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MARINO: QUELLO STRANO CASO DEGLI ATTI INTROVABILI
Tempo di lettura 4 minutiNove mesi e cinque diverse richieste per ottenere dei documenti sbagliati.
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11 anni faon
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ggiardino
di Daniele Rizzo
Marino (RM) – Un caso curioso quello sollevato dall’associazione “Gruppo di presenza – mons. G. Grassi” di Marino. Pochi giorni fa il portavoce Corrado Colizza ci ha contattati chiedendoci di rilevare insieme a loro un’anomalia che ormai da due anni accompagna le numerose richieste di accesso agli atti amministrativi presentate al comune di Marino. Ma andiamo con ordine.
La suddetta associazione ormai dal 2008 si occupa della sensibilizzazione e dell’informazione riguardo il tema dei rifiuti, e in particolare della raccolta differenziata. Numerosi incontri sull’argomento si sono tenuti con la cittadinanza e con le scuole locali, cosicché il tema trattato giorno dopo giorno ha acquistato una profondità nuova, che è arrivata a coincidere quindi con l’indagine fisica sul territorio.
Per fare scienza, si sa, talvolta basterebbe il metodo empirico: niente come l’osservazione di un determinato fenomeno chiarisce meglio le dinamiche del fenomeno stesso. Al giorno d’oggi però siamo costretti a fare i conti con la burocrazia, un apparato che purtroppo chiede di essere interpellato anche quando la semplice osservazione basterebbe. E così, per avere delucidazioni su dei servizi che apparentemente non vengono eseguiti, è necessario chiedere al Comune di riferimento di poter visionare gli atti relativi.
LA PRIMA RICHIESTA
In tal senso si è mosso il “Gruppo di presenza” di cui sopra, che il 15 aprile 2013 ha presentato una richiesta di accesso agli atti amministrativi al Comune di Marino chiedendo di poter aver copia del bilancio del solo servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani relativamente all’anno 2012, e motivando la richiesta con l’interesse che il Gruppo ha nel presentare i dati durante i convegni con la cittadinanza. Ma evidentemente, che del servizio pubblico si è “sia utenti che finanziatori” (come ha fatto notare il sig. Colizza nella richiesta), all’amministrazione comunale non interessa poi tanto.
IL PRIMO SOLLECITO
E così il 9 luglio successivo, di fronte alla mancata ricezione degli atti d’interesse, una nuova richiesta è pervenuta alla Città di Marino. Nella premessa dell’atto protocollato si legge che i motivi della pretesa sono individuabili nel voler comprendere le modalità che gli uffici seguono per erogare mensilmente alla Multiservizi dei Castelli Marino Spa (titolare dell’affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani). Sì perché la Multiservizi, azienda che dal 2008 è firmataria del capitolato speciale d’appalto, riceve mensilmente un canone che il comune eroga in seguito alla presentazione delle fatture (come riporta il contratto all’art. 4). Di norma dunque la società dovrebbe presentare all’Area tecnica una copia dei riepiloghi mensili di ogni anno (art. 15 del capitolato speciale d’appalto), e poi l’Area tecnica dovrebbe utilizzare questi per compilare l’atto che permetterà al Bilancio di erogare
Tuttavia questi documenti, che il Gruppo chiedeva anche ai sensi del decreto legislativo del 14/03/2013 sulla trasparenza e la pubblicità da parte delle pubbliche amministrazioni, non sono mai pervenuti, e così il primo sollecito si è risolto con la nuova richiesta di accedere ai 12 consultivi mensili e alle fatture emesse dalla Multiservizi.
IL SECONDO SOLLECITO
Se dopo il primo sollecito avessero risposto, probabilmente non saremmo qui a scrivere. Difatti, dinanzi alla seconda evasione amministrativa, il sig. Colizza ha continuato la sua campagna in nome della trasparenza, presentando il 5 agosto (sempre del 2013) un nuovo sollecito per ottenere “il o i documenti della società gestrice che hanno consentito di verificare la regolarità della prestazione e la rispondenza della stessa ai requisiti quantitativi e qualitativi ai termini ed alle condizioni pattuite nel capitolato speciale d’appalto”; la rilevanza di questi atti sta proprio nel fatto che questi permettono al dirigente dell’Area tecnica di disporre i pagamenti all’azienda.
LA NUOVA RICHIESTA NEL 2014
Inutile dire che l’anno 2013 si è chiuso senza che nessun documento d’interesse fosse arrivato tra le mani dell’Associazione. Ma nessuno si è perso d’animo e così il 10 gennaio 2014 l’ennesima richiesta è giunta al Comune di Marino; facciamo notare che questa quarta richiesta è stata avanzata telematicamente, tramite un account di posta elettronica certificata, proprio per voler evitare ulteriori disguidi legati forse al cartaceo e per variare il fronte di domanda. Questa richiesta oltre che essere nuova nella forma era nuova anche nella sostanza: vista l’impossibilità di accedere ai dati del 2012, la domanda questa volta è stata sui documenti del 2013. Dunque sono stati chiesti i dodici riepiloghi dei servizi prestati tra gennaio e dicembre 2013, le fatture mensili presentate dalla società per ottenere i corrispettivi, le fatture mensili relative alla raccolta differenziata e i dispositivi per la liquidazione delle fatture congiuntamente agli atti che hanno permesso al personale incaricato del Comune di “redigere il certificato di regolare esecuzione” e di “verificare la regolarità della prestazione e la rispondenza della stessa ai requisiti quantitativi e qualitativi, ai termini ed alle condizioni pattuite”.
IL POTERE SOSTITUTIVO
La legge prevede che il procedimento di accesso agli atti debba concludersi entro 20 giorni dal protocollo; dopodiché il richiedente può accedere al potere sostitutivo, e cioè l’organo preposto a risolvere il procedimento in caso di inadempimento delle strutture titolari del compito. Trovandosi così di fronte all’ennesimo mancato riscontro, il ricorso al potere sostitutivo è stato inevitabile e si è formalizzato il 14 aprile scorso. Ed effettivamente quest’organo sembrava aver messo fino alla vicenda, tanto che il sig. Colizza ha potuto finalmente ritirare gli atti consegnati dal Comune. Se non fosse che nel momento in cui i suddetti atti sono stati analizzati, si è visto che corrispondevano ad un carteggio sulla manutenzione del verde urbano, documenti che quindi nulla avevano a che fare con la richiesta dell’Associazione.
UN ERRORE IN BUONA FEDE?
Pur volendo credere che sia stato un errore in buona fede quello dell’amministrazione, resta comunque inspiegabile perché siano serviti nove mesi e cinque richieste d’accesso per ottenere dei documenti che per giunta si sono rilevati sbagliati. Credendo e sperando che l’amministrazione comunale marinese abbia agito in buona fede, credendo e sperando che ci sia assoluta corrispondenza tra i servizi svolti dall’azienda incaricata e quelli riportati dal capitolato d’appalto, ci interroghiamo sul perché le richieste dell’associazione “Gruppo di presenza – mons. G. Grassi” restino ancora inevase, e auspichiamo che una svelta risposta si abbia presto dalle autorità chiamate in causa.
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