SCANDALO AUTOSTRADA ROMA LATINA, FRANCESCO STORACE: "CURIOSO CHE CI SI SVEGLI 12 ANNI DOPO"

 

"Marrazzo, in carica dal maggio 2005 approvò col suo consiglio regionale la legge a ottobre 2006, diciassette mesi dopo l'insediamento e a inizio legislatura. Ma lui e i suoi assessori vengono prosciolti".

 

Redazione

Roma – "Nella mia vita mi sono ogni tanto imbattuto in qualche magistrato. Nei casi più gravi – Laziogate e poi finanziamenti alla ricerca – è finita, dopo tanti anni ogni volta, con assoluzioni e proscioglimenti. L'unica "condanna", nel caso Napolitano. Potrei accontentarmi. Ora tocca alla procura della Corte dei Conti, che si è convinta di un danno erariale di 19 milioni di euro, al quale dovrei contribuire per il risarcimento anche io, se dovessi esserne giudicato corresponsabile". Lo afferma, in una nota, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra "in merito all'inchiesta della procura della Corte dei Conti del Lazio sulla vicenda della costruzione dell'autostrada Roma-Latina". "La vicenda – prosegue Storace – riguarda l'autostrada Roma-Latina, che la mia amministrazione voleva realizzare come da programma elettorale e con i finanziamenti deliberati allo scopo dallo Stato attraverso il Cipe. Per il magistrato che sostiene l'accusa contabile, si tratta di un'operazione scandalosa 'come il Mosè. Se fosse vero, prima considerazione, ci sarebbero state mazzette e arresti. Nulla di tutto questo. Ci fu solo la scelta politica di realizzare una autostrada per far viaggiare meglio merci e persone. Se non fu realizzata va chiesto a chi si è fermato dopo: anche perché è difficile aprire un'autostrada in due anni e mezzo. Se una scelta politica è danno erariale – aggiunge Storace – mi chiedo per analogia a chi va chiesto il conto dei miliardi che buttiamo – salvastati incluso, salvaGrecia compreso – per restare in Europa. Ed è talmente limpida la nostra posizione che persino l'amministrazione che venne dopo di noi, quella Marrazzo, varò una leggina chiesta dall'Europa sanando le spese per la progettazione dell'opera in questione. Il magistrato ci rimprovera di non aver fatto noi quella legge. A febbraio 2004 l'Europa avviò la procedura di infrazione. Col mandato a scadenza aprile 2005 in dodici mesi a fine legislatura non fu possibile. Tanto è vero che Marrazzo, in carica dal maggio 2005 approvò col suo consiglio regionale la legge a ottobre 2006, diciassette mesi dopo l'insediamento e a inizio legislatura. Ma lui e i suoi assessori vengono prosciolti. Con un dettaglio: la determina per finanziare la progettazione – spiega ancora Storace – venne firmata quando io avevo appena lasciato la regione. I soldi li spese Marrazzo, ma dovrei pagare io? Pazienza, aspetteremo la sentenza che porrà la parola fine con lo stesso atteggiamento rispettoso della magistratura e fiducioso della giustizia che ci ha caratterizzato in diverse altre vicende di vita. Anche se sul banco dei chiamati a rispondere non ci sono il governo che finanziò l'opera e l'amministrazione successiva che quei soldi li spese, sanando il tutto con la leggina. In fondo, quelli di Mafia capitale, che di soldi ne hanno buttati davvero a iosa – ora si parla di un'indagine per le assunzioni del valore di 340 milioni di euro – stanno peggio. Giornalisti compresi. Trovo solo molto curioso – conclude Storace – che ci si svegli la bellezza di dodici anni dopo".