo lento, non era il suo solito passo.
Gli occhi lucidi che facevano presagire che qualcosa di grave era successo.
“Hanno ammazzato pure Paolo”, furono le sue uniche indimenticabili parole.
In un momento i nostri sorrisi, la nostra voglia di festeggiare quel sabato si ruppe.
Non erano passati neanche due mesi dell’attentato di Capaci in cui Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta erano stati ammazzati per ordine della Mafia ed ora anche Paolo Borsellino e la sua scorta erano lì dilaniati dall’ennesimo atto vigliacco di Cosa Nostra.
Giovanni e Paolo incarnavano i sogni di quella nostra generazione pronta a scendere in piazza per dire “NO ALLA MAFIA”.
Una generazione che aveva fatto dell’impegno politico e sociale la propria stella polare.
Quei due uomini seppero farci capire quanto l’impegno dovesse essere sempre animato da uno spirito di sacrificio personale.
Ci fecero capire che per cambiare il mondo il primo impegno era mettersi in gioco.
Quel pomeriggio i nostri sogni di ragazzi che volevano un mondo migliore saltarono in aria come quella maledetta bomba in via d’Amelio.
Ma capimmo, anni dopo, che dalla loro morte sarebbe germogliato quel seme che avrebbe fatto crescere la pianta rigogliosa della legalità.
Oggi a più di 30 anni dalla loro morte tengo in mente due loro pensieri:

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

L’ importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza (Giovanni Falcone)
La paura è umana, ma combattetela con il coraggio (Paolo Borsellino)


Ecco paura e coraggio … le loro vite, il loro impegno, il loro sacrificio ci hanno insegnato che possono convivere e farci essere grandi uomini.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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