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8 anni faon
POTENZA – I migranti, sotto attacco dall’opinione cittadina che li reputa responsabili dei vari misfatti accaduti di recente, non cessano di approdare in Basilicata, regione che oggi si ritrova a fronteggiare un’emergenza assai più grande delle sue risorse. E’ recente, precisamente del 5 settembre, la notizia di un tentato stupro nella zona centrale del capoluogo, ai danni di una donna cinquantenne che si è vista trascinata all’interno del proprio portone mentre, intenta a tornare casa, non aveva badato alla presenza di un uomo dalle parvenze africane, si scoprirà poi essere un richiedente asilo, il quale, senza timore tentava di abusare di lei. Le grida d’aiuto della donna allertarono dei passanti che bloccarono il giovane allertando i militari.
Questa vicenda (la prima in Basilicata) ha suscitato un grande clamore: molti cittadini di Potenza, non abituatati alla presenza così massiccia di extracomunitari, si dicono spaventati da ulteriori eventuali aggressioni, quest’ultime ripetutesi, qualche giorno dopo il tentativo di stupro, anche nei confronti delle forze dell’ordine mentre effettuavano controlli di routine chiedendo documenti ai passanti. Gli agenti si sono visti aggrediti da un extracomunitario, il quale non voleva dimostrare la sua identità, la vicenda si è conclusa con la presa in custodia del ragazzo. Sono inoltre sempre più presenti prostitute di colore sulle strade, precisamente nel tratto dedicato alle industrie, che ospita il viadotto dell’Industria (ponte Musmeci) candidato all’unanimità a Patrimonio dell’Umanità Unesco . Le giovani, prostituendosi ledono all’immagine di un monumento che è sempre stato oggetto d’interesse da parte dell’ Unione Europea.
Le varie vicende hanno quindi scatenato un presidio dei potentini nella piazza principale: Piazza Prefettura, in cui hanno manifestato il proprio disappunto dichiarando di essere in “Emergenza sicurezza” .
Tanti, d’altronde, sono gli edifici abbandonati, anche nel pieno centro della città, che diventano luoghi perfetti per accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto in cui i migranti si rifugiano durante le loro giornate trascorse davanti ai vari supermercati ad elemosinare.
Si può quindi affermare che c’è davvero un’emergenza sicurezza nella città di Potenza? Il Prefetto Giovanna Cagliostro indica Potenza come un “virtuoso modello” da costruire con la generosità tipica del popolo lucano, che rendendo il flusso dei migranti più fluido, amplierà anche i centri di accoglienza già numerosissimi e presenti sul territorio.
Ebbene se si vuol dare voce al malcontento cittadino, le richieste delle cose da fare immediatamente sarebbero: Controlli serrati sugli ingressi in regione, prevenzione con ronde notturne che si facciano carico di perlustrare i numerosi vicoli presenti e adeguamento dei migranti in base alle strutture già presenti.
La gente, stanca ed affannata per lo scarseggiare di lavori stabili, si vede privata dei figli, che cercano fortuna altrove, ma pieni di ragazzi provenienti da paesi meno sviluppati, che faticano ad inserirsi in quanto si fa sempre più forte un sentimento di razzismo che non era mai stato presente in questo territorio. I pericoli che si corrono, anche se vengono fortunatamente scampati, innalzano dei muri nelle coscienze e questi muri tanto facili da ergere sono quasi impossibili da abbattere se non con una messa in atto di potenzialità provenienti sia dalla Regione che dagli stessi migranti, alcuni di loro infatti si rendono utili svolgendo lavori marginali come la pulizia delle strade e dei marciapiedi, questo però aiuterà la popolazione a vedere entrambi i lati della medaglia e comunque in qualsiasi situazione non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio.
L’accoglienza e la gentilezza lucana sono state il biglietto da visita di questa regione per molti e molti anni ma ad oggi questi valori rischiano di essere messi in discussione. Trovare un giusto equilibrio che possa accontentare tutti, che permetta di vivere con spensieratezza le bellezze di questa terra probabilmente è la ricetta giusta per mantenere i giusti equilibri sociali.
Giulia Ventura
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