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LATINA, BLITZ ANTI CAMORRA: SEQUESTRO DA 20 MILIONI DI EURO AD UN IMPRENDITORE PONTINO

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Tempo di lettura 2 minuti Nella giornata di giovedì, gli agenti della DIA hanno dato vita al sequestro di beni per 20 milioni di euro appartenenti a Vincenzo Zangrillo, ritenuto vicino al clan dei Casalesi.

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di Matteo La Stella
Latina
– Nella giornata di giovedì, gli agenti della DIA hanno dato vita al sequestro di beni per 20 milioni di euro appartenenti a Vincenzo Zangrillo, ritenuto vicino al clan dei Casalesi. Le confische, effettuate dagli investigatori del Centro Operativo di Roma su disposizione del Tribunale di Latina, hanno interessato le province di Latina, Frosinone, Isernia, Napoli e Caserta. Sequestrati oltre 200 camion, rapporti bancari di varia natura, 2 cave di marmo, 19 immobili, appezzamenti di terreno per 21 ettari e società operanti nel settore dei trasporti su strada, dello smaltimento di rifiuti e del commercio di autovetture, tutti riconducibili all'imprenditore.

L'indagato. L'imprenditore, con un passato da fabbro e carrozziere, sarebbe finito nel mirino degli inquirenti per una improvvisa ed ingiustificata espansione economica che, con il passare del tempo, lo avrebbe portato a diventare imprenditore e titolare – diretto o indiretto – di diverse società. Vincenzo Zangrillo, infatti, era attivo nella gestione di cave di marmo con commercializzazione di marmi pregiati e nel commercio all'ingrosso di altri materiali da costruzione. Ma anche nel settore del trasporto merci su strada, nel settore dello smaltimento di rifiuti, nella locazione di proprietà immobiliari a lui stesso intestate e nel commercio di automobili.

Le indagini. Gli uomini della DIA di Roma sono riusciti a risalire al nesso tra l'incremento delle disponibilità economiche dell'uomo e la sua inclinazione a delinquere. Vincenzo Zangrillo, infatti, oltre ad avere rapporti e contatti con imprese riconducibili al clan di Camorra, vantava diversi precedenti penali per riciclaggio, traffico internazionale di autoveicoli ed associazione a delinquere. In passato era stato già denunciato per traffico di rifiuti illeciti e per insolvenza fraudolenta. Quest'ultima denuncia, era arrivata sulla scia della morosità accumulata negli anni dall'uomo per i mancati pagamenti dei pedaggi autostradali da parte dei suoi camion. L'indagine, dunque, ha evidenziato come la crescita del suo patrimonio avesse camminato di pari passo con gli illeciti commessi nel tempo. Viceversa, a fronte dell'ingente somma di beni accumulati, la sua dichiarazione dei redditi risultava essere nettamente inferiore al dovuto.

La confisca. La confisca di beni all'imprenditore è motivata dalla sua pericolosità sociale e dalla provenienza illecita del suo patrimonio. 

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Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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