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Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections, il più completo della saga

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Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections esce proprio in contemporanea alla celebrazione del ventesimo anniversario dell’anime ispirato al manga di Masashi Kishimoto su Pc, Switch, PlayStation e Xbox. Il titolo, che vede il ritorno del team CyberConnect2 sulla serie, si pone quindi come una sorta di “enciclopedia” che racchiude l’intera esperienza dei precedenti capitoli della serie, ma senza rinunciare a qualche novità. Cuore pulsante dell’esperienza di gioco sono le due modalità Storia: la prima che ripercorre la trama di Naruto nella sua interezza dalle origini fino allo scontro finale con Kaguya, mentre la seconda si concentra su Boruto. Trattandosi di un’opera ancora in corso però il team di CyberConnect2 ha deciso di non adattare gli archi usciti nel manga, ma di creare una storia inedita appositamente per il gioco. La prima modalità è quindi quella più “tradizionale” e ideale per chi vuole tuffarsi nostalgicamente nelle avventure di Naruto. La progressione è lineare e alterna i combattimenti a diversi filmati che narrano i principali eventi sfruttando dei frame presi direttamente dall’anime. Non si tratta tuttavia di una trasposizione adatta a chi si avvicina per la prima volta a Naruto: essendo una mole enorme di storia da adattare gli sviluppatori si sono concentrati solo sui momenti più importanti tagliando e riassumendo brevemente nei filmati tantissimi archi e combattimenti che per chi già conosce la storia bastano per rinfrescare la memoria. Purtroppo per un neofita tutto questo non basterebbe e si perderebbe fin troppi pezzi e difficilmente capirebbe davvero cosa succede, proprio per questo il nostro consiglio è quanto meno quello di informarsi sugli eventi della storia narrati del manga. Proprio per tale motivo segnaliamo che è presente un’apposita Enciclopedia, molto esaustiva, che racchiude e spiega tutte le principali voci di personaggi, eventi e tecniche. Oltre ai combattimenti normali tornano anche le boss fight, vero e proprio marchio di fabbrica di CyberConnect2 caratterizzate da meccaniche semplici ma con spettacolari Quick-Time-Events che creano delle sequenze visivamente migliori anche rispetto all’anime. Prima di ogni battaglia inoltre vengono mostrati alcuni obiettivi secondari come finire la battaglia con una certa percentuale di vita rimanente, colpire con una tecnica speciale e così via venendo ricompensati con nuove voci per l’Enciclopedia oppure skin, colori alternativi e accessori con cui personalizzare l’estetica dei personaggi. Per completare questa modalità basteranno circa 3 ore, ma il piatto forte è riservato alla parte di Boruto: come accennato, si tratta di una storia originale creata appositamente per il gioco, e per arrivare ai titoli di coda il tempo necessario è di circa 7 ore abbondanti. Oltre alle due modalità Storia inoltre sono presenti altre tipologie di gioco come Sopravvivenza (una serie di battaglie infinita dove viene recuperata solo una piccola parte di vita tra uno scontro e l’altro), Tornei a eliminazione diretta o a gironi, scontri contro la CPU o altri giocatori in locale o online in match casual o classificati.

A livello di gameplay, chiunque abbia una certa familiarità col rodato sistema di combattimento della serie si sentirà subito a casa: basato su combo infinite e rocambolesche, kunai esplosivi, sostituzioni all’ultimo secondo, tecniche segrete dalle animazioni semplicemente spettacolari e chi più ne ha più ne metta, il gameplay di Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections non ha subito modifiche di rilievo, ma rispetto al passato la barra del chakra si ricarica anche da sola e il suo consumo è stato leggermente ridotto, favorendo un approccio ai duelli più aggressivo che mai. Ben più impattante ci è parsa la rimozione degli shuriken infusi di chakra, che stavolta sono stati sostituiti da ninjutsu ispirati alle tecniche dei vari beniamini: una soluzione che, oltre a differenziare maggiormente i pattern di attacco dei combattenti, traduce finalmente in termini di gameplay tante tecniche di lotta che finora avevamo potuto vedere soltanto nella serie televisiva. L’altra novità di Naruto X Boruto Ultimate Ninja Storm Connections va ricercata nell’introduzione di un sistema di controllo semplificato e che appunto va incontro alle esigenze di coloro che non frequentano il genere: fortunatamente facoltativa e attivabile nel menu opzioni, questa consente di lottare ed eseguire in automatico le varie tecniche ninja premendo soltanto un tasto. Anziché inventare qualche nuovo sistema che potesse svecchiare un combat system che, dopo tanti anni di onorato servizio, comincia a perdere colpi, lo sviluppatore ha preferito volgere lo sguardo al passato, ripescando da Ultimate Ninja Storm Revolution la possibilità di personalizzare i propri personaggi preferiti con orpelli estetici di ogni genere e forma. Da Ultimate Ninja Storm 4 sono invece tornate le Tecniche Segrete di gruppo, vale a dire quelle rovinose mosse finali disponibili solo quando si utilizzano due o più personaggi in qualche modo legati tra loro, il cui innesco è ora vincolato da un indicatore posto accanto alle sostituzioni e che si ricarica col tempo. Non solo i timidi ritocchi effettuati da CyberConnect 2 non rivoluzionano minimamente l’offerta, ma nemmeno la perfezionano: nel corso dei nostri test siamo incappati nei limiti dell’intelligenza artificiale degli avversari, che oggi come allora lascia molto a desiderare e obbliga il giocatore a sottoporsi a interminabili inseguimenti, e nei medesimi problemi di bilanciamento che sette anni fa affliggevano Storm 4, che ancora una volta si traducono in lottatori dalle capacità ben al di sopra della media e che a volte possono portare a veri e propri scontri frustranti.

A livello di personaggi giocabili questo Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections offre un impressionante rosa con oltre 130 combattenti selezionabili, anche se va specificato che nel conteggio sono presenti anche le diverse varianti dello stesso personaggio. Ad esempio Naruto è presente in oltre 10 versioni partendo da quello della prima serie fino ad arrivare all’ultima trasformazione vista nell’anime di Boruto, e rimanendo in tema la maggior parte dei personaggi totalmente nuovi naturalmente viene proprio da quest’ultima serie. Sul piano tecnico la nuova proposta di Bandai Namco non si discosta granché da quanto visto in passato. Sorretto da un frame rate che su Xbox Series X viaggia stabilmente a 60 fps, il titolo risulta ogni tanto un po’ ostico a causa una telecamera imprecisa, che tende a incastrarsi nello scenario e a impedire una corretta visione dell’azione. La splendida grafica in cel shading che contraddistingue le opere di CyberConnect2 invece si difende ancora benissimo, trascinando i giocatori all’interno di un anime interattivo e raggiungendo il proprio apice durante le straordinarie animazioni che accompagnano le tecniche segrete. Splendidi invece gli effetti sonori e il doppiaggio, come al solito presente sia in inglese che giapponese. Per i fan che sono abituati alle voci storiche che hanno tenuto loro compagnia per ben due decenni consigliamo di fruire principalmente del doppiaggio in lingua nipponica, in quanto lo troviamo sicuramente più profondo e azzeccato, specie per quel che concerne gli accostamenti vocali. Trattandosi di un titolo realizzato per celebrare il ventesimo anniversario dell’anime abbiamo sperato fino all’ultimo che in Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections fosse presente la magnifica colonna sonora della serie televisiva, ma purtroppo il nostro sogno non si è realizzato. Sia chiaro, le tracce proposte dall’accompagnamento musicale svolgono il loro dovere senza lode e senza infamia, ma vista la natura del titolo ci saremmo aspettati una feature del genere. Tirando le somme, Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Sorm Connections poteva essere la summa della serie di CyberConnect2, nonché il primissimo tie-in di Naruto a ripercorrere la sua epopea da cima a fondo. Purtroppo però il riciclo di contenuti dalle passate iterazioni della saga, i tagli grossolani alla storia di Naruto e la scarsa fantasia profusa nella realizzazione della storia inedita hanno però minato la riuscita dell’operazione. Intendiamoci, il gioco è un prodotto molto buono, solo che i veri appassionati avrebbero desiderato sicuramente qualcosina in più.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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iPhone pieghevole nel 2027, un nuovo brevetto online fa esplodere i rumors

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iPhone pieghevole? Tornano i rumors. Le ultime indiscrezioni arrivano proprio da un nuovo brevetto che Apple ha registrato negli Stati Uniti. Il lancio però dovrebbe avvenire tra qualche anno, non prima del 2027. Il nome del documento, ripreso dal sito Cnet, è “dispositivi elettronici con display pieghevoli durevoli”, depositato nel 2021 ma concesso il 16 luglio di quest’anno. Al suo interno, alcune soluzioni che la Mela potrebbe seguire per realizzare l’iPhone Flip, ossia un telefono che si chiude a conchiglia, come il recente Motorola Razr 50 Ultra. Il testo elenca in modo dettagliato la presenza delle varie componenti del prodotto, dalla batteria alla ricarica wireless, connettività Bluetooth e Wi-Fi, display led o lcd, microfoni e sensori capacitivi, tattili e così via. C’è un riferimento esplicito ad un display pieghevole di 180 gradi, o completamente piatto, in linea con le declinazioni attualmente sul mercato anche a marchio Samsung e Oppo. Se sembra alquanto certo che Apple stia esplorando la possibilità di lanciarsi nel mercato dei pieghevoli, più dubbi sussistono sulle tempistiche. L’analista Ross Young ha affermato che un modello del genere è stato posticipato ad almeno il 2025. Più o meno la stessa tempistica suggerita dall’analista esperto di Apple, Ming Chi Kuo, che ha ribadito la possibile finestra di presentazione. C’è chi va anche oltre: i ricercatori di TrendForce sottolineano che le rigorose procedure di controllo qualità di Cupertino e l’aumento nella richiesta di pannelli flessibili porterà l’azienda a concludere un primo lotto di disponibilità dell’iPhone Flip non prima del 2027, quanto Samsung sarà alla nona generazione di Galaxy Z Flip. Insomma, stando alle nuove indiscrezioni nel futuro degli smartphone della Mela il dispositivo pieghevole sembra essere presente. Non resta altro che aspettare per saperne di più.

F.P.L.

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, molto più che una semplice espansione

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione enorme e sorprendente, che conferma la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione nel panorama videoludico contemporaneo. Il dlc (anche se chiamarlo così è riduttivo) è ovviamente disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, quindi tutti coloro che hanno potuto giocare a Elden Ring (qui la nostra recensione), potranno cimentarsi in questa nuova avventura e proseguire il loro cammino. Ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a intraprendere questo nuovo viaggio che per entrare nell’universo offerto da Shadow of the Erdtree è necessario aver ucciso Radahn e Mohg. Una volta fatto ciò si deve interagire col bozzolo di Miquella, parlando prima con un NPC che si troverà proprio lì davanti. Essendo una macro-area da visitare dopo l’endgame, il livello di difficoltà dei nemici al suo interno è piuttosto sostenuto. Questo vuol dire che provare a esplorare stando al di sotto di un livello medio che si aggira attorno al 140, o addirittura di parecchio inferiore, si va incontro alla morte anche coi nemici più insignificanti. Prendere sotto gamba il livello è un errore da non fare in quanto per chi volesse provare l’ebbrezza di addentrarsi nel “nuovo mondo”, l’impatto sarà assolutamente traumatico. Gli antagonisti sono capaci di uccidere con uno o due colpi e le zone più avanzate, assieme a quelle segrete e ai boss facoltativi, risultano quasi impossibili da completare. Eppure Elden Ring Shadow of the Erdtree, così come il gioco principale, non è mai scorretto col giocatore. Ovviamente il titolo impartirà dure lezioni ancora una volta, ma quando si inizierà a comprendere il gioco delle minacce che piagano la Terra delle Ombre, affrontare ogni ostacolo sarà fonte di assoluta soddisfazione. Differentemente da quanto i più possano pensare, l’aumento di livello non è la chiave per poter dominare sul campo di battaglia. Stavolta From Software ha applicato una sorta di sistema di potenziamento interno all’espansione che funziona grossomodo come i pezzi di maschera già visti in Sekiro. Va da sé che le reali differenze durante l’avanzamento, e soprattutto durante gli scontri coi boss, si notano solo raccogliendo i frammenti sparsi per la mappa di gioco, taluni ben nascosti o accessibili solo dopo alcune fasi di sbarramento. Una volta fermi ai Luoghi di Grazia, si potrà consultare il menù arricchito con una nuova voce che consente di migliorare in modo permanente alcune delle statistiche passive. Questa scelta adottata per Elden Ring Shadow of the Erdtree ha una duplice funzione: non rendere il contenuto troppo semplice anche per i veterani e obbligare i giocatori a esplorare davvero a fondo ogni angolo di mappa. L’esperta FromSoftware non ha però reso semplice l’accesso a tutte le aree, e in questa espansione si percepisce un senso della scoperta ancora più meraviglioso e sbalorditivo, reso tale da un design delle aree molto più articolato e complesso.

Il Regno delle Ombre è una mappa affascinante e con un design complesso e raffinato che conquista. Tuttavia è doveroso fare una menzione speciale ai dungeon/legacy, che presentano le medesime qualità. Anche qui il team di From Software è riuscito a creare livelli pieni di anfratti, percorsi alternativi, uscite, scorciatoie e connessioni all’interno di architetture colossali e uniche. Tra quelle esplorate ce ne sono due in particolare che abbiamo apprezzato. Autentiche opere di ingegneria studiate nei minimi dettagli: dalla disposizione dei nemici a quella delle sezioni interconnesse con una naturalezza disarmante. Un altro aspetto positivo positivo di Elden Ring: Shadow of the Erdtree riguarda la significativa riduzione del numero di mini-dungeon. Ora ce ne saranno di meno, ma più interessanti, elaborati e complessi. Spesso con meccaniche uniche e con boss sempre differenti, che garantiranno uno stimolo costante per quanto concerne l’esplorazione. Altro punto di forza della produzione sono i boss. In Elden Ring: Shadow of the Erdtree ce ne sono circa una decina, e sono tutti assolutamente straordinari sia per design che per le meccaniche di combattimento. E’ davvero sorprendente vedere come il team di From Software continui a sorprendere la sua fan base con creature così imponenti e ricche di personalità, capaci di proporre battaglie uniche, intense e sempre molto complesse da affromntare. Oltre a quanto detto, quest’espansione di Elden Ring ha un altro merito, ovvero: riuscire a sorprendere anche per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntive, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Si vede chiaramente che l’intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento dinanzi a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base. A tutto ciò va anche sommato un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix incredibile di incantesimi Il risultato finale? Un vero paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento. Tirando le somme, questo Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione incredibile, un lavoro di grande pregio che torna in parte alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte. Impossibile, davanti a un’opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Impossibile lasciarselo sfuggire se avete amato il titolo originale.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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