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di Simonetta D'Onofrio
C’è una chiesa che si occupa dei poveri, dei malati, di chi soffre, e c’è una chiesa che si è preoccupata principalmente di mantenere i propri privilegi, che ha anteposto le questue alle benedizioni. Nella Chiesa del novecento hanno convissuto don Milani e il cardinale Marcinkus, padre Puglisi e Lefebvre, e in genere hanno fatto carriera coloro che hanno lasciato in secondo piano i bisognosi, preoccupandosi di mantenere le proprie “amicizie”.
La distanza che si percepisce nella chiesa tra i vertici e la base non è inferiore a quanto avviene in altre organizzazioni gerarchiche, un cardinale viene percepito, nel suo rapporto con un sacerdote semplice, in maniera analoga a quanto avviene tra un generale e i suoi soldati.
Eliminare, o perlomeno ridurre, queste differenze nell’organizzazione vaticana, è l’obiettivo che, dal giorno che l’ha visto uscire eletto dal conclave del marzo 2013, si è posto il “papa venuto dalla fine del mondo”. L’ha dimostrato non con le parole, ma con semplici gesti, con scelta di rinunciare all’appartamento papale per vivere dentro la casa Santa Marta, l’edificio che è utilizzato come alloggio per il congresso dei cardinali in occasione dei conclavi.
Le esortazioni del Papa, le continue richieste di una chiesa meno opulenta, hanno diviso la curia tra coloro che hanno sposato le volontà papali, e una parte della gerarchia vaticana che resiste nella difesa dello status acquisito. Nel Sinodo straordinario sulla famiglia, dello scorso mese, le due posizioni hanno dato vita a due veri e propri “partiti” che hanno espresso due posizioni quasi antitetiche, e il documento finale è apparso come una sintesi da “larghe intese”, tanto attuali anche nel parlamento italiano.
Le resistenze di una parte della curia, però, non scoraggiano l’intraprendente gesuita che, nel giorno in cui si fanno gli auguri natalizi, tradizionalmente utilizzato per ripercorrere dai pontefici le tappe dell’anno trascorso, i viaggi, gli incontri, papa Bergoglio ha elencato quindici malattie che caratterizzano la chiesa d’oggi: dall’Alzheimer spirituale, alla schizofrenia esistenziale.
Papa Francesco vuole una chiesa che gli somiglia, disposta a mettersi sullo stesso piano di chi soccorre, che rinuncia alle posizioni di privilegio, e il riferimento ai “continui traslochi” sembra un attacco neanche troppo velato all’ex Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, uno dei cardinali più lontani nella Chiesa Romana rispetto alle posizioni papali.
Una cosa è certa, mai una volta i discorsi di Bergoglio sono banali. Mai parla solo per accontentare i presenti o i giornalisti al suo seguito.