Guidonia, zona industriale: una vergogna sotto il “cielo stellato” del sindaco Barbet

GUIDONIA (RM) – Pezzi di auto e motorini sconquassati, elettrodomestici sventrati, vecchi divani e materassi, materiale ondulato che ricorda l’eternit, pneumatici, calcinacci, sanitari a volontà, alimenti, carcasse di animali e plastica di ogni colore e foggia. Questo il panorama che contraddistingue ormai la località di Albuccione nel comune di Guidonia.

“Le strade del polo industriale, appena costruite, sono diventate un continuum di detriti, rifiuti e masserizie di ogni genere. – Dichiara Giovanna Ammaturo Consigliere comunale per Fratelli d’Italia – I marciapiedi sono invisibili alla vista – prosegue Ammaturo – e i terreni sono oramai ricoperti dalle immondizie che a volte raggiungono i due metri di altezza”.

Una situazione di degrado assoluto dove i miasmi che fuoriescono dai rifiuti abbandonati sono insopportabili soprattutto quando amplificati dal sole cocente.

Quella che avrebbe dovuto rappresentare la zona industriale ed artigianale d’eccellenza per la seconda Città d’Italia non capoluogo di provincia, dove lavorano migliaia di maestranze e dove il Comune ha ancora lotti da vendere, si è di fatto trasformata in un vicolo da corte dei miracoli.

“Eppure c’è qualche azienda quotata in borsa ed altre che intendono farlo, – ha proseguito ancora il Consigliere Ammaturo – qui arrivano buyers e rappresentanti da ogni parte del mondo considerati i variegati comparti produttivi presenti”.

Una situazione di degrado che è stata già denunciata due anni fa da Giovanna Ammmaturo e da decine di industriali ed artigiani e che ancora oggi resta immutata come restano ancora presenti le centinaia di camper e roulotte di rom.

Un insediamento situato in mezzo ai rifiuti di ogni genere e ai miasmi dove i bambini giocano con l’acqua che fuoriesce dalle condutture dissotterrate e dove il bucato viene appeso sulle decine di metri di filo che scorrono tra le varie auto e furgoni di ogni genere e colore e dulcis in fundo bagni zero e molti barbecue.

“Una terra di nessuno – dice ancora Giovanna Ammaturo – che incute timore solo per fare una foto e che il sindaco Barbet, M5S, ha dimenticato perché troppo indaffarato ad incollarsi alla poltrona dopo l’implosione del M5S locale ed il passaggio al gruppo misto di tre consiglieri di maggioranza. Nessuna foto trappola, – prosegue – nessuna pattuglia di forze dell’Ordine anche per conoscere chi siano le persone che hanno trasformato in hotel sotto le stelle le strade ed i marciapiedi perfettamente asfaltate e consegnate due anni fa alla cittadinanza. Facile vergognarsi da persone civili che un territorio di alcuni ettari, costato all’Ente ed ai contribuenti che deve e può assicurare lavoro e poste patrimoniali attive per tanti sia una latrina a cielo aperto e ridotto a discarica. Oltremodo – incalza Ammaturo – in tempi di pandemia Covid-19 dove quasi tutti comprendono l’importanza del lavoro. Da consigliere non posso soffermami soltanto alla mancanza di decoro che fa arrossire e annichilire ma che per la maggioranza pentastellata è dimensione distante: occorre denunciare. Già un anno fa ho chiesto al sindaco i costi per la pulizia del sito, senza ricevere risposta, perché mai effettuata sebbene sia ben visibile su Google Maps. Oggi con le tonnellate giacenti mi chiedo perché questa amministrazione ci costringe a vivere in tal guisa facendo vergognare l’intera comunità e senza saper salvaguardare chi pure paga fior di tasse. Il sindaco Barbet nichilista, inteso come atteggiamento di radicale svalutazione o annullamento della realtà, fa lo struzzo in evidente contrasto con diversi articoli dello statuto del Comune e degli obblighi che competono al primo cittadino. È inconfutabile l’immagine di una comunità disgregata, l’ingiustizia sociale, la marginalizzazione e l’esclusione del luogo che nell’immaginario collettivo dovrebbe essere opportunità, dello sviluppo sociale, economico, delle idee e della cultura. Una criticità che non fa onore a chi ha l’obbligo anche etico e morale, oltre ad avere un cospicuo appannaggio economico che gli ha fatto triplicare il suo Mod 730, di rendere la Città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Pronto come da clichè a riempirsi la bocca con la predazione del patrimonio ambientale dei territori, cristallizzando l’immaginario collettivo senza alcun concreto intervento a difesa. È palese che il patrimonio economico / culturale / sociale di tanti lavoratori e di chi è capace di creare lavoro non è salvaguardato. E’ innegabile che le cunette di tutte le arterie che intersecano la città siano costeggiate da migliaia di buste di rifiuti se poi a leggere il bilancio per la TARI nel 2019 è stato riscosso solo 1,81% dei tributi che assommano ad un totale di credito di quasi 28 milioni di euro. E’ evidente come si possa favorire con il lassismo politico amministrativo la delinquenza civile. I rimedi vanno posti subito: la pulizia del sito in questione in primis se siamo abituati a vivere civilmente. La zona del PiP appartiene a Guidonia Montecelio, è casa nostra e va tenuta come sono certa il Sindaco faccia tenere casa propria: senza indugi. Esistono strumenti che non sono soltanto le foto trappole che avremmo voluto, con mozione in aula insieme alla consigliere Cacioni, regalare alla comunità attraverso i gettoni di presenza che questa maggioranza pentastellata rifiutò e bocciò. Esistono le pattuglie della Polizia Municipale ed ancor più i criteri di collaborazione con specifiche forze dell’Ordine tra cui anche la GdF, a cui finalmente, a fine settembre sarà consegnata la nuova caserma nei pressi del Pip, che possa effettuare controlli e adeguate verifiche di chi vive il sito forse percependo assegni di invalidità o di cittadinanza in altre regioni d’Italia. Esistono dei controlli amministrativi sugli automezzi che potrebbero verificare non solo l’usura dei pneumatici ma anche per la sicurezza degli altri automobilisti. Non si deve ghettizzare chi vuole vivere border line ma neanche mettersi paura di portare a sgambettare il proprio cane o fare un giro in bicicletta perché ci sono vetri in terra, chiodi e peggio in certe vie. E’ compromessa la libertà di tutti. Il sindaco ha il diritto /dovere per incarico di rappresentare e curare gli interessi della comunità, promuovendo lo sviluppo e salvaguardando il patrimonio ed il decoro della Città. Basta rileggere qualche articolo della Costituzione Italiana – conclude Ammaturo – e capire quanti delitti sono commessi per l’inammissibile e deplorevole situazione al PiP zona industriale di Guidonia Montecelio non degna di un paese civile.”