LORIS STIVAL: RESPINTA PERIZIA PSICHIATRICA PER VERONICA PANARELLO

di Angelo Barraco
 
Ragusa – Importanti novità per la misteriosa morte del piccolo Loris Stival. Nel corso dell’udienza preliminare, la Procura di Ragusa ha contestato a Veronica Panarello, madre del piccolo, l’aggravante della premeditazione. La contestazione è arrivata dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Inoltre il Gup di Ragusa ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica su  Veronica Panarello che aveva avanzato il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita. Il legale aveva indicato la perizia “Come integrazione probatoria con il 422 del codice di procedura penale” poiché sarebbe rimasta agli atti o come incidente probatorio: “La richiesta di perizia psichiatrica e' stata argomentata in particolare sul secondo capo di imputazione, sull'occultamento di cadavere, in riferimento ad anomalie comportamentali, su ricordi, amnesie". Inoltre l’avvocato aveva depositato una consulenza medico-legale firmata dal professor Ricci, un docente di Medicina Legale, in merito alla compressione e alla legatura dei polsi di Loris. 
 
 
Eventi recenti. Veronica Panarello in questi mesi ha reso agli inquirenti delle dichiarazioni riguardante quel tragico giorno in cui Loris è morto, queste informazioni sono di volta in volta cambiate ed evolute fino a diventare una velata confessione. Veronica chiedere di essere ascoltata e dopo un lungo interrogatorio, Venerdì 13 novembre la donna ha ammesso , di fronte al Pm Marco Rota, di non aver accompagnato il figlio a scuola in quel tragico 29 novembre 2014 ma aggiunge di non essere stata lei ad uccidere Loris e ha continuato dicendo che suo figlio, quel giorno, è salito a casa con le chiavi che gli aveva dato lei. La donna ha concluso l’interrogatorio riferendo al Pm di “avere un buco e di non ricordare” tutto il resto. Mentre la donna parlava con il Pm Marco Rota, affianco a se c’era il suo avvocato Francesco Villardita. Ricordiamo inoltre che la donna aveva sempre proclamato la sua innocenza e aveva fortemente sostenuto a gran voce di aver accompagnato suo figlio a scuola il giorno del tragico omicidio ma secondo gli inquirenti si tratta di una bugia poiché la sua auto non viene immortalata dalle videocamere della scuola, invece le telecamere di Santa Croce di Camerina sembra che immortalino la sua auto che compie il tragitto proprio in direzione del canalone. Ma i primi segnali di un cambiamento di versione della vicenda da parte di Veronica iniziano il 6 novembre scorso, quando chiama il marito Davide Stival riferendo: “Quella mattina il bambino io non l’ho accompagnato a scuola, è salito a casa da solo, usando il portachiavi con l’orsacchiotto”.
 
Ma tutto cambia ulteriormente martedì 17 novembrequando Veronica fornisce agli investigatori un’ulteriore versione dei fatti che risuona alle orecchie di chi ascolta come una flebile confessione poiché la donna riferisce agli inquirenti che Loris sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche. Veronica ha affermato che si sarebbe trattato di un incidente verificatosi al suo rientro a casa. Secondo una logica consequenziale basata sugli elementi forniti dalla donna, Veronica avrebbe cercato di salvare il figlio ma in preda al panico lo avrebbe portato al Mulino Vecchio. La donna comunque continua a ripetere a gran voce di non aver ucciso suo figlio. Inoltre sono state depositate le motivazioni sul respingimento che riguarda la richiesta di scarcerazione: “Esiste un elevato grado di probabilità della responsabilità per l’omicidio di Loris Stival”. Ma quali sono gli elementi a suo carico? Le videoriprese di Veronica immortalate da sistemi di videosorveglianza pubblica e privata, l’ubicazione della donna tra le 9,25 e le 9,36 presso le zone del canalone, il mancato ingresso a scuola di Loris, le fascette ritrovate a casa.