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Cronaca

NAPOLI, SPARATORIA FUORIGROTTA: “RENDE SONO IO. NON SPARATE”. ECCO DOVE SI TROVAVA IL LATITANTE

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Tempo di lettura 2 minutiAveva optato per un cambio di look tagliandosi la barba, per apparire diverso dalle foto pubblicate sul web dalla Polizia di Stato

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di Christian Montagna

LEGGI ANCHE:  NAPOLI, SPARATORIA FUORIGROTTA: ARRESTATO IL SUPER RICERCATO RAFFAELE RENDE

Napoli – E’ terminata ieri sera la sua fuga durata poco più di 24 ore. Raffaele Rende, il responsabile della sparatoria di Via Leopardi dello scorso giovedì è stato assicurato alla giustizia, o almeno si spera. L’eccezionale lavoro delle forze dell’ordine che in questi giorni di latitanza di Rende hanno letteralmente setacciato ogni angolo della città, soprattutto quelli in cui si annida maggiormente la malavita, ha permesso di mettere fine a questo incubo. L’unica speranza che regna ora nei cuori di tutti noi è che il giovane Nicola Barbato, il poliziotto ferito, possa al più presto riprendersi e tornare alla normalità.


Napoli, in questi giorni, è stata sotto scacco di due criminali che hanno letteralmente terrorizzato il quartiere di Fuorigrotta, in orario di punta. Erano infatti solo le 20.00 quando in una serata qualunque, il quartiere diveniva un Far west. Spari ovunque, vetri rotti e tanto sangue. Scene da film dell’orrore che difficilmente potrà dimenticare chi le ha vissute.


I dettagli dell’arresto. E’ stato braccato dalle forze dell’ordine a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli il super latitante Raffaele Rende. Era fuggito lì già lo scorso giovedì, ma, la sua fuga aveva davvero le ore contate. Aveva optato per un cambio di look, tagliandosi la barba per apparire diverso dalle foto pubblicate sul web dalla Polizia di Stato. Ma ciò, non è bastato. Tra gli uomini che hanno partecipato alla cattura del pregiudicato c'era anche il collega di Barbato miracolosamente scampato giovedì sera alla morte. Rende si nascondeva in un appartamento di corso San Giovanni, nel quartiere di S. Giovanni a Teduccio, a casa di parenti lontani. Non era armato al momento dell’arresto, si apprende dalla Questura. Gli uomini della mobile diretta da Fausto Lamparelli al momento dell’irruzione si sono sentiti dire: “Rende sono io. Non sparate”. Senza opporre alcuna resistenza, è stato portato in Questura, in attesa dell’arrivo del Pubblico Ministero, per l’interrogatorio. In manette, è finita anche la persona che gli dava ospitalità e che adesso deve rispondere di favoreggiamento personale.

 

Le accuse. E' accusato di duplice tentativo di omicidio, estorsione aggravata, detenzione e porto abusivo di arma, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose Raffaele Rende che già vantava di un curriculum criminale ricco di reati.


L’appello sui social. La sua foto con la scritta “Wanted” apparsa sul web con annesso numero di targa della vettura con cui si ipotizzava fosse fuggito è stata condivisa dalla maggior parte del popolo del web, in segno anche di solidarietà verso un uomo di stato che tuttora rischia la vita.


Alfano su Twitter. Il Ministro dell’interno ha così esultato alla notizia dell’arresto su Twitter: “Abbiamo catturato il presunto autore del tentato omicidio del nostro poliziotto di Napoli. Ora è in Questura. Stato ancora più forte una volta ancora”.


Solidarietà allo stadio San Paolo. In occasione del match Napoli- Juventus, prima del fischio di inizio, i calciatori azzurri hanno esposto in campo uno struscione con la scritta "Forza Nicola", esprimendo la loro vicinanza all'agente in borghese ferito gravemente.