Ronciglione: torna la tradizione unica al mondo delle "corse a vuoto"

 

di Roberto Ragone


RONCIGLIONE (VT)
– Dopo una lunga sospensione riprende a Ronciglione, in provincia di Viterbo, la tradizione delle ‘Corse a vuoto’, cioè di cavalli senza fantino, lungo il percorso cittadino che va dall’ingresso sud del paese – Piazza detta ‘Della Pace’ – attraversando la Piazza principale – detta ‘Della Nave’ – fino a tutto il Corso Umberto – cioè Montecavallo.

 

La manifestazione è particolarmente apprezzata da chi ha ‘Ronciglione nel cuore’, cioè dai veri Ronciglionesi. La sua origine si perde nella notte del Medioevo, derivando essa da una corsa che si svolgeva a Roma, che vedeva coinvolti Ebrei e prostitute, le quali correvano nude, per il ludibrio e lo sbeffeggiamento del pubblico. In seguito gli Ebrei, al tempo ghettizzati, proposero, pagando, di far correre, in loro vece, degli animali. Questa manifestazione venne esportata a Ronciglione, dando origine alla tradizione delle ‘Corse a vuoto’ ronciglionesi, una tradizione che è sempre molto sentita in paese, e che fa capo a nove Rioni  – prima chiamati Scuderie – con tanto di bandiera tinta dei colori della contrada. In questi giorni Ronciglione è addobbata con quattrocento bandiere colorate dei vari Rioni apposte lungo le strade. Quattrocento bandiere che garriscono al vento, per la gioia dei contradaioli e dei turisti.

Per questa importante occasione abbiamo voluto intervistare il Sindaco di Ronciglione, Alessandro Giovagnoli, in quanto legittimo responsabile della manifestazione.


Allora, sindaco, questo è un grande momento per Ronciglione. Cosa ci dice della ripresa delle Corse a Vuoto?
Facciamo prima di tutto una panoramica di quello che è successo. Poco dopo il mio incarico di sindaco ci siamo accorti che il Ministero della Salute aveva aperto un contenzioso, di cui nessuno sapeva nulla, a causa dell’incidente cha ha causato la morte di un cavallo nel 2011, in seguito a cui il Ministero aveva citato in giudizio il Comune di Ronciglione per 500.000 euro più interessi e spese legali fino a sentenza, per danno all’immagine. Preoccupato di questa situazione, ho scritto una lettera al Ministro, al Sottosegretario e al Direttore Generale della sezione veterinaria del Ministero, facendo presente che l’amministrazione era cambiata di recente, il Palio era stato sospeso, e che in caso di soccombenza non sarebbe stato giusto far pagare 2 o 300 euro per ogni famiglia di Ronciglione o, in alternativa, mettere in stato di dissesto il Comune. Per il Ministero sarebbe stata una cosa per lo meno antipatica mandare in dissesto le nostre casse. In cambio abbiamo proposto un percorso formativo sul benessere degli animali da realizzare nella nostra Comunità. Abbiamo fatto pet therapy per i ragazzi disabili, lezioni di zooantropologia nelle scuole – le quali hanno raccolto ampio consenso sia da parte dei ragazzi che degli insegnanti – siamo il secondo Comune ad aver realizzato un corso per il conseguimento di un patentino di abilitazione alla gestione dei cani, abbiamo tenuto lezioni sul benessere del cavallo. Il Ministero ha accolto questa nostra richiesta, si è complimentato con noi per il percorso formativo proposto, e ci ha presi come un esempio da esportare in altre realtà. Oltre a ciò, mi hanno convocato come relatore sul benessere animale in un convegno nazionale nel quale ho raccolto il consenso di tutti i presenti. Abbiamo adottato la condotta del buon padre di famiglia, come un buon padre avrebbe fatto a casa propria. Il Ministero ha accolto la nostra richiesta, ha ritirato il contenzioso, per cui, a quel punto si sono realizzate nuovamente le condizioni per rifare le corse. Naturalmente non potevo riprendere le corse dopo aver dichiarato che avevo sospeso il Palio, se non avessi prima risolto la situazione. Oggi ci sono le condizioni. Abbiamo redatto un regolamento in accordo con il Ministero della Salute, con la ASL, con la Prefettura, con i migliori professionisti in Italia. Un regolamento, tra l’altro, molto rigido, per cui tutte le persone interessate si sono complimentate con noi. È un regolamento che, adottando un certo numero di accorgimenti molto precisi, salvaguarda il benessere dei cavalli. Questo regolamento è la base su cui costruire un percorso anche per il futuro. Abbiamo avuto già due riunioni con la Commissione di vigilanza, oggi ho un incontro con il Prefetto per ciò che riguarda l’ordine pubblico. Abbiamo anche avuto un paio di incontri con l’UNIRE che ci ha dato alcune indicazioni sul tracciato del percorso di gara. Insomma, ci sono tutte le condizioni di sicurezza per riprendere il Palio e per farci prendere ad esempio per tutti i Palii che si svolgono in Italia. Ritengo che sia stato fatto un bellissimo lavoro, in un’atmosfera di generale entusiasmo che da’ veramente soddisfazione  a chi s’è adoperato per l’evento. La quasi totalità dei costi poi è stata coperta da sponsor privati, che hanno messo a disposizione il loro denaro. Stiamo lavorando. Penso che faremo una cosa davvero bella, da prendere ad esempio.

 

Quindi, come dichiarato in conferenza stampa, siete andati oltre il decreto Martini, in sintesi avete un regolamento migliorativo rispetto al decreto.
Sì, abbiamo un regolamento che prevede i mezzosangue, e che prevede un limite di età minimo di cinque anni per i cavalli, mentre il decreto parla di quattro anni. Venti giorni fa il Ministro ha firmato un’ordinanza che modifica la prima ordinanza Martini, in cui dispone per questi palii l’utilizzo solo di mezzosangue. Se avessimo adottato un regolamento che comprendeva i purosangue, oggi non potremmo correre, perché dalle contrade sarebbero stati acquistati cavalli purosangue che oggi non possono più gareggiare.

 

In sostanza, per quale motivo i cavalli devono avere almeno quattro anni e devono essere mezzosangue?
Cinque anni, nel nostro regolamento. Non sono un esperto. So che sono indicazioni che ci ha dato il Ministero, che ci ha dato il dottor Reitano, che è stato fino a qualche anno fa presidente della Commissione veterinaria di Siena, uno dei nomi più illustri nel campo dei Palii di cavalli in Italia. Abbiamo avuto indicazioni in questo senso, e ce ne  siamo conformati. Il fatto positivo che è scaturito dalla sospensione, oltre al fatto che il Ministero ha ritirato il contenzioso, è quello del cambio di generazione. In questi cinque anni sono arrivati i ragazzi, e hanno portato maggiore vivacità e attività. Oggi chi s’interessa del Palio, chi s’interessa dei Rioni, ed è coinvolto nel Palio, sono tutti ragazzi. Questa è certamente una cosa positiva. Anche perché questo ha cambiato la cultura del Palio. Ci sono delle regole che vanno rispettate, e sono regole rigide. Venti o trent’anni fa si facevano cose che oggi non si possono più fare. E questo segnale è stato recepito dai ragazzi che rappresentano i Rioni. Gli anziani si lamentano del fatto che non sentiremo più il caratteristico rumore degli zoccoli sui sampietrini. Mi sembra che sia un prezzo molto piccolo da pagare, in confronto a ciò che invece si può oggi realizzare. Se vogliamo rifare le corse, dobbiamo rispettare le regole. Sia perché sono norme di legge, sia per l’incolumità degli animali. Infatti il costo più elevato riguarda il percorso, la messa in sicurezza, sia con il fondo in terra, che per ciò che riguarda le transennature e gli steccati. Saranno installati due parapetti, uno a norma per il cavallo, uno sbarramento elastico, che si piega all’eventuale urto del cavallo. Poi uno spazio di un metro e venti, e poi la transenna per il pubblico. Quindi massima sicurezza, sia per i cavalli, sia per il pubblico.

 

Quindi quella che sarà sparsa, sarà pozzolana?
Abbiamo già fatto delle prove. È pozzolana e lapillo frantumato. Il lapillo crea un drenaggio in caso di pioggia, per cui non corriamo il rischio di vedere allagate le strade ridotte ad un fiume di fango. Fortunatamente vediamo che finora il tempo ci assiste, ma comunque in caso di pioggia avremmo un fondo drenante, per cui l’acqua passerebbe di sotto e non creerebbe pozze.


Avete anche previsto dei tempi di recupero del fondo?
Sì, il 25 iniziano i lavori, e già la notte del 28 viene tolto il materiale. Abbiamo recuperato una tradizione centenaria del nostro Comune, e questa è la cosa più vera, bella, più importante, perché sta nei nostri cuori. Io sono nato e cresciuto con le corse e devono rimanere. La cosa importante è che dobbiamo cambiare le regole, continuando la tradizione. Accettare l’evoluzione che le nuove regole ci portano. Che poi il cambiamento è anche nel mondo, nella vita, in tutto ciò che ci circonda. Non si può più fare come si faceva tre o quattrocento anni fa.


Che dire? Complimenti al Sindaco e tutti coloro che si sono adoperati a vari livelli per la ripresa di una tradizione unica al mondo, per ciò che è e per come viene realizzata. Ci auguriamo che il pubblico sia numeroso, lungo il percorso, e che tutto si traduca in una grande festa per il paese e per i forestieri, con tanta allegria: ne abbiamo bisogno, vero?