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Cronaca

OLBIA: INCENDIO ALL'ESTERNO DELL'AEROPORTO. A FIUMICINO INTANTO È A RISCHIO 1 VOLO SU 2 PER VENERDÌ

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Tempo di lettura < 1 minuto A bruciare, una delle torri adiacenti al centro di smistamento bagagli, deputate al ricircolo dell'aria all'interno dell'aerostazione

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di Matteo La Stella

Olbia – Intorno alle 21:30 di giovedì è scoppiato un incendio all'esterno dell' aeroporto Costa Smeralda di Olbia.  A bruciare, una delle torri adiacenti al centro di smistamento bagagli, deputate al ricircolo dell'aria all'interno dell'aerostazione. Fortunatamente, la zona, il cui accesso è consentito esclusivamente agli addetti ai lavori, era rimasta chiusa durante tutta la giornata di giovedì per delle ordinarie manutenzioni, scongiurando così il coinvolgimento di persone nel rogo. La torre di evaporazione è stata immediatamente raggiunta dai vigili del fuoco dell'aeroporto che hanno estinto le fiamme in pochi minuti. Ancora poco chiare le cause che hanno dato vita all'incendio, scaturito forse, proprio dalle manutenzioni approntate durante la giornata da una ditta esterna all'aeroporto. Lo scalo è però rimasto aperto, registrando solo qualche rallentamento.

Continuano invece i disagi all'aeroporto di Fiumicino, colpito dopo la mezzanotte di giovedì da un altro incendio divampato nel terminal 3 delle partenze internazionali che ha determinato la chiusura del Leonardo da Vinci per mezza giornata. A rischio  anche la giornata di venerdì in cui un volo su due potrebbe essere cancellato. Secondo Alitalia -” Le compagnie aeree saranno costrette a ridurre i voli su Fiumicino del 50% rispetto alla normale programmazione”-. La compagnia assicura anche che farà in modo di limitare i disagi ai passeggeri, utilizzando i velivoli più capienti della sua flotta. Ricorda, inoltre, che i passeggeri coinvolti hanno diritto ad una nuova prenotazione, da effettuare entro venerdì 15 maggio modificando la riserva in loro possesso, o al rimborso in caso di cancellazione del biglietto. I passeggeri dei voli confermati dovranno invece presentarsi in aeroporto con largo anticipo.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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