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Editoriali

Giudici a orologeria e processo a Salvini: ci risiamo

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E così, anche Salvini andrà a processo. Sotto la mannaia di una giustizia ‘all’italiana’, malata non tanto di ‘autonomia’, o di protagonismo (quello lo lasciamo ai vari magistrati in cerca di pubblicità), quanto di politica, di falsa ideologia – l’ideologia ha a che fare con le idee, qui c’è solo da prendere poltrone e assicurarsi un congruo vitalizio – di istruzioni dall’alto.

Il processo di Salvini, in un momento in cui l’Italia è invasa da tutte le parti da barchini di ‘migranti’ – turisti – provenienti anche e soprattutto da nazioni in cui qualche volta si vive meglio che da noi, ma nazioni il cui ventre non è molle come il nostro, che stanziamo 100 milioni per le ONG in un momento in cui le famiglie e gli operatori economici non riescono ad andare avanti e a tenere aperti gli esercizi commerciali; nazioni in cui se sei condannato vai in galera, e che Dio ti aiuti; nazioni in cui noi Italiani andiamo anche a fare le vacanze, e magari qualcuno s’è anche comprato una casetta; nazioni che ci accolgono perché portiamo denaro: Algeria, Tunisia, per dirne un paio. Gente che potrebbe venire in Italia con un volo di linea, ma che preferisce il barchino ‘sganciato’ da una nave madre perché con l’aereo dovrebbe avere tutti requisiti per l’espatrio, e poi senza sovvenzioni. Col barchino, invece, in un paio d’ore di mare calmo, magari con un bell’olio abbronzante protezione 10, sono già bell’e arrivati. Trovano il pullman che li carica, li porta in albergo. Il ristorante che li rifocilla, lo Stato Italiano che li sovvenziona con una cifra quotidiana, le organizzazioni di accoglienza che li prenotano quando sono ancora al largo, e che ricevono fior di quattrini per gestirli… Insomma, se dovessimo andare in un’agenzia di viaggi, sceglieremmo senz’altro l’Italia. Con il barchino. È anche ammesso – consigliato – protestare per il cibo, per il wi-fi che non funziona bene, per il materasso che non è comodo: ma che gli raccontano, a questa gente, prima di imbarcarli? Alla fine della fiera, checchè ne dicano gli avversari politici, l’unico momento in cui sono diminuiti gli sbarchi, e di conseguenza gli esborsi dello Stato italiano, e di conseguenza anche i morti in mare, è stato quello in cui l’allora ministro Salvini ha operato con incisività e decisione, adottando l’unica soluzione possibile ed efficace: la chiusura dei porti. Essendo, nel frattempo, andata buca ogni altra soluzione prospettata – millantata – e mai praticata, come un accordo internazionale con la Libia ed altri paesi di transito: evidentemente le forze in campo (leggi: criminalità organizzata) non hanno permesso alcun accordo.

Diciamolo chiaramente: Salvini è pericoloso perché non è un fautore dell’Unione Europea

Già, proprio quella organizzazione sovranazionale (già il vocabolo causa rigetto) che vuole comandare, vorrebbe comandare, comanda, comanderà, continua a comandare in Italia. Tenendoci per gli attributi, cioè tenendoci per un debito pubblico dovuto in massima parte a interessi sul debito, che potremmo in un attimo decidere di azzerare, come hanno fatto alcuni. Per esempio, la Germania non ha mai pagato i suoi debiti di guerra, eppure ha goduto degli interventi economici anche dell’Italia al momento della riunificazione delle due Germanie. Ora con il Recovery Fund, riceviamo in prestito il denaro che noi stessi abbiamo versato nelle casse della UE; per impiegare il quale dobbiamo redigere un piano di spesa da sottoporre alla Commissione europea per l’approvazione. E il MES si staglia all’orizzonte, pericoloso portatore di Troka. Intanto le attività che sono l’ossatura della nostra economia chiudono, sacrificate anche dalle norme anti-covid, procrastinate fino alla fine di ottobre: salvo rimando, molto probabile.

Da Mani Pulite in poi – ma forse anche da prima – assistiamo all’uso politico della Magistratura

Mani Pulite ha distrutto il partito di maggioranza relativa, l’allora Democrazia Cristiana, e non solo. Sono passati per il tritacarne uomini politici ‘pericolosi’, come Craxi, che, anche se a qualcuno non piace, è stato un grande statista.  Un pensiero a chi si è suicidato in carcere, e a chi ha visto la propria vita distrutta. Quello che è uscito indenne da tutte le indagini è stato il PCI. Per disposizioni dall’alto? Forse i nostri pronipoti potranno saperlo, e conoscerne anche i nomi di chi ha dato gli ordini. Come i processi a Berlusconi, il processo a Salvini è un processo politico, e questo è sotto gli occhi di tutti. Come è sotto gli occhi di tutti che anche le indagini su Fontana sono orientate politicamente: nessuno si è preoccupato di indagare sugli 11 milioni di euro dei cittadini che Zingaretti ha utilizzato per acquistare mascherine che poi non s’è ben capito se sono andati in fumo o no. 11 milioni, e non 500.000 euro come nel caso lombardo. Nessuno s’è preoccupato di farcelo sapere. È sotto gli occhi di tutti che Bocelli ha dovuto chiedere scusa, e rimangiarsi ciò che aveva liberamente espresso, perché quel messaggio non doveva passare, e il cantante avrebbe perso gli agganci che sono necessari per non essere inghiottito dall’oblìo. È sotto gli occhi di tutti che Renzi ha cambiato all’ultimo il proprio voto a favore di Salvini, probabilmente perché è riuscito ad ottenere qualcosa, in cambio di un voto che avrebbe spedito il ‘Capitano’ davanti al magistrato di Palermo. Forse l’insabbiamento della indagine CONSIP, che sta trascinando Lotti, mentre Renzi Sr. ne rimane fuori? È sotto gli occhi di tutti che il governo sta sfruttando l’emergenza Covid come uno spauracchio per evitare la messa in mora di una compagine che ormai si regge sugli stecchini. È sotto gli occhi di tutti che questo governo è pasticcione, impreparato, incompetente, fazioso, e che le sue delibere sono per lo più targate DPCM, l’uomo solo al comando. È sotto gli occhi di tutti che il nostro ministro della Salute non è preparato per quel compito, e che il vero ministro è Sileri. È sotto gli occhi di tutti che la Lamorgese è una burocrate messa al posto di Salvini solo per obbedire a certe disposizioni, che certamente non contemplano misure che possano arrestare il flusso migratorio in entrata – in pratica, l’invasione – nel nostro territorio: anche lei risponde a precise istruzioni dall’alto. È sotto gli occhi di tutti – e anche sulle pagine dei quotidiani – la frase che Palamare ha pronunciato, riportata da una intercettazione telefonica, per cui “Salvini ha ragione, ma bisogna fermarlo”. Solo questo dovrebbe far cadere un governo come il nostro. Ma poi, ‘chi’ vorrebbe far cadere Salvini? Certamente il nostro governo, che risponde ai diktat europei, i quali sono frutto di un controllo superiore: infatti anche l’UE è uno strumento, come sono uno strumento i politici europei, longa manus di certi poteri. E andando a ritroso, percorrendo la scala gerarchica non dichiarata si arriva ad una ‘cupola’, i cui agenti non sono – o sono – facilmente identificabili: certamente non dall’uomo della strada, ma da chi è addentro alle segrete cose. Mentre un po’ di fumo negli occhi arriva da un Mattarella che commemora la strage di Bologna – i cui esecutori non sono mai stati individuati, nonostante gli otto ergastoli a Mambro e Fioravanti, palesemente non colpevoli almeno di quella strage – e quella di Ustica: i cui colpevoli sono evidenti ed individuati, ma non è possibile dirlo perché il colpevole è un paese che condivide con noi la presenza nella NATO.

Il processo a Salvini è un processo politico, ed è anche un processo ad orologeria, nella migliore tradizione dalla giustizia-clava adoperata da una sinistra che, quando non riesce a battere gli avversari politici nelle urne, lo fa cercando vie traverse

A settembre, se non saranno rimandate, ci sono le amministrative, e fa comodo scrivere sui giornali delle malefatte di Salvini, che ha ‘sequestrato’ i migranti della Open Arms, allo scopo di far perdere voti ad una destra che è già maggioranza nel paese. La Lamorgese lo ha fatto molto più a lungo, quando per 11 giorni ha impedito lo sbarco della Ocean Viking con 104 profughi a bordo, giusto per non compromettere la tornata elettorale in Umbria. Lo sbarco è stato autorizzato solo dopo il – rovinoso – risultato delle urne, nonostante il puerile escamotage. Con Salvini al governo, le ONG erano state attivissime nella protesta e nella denuncia di presunte violazioni da parte del ministro, con esposti alla magistratura, puntualmente accolti e tramutati prontamente in richieste – da parte dei magistrati – di procedimenti penali. Nel caso Lamorgese nulla di tutto ciò è stato fatto, né denunce da parte della Open Arms, né interventi della magistratura. Questo appalesa, se ce ne fosse ancora bisogno, la presenza di una camera di regia occulta lucida e precisa. In realtà, oltre agli onorevoli di varia estrazione partitica, anche la magistratura di Agrigento si era recata più volte a bordo delle navi al largo di Lampedusa. Nel caso Lamorgese – che non esiste, in pratica – nessun intervento. Sostanzialmente si è trattato della stessa situazione che era stata considerata passibile di procedimento penale, ma all’epoca il ministro era Salvini. Né le ONG, che secondo alcuni quotidiani sono foraggiate nientemeno che dal miliardario ebreo ungaro-americano George Soros, hanno mai inteso denunciare un governo di sinistra.

Ci auguriamo che la verità venga fuori. Ciò che l’ex ministro dell’Interno ha fatto, è stato bloccare sbarchi altrimenti incontenibili, come sta succedendo ora, nell’interesse dell’Italia e degli Italiani, riducendo anche i morti in mare. Oggi i libici sparano addosso ai migranti in fuga. Ma già, questo amore per la nostra patria e per il nostro popolo è condannato soprattutto dall’Europa, che ci vuole trasformare in ‘europei’. Già lo siamo, per acquisizione geografica. Parafrasando Metternich, possiamo dire che ‘L’Europa è una mera espressione geografica’, definizione che il conte attribuì all’Italia. Ma eravamo nel 1847. Oggi non è più così.

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Silenzio assoluto e oscurantismo sul centenario della nascita dell’URSS: una compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente

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Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni

E’ indiscutibilmente una vicenda quasi irreale quella che stiamo vivendo noi cittadini europei, non solo l’acrimonia se non odio vero e proprio nei confronti della Russia ma anche il fatto che sono trascorsi un pugno di giorni dalla ricorrenza della nascita il 30.12.1922, dell’URSS, della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, cioè della compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente e il silenzio è stato ed è, assoluto, oscurantismo completo! Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni: era l’epoca di Lenin, il creatore del nuovo stato sovietico, la configurazione politica più significativa del pianeta, una superficie che occupava e occupa quasi tanto quanto gli Stati Uniti e la Cina messi assieme! Il 30.12.1922 nel segno di una rivoluzione di cui non si era mai visto prima l’eguale per conquiste sociali e politiche ma anche per distruzioni e morti, era il proseguimento della Russia di Ivan il Terribile, di Pietro il Grande e di Caterina II la Grande con il loro notevole apporto alla grandezza e alla civilizzazione dell’immenso Paese. Spirito, cultura rivolti verso l’Europa: l’occidentalizzazione è fino ad oggi il suo marchio e la sua fisionomia, è la maggiore nazione europea. La componente asiatica, ricca di numerose razze e lingue e civiltà, evidenzia altre caratteristiche dello sconfinato Paese.

La orribile guerra Russia-Ucraina, in verità Stati Uniti, Nato e la serva Europa contro la Russia, durerà a lungo, con investimenti sempre maggiori in armamenti e appezzentimento e miseria inevitabili dei popoli europei: il bilancio, come sempre nella storia dell’uomo, fame e miseria, distruzioni e morti. E gli autori e armatori, Stati Uniti ecc. ben acquattati dietro le quinte, mandano armi e soldi e lasciano che gli altri si ammazzino e sbudellino, sotto la guida dell’amato Zelensky! Inevitabili rancore e risentimento della Russia nei confronti dell’Europa, anni e anni saranno necessari per rimuovere tali sentimenti e tornare al rispetto e alla ripresa delle relazioni.

Per ripetere Bertrand Russell, Einstein, Papa Francesco, è somma stoltizia e follia spendere soldi per ammazzarsi e distruggere e non invece migliorare le condizioni di vita, anche dei popoli in difficoltà. Nobel, l’inventore della dinamite, scrisse: i grandi criminali che trascinano i popoli verso la guerra! Sono sotto gli occhi di tutti, impuniti, grazie ai cittadini indifferenti e masochisti: una corsa verso il baratro. E le Ursule europee e italiane, sorridenti, mandano armi e soldi, per essere ligie a Biden e alla NATO, i nemici viscerali autentici, i guerrafondai! Perché tanto servilismo a Biden & Co e tanto odio verso la Russia, la sorella europea?

Allorché la politica, come quella che ci circonda, si immischia delle cose del pensiero e della cultura non può che dimostrare inadeguatezza: i Mitterand, i Malraux, i Willy Brandt, i Kohl, i Moro sono materiale raro, pregiato, ben altre le loro condotte: l’agone politico europeo è infestato anche dalla fauna più ignorante e non di rado mazzettiera e corrotta. A nome dei popoli che disgraziatamente sono chiamati a rappresentare, come si permettono i politici europei, con quale autorità morale e culturale, di seminare odio inaudito nei confronti della Russia, non solo con le loro stolte parole ma a mezzo di iniziative quando non criminali o illegittime, chiaramente ridicole e grottesche? Come si permettono di parlare a nome dei propri cittadini di cultura e di civiltà e al medesimo tempo vilipendere questo grande paese, gloria dell’Europa, per primo promotore della giustizia sociale e della uguaglianza tra la gente, salvatore reale dell’Europa in più occasioni col sangue dei propri figli, patria di titani dell’arte di ogni genere, che hanno illuminato, e illuminano, l’intero pianeta? E allo stesso tempo sostenere i vari falstaff bombaroli, dichiaratamente nazionalisti e occultamente nazisti e fascisti? Come si permettono i vari Macron, le varie Ursule della scena europea, togliere soldi ai propri cittadini e regalarli a Zelensky affinché più razionalmente possa contribuire, senza nessuna opposizione o parvenza di contestazione, alla distruzione sistematica del proprio paese e alla gestione di cifre faraoniche di soldi? Perché? A Zelensky sì e no alle altre popolazioni del pianeta bisognevoli? Che cosa è siffatta solidarietà a senso unico? E’ palesemente solo per inginocchiarsi a Biden, prevaricatore per vocazione personale e per tradizione storica. Quanto in qualche modo contribuisce alla evidente e sfacciata improvvisa avversione alla Russia è anche il fatto che in Europa oggi è politicamente evidente una forte presenza cosiddetta di destra se non autoritaria in certi stati, da sempre per costituzione ideologica, conservatrice e reazionaria, tra l’altro nemica connaturata del comunismo: quindi la cosiddetta ‘aggressione’ della Russia, in perfetta sintonia con gli Stati Uniti è occasione di insulti e rappresaglie. Abbasso la pace, evviva la guerra! La Cina è presente e guarda solamente, per ora e, a parte i pericoli suscettibili di sfociare in qualcosa di distruttivo della intera umanità, la sola compagine idonea a fungere da arbitro fattivo e intelligente verso la pace, l’Europa dunque, è ormai dichiarato e felice stuoino di Biden e NATO, senza impedimenti, tutti d’accordo, salvo la gran parte dei cittadini! La dissoluzione dell’URSS il 26.XII.1991 a seguito delle teorie e ideali del presidente Gorbaciov, la guerra in atto, risveglia, come è stato osservato, l’atmosfera in Europa degli anni venti e trenta e cioè Stalin e la nascita di Mussolini, di Franco, di Salazar, di Hitler…

Si legga quanto scritto sul Muro di Berlino, il simbolo della cortina di ferro, della divisione tra le nazioni, e si ricordino le parole di Kennedy del 26 giugno del 1963 a Berlino Ovest: Ich bin ein Berliner, sono un berlinese, a sottolineare la comunità delle genti e non i conflitti o addirittura le guerre!

Noam Chomsky, sempre univoco, ha scritto ripetutamente che l’Europa “è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile….una brutta copia degli Stati Uniti, anche se ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza. Gli intellettuali d’Europa…..hanno subito dagli Stati Uniti un totale lavaggio del cervello”. E il da poco defunto presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha scritto: “…oggi abbiamo bisogno di Europa, di un’Europa che sia e diventi uno strumento di pace”. “La pace è amicizia tra i popoli, è cooperazione tra gli Stati, condivisione di sovranità con gli organismi internazionali”. Tutto saltato in aria “..dalle armi che sparano, dalle bombe che esplodono, dal riarmo sul nucleare….”.

La sola speranza sono i cittadini europei e il loro dissenso, partecipativo.

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Strage di Acca Larenzia: chi fu il mandante?

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Tanti passaggi di mano per la mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65 usata per la strage di via Acca Larenzia, per il rapimento di Aldo Moro, per gli omicidi dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffilli.

Oggi dopo 45 anni da quei fatti ci si chiede ancora: chi è il mandante? Riproponiamo la video intervista del 2018 a uno dei sopravvissuti – Maurizio Lupini – e il video servizio che ripercorrere il clima politico di quei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano.

La video intervista a Maurizio Lupini [Cliccare sulla foto per guardare]

Il video servizio che ripercorre quello che era clima politico dei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano [Cliccare sulla foto per guardare]

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Giustizia pilastro della democrazia, Lucarella: “Si intervenga sulle storture”

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Il referendum sulla giustizia è alle porte. Si voterà il prossimo 12 giugno. Nel mezzo c’è la riforma del Ministro Cartabia che, dopo il primo passaggio alla Camera dei Deputati, è
incardinata al Senato della Repubblica.

Questo il commento a caldo di Angelo Lucarella, vice coordinatore della commissione giustizia del Ministero dello sviluppo economico, che L’Osservatore d’Italia ha raccolto per i lettori.
“Il referendum è un istituto costituzionalmente sacro del nostro Paese. Non si tratta di essere pro o contro la magistratura o sostenere una iniziativa di colore politico. Si tratta di riconoscere che esiste un problema e di non sottovalutare che la democrazia si deve esprimere, soprattutto, con la chiamata del popolo al voto.

Illustri giuristi come Nordio, Cassese, ecc. hanno sposato la questione perché siamo ad un punto cruciale della vita del sistema giudiziario.
Ecco, sebbene il referendum non risolva tutti i problemi di certo ne evidenzia quelli indifferibili da trattare. Porte girevoli in primis. Anzi, poiché c’è un limite oggettivo di natura costituzionale si dovrebbe anche intervenire con una revisione puntuale che includa un nuovo assetto del giusto processo e che fissi una volta per tutte la separazione delle carriere (che ad onor del vero, se passasse oggi il referendum, porrebbe un problema di politica giudiziaria ulteriore ovvero come pensare i percorsi sin dalle Università).


In sostanza siamo tutti per una magistratura sana, perché ci sono tanti giudici seri, coraggiosi, garantisti. È anche per loro, oltreché alle circa 30 mila persone colpite da ingiuste carcerazioni dagli anni 90 in poi (dati pubblicati dall’Osservatorio ErroriGiudiriari in collaborazione con l’Unione Camere Penali d’Italia) che occorre rispettare il voto referendario.
In ultimo è da tener conto che il Ministero della Giustizia ha riportato che nel 2021 ci sono stati circa 24 milioni di euro di risarcimenti per ingiusta carcerazione preventiva (nel 2020 il totale fu 37 milioni) e che 43 mila euro, invece, è la media-importo per caso.
Ad ogni modo l’importante è andare a votare (a prescindere dall’orientamento per il Si o per il No) perché più forte è la voce dei cittadini, migliore più essere il dialogo tra i poteri dello Stato”.

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