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Finlandia, il secondo turno decide sul nuovo Presidente

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Come noto, nelle elezioni presidenziali in Finlandia si svolgerà un secondo turno poiché nessuno dei candidati ricevuto più della metà dei voti nel primo turno. I candidati al secondo turno sono Alexander Stubb in rappresentanza del Partito della Coalizione Nazionale (conservatori) con numero 8 di candidato e Pekka Haavisto (Verde)in rappresentanza di un’associazione elettorale  con candidato numero 10; i numeri dei candidati sono gli stessi del primo turno.
 
Secondo i risultati elettorali confermati dal comitato elettorale della circoscrizione di Helsinki, Stubb ha ottenuto al primo turno il 27,2% e Haavisto il 25,8% dei voti espressi.
 
Se il secondo turno delle elezioni presidenziali si svolgesse proprio adesso, secondo l’ultimo sondaggio del quotidiano Helsingin Sanomat, vincerebbe il candidato del Partito della coalizione nazionale Alexander Stubb . Il sondaggio, effettuato domenica nei giorni successivi al primo turno elettorale, ha rilevato che Stubb ottiene il 57% di sostegno e il suo rivale Pekka Haavisto (Verdi/indipendente) il 43%.
 
L’ultimo sondaggio del giornale concorda con i risultati di un sondaggio simile condotto da Yle prima del primo turno, che indicava che Stubb avrebbe ricevuto il 59% del sostegno e Haavisto il 41% in un eventuale scenario di secondo turno.
 
Durante le elezioni di domenica, Stubb ha ricevuto il 27,2% di sostegno dagli elettori e Haavisto ha ricevuto il 25,8%.
 
Il periodo di votazione anticipata per il secondo turno è dal 31 gennaio al 6 febbraio 2023 in Finlandia. All’estero, il voto anticipato per il secondo turno si svolgerà tra il 31 gennaio e il 3 febbraio, ma molti seggi elettorali anticipati all’estero sono aperti per un periodo più breve. Il giorno delle elezioni per il secondo turno è domenica 11 febbraio 2024. Hanno diritto di voto i cittadini finlandesi che hanno compiuto 18 anni
 
Hanno diritto di voto alle elezioni presidenziali tutti i cittadini finlandesi che hanno compiuto 18 anni entro il 28 gennaio 2024, indipendentemente dal luogo di residenza. Lo stesso registro elettorale utilizzato nel primo turno verrà utilizzato anche nel secondo turno, il che significa che le stesse persone hanno diritto di voto in entrambi i turni. Gli elettori aventi diritto possono votare in uno qualsiasi dei seggi elettorali generali anticipati in Finlandia o all’estero; gli indirizzi e gli orari di apertura dei seggi elettorali anticipati in Finlandia e all’estero sono disponibili nel servizio informazioni e risultati e nel servizio seggi elettorali gestito dall’Agenzia per i servizi di dati digitali e demografici su aanestyspaikat.fi
 
Gli elettori possono anche chiamare gratuitamente la Helpline elettorale del Ministero della Giustizia per chiedere informazioni sui seggi elettorali anticipati. Il numero di telefono è 0800 9 4770 per il servizio in finlandese e inglese e 0800 9 4771 per il servizio in svedese e inglese. Gli elettori possono anche inviare le loro domande relative alle elezioni su Whatsapp (050 438 8730).
 
Dimostrazione dell’identità al seggio elettorale
 
Gli elettori dovranno presentare al seggio elettorale un documento di identità. Come prova d’identità sono accettati documenti d’identità ufficiali con fotografia, come passaporti, patenti di guida e carte d’identità rilasciati dalla polizia. È essenziale che un funzionario elettorale possa verificare in modo affidabile l’identità dell’elettore sulla base del documento. Gli elettori che non hanno un documento d’identità valido possono ottenere gratuitamente dalla polizia una carta d’identità temporanea per poter votare.
 
Anche l’ambasciata finlandese in Italia ha allestito in varie città delle sedi ove i cittadini finlandesi in Italia possono votare, i dettagli qui: finlandabroad.fi/web/ita/ajankohtaista/-/asset_publisher/TV8iYvdcF3tq/content/presidentinvaalin-ennakkoaanestys-italiassa-2024/384951
 
Nel primo turno, hanno votato in Italia 664 cittadini finlandesi nelle varie sedi elettorali allestite.
 
L’affluenza alle urne online
 
È possibile seguire l’affluenza alle urne durante il periodo di votazione anticipata nel Servizio informazioni e risultati. Una volta iniziato il periodo di votazione anticipata, nel servizio verranno aggiornate ogni ora le informazioni sul numero degli elettori anticipati nell’intero Paese, in ogni circoscrizione elettorale e in ogni comune.
 
 
Le posizioni
 
In linea di principio,Stubb e Haavisto hanno la stessa posizione sulla NATO. Entrambi ritengono che la Finlandia sia ora più sicura di quanto non fosse prima dell’adesione alla NATO e che la NATO sia una forza positiva per la pace e la sicurezza in Europa. Tuttavia, ci sono alcune differenze di sfumatura tra le due posizioni. Stubb è un sostenitore più convinto dell’adesione alla NATO, mentre Haavisto ritiene che la Finlandia debba continuare a lavorare per la pace e la cooperazione internazionale.
 
Inoltre, Haavisto ha sottolineato che la Finlandia deve continuare a essere un attore costruttivo nella regione e nel mondo. Questo suggerisce che Haavisto potrebbe essere più propenso a cercare un approccio diplomatico nei confronti della Russia, rispetto a Stubb, che è un sostenitore di un approccio più assertivo.
 
In definitiva, la posizione di Stubb e Haavisto sulla NATO è molto simile. Entrambi ritengono che la Finlandia abbia fatto la scelta giusta entrando nella NATO, ma hanno visioni leggermente diverse su come la Finlandia dovrebbe interagire con la NATO e con la Russia. I due contendenti hanno posizioni diverse sul potenziamento della difesa della Finlandia: Stubb è un sostenitore convinto del rafforzamento della difesa della Finlandia; ha affermato che la Finlandia deve investire in nuove armi e tecnologie e che deve aumentare la dimensione delle sue forze armate e ritiene che questo sia necessario per garantire la sicurezza della Finlandia in un mondo incerto.
 
Ha visto, invece, è più cauto sull’aumento delle spese militari. Ha affermato che la Finlandia deve mantenere un bilancio equilibrato e che deve investire anche in altre aree, come la sostenibilità e la giustizia sociale, ritenendo che la Finlandia possa rafforzare la sua difesa anche attraverso la cooperazione internazionale. In sostanza, Stubb ritiene che la Finlandia abbia bisogno di un forte deterrente militare per dissuadere un attacco russo ed Haavisto, invece, ritiene che la Finlandia possa rafforzare la sua sicurezza attraverso la cooperazione internazionale e il dialogo con la Russia.
 
Sulle tematiche sociali, Stubb è per un approccio più liberale: ritiene che la Finlandia debba essere un paese aperto e inclusivo e che protegge i diritti sui temi sociali delle minoranze, ed è un sostenitore dell’immigrazione legale e controllata. Haavisto, invece, è a favore di un approccio più progressista sui temi sociali, ritenendo che la Finlandia debba essere un paese in prima linea nella lotta per la giustizia sociale e che debba proteggere i diritti di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalla loro razza, religione o orientamento sessuale, mentre . Haavisto è sostiene un’immigrazione inclusiva e basata sui diritti umani.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Premier slovacco in fin di vita: 71enne gli spara 3 colpi di pistola

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Fico è stato colpito da tre dei cinque colpi esplosi dall’attentatore: due al braccio e uno all’addome

Il premier slovacco Robert Fico è in bilico tra la vita e la morte per i colpi di pistola che gli ha sparato un 71enne colpendolo anche all’addome mentre era in una cittadina del centro della Slovacchia.

L’attentato al primo ministro populista e filorusso di nuovo in carica dall’ottobre scorso ha sollevato un’ondata di sdegno e shock a livello internazionale, dal presidente Joe Biden a quello russo Vladimir Putin, passando per i vertici dell’Ue che parlano di “attacco alla democrazia”.

Secondo le prime ricostruzioni, Fico è stato colpito da tre dei cinque colpi esplosi dall’attentatore: due al braccio e uno all’addome. L’attacco è avvenuto davanti a un centro culturale di Handlova, cittadina a circa 200 km di auto a est della capitale Bratislava, dove si era appena tenuta una riunione di governo. Fico è stato trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale ‘Roosevelt’ di Banska Bystrica, circa 35 km in linea d’aria da Handlova, dov’è stato ricoverato in un primo momento in un’unità di chirurgia vascolare per poi essere operato. Un trasporto a Bratislava è stato giudicato troppo lungo vista la gravità delle sue condizioni: è “tra la vita e la morte”, ha riferito infatti il governo slovacco in una nota nel primo pomeriggio, definendo l’attacco “un tentativo di omicidio”. “A decidere saranno le prossime ore”, avverte un testo pubblicato sulla sua pagina Facebook. In serata, il vicepremier Tomas Taraba ha detto alla Bbc: “Fortunatamente, per quanto ne so, l’operazione è andata bene e credo che alla fine sopravviverà”.

L’attentatore, che si nascondeva tra la folla radunata davanti all’edificio della riunione, prima di fare fuoco ha gridato ‘Robo, vieni qui!’. I due video più rilanciati su internet mostrano i primi secondi dopo gli spari. In uno si vedono due uomini della sicurezza che trasportano di peso Fico facendolo entrare in un’Audi nera, con il premier che – evidentemente per la ferita allo stomaco – trascina i piedi. In un altro filmato due poliziotti e due persone in borghese ammanettano qualcuno riverso a terra: l’attentatore contro cui è stato avviato un procedimento penale per tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione.

I media slovacchi riferiscono che l’anziano, Juraj Cintula, ha sparato con una pistola legalmente posseduta. L’uomo aveva lavorato nel 2016 “per un servizio di sicurezza privato”, ha pubblicato “diverse raccolte di poesie” oltre a un romanzo e ha anche raccolto firme per fondare un “movimento contro la violenza”. Il figlio ha ammesso che Cintula “non ha votato” per Fico, ma non sa spiegarsi il gesto del genitore. “L’ho fatto perché sono in disaccordo con le politiche del governo”, ha confessato l’uomo durante l’interrogatorio di cui i media locali hanno rilanciato alcune immagini. “E’ stato un agguato politico”, ha denunciato non a caso il ministro della Difesa Robert Kaliňák accorso con altri colleghi all’ospedale di Banska Bystrica.

Quattro volte premier (aveva già guidato esecutivi nel 2006-10 e nel 2012-18), Fico è un veterano della politica slovacca che dopo aver vinto le elezioni del settembre scorso sta spostando l’orientamento della politica estera di Bratislava verso la Russia, allineandosi all’ungherese Viktor Orban: fra l’altro ha messo in discussione la sovranità dell’Ucraina e ha chiesto un compromesso con Mosca pur di far finire la guerra di aggressione russa. Da quando è in carica, e tenendo fede alla sua promessa di non fornire a Kiev “neanche un proiettile”, ha smesso di inviare armi pagate con fondi pubblici agli ucraini.
Duro con migranti e minoranze Lgbt, Fico ha provocato proteste di massa con riforme controverse, tra cui una legge sui media accusata di compromettere l’imparzialità della televisione e della radio pubblica. A causa dell’attentato, due partiti di opposizione slovacchi anno annullato una protesta indetta per oggi proprio in difesa dell’indipendenza della tv e radio pubblica.
“Condanniamo questo orribile atto di violenza”, ha dichiarato Biden per una volta d’accordo con Putin che ha parlato di “crimine odioso” contro “uomo coraggioso”.

La presidenza di turno dell’Ue affidata al Belgio ha definito l’attentato “un attacco alla democrazia”, concetto utilizzato anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Mentre la premier Giorgia Meloni ha detto di aver appreso “con profondo sconcerto la notizia del vile attentato al primo ministro Robert Fico. Tutti i miei pensieri sono per lui, la sua famiglia e l’amico popolo slovacco. Anche a nome del Governo italiano – ha aggiunto Meloni – desidero esprimere la più ferma condanna di ogni forma di violenza e attacco ai principi cardine della democrazia e delle libertà”.

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Ilaria Salis, concessi i domiciliari su cauzione di 40mila euro

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La richiesta è stata accolta in appello dal Tribunale Ungherese

Gli arresti domiciliari ad Ilaria Salis sono “un successo della difesa”. È quello che ha detto all’ANSA l’avvocato Gyorgy Magyar. “La corte di appello ha accettato il nostro ricorso”, ha aggiunto. “Lei ha garantito che non scapperà e avrà un braccialetto elettronico”, ha spiegato. “Il tribunale aspetta soltanto il pagamento della cauzione, che ammonta a 40 mila euro”, ha aggiunto. Il legale ha sollecitato i familiari della attivista affinché paghino velocemente.

Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“E’ una richiesta”, quella degli arresti domiciliari in Italia a Ilaria Salis, “che deve essere fatta dai suoi avvocati. Noi siamo sempre favorevoli a questa ipotesi. Ma è una richiesta che deve essere fatta dagli avvocati per avere gli arresti domiciliari in Italia, è una cosa che si può fare”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del ‘Rome summit’.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così all’ANSA Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

“Non ho dei sassolini nelle scarpe, ma della ghiaia grossa, quella che si usa per il calcestruzzo, ho i piedi insanguinati”. Lo ha detto il padre di Ilaria Salis, sui canali Gedi. “Finora” le sue critiche “sono rimaste nei cassetti – ha aggiunto – I cittadini italiani sono stufi di dover implorare le istituzioni di agire, le istituzioni sono al servizio dei cittadini. Paghiamo il ministro della Giustizia e degli Esteri per lavorare per noi, non abbiamo visto nessuna attività concreta per risolvere il problema di Iaria da parte di questi due ministeri”.

I domiciliari sono “un’evoluzione positiva rispetto a quanto visto finora. Ancora mancano i passaggi finali, bisogna aspettare che Ilaria esca e fare una serie di passaggi operativi per averla finalmente fuori e poterla riabbracciare”, fra questi “adesso dobbiamo corrispondere una cauzione di poco più di 40 mila euro”. Lo ha detto il padre di Ilaria Salis, Roberto, a Metropolis, sui canali Gedi.

“Siamo molto soddisfatti, finalmente finisce questo incubo per Ilaria ma la sua battaglia continua”: è il commento con l’ANSA di Mauro Straini ed Eugenio Losco, i due legali italiani di Ilaria Salis, dopo aver saputo la decisione del tribunale ungherese di concederle i domiciliari a Budapest.

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Guerra medio oriente: forze israeliane avanzano verso Rafah

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Secondo rapporti palestinesi, ripresi da Ynet, “veicoli blindati delle Idf hanno attraversato la recinzione di confine nell’area di Kerem Shalom e stanno avanzando nei quartieri a est della periferia di Rafah”.

Secondo le stesse fonti ci sono “spari di carri armati e bombardamenti di artiglieria di tanto in tanto nella zona”. Ci sarebbero almeno 8 morti e numerosi feriti. L’Idf ha confermato di aver preso il controllo del valico di Rafah sul lato di Gaza.

Ad assumere il controllo questa mattina del lato di Gaza del valico di Rafah sono state le forze della 410/esima Brigata israeliana. Il valico con l’Egitto – secondo le informazioni – è ora disconnesso con la strada principale di Salah a-Din nella parte orientale della città di Rafah, a sua volta presa dalla Brigata Givati durante l’offensiva di questa notte. Secondo i dati dell’Idf – riportati dai media – circa 20 miliziani armati sono stati uccisi e i soldati hanno localizzato tre “significativi” imbocchi di tunnel.

In precedenza, rapporti hanno sostenuto che “l’esercito israeliano è arrivato al valico di Rafah nel lato di Gaza e che le spedizioni umanitarie sono state interrotte”. Lo ha riferito Haaretz. La tv Canale 12 ha mostrato un video diffuso sui social che mostra un tank israeliano avanzare nel lato di Gaza del valico di Rafah, al confine con l’Egitto. L’Idf finora non ha ancora fornito dettagli sulle operazioni avviate da ieri sera nella parte orientale di Rafah, tranne l’annuncio che stava operando contro obiettivi di Hamas nella zona. Finora non c’è’ stata alcuna conferma da parte dell’Idf.

L’invasione via terra di Rafah sarebbe “intollerabile” per le sue “devastanti conseguenze umanitarie e l’impatto destabilizzante nella regione”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres incontrando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Guterres ha ricordato di aver lanciato un “forte appello a Israele e Hamas a concludere un accordo vitale, un’opportunità che non si può perdere”.

L’esercito israeliano ha annunciato intanto la morte di due soldati riservisti uccisi ieri a Metulla, nel nord del Paese, da un drone esplosivo degli Hezbollah. Il portavoce militare ha riferito che si tratta di Dan Kamkagi (31 anni) e Nahman Natan Hertz (31) della 551/esima Brigata. Il bilancio dei soldati caduti da ottobre scorso sul fronte nord è ora salito a 13. A questi vanno aggiunti anche nove civili uccisi negli attacchi Hezbollah.

La giornata

Israele ha deciso di inviare una delegazione al Cairo ma di continuare l’operazione a Rafah. Lo ha fatto sapere l’ufficio del premier citato dai media. “Il gabinetto di guerra – ha detto – ha deciso all’unanimità che Israele continui la sua operazione a Rafah per esercitare pressioni militari su Hamas”. Al tempo stesso, ha proseguito, “anche se la proposta di Hamas è lontana dai requisiti necessari per Israele” sarà inviata una delegazione al Cairo “per esplorare la possibilità di raggiungere un accordo in condizioni accettabili per Israele”.

Report palestinesi citati da Ynet riferiscono di un “improvviso ingresso via terra nella parte orientale di Rafah” di truppe israeliane. Le stesse fonti segnalano inoltre “interruzioni delle comunicazioni e dell’elettricità” mentre sono in corso intensi raid aerei israeliani sulla parte orientale di Rafah.

Nel tardo pomeriggio infatti Hamas ha accettato, in extremis, la proposta di Egitto e Qatar per un accordo con Israele sul cessate il fuoco. Forse nell’ultimo, disperato tentativo di fermare l’irruzione dei soldati israeliani nella città, dove in mattinata era scattato l’ordine di evacuazione di un centinaio di migliaia di civili già stremati da sei mesi di guerra. In una nuova telefonata, anche il presidente americano Joe Biden ha cercato ancora una volta di convincere il premier Benyamin Netanyahu a non invadere la città nel sud della Striscia, insistendo sul fatto che raggiungere un’intesa per un cessate il fuoco è il modo migliore per proteggere la vita degli ostaggi detenuti a Gaza.

Ma lo Stato ebraico per ora frena. “Adesso la palla è nel campo di Israele”, ha detto un esponente di Hamas dopo che il leader Ismail Haniyeh ha informato il premier del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel – e l’Iran – di aver “accettato” la loro proposta di mediazione.

Secondo fonti della fazione palestinese, riportate dai media arabi, l’accordo sulla tregua prevede tre fasi di sei settimane ciascuna con l’obiettivo del cessate il fuoco permanente, il ritiro completo dell’Idf dalla Striscia, il ritorno degli sfollati al nord e lo scambio di prigionieri, a cominciare dai civili israeliani, donne, bambini, anziani e malati. Israele ritiene siano 33 gli ostaggi in questa categoria, definita “umanitaria”, e Hamas si è impegnato a rilasciarli, vivi o morti. Tra i detenuti palestinesi da liberare ci sarebbero, invece, anche 20 condannati all’ergastolo. Gli ultimi dettagli dovrebbero essere comunque discussi di nuovo martedì al Cairo.

Khalil al-Hayya, il vice di Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza, ha detto in un’intervista ad al Jazeera che Hamas “ha concordato un cessate il fuoco temporaneo nella prima fase dell’accordo”. “Ma all’inizio della seconda fase, che include il rilascio dei soldati israeliani in ostaggio, sarà annunciato – ha spiegato – un cessate il fuoco permanente”. I mediatori di Qatar e Egitto avrebbero promesso – prosegue nell’intervista – che “il presidente Biden sarebbe un garante che l’accordo venga messo in atto”.

Ma mentre a Rafah la notizia è stata accolta da urla di gioia e spari in aria, fonti israeliane – nel silenzio di Netanyahu – hanno fatto sapere che Israele sta ancora “verificando la proposta e le sue conseguenze”, così come gli Stati Uniti. Pubblicamente però Israele, forse irritato dalla fuga in avanti dell’annuncio di Hamas, ha gelato gli entusiasmi: “Hamas non ha accettato. E’ il suo solito trucco”, ha detto il ministro dell’Economia, Nir Barkat, incontrando a Roma la stampa italiana e restando in contatto diretto con il suo governo. Si tratta di “una proposta unilaterale senza coinvolgimento israeliano. Questa non è la bozza che abbiamo discusso con gli egiziani”, ha spiegato un alto funzionario israeliano al sito Ynet, aggiungendo che in questo modo Hamas mira a “presentare Israele come chi rifiuta” l’intesa.

Mentre per il falco del governo di sicurezza Ben Gvir, “i giochetti di Hamas” meritano “una sola risposta: occupare Rafah”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invece invitato “tutti i Paesi occidentali a fare pressione su Israele affinché accetti”. “Siamo lieti che Hamas abbia annunciato di aver accettato il cessate il fuoco, su nostro suggerimento – ha sottolineato -. Ora lo stesso passo dovrebbe essere fatto da Israele”. Accordo o meno, lo Stato ebraico va avanti nei preparativi dell’operazione militare contro i battaglioni di Hamas a Rafah, un’azione che dovrebbe cominciare “in pochi giorni”, sostenuta dal via libera ai piani già preparati dall’Idf votato all’unanimità dal Gabinetto di guerra. “Esaminiamo ogni risposta molto seriamente ed esauriamo ogni possibilità sui negoziati e il ritorno degli ostaggi alle loro case il più rapidamente possibile come compito centrale. Al tempo stesso continuiamo e continueremo ad operare nella Striscia”, ha chiarito il portavoce militare Daniel Hagari. L’avvio dell’evacuazione dall’est della città verso l’area umanitaria indicata dall’Idf ad al-Mawasi sulla costa ha allertato l’intera comunità internazionale, che tenta di impedire che gli eventi precipitino del tutto. Prima di annunciare di aver accettato l’intesa per la tregua, anche Hamas ha denunciato “un’escalation”. La zona dell’evacuazione – che l’esercito ha definito “temporanea, limitata e graduale” – comprende “ospedali da campo, tende e maggiori quantità di cibo, acqua, farmaci e forniture aggiuntive”.

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