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Roma, teatro Palladium: grande partecipazione all’evento di formazione dell’Ordine dei giornalisti del Lazio “Giornalismo, il nuovo presente, tra fake news, deontologia e inchieste online”

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ROMA – Sala stracolma al teatro Palladium dell’Università degli Studi di Roma Tre per l’evento formativo “Giornalismo, il nuovo presente, tra fake news, deontologia e inchieste online” promosso principalmente da Carlo Picozza, consigliere dell’Ordine responsabile della Formazione, il quale ha moderato e coordinato gli interessanti interventi dei relatori.

A salutare i tanti giornalisti presenti il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Paola Spadari e la consigliera segretaria Odg Lazio Maria Lepri.


Teatro Palladium: Giornalismo, il nuovo presente, tra Fake news, deontologia e inchieste online (1 Parte)

Teatro Palladium: Giornalismo, il nuovo presente, tra Fake news, deontologia e inchieste online (2 Parte)

In apertura sia Paola Spadari che Maria Lepri hanno richiamato l’attenzione sull’importanza che ha la deontologia nella professione giornalistica: “Bisogna sempre ricordarsi di essere fedeli – ha ricordato la presidente Spadari – alla verità sostanziale dei fatti, svolgendo l’attività giornalistica con responsabilità e correttezza e verificando sempre con molta attenzione i fatti e le circostanze che si raccontano”.

Spadari ha ricordato un fatto importante: “Il nuovo testo unico della deontologia – ha detto – che è un sunto delle principali carte deontologiche ha fatto i conti con il web e ha stabilito che ogni iscritto all’albo non può scrivere notizie false nei propri profili di Facebook. Ecco la novità fondamentale è che oggi anche i social vengono asseverati a queste regole deontologiche”.

Poi ancora ha parlato di “emergenza delle democrazie” con la diffusione delle fake news, con un occhio al panorama internazionale e a cosa è accaduto con le elezioni negli Stati Uniti e i migliaia di messaggi provenienti da profili falsi messi in giro e condivisi: “I giornalisti – ha aggiunto Spadari – hanno una responsabilità civile e penale che nella rete purtroppo non esiste. Auspico inoltre che i protagonisti dell’informazione sollecitino una regolamentazione internazionale per punire coloro che utilizzano internet come strumento di linciaggio mediatico”.

Anche Maria Lepri ha fatto molto riflettere: “Faccio la parte di quella che vuole imparare – ha detto – mi interessa il profilo non solo deontologico ma anche psicologico ed etico che c’è dietro una fake news, che generano le bufale. Il fatto è che siamo ormai terrorizzati da questo bombardamento di fake news e quello che può dire la rete che ci concentriamo molto sull’evitare di metterle in circolazione”. Poi Lepri ha citato anche un episodio di quando era piccola per capire che le fake news sono sempre esistite e che è importante come si reagisce ad esse: meglio amplificarle e controbattere o avere la capacità di prenderle per quello che sono? Suo fratello disse che era stata adottata e quella, ha spiegato Maria Lepri” era una fake news, una “bufala democratica”: “Io avrei potuto rispondere – ha detto – ma non era nella mia indole, ho pianto e mi sono ritenuta adottata fin quando i miei genitori non mi hanno convinto che fosse una bufala. Oppure ci dimentichiamo quando Tremonti disse che c’era un buco dell’economica italiana di miliardi imputabile al governo Prodi? A quel punto anche la politica si è interrogata: “Dobbiamo anche noi replicare con un’altra bufala ancora più grossa?”. Lepri ha fatto diversi esempi, tra cui anche quello della diffusione della foto della profuga sbarcata a Pozzallo con le unghie smaltate pubblicate da una collega: ”Quella non è più neppure una “bufala democratica” si scade proprio nella mancanza di etica”.

Interessante anche la relazione di Giuseppe Smorto,vicedirettore di Repubblica, già direttore di Repubblica.it il quale con parolesemplici e dirette ha spiegato il processo di cambiamento dalla carta al web e le insidie che si affacciano ogni giorno nel lavoro giornalistico.  Smorto ha poi ritenuto che il momento storico odierno dove carta e web convivono sia “una grande occasione per i giornalisti di rimettersi a studiare e considerare che tra la carta e l’online si raggiungono molti più lettori di prima e quindi è importante puntare sulla qualità delle notizie diffuse per il rilancio della professione giornalistica.

Si è voluto inoltre porre l’accento sull’importanza dei “verificatori di notizie”, i cosiddetti fact checking una pratica di autoverifica delle notizie che è fondamentale fare prima della pubblicazione degli articoli perché una verifica a posteriori è poco utile ed efficace.

Un contributo importante al convegno, in tal senso lo ha fornito anche Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale il quale ha messo in evidenza quanto sia fondamentale la verifica che oggi più che mai assume un ruolo fondamentale: “Gli errori sono inevitabili – ha detto – ma da questi bisogna cercare di imparare come evitare di ripeterli in futuro”.  De Mauro ha posto l’accento sull’importanza che ha oggi la carta a prescindere dalle correnti contrarie che vorrebbero farci credere il contrario: “Il futuro dei giornali non è online, ma è di carta”. Poi ha citato i risultati di una ricerca decennale sui quotidiani americani locali, dal titolo “trial and error”, condotta da Iris Chyidella University of Texas: “La profezia che circola da vent’anni – ha dettoDe Mauro – che i giornali stanno per sparire, è evidentemente una profezia sbagliata”.

Dino Pesole de Il Sole 24 ore invece ha posto l’accento sui danni che provocano le fake news nel contesto economico e finanziario: “La preparazione e lo studio –ha detto – sono l’unica arma per difendersi dalle false notizie. Ci sono degli algoritmi che manipolano il mercato e poi è scesone i particolari citando un interessante articolo de Il Sole che parla propriodi come “bufale” influiscono sulle borse, l’acquisto dei prodotti e l’andamentodegli stessi mercati.  A tal proposito ha citato la pratica dello “spoofing scheme”. L’operazione consiste nell’immettere sul mercato un ampio flusso di proposte di negoziazione, tramite piattaforme computerizzate. L’obiettivo non è concludere l’operazione, ma generare informazioni fittizie per orientare le contrattazioni: “Facciamo un esempio. L’operatore A vuole acquistare delle azioni. Il prezzo in Borsa dei titoli è, in quel momento, 10 dollari. Per lui troppo alto. Un valore accettabile sarebbe 8 dollari. Ecco che, allora, “spara” in un millisecondo una valanga di proposte di negoziazione di vendita leggermente superiori alla migliore offerta di cessione presente in Borsa. In altre parole: la migliore proposta di vendita è a 9 dollari e il nostro operatore “mitraglia” il listino con delle offerte a 9,01 dollari, quanto basta per scongiurare eventuali immediate esecuzioni degli ordini. A quel punto gli altri investitori, vedendo aumentare i volumi in vendita, credono che stia iniziando un trend ribassista sul titolo e corrono a disfarsene. Il risultato? Le azioni, mentre l’operatore A cancella in un millisecondo le sue proposte di cessione, calano in Borsa. A quel punto, lo stesso operatore A può comprare i titoli, nel frattempo calati, a un livello più vicino a quello da lui desiderato”

Andrea Garibaldi, inviato speciale del Corriere della Sera ha parlato di “bufale planetarie e ingerenze tra Stati”, ha fatto i complimenti alla platea che non si è fatta distrarre dagli smartphone durante il corso. Garibaldi ha commentato 10 fotografie,  citando tra l’altro esempi molto calzanti di come a volte l’inviato può trovarsi di fronte a scenari che possono generare false notizie. Lì va posta molta attenzione e non ci si può far trovare impreparati. Tra l’altro, il giornalista Andrea Garibaldi ha ricordato uno studio dell’Institute of Tecnology che dimostra che proprio la particolarità della struttura dei social network e la limitata capacità di attenzione sono i due fattori che rendono possibile la diffusione sproporzionata delle fake news a discapito della qualità delle informazioni. Lo studio dimostra che proprio la particolarità e la struttura dei social media consentono la massima diffusione in rete in presenza di una limitata capacità di attenzione.

Piacevole anche la performance di Federico Renzetti, esperto informatico e mentalista il quale con brevi trucchi e coinvolgendo la platea ha dimostrato come sia facile cadere nell’ inganno tra trucchi “veri” e false notizie.  

Molto pratici ed estremamente utili per “scovare le bufale”gli interventi di Alessio Sgherza, docente a Urbino e Sara Bertuccioli giornalista nel sito Repubblica.it i quali hanno spiegato come la diffusione della rete e dei social network ha modificato in modo sostanziale il giornalismo ed il modo di produrre informazione. Il flusso continuo e dirompente dell’informazione che proviene anche da non professionisti impone di accorciare i tempi, a discapito della verifica scrupolosa delle fonti e questo può generare grandi problemi. Perciò è importante analizzare le immagini, capirnela provenienza e studiare come e quando sono state diffuse.

Sgherza ha anche indicato dei siti utili per “verificare” se determinate immagini o notizie siano attendibili.

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Cronaca

Prevenzione e contrasto dei crimini informatici: siglato accordo tra Polizia di Stato e BCC Banca Iccrea

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È stato siglato a Roma l’accordo tra la Polizia di Stato e BCC Banca Iccrea, capogruppo del Gruppo BCC Iccrea, per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che hanno per oggetto le reti e i sistemi informativi di supporto alle funzioni istituzionali della società.
La convenzione, firmata dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani e da Mauro Pastore, Direttore Generale di BCC Banca Iccrea, è finalizzata a sviluppare una collaborazione strutturata tra le parti, per l’adozione ed il potenziamento di strategie sempre più efficaci in materia di prevenzione e contrasto al cybercrime, considerato il delicato e strategico settore di intervento del Gruppo.
Il Gruppo BCC Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo, l’unico gruppo bancario nazionale a capitale interamente italiano e il quarto gruppo bancario in Italia per attivi. BCC Iccrea, in qualità di Capogruppo esercita le attività di direzione, coordinamento e controllo sulle Società del Perimetro di Direzione e Coordinamento e, in tale ambito, supporta l’operatività bancaria delle BCC, fornendo prodotti, servizi e consulenza al fine di soddisfare le esigenze dei loro Soci, clienti, famiglie e territorio di riferimento.
La tutela delle infrastrutture critiche informatizzate di istituzioni e aziende che erogano servizi essenziali è una delle mission specifiche della Polizia Postale, l’articolazione specialistica della Polizia di Stato deputata alla prevenzione e contrasto della criminalità. La Polizia di Stato assicura attraverso la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Organo del Ministero dell’Interno deputato alla sicurezza delle comunicazioni. In particolare, tale compito viene assolto attraverso il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) che, con una sala operativa disponibile h24, rappresenta il punto di contatto per la gestione degli eventi critici delle infrastrutture di rilievo nazionale operanti in settori sensibili e di importanza strategica per il Paese.
Alla firma della convenzione erano presenti per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, Prefetto Renato Cortese, il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Dott. Ivano Gabrielli mentre per BCC Banca Iccrea erano presenti Renato Alessandroni,
Responsabile Sicurezza e Continuità Operativa, Chief Information Security Officer, Pasquale De Rinaldis, Responsabile Sicurezza delle Informazioni, Giuseppe Cardillo, Head of Architecture & Innovation e Raffaella Nani, Responsabile Comunicazione Istituzionale.



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Ambiente

Clima, osservatorio ANBI: “Dopo l’estate anticipata, l’inverno ritardato”. Ecco il quadro nazionale

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Assieme a raffreddori ed influenze, nonché al rischio di gelate per le colture, lo sbalzo termico verso il basso dei giorni scorsi ha portato una benefica discesa nelle temperature dei mari italiani, ricondotte a livelli più in linea con le medie del periodo. Secondo i dati del Programma europeo Copernicus e dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), a livello mondiale si registrano, da oltre un anno, le acque marine più calde di sempre, così come conferma il report “European State of the Climate 2023” per quelle, che bagnano i confini esterni del Vecchio Continente.

“Un aspetto della crisi climatica poco percepito dall’opinione pubblica è la sua complessità: la biosfera è unica e l’alterazione di un elemento influisce sull’equilibrio generale – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, confinare la siccità come un problema meramente agricolo è un gravissimo errore, perché molteplici sono i servizi ecosistemici apportati: dall’equilibrio ambientale all’attrattività turistica.”

Secondo il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, chi non pare beneficiare dell’instabilità climatica di questi giorni sono la Sicilia e la Calabria dove, ad esempio, il fiume Lao è al 43% della portata media di questo periodo e l’Ancinale tocca addirittura -95% (fonte: Centro Funzionale Regionale Protezione Civile Calabria); entrambe le regioni sono caratterizzate da enormi deficit idrici, a causa di molti mesi privi di significative precipitazioni.

In Puglia, nei giorni scorsi, si sono registrate piogge sull’Alto Salento (quasi 10 millimetri) e sul Leccese (fino a mm. 5), ma i bacini del Tavoliere trattengono il 37% di acqua in meno rispetto al 2023, cioè mancano oltre 112 milioni di metri cubi.

Non va meglio in Basilicata, dove è impietoso il confronto tra la quantità d’acqua invasata quest’anno e negli anni passati: nella seconda metà di Aprile 2023, rovesci torrenziali avevano fatto confluire ben 14 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini della regione; attualmente le disponibilità idriche sono più che dimezzate (-54%) ed il deficit, nonostante un recente apporto di piogge (mln. mc. 2,74), si attesta a quasi 124 milioni di metri cubi (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).

Notizie preoccupanti arrivano anche dall’Abruzzo, dove il deficit pluviometrico registrato nei primi 4 mesi del 2024, unitamente alla poca neve caduta sull’Appennino, ha pressochè dimezzato la quantità d’acqua trattenuta nel bacino di Penne, il principale ad uso irriguo, dove mancano all’appello circa 3.600.000 metri cubi; fiducia si ripone nello scioglimento del manto nevoso ora presente a Campo Imperatore (cm. 34) e che potrebbe incrementare la portata del fiume Tavo, che alimenta l’invaso.

Nel Lazio il livello del lago di Bracciano rimane, come un anno fa, 1 metro al di sotto dello zero idrometrico, mentre continua a calare il piccolo lago di Nemi, ora 34 centimetri sotto il livello del 2023. Il fiume Tevere rimane largamente sotto media, così come decrescente è il livello dell’Aniene, mentre incrementi si registrano nei flussi della Fiora.

In Umbria crescono le portate dei fiumi Velino e Topino, mentre cala il Chiascio e l’altezza idrometrica del lago Trasimeno scende a -cm. 1,28.

“E’ la persistente condizione di allarme ecosistemico nel principale lago dell’Italia centrale, l’immagine di un Paese che, al di sotto degli Appennini, non riesce a recuperare il deficit idrico, dovuto a mesi di insufficienti apporti pluviali. E’ quantomai urgente prepararsi a gestire, in maniera condivisa e nel rispetto delle priorità di legge, una condizione d’emergenza che, seppur in maniera non uniforme, appare inevitabile nei mesi a venire” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Restano modesti, nonostante gli incrementi registrati questa settimana, i livelli dei fiumi nelle Marche. A far da contrappeso rimangono i circa 53 milioni di metri cubi invasati nei bacini e che, pur essendo inferiori a quelli del 2023 caratterizzato da fenomeni meteorologici estremi nei primi 4 mesi dell’anno, rappresentano una garanzia d’approvvigionamento per i mesi più caldi e secchi.

Sull’Appennino di Toscana è apparsa tardivamente la neve, che era mancata in inverno: cm. 44 sull’Abetone, oltre 30 centimetri in Garfagnana, mentre sull’Amiata il manto è superiore ai 20 centimetri. Ricchi d’acqua sono i principali alvei con l’eccezione dei bacini più a Sud (Ombrone, Albegna, ecc.).

In Liguria tornano a crescere le portate dei fiumi Vara e Magra, mentre registrano un abbassamento quelle dell’Entella e dell’Argentina.

In Emilia Romagna, oltre mezzo metro di neve è ora presente sui monti bolognesi, reggiani e parmensi (cm. 63 a Lagdei), mentre su quelli romagnoli la cumulata si attesta tra i 15 ed i 30 centimetri.

In Veneto, il bilancio idrico resta ampiamente positivo, nonostante drastiche riduzioni di portata per i fiumi Adige, Piave, Livenza, mentre Bacchiglione, Brenta e Muson dei Sassi scendono addirittura sotto media.

Anche in Lombardia le riserve idriche restano largamente confortanti (+45% sulla media), seppur il fiume Adda cali, pur mantenendo una portata superiore a quella degli scorsi 7 anni.

Ad eccezione del lago di Como, i grandi bacini naturali del Nord restano vicini al colmo: Maggiore 97,7%; Sebino 93,6%; Benaco 98,6%.

I fiumi sono in calo anche in Piemonte ad iniziare dal Po, che resta comunque sopra la media, mentre Tanaro e Stura di Lanzo tornano sotto.

In Valle d’Aosta, infine, il manto nevoso supera i 2 metri e mezzo nelle stazioni sopra i m. 2200; terminati temporaneamente gli apporti dalla fusione nivale, dovuta all’anomalo anticipo d’estate della scorsa settimana, le portate dei corsi d’acqua hanno subìto una decisa contrazione: a Nus, la Dora Baltea in 7 giorni è passata da mc./s 29 a mc/s 6,50 (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta)!

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Costume e Società

Le note disciplinari a scuola: perché?

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Secondo il parere di alcuni docenti, da quando si utilizza il registro elettronico si è più propensi a cliccare sulla voce note per richiamare il comportamento non corretto di alcuni alunni.

Questa modalità è molto più diffusa nelle scuole secondarie di II grado piuttosto che negli altri gradi scolastici. Il perché di questo spartiacque rispetto agli altri gradi d’istruzione dipende dall’età degli alunni.

Nell’immaginario collettivo l’adolescente attua comportamenti più atipici rispetto ad altre età, nonché “degni” di una nota disciplinare in cui viene esplicato l’errore del comportamento dell’alunno da parte del docente.

Perché l’adolescente?

L’adolescente è maggiormente coinvolto nella fragilità del suo cambiamento e pertanto più volubile nel mettere in atto atteggiamenti non coerenti. È un’età di passaggio tra la pubertà e l’adolescenza costellata dai primi amori, le prime relazioni e i primi atteggiamenti di rivalsa sociale.

Un’età in cui il ragazzo/a si pensa in un’ottica di indipendenza da tutto e da tutti, in cui l’ego si esprime in modo alto, pensando di essere leader e di poter assumere comportamenti di ogni tipo. A volte la scaltrezza di un adolescente è peggiore di quella che può assumere un adulto.
In tutto ciò, la genitorialità e, a volte nemmeno la scuola, riesce a scalfire atteggiamenti non congrui alla convivenza sociale da parte di alcuni adolescenti.

È una fase di vita in cui ci si sente “grandi”, in cui ci si oppone alla correttezza e alla presa di coscienza di sé e dell’altro. Un passaggio difficile per la maggioranza dei ragazzi/e: alcuni adolescenti non riescono a darsi una collocazione nel mondo circostante, cadendo spesso in situazioni poco sicure (es. alcool, droga, fumo etc …).

Di concerto tali atteggiamenti vengono riflessi nel contesto domestico e scolastico.
In quest’ultimo caso, il docente è costretto a segnalare, mediante una nota disciplinare, il comportamento incoerente dell’alunno/a.

È in tal senso che il giovane mette in atto comportamenti spesso oppositivi e ribadisce la sua “innocenza”. Qui nascono i dissapori tra alunni e docenti e si spezza una sorta d’incantesimo che segna il percorso dello studente. Nascono raffronti con il docente che ha segnalato una nota disciplinare sia da parte dell’alunno che dei genitori. Quest’ultimi “pretendono” spiegazioni dall’insegnante e spesso sono contrari alla nota assegnata al figlio/a. In casi più sporadici, invece, è lo stesso genitore che chiede aiuto agli insegnanti poiché non riesce a tollerare il comportamento del figlio/a.

In questo contesto, i docenti e i genitori ricoprono un ruolo essenziale per la crescita e l’evoluzione del ragazzo/a. Queste due figure educative devono premunirsi di pazienza, stabilendo le regole da seguire e cercando di accompagnare il giovane verso la strada migliore per lui/lei.

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