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Roma

Roma, fornitori a 5 stelle: dichiarato ufficialmente morto Spelacchio e figuraccia mondiale. Ora chi paga i danni?

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ROMA – Ormai è ufficiale. Non si è trattato di una scelta voluta, né tantomeno di un sabotaggio, effettuato solo per far dispetto alla sindaca Virginia Raggi. Spelacchio, l’albero di Natale piantato a Piazza Venezia, è stato dichiarato ufficialmente “morto”. Certo, un albero eradicato per essere esposto, come avviene in tutte le piazze delle città, grandi e piccole, è effettivamente morto, ma normalmente appare rigoglioso ancora per un certo periodo, stimabile in circa due mesi, che gli permette di “fare bella figura” almeno fino al termine delle festività.

Ad affermare ciò è Ilario Cavada, esperto della Magnifica Comunità della Val di Fiemme, che ha donato l’albero in questione. L’esperto sostiene che l’abete rosso è partito dalla vallata in buone condizioni, è stato adeguatamente legato, ma una volta arrivato a Roma, sembra che “sia stata eseguita non correttamente l’operazione di slegatura della pianta una volta arrivata in Capitale, procedura, questa, di estrema delicatezza perché c’è il rischio di rottura dei rami”.

Quindi, se sono vere le parole di Cavada, c’è stata imperizia da parte di chi ha curato l’installazione della pianta nel giardino che si trova tra il Vittoriano e il famoso balcone. Operazione che, per il Comune ha comportato il costo di 48.600,00 euro circa, come riportato nella determina comunale del 13 novembre scorso che ha affidato “l’acquisizione del servizio, che richiede particolare cura, attenzione, delicatezza e precisione nel trasporto e nel posizionamento dell’abete nell’aiuola antistante piazza Venezia”.

Particolare cura, attenzione e delicatezza che, nella tesi di Cavada, non è stata dedicata da parte della ditta che si è aggiudicata il lavoro, considerato il prematuro essiccamento della pianta. A questo punto, la domanda che bisogna porsi è se l’affidamento del lavoro preveda una penale, un risarcimento, o qualsiasi forma di rimborso, anche per il danno d’immagine, che il Comune di Roma ha subito per l’esecuzione del lavoro, se viene accertato che effettivamente c’è stata imperizia o negligenza. Altrimenti sarà responsabile chi, avendo potuto e dovuto prevedere tali clausole di garanzia, non l’ha prese in considerazione.

Silvio Rossi

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, iniziati i lavori al parcheggio di via Giovanni Paolo II

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Castel Gandolfo – Da oggi sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso il parcheggio multipiano situato in Via Giovanni Paolo II, adiacente alla sede ASL Roma 6. L’intervento, realizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, comporterà alcune modifiche temporanee alla viabilità interna e il divieto di sosta per consentire il corretto svolgimento delle operazioni.

I lavori prevedono la manutenzione straordinaria delle aree interne del parcheggio, inclusi importanti interventi sull’impianto elettrico, al fine di garantire maggiore sicurezza e funzionalità alla struttura. Questo parcheggio è un nodo di scambio fondamentale per i numerosi utenti che quotidianamente si recano agli sportelli e ai poliambulatori della ASL.

Il Sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, ha espresso il suo apprezzamento per l’intervento: “Ringrazio la Città Metropolitana, nelle persone del Sindaco Gualtieri e del Vice Sindaco Sanna, per questo intervento che permetterà di mettere in sicurezza e valorizzare questo nodo di scambio che quotidianamente viene molto utilizzato dagli utenti che si recano agli sportelli e poliambulatori della nostra Asl”.

I lavori saranno eseguiti con la massima celerità possibile per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti periodicamente per informare la popolazione sull’avanzamento dei lavori e su eventuali ulteriori modifiche alla circolazione.

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Castelli Romani

Rocca Priora, incastrato il ladro seriale delle auto

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Arrestato dai carabinieri il ladro seriale che rubava dentro le macchine parcheggiate in sosta vicino ai negozi in pieno centro a Rocca Priora. Per due giorni si sono ripetuti furti all’interno di alcune auto che l’uomo forzava dopo aver visto i proprietari scendere per fare degli acquisti nella zona di via San Sebastiano in centro. I Carabinieri della locale stazione dopo aver ricevuto tre denunce da due uomini anziani e un perito informatico della zona, che avevano visto sottrarsi telefonini , tablet , iPad e altri oggetti dalle loro auto. Si sono appostati e l’altra mattina lo hanno fermato in flagranza di reato mentre tentava di aprire la macchina di un ottantenne del posto. Il ladro è stato arrestato e ritrovata tutta la refurtiva asportata precedentemente dalle auto in sosta davanti ai negozi in centro.

Presso il Tribunale di Velletri c’è stato il processo per direttissima per la convalida dell’arresto che è stato eseguito dal giudice monocratico. Il 35enne egiziano, già conosciuto alla Giustizia per furto, ricettazione e altri reati, ha patteggiato la pena ed è stato rimesso in libertà al momento. Con divieto di avvicinamento a Rocca Priora e altre prescrizioni imposte dalla magistratura.

I cittadini vittime dei furti hanno ringraziato a lungo i carabinieri del posto per essere intervenuti velocemente e aver identificato e arrestato l’autore ritrovandogli in casa sua sempre nella cittadina dei Castelli tutta la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari .

In particolare un iPad di lavoro molto importante per il perito informatico che lavora per importanti aziende del settore.

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Roma

Roma, metro Piramide: la banchina degli impuniti

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È senza soste l’impegno della vigilanza nelle stazioni metro di Roma.
Ma come potete vedere dalle foto le difficoltà maggiori avvengono in questo preciso momento presso la stazione Piramide della Linea B (sono circa le 18) dove un folto gruppo di borseggiatori bosniaci, si ostina a restare sulla banchina incurante degli avvisi della Guardie Giurate predisposte al servizio che li stanno invitando a lasciare la stazione.
Una situazione a dir poco incresciosa che mostra in pieno i limiti di un sistema giuridico che rischia di confermare sempre di più il concetto di “impunità” per chi si macchia di tale reati.

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